ROCCO K. VELLA
BACHELOR OF ARTS IN INSEGNAMENTO PER IL LIVELLO ELEMENTARE
ANNO ACCADEMICO 2020/2021
PAUSA, PARTENZA E VIA!
GLI EFFETTI DELLE PAUSE IN MOVIMENTO A METÀ LEZIONE
RELATORE
A Flavio Rossi e Simone Storni per il sostegno e il prezioso aiuto.
Al Docente Alessandro Camponovo dell’istituto scolastico di Pazzallo per la collaborazione e la disponibilità.
Ai bambini per l’accoglienza e l’affetto dimostratomi.
Abstract
Rocco K. VellaBachelor of Arts in insegnamento per il livello elementare
Pausa, partenza e via!
Gli effetti delle pause in movimento a metà lezione Relatori: Flavio Rossi e Simone Storni
Non di rado nell’insegnamento, quando ci si trova a fare il bilancio della giornata, si usano espressioni del tipo “oggi è andata bene i bambini erano attenti” oppure “nel pomeriggio mi sembravano poco attenti”. Mantenere la concentrazione a lungo, però, è un compito arduo per gli adulti e lo è ancor di più per i bambini.
Lo scopo della ricerca è quello di osservare se la proposta di pause in movimento all’interno di un’unità didattica possa favorire l’attenzione in classe.
Nel corso della sperimentazione sono state proposte delle pause in movimento attivanti, della durata di sette minuti, e rispettivamente si sono svolte lezioni senza pausa. Utilizzando una griglia
osservativa sono stati osservati i comportamenti disattentivi emersi nella prima e nella seconda parte della lezione.
Il confronto dei dati raccolti ha evidenziato l’efficacia dei momenti di transizione in movimento sulla capacità di attenzione dei bambini, diminuendo il numero di comportamenti disattentivi rispetto alle situazioni senza pausa.
Sommario
1. Introduzione ... 1
1.1. Motivazione della scelta ... 1
2. Quadro teorico... 2
2.1. I bisogni fondamentali dell’essere umano ... 2
2.2. Movimento e sanità ... 3 2.3. Scuola e movimento ... 3 2.3.1.1. Le lezioni in movimento ... 4 2.3.1.2. Le transizioni in movimento ... 4 2.4. L’attenzione ... 5 2.4.1.1. L’attenzione a scuola ... 5 2.5. Le condotte motorie ... 7 3. Interrogativi di ricerca ... 8 3.1. Domanda di ricerca ... 8 3.2. Ipotesi di ricerca ... 8 4. Quadro metodologico ... 10 4.1. Campione di riferimento ... 10 4.2. Tipologia di ricerca ... 11
4.3. Fasi della ricerca ... 11
4.3.1.1. Prima fase: osservazione classe e raccolta degli indicatori ... 11
4.3.1.2. Seconda fase: creazione della griglia osservativa ... 11
4.3.1.3. Terza fase: periodo di sperimentazione ... 11
4.3.1.4. Quarta fase: analisi dei dati ... 13
4.4. Programmazione dei momenti di transizione ... 13
4.5. Strumenti per l’analisi degli interventi... 14
4.6. Analisi dei dati ... 15
5. Risultati ... 16
5.1. Comportamenti disattentivi osservati durante la sperimentazione ... 17
5.2. Numero di distrazioni per tipo di pausa ... 19
5.3. Andamento delle categorie dei comportamenti disattentivi ... 20
5.3.1. Variazione dei comportamenti disattentivi di M... 21
5.3.2. Variazione dei comportamenti disattentivi di C. ... 22
5.3.3. Variazione dei comportamenti disattentivi di A. ... 23
6. Discussione ... 24
6.1. Interpretazione dei risultati e risposta alle domande di ricerca ... 24
6.1.1. Influenza dei momenti di transizione sull’attenzione ... 24
6.1.2. Il tipo di attività più efficace ... 25
6.1.3. Categorie disattentive che diminuiscono ... 25
6.2. Limiti della ricerca ... 26
6.3. Possibili sviluppi ... 27 6.4. Considerazioni personali ... 27 Bibliografia ... 29 Volumi ... 29 Pubblicazioni online ... 29 Moduli o corsi ... 30 7. Allegati ... 31
7.1. Allegato 1 Descrizione delle attività ... 31
7.2. Allegato 2 Questionario ... 33
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1. Introduzione
1.1. Motivazione della sceltaLa decisione di affrontare questa tematica è legata a diverse ragioni. L’interesse nasce dal fatto che all’interno di alcuni corsi frequentati negli anni di formazione sono entrato in contatto con l’argomento scuola e movimento. L’anno scorso, nel corso di una pratica professionale svolta in una prima-quinta, ho potuto mettere in pratica gli insegnamenti creando numerosi percorsi all’interno dei quali movimento e sapere erano intrecciati. Avendo riscontrato gli aspetti positivi derivanti dal progettare attività che rendessero attivi i bambini non solo nella costruzione del proprio sapere ma anche a livello fisico, quest’anno, in una classe quarta, ho colto l’occasione per prendere in analisi quello che accade inserendo delle pause in movimento e verificare se proponendole regolarmente vi sia un beneficio sull’attenzione degli allievi.
Il secondo motivo è legato alla classe che mi è stata assegnata per svolgere il lavoro di ricerca. Al suo interno, infatti, vi sono diversi bambini che spesso sono molto vivaci e sembrano esprimere un gran bisogno di movimento. Un lavoro di questo tipo mi permette di indagare i risvolti di un approccio legato alle pause in movimento senza però interferire troppo nel programma del docente titolare. L’obiettivo è quindi aiutare i bambini e fornire degli strumenti utili anche al loro insegnante in modo da portare benefici all’insieme classe.
L’ultima ragione è più legata al mio vissuto personale, in quanto ho sempre praticato sport sin da bambino e ciò mi ha permesso di staccare la spina dallo stress della vita quotidiana e allo stesso tempo ricominciare più rilassato e focalizzato sugli obiettivi. Da studente, inoltre, ho sperimentato in prima persona cosa voglia dire affrontare una didattica senza momenti di pausa, e sentire l’esigenza di un crescente bisogno di muoversi.
2. Quadro teorico
2.1. I bisogni fondamentali dell’essere umano
Gli esseri viventi, nel corso della loro vita, sono portati a svolgere determinate azioni al fine di soddisfare dei precisi bisogni. L’essere umano non esula da ciò ed anch’esso si prodiga quotidianamente per le proprie necessità.
A tal proposito, lo psicologo statunitense Abraham H. Maslow condusse degli studi che lo portarono a raccogliere questi bisogni all’interno di cinque categorie in ordine gerarchico. L’uomo, infatti, provvederà a soddisfare i propri bisogni partendo dalla base della piramide e solo una volta assicuratosi un livello procederà allo step successivo. È importante sottolineare come la necessità di soddisfare un bisogno possa derivare dalla soddisfazione o insoddisfazione di altre necessità. Dunque non si tratta di compartimenti stagni, ma di entità che si influenzano fra loro secondo un ordine gerarchico che ne definisce la priorità.
Figura 1: Piramide di Maslow (Figus, A.A 2019/2020)
Alla base della piramide vi sono i bisogni fisiologici, ossia quelli legati alla sopravvivenza dell’individuo come sete, fame, sonno, movimento, ecc... Maslow (1973) sottolinea che essi “[..] sono i più potenti di tutti i bisogni. Se tutti i bisogni restano insoddisfatti e l’organismo è dominato dai bisogni fisiologici, tutti gli altri bisogni possono essere annullati o respinti nell’ombra” (p. 85).
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È facile comprendere come questi siano di fondamentale importanza per qualsiasi essere umano, mentre più saliremo i gradini della piramide e più la soddisfazione di tali bisogni dipenderà dall’essere e dalle credenze di ciascun individuo.
2.2. Movimento e sanità
L’attività fisica riveste un ruolo chiave anche per mantenere l’uomo in salute. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) tra i fattori che aumentano il rischio di mortalità l’inattività fisica è al quarto posto (OMS, 2010). Il dato è allarmante in quanto, complice lo sviluppo delle nuove tecnologie, la società odierna è sempre più sedentaria. Un esempio di ciò è l’occupazione del tempo libero, tendiamo sempre meno a svolgere attività all’aperto privilegiando momenti davanti al televisore e i videogiochi. È importante sottolineare come l’attività fisica non venga necessariamente considerata come la pratica di uno sport, ma è riferita al movimento e alla stimolazione dei muscoli scheletrici consumando energia. Il suggerimento dell’OMS è quello di svolgere almeno centocinquanta minuti di attività fisica alla settimana per gli adulti, mentre per quanto riguarda i giovani e i bambini si raccomanda sessanta minuti al giorno.
