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Academic year: 2021

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Valle d'Aosta

Confini e territorio

Nettamente individuata dal punto di vista fisico, la Valle d'Aosta (3264 kmq) è la regione italiana con l'estensione territoriale più piccola e meno densamente popolata (35 abitanti/kmq; 1992).

Storia e lingue

A causa della sua posizione essa vanta una storia millenaria: infatti per i suoi facili valichi è stata sempre luogo di passaggio di molte genti e all'avanguardia nei traffici commerciali e ha goduto di particolare interesse anche per l'abbondanza, relativa, di prodotti minerari del sottosuolo.

Dal 1948 è una regione autonoma. La popolazione della Valle d'Aosta parla correntemente un dialetto franco-provenzale e le lingue ufficiali sono l'italiano e il francese.

Piemonte

Confini e territorio

Nel contesto delle regioni settentrionali è il Piemonte, comunque, quello che maggiormente può essere distinto attraverso il criterio degli elementi di separazione d'ordine fisico, chiuso com'è dalla catena alpina che lo cinge almeno da tre lati; un confine che, tra l'altro, coincide per lunghi tratti con le frontiere stesse dello stato italiano. La demarcazione verso la Lombardia, al contrario, appare subito meno netta e spesso soggetta a revisione anche in tempi recenti. Così definito il Piemonte occupa una superficie complessiva di 25 399 kmq, per cui risulta la seconda regione italiana in ordine di grandezza, anche se ben altri sono i motivi della sua principale importanza. Il nome Piemonte inizia ad avere un significato ben definito già a partire dal Medioevo, e allora indicava quell'estremo lembo occidentale della Lombardia che si trova "ai piedi dei monti" (Pedemontium), in posizione periferica rispetto al corpo dell'Italia, ma così legato al cuore dell'Europa, e alla Francia in particolare, da imprimere alla regione quel significato di "ponte" che già i romani le avevano riconosciuto.

In effetti, l'espansione romana in Piemonte avvenne solo posteriormente alla conquista della Gallia, comportando una presenza militare ingente e un notevole addensamento di centri urbani collocati sugli snodi degli assi di viabilità i percorsi dei quali, nonostante la configurazione fisica della regione, offrono non poche vie d'accesso al complesso delle regioni transalpine.

Caratteri fisici

Dal punto di vista morfologico, il Piemonte presenta tratti assai differenziati: ai territori collinari si contrappongono zone montuose, con punte estreme che vanno dagli oltre 4000 m del Gran Paradiso e del Monte Rosa ai 60 m della pianura (si pensi per esempio al Vercellese) la quale, a sua volta, è di carattere estremamente vario.

Ne risultano stridenti contrasti di clima, vegetazione e forme di vita.

Popolazione ed economia

Con una popolazione di circa 4 302 565 abitanti (1992), il Piemonte è una delle maggiori regioni italiane, anche se il saldo è qui, come altrove, negativo soprattutto per un basso indice di natalità (-4%).

Un tempo è stata area destinataria di una fortissima immigrazione, quasi esclusivamente concentrata nel capoluogo, Torino, dovuta essenzialmente alla presenza della Fiat, una grande azienda che a lungo ha assorbito quantità ingenti di manodopera. L'attuale crisi dell'occupazione incide pesantemente sull'intero assetto della società piemontese.

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Anche l'agricoltura, che pure occupa un posto di rilievo nella produzione regionale, non assorbe né sviluppa nuovi posti di lavoro, lasciando che molte aree si spopolino ulteriormente, soprattutto nelle zone montuose. Le città, dall'inconfondibile tratto architettonico lasciato al lungo dominio sabaudo, trovano un tratto comune e originale anche nelle movenze imposte dai rilievi naturali e, nonostante un'evoluzione recente spesso caotica, mantengono i segni di un benessere, un ordine e una severa armonia, che possono ritenersi perfettamente in sintonia con il carattere delle genti che le abitano.

Lombardia

Confini e territorio

Incerta come individualità fisica, la Lombardia si è andata definendo storicamente come entità economica di tutto rilievo. Il nome, di origine tardomedievale, si deve all'occupazione longobarda, si è poi tramandato per indicare la parte centrale della pianura Padana, anche se di fatto una delimitazione amministrativa della regione è stata sancita solo con l'unità d'Italia.

È una delle regioni più vaste (con i suoi 23 872 kmq) e dalle fattezze assai diversificate, dalle montagne ancora relativamente poco urbanizzate ai terreni di pianura, tra i più industrializzati, ricchi e produttivi dell'intera Europa.

Popolazione ed economia

Lo sviluppo prodigioso dell'economia lombarda risulta dalla felice combinazione di diversi fattori di ordine fisico con altri politici e sociali.

La Lombardia non solo è spesso stata amministrata da poteri economicamente moderni (caso emblematico: la dominazione austriaca), ma ha anche saputo utilizzare in maniera assai valida le disponibilità idriche, tanto per l'agricoltura quanto per lo sviluppo industriale.

