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Calabria: infrastrutture e territorio.

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Academic year: 2021

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Introduzione

Lo sviluppo del fenomeno turistico nel mondo è profondamente collegato alle condizioni di accessibilità alle varie destinazioni.

Una fondamentale importanza è rivestita, senza dubbio, dai progressi compiuti nell’ambito dei mezzi di trasporto, la cui molteplicità è stata fondamentale nel permettere la globalizzazione dei flussi turistici.

Dal 1840 al 1914, grazie allo sviluppo delle ferrovie e delle locomotive a vapore, gran parte dell’Europa poteva essere attraversata in treno, e il mutamento delle barche a vela in quelle a vapore permise la nascita della crociera transatlantica.

I mezzi di trasporto, dunque, sono da sempre un elemento fondamentale, senza il quale non saremmo mai potuti arrivare all’estensione delle mete turistiche di cui godiamo al giorno d’oggi.

Mentre circa diecimila aerei attraversano, ogni giorno, i nostri cieli e migliaia di imbarcazioni, crociere, car-ferry e imbarcazioni da diporto solcano continuamente i mari di tutto il mondo, anche i flussi stradali e autostradali continuano a mantenere la loro importanza, se non addirittura a predominare, grazie ad una loro maggiore accessibilità. Malgrado non manchino elementi che, talvolta, possano ostacolare gli spostamenti turistici (conflitti, catastrofi naturali, epidemie), l’industria del viaggio può ancora contare su centinaia di miliardi di euro di guadagno. Grazie a questo fenomeno di turismo di massa contemporaneo le destinazioni turistiche hanno subito uno sviluppo senza precedenti, ma questo non deve assolutamente far pensare ad una globalizzazione equilibrata delle mete. Continuano, infatti, ad esistere Paesi che conservano una posizione di assoluta dominanza: sono circa una cinquantina le destinazioni che assorbono la maggior parte di turisti su scala mondiale. L’Italia è, senza dubbio, una tra queste.

La Calabria, regione italiana che andremo ad analizzare proprio in relazione alla sua risposta nei confronti del flussi turistici, essendo caratterizzata da

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una splendida costa lambita dalle acque del mar Ionio e del mar Tirreno, ha fatto proprio del mare la sua principale risorsa turistica.

Le coste rocciose alternate ai litorali sabbiosi, il clima accogliente, la sua natura un po’ selvaggia e misteriosa dovuta soprattutto a uno scarso sviluppo industriale e all’assenza di grandi città su gran parte del territorio, hanno fatto si che questa regione venga tuttora considerata un vero e proprio paradiso naturalistico.

Non a caso il poeta Gabriele d’Annunzio definì il lungomare di Reggio Calabria “il più bel chilometro d’Italia”.

Questa regione, culla della Magna Grecia e terra di antichi insediamenti, però non è costituita esclusivamente da mete turistiche costiere, anche il suo entroterra è ricco di storia, di tradizione, di arte e di cultura. A coloro che vogliono assaporare il suo passato, questa regione offre un’ampia scelta fra chiese e monasteri, castelli e palazzi, borghi e luoghi dove sopravvivono usi e tradizioni secolari riscontrabili soprattutto nelle aree interne delle province di Reggio, Cosenza (riconosciuta nel 2008 come “città d’arte”), Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia.

Il turismo montano, invece, si sviluppa soprattutto nella Sila e sull’Aspromonte, dichiarati parchi nazionali, che dispongono di infrastrutture per gli sport invernali soprattutto nei centri di Camigliatello, Lorica e Gambarie.

Un altro aspetto importante che approfondiremo è lo sviluppo e lo stato attuale delle infrastrutture della Calabria. Questa regione, essendo dotata di ben tre aeroporti, può essere facilmente raggiunta in aereo.

L’aeroporto internazionale di Lamezia Terme, con voli giornalieri da e per le principali città italiane e capitali europee, rappresenta lo scalo principale della Calabria e uno dei primi del Mezzogiorno per numero di passeggeri, seguito dall’aeroporto di Reggio Calabria e, infine, da quello di Crotone.

