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Implementazione in Java di strumenti per la simulazione di sistemi dinamici

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(1)

Fa olta di S ienze Matemati he Fisi he e Naturali

Corso di Laurea in S ienze dell'Informazione

TESI DI LAUREA

Implementazione in Java di strumenti per la simulazione di

sistemi dinami i

Candidato: Lorenzo Cioni

Relatore:

Prof. Giorgio Gallo

(2)

ea Yuri,

impertinentefolletto

(3)

Prefazione i

Presentazione . . . i

S opodella Tesi . . . i

Struttura della Tesi . . . ii

Note tipogra he . . . ii

Ringraziamenti . . . iii

Elen o delle tabelle iv Elen o delle gure ix 1 System Dynami s e Computer Simulation 1 1.1 Introduzione . . . 1

1.2 La SimulazionedeiSistemi . . . 1

1.2.1 Introduzione . . . 1

1.2.2 Caratterizzazionedeisistemi . . . 2

1.2.3 Caratterizzazionee lassi azionedeimodelli . . . 3

1.2.4 Sistemi ontinui . . . 5

1.2.5 Stabilitaesistemi on anelli di feedba k . . . 8

1.2.6 S hemi a blo hi egra di usso. . . 12

1.3 La System Dynami s . . . 15

1.3.1 Introduzione . . . 15

1.3.2 Gli\andamenti tipi i" . . . 15

1.3.3 Anellidifeedba k e diagrammiCL . . . 19

1.3.4 I diagrammiFD . . . 25

1.3.5 Lestrutture di base . . . 30

1.3.6 Losviluppodi un modello . . . 38

1.4 LaComputerSimulation perlamodellizzazionedeiSistemiDinami i 41 1.4.1 Introduzione . . . 41

(4)

1.4.2 Caso 1: Anello singolo,feedab k positivo/feedba k negativo 43

1.4.3 Caso 2: Anelli multipli, feedab k positivo/feedba k negativo 47

1.4.4 Caso 3: Anelli on pi u di due elementi per anello, anelli

sovrapposti, feedab k positivo/feedba k negativo . . . 51

1.5 I metodidi risoluzione . . . 57 1.5.1 Il metododi Eulero . . . 57 1.5.2 I metodi diRunge-Kutta . . . 59 1.6 Considerazioni nali . . . 61 1.6.1 I ritardi . . . 61 1.6.2 Lenon linearita . . . 63

2 La progettazione di editor gra i e la visualizzazione di grandezze variabili nel tempo 65 2.1 Introduzione . . . 65

2.2 La progettazionedi editorgra i orientatiaigra . . . 66

2.2.1 Introduzione . . . 66

2.2.2 I gra : al unede nizioni . . . 68

2.2.3 La aratterizzazione diun editorgra o orientatoai gra . 70 2.2.4 Algoritmie vin olidilayout . . . 71

2.2.5 Astrazionegra a . . . 74

2.2.6 Le operazioni di editing ed il soddisfa imento dei vin oli topologi i ed appli ativi . . . 78

2.2.7 Persistenza deidati ed estendibilita . . . 79

2.2.8 Soluzioniimplementative . . . 82

2.3 La visualizzazione digrandezze variabili neltempo. . . 84

2.3.1 Introduzione . . . 84

2.3.2 Larappresentazionedell'asse deitempi . . . 85

2.3.3 Larappresentazionesull'asse delle ordinate . . . 86

2.3.4 Rappresentazioni sovrapposte . . . 89

2.3.5 Leunitadimisura . . . 90

2.3.6 Soluzioniimplementative . . . 91

3 D(a)ySyToolBox:la struttura astratta 93 3.1 Introduzione . . . 93

3.2 TopLevel . . . 95

3.3 Causal Loop Graphi Editor . . . 99

3.3.1 Introduzione . . . 99

3.3.2 I \ma rostati" dell'editor . . . 101

3.3.3 I pulsanti . . . 105

3.3.4 Levo i delmenu sulframe prin ipale . . . 108

3.3.5 I menu ottanti . . . 111

3.4 Flow Diagram Graphi Editor . . . 113

(5)

3.4.2 Levo i delmenu sulframe prin ipale . . . 114

3.4.3 I pulsanti . . . 119

3.4.4 Il anvas e i men u ottanti . . . 121

3.4.5 L'EquationEditor . . . 123

3.5 Display . . . 128

3.5.1 Introduzione . . . 128

3.5.2 L'interfa iautente . . . 128

3.5.3 Le nestreausiliarie,parametri\globali"eparametri\lo ali"131 3.5.4 I framedivisualizzazione . . . 135

3.6 Equation Solver . . . 136

3.6.1 Introduzione . . . 136

3.6.2 Il Tool Equation Solver . . . 137

3.7 I onvertitori da CL a FD e vi eversa . . . 139

3.7.1 Introduzione . . . 139

3.7.2 L'interfa iautentedel Converter Tool . . . 140

3.7.3 La onversione dei diagrammi CL in diagrammi FD e vi eversa . . . 142

4 D(a)ySyToolBox: la struttura interna 145 4.1 Introduzione . . . 145

4.2 TopLevel . . . 146

4.3 Causal Loop Graphi Editor . . . 148

4.3.1 Larappresentazionepittori a . . . 149

4.3.2 Il \ anvas" e lemodalitaditra iamento . . . 152

4.3.3 Lastruttura astratta \grafo" . . . 154

4.3.4 I frameausiliari eil he k diun grafo . . . 158

4.3.5 L'interazione on ilSistema Operativoospite . . . 159

4.4 Flow Diagram Graphi Editor . . . 162

4.4.1 Larappresentazionepittori ae il multigrafo soggia ente . 163 4.4.2 Il frameprin ipale: Draw e Graph . . . 167

4.4.3 I frameausiliari . . . 168

4.4.4 Lestrutture dati perla simulazione . . . 169

4.4.5 Controllie persistenza . . . 172

4.5 Display . . . 174

4.5.1 Il frame prin ipale ed i frame di visualizzazione . . . 174

4.5.2 I frame ausiliari . . . 178

4.6 Il ToolEquation Solver ed i onvertitori da CLa FD e vi eversa . 180 4.6.1 Introduzione . . . 180

4.6.2 Equation Solver . . . 181

(6)

5 D(a)ySyToolBox:note di utilizzo 186

5.1 Introduzione . . . 186

5.2 TopLevel . . . 187

5.3 Causal Loop Graphi Editor . . . 189

5.4 Flow Diagram Graphi Editor . . . 195

5.5 Gli altriTool . . . 201

6 Con lusioni 204 6.1 Introduzione . . . 204

6.2 Lo stato deisingoli Tool . . . 205

6.2.1 TopLevel . . . 205

6.2.2 CausalLoop Graphi Editor . . . 205

6.2.3 FlowDiagram Graphi Editor . . . 206

6.2.4 Display . . . 206

6.3 Problemi aperti ed estensioni . . . 206

6.3.1 Problemiaperti . . . 206

6.3.2 Estensioni . . . 211

A Des rizione del software mediante il linguaggio UML 212 A.1 Introduzione . . . 212

A.1.1 Il LinguaggioUML . . . 212

A.1.2 UML e i diagrammi dei asid'uso . . . 214

A.1.3 UML e i diagrammi delle lassi . . . 216

A.1.4 Il programmaPoseidon . . . 222

A.2 I diagrammi . . . 225

A.2.1 TopLevel . . . 225

A.2.2 CausalLoop Graphi Editor (ClEdit) . . . 229

A.2.3 FlowDiagram Graphi Editor . . . 251

A.2.4 Display . . . 280

A.2.5 Equation Solver . . . 291

A.2.6 I onvertitori da CL a FD e vi eversa . . . 294

A.2.7 Classi ausiliarie . . . 298

A.2.8 Classi gra he . . . 302

(7)

Presentazione

S opo della Tesi

S opodellapresentetesielaprogettazioneeimplementazionediunambiente

dedi ato per:

1. lade nizione dimodelligra i e matemati idi sistemi,

2. la simulazione del omportamento dei modelli os de niti mediante la

soluzione delle loroequazionides rittivee

3. lavisualizzazione delrisultatodi taliequazioni.

L'ambiente progettato e in parte implementato, detto D(a)ySyToolBox 1

,

on-tiene, pertanto,un insieme di Tool he onsentono la modellizzazionedi sistemi

dinami i, la simulazione del loro omportamento e la su essiva visualizzazione

degliandamenti neltempo delle variabilides rittivedeidiversi sistemi

modelliz-zati.

Lamodellizzazione sitradu e nella de nizionedi un modellogra o he

rappre-senta le relazioni fra le variabili aratteristi he del sistema, modello gra o ui

viene fatto orrispondereun modello matemati oottenuto de nendo un insieme

direlazionifra le varie variabili.

Sihanno pertanto:

1. una des rizionegra a o qualitativa ditipo gra oe

2. una des rizionequantitativadi tipo matemati o.

La des rizione gra a puo essere ottenuta utilizzando due strumenti distinti ma

ridu ibiliuno all'altro ovvero i diagrammiCausal-Loop (detti an he diagrammi

CL) e idiagrammidi usso (dettian he diagrammiFD).

(8)

La des rizione matemati a onsiste in un insieme di equazioni he stabilis ono

deilegamidi ausa-e etto fra levarie variabili.

Taliequazioni dipendonodauna variabiletempo dis retizzata.

Mediante la soluzione delle equazioni e possibile ottenere un erto numero di

relazionidel tipoy =x(t) he possonoessere rappresentate utilizzandodeipiani

artesiani in mododa avere l'evoluzione nel tempo delle variabili aratteristi he

delmodello.

