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Marta Nezzo (2017), Ugo Ojetti. Critica, azione, ideologia. Dalle Biennali d’arte antica al Premio Cremona, Il Poligrafo: Padova, 268 pp./Marta Nezzo (2017), Ugo Ojetti. Criticism, action, ideology. From the Venice Arts Festivals of ancient art to the Cre

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Studies on the Value of Cultural Heritage

JOURNAL

OF THE SECTION OF CULTURAL HERITAGE

University of Macerata

201

7

16

IL CAPITALE CULTURALE

Department of Education, Cultural Heritage and Tourism

(2)

Il Capitale culturale

Studies on the Value of Cultural Heritage

n. 16, 2017

ISSN 2039-2362 (online)

Direttore / Editor

Massimo Montella

Co-Direttori / Co-Editors

Tommy D. Andersson, Elio Borgonovi, Rosanna Cioffi, Stefano Della Torre, Michela di Macco, Daniele Manacorda, Serge Noiret, Tonino Pencarelli, Angelo R. Pupino, Girolamo Sciullo

Coordinatore editoriale / Editorial Coordinator

Francesca Coltrinari

Coordinatore tecnico / Managing Coordinator

Pierluigi Feliciati

Comitato editoriale / Editorial Office

Giuseppe Capriotti, Mara Cerquetti, Francesca Coltrinari, Patrizia Dragoni, Pierluigi Feliciati, Valeria Merola, Enrico Nicosia, Francesco Pirani, Mauro Saracco, Emanuela Stortoni

Comitato scientifico - Sezione di beni culturali / Scientific Committee - Division of Cultural Heritage and Tourism

Giuseppe Capriotti, Mara Cerquetti, Francesca Coltrinari, Patrizia Dragoni, Pierluigi Feliciati, Maria Teresa Gigliozzi, Valeria Merola, Susanne Adina Meyer, Massimo Montella, Umberto Moscatelli, Sabina Pavone, Francesco Pirani, Mauro Saracco, Michela Scolaro, Emanuela Stortoni, Federico Valacchi, Carmen Vitale

Comitato scientifico / Scientific Committee

Michela Addis, Tommy D. Andersson, Alberto Mario Banti, Carla Barbati, Sergio Barile, Nadia Barrella, Marisa Borraccini, Rossella Caffo, Ileana Chirassi Colombo, Rosanna Cioffi, Caterina Cirelli, Alan Clarke, Claudine Cohen, Lucia Corrain, Giuseppe Cruciani, Girolamo Cusimano, Fiorella Dallari, Stefano Della Torre, Maria del Mar Gonzalez Chacon, Maurizio De Vita, Michela di Macco, Fabio Donato, Rolando Dondarini, Andrea Emiliani,

Gaetano Maria Golinelli, Xavier Greffe, Alberto Grohmann, Susan Hazan, Joel Heuillon, Emanuele Invernizzi, Lutz Klinkhammer, Federico Marazzi, Fabio Mariano, Aldo M. Morace, Raffaella Morselli, Olena Motuzenko, Giuliano Pinto, Marco Pizzo, Edouard Pommier, Carlo Pongetti, Adriano Prosperi, Angelo R. Pupino, Bernardino Quattrociocchi, Mauro Renna, Orietta Rossi Pinelli, Roberto Sani, Girolamo Sciullo, Mislav Simunic, Simonetta Stopponi, Michele Tamma, Frank Vermeulen, Stefano Vitali

Web

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eum edizioni università di macerata, Centro direzionale, via Carducci 63/a – 62100 Macerata tel (39) 733 258 6081 fax (39) 733 258 6086 http://eum.unimc.it info.ceum@unimc.it Layout editor Marzia Pelati

Progetto grafico / Graphics

+crocevia / studio grafico

Rivista accreditata AIDEA Rivista riconosciuta CUNSTA Rivista riconosciuta SISMED Rivista indicizzata WOS

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Il paesaggio italiano raccontato

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Dragoni P., Marta Nezzo, Ugo Ojetti. Critica, azione, ideologia. Dalle Biennali d'arte antica al Premio Cremona «Il Capitale culturale», n. 16, 2017, pp. 499-501

ISSN 2039-2362 (online); DOI: 10.13138/2039-2362/1696

Marta Nezzo (2016), Ugo Ojetti. Critica,

azione, ideologia. Dalle Biennali d’arte antica al Premio Cremona, Il Poligrafo:

Padova, 268 pp.