Sono molti anche i treni a lunga percorrenza che permettono di raggiungere la cosiddetta “punta dello stivale”. Per chi arriva da nord la stazione ferroviaria di Lamezia Terme rappresenta, senza dubbio, lo snodo principale

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per poi poter raggiungere le località delle cinque province. La stazione di Reggio Calabria , invece, è lo scalo principale per numero di passeggeri. Parallelamente alle ferrovie dello stato opera anche una rete di ferrovie gestita da Ferrovie della Calabria S.r.l., società a responsabilità limitata costituita da alcune linee a scartamento ridotto il cui percorso cade interamente nel territorio regionale calabrese.

Per quanto concerne le strutture portuali il porto di Reggio Calabria, sede della direzione marittima della regione, è una struttura a carattere commerciale/industriale che, con oltre dieci milioni di passeggeri trasportati all’anno, rappresenta il primo della regione e il secondo in Italia per settore. Il porto di Gioia Tauro è, invece, un’infrastruttura industriale ed è il più grande scalo commerciale del Mediterraneo.

Altri porti (porto di Vibo Marina, porto di Crotone, porto di Tropea, porto di Cirò Marina, porto di Corigliano) sono prevalentemente scali turistici o destinati alla pesca e al diporto.

La Calabria è, inoltre, collegata al resto d’Italia attraverso l’autostrada A3 (Napoli – Reggio Calabria); essa costituisce il naturale prolungamento dell’Autostrada del Sole oltre a rappresentare l’arteria stradale principale dell’intera regione ma, come andremo a sviluppare successivamente, dati i lavori di ammodernamento iniziati (e mai terminati) non pochi anni fa per cercare di renderla più sicura e facilmente percorribile, non sono mancate problematiche e proteste, che hanno fatto gridare allo scandalo nazionale proprio per la situazione catastrofica in cui questa autostrada vige da ormai troppo tempo. Un disastro epocale che attraversa più di cinquanta anni di storia.

Persino il “New York Times” se ne è interessato in un reportage, definendola “il frutto marcio di un lavoro alimentato dalla criminalità organizzata”.

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Infrastrutture

Rete ferroviaria

La rete ferroviaria della Calabria comprende sia linee a scartamento normale, gestite dalle società del gruppo Ferrovie dello Stato che a scartamento ridotto, gestite dalla società a responsabilità limitata Ferrovie della Calabria S.r.l. (FC).

Essa è costituita dalle due dorsali Tirrenica e Jonica ed è di fondamentale importanza in quanto costituisce parte dell’asse ferroviario europeo Ten-1, indispensabile per il trasporto proveniente dalla Sicilia o dal nord verso di essa.

Linea dorsale Tirrenica: è la linea principale e si sviluppa lunga la costa calabrese del mar Tirreno con alcune tratte che si addentrano verso l’interno. E’ interamente a doppio binario ed elettrificata e rappresenta il principale collegamento dal sud verso Salerno, Napoli e Roma.

Linea dorsale Jonica: fu la prima ad essere costruita dalla Società delle Meridionali come proseguimento dell’itinerario adriatico via Bari e Taranto per poi allacciarsi a Salerno e Napoli. Offrì un prezioso servizio nei primi anni, ma poi fu penalizzata dalla scelta delle Ferrovie dello Stato di potenziare principalmente la costiera tirrenica, canalizzandovi gran parte del traffico. Le sue sorti non sembrano dover migliorare data la scelta di inglobarla in itinerari, esclusivamente, di interesse regionale a servizio delle città più importanti.

Oggi la rete ferroviaria della regione comprende ben 852 km di linee ferrate, di questi però solo 279 km sono a doppio binario, e dispone di 117 stazioni. Esiste una rete fondamentale (317 km) costituita dalla direttrice Tirrenica e le sue diramazioni:

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• Eccellente – Rosarno

• Rosarno – Porto di Gioia Tauro

inclusa nell’asse ferroviario Ten-1 Berlino – Verona – Bologna – Napoli – Villa San Giovanni – Messina – Palermo.