2.3. Scuola e movimento
Nelle scuole svizzere, le indicazioni dell'OMS vengono promosse dal programma "scuola in movimento", lanciato nel 2005 dall'Ufficio federale dello Sport (UFSPO).
Con "scuola in movimento" si vuole motivare i bambini allo svolgimento di attività fisica quotidiana al fine di condurre uno stile di vita sano e attivo. Agli insegnanti che aderiscono al programma viene chiesto di non limitare alle sole ore di educazione fisica i momenti dedicati al movimento, ma di fare in modo che all'interno dell'aula ci sia un legame tra apprendimento e movimento.
Il progetto incoraggia alla pratica di attività fisiche almeno un’ora al giorno oltre alle lezioni di educazione fisica già in programma. La scuola può contribuire al raggiungimento di questo obiettivo introducendo il movimento all'interno delle lezioni, per mezzo di pause movimento, lungo il tragitto casa scuola o sottoforma di compiti a casa.
Queste esperienze possono essere di grande beneficio per gli allievi. L’UFSPO (2013), all’interno del documento “scuola in movimento”, spiega che “Le scuole che integrano il movimento nell’attività quotidiana anche al di là delle lezioni di educazione fisica riscontrano confortanti successi: sia gli
alunni sia gli insegnanti sono più concentrati a lezione, apprendono meglio e vivono la giornata come più piacevole” (UFSPO, 2013 p. 4).
2.3.1.1. Le lezioni in movimento
A partire dal 2005, con la Conferenza Svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE), il ruolo del movimento all’interno delle lezioni svolte in classe è stato rivalutato. Il CDPE all’interno di una dichiarazione, “Educazione al movimento e promozione dell'attività fisica a scuola” ha chiesto agli istituti scolastici una maggiore attenzione verso l’attività fisica, non solo quella svolta nel corso delle ore di educazione fisica, ma di integrarla in maniera interdisciplinare anche all’interno delle ore svolte in aula.
Per lezioni in movimento si intendono tutte quelle attività svolte in aula in cui il movimento è legato alle altre discipline come matematica, italiano, ambiente, francese, ecc.. Un esempio di questa pratica può essere un’attività che vede i bambini abbinare il numero di sillabe contenute in una parola al numero di saltelli da eseguire. Una metodologia di questo tipo mette gli allievi al centro del processo educativo rendendoli attivi, non solo nel costruire le proprie conoscenze per mezzo di tentativi, confronti e dialoghi con i compagni (Vygotskij, Piaget e Brunner), ma anche sul lato fisico. Non si presta più dunque attenzione unicamente alle necessità di apprendimento del bambino, ma viene tenuto in considerazione anche il suo bisogno fisiologico di movimento.
2.3.1.2. Le transizioni in movimento
Per soddisfare il bisogno di movimento giornaliero degli allievi, in aggiunta alle lezioni in movimento, i docenti possono proporre delle transizioni o pause in movimento all’interno di una lezione o al termine della stessa. Trattasi di una breve attività che conferisce ritmo alla lezione e permette agli alunni di attivarsi o di rilassarsi secondo il tipo di attività (Mulato e Riegger, 2014). In base alla tipologia di lezione che si sta svolgendo e tenendo conto dello stato dei bambini il docente sceglierà la tipologia di pausa in movimento più consona da proporre in quella circostanza. Se i bambini risultano stanchi il docente proporrà un momento di transizione attivante, al contrario se la classe risulta particolarmente accesa e c’è particolare agitazione propenderà per un momento di pausa rilassante. Questa finestra di cinque minuti dedicati a una pausa di questo tipo ad alcuni può sembrare una perdita di tempo considerando i 45 minuti di lezione a disposizione, tuttavia questa si dimostra un momento ben speso poiché gli alunni riprenderanno il lavoro prestando maggiore attenzione, avendo soddisfatto la necessità di movimento, sfruttando più efficacemente il tempo restante della lezione (Mulato e Riegger, 2014). Per raggiungere un buon livello di efficienza ai bambini serve un periodo di adattamento nel quale con il passare del tempo, la costante proposta di pausa in movimento,
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il coinvolgimento dell’intera classe e riflettendo sull’importanza dell’introduzione di queste attività, inizieranno ad abituarsi percependo i benefici (Mulato e Riegger, 2014).
Altri studi hanno dimostrato come i bambini che svolgono attività fisica aggiuntiva mostrano un'accelerazione del loro sviluppo psicomotorio e questo potrebbe favorire la velocità dell'apprendimento delle conoscenze (Shepard 1997).
2.4. L’attenzione
Non di rado nell’insegnamento, quando ci si trova a fare il bilancio della giornata, si usano espressioni del tipo “oggi è andata bene i bambini erano attenti” oppure “nel pomeriggio mi sembravano poco attenti”. Cosa è però l’attenzione? Sebbene è scontato che l’attenzione sia indispensabile per apprendere qualcosa, è difficile darle una definizione, siccome, come letto nel libro “Attenzione e metacognizione” “[...] esistono vari processi attentivi: selezione, sforzo, concentrazione, nonché altri aspetti ad essi direttamente collegati, quali la comprensione delle consegne, la motivazione e la memoria” (Marzocchi, Molin e Poli, 2000).
Di conseguenza vi sono diversi tipi di attenzione: selettiva, focale, mantenuta e divisa.
Ogni giorno il nostro cervello è chiamato a processare un’infinità di stimoli di tipo visivo, uditivo e cinestetico. Non tutti potranno essere portati alla nostra attenzione, è necessario quindi fare una scelta: mettere in risalto alcune informazioni mentre le altre, al contrario, saranno messe in secondo piano o addirittura omesse. Quando si fa questo processo di selezione si sta utilizzando l’attenzione selettiva. Quando, selezionato un oggetto, ci si focalizza in modo mirato unicamente su di esso l’attenzione è di tipo focale. È importante sottolineare che sebbene siamo concentrati su un oggetto o nello svolgimento di un’azione, ciò non significa per forza che stiamo rivolgendo un’attenzione univoca. Infatti, spesso siamo impegnati su più fronti elaborando informazioni da più elementi allo stesso tempo: in questo caso si parla di attenzione divisa (Marzocchi, Molin e Poli, 2000).
Nel prossimo capitolo tratterò l’attenzione mantenuta, importante ai fini della ricerca in quanto quella più sovente sollecitata a scuola.
2.4.1.1. L’attenzione a scuola
L’attenzione mantenuta viene messa in atto quando si produce uno sforzo prolungato per svolgere un determinato compito, proprio quello che spesso richiediamo agli allievi nel corso delle attività
(Marzocchi, Molin e Poli, 2000). La capacità di mantenere un buon grado di concentrazione dipende dall’età dell’individuo, un adulto mantiene l’attenzione per un tempo superiore rispetto a un bambino, e dall’ambiente circostante. La performance attentiva può essere influenzata negativamente da tre elementi: la salienza, ossia l’interesse generato da un compito, il tipo di compito che, se ripetitivo o troppo complesso, scoraggia l’individuo a mantenere l’attenzione e da ultimo la situazione interattiva, la maggior attenzione portata dalla motivazione e dall’aiuto che si ottengono lavorando con qualcuno (Marzocchi, Molin e Poli, 2000).
Come docente, per aiutare i propri allievi nel migliorare la performance attentiva, può essere efficace creare delle mini unità didattiche -contenute in un’unità didattica tradizionale- proponendo delle brevi pause che permettano ai bambini di riposare la mente e avere un potenziale attentivo maggiore quando riprendono l’attività.
Osservando il grafico della curva dell’attenzione di Glessmer (2014) vediamo che questa raggiunge il suo picco nei primi 10-15 minuti di lezione, andando diminuire considerevolmente nel suo punto più basso raggiunti i 40 minuti dall’inizio dell’attività. Per questa ragione l’UFSPO, all’interno del documento “scuola in movimento”, consiglia di progettare le situazioni didattiche in modo che ogni 20 minuti gli alunni abbiano la possibilità di alzarsi e di muoversi. Così facendo alla ripresa della lezione i bambini possono nuovamente raggiungere il picco di attenzione evitando di far scemare la curva attentiva, come accadrebbe qualora non ci fossero pause all’interno dell’unità didattica.
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2.5. Le condotte motorie
Ferretti (1997), ricordando le parole di Parlebas, spiega come la condotta motoria differisca dal semplice movimento in quanto in essa vi è la considerazione delle condizioni nelle quali l’individuo compie un gesto. Ci si chiede quindi chi compie un gesto, in che contesto viene compiuto e in quali condizioni; considerando anche tutte le dimensioni legate allo sviluppo di un individuo: affettiva, cognitiva, sociale e relazionale, espressiva, decisionale, biologica, le capacità coordinative, condizionali e le abilità motorie. Per analizzare una condotta motoria è necessario tenere in considerazione anche l’ambito motorio in cui il gesto viene svolto: l’attività può essere sociomotoria o psicomotoria. La prima, si manifesta quando vi è un’interazione tra un soggetto e gli altri partecipanti con una relativa incertezza legata alle azioni e alle decisioni di questi ultimi, al contrario le situazioni psicomotorie vedono uno o più soggetti che agiscono da soli senza l’interazione diretta l’uno con l’altro ma solo con l’ambiente circostante (Parlebas, 1981).