Struttura della Tesi

Ilprimo apitolo ontieneunabreveintroduzioneteori aaimetodieagli

stru-menti della System Dynami s, alle problemati he della Computer Simulation e

della simulazione ontinua.

Il se ondo apitoloa rontatemati he relativealla progettazionedi editorgra i

perla reazione el'editingdigra edistrutture analogheoltre atemati he

rela-tive allavisualizzazione digrandezze infunzione del tempo.

Nelterzo apitoloviene presentata la struttura astratta dell'ambientedi

model-lizzazione proposto, vengono presentati i singoli Tool, vengono des ritte le loro

interfa eelelorofunzionalitaevengonoillustratelerelazioniesistentifraivari

Tool.

L'analisidellastruttura internadeisingoli Tool,in luselestrutture dati

dinami- heutilizzateeleproblemati herelativeallapersistenzadeidati,vienea rontata

nel apitolo quattro mentre il apitolo inque ontiene al uni esempi di utilizzo

deivari Tool.

La tesi si hiude on un apitolo dedi ato alle on lusioni in ui viene delineato

illavoro an ora dasvolgere e on l'Appendi eA.

L'Appendi eA ontiene lades rizionedelle lassi utilizzate,deilorometodiedei

loro ampidati, edellelororelazionire ipro he mentrei odi isorgentedel

soft-waresviluppatoperimplementarel'ambienteoggettodellatesisonomemeorizzati

nelCD allegatoallatesi stessa.

Note tipogra he

Iltestodellatesiestato ompostoeimpaginatoutilizzandoilsistemadi

om-posizione L A

T

E

X ([GMS94℄, [Lam94℄) nella versione MikTeX per Windows TM

,

utilizzandounPersonalComputermodelloPresario,mar aCompaq,dotatodi

SistemaOperativo WindowsMilleniumEdition TM

.

Una volta omposto il testo, i le in formato :tex sono stai onvertiti in

for-mato PostS ript TM

on il omando dvips TM

, visualizzati on il programma

GSview4:3 TM

perWindows TM

estampati on una stampanteLexmarkZ25:

PerlaBibliogra aestato usatoilpa kage BiBTex ([GMS94℄[Lam94℄). Le

gu-re, in ne,sono state disegnate utilizzando ilprogramma Paint perWindows TM

(9)

La onverzionedei le ontenentileimmaginidalformato:gif alformato:eps,in

modo da poterle utilizzareall'interno dell'ambienteL A

T

E

X, e stata ottenuta on

i programmi PaintShopPro7 TM , ImageAl hemy1:1 TM e GSview4:3 TM per Windows TM . Ringraziamenti

La presente tesi, he hiude (almeno per ora) una arriera universitaria

plu-ride ennale,deve tuttoallapazienza e all'amore. Desidero,pertanto,ringraziare

ilProfessorGiorgioGallo,pazienteami hevolerelatoredellapresenteTesi, e

Da-niela,mi orazon y mi vida.

Desidero,inoltre, ringraziare laProfessoressa Maria EugeniaO hiuto peril suo

preziososostegnoeinumerosiparte ipantialNewsgroupit: omp:java hehanno

tolleratolemiespesso strampalate domande relativeal linguaggioJava TM

(10)

1.1 Tabellaespli ativadella relazioneInteressi/Capitale . . . 46

3.1 Elen o dei Tool . . . 94

3.2 Elementi dell'interfa ia di TopLevel . . . 96

3.3 Pulsanti e relativi e etti . . . 107

3.4 Le vo i dei sottomen u del Causal Loop Graphi Editor . . . 109

3.5 Elementi della vo e \File" . . . 117

3.6 Elementi della vo e \Appli ation" . . . 117

(11)

1.1 Esempio di sistema in retroazione . . . 10

1.2 S hema a blo hi e grafo di usso orrispondente . . . 12

1.3 Grafo di usso e sua riduzione in forma minima . . . 13

1.4 Esempi di andamenti tipi i . . . 16

1.5 Ar hi on segno in diagrammi CL . . . 20

1.6 Anello di feedba k positivo e andamento di una delle variabili . . 21

1.7 Dai diagrammi CL ai diagrammi FD . . . 25

1.8 Variabili ausiliarie in diagrammi FD . . . 30

1.9 Diagramma FD on un solo anello di feedba k : evoluzione esponenziale . . . 31

1.10 DiagrammaFD onun soloanellodifeedba k: evoluzioneditipo asintoti o . . . 32

1.11 Esempio di diagrammi FD e CL on \ res ita a S" di una delle variabili . . . 33

1.12 Andamenti delle variabili \ConsumatoriE ettivi" e \vendite" . . . 35

1.13 Esempio di diagramma FD on \ res ita a S" seguita da de lino di una delle variabili . . . 36

1.14 Esempio di sistema on feedba k negativo on possibili os illazioni 38 1.15 Singolo anello, feedab k positivo . . . 43

1.16 Singolo anello, feedab k negativo . . . 46

1.17 Due anelli, feedab k negativo . . . 48

1.18 Tre anelli: due on feedba k negativo, uno on feedba k positivo 50 1.19 Due anelli, feedab k positivo . . . 51

1.20 Anello singolo on tre elementi, feedba k positivo . . . 52

1.21 Anello singolo on tre elementi, feedba k negativo . . . 54

1.22 Anello singolo on tre elementi, feedba k negativo . . . 55

1.23 Anelli sovrapposti, feedba k positivo e negativo . . . 56

1.24 Ritardo pipeline e ritardo esponenziale . . . 62

2.1 Interazione fra un editor gra o e una appli azione . . . 66

2.2 Multigra e gra ( fr. la gura 1.11) . . . 68

(12)

2.4 S ala lineare e normalizzata (a), s ala lineare, logaritmi a e

normalizzata (b). . . 87

2.5 Rappresentazionepuntiforme, on interpolazione lineare, a gradini 89 2.6 Rappresentazioni sovrapposte, s alelineari (o logaritmi he) . . . . 90

2.7 Rappresentazioni sovrapposte, s alenormalizzate . . . 90

3.1 Possibile usso logi o delleoperazioni nell'ambienteD(a)ySy Tool Box . . . 94

3.2 Relazioni logi he fra operazioni e moduli dell'ambiente D(a)ySy ToolBox . . . 95

3.3 TopLevel . . . 96

3.4 TopLevel e due Viewer . . . 98

3.5 Il \Causal Loop Graphi Editor" . . . 100

3.6 Al uni dei \ma ro stati" delCausal Loop Graphi Editor . . . 101

3.7 Con gurazione dell'interfa ia del Causal Loop Graphi Editor dopo una <new> . . . 102

3.8 Con gurazione dell'interfa ia del Causal Loop Graphi Editor dopo una <open> o una <import> . . . 103

3.9 L'insieme dei pulsanti . . . 106

3.10 I men u ottanti . . . 112

3.11 Il \Flow Diagram Graphi Editor" . . . 114

3.12 I men u \Draw" e \Edit" . . . 115

3.13 Il \ anvas" on un diagramma di esempio . . . 116

3.14 I men u ottanti . . . 122

3.15 I parametri dellasimulazione . . . 124

3.16 L'Equation Editor per un nodo di tipo \level" . . . 125

3.17 L'Equation Editor per un nodo di tipo \ onstant" . . . 126

3.18 Il frameprin ipaledel Tool Display . . . 128

3.19 I sottomen u del frameprin ipaledel Tool Display . . . 129

3.20 Le nestre ausiliarie . . . 130

3.21 Un esempio di frame di visualizzazione . . . 133

3.22 Un frame di visualizzazione on due gra i sovrapposti . . . 134

3.23 Il Tool Equation Solver . . . 138

3.24 Il Converter Tool . . . 140

3.25 Le interfa e dei onvertitori . . . 141

4.1 TopLevel: lastruttura interna . . . 146

4.2 Le strutture dati (sempli ate) della \rappresentazione pittori a" . 150 4.3 La lasse \Graph" e le lassi \ausiliarie" . . . 154

4.4 Le strutture dati (visione sempli ata) asso iate ad un \grafo" . . 155

4.5 Le interazioni della lasse \Intera tor" . . . 162

4.6 Le lassi per gli elementi di onnessione . . . 163

(13)

4.8 Le lassi per il multigrafo . . . 166

4.9 Il frameprin ipalee al une delle lassi ollegate . . . 167

4.10 I frame ausiliari per la simulazione . . . 170

4.11 Il frameprin ipalee i frame di visualizzazione (1) . . . 174

4.12 Il frameprin ipalee i frame di visualizzazione (2) . . . 175

4.13 Le lassi per i frameausiliari . . . 178

4.14 Le lassi del ToolEquation Solver . . . 181

4.15 Le lassi per la onversione . . . 183

5.1 TopLevel: al uni dei asi d'uso . . . 187

5.2 ClEdit: al uni dei asi d'uso . . . 190

5.3 ClEdit: gestione deigra . . . 191

5.4 ClEdit: gestione dei le . . . 192

5.5 FdEdit: al uni dei asid'uso . . . 196

5.6 FdEdit: la gestione delle equazioni . . . 197

5.7 FdEdit: gestione dei gra . . . 198

5.8 FdEdit: gestione dei le . . . 199

5.9 Display: leinterazioni on gli altri Tool e i prin ipali asi d'uso . 201 5.10 Resolver: le interazioni on gli altri Toole i prin ipali asid'uso . 202 A.1 La notazione UML per i diagrammi dei asid'uso . . . 214