La rete complementare (534 km), invece, comprende: • Ferrovia Jonica

• Trasversale Paola – Castiglione – Sibari • Trasversale Lamezia Terme – Catanzaro Lido

Delle 117 stazioni ferroviarie Calabresi la stazione di Reggio Calabria rappresenta, senza dubbio, lo scalo principale per numero di passeggeri. Snodo strategico, rientra nel programma Centostazioni delle Ferrovie dello Stato, e da qui hanno origine le due linee ferrate per Napoli e per Taranto. Anche la stazione di Lamezia Terme è una delle più importanti della Ferrovia Tirrenica Meridionale, ed è anche punto di origine della linea per Catanzaro. Al terzo livello nazionale di importanza per stazioni si trova la stazione di Vibo Valentia-Pizzo con quattro binari attivi in cui viene effettuato servizio prevalentemente passeggeri.

Le linee a scartamento ridotto (950 mm), non elettrificate , gestite dalla società Ferrovie della Calabria S.r.l. si dividono, invece in:

Linee Cosentine:

Cosenza – Catanzaro Lido, 113 km, inaugurazione 916-24 (esercizio sospeso nella tratta Rogliano – Colosimi).

Cosenza – San Giovanni in Fiore, 77 km, inaugurazione 1916-56 (esercizio sospeso).

Linee Taurensi:

Gioia Tauro – Cinquefrondi, 32 km, inaugurazione 1924-29 (esercizio sopseso).

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Le Ferrovie della Calabria dispongono di quaranta automotrici, sette rimorchiate, diciassette locomotori di cui tre a vapore e quattro carrozze d’epoca. Esse gestiscono, inoltre, un impianto di Funicolare Catanzaro Sala – P.zza Roma. La linea, di proprietà del comune di Catanzaro, è lunga 678 metri e dispone di vetture che possono trasportare un massimo di settanta persone per corsa con una media annuale di circa 583.000 viaggiatori.

Dal 2001 vengono gestiti dalle Ferrovie della Calabria anche i moderni impianti di risalita nelle zone sciistiche di Camigliatello, Lorica e Ciricilla. A soddisfazione, invece, dei notevoli bisogni di mobilità urbana interna le Ferrovie della Calabria offrono un servizio urbano per mezzo di autobus nelle città di Vibo Valentia, Castrovillari, Gioia Tauro e Soverato.

I collegamenti extra urbani tra comuni periferici e i principali centri sono assicurati da ben 92 autolinee mediante l’impiego di 344 autobus dislocati in depositi aziendali situati su gran parte del territorio regionale.

Negli ultimi anni le FdC sono riuscite a farsi spazio anche nel mercato del turismo attraverso l’adozione di autobus Gran Turismo e di treni composti da vetture d’epoca spinti da locomotive a vapore, riuscendo così a ricoprire un più ampio raggio di richieste anche da parte delle comunità scolastiche, parrocchiali e degli appassionati delle ferrovie.

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Strutture portuali

La Calabria possiede attualmente 39 porti.

I posti barca sono di circa 5300 con un rapporto di 7,2 posti barca per km di costa.

Il più grande porto calabrese (e del Mediterraneo per transhipment) è il porto di Gioia Tauro. Seguono i porti di Reggio Calabria, Vibo, Crotone, Corigliano, Palmi, Villa San Giovanni, Tropea e Cirò Marina.