3. Interrogativi di ricerca
Durante la mia formazione al Dipartimento formazione e apprendimento, ho imparato gli aspetti positivi derivanti dal progettare attività che rendessero attivi i bambini non solo nella costruzione del proprio sapere ma anche a livello fisico. L’anno scorso nel corso di una pratica professionale svolta in una prima-quinta ho potuto mettere in pratica gli insegnamenti creando numerosi percorsi all’interno dei quali movimento e sapere erano intrecciati. Quest’anno colgo l’occasione per prendere in analisi quello che accade proponendo delle pause in movimento per verificare se proponendole regolarmente vi sia un beneficio all’attenzione degli allievi.
Voglio quindi indagare se e come le pause in movimento hanno un effetto sulla capacità di attenzione e di concentrazione all’interno dell’unità didattica focalizzandomi su ciò che avviene pre e post momento di transizione.
3.1. Domanda di ricerca
L’interrogativo principale al quale cercherò di dare una risposta è il seguente:
Proporre dei momenti di “pausa in movimento attivante” a metà lezione migliora l’attenzione degli allievi osservati nella seconda parte della stessa?
Da questa prima domanda ne scaturiscono altre due:
C’è una tipologia di pausa in movimento (attività psicomotorio o sociomotorio) che risulta più efficace?
Quali tipi di comportamenti disattentivi sono più frequenti nei bambini osservati? In quali tipi si riscontrano le maggiori diminuzioni di comportamenti disattentivi?
3.2. Ipotesi di ricerca
Dopo essermi documentato per redigere il capitolo “quadro teorico” ho appreso quanto sia radicato nell’essere umano, e in particolare nel bambino, il bisogno di muoversi. Dedicare un momento per offrire la possibilità di muoversi all’interno di una lezione rende i bambini più motivati e concentrati, migliorando la capacità attentiva nel seguito della lezione. Tenendo conto di ciò che ho letto, mi aspetto che molti dei comportamenti disattentivi che osserverò nel corso della sperimentazione saranno legati al movimento (es.: alzarsi spesso, passeggiare per l’aula, ecc..).
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Non mi aspetto una netta diminuzione nei comportamenti disattentivi fra i momenti di lezione che precedono e seguono il momento di transizione, ma che la differenza risulti chiara quando si vanno a confrontare il numero di disattenzioni avvenute nel corso di un’unità didattica con pause in movimento rispetto ad una senza pause.
Ritengo che i giochi sociomotori potrebbero rivelarsi più efficaci di quelli psicomotori nel ridurre le disattenzioni legate all’interazione con i compagni offrendo la possibilità diretta di interagire con gli altri bambini. Siccome penso che entrambi si rivelino di ugual efficacia sui comportamenti di disattenzione individuali e quelli legati al movimento, mi aspetto che i giochi motori risulteranno essere più validi nel diminuire le distrazioni. Infine, credo che la maggior parte dei bambini apprezzeranno i momenti di pausa anche se non per tutti potranno essere visti come positivi fin da subito.
4. Quadro metodologico
Riprendendo la domanda di ricerca, lo scopo della mia ricerca è quello di osservare se la proposta di pause in movimento all’interno di un’unità didattica, possa favorire l’attenzione in classe e di conseguenza aiutare i bambini ad apprendere meglio.
Per analizzare questo interrogativo, gli studenti verranno osservati nella prima e seconda metà della lezione, nel corso di tre momenti settimanali, per un totale di nove interventi. In particolare verranno annotati in una griglia osservativa i comportamenti disattentivi osservabili che si manifesteranno prima e dopo l’attività di transizione.
4.1. Campione di riferimento
La classe campione di questa ricerca è una quarta elementare di Pazzallo formata da 20 allievi. Nel corso dell’osservazione svolta nella prima settimana, e grazie alle informazioni fornitemi dal docente titolare, posso affermare che si tratta di una classe che lavora bene: la maggior parte dei bambini sono discretamente abituati a lavorare in maniera autonoma e sanno collaborare tra di loro. In aula c’è un buon clima, solitamente il gruppo classe è tranquillo, sebbene diversi componenti siano abbastanza vivaci. Nei momenti di lavoro individuale alcuni alunni disturbano i compagni e vengono richiamati dal docente. Queste interferenze impediscono a parte della classe di concentrarsi appieno causando delle dilatazioni nel tempo di svolgimento di un compito.
Per poter raccogliere i dati con maggior precisione e vista l’impossibilità di osservare la totalità della classe ho scelto, con l’aiuto del docente, tre bambini, che manifestano diversi comportamenti disattentivi e sembrano aver gran bisogno di movimento nel corso delle attività.
Il primo M. è stato selezionato perché molto vivace, quando lavora al posto e soprattutto quando di propria iniziativa inizia a vagare nell’aula.
La seconda scelta è C., una bambina che fatica spesso a concentrarsi e a lavorare in autonomia. Questa allieva alterna momenti di tranquillità a momenti nei quali chiacchiera e disturba i propri compagni. L’ultimo bambino scelto è A., bambino tranquillo che però spesso sembra avere la mente altrove.
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4.2. Tipologia di ricerca
Tenendo in considerazione fattori quali il tempo a disposizione e il mio campione di riferimento che risultano ridotti, questo lavoro di ricerca è di tipo esplorativo. Questa tipologia di indagine ha lo scopo di analizzare l’impatto di un fenomeno e i risvolti che ne derivano sul campione di riferimento scelto.
4.3. Fasi della ricerca
4.3.1.1. Prima fase: osservazione classe e raccolta degli indicatori
Nel corso della prima fase, puramente osservativa, ho individuato quali allievi avessero maggior bisogno di muoversi e quindi interessanti da osservare nel corso del progetto. Inoltre assistendo ad alcune lezioni ho avuto modo di conoscere la classe e di iniziare a selezionare alcuni indicatori legati a comportamenti disattentivi.
4.3.1.2. Seconda fase: creazione della griglia osservativa
In un secondo momento ho raggruppato gli indicatori raccolti in classe all’interno di una tabella di osservazione e successivamente vi è stata la fase principale della ricerca ossia la sperimentazione e la raccolta dei dati.
4.3.1.3. Terza fase: periodo di sperimentazione
La sperimentazione è stata nell’ora di matematica, mentre i bambini erano impegnati nella risoluzione dei 100 problemi. In ognuno di questi momenti settimanali (3unità didattiche suddivise su tre giorni diversi) la modalità di lavoro è rimasta invariata: i bambini hanno lavorato individualmente ognuno al proprio ritmo e al proprio banco. Per mantenere le condizioni invariate, le ore di problemi si sono sempre tenute alla seconda ora del mattino.
Dopo i primi 19 minuti di lezione vi era una pausa in movimento della durata di 7 minuti, nella quale i bambini potevano muoversi svolgendo un gioco psicomotorio o sociomotorio, al termine di questo momento gli alunni riprendevano a lavorare. I dati sono stati raccolti differenziando fra pre pausa e post pausa così da verificare se effettivamente c’è stata una variazione. In totale la sperimentazione ha visto l’alternanza di tre tipi di situazione didattica differente: con pausa in movimento psicomotoria, con pausa in movimento socio motoria e senza pausa. Ogni settimana, infatti, vi era un momento per ciascun tipo di situazione per un totale di nove interventi in tutto nell’arco di tre settimane. Alla fine dell’ultimo intervento settimanale, ai bambini è stato somministrato un
questionario per comprendere come hanno percepito gli interventi svolti. Di seguito è possibile osservare l’organizzazione delle lezioni (vedi figura3, figura 4 e figura 5).
mercoledì 9 dicembre intervento 1 mercoledì 16 dicembre intervento 5 mercoledì 23 dicembre intervento 9 Raccolta dati
Prima parte dell’attività (22 min.) risoluzione problemi Nessuna pausa in movimento
Raccolta dati
Seconda parte dell’attività (22 min.) risoluzione problemi Figura 3: struttura di una lezione senza pausa in movimento
giovedì 10 dicembre intervento 2 lunedì 14 dicembre intervento 4 martedì 22 dicembre intervento 8 Raccolta dati
Prima parte dell’attività (19 min.) risoluzione problemi Pausa in movimento sociomotoria (7 min.)