Per quanto riguarda l'agricoltura, tale utilizzo affonda le radici almeno nell'epoca comunale, quando si cominciano ad attuare le più durevoli opere; d'altra parte, lo sviluppo industriale può essere datato all'inizio del secolo scorso, con l'impiego delle prime centrali idroelettriche come fornitrici di energia industriale. Oltre a tutto questo, un notevole ruolo è stato svolto anche dai vantaggi puramente geografici che pongono la Lombardia in una situazione di privilegio: una buona percorribilità e una posizione centrale per il commercio, innanzi a tutti.

Complessivamente la Lombardia è una regione dai molti primati: una densità media di oltre 371 abitanti/kmq (1994) la colloca tra quelle con valori più elevati. Pur in presenza di un saldo della natalità negativo (-0,7 nel 1994), ha mantenuto per un lungo periodo un forte incremento di popolazione, in relazione ad altrettanto notevoli flussi migratori in cerca di occupazione, una sovradimensionata tendenza all'inurbamento e uno sviluppo particolarmente diversificato.

L'agricoltura lombarda occupa soltanto una ristretta fascia di popolazione poiché la regione, pur conservando una buona produzione agricola soprattutto nella fascia più a sud (la cosiddetta Bassa), è stata caratterizzata nell'ultimo secolo da uno sviluppo sempre più spiccato delle attività industriali, commerciali e del terziario. Netta è la sua preminenza in campo nazionale per le molteplici attività produttive (un quinto del Prodotto interno lordo nazionale è prodotto in Lombardia) che concorrono alla formazione di redditi assai elevati, non in ultimo con un poderoso accrescersi, dalla fine degli anni Settanta, del settore dei servizi, anche detto terziario avanzato, anche se questo pare subire oggi un arresto brusco e dare segni di inversione.

In questo contesto la città di Milano, di antiche origini romane (anticamente si chiamava, appunto, Mediolanum), che contava appena 200 000 abitanti nel 1871 (assommano oggi a oltre un milione e mezzo, anche se in rapida discesa, che ne fanno una delle città più popolate d'Italia), assurge a simbolo dell'attività economica non solo della Lombardia, ma dell'intero paese.

Il richiamo esercitato dalle possibilità economiche ha portato alla veloce creazione di un'area, grossomodo collocata a nordest di Milano, di enorme concentrazione di ricchezze e di attività e di altrettanto grande inurbamento, spesso però distruttivo e caotico.

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Veneto

Confini e territorio

Il Veneto costituisce una regione in senso naturale, semmai in esso si rintracciano alcune entità territoriali ben delimitabili nell'ambito della complessiva realtà amministrativa della regione, che copre complessivamente 18 364 kmq.

Il nome Veneto è stato riconosciuto dalla costituzione repubblicana insieme a quello di Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, in sostituzione della triplice ripartizione, proposta fin dal 1863, che distingueva una Venezia Europea, una Venezia Tridentina e una Venezia Giulia (le cosiddette Tre Venezie).

Si tratta di una regione, come sempre in Italia, nella quale convivono notevoli diversità di paesaggio e di strutture sociali. In relazione a questa differenziazione, la struttura economica e gli insediamenti umani del Veneto sono più simili alla media nazionale che non a quella dell'Italia settentrionale.

Popolazione ed economia

L'economia ha avuto a lungo come cardini l'agricoltura e l'allevamento, ma recentemente hanno preso un notevole andamento positivo anche le piccole imprese industriali, tanto da fare del Veneto, assieme alla Lombardia, il capoluogo della piccola impresa italiana. I prodotti del suolo sono variamente distribuiti nell'ambito del territorio e offrono rese differenti: grano, mais, frutta e ortaggi, vite, barbabietola e tabacco sono sicuramente tra i più importanti.

L'industria s'è estesa oltre i tradizionali confini della trasformazione dei prodotti agricoli e della manifattura tessile. Si tratta di un'industria ben supportata da abbondante manodopera e da valide strutture di produzione energetica e viabilità nazionale ed estera.

Le città del Veneto hanno quasi tutte un'origine antica. Molte si presentano prospere già in epoca romana (Padova, Verona, Oderzo, Concordia, Treviso); il loro sito è spesso legato al reticolo idrografico, in gran parte modificato dall'uomo. Il Veneto è una regione ben popolata, con ancora un'elevata percentuale di popolazione rurale.

Le correnti migratorie, che hanno spesso mostrato valori altissimi, la pongono tra le fonti dell'emigrazione storica italiana dalla fine dell'Ottocento fino agli anni Cinquanta; alcuni settori, come la montagna bellunese e il Polesine, hanno subito veri e propri abbandoni da parte della popolazione, che ben rappresentano la crisi, e le trasformazioni postbelliche, dell'agricoltura italiana.

Trentino Alto Adige

Confini e territorio

Il Trentino Alto Adige, che ha assunto tale denominazione con l'ordinamento regionale posteriore al secondo dopoguerra, è il terzo settore di quell'ampio territorio un tempo denominato Tre Venezie.

La regione, completamente inclusa entro il sistema alpino, ha confini abbastanza ben definiti, sia dal punto di vista geofisico sia da quello storico, che racchiudono una superficie di 13 607 kmq.