«Collezionista e opinionista sagace […] raffinato censore del sistema delle arti italiano e, ancor più, manager delle esposizioni, sorta di “curatore” ante

litteram, teso fra passione antiquaria

e ricerca di nuove qualità espressive, connotate da un alto potenziale identitario ed economico» (p. 11), Ugo Ojetti (1871-1946) è uno dei personaggi più interessanti e controversi della prima metà del secolo scorso.

Ancorata, per la maggior parte degli studiosi, all’ideologia e alla propaganda fasciste, cui innegabilmente aderì, la sua poliedrica figura è stata recentemente riesaminata da Marta Nezzo, che, a partire dal 2002, ha pubblicato numerosi scritti a lui dedicati, tra i quali l’importante monografia Critica d’arte in guerra. Ojetti

1914-1920 (Vicenza: Terraferma edizioni

2003).

In questo nuovo volume, frutto, come quello succitato, di approfondite ricerche d’archivio, l’autrice ricostruisce e delinea

gli interessi e il lavoro di Ojetti a partire dagli esordi come scrittore (1892) e poi, dal 1895, come conferenziere e recensore in relazione al variegato panorama figurativo fin de siècle, in particolare alle neonate Biennali veneziane, di cui si occuperà ininterrottamente fino agli anni ’40. È in questo lungo periodo che Ojetti mette a fuoco la sua visione, basata sui testi di Guyau e di Brunetière, di un’arte utile e sociale, che illustra attraverso una comunicazione semplice, senza particolare spessore scientifico o approfondimenti teorici, con un pragmatismo che, pur non disdegnando l’informazione specialistica, la restringe a ruolo accessorio rispetto alla priorità divulgativa. Tale concezione gli deriva dalla frequentazione della cultura americana, che aveva avuto modo di conoscere durante un viaggio negli Stati Uniti come corrispondente del «Corriere della Sera», e in particolare dalla lettura dei testi di Ralph Waldo Emerson, sostenitore del binomio bellezza/utilità e dell’idea della Self-reliance. Ed è proprio la “fiducia in sé stessi” degli italiani che Ojetti, una volta rientrato in patria, si propose di promuovere attraverso la didattica artistica e museale non tanto con

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500 PATRIZIA DRAGONI

finalità scientifiche, quanto per lo sviluppo di una diffusa coscienza nazionale del patrimonio artistico.

Coltivare la fiducia in sé stessi ed essere individualmente operosi sono dunque le linee guida del lavoro di Ojetti, che Marta Nezzo segue proprio sulla linea del fare, anche nella dicotomia con la nascente storia dell’arte accademica e nei confronti dell’arte contemporanea, colpevole con le sue derive sperimentali – ad eccezione della scultura – di non conciliarsi con l’idea di un’arte comprensibile al pubblico che deve essere «conforto per sé e per gli altri».

In questa chiave viene dunque analizzato dalla Nezzo il ruolo di Ojetti come organizzatore di mostre, a partire da quella fiorentina sul ritratto italiano del 1911 e dai progetti e dalle realizzazioni del primo dopoguerra, ove emergono i temi legati allo “spirito di patria” che lo avevano portato prima della guerra a sostenere la leggi di tutela sul paesaggio e quindi ad occuparsi della salvaguardia del patrimonio artistico durante il conflitto e, successivamente, della restituzione all’Italia delle opere che erano state asportate dagli austriaci dai territori “redenti”.

Ma l’autrice non trascura l’interesse di Ojetti rivolto anche al rapporto fra arte antica e moderna, che viene sviluppato nelle esposizioni allestite a Firenze e Venezia nella convinzione che il contemporaneo debba fungere «ad un tempo, da ancoraggio mnemonico, stilistico e conservativo dell’antico, in un abbinamento di interessi continuamente reversibili» (p. 79).