Raccolta dati
Seconda parte dell’attività (19 min.) risoluzione problemi Figura 4: struttura di una lezione con pausa in movimento sociomotoria
venerdì 11 dicembre intervento 3 giovedì 17 dicembre intervento 6 lunedì 21 dicembre intervento 7 Raccolta dati
Prima parte dell’attività (19 min.) risoluzione problemi Pausa in movimento psicomotoria (7 min.)
Raccolta dati
Seconda parte dell’attività (19 min.) risoluzione problemi Figura 5: struttura di una lezione con pausa in movimento psicomotoria
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4.3.1.4. Quarta fase: analisi dei dati
Per terminare, la fase finale della ricerca è stata la trasposizione e l’analisi dei dati raccolti con le griglie di osservazione, compilate nel corso degli interventi, e grazie alla lettura dei formulari compilati dagli alunni. Questo lavoro di analisi mi ha permesso di rispondere agli interrogativi di ricerca.
4.4. Programmazione dei momenti di transizione
Le sei attività di transizione selezionate sono tutte pause attivanti provenienti dal programma “Scuola in movimento”, ma differiscono tra loro in quanto le attività “Gioco delle categorie”,” I disubbidienti” e “Anch’io” sono psicomotorie, mentre “L’ascesa”, “Sumo coi pollici” e “Punto d’incontro” sono giochi sociomotori. Ho deciso di fare questa distinzione per comprendere se anche il tipo di gioco può incidere sul manifestarsi o meno di alcuni comportamenti disattentivi e di conseguenza se c’è un tipo di attività da prediligere. La figura successiva (figura 6) mostra l’organizzazione dei momenti di sperimentazione. Le attività sono descritte all’interno dell’allegato 1.
Giorno Attività Tipo di gioco
mercoledì 9 dicembre No pausa in movimento
giovedì 10 dicembre L’ascesa sociomotrio venerdì 11 dicembre Le categorie psicomotorio lunedì 14 dicembre Sumo coi pollici sociomotorio mercoledì 16 dicembre No pausa in movimento
giovedì 17 dicembre Anch’io psicomotorio lunedì 21 dicembre I disubbidienti psicomotorio martedì 22 dicembre Punto d’incontro sociomotorio mercoledì 23 dicembre No pausa in movimento
4.5. Strumenti per l’analisi degli interventi 4.5.1.1. La griglia osservativa
Figura 7: griglia osservativa (C.D.: comportamenti disattentivi)
Nel corso degli interventi utilizzerò una tabella osservativa strutturata (vedi figura 7), che mi permetterà di registrare dati quantitativi sul numero di comportamenti disattentivi espressi dagli alunni. La tabella, come si può osservare, è suddivisa in due momenti distinti: pre pausa e post pausa. Gli indicatori sono disposti nelle colonne e sono stati raggruppati in tre categorie distinte: atteggiamenti disattentivi individuali, comportamenti disattentivi con i compagni e comportamenti disattentivi legati allo spostamento in aula. Siccome non sempre un certo atteggiamento è per forza legato a una disattenzione (es.: posso essere concentrato su un ragionamento mentre guardo il soffitto), per ogni intervento i dati saranno raccolti sia da me sia dal docente titolare che conosce meglio i bambini. Al termine delle unità didattiche confronteremo le due griglie al fine di crearne una la più accurata possibile. In fase di analisi estrapolerò tutti i dati raccolti dalle griglie osservative e li riporterò all’interno di una matrice di dati creata su Excel.
4.5.1.2. Il questionario
Il questionario (vedi allegato 2) verrà somministrato per tre volte ai bambini dopo l’ultimo intervento di ogni settimana. I bambini avranno tempo per compilarlo una volta rientrati dalla ricreazione e mi servirà per ottenere informazioni rispetto a come gli alunni vivranno e percepiranno i momenti con e senza pause in movimento. Le prime quattro domande indagano gli aspetti legati all’attentione prima e dopo la pausa di transizione, l’ultima invece mette a confronto le due tipologie di attività motorie proposte. Gi oc a co n il m at er ia le Do nd ol a su lla se di a Di se gn a / S ca ra bo cc hi a Gu ar da fu or i d al la fi ne st ra Gu ar da in to rn o Le gg e un lib ro Sg ua rd o fis so su q ua lco sa Gi oc a co n pa rt i d el co rp o Gu ar da co sa fa nn o i c om pa gn i Pa rla co n un co m pa gn o Gi oc a co n un co m pa gn o Di st ur ba u n co m pa gn o Si la sc ia d ist ra rr e da u n co m pa gn o Si si ed e su l d iv an o Pa ss eg gi a pe r l 'a ul a Va a l la va nd in o Va in b ag no Va a l b an co d i u n co m pa gn o
C. D. legati allo spostamento C. D. individuali C. D. con i compagni
M. C. A. pre pa usa M. C. A. post paus a
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4.6. Analisi dei dati
L’insieme dei dati quantitativi raccolti nel corso del periodo di sperimentazione, per mezzo della griglia di osservazione, sono stati elaborati utilizzando il software Excel. L’elaborazione dei grafici mi ha permesso di analizzare numerosi aspetti, dandomi l’opportunità di evidenziare aspetti significativi al fine di rispondere agli interrogativi di ricerca.
I questionari hanno permesso uno sguardo di approfondimento ma non rispondono alle domande di ricerca.
5. Risultati
All’interno della tabella sottostante (ritrovabile nell’allegato 3 )è possibile prendere visione dei dati raccolti. Essa contiene i comportamenti disattentivi osservati nel corso della sperimentazione.
Tabella 8: Dati raccolti comportamenti disattentivi durante la sperimentazione
Gi oc a c on il m at er ial e Do nd ola su lla se dia Di se gn a / Sc ar ab oc ch ia Gu ar da fu or i d all a f ine str a Gu ar da in to rn o leg ge un lib ro Sg ua rd o f iss o s u q ua lco sa Gi oc a c on pa rti de l c or po Gu ar da co sa fa un co m pa gn o Pa rla co n u n c om pa gn o Gi oc a c on un co m pa gn o Di stu rb a u n c om pa gn o Si las cia di str ar re da un co m pa gn o Si sie de su l d iva no Pa ss eg gia pe r l' au la Va al la va nd ino Va in ba gn o Va al ba nc o d i u n c om pa gn o C. D. legati al movimento C. D. con i compagni C. D. individuali so m m a d ei co m po rta m en ti d isa tte nt ivi M. 2 1 0 0 0 0 0 0 1 2 0 1 0 0 1 0 0 0 8 C. 2 2 0 0 1 0 0 0 0 1 1 1 0 0 0 0 0 0 8 A. 0 0 0 1 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 2 Prima parte
mercoledì 9 dicembre No pausa in movimento
M. 2 4 0 0 2 0 0 0 1 3 1 1 0 0 1 0 1 0 16 C. 0 1 2 0 3 0 0 0 1 2 1 0 0 0 1 0 0 0 11 A. 1 0 0 1 2 0 0 0 1 1 0 0 1 0 0 0 0 0 7 Secon da pa rte M. 2 1 0 0 1 0 0 0 2 2 0 0 0 0 0 0 0 2 10 C. 1 0 0 0 1 0 0 0 1 2 1 1 0 0 0 1 0 0 8 A. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 1 Prima parte
giovedì 10 dicembre L’ascesa sociomotrio
M. 3 2 0 0 0 0 0 0 2 2 0 1 0 0 0 1 0 0 11 C. 0 1 0 0 1 0 0 0 1 1 0 1 0 0 0 0 0 0 5 A. 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 2 Second a part e M. 1 2 0 0 2 0 0 0 0 3 0 1 0 0 0 0 0 1 10 C. 0 1 1 0 2 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 6 A. 0 0 0 0 1 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 2 Prima parte
venerdì 11 dicembre Le categorie psicomotorio
M. 0 0 0 0 1 0 0 0 1 2 0 0 0 0 0 1 0 0 5 C. 0 1 0 0 0 0 0 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 3 6 A. 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 Second a part e M. 0 0 0 0 0 0 0 0 3 2 2 3 0 0 0 0 0 0 10 C. 2 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 1 0 0 6 A. 0 1 0 1 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 3 Prima parte
lunedì 14 dicembre Sumo coi pollici sociomotorio
M. 1 3 0 0 0 0 0 0 1 1 0 1 0 0 0 1 0 0 8 C. 0 0 0 0 1 0 0 0 2 2 0 1 1 0 0 0 0 0 7 A. 1 0 0 0 2 0 0 0 0 1 0 1 0 0 0 0 0 0 5 Second a part e M. 4 3 0 0 0 0 0 0 3 0 0 1 0 0 1 0 1 0 13 C. 0 1 0 0 3 0 0 0 0 2 1 2 0 0 0 0 0 0 9 A. 1 0 0 0 0 0 0 0 2 1 0 0 2 0 0 0 0 0 6 Prima parte