Storia e demografia

Composta da imponenti rilievi alpini e ampie valli, la regione ha visto variare notevolmente la propria popolazione a seconda dei diversi momenti economici e politici che si sono succeduti nella sua storia. Significativo è il fatto che, se si esclude la Valle d'Aosta, si riscontrano qui le più basse densità tra le regioni italiane, con una notevole differenza però tra la provincia di Bolzano e quella di Trento: meno popolata e più dispersa la prima, con maggiore densità e concentrazione la seconda.

È una distribuzione intimamente legata all'istituzione del maso chiuso (sorta di legge che proibisce la dispersione dei terreni ereditati in piccole proprietà) che nella provincia di Bolzano, a differenza della pianura

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di Trento, ha permesso di mantenere una certa consistenza della proprietà, che comprende, in genere, anche i terreni boschivi, mentre altrove esso è in gran parte proprietà comune o demaniale.

Questa differenziazione ha dato modo, come si può facilmente intuire, a differenze sociali e culturali assai profonde di mantenersi intatte nel corso degli anni, differenze che sono alla base degli attuali problemi tra la minoranza di lingua italiana e la maggioranza di lingua germanica.

Economia

L'economia del Trentino si basa essenzialmente sull'agricoltura e sull'allevamento.

L'agricoltura è di ottimo livello qualitativo, presentando un'efficace unione di raffinate tecniche produttive e salvaguardia ecologica emblematica, com'è il caso della produzione delle celebri mele, pere e uva trentina. Dal punto di vista della produzione industriale, un posto di rilievo spetta alla produzione energetica.

La costruzione di numerosi invasi lungo l'Adige e i suoi affluenti ha reso potenti benefici, anche se ha alterato non poco il paesaggio originario.

Se si esclude questo settore, certamente la regione non può sostenere il paragone con le aree di pianura; tuttavia, in raffronto con altre zone montuose, lo sviluppo economico di Trento e Bolzano è da riguardarsi come un esempio di tutto rispetto, non in ultimo per l'eccezionale attrezzatura ricettiva dell'abbondante turismo nazionale ed estero.

Friuli Venezia Giulia

Confini e territorio

Il Friuli Venezia Giulia, nonostante rappresenti un'entità territoriale assai modesta (7844 kmq), delimitata per lungo tratto dal confine con l'Austria e la repubblica slovena, svolge una fondamentale azione di collegamento fra economie assai differenti.

Dopo le lunghe, sofferte definizioni dei suoi confini, appare come un'entità amministrativa puramente convenzionale, rappresentando solo un lembo della Venezia Giulia.

Economia

Regione tra le più irrorate, ha saputo sfruttare le risorse idriche in favore delle necessità industriali e rivalutare, con sapienti sistemi d'irrigazione, gran parte del territorio, anche se la superficie improduttiva è ancora molto estesa. L'economia risulta piuttosto depressa, rispetto alla media del Nord Italia, anche a causa delle travagliate vicende politico-economiche dell'ultimo secolo. L'agricoltura, caratterizzata da una spinta polverizzazione della proprietà, ha una scarsa incidenza sul quadro economico e gli indirizzi sono prevalentemente rivolti alla cerealicoltura e alla zootecnia. La marginalità della regione, la carenza di infrastrutture, l'esiguità di capitali disponibili non hanno permesso un moderno sviluppo industriale.

Spiccano le aree di Trieste, Monfalcone e Pordenone. Sono comunque molto forti i flussi emigratori. L'autonomia amministrativa (1963) ha accelerato il processo dello sviluppo produttivo, il che ha permesso di colmare, almeno in parte, i ritardi accumulati.

Liguria

Confini e territorio

Come regione inquadrata entro gli attuali limiti, la Liguria si è individuata a partire dall'Alto Medioevo quando, tra l'altro, comincia a delinearsi lo sviluppo della città di Genova, che diventerà il cardine della regione stessa.

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Caratterizzata da un'estrema varietà di paesaggi, la regione presenta un'indubbia individualità entro i suoi confini (quello marittimo e quello segnato dallo spartiacque lungo gli incombenti rilievi), che racchiudono una superficie complessiva di soli 5420 kmq.

Caratteri fisici e demografici

Anche se densamente popolata, la Liguria presenta tuttavia il preoccupante fenomeno della denatalità, e se da decenni i comuni costieri hanno visto crescere la loro popolazione a causa di forti flussi immigratori, oggi non solo i comuni dell'entroterra fanno registrare decrementi pesantissimi (fino all'abbandono pressoché totale), ma anche le città costiere e portuali, colpite da una pesante crisi occupazionale, soprattutto nelle fasce d'età più giovani, hanno una popolazione residente in evidente, preoccupante e costante calo.

È da considerare, ovviamente, l'alto afflusso stagionale che la regione registra d'estate, che però non modifica affatto la tendenza generale.

Le caratteristiche fisiche della regione - poco più della metà del territorio è montagnoso - e un buono sviluppo industriale rendono comprensibile la scarsa attività agricola, ravvivata comunque da colture ad alto valore che permettono la produzione di olio, di vino e lo sviluppo della floricoltura.

Economia

Oltre alle attività portuali (comprese quelle dei cantieri) una delle risorse maggiori della Liguria resta comunque il turismo al quale, nonostante un'affrettata speculazione intorno agli anni Sessanta, si è riusciti a dare strutture ricettive non devastanti il paesaggio, al contrario di quanto accaduto, purtroppo, in molte altre regioni italiane.