Porto di Gioia Tauro: Possiede un’ imboccatura lunga 280 m e un canale largo 260 m. E’ nato nel 1994, diventando nel giro di pochi anni uno dei più grandi terminal per trasbordo del Mediterraneo. Ha superato la quota di due milioni di teu (unità di misura dei container) nel 1998, e quella di tre milioni di teu nel 2007, distaccando largamente non solo i porti di Taranto e Cagliari ma anche porti di destinazione finale come Genova e La Spezia. Il porto gi Gioia Tauro fa parte dell’operazione Container Security Initiative (CSI) degli Stati Uniti per il controllo dei porti da parte di personale qualificato statunitense per i traffici in direzione americana. Probabilmente entrerà, anche, a far parte del programma Megaport insieme al porto di Genova. Porto di Reggio Calabria: è sede della direzione marittima regionale. Nel 2006 è stato incoronato dall’ISTAT come secondo porto italiano per traffico di passeggeri (oltre dieci milioni all’anno). Esso è costituito da un bacino artificiale protetto dalla lunga Banchina di Ponente; sul lato interno è situata la Banchina di Levante con il mercato ittico, la banchina Margottini e, più a sud, il Moletto di Sottoflutto, destinato alle imbarcazioni da diporto. Una banchina è invece destinata alla pesca. Sul lato settentrionale sorge il porticciolo turistico che ospita, tra l’altro, anche mezzi militari della capitaneria di porto, della guardia di finanza e della polizia.

Il porto occupa una superficie complessiva di 100.000 metri quadrati, mentre la bocca di entrata è larga 110 metri quadrati.

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Il porto di Reggio è collegato con Messina, le isole Eolie e Malta. Inoltre è attivo, da giugno 2007, un collegamento veloce con Taormina.

Porto di Crotone: è uno storico scalo marittimo portuale della Calabria situato sul mar Jonio, ed è il porto che ha avuto un maggior dinamismo a livello regionale.

Dal 2010 è stato sottoposto ad un nuovo piano regolatore portuale. L’area del porto vecchio presenta cinque banchine con superficie di 4.700 metri quadrati, ed è usato come porto peschereccio e turistico. Il porto nuovo, invece, ricopre una superficie di circa 120.000 metri quadrati. I posti barca sono circa 250.

Da settembre 2013 il porto di Crotone è gemellato con la città cinese di Yingkou.

Porto di Palmi: è il più importante porto del litorale tirrenico della Calabria meridionale; progettato principalmente per la nautica da diporto e per la pesca, possiede una flotta di pescherecci dotata di circa cento imbarcazioni. Nel 2011 l’autorità portuale di Gioia Tauro ha finanziato un programma di riammodernamento dello scalo che lo arricchirà di nuove strutture interne ospitanti anche la capitaneria di porto. I posti barca sono 340.

Porto di Corigliano: è situato in posizione centrale nel golfo di Corigliano che fa parte del più ampio golfo di Taranto. Composto da due darsene, occupa una superficie di 1,3 milioni di metri quadrati.

L’attività principale è la pesca con una flotta composta da circa 150 pescherecci. Il porto è anche sede di uno dei mercati ittici tra i più importanti del meridione.

Porto di Cirò Marina: è composto da due darsene su cui sono stati installati due pontili galleggianti per le imbarcazioni da diporto. E’ questa infatti la funzionalità principale del porto: i posti barca sono 342.

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Nel 2009 il porto andò quasi completamente distrutto a causa di una fortissima mareggiata ma, successivamente, grazie ad alcuni fondi europei la sua riqualificazione è stata ultimata.

Porto di Villa San Giovanni: porto di tipo artificiale, è il più grande terminal per traghettamento di autoveicoli e rotabili ferroviari della Calabria. Possiede quattro invasature ferroviarie: tre per i mezzi sui binari, una per i veicoli stradali.

Porto di Viba Marina: è un’importante base commerciale e turistica per attività quali la commercializzazione di pesce, frumento e petrolio. Esso possiede, infatti, pontili privati che contengono 500 posti barca e un molo privato per il transito e l’ormeggio previa autorizzazione della capitaneria. Porto di Tropea: porto da diporto con 620 posti barca per natanti fino a 50 metri. Vi è presente anche un teatro all’aperto con 600 posti a sedere in cui nei periodi estivi si effettuano concerti e spettacoli teatrali sotto il cielo e con accanto lo splendido mare di Tropea.