mercoledì 16 dicembre No pausa in movimento
M. 0 1 0 0 0 0 0 0 1 5 2 6 0 0 0 0 0 0 15 C. 1 0 0 0 1 0 1 0 2 2 1 1 0 0 0 0 1 0 10 A. 1 0 1 0 4 0 1 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 9 Second a part e M. 2 1 0 0 0 0 0 0 1 0 1 2 0 0 0 0 0 1 8 C. 1 0 0 1 2 0 0 0 1 2 0 0 0 0 0 1 0 0 8 A. 0 0 0 0 1 0 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 3
giovedì 17 dicembre Anch’io psicomotorio
Prima parte M. 1 1 0 0 0 0 0 0 1 2 1 1 0 0 0 0 0 0 7 C. 1 0 1 0 1 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 1 5 A. 1 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 4 Second a part e M. 1 2 0 0 0 0 0 0 0 1 1 1 1 0 0 1 0 0 8 C. 0 0 0 1 0 0 2 0 1 2 1 0 0 0 0 0 0 0 7 A. 1 0 0 0 0 0 1 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 3 Prima parte
lunedì 21 dicembre I disubbidienti psicomotorio
M. 1 1 0 0 0 0 0 0 2 1 1 0 0 0 0 0 1 0 7 C. 0 0 0 1 0 0 0 0 2 1 2 0 0 0 0 0 0 0 6 A. 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 2 Second a part e M. 2 1 0 0 1 0 0 0 2 2 0 0 1 0 0 0 0 2 11 C. 1 0 0 0 1 0 0 0 1 3 1 1 0 0 0 1 0 0 9 A. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 1
martedì 22 dicembre Punto d’incontro sociomotorio
Prima parte M. 0 0 0 0 0 0 0 0 3 2 2 3 0 0 0 0 0 0 10 C. 2 1 2 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 1 0 0 7 A. 0 1 0 1 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 3 Second a part e M. 3 3 0 0 0 0 0 0 3 2 0 1 0 0 1 0 1 1 15 C. 1 1 0 0 3 0 0 0 1 3 2 2 0 0 0 0 0 0 13 A. 1 0 0 0 0 0 0 0 2 1 2 0 3 0 0 0 0 0 9 Prima parte
mercoledì 23 dicembre No pausa in movimento
M. 1 1 0 0 0 0 0 0 2 4 2 5 2 0 0 0 0 1 18 C. 1 0 0 0 1 0 1 0 2 2 1 1 0 0 0 0 1 0 10 A. 0 0 1 0 4 0 2 0 1 1 0 0 1 0 0 0 0 0 10 46 39 10 9 43 0 9 0 54 74 29 42 17 0 5 9 6 12 404 Second a part e Somma
17
5.1. Comportamenti disattentivi osservati durante la sperimentazione
Il grafico 9 è stato ricavato a partire dalla matrice di dati della tabella 8 e mostra i momenti disattentivi rilevati sull’arco di 9 giornate; 3 giorni “no pausa”, 3 con l’introduzione di giochi sociomotori (GS) e gli ultimi 3 con giochi psicomotori (GP).
Grafico 9: Comportamenti disattentivi pre e post pausa in movimento
Appare subito chiaro come M. sia stato l’allievo che nel corso della sperimentazione ha mostrato più comportamenti legati alla disattenzione, in totale 190. Di questi:
“no pausa”: 85 di cui 36 rilevati nella prima metà della lezione e i restanti 49 nella seconda metà;
GS: 60 di cui 31 pre pausa e 29 post pausa; GP: 45 di cui 26 pre pausa e 19 post pausa.
C. segue un andamento simile a M., ma con meno comportamenti disattentivi, in totale 141 così suddivisi:
“no pausa”: 61 di cui 30 rilevati nella prima metà della lezione e i restanti 31 nella seconda metà;
GS: 42 di cui 23 pre pausa e 19 post pausa; GP: 38 di cui 21 pre pausa e 17 post pausa.
A. con un totale di 73 comportamenti di disattenzione presenta una piccola eccezione, in quanto è l’unico che ha registrato un aumento nei post pausa sociomotori:
“no pausa”: 43 di cui 17 rilevati nella prima metà della lezione e i restanti 26 nella seconda metà;
GS: 15 di cui 5 pre pausa e 10 post pausa; GP: 15 di cui 8 pre pausa e 7 post pausa.
Il maggior numero di comportamenti disattentivi è stato rilevato durante le lezioni (giornate) no pausa che si sono svolte sempre di mercoledì. Risulta lampante il fatto che i picchi più alti siano legati ai momenti nei quali non è stata svolta una pausa in movimento e di questo innalzamento salta particolarmente all’occhio il giorno mercoledì 23 dicembre dove tutti gli alunni osservati hanno toccato cifre “record”.
Con l’introduzione delle pause (GS e GP) il numero di comportamenti disattentivi, rispetto al “no pausa”, è diminuito. Il grafico seguente (grafico 10), estrapolato dal grafico 9, approfondisce questo aspetto.
Grafico 10: Totale giornaliero dei comportamenti disattentivi.
Il grafico crea un disegno che ricorda un’onda. Rispetto all’intervento iniziale, nel quale non è stata svolta alcuna pausa in movimento, i comportamenti disattentivi manifestati dagli allievi nelle lezioni successive hanno registrato una diminuzione e il numero è rimasto abbastanza stabile e costante fino al riproporsi di un’attività senza pausa. Infatti, mercoledì 9 dicembre (no pausa) le disattenzioni totali per M., C e A. sono state (nell’ordine) 24, 19 e 9, mentre il giorno seguente, 10 dicembre (GS), 21,13
24 21 15 18 28 15 15 21 33 19 13 12 13 19 13 13 16 23 9 3 3 8 15 7 5 4 19 ME. 9.12 NO PAUSA GI. 10.12 SOCIO VE. 11.12 PSICO LU. 14.12 SOCIO ME.16.12 NO PAUSA GI. 17.12 PSICO LU.21.12 PSICO MA. 22.12 SOCIO ME. 23.12 NO PAUSA co m po rt am en ti di sa tt en tiv i t ot al i
Data e tipo di intervento
Totale giornaliero dei comportamenti
disattentivi
19
e 3. Mercoledì 16 dicembre (“no pausa”), i numeri sono risaliti M. 28, C. 19 e A. 15, per poi riscendere e stabilizzarsi per tre interventi consecutivi fino ad arrivare al giorno 23 dicembre (“no pausa”) con un picco nei totali (33, 23 e 19).
5.2. Numero di distrazioni per tipo di pausa
Il grafico che segue illustra il numero totale di comportamenti disattentivi rilevati nei tre diversi tipi di intervento (gioco sociomotorio, gioco psicomotorio e no pausa)
Grafico 11: Distrazioni per tipologia di pausa
Dal grafico emerge che il numero di distrazioni nelle lezioni con giochi sociomotori sono rimaste praticamente invariate (pre pausa 59 e post pausa 58).
Con il gioco psicomotorio si è riscontrato un calo delle distrazioni nel post pausa (pre pausa 55, post pausa 43).
Al contrario nelle giornate “no pausa”, nella seconda metà della lezione il numero di disattenzioni è salito rispetto alla prima parte (prima parte 83, seconda parte 106).
5.3. Andamento delle categorie dei comportamenti disattentivi
Grafico 12 Somma Comportamenti disattentivi pre e post divisi per categoria
Il grafico illustra i comportamenti disattentivi osservati nel corso della sperimentazione, suddivisi nelle tre macro categorie e discriminando fra prima parte e seconda parte della lezione.
Nelle unità didattiche dove si è tenuto un gioco sociomotorio il numero totale delle distrazioni è diminuito passando da 59 a 58. Questo calo, osservando le diverse categorie, non è avvenuto in maniera lineare: non c’è stata una diminuzione generalizzata nelle categorie prima e dopo la pausa. Come possiamo vedere, i comportamenti disattentivi individuali sono aumentati del 28%, passando da 18 a 23, mentre le categorie legate all’interazione e al movimento sono diminuite del 6% e del 57% passando rispettivamente da 34 a 32 comportamenti disattentivi e da 7 a 3.
All’interno delle attività di transizione psicomotorie il numero totale delle distrazioni è diminuito maggiormente, rispetto alle pause sociomotorie, passando da 55 a 43 distrazioni. Osservando nel dettaglio notiamo che i comportamenti disattentivi individuali e quelli dell’interazione con i compagni diminuiscono considerevolmente, nell’ordine, da 26 a 15 (diminuzione del 42%) e da 25 a 22 (diminuzione del 12%). Per questo tipo di gioco solo i comportamenti legati al movimento seguono un trend inverso salendo del 50% da 4 a 6.
I grafici che seguono mostrano i comportamenti disattentivi di ogni allievo, osservati nel corso della sperimentazione, suddivisi nelle tre macro categorie e discriminando fra prima parte e seconda parte della lezione.