Regione nettamente distinta, dal punto di vista morfologico, dalla Padania, la Liguria le è intimamente legata per quanto riguarda le attività produttive e gli scambi commerciali.

In questo contesto i porti di Genova, Savona e di La Spezia, in collegamento con aree industriali siderurgiche e chimiche, svolgono ancora una funzione importante nell'economia nazionale e la loro influenza supera anche i confini in direzione sia della Svizzera sia di altri paesi dell'Unione europea.

Emilia Romagna

Confini e territorio

L'Emilia Romagna, definita a nord dall'asta del Po e a sud dal crinale appenninico, si incunea profondamente nella pianura Padana fino ad avere confine in comune con il Piemonte, e copre una superficie di 22 123 kmq. Per la sua situazione geografica è territorio particolarmente interessante perché elemento di saldatura e di passaggio obbligato tra l'Italia continentale e quella peninsulare.

Sotto quest'ottica la costruzione della via Emilia (187 a.C.), che congiunge i due poli estremi di Rimini e Piacenza, costituì non solo un legame essenziale tra molti centri, ma anche lo stimolo per lo sviluppo e la creazione di molti altri. La via Emilia dette il nome anche alla regione la quale, come dimensione, in epoca augustea non si differenziava dalle attuali. Il nome, poi, perso nei secoli, fu riproposto e accettato nel 1859, confermato all'atto dell'unità d'Italia e definitivamente trasformato nell'attuale Emilia Romagna con l'avvento della repubblica.

I suoi lineamenti fisici sono abbastanza semplici: dalla catena appenninica si dipartono delle costole più o meno parallele tra di loro, separate da ampie vallate che sfumano, a loro volta, nella pianura.

Popolazione ed economia

Poco abitata nelle aree di montagna, la regione si rianima nella collina, dove le ampie distese di grano e foraggiere si alternano a frutteti e vigneti.

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Il vero volto dell'agricoltura si ritrova, però, nella pianura, dove si riscontrano una densità di popolazione mediamente assai più elevata e forme particolarmente mutevoli di paesaggio agrario.

Nella pianura piacentina si continuano le forme colturali tipicamente lombarde; in quella parmense, reggiana e modenese prevale, invece, l'indirizzo zootecnico; nell'area bolognese e romagnola, infine, il tratto agricolo, che vanta tradizione, si movimenta e si diversifica in virtù di una varietà di colture.

La regione, tra l'altro, ha preceduto tutte le altre dell'Italia nordorientale in fatto di sviluppo industriale, che ha trovato qui ampia diffusione soprattutto nelle aree di pianura e il massimo addensamento lungo il settore pedemontano.

Si tratta, più esattamente, di un'industria che ha connotazioni del tutto particolari nel settore alimentare (industria molitoria, saccarifera, casearia, della conservazione della carne, della frutta e degli ortaggi), ma che si esprime in quasi tutti i settori manifatturieri e che esalta le sue caratteristiche di produttività nel comparto dell'abbigliamento e in quello della meccanica.

Un posto a sé merita l'industria turistico-alberghiera della costiera romagnola, oggi vero centro internazionale di villeggiatura e divertimento.

Toscana

Territorio e radici storiche

La Toscana è per antonomasia la regione dei forti contrasti fisici, culturali ed economici. Essa, per altro, non si presenta come una regione naturale ben definita: il suo confine, che racchiude un territorio complessivo pari esattamente a 22 993 kmq, corre infatti in maniera del tutto convenzionale.

La Toscana è una regione dai caratteri inconfondibili; la sua storia ha radici profonde e il suo nome, legato a una tradizione culturale determinante per l'Europa intera, si perpetua nel tempo.

I tratti fisici, l'evolversi delle vicende storiche, insieme allo sviluppo economico connesso all'agricoltura, all'industria, al turismo, alle vie di comunicazione, l'attrazione verso il mare e le bonifiche hanno determinato, nel corso dei secoli, l'aspetto sociale della regione, nonché il suo assetto abitativo.

Oggi le aree pianeggianti e le conche sono abbastanza densamente popolate, sebbene in maniera facilmente abitabile, le aree di collina appaiono stabili, ma le zone montuose accusano il peso di un massiccio calo, dovuto alle scarse opportunità di lavoro proposte da queste zone disagevoli soprattutto per le generazioni più giovani, che, come è ovvio, maggiormente risentono di queste critiche situazioni di incertezza.

Economia

Nelle sue connotazioni agricole, la Toscana conserva l'impronta determinata dall'istituto della mezzadria, con le sue luci e ombre. L'assetto colturale, un tempo legato esclusivamente al frumento, si è rivolto di recente a colture più remunerative, pur restando sempre legato all'olivo e alla vite, espressioni caratteristiche delle colline toscane.

Le aree montane sono caratterizzate da una vegetazione a bosco ceduo, più adatto alla produzione di carbone che, invece, al legname da lavoro.

La bonifica, la storia della quale rappresenta sicuramente una delle più belle e significative pagine delle conquiste umane, ha saputo inserire ordinamenti moderni in aree malsane e repulsive.

