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Gli Uffizi di Carlo Scarpa al MAXXI. Appendice: indice analitico dei materiali archivistici conservati presso il fondo “Carlo Scarpa” del “MAXXI-Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo” di Roma

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(1)

architettura e arte

DeL principato meDiceo

€ 75,00

a

rchitettura e

a

rte del

principato mediceo

a cura di

Ferruccio canali

Vasari, gli Uffizi e Michelangelo:

dall’ ‘invenzione’ del Rinascimento

al mito di Firenze

La Società di Studi Fiorentini ha inteso ricordare con questi due “Bollettini SSF” – il n.22

e il n.23, riuniti sotto un unico titolo “Architettura e Arte del Principato mediceo

[1512-1737]. Vasari, gli Uffizi e Michelangelo: dall’’invenzione’ del Rinascimento al mito di Firenze”

– la ricorrenza dei 500 anni dalla nascita di Giorgio Vasari (1511-2011) e i 450 anni dalla

morte di Michelangelo Buonarroti (1564-2014), due Artisti e Architetti sommi che hanno

contribuito, attraverso il Genio (Michelangelo) e la Norma (la sistematizzazione vasariana),

alla Cultura dell’Umanità, con lasciti che sono poi rimasti fermenti vitali per le epoche

successive e nei contesti più vari. Da una parte il ‘racconto’ delle “Vite” vasariane, quale

fonte primaria per la nascita della moderna Storia dell’Arte e l’impianto della Galleria degli

Uffizi, quale concretizzazione somma, nei secoli successivi, di quel racconto; dall’altra la

Bellezza e l’Armonia raggiunte dalle forme michelangiolesche, sono divenute acquisizioni

che hanno interessato generazioni di Uomini, che si sono avvicinati all’Arte e alla Cultura del

Principato mediceo, specie nella sua ‘stagione dell’Oro’ cinquecentesca, cercandone modelli e

suggestioni ritenute sempre spendibili nella Contemporaneità. Una stagione che ha dunque

raggiunto vertici sommi, sia di produzione teorica sia artistica, e che ha costituito un vero e

proprio “Indimenticabile Antico” per tutta l’Umanità.

Timed to coincide with the 500th anniversary of the birth of Giorgio Vasari (1511-2011) and

the 450th anniversary of the death of Michelangelo Buonarroti (1564-2014), issues n.22 and

n.23 of the SSF Bulletins have been united under the singular title of “Architecture and Art of

the Medici Principality (1512-1737): Vasari, the Uffizi and Michelangelo From the invention

of the Renaissance to the myth of Florence”. Within these issues the Society of Florentine

Studies wishes to remember these two master artist-cum-architects who, through the genius

of Michelangelo and the systemisation of Vasari contributed to the heritage of Humanity,

leaving a legacy which proved vital to the fermentation of future generations in numerous

different contexts. Through the “Lives of the Artists”, a primary source of the birth of

modern Art History, and the systemisation of the Uffizi Gallery, Vasari left a legacy, both

written and systematic, which was to be cemented over the following centuries. Michelangelo,

on the other hand, gifted the world with the beauty and harmony achieved through his forms.

These legacies affected generations of men who, in a quest to find models or examples for the

contemporary world, looked to the art and culture of the Medici principality, especially in

its “Golden Age”. It was an age that reached the highest apex both in theoretical and artistic

terms, and that created a truly “Unforgettable Ancientness” for all mankind.

2013

22

2014

23

2013

22

2014

23

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tu

Di

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iorentini

(2)

SocietÀ Di StuDi Fiorentini

anno 2013-2014

stre civiltà fiorentina presente anche in altre realtà geografiche. L’Associazione promuove

cicli di conferenze, dibattiti, convegni i cui esiti confluiscono nella pubblicazione di scritti

e saggi raccolti in collane di studi («BSSF - Bollettino della Società di Studi Fiorentini» e

«Letture»). La Società si rivolge pertanto a tutti coloro che, avendo a cuore i molteplici

aspetti della ‘Fiorentinità’, siano interessati, associandosi ad essa, a seguire il progresso

degli studi o a inviare i loro personali contributi scientifici.

The Società di Studi Fiorentini (Florentine Studies Society)) is a cultural Association that

promotes scholarly studies concerning Florentine topics, which aim at giving greater insight

to the illustrious Florentine civilisation and of its presence in other geographical areas. The

Association promotes conferente cycles, debates, meetings and publishes all papers and essays

delivered in a studies series («BSSF - Bollettino della Società di Studi Fiorentini» and

«Let-ture»). The Society, therefore, addresses to all those who, taking to heart the multiple aspects

of ‘Florentinism’ (Fiorentinità), are interested in becoming a member in order to follow the

studies progress; or to those who wish to submit and share their own personal scientific

con-tributions.

