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Dal ghiaccio dell’Adamello un CALICE per la biodiversità

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Academic year: 2021

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anno LXII - n°1

PALEOE

COLOGIA

a cura di Antonella Cristofori e Cristiano Vernesi

Dal ghiaccio dell’Adamello

un CALICE per la biodiversità

Nei ghiacci

dell’Adamello

sono racchiuse,

come in uno scrigno,

preziose informazioni

sull’ecologia ed il

clima che i ricercatori

cercheranno di

svelare nel corso

di un viaggio alla

scoperta del clima

del passato e della

sua vegetazione.

Le analisi

Fondazione Edmund Mach e Università di Innsbruck si occupe-ranno di identificare e quantificare il polline intrappolato negli strati di ghiaccio ed attraverso esso sia stabilire una cronologia ad alta definizione (annuale e stagionale) del ghiaccio, sia fornire informazioni sulla composizione della vegetazione del passato. Le piante anemofile, infatti, rilasciano una grande quantità di pollini in aria, che, trasportati dalle correnti atmosferiche, si depositano sulla superficie del ghiacciaio, in corrispondenza di specifici mo-menti di fioritura. Si formano, quindi, degli strati di ghiaccio che contengono i pollini rilasciati nelle diverse stagioni. Ogni granulo di polline estratto dai campioni di ghiaccio verrà analizzato sia per forma e dimensione (metodo morfologico tradizionale - Uni-Innsbruck) sia attraverso il contenuto di DNA (approccio innova-tivo di DNA metabarcoding - FEM), risalendo al genere o specie di pianta che lo ha rilasciato. Le informazioni ottenute verranno quindi confrontate con quelle risultanti dai rilievi sul territorio circostante per un raggio di 100 chilometri (UniBZ). Questo per-metterà di confrontare i cambiamenti presunti ed effettivi della biodiversità vegetale negli ultimi 50-70 anni nell’intorno dell’Ada-mello. Nel caso di solide evidenze che provino come la biodiver-sità inferita dall’analisi del ghiacciaio sia paragonabile a quella

osservata nelle zone limitrofe, questo metodo potrebbe essere utilizzato per formulare stime sul cambiamento della biodiversità anche per altre zone della terra come il Kilimangiaro o il Tibet, anch’esse interessate dal ritiro dei ghiacciai e dal cambiamento climatico. I risultati potranno essere inoltre utilizzati nell’ambito di studi paleoecologici su laghi e giacimenti di torba per valutare l’evoluzione della biodiversità nel corso degli ultimi 10 mila anni. Oltre all’analisi della componente biologica vegetale, ed alle ana-lisi più specifiche dello studio climatico (ad es. isotopi stabili e chimica ionica - FEM; isotopi radioattivi - UniMIB), verranno ri-costruite anche la composizione chimica dell’atmosfera e la sua variazione nel tempo, con particolare attenzione alle emissioni antropiche che raggiungono l’arco alpino e vengono intrappolate nelle precipitazioni nevose. Il prossimo obiettivo del team di ricer-ca è riuscire ad estrarre la ricer-carota di ghiaccio italiana più lunga mai ottenuta, che arriverà a toccare la base del Ghiacciaio dell’A-damello, a 270 metri di profondità. L’obiettivo è di salvaguardare il preziosissimo archivio biologico e climatico, che è fortemente a rischio per il progressivo scioglimento dei ghiacciai, e che po-tenzialmente può permettere di ricostruire la storia climatica e vegetazionale degli ultimi secoli.

renderà avvio a giugno il progetto di ricerca CALICE, che si occuperà di analizzare una carota di ghiaccio, lunga 40 metri, proveniente dal ghiacciaio dell’Adamello, con lo scopo di valutare i cambiamenti della biodiversità delle piante attraverso lo studio dei pollini e delle molecole del DNA presenti nel ghiacciaio e confrontarli con i dati di biodiversità vegetale rilevati per il territorio circostante.

Il progetto, valutato con merito di eccellenza e finanziato dall’Euregio Science Fund, vedrà impe-gnate per il prossimo triennio la Fondazione Edmund Mach (FEM), l’Università di Innsbruck (Uni-Innsbruck) e la Libera Università di Bolzano (UniBZ), che analizzeranno le informazioni esclusive contenute nella carota di ghiaccio. Il carotaggio, svoltosi a 3.100 metri di quota nell’aprile del 2016, è stato portato a termine ad una temperatura inferiore a -10°C da tecnici addetti alla per-forazione dell’Università di Milano Bicocca (UniMIB), e di ENEA Brasimone. La spedizione scien-tifica, guidata dal team POLLiCE (pollice.fmach.it), ha coinvolto anche personale FEM e MUSE di Trento ed è stata supportata economicamente dall’Assessorato provinciale alle infrastrutture e all’ambiente attraverso il “Fondo per lo sviluppo sostenibile e per la lotta ai cambiamenti climati-ci” e per la parte logistica dal Servizio Geologico della Provincia autonoma di Trento.

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