Nel settembre del 2011 il governatore Giuseppe Scoppelliti ha annunciato la creazione di nove nuovi porti attraverso un masterplan i cui obiettivi principali sono:

1. Raggiungere, dal punto di vista diportista, i 15.000 posti barca regionali.

2. Creare una rete di porti e approdi turistici per migliorare la fruizione e l’accessibilità delle risorse culturali e naturali del litorale costiero e delle aree interne.

3. Strutturare un sistema regionale di porti e di approdi per migliorare la dotazione e la qualità dell’offerta di attrezzature e servizi per il turismo nautico e per aumentare la sicurezza della navigazione.

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Il piano portuale organizzato dalla giunta Scopelliti ha, però, da una parte incontrato i malumori di coloro che ritengono inutile la creazione di ulteriori posti barca, una sorta di sovrapproduzione di cui la Calabria non avrebbe bisogno; dall’altra parte è stato, invece, accolto con entusiasmo dalle associazioni di categoria propense ad un riammodernamento e ampliamento delle strutture portuali calabresi.

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Aeroporti:

Recentemente, nel corso del consiglio dei ministri, il ministro alle infrastrutture e trasporti, Maurizio Lupi, ha presentato una riformativa sul piano nazionale degli aeroporti, nel quale l’aeroporto di Lamezia Terme viene rivalutato e incluso tra quelli di interesse nazionale strategico, mentre gli aeroporti di Reggio Calabria e Crotone vengono inseriti tra quelli di interesse nazionale.

Aeroporto di Lamezia Terme “Sant’ Eufemia”: è situato nell’omonimo quartiere di Lamezia Terme e rappresenta il principale scalo della Calabria e uno dei primi del Mezzogiorno per traffico passeggeri.

L’aeroporto dispone di un terminal merci sempre attivo, ed è dotato di un vasto magazzino per la temporanea custodia doganale delle stesse.

Importanti risultano essere anche le attività dei corrieri espressi, tenendo conto dello stretto rapporto con Aeroporti di Roma (ADR S.p.A.) e, in particolare, con lo scalo di Ciampino che rappresenta la base operativa dell’Italia Centrale per le principali compagnie di Express Couriers.

Una notevole intensificazione del traffico si è potuta, inoltre, ottenere anche dal grande potenziamento dell’intermodalità dell’aeroporto con il porto di Gioia Tauro.

L’aeroporto di Lamezia Terme è dotato di un’unica pista a due testate (10 – 28). La pista 28 è utilizzata principalmente per i decolli (e gli atterraggi in caso di intenso traffico o maltempo), mentre la pista 10 è utilizzata per gli atterraggi (e i decolli quando il vento non li consente per pista 28).

Gestito da un’impresa mista pubblico/privata (SACAL), l’aeroporto funziona con collegamenti di linea sia per voli nazionali che per voli internazionali e con collegamenti organizzati da tour operator per voli intercontinentali.

Alcune delle principali compagnie aeree di cui dispone sono:

• Air one (Milano-Malpensa, Venezia)

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• Easy-jet (Milano-Malpensa)

• Ryanair (Milano-Orio al Serio, Bologna, Pisa, Bruxelles Charleroi, Dusseldorf-Weeze, Francoforte-Hahn, Girona, Londra Stansted)

• Air Berlin (Berlino, Monaco di Baviera, Zurigo) • Austrian Airlines (Bolzano)

• Brussels Airlines (Bruxelles) • Transavia France (Parigi-Orly) • Luxair (Lussemburgo)

Aeroporto di Reggio Calabria: è stato il primo ad essere costruito nella regione ed è intitolato a Tito Minniti, eroe dell’aeronautica. Con un bacino di utenza superiore ad un 1.500.000 di viaggiatori, questo aeroporto ha un’importanza vitale per il turismo diretto a sud della regione, e rappresenta il secondo aeroporto calabrese per numero passeggeri.

Essendo una struttura in continuo miglioramento, nei primi mesi del 2006, si è potuto registrare un incremento di passeggeri del 53,6% per i voli nazionali e del 175,5% per quelli internazionali.

L’aeroporto serve principalmente la provincia di Reggio Calabria e parzialmente quelle di Messina e Vibo Valentia.

