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Saggi di scavo nella chiesa della Purificazione della Beata Vergine Maria di Mesero (MI)

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The Journal of Fasti Online ● Published by the Associazione Internazionale di Archeologia Classica ● Piazza San Marco, 49 – I-00186 Roma Tel. / Fax: ++39.06.67.98.798 ● http://www.aiac.org; http://www.fastionline.org

Saggi di scavo nella chiesa della Purificazione della

Beata Vergine Maria di Mesero (MI)

Laura Simone Zopfi - Monica Motto

Mesero sorge nella fascia occidentale della provincia di Milano a nord di Magenta a pochi chilometri dal Naviglio Grande e dal Ticino, in un’area attraversata dal canale Villoresi. Nel Municipio è conservata un’ara di I secolo, a testimonianza di un insediamento romano nell’area. Nel sito dove ora si trova la Cascina Sant’Eusenzio, nel secolo XIII vi era una chiesa dedicata al martire paleocristiano Sant’Innocenzo. Sono però scarse altre notizie medievali fino al 1399, epoca in cui Gian Galeazzo

Visconti concesse vasti possedimenti in zona all’Ordine Certosino. Il principale edificio storico dell’abitato è la parrocchiale della Purificazione della Beata Vergine, forse già citata come chiesa di Santa Maria nel duecentesco Liber Notitiae

Sanctorum Mediolani di Goffredo da Bussero, ma

da quell’epoca completamente rifatta. L’edificio religioso si presenta oggi nella sua veste settecen- tesca che è andata a sovrapporsi al nucleo cinquecentesco (fig. 1). L’interno presenta evidenti segni lasciati dagli anni d’abbandono e sono in corso i lavori per il consolidamento e il restauro conservativo della chiesa.

La necessità di rimuovere l’intera pavi- mentazione ha consentito di effettuare un’indagine archeologica che ha permesso di riconoscere almeno tre fasi costruttive, tutte circoscritte nell’area oggi occupata da coro e presbiterio (fig. 2).

Fase 1 – pre-romanica

La fase più antica riconosciuta è rappresentata da due strutture murarie in ciottoli e malta, in fase con un piano pavimentale costruito con ghiaia e malta e con la superficie livellata da un impasto di colore rosato. Di questo primo impianto sono stati individuati il muro di chiusura est e un tratto del muro di chiusura sud, la cui porzione non indagata si trova sotto il massiccio altare sei-settecentesco. Non si conosce il limite a nord perché tagliato da strutture di impianto successivo: non si esclude che possa coincidere con il perimetrale nord dell’edificio della terza fase. Ad ovest non è stato individuato nessun limite di chiusura, ma nell’area della navata, esplorata con saggi, si sono chiaramente notate tracce di grandi bonifiche di cripte sepolcrali (lavori datati 1706) ed è probabile che la fondazione, già rasata in antico, non sia sopravvissuta a tali scavi. Le misure massime documentate sono: lunghezza, da est a

Fig. 1. L'attuale facciata della chiesa.

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ovest, m 5, larghezza, da nord a sud, m 2,70. Nessun reperto ci indica l’età di questo primo impianto.

Fase 2 – romanica - chiesa di Santa Maria (?)

Il secondo edificio, che pone fine all’esistenza del primo impianto, è una chiesa - genericamente attribuibile all’età romanica e nella quale forse si può riconoscere l’antica chiesa di Santa Maria, orientata E-W, della quale è stato possibile documentare tutta l’ampiezza e che coincide con l’area occupata dal presbiterio delle fasi successive. Infatti, pur se parzialmente tagliata dalle strutture della terza fase, conserva anche i muri perimetrali nord e sud e due fasi pavimentali. Perfet-tamente leggibile è l’abside ad emiciclo, costruita in mattoni d’ottimo impasto, con ancora tracce della prima intonacatura di colore bianco (fig. 3).

In un primo tempo la chiesa presentava un altare posto al centro dell’abside, di cui è stata individuata l’impronta, e un pavimento formato da un battuto di calce

e ghiaia con superficie rosata, simile al pavimento dell’edificio del primo impianto che si è conservato solo in alcune aree a sud-ovest dell’attuale altare. Questo pavimento a sud, in prossimità del perimetrale, risulta lacunoso a causa di tagli di forma rettangolare attribuibili a sepolture e anche contro il muro dell’abside, dove il piano pavimentale non si era conservato, sono state individuate tracce di sepolture d’infanti. A causa della bonifica dei sepolcri della chiesa, avvenuta nel ‘700, non si sono trovati scheletri integri di inumati, ma solo ossa sparse.