Società di Studi Fiorentini

e.mai: studifiorentini@libero.it

www.societastudifiorentini.it <http://www.societastudifiorentini.it>

Facebook: societastudifiorentini ovvero societastudifiorentini

Per associarsi

Associazione Studi Fiorentini

Via del Pino, 3 - 50137 Firenze

Conto Corrente Postale: 14048508

IBAN: IT25 D076 0102 8000 0001 4048 508

L’adesione dà diritto al Socio: di ricevere il numero dell’anno relativo del «Bollettino della

Società di Studi Fiorentini»; di partecipare alle iniziative societarie; di collaborare alle

pubblicazioni, previa accettazione dei saggi da parte della Redazione del «Bollettino»

sulla base della programmazione editoriale. L’ammontare dell’associazione è stabilito di

anno in anno. Per Enti, Biblioteche, Musei, etc., tale quota è sempre assimilata a quella

prevista per i Soci Sostenitori.

Quote per gli anni 2013 e 2014

Socio Sostenitore (e per Soci eletti nelle diverse cariche sociali): € 80.00

Socio Ordinario € 40.00

P

residente

Virgilio Carmine Galati

e

conomo

Ferruccio Canali

c

onsigliodirettivo

Soci fondatori

Ferruccio Canali

Giorgio Caselli

Carlo Francini

Virgilio Carmine Galati

Francesco Quinterio ( )

Soci designati

Valerio Cantafio Casamaggi

Giovanna De Lorenzi

Olimpia Niglio

Carlo Picchietti

Alessandro Uras

anno 2013

v

icePresidente

Valerio Cantafio Casamaggi

d

irettore

s

cientifico

Ferruccio Canali

c

ollegiodei

P

robiviri

Giorgio Zuliani (Presidente)

Enrica Maggiani

Gabriele Morolli

c

ollegiodei

r

evisori

dei

c

onti

Paola Pesci (Presidente)

Bombina Anna Godino

Antonella Valentini

P

residente

Virgilio Carmine Galati

e

conomo

Ferruccio Canali

c

onsigliodirettivo

Soci fondatori

Ferruccio Canali

Giorgio Caselli

Carlo Francini

Virgilio Carmine Galati

Francesco Quinterio ( )

Soci eletti

Giuseppe Conti

Giovanna De Lorenzi

Carlo Picchietti

Stefano Pagano

Alessandro Uras

v

icePresidente

Alessandro Uras

d

irettore

s

cientifico

Ferruccio Canali

c

ollegiodei

P

robiviri

Giorgio Zuliani (Presidente)

Enrica Maggiani

Olimpia Niglio

c

ollegiodei

r

evisori

dei

c

onti

Paola Pesci (Presidente)

Bombina Anna Godino

Assunta Mingrone

(3)

ARCHITETTURA E ARTE

DEL PRINCIPATO MEDICEO (1512-1737)

FIRENZE E LA TOSCANA, VASARI E GLI UFFIZI

a cura di Ferruccio Canali

ANNO 2013 NUMERO 22

DELLA SOCIETÀ DI STUDI FIORENTINI

Collana di studi storici

per i 500 anni

dalla nascita di Giorgio Vasari (1511-2011)

e del “Principato mediceo” (1512-2012)

(4)

ferrucciocanali, valeriocantafiocasamaggi, virgiliocarminegalati, stefanopagano, francescoquinterio ( ), alessandrouras

direttorescientifico: ferrucciocanali

socicorrispondenti

mariabeatricebettazzi (emilia), vittoriacapresi (ilcairo-egitto), tommasocarrafiello (napoli-campania), bombina annagodino (calabria), enricamaggiani (liguria), olimpia niglio (kyoto-giappone), valentina orioli (romagna), massimiliano savorra (molise), leonardo scoma (sicilia), simona talenti (salerno-campania), karin templin (inghilterra), mariaantoniettauras (sardegna), vincenzovandelli (emilia), giorgiozuliani (triesteeistria)

comitatoscientificoitaliano

ferruccio canali (universitàdi firenze), giuseppeconti (università difirenze), giovannade lorenzi (università difirenze), virgiliocarminegalati (universitàdifirenze), valentinaorioli (universitàdibologna), massimiliano savorra (universitàdel molise), simonatalenti (università disalerno), ulisse tramonti (universitàdi firenze), stefanozagnoni (universitàdiferrara)

comitatoscientificointernazionale

vittoriacapresi (universitàgermanicaalcairo – egitto), romeocarabelli (universitàditours – francia), roberto goycooleaprado (universitàalcalàdimadrid - spagna), adrianomarinazzo (muscarelllemuseumofart - va,usa) olimpia niglio (università di kyoto-giappone), davidrifkind (universitàdi miami-usa), karin templin (schoolof architectureandlandscape, kingstonuniversity, londra)