A.2 Al uni esempi di utilizzo . . . 215

A.3 I diagrammi delle lassi (1): la notazione . . . 217

A.4 I diagrammi delle lassi (2): aggregazione . . . 220

A.5 I diagrammi delle lassi (3): omposizione . . . 220

A.6 I diagrammi delle lassi (4): ereditarieta . . . 221

A.7 TopLevel: i listener, il main e altri metodi . . . 225

A.8 TopLevel: le lassi prin ipali, nessundettaglio . . . 226

A.9 TopLevel: al une lassi prin ipali in dettaglio . . . 227

A.10TopLevel: al une lassi prin ipali in dettaglio . . . 228

A.11ClEdit: visione \pa kage entri " . . . 229

A.12ClEdit: visione \ lass entri " . . . 230

A.13ClEdit: visione \diagram entri (1)" . . . 231

A.14ClEdit: visione \diagram entri (2)" . . . 232

A.15ClEdit: visione \diagram entri (3)" . . . 233

A.16ClEdit: visione \inheritan e entri (1)" . . . 234

A.17ClEdit: visione \inheritan e entri (2)" . . . 235

A.18ClEdit: visione \inheritan e entri (3)" . . . 236

A.19ClEdit: diagramma delle lassi (1) . . . 237

A.20ClEdit: diagramma delle lassi (2) . . . 238

A.21ClEdit: diagramma delle lassi (3) . . . 239

A.22ClEdit: lassi in dettaglio (1) . . . 240

(14)

A.24ClEdit: lassi in dettaglio (3) . . . 242

A.25ClEdit: lassi in dettaglio (4) . . . 243

A.26ClEdit: lassi in dettaglio (5) . . . 244

A.27ClEdit: lassi in dettaglio (6) . . . 245

A.28ClEdit: lassi in dettaglio (7) . . . 246

A.29ClEdit: lassi in dettaglio (8) . . . 247

A.30ClEdit: lassi in dettaglio (9) . . . 248

A.31ClEdit: lassi in dettaglio (10) . . . 249

A.32ClEdit: lassi in dettaglio (11) . . . 250

A.33FdEdit: visione \pa kage entri "(1) . . . 251

A.34FdEdit: visione \pa kage entri "(2) . . . 252

A.35FdEdit: visione \inheritan e entri "(1) . . . 253

A.36FdEdit: visione \inheritan e entri "(2) . . . 254

A.37FdEdit: visione \inheritan e entri "(3) . . . 255

A.38FdEdit: visione \ lass entri " . . . 256

A.39FdEdit: le asso iazzioni(1) . . . 257

A.40FdEdit: le asso iazioni (2) . . . 258

A.41FdEdit: al une lassi, senza dettagli (1) . . . 259

A.42FdEdit: al une lassi, senza dettagli (2) . . . 260

A.43FdEdit: al une lassi, senza dettagli (3) . . . 261

A.44FdEdit: erediterieta, senza dettagli . . . 262

A.45FdEdit: dettaglio delle lassi (1) . . . 263

A.46FdEdit: dettaglio delle lassi (2) . . . 264

A.47FdEdit: dettaglio delle lassi (3) . . . 265

A.48FdEdit: dettaglio delle lassi (4) . . . 266

A.49FdEdit: dettaglio delle lassi (5) . . . 267

A.50FdEdit: dettaglio delle lassi (6) . . . 268

A.51FdEdit: dettaglio delle lassi (7) . . . 269

A.52FdEdit: dettaglio delle lassi (8) . . . 270

A.53FdEdit: dettaglio delle lassi (9) . . . 271

A.54FdEdit: dettaglio delle lassi (10) . . . 272

A.55FdEdit: dettaglio delle lassi (11) . . . 273

A.56FdEdit: dettaglio delle lassi (12) . . . 274

A.57FdEdit: dettaglio delle lassi (13) . . . 275

A.58FdEdit: dettaglio delle lassi (14) . . . 276

A.59FdEdit: dettaglio delle lassi (15) . . . 277

A.60FdEdit: dettaglio delle lassi (16) . . . 278

A.61FdEdit: dettaglio delle lassi (17) . . . 279

A.62Display: le lassi prin ipali . . . 280

A.63Display: dettagliodelle lassi (1) . . . 281

A.64Display: dettagliodelle lassi (2) . . . 282

(15)

A.67Display: dettagliodelle lassi (5) . . . 285

A.68Display: dettagliodelle lassi (6) . . . 286

A.69Display: dettagliodelle lassi (7) . . . 287

A.70Display: dettagliodelle lassi (8) . . . 288

A.71Display: \pa kage entri " . . . 289

A.72Display: \inheritan e entri " . . . 290

A.73Equation Solver: i listener e al une lassi . . . 291

A.74Equation Solver: le lassi prin ipali . . . 292

A.75Equation Solver: lassi e asso iazioni . . . 293

A.76I onvertitori: i listener e al une lassi . . . 294

A.77I onvertitori: le lassi prin ipali . . . 295

A.78I onvertitori: dettaglio delle lassi (1) . . . 296

A.79I onvertitori: dettaglio delle lassi (2) . . . 297

A.80Classi ausiliarie . . . 298

A.81Classi ausiliarie: dettaglio (1) . . . 299

A.82Classi ausiliarie: dettaglio (2) . . . 300

A.83Classi ausiliarie: dettaglio (3) . . . 301

A.84Classi gra he . . . 302

A.85Classi gra he: dettaglio (1) . . . 303

(16)

System Dynami s e Computer

Simulation

1.1 Introduzione

S opo di questo apitoloequellodi presentare una rapidae on isa

introdu-zioneaimetodie aglistrumentidella SystemDynami s, alleproblemati hedella

Computer Simulationedella simulazione ontinua.

LaSystem Dynami sfauso dimetodidi aratteregenerale la ui

implementazio-ne ri hiede l'uso di software progettato ad ho he onsenta la de nizione di un

modello del sistema sotto esame, la de nizione di relazioni he ne des rivono il

omportamento e la lorosoluzione ottenuta utilizzando i metodi della

program-mazionedis retadalmomento he levarie equazionides rittivedelmodellosono

s rittein funzione diuna variabile tempo dis retizzata.

1.2 La Simulazione dei Sistemi

1.2.1 Introduzione

La simulazione [Iaz75℄ rappresenta l'arte di ostruire modelli matemati i di

sisteminaturaliedarti iali omplessi, modelli heepossibiletestareutilizzando

un omputer.

Con etti hiavedellapre edentede nizionesonoi on ettidisistema edimodello

visti ome oggetti delpro esso disimulazione.

Unsistema puo essere de nito ome un insieme di omponenti interagenti fra di

loroinmododa dar luogo adun omportamento osservabile.

Unavoltastabilitoqualielementifanno partedelsistemae qualifannoparte del

mondoesternoal sistema,e possibile studiareil omportamentodelsistema

uti-lizzandoun modellodelsistema uisipongonodelledomande, ovvero epossibile

(17)

Il modellodel sistema onsistein genere inuna rappresentazione astrattao

sim-boli a delsistema inesame.

Il modello ontiene i omponenti del sistema e le loro interazioni e rappresenta,

in genere, una visione sempli ata del sistema, dal momento he in esso sono

rappresentati solo gli elementi signi ativi per il tipo di studio he si intende

ompiere sulsistema.

La risoluzione di un problema mediante un modello di un sistema la si ottiene

nelrispetto diun erto numerodi vin olidetti

 ondizioni inizialie

 ondizioni al ontorno.

Le ondizioni iniziali de nis ono le ondizioni del sistema all'inizio dello

stu-diomentre le ondizioni al ontorno sono ivin oli he il mondoesterno pone

all'evoluzionedel sistemaovvero ai ambiamentidistato delmodello delsistema

oggettodi studio.

S opo della simulazione e pertanto, dato un sistema, de nirne un modello ui

assegnare ondizioni iniziali e al ontorno e studiare l'evoluzione del modello in

mododaottenere, se esiste, una soluzione ad un dato problema.

Durante l'evoluzione del modello tutti i suoi omponeneti mutano le loro

on-dizioni istantanee ovvero il loro stato sebbene solo le ondizioni rilevanti per lo

studio delsistema entrino afar parte della de nizione di uno stato. Un modello

diun sistema non rappresenta il omportamentodel sistemadalmomento he il

omportamentoe des ritto dalla su essione degli stati del sistema,detta storia

degli stati. Se il modello e stato de nito in modo orretto, gli stati del sistema

orrispondono agli stati del modello in modo he la su essione degli stati del

modello orrisponda allasu essione degli stati delsistema.

Dato un sistema di ui si de nis e un modello, si puo usare il modello in un

pro essodisimulazioneperprodurre unasu essione distati he sisuppone

or-rispondere allasu essione di stati del sistema dato, in modoadeguato rispetto

aglis opi peri quali lasimulazionee stata e ettuata.

1.2.2 Caratterizzazione dei sistemi

Il passoinizialeperlade nizionediun modello diun sistemaelade nizione

dell'interfa ia fra il sistema e l'ambiente esterno.

L'ambiente esternoindividua tutti glielementi he non appartengono al sistema

inesame ma he pongono vin oli (detti ondizioni al ontorno) sulla sua

evolu-zione.

I vin oli posti dall'ambiente esterno sul sistema non dipendono dall'azione del

sistemasull'esterno. La de nizione dell'interfa ia dipende dagli obbiettividello

(18)

possonodistinguereal unegrandezze aratteristi hesoggette avariareneltempo

edettevariabili. Lefunzioni hedes rivonol'andamentoneltempodellevariabili

sono dette segnali.

Le variabili aratteristi he di un sistema sono tali he l'evoluzione di al une di

esse dipende daquelladi altre.