Attualmente vi operano cinque compagnie aeree nazionali ed internazionali per un totale di sei rotte. Particolarmente attivi sono i voli charter durante la stagione estiva.

Le compagnie aeree di linea attive nello scalo sono cinque. Alitalia gestisce le rotte principali tra Reggio Calabria e Roma Fiumicino, Milano Linate, Venezia Marco Polo.

La Blu Express, compagnia low cost, copre con un volo giornaliero le rotte per Milano Linate e Roma Fiumicino.

AirMalta collega l’aeroporto dello Stretto con l’isola di Malta e Roma, ma soltanto per alcuni giorni alla settimana.

La compagnia Prima (Aereo Trasporti Italiani) è diretta invece sullo scalo di Bologna Guglielmo Marconi.

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Aeroporto di Crotone - Sant’Anna: noto, anche, come aeroporto Pitagora, è situato a 15 km a sud della città di Crotone, ed è il terzo aeroporto della Calabria. Serve principalmente la provincia di Crotone, la fascia Jonica del basso Ionio cosentino e parte della provincia di Catanzaro.

L’aeroporto è gestito dalla società Gestione Aeroporto S. Anna S.p.A. e svolge il ruolo di gestore e prestatore di servizi di handling, servizi di aviation e non aviation, e operazioni commerciali.

I voli su questo scalo vengono offerti attualmente da: Alitalia, KLM e Danube Wings.

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Autostrada Salerno – Reggio Calabria

L’autostrada Salerno-Reggio Calabria è considerata la maggiore opera realizzata direttamente dallo Stato. Rappresenta l’unica arteria che percorre il versante sud occidentale del nostro paese, oltre ad essere il prolungamento dell’autostrada del Sole e l’unico collegamento tra Nord e Sud. E’ gestita principalmente dall’ANAS, senza pedaggio, e si estende per circa 494,9 km. L’autostrada inizia dall’ A3 Napoli-Salerno, attraversa tre regioni (la Campania per 171,0 km, la Basilicata per 30,0 km, la Calabria per 293,9 km) e le province di Salerno, Potenza, Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria.

L’A3 si divide in due sottotronchi autostradali:

1. Napoli – Salerno (52 km, gestione SAM) in gran parte a tre corsie.

2. Salerno – Reggio Calabria (442,9 km, gestione ANAS, in gran parte soggetta a costanti lavori di ammodernamento) a due corsie, e a tre corsie solo nel tratto che va dal km 2,5 (svincolo per il raccordo autostradale Salerno-Avellino) al km 54

(svincolo per il raccordo autostradale Sicignano-Potenza). E’ affiancata dalla strada statale 18, detta percorso rosso, che va da Napoli

fino a Reggio Calabria, e sebbene necessiti di un tempo di percorrenza maggiore, essa impiega tuttavia meno chilometri sulla tratta complessiva Salerno-Reggio Calabria: 418 km contro i 443 km dell’A3.

La SS18 costituisce la via alternativa per chi non volesse prendere la SA-RC perché, come ben sappiamo, nonostante la sua importanza, è comunque considerata il tratto autostradale più disastrato della penisola; 494 km che non fanno che riflettere le contraddizioni e gli eterni mali italiani.

Oggi quest’autostrada è divenuta testimonianza, persino simbolo, della lentezza, dell’inefficienza, dell’illegalità e dello sperpero del Mezzogiorno peggiore.

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Sono trascorsi, ormai, anni e anni dalla nascita di questa ingegnosa idea: la costruzione dell’Incompiuta, l’autostrada che ancora oggi si manifesta, vergognosamente, come un cantiere a cielo aperto.

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Autostrada Salerno-Reggio Calabria (SA-RC)

Storia

In una Italia distrutta, mortificata dalla guerra e dal dopoguerra, in una Italia fortemente divisa in due parti (un nord industrializzato e un sud patria di emigrazione) si fece sempre più viva la necessità di eliminare questa terribile spaccatura. La soluzione fu trovata nella costruzione di una nuova rete autostradale che dal nord giungesse fino in Calabria.