CD Individuali CD Con i compagni CD movimento
Somma Pre socio 18 34 7
Somma Post socio 23 32 3
+ 28% - 6% - 57%
Somma Pre psico 26 25 4
Somma Post psico 15 22 6
- 42% - 12% 50% 0 5 10 15 20 25 30 35 40
Somma Comportamenti disattentivi pre e post divisi
per categoria
21
5.3.1. Variazione dei comportamenti disattentivi di M.
Grafico 13: Somma Comportamenti disattentivi pre e post divisi per categoria d M
Osservando il grafico emerge subito che M. è un bambino che si distrae molto interagendo con i compagni, mentre sente meno il bisogno di muoversi. Nelle attività sociomotorie le variazioni sono minime, si nota che l’unico dato negativo risulta nei CD individuali (da 8 a 9),
M. trae più beneficio dalle attività psicomotorie; i CD Individuali sono più che dimezzati passando da 11 a 5 (-55%), i CD con i compagni rimangono invariati, mentre quelli di movimento sono diminuiti del 33% (da 3 a 2).
CD Individuali CD Con i compagni CD movimento
Somma Pre socio 8 19 4
Somma Post socio 9 18 2
+ 13% - 5% - 50%
Somma Pre psico 11 12 3
Somma Post psico 5 12 2
- 55% 0% - 33% 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20
Somma Comportamenti disattentivi pre e post divisi per
categoria di M.
5.3.2. Variazione dei comportamenti disattentivi di C.
Grafico 14:Somma Comportamenti disattentivi pre e post divisi per categoria di C.
Ha registrato dopo le pause sociomotorie una stabilità. Notiamo che i CD individuali non sono variati tra il pre e il post pausa 8-8 e nelle altre categorie vediamo un netto miglioramento, CD compagni – 17% e CP movimento – 67%.
Per le attività psicomotorie balza all’occhio un aumento del 300% nei CD movimento (da 1 a 4), mentre nei CD Individuali e nei CD con i compagni si constata una diminuzione rispettivamente del 55% e del 11%.
CD Individuali CD Con i compagni CD movimento
Somma Pre socio 8 12 3
Somma Post socio 8 10 1
+ 0% - 17% - 67%
Somma Pre psico 11 9 1
Somma Post psico 5 8 4
- 55% - 11% 300% 0 2 4 6 8 10 12 14
Somma Comportamenti disattentivi pre e post divisi per categoria
di C.
23
5.3.3. Variazione dei comportamenti disattentivi di A.
Grafico 15: Somma Comportamenti disattentivi pre e post divisi per categoria di A.
A. Non ha tratto beneficio dall’attività sociomotoria, i dati danno un incremento dei CD Individuali da 2 a 6 con un incremento del 200% e CD con i compagni da 3 a 4 con incremento del 33%.
I risultati con l’attività psicomotoria sono: CD individuali da 4 a 5 + 25% e CD con i compagni da 4 a 2 – 50%.
I CD movimento sono rimasti a 0 durante tutte le attività.
CD Individuali CD Con i compagni CD movimento
Somma Pre socio 2 3 0
Somma Post socio 6 4 0
+ 200% + 33% + 0%
Somma Pre psico 4 4 0
Somma Post psico 5 2 0
+ 25% - 50% 0% 0 1 2 3 4 5 6 7
Somma Comportamenti disattentivi pre e post divisi per categoria
di A.
6. Discussione
Gli interrogativi che mi sono posto inizialmente e che hanno guidato il mio lavoro di ricerca erano i seguenti:
Proporre dei momenti di “pausa in movimento attivante” a metà lezione migliora l’attenzione degli allievi osservati nella seconda parte della stessa?
o C’è una tipologia di pausa in movimento (attività psicomotorio o sociomotorio) che risulta più efficace?
o Quali tipi di comportamenti disattentivi sono più frequenti nei bambini osservati? In quali tipi si riscontrano le maggiori diminuzioni di comportamenti disattentivi?
Ho quindi analizzato l’effetto delle pause in movimento sulla qualità dell’attenzione degli allievi. In principio, basandomi su alcune ricerche riportate all’interno del quadro teorico, mi aspettavo che l’attività fisica potesse avere un effetto positivo sulla concentrazione l’attenzione degli alunni e che questi momenti avrebbero ridotto i comportamenti disattentivi legati al movimento.
6.1. Interpretazione dei risultati e risposta alle domande di ricerca
6.1.1. Influenza dei momenti di transizione sull’attenzione
I dati raccolti ed in seguito analizzati mostrano che, nella mia sperimentazione, la proposta di pause in movimento attivanti conduce quasi sempre ad una diminuzione dei comportamenti disattentivi. La diminuzione si evince osservando l’andamento del grafico 10 che mostra chiaramente come le lezioni senza pause si rivelano meno efficaci di quelle che invece la prevedono. I picchi si verificano proprio nel corso di questi momenti per poi abbassarsi quando viene proposto un gioco a metà lezione ribadendo l’efficacia dell’impiego di questa pratica.
Osservando il capitolo “Comportamenti disattentivi osservati durante la sperimentazione” vediamo come l’efficacia delle transizioni motorie siano dimostrate anche dai casi specifici di M. e C. che solo nelle seconde parti di queste lezioni sono stati più attenti.
25
A. al contrario ha avuto un aumento dei comportamenti disattentivi nei momenti “no pausa” (da 17 a 26) ma anche in occasione dei giochi sociomotori (da 5 a 10). Questa anomalia può essere riconducibile al fatto che, essendo un bambino molto tranquillo e distraendosi poco nel corso delle ore di problemi, questo tipo di giochi contengono il fattore vittoria-sconfitta e questo potrebbe averlo stressato oppure a fattori come la prossimità alle vacanze di Natale o ad altri fattori esterni.
Ad ogni modo, per quanto riguarda gli altri alunni osservati, il dato in luce è l’abbassamento dei comportamenti disattentivi dopo aver proposto una pausa in movimento. I dati mi portano a avvalorare quanto affermato da Mulato e Riegger (2014) e dall’Ufficio federale dello sport (UFSPO, 2011) in quanto è emerso che proponendo questo tipo di pause è possibile diminuire il numero di distrazioni in classe.
6.1.2. Il tipo di attività più efficace
I dati ottenuti nel corso della sperimentazione, evidenziano come le attivtà sociomotorie e psicomotorie proposte non abbaino avuto il medesimo impatto. Dal capitolo “Numero di distrazioni per tipo di pausa”, è possibile trarre in modo evidente questa differenza.
I giochi sociomotori proposti hanno favorito in maniera minore ad abbassare i momenti di disattenzione, mentre i giochi psicomotori hanno dato i maggiori benefici. Il dato potrebbe essere legato all’argomento della vittoria-sconfitta presente all’interno di tutti i GS proposti questo potrebbe essere la causa della maggior agitazione rispetto ai GP. La seconda argomentazione potrebbe essere in un certo senso la promozione ad interagire con i compagni portata dalle situazioni sociomotorie, che però è in contrasto con i dati osservabili nel capitolo “Andamento delle categorie dei comportamenti disattentivi”. I dati mostrano chiaramente una diminuzione dei CD relativi all’interazione con i compagni scartando di fatto questa ipotesi.
6.1.3. Categorie disattentive che diminuiscono
Le transizioni in movimento introdotte hanno avuto un influsso diverso sulle tre tipologie di comportamenti disattentivi. Anticipo che non in tutte le categorie ci sono state delle diminuzioni delle disattenzioni, specialmente osservando i bambini osservati singolarmente.
Non posso indicare in maniera puntuale in quale sia avvenuta la variazione maggiore, perché non tutte sono costituite dallo stesso numero di indicatori. Inoltre, è bene precisare che, come nel caso di
A. per i comportamenti legati al movimento, in alcuni gruppi non tutti i bambini hanno fatto registrare dati sui CD.
I comportamenti disattentivi verificatisi più frequentemente sono quelli legati all’interazione con i compagni. Per questa categoria non per tutti i bambini vi è stata una diminuzione. Per M. c’è stata una diminuzione del 5% solo nelle attività sociomotorie, mentre per C. vi è stata una diminuzione del 17% nei GS e del 11% nei GP. Questo mi porta a pensare che i giochi sociomotori soddisfino il bisogno dei bambini di interagire, riducendone poi la necessità nel resto della lezione.
A. sotto questo aspetto costituisce una anomalia in quanto la riduzione maggiore si è verificata nel corso dei GP (-50%), mentre per i GS le distrazioni sono aumentate del 33%. Come già espresso precedentemente, questo dato potrebbe essere causato dalla presenza della vittoria e della sconfitta nei giochi che sono stati proposti.