Side nis onopertantolevariabili di ingresso ovariabiliindipendentio ause, le

variabili interne ele variabili di us ita ovariabilidipendenti o e etti.

Le variabili di ingresso possono essere viste ome le ause prime del

omporta-mentodelsistema. Levariabiliinterneequelle dius ita sioriginanodall'interno

delsistemaesi di erenzianoperl'obbiettivodella loroazione: leprime agis ono

su altri omponenti interni al sistema mentre le se onde agis ono sull'ambiente

esterno. Tali variabili sono dette endogene. Le variabili di ingresso sono dette

esogene dalmomento he sioriginano nell'ambienteesterno.

Le variabili esogene a loro volta si di erenziano in variabili manipolabili e

va-riabili non manipolabili: le prime sono variabili il uiandamentonel tempo puo

essere in uenzato dall'internodel sistema mentre le se onde sono variabili il ui

andamento nel temponon puo esserein uenzato.

Disolito ([Mar81℄) di un sistema si da una rappresentazione utilizzando blo hi

e ollegamenti(ovvero ar hi orientati) fra blo hi. I blo hi possono

rappresen-tare o ilsistema nella sua interezza (modello a bla k box) oppure i varielementi

omponentiil sistema.

Nelprimo aso le onnessioniiningressoalblo orappresentanole variabili

eso-gene mentre le onnessioni inus ita rappresentano le variabilidi us ita.

Nelse ondo aso sonorappresentate an he levariabiliinterne ome ollegamenti

fra omponenti interni delsistema.

Gli s hemi a blo hi onsentono di rappresentare un sistema omplesso ome

omposto da un erto numero di blo hi inter onnessi. In tal modo e

possi-bile evidenziare le relazioni di ausa ed e etto (an he in presenza di anelli di

feedba k ) fra le variabili aratteristi he del sistema. In un sistema si ha un

anellodi feedba k tutte levolte he una atena dilegami ausa-e ettosi hiude

suse stessa inmodo he un e etto diventi una delle ause dise stesso.

Nei diagrammi a blo hi in piu e possibile rappresentare on fa ilita i

ollega-menti per orsi dai segnali all'interno del sistema e fra il sistema e il suo mondo

esterno.

1.2.3 Caratterizzazione e lassi azione dei modelli

Un modello 1

e, pertanto, una rappresentazione si a o una des rizione

sim-boli a di un sistema di uisi vuolestudiare l'evoluzione e,in quanto tale, e una

rappresentazione/des rizione approssimatadelsistema in esame.

Larappresentazione si a diun sistema da luogo adun modello si o utilizzato

1

(19)

per des rivere per analogia il sistema in esame. Esempi di modelli si i sono i

modelliins ala, i modellii oni ied imodellianalogi i.

Questi ultimi sono aratterizzati da grandezze si he diverse male ui relazioni

re ipro he sonoanaloghe aquellefra legrandezze si he aratteristi hedel

siste-mainesame.

La des rizione simboli a di un sistema de nis e un modello matemati o.

Dire-mo ([Mar81℄) he di un sistema si ha un modello matemati o(nel seguito solo

modello) se sono note le equazioni he onsentono di determinare gli andamenti

nel tempo delle variabili interne e di us ita noti gli andamenti nel tempo delle

variabiliesogene.

Neimodellimatemati i levariabilisono rappresentate ingenere da numeri reali

ui sono asso iate pre ssate unita di misura mentre i segnali sono funzioni he

legano i valoridelle variabili alla variabile tempo, he puo assumere valori reali

oppuremultipli interi di un intervallodi tempo T 2

.

I modellimatemati ipossonoessere lassi ati omestati i oppuredinami i.

Inunmodellostati olevariabilidiingressonon ambianoilorovaloriperlunghi

intervalli di tempo. In tal modo si hanno legami puramente algebri i fra le

va-riabilidiingressoe levariabiliinterneedi us ita. Il sistemaesupposto essere in

unostato detto diregime stazionario o diequilibrioin uisonoassentifenomeni

transitori. In tale ondizionetutti isegnali assumono valori ostanti.



E,ingenere, possibileadottare un modellostati osolonel aso gli ingressi

assu-mano valori ostanti oppure variabili lentamente rispetto alle ostanti di tempo

delsistema inesame. Un modello stati oe di solito ostituitodauna o piu

fun-zioni de nitein modoanaliti o,gra oo tabellare.

Imodellimatemati istati i non dannoinformazionisuiregimi transitori, ovvero

sugli andamenti neltempo delle variabili dipendenti nel passaggioda un regime

stazionario adun altro.

Per ottenere tali informazioni e ne essario far uso di modelli dinami i dal

mo-mento he tali modellifanno uso di equazioni he des rivono sia i legami fra gli

andamenti delle variabili sia i legami fra le variazioni di tali andamenti, questi

ultimiutilizzando equazioni di erenzialioalle di erenze nite.

Nel aso siutilizziunmodellodinami operlostudiodiun sistema,l'analisidella

risposta del sistema ad uno o piu segnali detti di e itazione viene fatta

suppo-nendo he il sistema sia inizialmente inuna ondizione di equilibrio o di quiete.

Una ondizione di equilibrioe una ondizione in uitutte le variabili hanno

va-lori ostanti. In tale ondizione le variabili di us ita non variano a meno he le

variabili di ingresso non subis ano a lorovolta delle variazioni. In al uni asi le

variabilidius ita possono variarean he in assenzadivariazionidelle variabili di

ingresso. In tal aso l'evoluzionedelsistema dipende dalsuo stato iniziale.

I modelli matemati i possono inoltre essere lassi ati ome modelli lineari e

modellinon lineari. Un modelloe detto essere linearese soddisfalaproprieta di

2

(20)

sovrapposizione degli e etti mentre e detto essere non linearese non la soddisfa.

Datoun sistemain una ondizione diquiete il prin ipiodi sovrapposizione degli

e etti stabilis e he:

1. se ad una ausa x orrisponde un e etto y, ad una ausa x orrisponde

l'e etto y, 8 2<; 2. seaduna ausax 1 orrispondeun e etto y 1 e aduna ausax 2 orrisponde un e etto y 2

,allora ad una ausa x

1 + x 2 orrispondel'e etto y 1 + y 2 .

Molti sistemi ammettono modelli lineari se le variabili non assumono valori al

di fuori di dati intervalli di valori detti intervalli di linearita, uno per ias una

variabile. Inmolti asi epossibile,inoltre,usaremodellistati iedinami ilineari

an he perlo studio disistemi non linearia pattodi eseguire delle linearizzazioni

lo aliapprossimando on retteandamentides rittidafunzionidiordine

superio-re.

Un modello, lineare o meno, si di e, in ne, stazionario se soddisfa la proprieta

di invarianza nel tempo o di traslazione nel tempo di ause ed e etti. Se ondo

tale proprieta, dato un sistema inizialmentein quiete, se ad una ausa x(t)

or-risponde un e etto y(t), 8T2 < +

aduna ausa x(t T) orrisponde un e etto

y(t T).

1.2.4 Sistemi ontinui

I sistemi ontinui ([Iaz75℄) sono sistemi he, ai ni dell'analisi, sono

onsi-derati aratterizzati daun usso ontinuodi materiali ( usso di materiali) e di

informazioni( usso di informazioni).

I sistemi ontinuisono disolito des rittidamodellimatemati i aratterizzatida

1. equazionidi erenziali,

2. equazionialledi erenze nite

he des rivono le leggi divariazionedelle variabili neltempo.

Adun sistema ontinuoe pertantoasso iato un erto numero diequazioni

di e-renziali oalle di erenze nite. Le te ni he di risoluzione adottate sono di solito

analiti he o numeri he ma e possibile far uso di te ni he di simulazione. La

simulazione,nel aso di equazioni alle di erenze nite viste an he ome

appros-simazioni di equazioni di erenziali, si tradu e nel al olo iterativo delle varie

equazionia partireda un istanteiniziale e sulla base diun erto numerodi

on-dizioniiniziali.

Nei sistemi ontinui e ne essario individuare, per prima osa, gli elementi he

ostituiranno le variabili di stato, quelli he ostituiranno le variabili esogene, i

(21)

su essivoerappresentatodallarisoluzione ovverodalladeterminazionedei

valo-ridellevariabilidistatoall'istantet+tuna volta hesianonoti ivaloriditutte

le grandezze all'istante t e dalla ripetizione di tale determinazione dall'istante

inizialeall'istante nale della simulazione,rappresentatida un istante 0e da un

istante nt.

Il risulato dell'elaborazione, he rappresenta il prodotto della simulazione,e

o-stituito dagli andamenti nel tempo delle variabili di stato insieme a quelli delle

variabiliesogene ed eventualmentedei parametri.

I sistemi ontinui possono essere lassi ati ome ( fr. la sezione 1.2.3) di tipo

lineare o non lineare, di tipo stazionario o non stazionario. Nel aso dei sistemi

lineariilprin ipiodisovrapposizionedeglie ettidevevalere([Iaz75℄)siarispetto

alle ondizioni iniziali (inassenza di ingressi)sia rispetto agliingressi (quali he

sianole ondizioni iniziali)estabilis eun legamefra le ause(variabiliesogene e

valoriiniziali delle variabilidi stato) ele variabili individuate(nel modello o nel

sistema) ome e etti.

I sistemi (ed i modelli) stazionari sono aratterizzati da parametri ostanti nel

tempomentre i sistemi(ed i modelli)non stazionarisono aratterizzatida

para-metrivariabilinel tempo.

Se un sistema ontinuoe ditipolineare e stazionariolo si puo des rivere on un

erto numerodi equazionialle di erenze nite lineari a oeÆ ienti ostanti.