Nel 1956 vennero così approvati i lavori di inizio dell’autostrada del Sole (A1) ad opera di una società concessionaria dell’Iri (Istituto per la ricostruzione industriale) e in solo otto anni Milano, capitale dell’economia italiana, passando per Bologna, Firenze e Roma, raggiunse finalmente Napoli.

Il miracolo riuscì e Aldo Moro, presidente del consiglio nel 1964, anno della “fine dei lavori”, almeno per quel tratto, inaugurò il 4 ottobre l’autostrada dell’unione e dei nobili intenti.

La parte che, però, avrebbe dovuto concludere l’autostrada del Sole, partendo da Napoli per finire a Reggio Calabria era impervia, difficile da realizzare, e viste le condizioni di sottosviluppo delle aree interessate, venne declassificata dall’Iri come autostrada aperta, senza pedaggio.

Con la legge 729/61 la costruzione della Salerno-Reggio Calabria venne così affidata all’ANAS (Azienda Nazionale autonoma delle strade), che poté chiedere mutui fino all’importo di 180 miliardi, costo inizialmente stimato per la costruzione dell’infrastruttura, coinvolgendo così lo Stato nell’affrontare direttamente tale spesa.

Nel 1961 il progetto iniziale venne completamente stravolto. Dalla versione litoranea dell’autostrada si passò ad una versione ancor più complicata che prevedeva di attraversare la Calabria proprio nel suo centro, almeno nel primo tratto, addentrandosi così nel cuore della montagna calabrese.

A raccogliere tale sfida fu l’ingegnere Scaramuzzi che seguì l’intera realizzazione dell’opera.

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Intanto Amintore Fanfani, Presidente del Consiglio all’epoca, pretese che i lavori venissero conclusi entro due anni.

I lavori vennero appaltati a diverse ditte emiliane e romane, che si fecero carico di questa sfida contro la natura dato i territori impervi che caratterizzavano il territorio Calabro-Lucano. Il percorso, previsto su carta e che avrebbe seguito il litorale tirrenico, venne però allungato di ben 40 km, in quanto si decise che l’autostrada dovesse assolutamente comprendere nel suo tracciato anche Cosenza, la città dalla quale provenivano Riccardo Misasi e soprattutto Giacomo Mancini, Ministro della Sanità e successivamente dei lavori pubblici, presidente dell’ANAS, l’azienda che si occupò dello sviluppo del processo, e infine Ministro per il Mezzogiorno. Un personaggio di rilievo, e se Cosenza sorgeva sul massiccio della Sila, poco importava, doveva essere assolutamente compresa nel tratto autostradale. Il dibattito fu forte, ma nonostante i molti parei contrari, L’ANAS deliberò, nel 1961, l’approvazione dello spostamento del tracciato dal litorale all’interno del territorio calabrese. Il consiglio di amministrazione venne però considerato irregolare in quanto mancavano il rappresentante della regione Sicilia, Giuseppe Tesoriere, i rappresentanti della Cnel (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) e della cassa del Mezzogiorno. La Federazione Italiana della Strada criticò moltissimo questa decisione, ma l’ANAS si mostrò irremovibile al riguardo e così ogni dibattito cessò e i lavori per il nuovo tracciato proseguirono dando vita ad un’impresa titanica dell’ingegneria stradale che mieté tantissime vittime tra gli operai.

I due anni di Fanfani si trasformarono così in dodici anni e l’autostrada Salerno-Reggio Calabria venne interamente ultimata il 13 giugno 1974; anche se il tratto di 2,3 km sul Sirino nei pressi di Lagonegro, risultò impossibile da realizzare, franò più volte, restando così incompiuto.

I tempi di realizzazione dell’intera opera poterono comunque essere ritenuti accettabili, ma l’aspetto negativo fu dato da un aumento dei costi di ben il 20%.

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Il risultato finale non fu una vera e propria autostrada, ma sembrava più una piccola strada statale dotata di due strette corsie per senso di marcia e priva di corsia di emergenza.