Per la categoria legata al movimento no posso che analizzare unicamente che nei GS si sono verificate delle riduzioni nelle disattenzioni di M e C, rispettivamente del 50% e del 67%. Questi sono gli unici dati che qui riporto, in quanto gli altri sono in contrasto fra loro e non offrono una risposta certa.
6.2. Limiti della ricerca
Alcuni fattori hanno limitato la mia ricerca come lo stretto tempo a disposizione (nove giorni e periodo prenatalizio: agitazione, stanchezza, euforia), la poca conoscenza reciproca (tra allievi e il sottoscritto), e il non aver avuto una mia classe di pratica ciò che ha richiesto dei momenti di progettazione con il docente di classe.
Pure il campione di riferimento è molto limitato, i dati raccolti sono meno provanti in quanto non si può generalizzare ma rimane un discorso legato all’esperienza svolta con questa classe.
Parlando di dati è necessario ricordare come c’è soggettività nell’espressione di atteggiamenti disattenti e che sebbene li ho raccolti con l’aiuto del docente titolare questi potrebbero comunque non essere accurati al 100%. Questo potrebbe essere alla base delle oscillazioni giornaliere dei dati, come allo stesso tempo, le oscillazioni possono avere delle cause esterne al mio operato come questioni familiari, il rapporto compagni, con i docenti e molti altri ancora. Inoltre, la programmazione degli interventi, che ha visto le lezioni senza pausa sempre di mercoledì, potrebbe aver influito sulla qualità di alcuni dati raccolti.
Come già anticipato, anche all’interno della discussione, è possibile che l’avvento del Natale abbia potuto influire sullo stato d’animo dei bambini.
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6.3. Possibili sviluppi
Per poter trovare conferma ai dati raccolti mi piacerebbe poter estendere questa sperimentazione ad altre classi. Ciò mi permetterebbe di approfondire alcuni aspetti e, laddove necessario e possibile, adottare altre strategie, introdurre altre attività e da ultimo osservare i risultati su un più ampio numero di alunni.
Nel capitolo precedente ho evidenziato alcuni limiti del mio lavoro. A questo proposito un possibile sviluppo potrebbe consistere nella riproposta di un’indagine simile andando a correggere gli aspetti legati al mio operato che potrebbero aver inciso negativamente e cercando di limitare i fattori esterni controllabili (variare il periodo nel quale si tiene la sperimentazione, variare i giorni nei quali i tre tipi di intervento hanno luogo, ecc..).
Inoltre sono curioso di sapere quale tra i giochi sociomotori e quelli psicomotori proposti risulta essere più efficace, occasione che non ho avuto modo di sviluppare in quanto ho avuto spazio per proporre ciascun gioco una volta sola.
Analizzando le risposte ricevute dagli alunni relative ai tre questionari sembra che gli allievi abbiano cominciato solo alla terza settimana a percepire i risvolti positivi delle pause in movimento. Questa consapevolezza iniziale offre la possibilità di lavorare con loro in maniera introspettiva analizzando elementi come ad esempio le emozioni che provano mentre fanno queste pause o le sensazioni che sentono nei momenti in cui non hanno la possibilità di farle; questo per imparare a conoscersi partendo dall’ascolto del proprio corpo. Per fare ciò servirebbe senza dubbio un accompagnamento più lungo nel tempo cosa che purtroppo non ho avuto modo di fare, ma che in futuro farò senz’altro.
6.4. Considerazioni personali
Mi ritengo soddisfatto del percorso svolto coi bambini. Da tempo avrei voluto introdurre delle pause in movimento in classe e sono contento di averlo potuto fare. Sicuramente sarà qualcosa che mi accompagnerà in futuro nel mio percorso lavorativo, in quanto, non solo si pone il bambino al centro del suo processo di insegnamento, ma si coopera per creare un ambiente di lavoro sano e accogliente. Adotterò sicuramente questo tipo di didattica attenta alle esigenze e ai bisogni della classe come pure dell’individuo, così da poter essere d’aiuto ai miei allievi sotto molteplici aspetti.
La più grande soddisfazione è stata di poter osservare l’accresciuto senso di benessere associato a un clima di lavoro migliore. Questo per me ricopre un ruolo fondamentale e viene prima di ogni altra
cosa poiché lo ritengo un punto cruciale per poter insegnare. Mi è dispiaciuto non poter assistere a tutte le interazioni avvenute fra i bambini perché sarebbe stato sicuramente molto interessante. Posso infine aggiungere che svolgere questo lavoro di tesi, sebbene in alcuni tratti sia stato difficoltoso, ha contribuito ad accrescere il mio bagaglio e le mie competenze di futuro insegnante. Documentarmi per il quadro teorico mi ha permesso di scoprire come ci siano molteplici temi che ognuno può approfondire sia in funzione delle necessità sia in funzione dei propri interessi.
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Bibliografia
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Marzocchi, G. M., Molin, A., & Poli, S. (2000). Attenzione e metacognizione. Come migliorare la concentrazione della classe. Trento, Italia: Erickson.
Maslow, A. H. (1973). Motivazione e personalità. Roma, Italia: Armando Editore.
Mulato, R., & Riegger, S. (2014). Maestra facciamo una pausa? Migliorare il clima in classe e favorire l’apprendimento dei bambini. Molfetta, Italia: Edizioni la Meridiana.
Pubblicazioni online
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physique pour la santé. Disponibile in:
https://www.who.int/dietphysicalactivity/publications/9789241599979/en/ [05.01.2021] Ufficio Federale dello Sport (2011). La scuola in movimento. Spiegazioni sul modello
svizzero. Disponibile in: https://www.baspo.admin.ch/it/promozione-dello-sport/sport-in-derschule/bewegte-schule.html [05.01.2021]
Trudeau, François & Shephard, Roy. (2008). Physical education, school physical activity,
school sports and academic performance. Disponibile in:
Moduli o corsi
Bocchi, P. (A.A. 2016-2017). Scienze dell’educazione III – teorie dell’apprendimento. Locarno: SUPSI-DFA.
Bocchi, P. (A.A. 2019-2020). Scienze dell’educazione VII – processi di insegnamento e difficoltà di apprendimento. Locarno: SUPSI-DFA.
Iametti, P. (A.A. 2019-2020). Scienze dell’educazione VI – le competenze socio-emotive nella relazione educativa. Locarno: SUPSI-DFA.
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7. Allegati
7.1. Allegato 1 Descrizione delle attività Gioco delle categorie (Psicomotorio)
All’inizio del gioco il docente sceglie una categoria assieme agli allievi (es.: animali della fattoria). Dopodiché il gioco può avere inizio. Il docente suona un ritmo regolare su un tamburello: gli allievi dovranno camminare in giro per l’aula. Quando il docente batte un colpo netto dovranno fermarsi, con due colpi corrisponde l’ordine di sedersi e con tre quello di sdraiarsi. Oltre a questa serie di ordini il docente può dire il nome di un animale; se quest’ultimo appartiene alla categoria concordata, gli allievi dovranno imitare l’animale, al contrario non dovranno muoversi se l’animale in questione non ne fa parte.
I disubbidienti (Psicomotorio)
In questo gioco l’insegnante impartisce degli ordini. I bambini, in quanto disubbidienti, dovranno fare l’esatto contrario di ciò che verrà detto loro. Alcuni esempi possono essere:
• “Fate un passo avanti” a cui corrisponde “Fate un passo indietro”.
• “Fate rumore” a cui corrisponde “Fate silenzio”
• “Toccatevi il ginocchio sinistro con il gomito destro” a cui corrisponde” Toccatevi il ginocchio destro con il gomito sinistro”
• ecc...
Anch’io (Psicomotorio)
Prima di iniziare si stabiliscono tre zone nell’aula: la zona di chi è d’accordo, quella del disaccordo e quella dell’indecisione. La classe si muove all’esterno di queste zone fino a quando l’insegnante nomina una caratteristica o un’opinione (es.: “Ho un cane”, “Mi piace la cioccolata”, “Indosso qualcosa di rosso”, “Oggi mi sento allegro”, ecc..). Coloro che si troveranno d’accordo con quanto espresso dall’insegnante andranno nella zona preposta; allo stesso modo faranno pure quelli in disaccordo e gli indecisi.
Prima di iniziare si stabiliscono tre zone nell’aula: la zona di chi è d’accordo, quella del disaccordo e quella dell’indecisione. La classe si muove all’esterno di queste zone fino a quando l’insegnante nomina una caratteristica o un’opinione (es.: “Ho un cane”, “Mi piace la cioccolata”, “Indosso qualcosa di rosso”, “Oggi mi sento allegro”, ecc..). Coloro che si troveranno d’accordo con quanto espresso dall’insegnante andranno nella zona preposta; allo stesso modo faranno pure quelli in disaccordo e gli indecisi.