I sistemi ontinui, inoltre, possono essere aratterizzati da anelli di feedba k in

uiunaus ita,attraversounatrasformazione,vieneriportatainingresso( asodi

unsistema onunsoloingressoeunasolaus ita)e omposta onquesto. De nito

ilsegnale errore ome la di erenzafra il segnalein ingressoe ilsegnale inus ita

riportatoin ingresso,il feedba k si di e negativo sead un aumentodel se ondo

orrisponde una diminuzione dell'errore altrimenti si di e positivo. Nei asi di

feedba k positivoilsistematendeallainstabilitamentre,qualorailfeedba k sia

negativo, il sistema, di solito, tende ad una posizione di equilibrio ovvero tende

a raggiungere un obbiettivo ( omportamento \goal seeking") sebbene, nel aso

in ui la atena di ritorno sia aratterizzata da un guadagno e essivo ( fr. la

sezione1.2.5), sipossa avere instabilitaan he inpresenza di feedba k negativo.

Lostudiodeisistemi ontinuilineariestazionarisibasasuunateoriabenfondata

la uitrattazione esula dallo s opo della presente tesi ( fr. al proposito [Iaz75℄ e

[Mar81℄). Inquesto ontesto isilimitaanotare omeilproblemadibase

dell'a-nalisidi un sistema on le proprieta suddette sia quello di determinare il valore

dell'us ita dato un ingresso appli atoin un erto istante t

0

e date le ondizioni

iniziali. Tale problema lo si risolve, nell'ambito della Teoria dei Sistemi,

deter-minandolarispostadelsistema ome sommadellarisposta libera edellarisposta

forzata. Perrispostaliberaside nis e larispostadelsistemainevoluzione libera

ovvero in aso diingressi nullie ondizioniiniziali non nullementre perrisposta

forzatasi de nis e larisposta delsistemainevoluzioneforzata ovvero in

(22)

Dynami sneiqualisipuoanalizzarel'evoluzionedelmodelloavendo ssato ome

ostanti(an he nulle) tuttelevariabili esogene inmodo he ilmodellosi portiin

unasituazione diequilibrio perpoiappli are a erte variabiliesogene deisegnali

diingressoditipoparti olare(tipi amentedellefunzionigradinounitariotraslate

neltempo) he permettonodivalutarel'evoluzionedelsistema(edelmodello)in

presenza disolle itazioni esterne.

Un metodo s hemati o per la des rizione dei sistemi ontinui ([Iaz75℄) e quello

della System Dynami s ( fr. la sezione1.3).

Comesarameglioillustratonellasezione1.3, lastrutturadibasediunmodelloe

omposta da elementidi a umulazione,detti livelli, ollegati daar hiorientati

he rappresentano s ambi di entita (informazionio materiali) fra i livelli e sono

dettiflussi. I ussi sono regolatidaequazioni he dipendonodailivelli uisono

ollegati e da altre grandezze del modello. Il modello pone in relazione ussi e

livelliepertanto,poi hei ussisonorappresentatidalladerivata diunavariabile

livello, rappresenta, in genere, un sistema di equazioni di erenziali

rappresenta-bili ome equazionialledi erenze nite.

Nel aso, adesempio,diuna relazione( fr. lesezioni1.3e1.4)diproporzionalita

direttafra un livelloy(t)(ad esempioCapitale) e un usso xentrantenellivello

(ad esempio interesseAnnuo) in ui la ostante di proporzionalita b e positiva

(puo essere iltasso di interesse) si possono s rivere leequazioni seguenti:

y(t+t)=y(t)+x(t)t (1.1)

x(t)=by(t) (1.2)

dalle quali, on sempli i passaggi e supponendo t tendente a 0, si ottiene la

seguenteequazione di erenziale delprimo ordine:

dy(t)

dt

=by(t) (1.3)

la ui soluzione e y(t) = y(0)e bt

in ui y(0)e il valore all'istante iniziale del

livelloy(t). A tale des rizione intermini diequazionidi erenziali orrispondono

duedes rizionipittori heinterminisiadiundiagrammaCLsiadiundiagramma

FD( fr. lesezioni1.3e1.4). L'esempiovisto aratterizzaun anello onfeedba k

positivoin uientrambelevariabilimostranounandamento res enteneltempo.

In modoanalogo si puo aratterizzare un anello on feedba k negativo in ui le

variabilitendono azerooppureadun valore obbiettivo. Il primo asoedes ritto

dalle equazioni seguenti (in ui a e una ostante positiva he puo rappresentare

la\vitamedia" diun bene):

y(t+t)=y(t) x(t)t (1.4)

x(t)= 1

(23)

dalle quali si puo ottenere, on passaggi analoghi ai pre edenti, la seguente

equazionedi erenziale delprimo ordine:

dy(t) dt = 1 a y(t) (1.6)

la ui soluzione e y(t) = y(0)e t

a

in ui y(0)e il valore all'istante iniziale del

livello y(t). A tale equazione orrisponde un andamento del livello de res ente

neltempo. Come nel aso pre edente, almodellomatemati o orrispondonodue

des rizionipittori he in terminidiun diagramma CLe diun diagrammaFD.

Nel aso, in ne, in ui si vogliamodellizzare un par heggio in ui posono essere

presentialpiuY autoe in ui, all'istantet, sono presentiy(t)auto sipuo

pro e-dere ome segue. Se si de nis e on k la frequenza di arrivo (k > 0) delle auto,

si ha un sistema in ui un usso tende a far res ere un livello il quale a sua

voltalimitailvalore del usso no a he, eventualmente, ilpar heggiosi riempie

eil usso siannulla. L'equazione he des rive l'andamento del ussoe,an he in

questo aso,unaequazionedi erenzialedelprimoordineedhalaseguenteforma:

dy(t)

dt

=k(Y y(t)) (1.7)

Taleequazione halaseguentesoluzione ([Iaz75℄):

y(t)=Y (1 e kt

) (1.8)

mentre l'equazione del usso x(t)e laseguente:

x(t)=kY e kt

(1.9)

In qesto aso si ha una grandezza (illivello) he tende adun valore limite (Y)e

un'altragrandezza(il usso) he tendeazero. Sipuoveri are ([Iaz75℄) hetutti

isistemimodellizzati onunsololivellosonodes rivibilidaequazionidi erenziali

delprimo ordine mentre, se si introdu onolivellie relazioni fra ussi e livelli,si

deve far ri orso a equazioni di erenziali di ordine superiore. Ad esempio nel

aso di tre livelli e tre ussi in relazione fra di loro si puo dover ri orrere a tre

equazioni di erenziali (una del primo ordine, una del se ondo ordine e una del

terzo ordine) per des rivere gliandamenti dei tre livelli nel tempo dove, in ogni

equazione ompaiono solo la funzione he des rive il livello e le sue derivate. I

metodi della System Dynami s rimpiazzano on rappresentazioni pittori he, piu

intuitiveepiufa ilidade niree aratterizzare,isistemidiequazionidi erenziali

he sarebbealtrimentine essario impostareperdes rivere un sistema ontinuo.

1.2.5 Stabilita e sistemi on anelli di feedba k

Un sistema ([Mar81℄) soggetto ad una perturbazione in ingresso 3

inve e di

raggiungere una ondizione diequilibrio puo mostrare una risposta di ampiezza

3

(24)

res ente nel tempo. Un sistema (non ne essariamente) lineare 4

he presenti un

tale omportamento sidi e instabile.

Il aso piusempli e he si possa analizzare perdis utere il on etto di stabilita e

quellodiun sistema on:

1. una variabilein ingressox(t) e

2. una variabiledi us ita y(t).

Sisuppone he il sistema siain una ondizione di equilibrio all'istantet = t

0 e

he venga perturbato mediantel'appli azionediun segnalenon nulloedidurata

limitata allavariabiledi ingressox(t).

Il sistema in risposta a tale perturbazione puo presentare tre omportamenti

distinti he si tradu ono in:

1. una risposta limitata 5

,

2. una risposta divergente,

3. una risposta onvergente asintoti amentea zero.

Nel aso (1), he orrisponde ad un omportamentostabile, si ha he esiste una

ostante M tale he jy(t)jM per t t

0 .

Nel aso (2), he orrisponde ad un omportamento instabile, una tale ostante

non esiste, ovvero si puo a ermare he 8M 09t t

0

tale he jy(t)jM .

Nel aso (3), in ne, siha he esiste una ostanteM omenel aso (1)einpiusi

ha:

lim

t!+1

y(t)=0

Il aso (3)e detto asintoti amente stabile ostrettamentestabile ([Mar81℄).

Per i sistemi lineari il omportamento del sistema sottoposto ad una

perturba-zione, dato he ad essi si appli a il prin ipio di sovrapposizione degli e etti, e

indipendente dal punto di equilibrio in ui si trova il sistema al momento della

perturbazione e dall'entita di questa per ui un sistema lineare e detto essere

stabile, instabile oppure asintoti amente stabile se il suo omportamento in

ri-sposta aduna perturbazionee, rispettivamente, deltipo (1), (2)o (3).

Oltre alla stabilita in presenza di una perturbazione ([Mar81℄), dis ussa nei

pa-ragra pre edenti, si puo fareriferimentoallastabilita in presenzadi ingresso

li-mitato.

Datoun sistemaadun soloingressoedunasolaus ita he sitrovi inunostato di

equilibrio aratterizzatodaingressoeus itaidenti amentenulli,ilsistemaedetto

essere stabilein presenza di un segnale diingresso limitatose adogni segnale di

4

Nel seguito della sezione faremo riferimento essenzialmente ai sistemi lineari stazionari,

salvoavviso ontrario.

