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The Arcadian Library. Bindings and Provenance, edited by Giles Mandelbrote and Willem de Bruijn, London, Arcadian Library, Oxford University Press, 2014

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Bibliothecae.it, V (2016) 1, 275-276 DOI <10.6092/Issn.2283-9364/6122> The Arcadian Library. Bindings and Provenance, edited by Giles

Man-delbrote and Willem de Bruijn, London, Arcadian Library, Oxford University Press, 2014 (Studies in the Arcadian Library, 9), 336 p., ill., ISBN 978-019-965481-9, £ 120.

L’Arcadian Library di Londra rappresenta una delle più straor-dinarie raccolte private europee dedicate all’incontro tra la cultura cristiana occidentale e quella araba e islamica. Creata negli anni Ot-tanta del secolo scorso, questa biblioteca ha avuto fina dalla sua ori-gini l’obiettivo di porre in risalto il rapporto tra i due mondi culturali divisi dal Mediterraneo, in particolare attraverso alcune interessantis-sime mostre, di cui esistono due elegantissimi cataloghi. A partire dal 2004, inoltre, la biblioteca ha realizzato a una serie di pubblicazioni, in collaborazione con la Oxford University Press, dedicate allo studio del materiale conservato tra i suoi scaffali. Il volume numero 9 degli

Studies in the Arcadian Library è dedicato ai tesori materiali

possedu-ti dall’ispossedu-tituzione britannica. In parpossedu-ticolare, questo ricchissimo tomo ospita una serie di studi incentrati sulla valorizzazione delle legature e delle provenienze dei volumi posseduti dalla prestigiosa collezione londinese. I primi due saggi, a firma rispettivamente di Alastair Ha-milton (Princes, Ministers and Scholars: Some non-English Provenances

in the Arcadian Library) e Giles Mandelbrote (Some Earlier British Owners of Books in the Arcadian Library and their Marks of Owner-ship and Use), si dedicano al rilevamento di importanti provenienze

inglesi e internazionali, legate ad ambienti nobiliari, alle case reali, alle cerchie dei grandi collezionisti, come pure ad autori letterari i cui libri annotati sono finiti all’interno del patrimonio della biblioteca inglese. Il compianto Anthony Hobson (Three Bindings à la fanfare

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and the Origins of the Fanfare Style) analizza alcune splendide legature

francesi “à la fanfare”, individuando nell’ambiente parigino facente capo alla legatoria di Gommar Estienne l’origine di questi esempla-ri. Delle prestigiose legature dei volumi si occupa pure il contributo di P.J.M. Marks (Selected European Decorated Bookbindings in the

Arcadian Library), il quale individua e analizza numerosi esemplari

di pregio, costituiti prevalentemente da legature tedesche e francesi realizzate tra XV e XVIII secolo, nonché da numerosi esempi di lega-toria inglese ottocentesca. John-Paul Gobrial (The Ottoman World of

Abdallah Zakher: The Bindings of the Melkite Monastery at Shuwayr in the Arcadian Library) incentra il proprio contributo sulle legature

realizzate nel monastero melchita di Shuwayr (Libano), manufatti la cui bellezza risente della commistione stilistica tra artigianato locale e influenze occidentali. Di estremo interesse il saggio firmato da Ni-cholas Pickwoad (The Structures and Materials of Commercial

Book-bindings in the Arcadian Library), in cui, grazie all’esame minuzioso di

una vasta gamma di legature commerciali, l’autore realizza una guida terminologica e visiva dedicata al rilevamento tecnico delle peculiarità artigianali dei manufatti temporanei di legatoria. In ultimo, Willem de Bruijn (Some Decorative Endpapers in the Arcadian Library) dedica la sua attenzione ad alcuni casi particolarmente interessanti di risguardi artistici presenti nelle legature della biblioteca londinese. Oltre ai ma-gnifici saggi, però, questo denso e monumentale volume ospita anche un altro protagonista incaricato di raccontare i tesori dell’Arcadian Library. Si tratta della serie di splendide immagini realizzate apposi-tamente per questa pubblicazione, la cui perfezione tecnica, unita al magnetico impatto visivo, consente al lettore di effettuare un viaggio quasi “tattile” tra i volumi descritti, agevolando in maniera mirabile la lettura dei testi e, di rimando, la comprensione di un patrimonio librario davvero fuori dal comune. Splendida dunque questa pubbli-cazione britannica, segno tangibile (e visivo) di un impegno altissimo di valorizzazione culturale, che dovrebbe esser preso come esempio da qualsiasi istituzione che faccia del libro il suo perno vitale.

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