Nel 1997, su pressione dell’Unione Europea, dopo disagi continui, ingorghi, incidenti, si decise di riaprire i cantieri della A3, e di ammodernare il tratto di strada in modo tale da creare, in primis, una corsia di emergenza e, dove possibile, inserire una terza corsia.

I lavori iniziarono così nel 1999, con Massimo D’Alema premier, e sarebbero dovuti terminare in brevissimo tempo. Nel 2003 inizialmente. Poi nel 2009, ma fu un altro fallimento Nello stesso anno il sottosegretario alle infrastrutture, Tommaso Casillo, dichiarò che i lavori sarebbero stati conclusi nel e non oltre il 2011, grazie allo stanziamento di 2,5 miliardi di euro. Ma nel 2014 di questo ammodernamento nemmeno l’ombra, se non in pochi punti. Così la più grande opera mai realizzata direttamente dallo Stato si è trasformata nel fallimento e nella più grande vergogna d’Italia. Concetto ancora più rafforzato, se pensiamo che la più grande protagonista di questa magna opera chiamata A3, è stata proprio l’ombra della ‘ndrangheta.

All’inizio della costruzione dell’autostrada la ‘ndrangheta si interessava esclusivamente ai subappalti, così le ditte centrosettentrionali che vincevano gli appalti, si organizzavano con le ‘ndrine per la fornitura del calcestruzzo e l’assunzione del personale.

Alcuni tratti furono subappaltati con un aumento di spesa del 20% rispetto a quella prevista. Di 180 miliardi di lire previste, se ne spesero 216. Nelle tasche della ‘ndrangheta entrarono, così, ben 36 miliardi di lire.

Nel 1997, con l’inizio dei lavori per l’ammodernamento, cominciò la vera e propria infiltrazione della criminalità organizzata. La magistratura iniziò a rendersene conto, ed erano ben dodici le cosche protagoniste da Cosenza, Lamezia Terme e Vibo Valentia. La cosca Mancuso, Pesce, Piromalli, tutti erano coinvolti nella gestione dei lavori, ciascuno per il tratto stradale del territorio dominato.

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• L’inchiesta Tamburo: coordinata dalla DDA di Catanzaro che ha comportato 40 arresti tra ‘ndranghetisti, imprenditori, funzionari ANAS, e il sequestro di diverse imprese impegnate negli appalti nel tratto autostradale Castrovillari e Rogliano.

• Operazione Arca: effettuata nel 2007, coordinata dalla DDA di Reggio Calabria, provocò l’arresto di 15 persone tra cui anche un sindacalista della CGIL. Nell’operazione sono state sequestrate imprese nel tratto autostradale Mileto-Gioia Tauro.

• Operazione “Alba di Scilla 2”: svolta il 17 luglio 2012, causò 6 arresti di presunti affiliati alla cosca Nasone-Gaietti di Scilla. Al centro un giro di mazzette per i lavori dell’autostrada.

Dal 10 Febbraio 2011, 60 uomini del 5° Reggimento fanteria “Aosta” della brigata meccanizzata “Aosta” presidiano 24 ore su 24 tre cantieri all’interno dei lotti costruttivi di Bagnara Calabra, Scilla e Campo Calabro insieme al reparto prevenzione crimine della Polizia di Stato, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.

Collegamenti della A3

L’autostrada A3 si estende, come abbiamo già precedentemente detto, per 442,9 km nelle province di Salerno, Potenza, Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria, dove si innesca sulla strada statale 106 Jonica. Essa inizia dall’A3 Napoli-Salerno passando per il quartiere salernitano di Fratte.

Superato il raccordo per Avellino, si ha un tratto a tre corsie più quella di emergenza con gallerie e viadotti che attraversano: San Mango Piemonte, Pontecagnano, Montecorvino Pugliano, Battipaglia, Eboli, Campagna, Contursi Terme, Sicignano degli Albumi,, Petina, Polla, Atena Lucana, Sala Consilina e Padula.

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Riferimenti

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