La Toscana è assai ricca di risorse minerali, lo sfruttamento delle quali risale alle epoche più antiche. Da questo punto di vista la Toscana occupa una posizione preminente tra tutte le regioni italiane, ma è il ruolo che oggi svolge nel settore industriale a porla tra le più ricche e le più produttive dello stato.

Tra le attività non si può dimenticare, del resto, neppure la funzione svolta dal turismo, rivolto non solo alla villeggiatura, ma soprattutto a quell'incommensurabile patrimonio artistico e culturale che è la Toscana tutta.

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Umbria

Confini e territorio

L'Umbria è una regione abitata da tempo remoto; i suoi limiti amministrativi racchiudono una superficie di 8456 kmq e segnano un territorio delimitato più dalla storia che dalla geografia.

La sua popolazione, che vive prevalentemente sparsa, ha registrato incrementi notevoli nel corso del secolo, ma oggi accusa anch'essa una flessione.

Economia

Complessivamente la regione conserva i tratti di un paesaggio naturale che non ha subito trasformazioni troppo violente, dove l'agricoltura, seppure piuttosto povera, rappresenta comunque uno dei settori più importanti dell'intera economia; anche grazie alla configurazione ottimale dei rilievi collinari, l'olivo e la vite rappresentano le colture tradizionali e più redditizie, dando spesso la loro impronta all'intero paesaggio.

Dal punto di vista industriale, si evidenzia più la specificità di alcune forme che non la quantità complessiva della produzione. Alcune industrie sono legate all'abbondanza delle risorse idriche (energia elettrica e acciaierie), ma sono quelle alimentari, poligrafiche e della carta che svolgono un ruolo preminente. In questi ultimi anni, però, si è assistito alla rottura dei tradizionali equilibri.

Le vie di comunicazione sono cresciute, la vecchia struttura agricola della mezzadria è stata quasi completamente trasformata e nuovi inurbamenti hanno modificato il tradizionale isolamento dei centri umbri. Contestualmente a un tendenziale abbandono della montagna e della campagna, inoltre, si è verificato un forte afflusso verso le città interne, con particolare attenzione per quelle sedi di attività industriali e verso i servizi, non in ultimo quelli legati al turismo culturale sostenuto da un patrimonio artistico di tutto rilievo che sta venendo, a poco a poco, giustamente valorizzato.

Marche

Confini e territorio

Il nome Marche, intimamente legato all'organizzazione feudale, comincia ad apparire negli atti ufficiali solo all'inizio del secolo scorso. La regione, la superficie territoriale della quale si estende per 9694 kmq, è racchiusa entro limiti amministrativi che in gran parte ricalcano quelli naturali.

Popolazione ed economia

La diffusione della mezzadria e la tradizionale attività agricola hanno contribuito a mantenere gran parte della popolazione dispersa nella campagna o, al più, accentrata in piccoli borghi.

Un'alta percentuale di addetti all'agricoltura (più del 20% nel 1992) lascia intendere quale sia l'autentico volto economico della regione.

L'agricoltura si sviluppa intorno alle colture erbacee e all'allevamento, ma non mancano colture complementari di un certo rilievo, come l'olivo, che in certe zone è molto diffuso, anche se riveste comunque un'importanza limitata.

In questo quadro economico non va dimenticata l'attività della pesca, nel mare Adriatico, e neppure la speculazione edilizia che ha devastato larghi tratti della costa marchigiana. L'industria, per altro scarsa e con una fisionomia che per molti aspetti ricorda ancora quella artigianale, trova la massima distribuzione lungo la costa, con una concentrazione in prossimità del porto di Ancona, dove assume qualche importanza anche il settore petrolchimico.

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Abruzzo

Storia di un territorio

L'Abruzzo, chiuso dalla pesante ipoteca di un quadro fisico estremamente aspro, atavica barriera agli stimoli provenienti dall'esterno, nonostante oggi sia molto cambiato nella sua economia e negli stili di vita, avverte ancora il peso di tutti quei problemi che costrinsero larghe fasce della popolazione a emigrare. Terra di transizione, l'Abruzzo non manca di motivi originali e di contraddizioni, tanto che non è facile stabilire se annoverarlo tra le regioni centrali o tra quelle meridionali.

L'appartenenza delle sue montagne all'Appennino centrale, i prevalenti contatti con l'Umbria e le Marche e il suo convergere verso l'area di Roma, farebbero propendere per la prima ipotesi; i modelli di vita, gli aspetti e le forme socioeconomiche meglio aderirebbero, invece, al quadro più propriamente tipico dell'Italia meridionale. Separato dal Molise, costituitosi nel 1967 in regione autonoma, copre complessivamente 10 795 kmq, dei quali il 65% è costituito da montagne.

Terra di emigranti

L'Abruzzo è una delle regioni italiane che ha dato i maggiori contributi alle statistiche sull'emigrazione: un'emorragia che non si è arrestata neppure successivamente al secondo conflitto mondiale e, anzi, è andata investendo, oltre alle aree di montagna, anche quelle collinari, e che si limita solo in prossimità della costa dove qualche timido inserimento industriale, un più idoneo assetto agrario e le prime installazioni turistiche sembrano poter garantire anche per il futuro migliori condizioni di vita.