L’ascesa (Sociomotorio)
Gli allievi si dispongono nell’aula. Inizialmente tutti saltellano come canguri. Quando due si incontrano avviene un duello a “sasso, carta e forbice”. Il perdente continuerà a muoversi saltellando come un canguro mentre il vincitore diventerà paggio e potrà muoversi camminando accovacciato. Chi vince il duello con un altro paggio viene promosso a scudiero e si muoverà camminando impettito a grandi passi. Se due scudieri duellano tra loro, il vincitore diventerà cavaliere e galopperà per l’aula su un cavallo immaginario.
I duelli si svolgono solo tra giocatori dello stesso grado. Chi vince viene promosso, chi perde arretra di un rango.
Sumo con i pollici (Sociomotorio)
I bambini si dispongono a coppie, uno in faccia all’altro. Entrambi congiungono la mano destra chiudendola a pugno (l’una toccando i polpastrelli dell’altra) e ad eccezione del pollice tutte le dita sono dunque intrecciate con quelle della persona di fronte. I pollici riposano liberi al di sopra dei due pugni, l'uno vicino all'altro. La sfida comincia con un saluto iniziale nel quale i concorrenti fanno toccare per tre volte il proprio pollice con quello dell’avversario. Dopo il rito gli alunni, per vincere, dovranno cercare di intrappolare il pollice dell’avversario sotto al proprio per due secondi. Le partite vengono disputate con la formula al meglio delle tre. Al termine della serie entrambi i concorrenti cercheranno un nuovo avversario.
Punto d’incontro (Sociomotorio)
Questa attività vede sfidarsi due bambini. Fra i due viene posto a terra uno spago della lunghezza di 3 metri circa. A turno ciascuno deve fare un passo verso l'avversario, ponendo il proprio piede verticalmente o orizzontalmente sulla corda. Il piede deve essere a contatto con quello d'appoggio (non può esserci spazio fra i piedi di un partecipante). Vince chi riesce ad appoggiare per ultimo un piede tra sé stesso e l'avversario. Se un alunno vince per due volte, entrambi dovranno trovarsi un nuovo avversario.
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3. La pausa in movimento…
mi ha permesso di continuare a lavorare con maggiore attenzione.
non ha cambiato nulla rispetto a prima.
mi ha reso difficile ritrovare l’attenzione necessaria per poter lavorare.
4. Quando lavoro preferisco …
fare una pausa in movimento a metà lezione
non fare la pausa in movimento
Perché?...
...
...
Se hai preferito quando c’è stata la pausa in movimento, quale attività hai preferito?
L’ascesa
Gioco delle categorie
Osservazioni:
...
...
...
...
35 7.3. Allegato 3 Gio ca co n i l m ate ria le Do nd ola su lla sed ia Dis eg na / S car ab oc ch ia Gu ard a f uo ri d alla fin est ra Gu ard a in to rno leg ge un lib ro Sg ua rdo fis so su qu alc os a Gio ca co n p art i d el c orp o Gu ard a c os a f a u n c om pa gn o Pa rla co n u n c om pa gn o Gio ca co n u n c om pa gn o Dis tur ba un co mp ag no Si l asc ia d ist rar re da un co mp ag no Si s ied e s ul div an o Pa sse gg ia p er l'au la Va al lav an din o Va in ba gn o Va al ba nc o d i u n c om pa gn o C. D. legati al movimento C. D. con i compagni C. D. individuali so mm a d ei c om po rta me nti di sat ten tiv i M. 2 1 0 0 0 0 0 0 1 2 0 1 0 0 1 0 0 0 8 C. 2 2 0 0 1 0 0 0 0 1 1 1 0 0 0 0 0 0 8 A. 0 0 0 1 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 2 Prima p arte
mercoledì 9 dicembre No pausa in movimento
M. 2 4 0 0 2 0 0 0 1 3 1 1 0 0 1 0 1 0 16 C. 0 1 2 0 3 0 0 0 1 2 1 0 0 0 1 0 0 0 11 A. 1 0 0 1 2 0 0 0 1 1 0 0 1 0 0 0 0 0 7 Secon da par te M. 2 1 0 0 1 0 0 0 2 2 0 0 0 0 0 0 0 2 10 C. 1 0 0 0 1 0 0 0 1 2 1 1 0 0 0 1 0 0 8 A. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 1 Prima p arte
giovedì 10 dicembre L’ascesa sociomotrio
M. 3 2 0 0 0 0 0 0 2 2 0 1 0 0 0 1 0 0 11 C. 0 1 0 0 1 0 0 0 1 1 0 1 0 0 0 0 0 0 5 A. 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 2 Second a part e M. 1 2 0 0 2 0 0 0 0 3 0 1 0 0 0 0 0 1 10 C. 0 1 1 0 2 0 0 0 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 6 A. 0 0 0 0 1 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 2 Prima p arte
venerdì 11 dicembre Le categorie psicomotorio
M. 0 0 0 0 1 0 0 0 1 2 0 0 0 0 0 1 0 0 5 C. 0 1 0 0 0 0 0 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 3 6 A. 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 Second a part e M. 0 0 0 0 0 0 0 0 3 2 2 3 0 0 0 0 0 0 10 C. 2 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 1 0 0 6 A. 0 1 0 1 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 3 Prima p arte
lunedì 14 dicembre Sumo coi pollici sociomotorio
M. 1 3 0 0 0 0 0 0 1 1 0 1 0 0 0 1 0 0 8 C. 0 0 0 0 1 0 0 0 2 2 0 1 1 0 0 0 0 0 7 A. 1 0 0 0 2 0 0 0 0 1 0 1 0 0 0 0 0 0 5 Second a part e M. 4 3 0 0 0 0 0 0 3 0 0 1 0 0 1 0 1 0 13 C. 0 1 0 0 3 0 0 0 0 2 1 2 0 0 0 0 0 0 9 A. 1 0 0 0 0 0 0 0 2 1 0 0 2 0 0 0 0 0 6 Prima p arte
mercoledì 16 dicembre No pausa in movimento
M. 0 1 0 0 0 0 0 0 1 5 2 6 0 0 0 0 0 0 15 C. 1 0 0 0 1 0 1 0 2 2 1 1 0 0 0 0 1 0 10 A. 1 0 1 0 4 0 1 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 9 Second a part e M. 2 1 0 0 0 0 0 0 1 0 1 2 0 0 0 0 0 1 8 C. 1 0 0 1 2 0 0 0 1 2 0 0 0 0 0 1 0 0 8 A. 0 0 0 0 1 0 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 3
giovedì 17 dicembre Anch’io psicomotorio
Prima p arte M. 1 1 0 0 0 0 0 0 1 2 1 1 0 0 0 0 0 0 7 C. 1 0 1 0 1 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 1 5 A. 1 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 4 Second a part e M. 1 2 0 0 0 0 0 0 0 1 1 1 1 0 0 1 0 0 8 C. 0 0 0 1 0 0 2 0 1 2 1 0 0 0 0 0 0 0 7 A. 1 0 0 0 0 0 1 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 3 Prima p arte
lunedì 21 dicembre I disubbidienti psicomotorio
M. 1 1 0 0 0 0 0 0 2 1 1 0 0 0 0 0 1 0 7 C. 0 0 0 1 0 0 0 0 2 1 2 0 0 0 0 0 0 0 6 A. 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 2 Second a part e M. 2 1 0 0 1 0 0 0 2 2 0 0 1 0 0 0 0 2 11 C. 1 0 0 0 1 0 0 0 1 3 1 1 0 0 0 1 0 0 9 A. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 1
martedì 22 dicembre Punto d’incontro sociomotorio
Prima p arte M. 0 0 0 0 0 0 0 0 3 2 2 3 0 0 0 0 0 0 10 C. 2 1 2 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 1 0 0 7 A. 0 1 0 1 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 3 Second a part e M. 3 3 0 0 0 0 0 0 3 2 0 1 0 0 1 0 1 1 15 C. 1 1 0 0 3 0 0 0 1 3 2 2 0 0 0 0 0 0 13 A. 1 0 0 0 0 0 0 0 2 1 2 0 3 0 0 0 0 0 9 Prima p arte
mercoledì 23 dicembre No pausa in movimento
M. 1 1 0 0 0 0 0 0 2 4 2 5 2 0 0 0 0 1 18 C. 1 0 0 0 1 0 1 0 2 2 1 1 0 0 0 0 1 0 10 A. 0 0 1 0 4 0 2 0 1 1 0 0 1 0 0 0 0 0 10 46 39 10 9 43 0 9 0 54 74 29 42 17 0 5 9 6 12 404 Second a part e Somma
Questa pubblicazione, Pausa, partenza e via!, scritta da Rocco K. Vella, è rilasciata sotto Creative Commons Attribuzione – Non commerciale 3.0 Unported License.