Proprietà letteraria e artistica: divieto di riproduzione e di traduzioni. La Direzione della Collana Editoriale, i Membri dei Comitati Scientifici e l’Editore non si assumono responsabilità per le opinioni espresse dagli Autori, né per la corresponsione di eventuali Diritti di Riproduzione gravanti sulle singole immagini pubblicate (i costi di tali eventuali Diritti d’Autore ricadranno infatti unicamente sull’Autore/i del saggio/i liberando sia la Direzione editoriale sia l’Editore di ogni eventuale obbligo al proposito); tale liberatoria resta comunque valida unicamente per l’edizione del contributo scientifico cui tali immagini sono connesse. È la Redazione che si prende cura della correzione delle bozze, per cui i testi consegnati dagli Autori vengono considerati definitivi. L’invio di contributi per la pubblicazione non implica né l’edizione degli stessi (per ogni contributo una “Valutazione di accettazione” verrà espresso dalla Direzione o dal Curatore/i che possono consigliare o ritenere indispensabili integrazioni o puntualizzazioni sia scientifiche sia bibliografiche sia redazionali da parte degli Autori, tanto da poter eventualmente esprimere anche parere negativo alla pubblicazione del materiale inviato); né una loro edizione immediata (i tempi verranno infatti stabiliti di volta in volta sulla base delle priorità o delle esigenze editoriali indicate dalla Direzione o dal Curatore/i, in relazione alla preparazione di numeri monografici). I materiali grafici e fotografici inviati, oltre che i testi, verranno comunque soggetti, sia come dimensione di pubblicazione sia come numero, al progetto editoriale approntato. Non si restituiscono i dattiloscritti, né le immagini, né i disegni pubblicati o non; il materiale inviato viaggia a rischio del mittente. La pubblicazione di foto, disegni e scritti da parte degli Autori implica la loro totale rinuncia alla corresponsione di ogni compenso di Diritto d’Autore o di rimborso spese sia da parte della Direzione sia da parte dell’Editore, trattandosi di pubblicazione scientifica e senza fini di lucro. Al momento dell’edizione le presenti condizioni si considerano accettate, anche tacitamente, da parte degli Autori a partire dalla consegna dei testi per la stampa (che da parte degli Autori è quella di inoltro alla Direzione al Curatore/i).

r

eferee

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eerreview

I contributi scientifici inviati vengono valutati, per conto della Direzione e del Curatore, ai fini della procedura di peer

review, da un Lettore interno, membro della Redazione, e da un secondo Lettore, individuato come Esperto (adottando la

procedura di clear peer review, con indicazione, in ogni saggio, dei due Lettori). Segue poi un la valutazione finale da parte di un Lettore anonimo (blind peer review).

ARCHITETTURA E ARTE DEL PRINCIPATO MEDICEO (1512-1737) FIRENZE E LA TOSCANA, VASARI E GLI UFFIZI

«Bollettino SSF» », 22, 2013

ideazioneecurascientifica di Ferruccio Canali

progettoecuragrafica: sbaf – firenze (Ferruccio Canali e Virgilio Carmine Galati) revisioneeditoriale: Maria Natalina Brigliadori

revisionietraduzioniininglese: Karin Templin

copertina, logoefascettagrafica: Virgilio Carmine Galati

I disegni presenti in questo volume sono di Ferruccio Canali (pp. 10, 446); Virgilio C. Galati (pp.8, 226, 364, 412, 464)

Il «Bollettino» è stato registrato presso il Tribunale di Firenze al n.4777 del 2 marzo 1998 fino all’anno 2002. Poi è stato trasformato in “Collana editoriale” non potendo garantire regolari uscite periodiche. Il «Bollettino» è registrato nel sistema U-GOV (sistema per la governance degli Atenei universitari italiani del “Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica”) con codice: ISSN 1129-2800. Il “Bollettino” è compreso nella “Lista delle Riviste Scientifiche” dell’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca della Repubblica Italiana) aggiornata al 10 febbraio 2014.

