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L'utilizzo di tecoferolo acetato nel trattamento sintomatico delle distrofie vulvari

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Giorn. It. Ost. Gin. Vol. XXVII - n. 3 Marzo 2005

L’utilizzo di tocoferolo acetato nel trattamento sintomatico

delle distrofie vulvari

A. TRAPANESE, V. GAMBARDELLA, L.O. SCALDARELLA, N. CICCARELLI, A. D’ETTORE, K. LERIS, G. BORRUTO CARACCIOLO, A. TOLINO

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Introduzione

Il termine distrofia vulvare fa riferimento a tutte le alterazioni infiammatorie aspecifiche croniche della cute e delle mucose dei genitali esterni che si accompa-gnano ad una sensazione di secchezza e di prurito; secondo una classificazione istopatologica distinguia-mo:

1) lichen sclerosus;

2) iperplasia squamosa;

3) lichen sclerosus con aree di iperplasia squamosa. Il lichen sclerosus è caratterizzato clinicamente da un quadro di craurosi, con atrofia, sclerosi e retrazione cicatriziale. La cute diventa grigiastra e grinzosa, le grandi e le piccole labbra si atrofizzano fino a rendere l’orifizio vaginale simile ad una fessura. Istologica-mente l’epidermide è ispessita, scompaiono le papille dermiche e il derma stesso viene sostituito da tessuto collageno denso e fibroso. Può insorgere a qualsiasi

età, tuttavia è più frequente dopo la menopausa. Causa intenso prurito e può predisporre alle infezio-ni.

L’iperplasia squamosa, denominata anche distrofia iperplastica, è caratterizzata da iperplasia ed iperche-ratosi dell’epitelio squamoso vulvare. Clinicamente si manifesta con lesioni sovente bilaterali e simmetriche di varie dimensioni, di colore biancastro o bianco roseo. Microscopicamente è caratterizzata da iper e paracheratosi, acantosi, allungamento delle papille dermiche ed infiltrazione cronica del derma.

Il lichen con aree di iperplasia squamosa è una lesione che presenta le caratteristiche cliniche ed anatomo-patologiche del lichen e dell’iperplasia squamosa.

Nella patogenesi di queste alterazioni sono proba-bilmente coinvolti fattori genetici, ormonali, autoim-muni ed ambientali, quali ad esempio le carenze vita-miniche ed alimentari.

In considerazione del fatto che gli stati infiamma-tori sono innescati e supportati dalla malonildialdeide (MDA) ed appurato che della formazione di MDA sono responsabili i radicali liberi, si è ritenuto di poter trattare tali stati infiammatori con sostanze ad azione anti-radicali liberi, da usare da sole o in associazione ad altre sostanze farmacologiche. Il tocoferolo aceta-RIASSUNTO: L’utilizzo di tocoferolo acetato nel trattamento

sinto-matico delle distrofie vulvari.

A. TRAPANESE, V. GAMBARDELLA, L.O. SCALDARELLA, N. CICCARELLI, A. D’ETTORE, K. LERIS, G. BORRUTO CARACCIOLO, A. TOLINO

In questo studio abbiamo dimostrato l’efficacia del tocoferolo acetato nel trattamento delle distrofie vulvari. Abbiamo utilizzato Filme Gyno Ovuli Vaginali e VEA Olio (tocoferolo acetato puro). Al termine dello studio, nelle donne trattate, abbiamo osservato la risoluzione della sintomatologia ed un miglioramento dell’aspetto e della consistenza della cute e delle mucose genitali.

SUMMARY: The use of tocopherolo acetate in the symptomatic treatment of the vulval dystrophies.

A. TRAPANESE, V. GAMBARDELLA, L.O. SCALDARELLA, N. CICCARELLI, A. D’ETTORE, K. LERIS, G. BORRUTO CARACCIOLO, A. TOLINO

In this study the effectiveness of tocopherolo acetate in the treatment of the vulval dystrophies is wanted to be demonstrated. We be used Filme Gyno Vaginal Ova and Oil (tocopherolo pure acetate). To the term of the study, in the women dealt, has observed the resolution of the symptomatology associated to the dystrophies and a visible improvement of the aspect and the consistency of cute and the genital mucosae.