(25)

ingressox(t) di ampiezza limitata(ovvero tale he 9M

x

tale he jx(t)jM

x 8t)

orrisponde un segnale di us ita y(t) di ampiezza limitata(ovvero tale he 9M

y

tale he jy(t)j  M

y

8t). An he la stabilita in presenza di ingresso limitato e

indipendente dalpunto diequilibrio delsistemaedal valore diM

x

dalmomento

he, inforzadel prin ipiodisovrapposizione deglie etti, sele relazionisuddette

sonosoddisfatte perdue valoriM

x eM

y

allorasono soddisfattean he peri valori

M

x e M

y

8 0.

I on ettidistabilitainpresenzadiunaperturbazioneedistabilitainpresenzadi

ingressolimitatopossonoessereappli atiall'analisidisistemi aratterizzatidalla

presenza dianelli di feedba k , detti an he sistemi in retroazione ([Mar81℄).

Il asopiusempli edimodellodiunsistemainretroazioneequellodiunos hema

ablo hi aratterizzato dadue modulie daun sommatore 6

ollegatiin mododa

formareun singoloanello di feedba k .

Il modelloe aratterizzato da:

1. un erto numero disegnali;

2. idue moduli on lerelative relazioniingresso-us ita;

3. ilsommatore e

4. le due atene di trasferimento del segnale: la atena diretta e la atena

inversa.

Figura1.1: Esempio di sistema in retroazione

Nella gura 1.1 il segnale di ingresso e rappresentato dalla funzione r(t)

he, passando attraverso la atena diretta, determina il segnale di us ita (t).

Il segnale (t) riportato in ingresso attraverso la atena inversa permette di

generare,medianteilsommatore,ilsegnale erroree(t) = r(t) H( (t)) ilquale,

a sua volta, passando attraverso il modulo aratterizzato dalla funzione G,

6

Un sommatoreeunelemento he omponeisegnaliiningressoinbaseaisegnipresentisui

(26)

permettedide nireil segnale (t). Dalmomento he il segnaleerroree al olato

ome di erenzadei due segnali r(t) e (t) l'anellodi feedba k di gura1.1e un

anellodifeedba knegativoeilsistematendeaportarsiinunostatodiequilibrio

in ui e e(t) = 0. Il raggiungimento dello stato di equilibrio puo avvenire in

presenza oassenza di os illazionismorzate attornoallaposizionedi equilibrio.

L'analisi di tali sistemi puo essere svolta determinando la funzione di

trasfe-rimento della atena diretta G(s) e la funzione di trasferimento della atena

inversa H(s) in modo da de nire la funzione di trasferimento del sistema nella

osiddetta formaminima([Mar81℄):

G 0 (s) = C(s) R (s) = G(s) 1+G(s)H(s) (1.10)

in ui R (s) e la Trasformata di Lapla e del segnale di ingresso e C(s) e la

TrasformatadiLapla e del segnaledi us ita. 

Epossibile,quindi, al olare (t)

antitrasformandoC(s) ottenuto omeG

0

(s)R (s).

Lo studio della stabilita del sistema il ui modello e presentato in gura 1.1 si

puori ondurre all'analisidella funzioneditrasferimentoinformaminimaovvero

alla analisi dei suoi zeri e dei suoi poli 7

. Si puo dimostrare ([Iaz75℄) he un

sistemalineare stazionario estabile se e solo setutti i poli della sua funzione di

trasferimento hanno parte reale negativa in modo he i modi di evoluzione del

sistemasono o esponenzialide res enti ofunzioni periodi he smorzate.

Nella equazione 1.10, G(s) rappresenta la funzione di trasferimento del sistema

in assenza di feedba k mentre H(s) rappresenta il ontributo della atena di

feedba k : se H(s) 6= 0 il sistema e aratterizzato da un feedba k per ui il

guadagno del sistema varia del fattore 1+G(s)H(s). In funzione del valore di

j1+G(s)H(s)jsi hanno itre asi seguenti:

1. j1+G(s)H(s)j< 1

2. j1+G(s)H(s)j= 0

3. j1+G(s)H(s)j> 1

ui orrispondonoperilguadagnodelsistema ompresol'anellodifeedba kG

0 (s)

itre asi seguenti:

1. G 0 (s)>G(s) 2. G 0 (s)=+1 3. G 0 (s)<G(s) 7

(27)

Nel primo aso ([Iaz75℄) il feedba k e detto essere positivo e il sistema e detto

rigenerativo,nelse ondo aso ilsistemaeun os illatoree sipuoavere unsegnale

il us ita an he senza nessun segnale in ingresso e nel terzo aso il feedba k e

negativo eil sistemaedetto essere degenerativo.

Unaveri adellastabilitadiunsistemalasipuofareutilizzandoildenominatore

della 1.10 ovvero 1+G(s)H(s). Lo s opo e quello di veri are per quali valori

dis si haj1+G(s)H(s)j <1 in modo he il sistema sia stabile. Tale veri a di

stabilitasibasa sull'analisideldiagramma polaredella funzione ditrasferimento

a atena aperta G(s)H(s). In questa sede i si limitaad osservare ( riterio di

Nyquist) he se la urva polare suddetta ra hiude il punto ( 1;j0) allora il

sistemae instabile.

Dato un sistema lineare stazionario e stabile si puo diostrare he valogono le

proprieta seguenti ([Iaz75℄):

1. la risposta libera del sistema tende a zero per t ! +1 quali he siano le

ondizioniiniziali,

2. inassenzadisegnalidiingressoilsistemahaun solostatodiequilibrio

sta-bilein ui siporta apartire daun qualunque insiemedi ondizioni iniziali.

Lo stato di equilibrio e detto di riposo e in tale stato le ondizioni iniziali

sono nulle.

1.2.6 S hemi a blo hi e gra di usso

La gura 1.2 ([Mar81℄) rappresenta il diagramma a blo hi di un sempli e

sistemain retroazionee il orrispondente grafodi usso.

Figura1.2: S hema a blo hi e grafo di usso orrispondente

Ungrafo di usso rappresentaunmodoalternativoaglis hemiablo hiper

rap-presentare gra amente sistemi omplessi. Mediante i gra di usso un sistema

(28)

latrasforamzione identita ovvero tale he 1(s) = s).

I nodisono dei tipiseguenti:

1. nodisorgente oindipendenti, prividi ar hiin ingresso,

2. nodiinterni o dipendenti, on almenoun ar o iningresso

mentre agli ar hi sono asso iatii oeÆ ienti he rappresentano letrasformazioni

eseguite su ias unar o.

Conriferimentoalla gura1.2,inodiee sonointernimentreilnodoreunnodo

sorgente e gli ar hi sono aratterizzati, rispettivamente, da una trasformazione

identita,dalla trasformazione g e dallatrasformazione h.

Adognigrafopuoessereasso iatounsistemadiequazionialgebri helineariin ui

innodisorgenterappresentanoitermini noti,inodidipendentisonolein ognite

mentre gliar hi rappresentano i oeffi ienti.

Nel aso della gura 1.2, il sistema di equazioni ( he onsente di esprimere la

variabilediun nodoin funzionedelle variabilideinodidella stellaentrantee dei

oeÆ ientisugli ar hi relativi) hala formaseguente:

e =r h (1.11)

=ge (1.12)

e puo essere espresso in forma ompatta (sostituendo la 1.12 nella 1.11 ed

e ettuando al unisempli i passaggialgebri i) ome segue:

e= r

1+hg

(1.13)

Figura1.3: Grafo di usso e sua riduzione in forma minima

Come risulta evidente dalle equazioni 1.11, 1.12 e 1.13 e ome e illustrato dalla

(29)

Datoun grafo G on un erto numerodi nodi sorgente x

0i

( i 2 [1;:::;n℄) e un

ertonumerodinodidipendentix

j

(j 2[1;:::;m℄)di ui iinteressanole

varia-bili,losi puoridurreinforma minima ottenendo un grafoGin uisono presenti

isolinodix

0i e x

j

on un ertonumero diar hi he li olleganodirettamentefra

diloro.

Lariduzione puoessere e ettuata:

1. per sempli azioni su essive ( fr. la gura 1.3) appli ando le regole di

riduzione he sarannointrodotteabreveinmododarimuoverenodiear hi

ritenutisuper ui,

2. inmododiretto medianteun'analisi deglielementitopologi i delgrafo.

Il pro edimento di riduzione per sempli azioni su essive si basa sulla

appli azionedelle seguenti inque regole:

1. riduzione di ar hi in parallelo ad un ar o il ui oe iente e dato dalla

sommaalgebri adei oeÆ ientidei singoliar hi,

2. riduzione di ar hi in serie he formano un ammino orientato (ed

elimina-zione dei nodi interni) adun ar o il ui oe ienteedato del prodotto dei

oeÆ ientidei singoliar hi,

3. eliminazionediun appio(anello he siiniziaesi hiudesullo stesso nodo)

di oe iente t on introduzione di un oe iente moltipli ativo 1=(1 t)

sututti gliar hi he terminanosu quel nodo,

4. dupli azionedi un nodo on dupli azione deirami entranti e distribuzione

deirami us enti inmodoarbitrariofrai nodi dupli ati,

5. dupli azione di un nodo on dupli azione dei rami us enti e distribuzione

deirami entranti in modoarbitrariofra inodidupli ati.