Finito di stampare nel Novembre 2014

da Litografia I.P., Via Giovanni Boccaccio 26 rosso, 50133 Firenze ISSN 1129-8200 - ISBN 978-88-89999-84-4

(5)

Nell’ambito della ormai nutrita bibliografia

dedicata alla collaborazione toscana tra Edoardo Detti e Carlo Scarpa

1, una vera e propria zona d’ombra è ancora oggi costituita dalla

LA NUOVA ARCHITETTURA DEL “GDSU-GABINETTO DISEGNI E

STAMPE DEGLI UFFIZI”: L’INTERVENTO DI EDOARDO DETTI E DI CARLO

SCARPA CON LA SUPERVISIONE DI GUIDO MOROZZI (1952-1960)

Nuove fonti d’archivio per «un intervento progettato ... con criteri di semplicità, ma che fa prevedere, a parte l’utilità, un effetto assai bello di proporzione e di armonia»

Appendice

Gli Uffizi di Scarpa al maxxi: iNdicE aNaliTico dEi maTEriali archiviSTici coNSErvaTi prESSo il foNdo “carlo Scarpa” dEl “maxxi-mUSEo NazioNalE

dEllE arTi dEl xxi SEcolo” di roma

Ferruccio Canali

abstract: Seppur a lungo documentariamente trascurato dalla Critica a favore della sistemazione delle vicine sale “dei Primitivi” (da parte di Giovanni Michelucci, Carlo Scarpa e Ignazio Gardella), il rinnovo anche del GDSU-Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, tra il 1952 e il 1960, ha costituito un importante momento della collaborazione tra l’architetto fiorentino Edoardo Detti e il veneziano Carlo Scarpa, tanto da rappresentare non solo «il primo banco di prova per i successivi progetti in collaborazione», ma anche un intervento architettonico fondamentale per il rapporto Antico e Nuovo all’interno della secolare fabbrica degli Uffizi; Uffizi ancora considerati un «Monumento aperto» sul quale ‘liberamente’ intervenire, anche grazie al fatto che quegli ambienti erano stati ricavati dalla ottocentesca frammentazione del rinascimentale Teatro Mediceo di Bernardo Buontalenti.

Although for long time almost forgotten by the Critics in favor of the arrangement of the nearby “Sale dei Primitivi” (Primitive painters), by Giovanni Michelucci, Carlo Scarpa and Ignazio Gardella, also the renewal of the GDSU-Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, between 1952 and 1960, was an important moment of collaboration between the Florentine architect Edoardo Detti and the Venetian Carlo Scarpa, so as to represent not only «the first test for the following projects in collaboration», but also an architectural intervention critical to the Old and New relationship within the secular the Uffizi; Uffizi, still regarded as a “Monumento aperto” (“open Monument”) on which ‘free’ interventions, also thanks to the fact that those areas of GDSU were derived from the fragmentation, in the nineteenth-century, of the rinascimental Medici Theatre by Bernardo Buontalenti.

Peerreview: Maria natalina brigliaDori e giorgio zuliani.

1 Vasta fu la collaborazione tra i due Architetti, conosciutisi, pare, in occasione della Mostra fiorentina dedicata a “Frank Lloyd Wright” nel 1951 (per la Mostra e il coinvolgimento di Detti e la presenza di Scarpa si veda da ultimo il mio F.canali,

La promozione della Modernità: la stagione della grandi Mostre internazionali di architettura a Firenze. 1951: “Frank Lloyd

Wright: sixty years of living architecture”. «Carissimo Bruno … Carissimo Carlo»: il carteggio tra Carlo Ludovico Ragghianti

e Bruno Zevi [1948 – 1951], in Per una Storia militante. La Storia dell’Architettura tra Scienza e Società, a cura di F.Canali e

V.C.Galati, «Bollettino della Società di Studi Fiorentini», 18-19, 2009-2010, pp.162-177: iDeM, La promozione della

Moder-nità: la stagione delle grandi Mostre internazionali di Architettura a Firenze: 1951, “Frank Lloyd Wright, Sixty Years of Living Architecture” ... e il contributo di Oskar Stonorof, di Carlo Ludovico Ragghianti e di Edoardo Detti in Firenze, Primitivismo e Italianità. Problemi dello “Stile nazionale” tra Italia e Oltremare [1861-1961], da Giuseppe Poggi e Cesare Spighi alla Mostra di F.L.Wright, a cura di F.Canali e V.C.Galati, «Bollettino della Società di Studi Fiorentini», 21, 2012, pp.52-88). Quella

col-laborazione, che trovò nella sistemazione del GDSU-Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi il proprio banco di prova per i successivi progetti condotti insieme, vide la ricostruzione della chiesa di Firenzuola (1956-1966) e la ristrutturazione dell’Hotel Minerva a Firenze (1957-1964: si veda il mio F.canali, La sistemazione del Grand Hotel Minerva a Firenze di Edoardo Detti e

