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View of E. Biasin - G. Maina - F. Zecca (eds.), Il porno espanso. Dal cinema ai nuovi media

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Between, vol. II, n. 3 (Maggio/May 2012)

Enrico Biasin, Giovanna Maina,

Federico Zecca (eds.)

Il porno espanso

Dal cinema ai nuovi media

Milano-Udine, Mimesis, 2011, pp. 484

I contributi di studiosi italiani e stranieri che compongono Il porno

espanso hanno il merito di ricordare come la pornografia da fenomeno

relegato alla semantica dell’osceno si sia emancipata a categoria da considerare «non più come un “problema sociale” (da combattere) ma anche (e soprattutto) come una “pratica culturale” (da comprendere)» (Introduzione, 10). La pornografia, utilizzando la terminologia di Linda Williams, fondatrice in ambito accademico dei Porn Studies, dal “fuori scena” (ob/scenity) si ricolloca “dentro la scena” (on/scenity), invadendo tutti gli scenari della cultura contemporanea.

Nella prima parte del volume, La pornosfera contemporanea, vengono de-lineate le caratteristiche storico-formali del cinema pornografico e le sue strategie partecipative. Come sottolinea in apertura il saggio di Zecca, il film porno si edifica attorno alla messa in scena di atti sessuali non simulati, risolvendosi in una narrazione che promette il godimen-to. Di conseguenza la pornografia audio-video si esprime attraverso una gran quantità di generi e sottogeneri in relazione alle potenzialità dei media che li supportano. Dalle origini dello stag film alla formaliz-zazione del feature-lenght narrative pornographic film sino alla rivoluzio-ne del gonzo (gerivoluzio-nere che riduce al minimo la dimensiorivoluzio-ne narrativa per mostrare esclusivamente scene di sesso estremo non simulato), costan-te nel discorso pornografico è la promessa che il film si spinga “oltre”, rinegoziando i confini del mostrabile: questo è il territorio in cui la pornografia incontra le logiche di un mercato onnivoro, pronto a ren-dere “domestico” l’immaginario hardcore. Ciò non toglie, come si legge nel contributo di Maina, che lo sviluppo delle recenti tecnologie visuali e l’uso partecipativo garantito dalla rete contribuiscano alla prolifera-zione di subculture legate all’alternative porn, i cui manifesti

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politico-E. Biasin, G. Maina, F. Zecca (eds.), Il porno espanso. Dal cinema ai nuovi media (Mirko Lino)

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sociali si oppongono al dominio dello sguardo maschile sul corpo femminile e più in generale alla cultura di massa. Ma come rivelano gli altri saggi nel volume, la relazione tra pornografia e mercato è molto più intensa. Le barriere tra cultura di massa e prodotti pornografici, come emerge dal saggio di Biasin sulla brandizzazione dell’industria del porno, sono sempre più porose. Se da una parte si trovano nuove mo-dalità di fruizione, condivisione e distribuzione, grazie a modelli oriz-zontali come lo sharing e il copyleft, analizzati da Ciuffoli, dall’altra il porno commerciale assimila tutto, a partire dalle rappresentazioni ses-suali legate alla cultura queer usando, ad esempio, attori etero per scene omosessuali. Mercer, seguendo le orme teoriche della Williams, de-nuncia la formalizzazione mediatica della rappresentazione pornogra-fica come forma di controllo sulle tendenze omoerotiche della società. Tuttavia il porno mette in scena figure della resistenza: il cinema porno gay di LaBruce, presentato nel saggio di Billi, si fonde con l’horror movie mostrando l’attuale processo di depoliticizzazione e desessualizzazio-ne degli omosessuali desessualizzazio-nel cidesessualizzazio-nema porno gay commerciale e presentando questi ultimi come «incarnazioni mortifere che rivelano i sintomi dell’afasia del corpo al mondo e alle sue rappresentazioni» (Billi, 279). La strada da una “afasia del corpo” a una sessualità postumana è bre-ve. Nel saggio sulla sessualità nel mondo virtuale di Second Life Men-duni indaga l’avatarizzazione della performance sessuale: un processo con il quale «consapevoli dei nostri limiti fisici e sociali, diamo l’incarico temporaneo a un avatar (simulacro potenziato) di superarli» (Menduni, 302).

Lo scenario sin qui descritto mostra il continuo travaso del porno verso la comunicazione di massa, una contaminazione linguistica che i cura-tori del libro definiscono nella seconda parte La pornificazione della

me-diasfera.

Il prestito di un immaginario hardcore al cinema d’autore, come argo-menta Menarini, è appannaggio di quei registi che si collocano ai mar-gini del sistema cinematografico mainstream, mentre va a discapito del discorso pornografico in sé. Il contagio con altri generi cinematografici come l’horror, vicino a un’estetica snuff, descritto da Curti e La Selva, e la commedia americana, analizzata da Martin, così come la contamina-zione con la TV multi-channel e i suoi format come Make me a Porno

Star, citati da Bellavita, permettono di sfruttare l’atrofizzazione della

carica sessuale del porno, “addomesticato” da formati commerciali per approdare a una riflessione più profonda sullo statuto della pornogra-fia contemporanea.

Il problema non è più legittimare discorsivamente la pornografia au-dio-video, ma comprendere dove adesso risieda. Arcagni ci mostra come i corpi “performanti” delle rockstar, dai Rolling Stones ai Sex

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Pi-Between, vol. II, n. 3 (Maggio/May 2012)

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stols, da Madonna a Lady Gaga, giochino sull’esplicitazione della loro sessualità attraverso il videoclip: una forma mediatica dove «la porno-grafia incontra la musica e l’universo pop e viceversa, in una dialettica fluida» (Arcagni, 402). Calefato indica come la strategia comunicativa della moda converga su tre procedure semiotiche della “pornografici-tà” (denudamento, feticismo, seduzione). Di Marino analizza la sessua-lità esplicita con l’occhio dell’arte, un occhio che non indietreggia da-vanti a nulla, che guarda oltre la sessualità stessa, come nelle fotografie “a raggi X” di Delvoye, riconcettualizzando l’anatomia genitale che è al centro del discorso pornografico.

I saggi raccolti nel volume tracciano il percorso di una pornografia in espansione che dal cinema si muove lungo la rete dei digital media atti-rando a sé altri linguaggi. Ma non solo. La tracimazione del porno nella cultura di massa obbliga a riflettere su una pornografia che, come au-spica Lehman, superi l’esclusività della rappresentazione genitale (pe-netrazione/eiaculazione) a favore di una sessualità “espansa” in cui, ad esempio, una carezza sostituisca l’eiaculazione finale. Una proposta “delicata” che però restituisce adeguatamente la vivacità del dibattito contemporaneo sulla pornografia.

L’autore

Mirko Lino

Assegnista di ricerca presso l’Università dell’Aquila. Email: miroslawit@yahoo.it

La recensione

Data invio: 15/03/2012

Data accettazione: 15/04/2012 Data pubblicazione: 30/05/2012

Come citare questa recensione

Lino, Mirko, “E. Biasin, G. Maina, F. Zecca (eds.), Il porno espanso. Dal cinema ai nuovi media”, Between, II.3 (2012), http://www.between-journal.it/

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