In un secondo tempo la chiesa venne dotata di un pavimento in cotto (fig. 4) e venne costruito un nuovo altare in muratura, più ampio del precedente, di cui si conservano le fondamenta. Esso risulta situato sempre al centro dell’abside, ma spostato ad ovest verso la navata di circa cm 80. Il pavimento in fase con questo altare era in cotto e si conserva solo nella parte nord dell’attuale presbiterio. Presentava un’area centrale costruita assemblando mattonelle quadrate di colore rosso bruno cupo di cm 20 di lato con al centro un altro quadrato color bianco panna di cm 8 di lato, posto ruotato di 45°. I due impasti sembrano cotti uni-formemente in un’unica soluzione. Gli angoli delle mattonelle presentano poi degli incavi triangolari vuoti: nei rari casi dove si è conservato il materiale che riempiva tali spazi si è potuto osservare un impasto grossolano di colore nero con granuli bianchi. A pavi-mento ultimato si doveva otticamente percepire una composizione di esagoni rosso bruno con inserti romboi-dali bianchi e neri alternati. Lungo i muri perimetrali era invece disposta una fascia di mattonelle rettangolari (cm 40 x 20) in cotto di un tenue color rosato.

La seconda chiesa risultava larga da nord a sud m 6 e lunga da est ad ovest m 8,80 ed è stata documen-tata sino all’attuale balaustra, il cui impianto ha tagliato il muro di chiusura ad ovest che si conserva per soli cm 20.

Fig. 4. Pavimento in cotto della fase 2.

Fig. 3. L’area absidale con le fondazioni dell’altare della fase 2.

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soli cm 20. Il muro, costruito in mattoni, aveva uno spazio al centro ove era evidente l’impronta lasciata dall’asportazione di lastre di una possibile soglia a cui il pavimento in mattonelle si appoggiava.

Nei livelli di demolizione ed abbandono di questa chiesa sono stati trovati alcuni frammenti di intonaci affrescati apparsi, nonostante le piccole dimensioni, di buona fattura e colorati con pigmenti di ottima qualità (fig. 5).

Fase 3 – rinascimentale

La terza fase riguarda la costruzione della chiesa cinquecentesca, orientata E-W, con aula a navata unica rettangolare, e che aveva a nord il campanile ed un corpo di fabbrica rettangolare, appoggiato al presbiterio, con funzione di sacrestia.

Gli alzati della chiesa della fase 2, risultano demoliti dalla parte interna fino alla quota pavimentale, mentre all’esterno sono stati segati ad una quota maggiore. Questo taglio diagonale è stato probabilmente eseguito per fornire alla costruzione della nuova muratura cinquecentesca un maggior appiglio dal momento che è stata costruita esattamente sui muri perimetrali del precedente edificio. La nuova abside, pur mantenendo le stesse proporzioni della struttura precedente, non ha più una forma ad emiciclo, ma viene costruita con forma trapezoidale, “cucita” sulla rasatura dei muri precedenti da quattro lesene-pilastri che ne scandiscono i lati.

Da dati conservati presso la parrocchia si conoscono le successive vicende della chiesa, così riassumibili (fig. 6): - databile agli inizi del 1600 è la prima modifica apportata alla chiesa nella parete perimetrale dell’aula a nord. Si

tratta della costruzione della Cappella del Rosario, voluta da G. Antonio Ursino, e del battistero costruito per ordine del Borromeo;

- nella prima metà del 1600 l’edificio viene nuovamente modificato da mastro Horathio Spincio e frate Dominico: viene aggiunta una cappella a sud, simmetricamente di fronte alla Cappella del Rosario. In questa occasione viene anche rifatta la facciata ed impostata la nuova altezza;

- nel 1735 si ha la costruzione del nuovo ossario posto lato sud verso la facciata ed è a questo periodo che si deve la bonifica dei sepolcri interni la chiesa;

- nel 1793 viene aggiunta la nuova sacrestia sul lato sud, spazio che nel 1917 diviene oratorio per i ragazzi e messo in comunicazione con la chiesa tramite l’abbattimento del muro sud del presbiterio al quale si appoggiava. BIBLIOGRAFIA

GOFFREDO DA BUSSERO, Liber Notitiae Sanctorum Mediolani.

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