KEYWORDS: Distrofia vulvare - Tocoferolo acetato - Lichen - Dispareunia. Vulval dystrophy - Tocopherolo acetate - Lichen - Dyspareunia.

Università degli Studi di Napoli “Federico II”

*Dipartimento di Scienze Ostetrico - Ginecologiche, Urologiche e Medicina della Riproduzione

(Direttore: A. Tolino)

Pervenuto in Redazione: novembre 2004 © Copyright 2005, CIC Edizioni Internazionali, Roma

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to, noto per le sue proprietà anti-radicali liberi, sotto forma di un film protettivo, persistente ed omogeneo, favorisce il ripristino della normale idratazione della superficie vaginale nelle donne che presentano sensa-zione di fastidio, bruciore, prurito, irritasensa-zione e disa-gio nei rapporti sessuali. Viene somministrato topica-mente, assorbito e convertito rapidamente a tocofero-lo libero; quest’ultimo oltre a possedere azione idra-tante, seboregolatrice, antinfiammatoria e lenitiva, riduce la formazione di lipoperossidi e rallenta l’invec-chiamento.

Materiali e metodi

È stato effettuato, presso il Dipartimento Clinico di Emergenza Ostetrica e Ginecologica, uno studio in cui sono state reclutate 64 pazienti con distrofia vul-vare, con età media di 58 anni: la più giovane era una donna di 43 anni; la più anziana, una donna di 78 anni (Fig. 1).

I casi di distrofia diagnosticati erano così distribui-ti: 22 (34,375%) erano lichen sclerosus, 36 (56,25%) plasia squamosa e 6 (9,375%) lichen con aree di iper-plasia squamosa (Tab. 1). La localizzazione interessava quasi sempre più strutture vulvari e, nelle forme più estese, era interessato anche il perineo. La sintomato-logia era prevalentemente caratterizzata da prurito e/o bruciore e dispareunia. Tutte le lesioni sono state sottoposte a prelievo bioptico e la diagnosi è stata quindi sempre ottenuta con l’esame istologico.

Le 64 pazienti sono state poi distribuite, in maniera random, in due gruppi omogenei, di 32 donne, di cui 12 presentavano lichen sclerosus, 18 iperplasia squamosa e 3 lichen con aree di iperplasia. Al gruppo A è stato som-ministrato tocoferolo acetato (un’applicazione al giorno della pomata per le pazienti con lesioni solo vulvari, e un ovulo a sera, prima di dormire, nelle pazienti con lesioni anche vaginali), al fine di valutarne l’efficacia nel trattamento delle alterazioni distrofiche; nel gruppo B è

stata invece somministrata una pomata a base di vaseli-na. Entrambi i gruppi sono stati poi sottoposti a con-trolli ginecologici frequenti e ad un follow-up istologi-co finale, dopo un periodo di 3 mesi.

Risultati

Già a partire dalla prima settimana di utilizzo del prodotto, le pazienti del gruppo A notavano un signi-ficativo miglioramento di tutti i sintomi, in particolare del prurito e del bruciore, e dopo 2 settimane tutte le 32 pazienti riferivano scomparsa sia della sensazione di fastidio, dovuta alla marcata secchezza vaginale, che del disagio nei rapporti sessuali; dopo circa 2 mesi di trattamento, oltre al miglioramento della sin-tomatologia, si può osservare un visibile migliora-mento dell’aspetto della cute vulvare, che appare più elastica e meno grinzosa.

La guarigione clinica delle distrofie si è osservata solo dopo alcuni mesi dall’inizio delle applicazioni e solo per un esiguo numero di casi: un follow-up isto-logico effettuato sulle pazienti del gruppo A, eviden-ziava la regressione delle lesioni in 4 pazienti con

lichen semplice (Fig. 2).