Si seguono così negli anni non solo gli sviluppi delle sue mostre più importanti, come quelle sulla pittura italiana del Seicento e Settecento (1922), sull’arte decorativa (1922-25), sulla pittura italiana dell’800 (1928), sul giardino

italiano (1931), sui Medici (1939). Molta attenzione viene difatti prestata alla sua attiva militanza in ordine alle più svariate questioni concernenti il patrimonio artistico e la sua interpretazione critica: la statalizzazione delle dimore sabaude, che avrebbe invece preferito affidare agli enti locali in nome di una maggiore valorizzazione di alcuni precisi poli geografici; l’importanza delle arti decorative, e in particolare della mobilia e della moda, e la connessa necessità di potenziare in questi ambiti l’istruzione e la formazione professionale a supporto di una produzione da non considerare ancillare rispetto alle cosiddette arti maggiori, ma assai utile anche per lo sviluppo commerciale del Paese; la critica di una concezione del museo inadatta a comunicare con il pubblico e ostaggio degli storici dell’arte; l’opposizione fra cultura e civiltà; la preferenza, poi sposata dal nascente regime fascista, per le esposizioni temporanee, più adatte alla “formazione” del pubblico; il difficile rapporto con la critica d’arte ufficiale e con la nuova generazione di studiosi, da Longhi a Venturi a Marangoni; la lettura dell’arte contemporanea in un altalenante confronto/scontro con Margherita Sarfatti; la sinergia con Piacentini; la partecipazione, come relatore per l’Italia, al convegno internazionale di museografia tenuto a Madrid nel 1934; il ruolo politico che, se da una parte lo vede esaltare l’affermazione del fascismo iberico, dall’altra lo vede criticare Mussolini per la gestione delle esportazioni del patrimonio artistico.

Si arriva dunque, nel 1940, alla realizzazione della Mostra sul Cinquecento toscano a Palazzo Strozzi,

ove ormai si discute non solo dell’ultima grande stagione della pittura fiorentina, ma dei compiti dell’arte e della critica in un’epoca di crisi come quella attraversata

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501 RECENSIONE (NEZZO 2016)

dall’Europa del tempo. In proposito Ojetti giocò l’atto conclusivo della sua attività sul crinale filonazista del “ritorno in linea”, della ripresa del “vero”, della produzione artistica di regime di carattere didascalico e della opportuna concordanza tra le necessità dell’arte e della politica.

Anche alla luce di questi ultimi convincimenti ojettani, la scelta della Nezzo di «pubblicare questo volume in un momento in cui il consumo economico e ideologico dell’arte rende il nesso cultura-società sempre più attuale e criticamente appannato» (p. 12) è stata dettata dalla volontà di avviare una più accurata valutazione sulla importanza assunta dalla figura di Ojetti e sulla modernità delle tematiche che affrontò nel corso della sua lunga attività, dal distacco tra espressioni artistiche e pubblico alla divergenza tra programmi scolastici e necessità educative. Tematiche, ancora attuali, sulle quali è necessario continuare a riflettere.

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eum edizioni università di macerata

JOURNAL

OF THE SECTION OF CULTURAL HERITAGE

Department of Education, Cultural Heritage and Tourism

University of Macerata

Direttore / Editor

Massimo Montella

Co-Direttori / Co-Editors

Tommy D. Andersson, University of Gothenburg, Svezia Elio Borgonovi, Università Bocconi di Milano

Rosanna Cioffi, Seconda Università di Napoli Stefano Della Torre, Politecnico di Milano

Michela di Macco, Università di Roma “La Sapienza” Daniele Manacorda, Università degli Studi di Roma Tre Serge Noiret, European University Institute

Tonino Pencarelli, Università di Urbino "Carlo Bo"

Angelo R. Pupino, Università degli Studi di Napoli L'Orientale Girolamo Sciullo, Università di Bologna

Texts by

Caterina Barilaro, Cristiano Bedin, Matteo Bertelé, Valentina Bucci, Francesco Clementi, Delio Colangelo, Annalisa Colecchia, Gabriele Costa, Serena D'Orazio, Daniela De Liso, Carlo Dionisotti, Patrizia Dragoni, Francesca Favaro, Concetta Ferrara, Maria Teresa Gigliozzi, Rita Ladogana, Stefano Lenci, Sara Lorenzetti, Agnese Marasca, Valeria Merola,

Pardo Antonio Mezzapelle, Nora Moll, Massimo Montella,

Francesco Montuori, Antonella Negri, Paola Nigro, Antonella Nonnis, Pietro Petraroia, Dalibor Prančević, Francesca Pulcini,

Federia Maria Chiara Santagati, Mauro Sarnelli, Carlo Serafini, Valentina Valerio

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