Molise

Confini e territorio

Ha suscitato, da parte di alcuni, qualche perplessità la decisione di concedere l'autonomia amministrativa al Molise. I dubbi in proposito erano essenzialmente legati a una gamma di considerazioni sulla scorta delle quali il Molise, in conseguenza della sua posizione geografica, dell'appartenenza storica alla regione di Sannio, della sua subordinazione alla Terra di Lavoro e alla Capitanata, nonché per la sua situazione socio-economica, potrebbe trarre maggior giovamento da uno stretto coordinamento con l'Abruzzo, entrambe regioni più meridionali che non centrali.

Popolazione ed economia

Nella regione del Molise i fenomeni di emigrazione non si sono mai arrestati, e anzi hanno portato velocemente a un preoccupante grado di invecchiamento dell'età media della popolazione, dato che sono soprattutto i giovani a cercare nuove prospettive all'estero.

Attualmente il Molise è una delle regioni con la più bassa densità di popolazione. I residenti vivono quasi al 90% in nuclei accentrati. La situazione demografica esercita un forte riflesso sull'immobilità delle sedi umane. Infatti il centro compatto domina, in generale, sulle aree coltivate e l'agricoltura rappresenta il fulcro dell'attività economica.

Si tratta in prevalenza di un'agricoltura povera, che, se non fosse dissonante in un paese industrializzato ed evoluto, potrebbe definirsi quasi di sussistenza, alla quale è dedita però quasi la metà della popolazione, che rispetto alla media nazionale di poche unità percentuali (9,2% nel 1992, Istat) rende bene l'idea della situazione regionale.

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Lazio

Confini e territorio

Entro i suoi confini ufficiali il Lazio si estende su una superficie complessiva di 17 227 kmq, e anche se il suo nome si tramanda da tempi lontanissimi, è una delle regioni meno omogenee: è un'entità amministrativa del tutto convenzionale sia per motivi di ordine storico sia per la varietà degli aspetti fisici.

È una regione che riflette tutti i problemi già ampiamente dibattuti a proposito delle aree montane e che mostra profondi mutamenti nelle aree di pianura dove la bonifica ha trasformato, dal punto di vista agrario e da quello della popolazione, l'Agro romano, la regione pontina e la maremma laziale.

Si sono andate sempre più riducendo le aree del piano dedicate al pascolo, sostituite da seminativi, mentre non mancano aree caratterizzate dal vigneto e dall'oliveto. Inoltre, favorita non solo dalle condizioni climatiche e dall'assetto chimico del suolo, ma anche dal forte mercato di consumo della capitale, si è molto sviluppata l'ortofrutticoltura.

Economia

L'immagine tradizionale del Lazio dedito alla pastorizia e all'agricoltura si va sempre più perdendo perché l'industria, sostenuta dagli interventi statali, si è dilatata investendo quasi tutti i campi della produzione.

È però un apparato che mostra molte carenze perché a stento si integra con la realtà socioeconomica della regione, e che ha indotto pesanti problemi in ordine all'urbanizzazione e ai servizi, tanto che in questi ultimi anni si è assistito a un caotico sorgere di nuovi centri.

In questo contesto il sito di Roma, appena qualche decennio fa circondato da ampi spazi vuoti, si è completamente trasformato; d'altronde ragioni politico-amministrative, religiose e turistiche ne fanno la città più popolosa d'Italia, sebbene sia anche tra le meno disciplinate dal punto di vista dell'espansione urbanistica e, di conseguenza, poco vivibile.

Roma, città capitale

Roma, capitale d'Italia, ma per molti metropoli internazionale, è una città che conta quasi 3 milioni di abitanti e un concentrato di risorse e di problemi.

Ospita sul suo territorio il massimo sistema monumentale-architettonico che si riscontri al mondo, che porta il segno di millenni di storia e di un sovrapporsi di vicende diverse. Sebbene si trovino anche in numerose altre parti del pianeta testimonianze artistiche di estremo valore, che risalgono a periodi storici anche precedenti, in nessun luogo si riscontra un complesso così ampio e variegato di monumenti al quale va aggiunta la ricchezza del patrimonio della Santa Sede. Si ricordano solo a titolo esemplificativo il Colosseo, il Foro romano, la basilica di San Pietro, la fontana di Trevi, la piazza e il palazzo del Campidoglio.

Roma è una metropoli di richiamo turistico, dunque, e anche sede centrale del cattolicesimo essendo il Vaticano, dal punto di vista topografico, parte integrante del tessuto urbano.

Sotto il profilo economico Roma si caratterizza soprattutto come una città attiva nei settori terziario e quaternario, mentre il settore industriale rimane tutto sommato in secondo piano.

A Roma ha sede l'intero apparato governativo e amministrativo italiano, vi si concentrano infatti i ministeri, le ambasciate e le rappresentanze diplomatiche e gli uffici centrali della Fao.

Si è venuto sviluppando inoltre un avanzato terziario per le imprese che include in special modo servizi di marketing, engineering industriale, informatica ed elettronica e che lavora su commesse pubbliche o di grandi aziende a respiro soprattutto internazionale.

La metropoli però non è priva, come invece più fortunatamente accade per altre grandi città, di problemi: lo sviluppo urbanistico risulta disorganizzato, il traffico e l'inquinamento raggiungono livelli preoccupanti e nelle numerose borgate periferiche le condizioni di vita sono ancora molto difficoltose.