Nelle pazienti del gruppo B, la sintomatologia era rimasta pressoché inalterata, fatta eccezione per un discreto miglioramento del prurito, osservatosi in 26 pazienti, e del bruciore, attenuatosi in 21 pazienti (Tab. 2); permanevano le alterazioni morfologiche ed i disagi ad esse legati e tramite il follow-up istologico si evidenziava persistenza delle alterazioni distrofiche in tutte le 32 pazienti del gruppo B.

Discussione

Le distrofie vulvari rappresentano un gruppo di condizioni non neoplastiche, la cui patogenesi resta L’utilizzo di tocoferolo acetato nel trattamento sintomatico delle distrofie vulvari

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TABELLA1 - DISTRIBUZIONE DEI CASI DI DISTROFIA VULVARE NELLE 64 PAZIENTI ESAMINATE.

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ancora in parte sconosciuta; nelle forme circoscritte le alterazioni sono limitate alla cute localizzata all’ingres-so della vagina, in quelle diffuse viene interessata anche la cute perineale.

Secondo molti Autori si tratterebbe di “lesioni in-fiammatorie croniche aspecifiche”, che possono insor-gere a qualsiasi età, anche nel periodo infantile, ma che sono più frequenti nelle donne con età superiore ai 40 anni.

Il trattamento medico è nella maggior parte dei casi sintomatico: consiste nell’applicazione di un un-guento e nei casi più gravi prevede l’utilizzo di pomate a base di testosterone, progesterone o corticosteroidi.

Il tocoferolo acetato è un prodotto particolarmen-te indicato per questo tipo di alparticolarmen-terazioni: particolarmen-test clinici dimostrano che l’applicazione quotidiana, sebbene non determini la guarigione clinica, risolve la secchez-za muco-cutanea, restituisce tono ed elasticità ai tes-suti danneggiati e previene le infezioni, che possono beneficiare di questo tipo di alterazioni. Il tocoferolo acetato o vitamina E è caratterizzato da note pro-prietà dermoprotettive; possiede infatti:

1. azione antiossidante: ha cioè la capacità di blocca-re la lipoperossidazione contrastando la sua blocca- rea-zione a catena mediante la rimorea-zione e/o la disat-tivazione dei radicali liberi, responsabili del perpe-tuarsi dello stato infiammatorio;

2. azione idratante: determina un progressivo miglio-ramento dell’indice di idratazione della pelle;

3. azione tonificante: sviluppa una buona azione ela-sticizzante, ha effetto dermotrofico ed incrementa la nutrizione della cute rendendola più reattiva e meno sensibile;

4. azione antinfiammatoria: a dosi elevate infatti, riduce l’attività di importanti enzimi leucocitari e la forma-zione di mediatori che potenziano l’infiammaforma-zione. Un altro dato interessante, emerso da recenti espe-rimenti effettuati su colture di fibroblasti, è che la vitamina E è capace di prevenire i danni sulla forma-zione del collagene indotti dalle specie reattive dell’ossigeno: infatti il deficit di vitamina E induce un aumento di collagene insolubile, per inefficace prote-zione verso la formaprote-zione di perossidi.

Pertanto la vitamina E esplicherebbe anche un ruolo protettivo nei confronti del tessuto connettivo, ripristinando i rapporti fisiologici fra fibroblasti e costituenti della sostanza fondamentale, ossia fibre elastiche, collagene e mucopolisaccaridi.

Concludendo è possibile affermare che il tocoferolo acetato rappresenta, in prima istanza, un efficace presi-dio terapeutico nel trattamento sintomatico delle altera-zioni distrofiche vulvari e di tutte le condialtera-zioni che com-portino una secrezione vaginale scarsa o assente. È molto ben tollerato, salvo in caso di ipersensibilità indivi-duale già accertata verso il tocoferolo, e non presenta interazioni con farmaci o altri prodotti somministrati per via vaginale.

A. Trapanese e Coll.

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TABELLA2 - CONFRONTO TRA LA SINTOMATOLOGIA DELLE PAZIENTI DEL GRUPPO A E QUELLE DEL GRUPPO B, DOPO 3 MESI DI TRATTAMENTO.

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L’utilizzo di tocoferolo acetato nel trattamento sintomatico delle distrofie vulvari

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