Tale pro edimento si tradu e nella rimozione di variabili e trasformazioni non

ritenute signi ative e puo trovare uso nell'ambito della simulazione di sistemi

dinami iperl'eliminazionedivariabiliausiliarieelasempli azionedei

diagram-miCL( fr. lasezione1.4). Lariduzioneillustratanella gura1.3estataottenuta

apppli ando,nell'ordine, leregole (5), (2) e(3).

Il pro edimento di riduzione diretta si basa sulla appli azione della formula di

Mason e sfrutta , nel aso di sistemi lineari,il prin ipio di sovrapposizione degli

e etti. Sfruttandotaleprin ipioepossibile onsiderareseparatamentel'e ettodi

ogni nodo sorgente su ogni nododipendente he si vuole mantenere nella forma

minimainmododaridursia onsiderareformeminime onun solonodosorgente

ed un solonododipendente, omenel aso della gura 1.3. Per ulterioridettagli

(30)

1.3 La System Dynami s

1.3.1 Introduzione

I metodidella System Dynami s he verrannobrevementedes rittinella

pre-sente sezionesono ditipogenerale maperpoterliimplementaree ne essariofare

uso diprodotti software adho .

Daunpuntodivistateori o,laSystemDynami s ([Kir98℄)sifondasul osiddetto

\appro iosistemi o" 8

emiraades rivere il omportamentodisistemi omplessi

onsiderandoli ompostidi un gran numero di parti interagenti in modo da

for-mare uno s hema uni ato.

Tale appro io ri hiede un ambiamento di prospettiva dal momento he non

vengono esaminati piu i singoli eventi e le relative ause ma vengono prese in

esame omplesse atenedi auseed e etti he, peresserediun qual he interesse,

devono ontenere anellidi feedba k .

Se ondo una visione tradizionale della Teoria dei Sistemi ( fr. la sezione 1.2),

infatti,lespiegazionidel omportamentodiunsistemavannosempreri er ate in

qual he evento esterno alsistema. L'appro io sistemi oribalta tale prospettiva

e ipotizza he la struttura interna sia spesso piu importantedegli eventi esterni

nella determinazionedel omportamento diun sistema.

Considerandoglieventi ome ausadi omportamentideisistemi,ingeneresi

ar-rivaallade nizione di atenedieventilegati fralorodarelazionidi ausa-e etto

he raramente onsentono di apire per he un sistema omplesso si omporta in

un erto modo, spesso ontrointuitivo, mentre onsiderando la struttura

inter-na del sistema puo essere piu fa ile apire il omportamento mostrato e questo

per he e lastruttura interna he determina tale omportamento.

1.3.2 Gli \andamenti tipi i"

L'analisidel omportamentodeisistemi ha ome punto dipartenza la

de ni-zione di un erto numero di andamenti (o s hemi di omportamento) tipi i he

possonoessereseguitidallevariabili aratteristi he delsistema. Taleappro iosi

basasull'assunzione he gliandamentitipi isonoris ontrabiliinmoltesituazioni

in ui la struttura del sistema e nota per ui, dato un erto andamento delle

variabili, e possibile inferire la struttura interna del sistema o, meglio, dato un

erto andamento delle variabili, e possibile ri er are nel sistema una struttura

he e apa e diprodurre quel omportamento.

Gliandamentitipi i ( fr. la gura1.4) he sarannobrevementeesaminatinel

se-guito perpoivenire asso iati (nella sezione 1.3.3) astrutture interne deisistemi

sono iseguenti:

1. res ita/de res ita esponenziale,

8

(31)

2. asintoti o,

3. res itaa S,

4. os illatorio.

Taliandamentipossonoessereosservatisiasingolarmentesiain ombinazionefra

diloro. Ad esempiononeraro osservare andamenti asintoti io di res ita

espo-nenzialeodi res ita aS on sovrapposte delle os illazionismorzate 9

o meno.

Figura1.4: Esempi di andamenti tipi i

Nel asodi res ita( fr. iltra iatoeti hettato ome(a)in gura1.4)o

de res i-taesponenziale lavariabiledi uisistudia l'andamentoassume, on unavelo ita

di variazione res ente nel tempo, valori res enti o de res enti a partire da un

valore iniziale.

Il modello matemati o di tali andamenti e ostituito, rispettivamente, dalle

funzioni([BS91℄) 10 : y(t)=Ae t=T on > 0eT >0 (1.14) 9

Unaos illazionesidi esmorzataselasuaampiezzatendeazero onilpassaredeltempo.

10

Lefunzioniutilizzatenelseguitoperrapprersentaregli\andamentitipi i"sonoovviamente

(32)

y(t)=Ae t=T

on > 0eT >0 (1.15)

InentrambeleequazioniilvaloreArappresentailvaloreiniziale(ovvero ilvalore

assunto dalla funzionepert=0).

L'equazione 1.14 des rive un andamento rapidamente res ente nel tempo. Per

apprezzarelasuarapiditaepossibile al olareilvaloredelladerivatadella

funzio-ne in t=0 e due grandezze qualila ostante di tempo eil tempo di raddoppio 11

.

Il valore della ostante di tempo  lo si ottiene imponendo he il valore

dell'esponente dell'esponenziale siauguale a 1per uisi ha:

 = T

(1.16)

Il valore del tempodiraddoppio lo siottiene risolvendo l'equazione y(t)=2y(0)

ottenendoil valore:  d = T ln2 = ln2 (1.17)

Il valore della derivata in t = 0 , he permette di individuare la retta tangente

alla urva nell'origine,edato dalla relazioneseguente:

y 0 (0)= A T =  (1.18)

Da tali relazioni si vede ome i valori della ostante di tempo, del tempo di

raddoppio e della tangente nell'origine dipendano dai valori di e T: tenendo

ostante, a bassi valori di T orrispondono andamenti rapidamente res enti

(bassivaloridi edi 

d

)mentre ad elevati valoridiT orrispondono andamenti

lentamente res enti(elevativaloridi e di

d

). Andamentioppostisiottengono

tenendo ostante T e fa endo variare .

L'equazione 1.15 des rive, inve e, un andamento rapidamente de res ente nel

tempo he puoesseredes rittosfruttandorelazionianaloghealle1.16,1.17e1.18

solo he inve e he di tempo di raddoppio si parla di tempo di dimezzamento 12

de nitosempredalla1.17elatangentenell'originehapendenza oppostaeper io

negativa.

Inquesto aso dopoun tempopari a lafunzionesieridottaadun valoreparia

0:368 delvalore iniziale. An he in questo aso i valoridi e diT in uenzano la

velo itadi variazionedella variabileverso il valore diregime (inquesto aso 0).

Nel aso di una evoluzione asintoti a dei valori di una variabile ( fr. i tra iati

eti hettati ome (b) in gura1.4), due sono gliandamentipossibili:

1. ilvaloreinizialedella variabileall'istantet =0,A

0

,emaggioredelvalorea

regimeA (ovvero, idealmente, at =+1)

oppure

11

Iltermineinglese orrispondenteedoubling time.

(33)

2. il valore iniziale della variabile all'istante t = 0, A

0

(puo essere an he

A

0

=0),einferiore al valore aregime A (ovvero, idealmente, at =+1)

Il primo aso e assimilabile al aso des ritto dall'equazione 1.15 e infatti lo si

puo des rivere on una equazione deltipo:

y(t)=A+(A

0

A)e t=T

on > 0eT >0 (1.19)

mentre il se ondo aso ( onsiderando un valore iniziale nullo 13

) puo essere

des ritto dauna equazione deltipo:

y(t)=A(1 e t=T

) on > 0eT >0 (1.21)

An heinquesto asosipuode nirela ostanteditempo edepossibilevalutare

il valore della tangente, rispettivamente, in (0;A

0

) e (0;0) svolgendo

onsidera-zioni analogheallepre edenti.

Nel aso di una res ita a S ( fr. il tra iatoeti hettato ome ( ) in gura 1.4)

la variabile mostra su un intervallo [0;t

0

℄ una res ita esponenziale dal valore 0

ad un valore A

1

seguita da una evoluzione asintoti a he, nel aso ideale, fa in

modo he lavariabile raggiunga un valore ostanteA

2 .

L'andamento puo essere des ritto dalla equazione seguente, in ui u(t)

rappresenta lafunzione gradinounitario 14 : y(t)=Ae t=T (u(t) u(t t 0 ))+A 1 (1+(A 2 A 1 )(1 e (t t 0 )=T 0 ))u(t t 0 ) (1.23) on >0, >0,T >0,T 0 >0e A 0 =Ae t0=T .

Nel aso di un andamento os illatorio ( fr. il tra iato eti hettato ome (d) in

gura1.4)lavariabilemostraun andamento he uttuaattornoadun livelloA

0 .

Taleandamentopuomostrareunamaggioreominoreperiodi itaeuna maggiore

ominore regolarita neltempo.

Il aso piu sempli ee quello diun andamentoperiodi o sempli edes rivibile da

una equazione ome la seguente 15

:

y(t)=A os (2t=T +') (1.24)

13

Leequazioni 1.19e1.21sonos rivibili entrambenellaforma

y(t)=A+(A

0 A)e

t=T

(1.20)

ilmotivodelladi erenziazioneedi tipoespositivo.

14

Lafunzione gradinounitarioeunafunzionedes rittadallerelazioniseguenti:

u(t)=08t<0; u(t)=18t0 (1.22)

mentrelafunzioneu(t t

0

)elastessafunzionetraslataint

0 .

15

Si ri orda he un segnalee detto essere periodi o se esiste unvalore T

0

tale he y(t) =

y(t+T

0 ).

(34)

Nell'equazione 1.24 ilvalore' rappresenta lafase della variabile ovvero il valore

dell'angolo all'istante iniziale. Il segnale des ritto dalla 1.24 varia in ampiezza

frai valoriA e A ed haun andamentoperiodi o diperiodoT >0.