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Campania

Territorio e tradizioni

La Campania può essere definita senza tema di smentita una terra di grandi contrasti fisici e umani; essa affonda le sue radici in un passato spesso di estremo splendore. La gradevolezza del clima, la fertilità del suolo, la bellezza del paesaggio le meritarono, in epoca antica, l'appellativo di Campania felix.

Entro i limiti attuali, la regione non presenta unitarietà dal punto di vista fisico, e con i suoi 13 595 kmq, dei quali un quarto montagnosi, si colloca al fondo della graduatoria nazionale.

Sopravvivono nella montagna, oramai in gran parte spopolata, forme molto modeste di agricoltura e attività basate sulla pastorizia; più intensa la vita nelle valli e nelle conche dove la proprietà, in genere suddivisa, è utilizzata per le colture agricole, in particolare per la frutticoltura.

È la parte piana della regione a riservare varietà d'aspetti assai singolari. Tra le propaggini dell'Appennino, i Campi Flegrei e il Vesuvio si trova situata una delle più fertili regioni italiane, soprattutto a causa della prevalente costituzione vulcanica; orti e frutteti si alternano, e le colture si stratificano in uno scenario che si conserva sempre verde e sempre nuovo, vivificato da un'eccezionale presenza umana.

Le piane del Garigliano e del Volturno a nord, e quella del Sele a sud, invece, sono la conquista più recente e si sono andate a poco a poco popolando dopo che la bonifica ne ha cambiato il volto.

Popolazione ed economia

Le cifre della popolazione presentano valori inusitati per le altre regioni italiane: gli incrementi sono sempre condizionati da un'alta natalità e un'altrettanta elevata mortalità, in termini relativi s'intende, e da forti flussi migratori. La densità è piuttosto elevata ma con punte, nella provincia di Napoli soprattutto, assolutamente eccessive.

La struttura economico-commerciale presenta anch'essa caratteristiche singolari; pressoché concentrata nell'area che gravita intorno a Napoli (seppure con qualche significativa eccezione), la produzione si articola in maniera essenziale sulla metallurgia, sulle industrie meccaniche e chimiche, queste tre in forte crisi, e sulle produzioni tessili, su quelle alimentari e di abbigliamento, tuttora in buona espansione.

Basilicata

Territorio e popolazione

Il secolare isolamento, gli squilibri nel popolamento, la frantumazione della proprietà, l'eccesso di terreni sfruttati a coltura, la prevalente montuosità e infine la situazione idrica precaria fanno della Basilicata (9992 kmq) una delle regioni più povere d'Italia.

Il nome Basilicata è stato sancito dalla Costituzione repubblicana, che lo preferì a quello di Lucania, col quale tutt'oggi viene spesso indicata la regione. Scarsamente popolata, la Basilicata ha tuttavia un'alta disoccupazione e non solo giovanile.

L'agricoltura, soggetta a qualche rilevante ammodernamento a metà degli anni Settanta, fornisce ancora la voce più consistente dell'economia lucana, mentre inesistente o quasi - fa eccezione qualche piccola impresa di prodotti alimentari - è l'industria.

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Puglia

Caratteristiche del territorio

La Puglia, che è situata all'estremità sudorientale della penisola italiana, è per quasi due terzi bagnata dal mare (19 362 kmq) e secondo le statistiche è la regione più povera di rilievi montuosi, appena l'1,5 % del territorio (un dato davvero eccezionale su una configurazione orografica come quella dell'Italia), e ricca, invece, di pianure, spesso tuttavia tutt'altro che fertili.

Più che di pianure vere e proprie si tratta di grandi spazi, aridi, troppo avari anche per essere adibiti a pascolo, scarsi di bosco e per larghi tratti assolutamente privi di centri abitati pur piccoli.

Forme così ostili, non ancora domate perché ciò comporterebbe un intervento a lungo termine e molto oneroso, che dovrebbe far fronte a una gamma di difficoltà di ordine burocratico oltre che fattivo, vanno però modificandosi a mano a mano che si scende dalle Murge. Quello al quale si va incontro in questa zona è un paesaggio che impressiona per l'estensione regolare, che è il frutto dell'enorme fatica delle colture, e ve ne sono anche delle più pregiate.

Economia

Ancora una più netta configurazione agricola assume il Tavoliere, oggi oramai completamente bonificato, che dalla tradizionale funzione di luogo di sosta e riposo per le lunghe transumanze delle mandrie di bestiame si è trasformato in una solida struttura produttrice di frumenti e grani e dalle più redditizie e varie colture legnose. D'altronde il quadro delle colture della Puglia, ben vivacizzato anche da coltivazioni orticole a pieno campo e da quelle industriali, è tra i più prosperi di tutta l'area del Mezzogiorno.

L'industria pugliese, a lungo basata su attività manifatturiere, di recente ha subito una profonda trasformazione che ha modificato quantità e qualità degli insediamenti di tutte le province.

Se all'inizio degli anni Settanta l'industria petrolchimica e l'industria siderurgica avevano portato un buon volume produttivo nella regione, la generale crisi economica, ancora più violenta in settori come quelli sopraccitati, ha rigettato la regione in una situazione sociale ed economica davvero molto critica, aggravata dal fatto di investire settori abbastanza forti come le attività portuali legate al commercio.