Unavariantedegnadiinteressedeisegnaliperiodi isonoisegnaliperiodi i

smor-zati ovvero i segnali periodi i la ui ampiezza tende ade res ere neltempo no

adannullarsi.

Unmodellodi talisegnalie ostituitodalla seguente equazione ([BS91℄):

y(t)=Ae ( t=T

0

)

os(2t=T +') (1.25)

( on T > 0) in ui all'os illazione rappresentata dalla funzione oseno si

so-vrappone losmorzamentoimpostodall'esponenzialela uiampiezza de res e nel

tempo no adannullarsi.

1.3.3 Anelli di feedba k e diagrammi CL

Allo s opo di des rivere le varie strutture dei sistemi he ausano gli

anda-mentitipi ides rittinellasezione1.3.2ene essariointrodurreunanotazione he

permettadirappresentare gra amentele relazionidi ausa-e ettofra i vari

ele-menti diun sistema.

Tale notazione fa uso di eti hette (dette an he variabili) e di ar hi orientati: le

primeindividuanole variabili des rittive della struttura delsistema mentre i

se- ondiindividuano lerelazionidi ausa-e etto suddette.

Mediantetalielementigra i(ed altri hesarannointrodottiabreve)epossibile

ostruire diagrammi CL des rittivi dei vari sistemi. I diagrammi os ostruiti

possono ontenere i osiddetti anellidi feeba k (o anelli ausali,in inglese ausal

loop)ovvero ([Kir98℄)sequenze hiusedi auseed e etti: inpresenzadiunanello

di feedba k si ha he un elemento del diagramma in uenza se stesso attraverso

la osiddetta atena di reazione ( fr. an he la sezione 1.2.5). Gli elementi dei

diagrammi he non fanno parte di anelli di feedba k e appartengono a atene

di ause-e etti he non si hiudonosu se stesse fanno parte dei osiddetti anelli

aperti (o open loop) 16

.

Oltre aglielementivisti, per poter analizzare in modoeÆ a e la struttura di un

sistemaene essario onos erequal osadipiuinmeritoallerelazioni ausa-e etto

frai varielementi deidiagrammi.

Dati due elementi A e B tali he A e la ausa e B l'e etto (e pertanto esiste

un ar o orientato da A a B detto legame ausale) e ne essario stabilire se tale

relazioneedi proporzionalitadiretta oinversa.

Nelprimo aso unavariazionediA (aumentoodiminuzione) ausa una

variazio-ne dellostesso segnodiB per uia an o dellafre ia dell'ar oorientato daAa

B ompare un segno +.

Nel se ondo aso ad una variazione di A (aumento o diminuzione) orrisponde

(35)

Figura1.5: Ar hi on segno in diagrammi CL

una variazione disegno opposto diB (rispettivamente, diminuzione oaumento)

per ui a an o della fre ia dell'ar oorientato daA a B ompare un segno .

La gura1.5, trattada[Kir98℄ onminimiadattamenti,des rive unsistema per

ilriempimento diun bi hiere di a qua ovvero il pro esso di riempimentodi un

bi hiere di a qua.

Sebbene nel seguitoiterminisistema e pro esso sarannousati ome sinonimi,il

primopone l'a entosui modulimentre ilse ondo pone l'a ento sulle attivita.

L'analisi del diagramma di gura 1.5 puo iniziare da uno qualunque dei suoi

elementi. Supponendo, per sempli ita, he il bi hiere sia inizialmente vuoto, si

puopartiredal\livellodell'a qua"osservando he tantopiuquestoebasso tanto

maggioreeilvaloredeldislivello(ovverodelladi erenzafratalelivelloeil\livello

desiderato") da ui il segno sul orrispondente legame ausale. Proseguendo

e fa ile intuire un legame di proporzionalita diretta fra l'entita del dislivello e

la posizione del rubinetto (piuo meno aperto) e fra questo e l'entita del\ usso

dell'a qua" he a sua volta in uenza il valore del \livello dell'a qua" on una

relazionediproporzionalitadiretta.

Dalmomento heilpro essodes rittotendeadannullareilvaloredel\dislivello"

inmododa ausarela hiusuradelrubinetto el'annullamentodel usso, l'anello

difeedba keunanellodifeedba knegativo hetendeaportareilsistema

(36)

Il diagramma di gura 1.5 segnala tale fatto inserendo un segno ir olettato

( )al entrodell'anellodifeedba k . Unaregola prati a he permettedi

deter-minareseun anello difeedba k e ditipopositivooppurenegativoelaseguente:

un anello di feedba k e di tipo positivo (e tale fatto viene indi ato mettendo

un segno + ir olettato, , al suo entro) se ontiene un numero pari di legami

ausali di segno negativo mentre e di tipo negativo (e tale fatto viene indi ato

mettendounsegno ir olettato, ,alsuo entro)se ontieneunnumerodispari

dilegami ausalidi segno negativo.

Si fa notare ome non tutti gli elementi della gura 1.5 sono des ritti da

varia-bili ollegateaformare un anello di feedba k e in uenzabilidalla evoluzione del

sistema: la gura ontiene, infatti,un elemento he ssa un valore indipendente

dalla dinami a del sistema ma he la ondiziona pesantemente, tale elemento e

rappresentato dalla variabile esogena \livellodesiderato".

Oltre alla presenza di tale variabile esogena si fanno notare le aratteristi he di

altre due variabili: il \ usso dell'a qua" e il \livellodell'a qua". Come sara

ar-gomentato in modo piu approfondito nella sezione 1.3.4, la prima rappresenta

unagrandezza aratterizzata dauna velo ita mentre la se ondaeuna grandezza

ui puo essere asso iato un livello di a umulo. La prima, pertanto, e una una

variabileditipo usso(nelseguitosoloflusso)mentre lase ondaeunavariabile

ditipo livello(nel seguitosololivello).

(37)

La gura1.6(trattada[Kir98℄)illustraunanellodifeedba kpositivo. Sinonimi

possibili sono i lo virtuoso, se il fenomeno des ritto ha una valenza positiva, e

i lo vizioso se, vi eversa, hauna valenza negativa.

Se nel aso di anelli difeedba k negativoil sistema tendea portarsi, tranne he

insituazioniparti olari 17

,versounostatodiequilibrio,nel asosiabbiaunanello

difedba kpositivodisolitosiassistea res iteesponenzialidiunaopiuvariabili

dell'anello. Nel aso di gura 1.6, ad esempio, se si inizia l'analisi dalla

variabi-le \ apitale a umulato" si ha he quanto piu questo e elevato tanto maggiore

(a parita di tasso di interesse 18

) sara l'entita dell'\interesse" annuo he, a sua

volta, possiede un legame di proporzionalita diretta (qualora venga mantenuto

sul onto orrente enon siaprelevato) ol\ apitalea umulato": inquesto aso

si ha un anello di feedba k positivo nel quale entrambe le variabili (\ apitale

a umulato", fr. la gura 1.6, e \interesse") mostrano una evoluzione di tipo

esponenziale.

Comerisultadalla gura 1.5,un anellodifeedba knegativofasi he un sistema

tenda a portarsi vero una ondizione di equilibrio. In quel aso la ondizione di

equilibrioerappresentata dauno stato nale(rubinetto hiuso, usso dell'a qua

nullo e bi hiere riempito no al livello desiderato) raggiunto a partire da uno

stato iniziale in ui il valore iniziale della variabile di interesse (in questo aso

\livello dell'a qua") e inferiore al valore in ondizione di equilibrio. Un altro

esempioe quellodiun sistema diris aldamentoideale in uila temperatura

ini-ziale T

0

einferiore a quelladesiderata T

f .

Si parla, in tali asi, di omportamento asintoti o dal basso: la variabile di

in-teresse raggiunge il valore nale a partire da un valore iniziale inferiore, in un

tempo teori amente in nito.

Se, inve e, il valore iniziale della variabile di interesse e superiore al valore in

ondizione di equilibrio ( ome a ade in un sistema di ra reddamento ideale in

uilatemperaturainizialeT

0 

esuperiorea quelladesiderata T

f

)siparladi

om-portamento asintoti o dall'alto: lavariabile diinteresse raggiunge ilvalore nale

apartire daun valore inizialesuperiore, inun tempo teori amente in nito.

Entrambigliandamentisonoillustratinella gura1.4dalle urveeti hettate(b).

Nel aso in ui un anello di feedba k negativo ontiene dei ritardi dientita non

tras urabilel'evoluzioneinve e he di tipoasintoti opuoesseredi tipo

os illato-rio.

Unaipotesisoggia enteall'evoluzioneditipoasintoti oeinfatti hela orrezione

(rappresentata in genere dal vin olo ausale di segno negativo) agis a

istanta-neamenteinmododanon essere maidientitae essiva ripetto aivalori orrenti

delle variabilisu uiagis e.

17

In generale non e possibile, infatti, a ermare he in presenza di un anello di feedba k

negativoil sistemadaquestimodellizzatoevolvesempreversounostatodiequilibrio.

18

Come dovrebbe essere hiaro gia da questo esempio e ome sara hiaro da altri esempi,

Figura

Figura 1.6: Anello di feedba
k positivo e andamento di una delle variabili
Figura 1.10: Diagramma FD 
on un solo anello di f eedba
k : evoluzione di tipo
Figura 1.11: Esempio di diagrammi FD e CL 
on \
res
ita a S&#34; di una delle
Figura 1.13: Esempio di diagramma FD 
on \
res
ita a S&#34; seguita da de
lino di
+7

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