Calabria

Caratteristiche del territorio

Un profilo umano contraddistinto da una povertà vecchissima, una società che solo di recente ha risentito del fermento della vita nazionale, tratti fisici duri da modellare rappresentano i caratteri della Calabria.

La regione, complessivamente estesa per 15 080 kmq, è scarsamente dotata di pianure, per lo più consistenti di strette fasce che orlano colline e montagne e che non trovano possibilità di allargarsi verso l'interno. Facili all'impaludamento e per secoli regno della malaria, sono state aree repulsive, al più percorse da pastori e dalle loro greggi.

La Calabria è sempre stata una regione dai forti flussi migratori e di una migrazione, se possibile, ancora più povera di quella delle altre regioni meridionali.

Economia

L'agricoltura vede la prevalenza dei seminativi asciutti; sul lato tirrenico si ritrovano colture miste con predominanza di olivi e viti, mentre dove è giunta l'irrigazione spiccano gli agrumeti.

Si tratta di un'agricoltura che abbisogna di una profonda e radicale revisione, anche se oggi è affiancata da qualche inizio di attività industriale.

Di fatto la regione può attualmente vantare solo industrie di prodotti agricoli, alle quali si affianca l'unico grande settore produttivo idroelettrico.

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Anche se è bagnata per 800 km dal mare, la regione non ha tradizione marinare; semmai oggi le coste vedono un'incontrollata espansione turistica che sta compromettendo le più interessanti possibilità economiche della regione.

Sicilia

Il territorio

La Sicilia è stata per secoli fulcro di civiltà e di interessi politici, tramite di cultura e di mondi differenti fino a quando gli eventi storici non hanno spostato dal Mediterraneo i poli di attrazione economica, emarginando la Sicilia come e più delle altre regioni meridionali.

Con i suoi 25 707 kmq è la regione più vasta, e presenta molte e differenti forme di vita, di tipologia fisica, di paesaggi e di economie.

I seminativi asciutti, scarsamente alberati, dominano l'altopiano centrale; a essi fanno riscontro i ricchi vigneti della cuspide occidentale, gli agrumeti della Conca d'Oro e dell'area dell'Etna, e l'area agricola del ragusano.

Economia

È un'agricoltura che ora appare nettamente attardata, ora presenta aspetti di notevole progresso e modernità. La pesca, anche se presenta buone strutture, non può essere considerata un'attività portante. Semmai, favorita da una certa produzione di energia derivante dalle risorse idriche e da impianti termoelettrici, la recente industrializzazione si è andata localizzando lungo le coste, sollecitata dal rinvenimento di idrocarburi.

Quella di questa regione è un'industria che si rivolge essenzialmente al settore petrolchimico e che ha stimolato anche una certa specializzazione delle struttre e dei servizi dei porti e dei traffici.

È importante ricordare in questa sede come, nell'ambito dell'economia agricola, dell'industria e dei commerci, abbia sempre pesato la carenza delle reti ferroviarie e stradali lo sviluppo delle quali si è avviato solo negli ultimi anni, e con notevole lentezza, sovente favorendo più la speculazione edilizia (che ha letteralmente devastato svariate zone costiere con la costruzione di edifici totalmente inutili) che non le attività produttive vere e proprie.

Sardegna

Una grande isola

Isolata al centro del Mediterraneo, la Sardegna, entro i suoi 24 090 kmq, presenta una grande varietà di aspetti fisici e vanta peculiari caratteristiche umane ed economiche che ne fanno una regione del tutto eccezionale. Se si escludono le aree di bonificate in tempi più recenti, i tratti agricoli e la struttura economica - che si incentra sull'allevamento ovino - presentano consuetudini e ordinamenti secolari.

L'agricoltura, che riveste un ruolo di fondamentale importanza per l'economia dell'isola, si rivolge essenzialmente alle colture arboree, ora associate al seminativo ora specializzate, ma è la bonifica, conclusasi con la fine del secondo conflitto mondiale, che ha permesso una nuova vitalità ad alcuni settori dell'isola. La produzione di frumento, patate, carciofi e barbabietole da zucchero ha conosciuto un notevole incremento, accanto a colture introdotte negli ultimi decenni, come quella del riso e del tabacco, degli alberi da frutto (peschi, mandorli, peri, ciliegi, susini) e dei fiori di serra. Tra le colture tradizionali, quella degli agrumi, la viticoltura e la coltura della quercia da sughero hanno incrementato la propria produzione.

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Economia

Dotata di notevoli risorse dal sottosuolo, conosciute fin dall'antichità, l'economia si basa più sulla loro estrazione che non sullo sfruttamento, anche per una cronica mancanza di energia, oggi, in parte, ovviata da impianti idroelettrici.

L'industria, che ha sempre mostrato una notevole debolezza, ha dato segni di ripresa sotto la robusta spinta della Cassa per il Mezzogiorno, ma è nuovamente tornata in una profonda crisi con la recessione strutturale degli anni Novanta, alla quale non sembra ci sia freno, almeno per quanto riguarda i devastanti effetti sull'occupazione.

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