Carlo Scarpa ..., «Bollettino della Società di Studi Fiorentini», 7/8, 2000-2001, pp.171-172); poi la realizzazione della Scuola

elementare del quartiere “Venezia” di Livorno (1961) e del livornese liceo scientifico “Enriques” (1961-1968), del palazzo di Giustizia di Massa (1961-1976) e quindi a Firenze della sede della Nuova Italia editrice (1966-1973). Cfr.: Edoardo Detti, «Quaderni d’Urbanistica informazioni», a cura di A. Boggiano e M.Zoppi, I, 1986; Edoardo Detti [1913-1984] architetto e

urbanista, Catalogo della Mostra [Firenze, Palazzo Medici Riccardi, 8 maggio-13 giugno 1993], a cura di P. Duboy,

Mila-no, 1993; Architettura del Novecento. La Toscana, Catalogo della Mostra, a cura di E.Godoli, Firenze, 2001. E ora, F.Mugnai,

Edoardo Detti e Carlo Scarpa. Realismo e incanto, Reggio Emilia, 2010; Quindi le schede sulle varie opere condivise dai due

Architetti: Edoardo Detti, architetto e urbanista (1913-1984), Catalogo della Mostra, a cura di C.Lisini e F.Mugnai, Reggio Emilia, 2013. In particolare: F.Mugnai, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi [Firenze, 1953-1962] in ivi,

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ristrutturazione del nuovo Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, una serie di ambienti a suo tempo realizzati, al primo piano (piano nobile), in luogo dell’antico Teatro Mediceo di Bernardo Buontalenti2 (di quel teatro oggi resta soltanto il Vestibolo con il portale, ingresso del GDSU); ambienti dal primo Novecento destinati ad ospitare i Disegni e le Stampe della raccolta fiorentina in appositi magazzini e corredata di una Sala di Esposizione (per Mostre) e in Sale Studio per i Ricercatori.

Ricostruita per linee sommarie, la vicenda del coinvolgimento ufficiale di Detti nella ristrutturazione degli Uffizi dopo la Seconda Guerra Mondiale, fino ad oggi manca in gran parte di attestazioni documentarie, non permettendo, dunque, di seguire lo sviluppo delle scelte e il rapporto tra i personaggi coinvolti.

1. La ristrutturazione del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi: Edoardo Detti e Carlo Scarpa nella Letteratura storiografica

Una certa attenzione storiografica è stata posta – anche grazie alla presenza di svariate fonti bibliografiche – al coinvolgimento di Carlo Scarpa3 nella ristrutturazione, all’interno del complesso degli Uffizi, dalle cosiddette “Sale dei Primitivi”, in collaborazione con Giovanni Michelucci e Ignazio Gardella4; più in ombra sono rimaste invece le vicende legate alla ristrutturazione del vicino GDSU-Gabinetto Disegni e Stampe, costituito da una serie di ambienti destinati

ad ospitare, appunto, la ricchissima raccolta di antichi disegni conservati agli Uffizi, garantendo, al contempo, anche la realizzazione di piccole Mostre tematiche (nell’apposita Sala Esposizioni), ma soprattutto lo studio da parte di Ricercatori (nelle Sale di Studio). Lo spazio era stato allestito a tale scopo nei primi anni  del Novecento5, dopo la suddivisione, alla fine degli anni Ottanta dell’Ottocento, del grande invaso che costituiva originariamente il Teatro Mediceo; ma una tale sistemazione era stata effettuata senza un progetto organico, tanto che le Sale di Studio e di Lettura non risultavano isolate dal magazzino e i Ricercatori venivano continuamente disturbati dagli inservienti che movimentavano i materiali. Nel generale riordinamento della Galleria, dopo il 1945, in seguito a specifici stanziamenti per i “Danni di Guerra”, si decise di porre mano anche alla sistemazione del Gabinetto Disegni e Stampe per renderne più agevole la fruizione e anche per trovare posto più confacente alle importanti collezioni.

Così, la ristrutturazione del Gabinetto fu voluta dall’allora Direttore delle Gallerie fiorentine, Filippo Rossi, in collaborazione con gli Enti ministeriali e la locale Soprintendenza per i Monumenti di Firenze, rappresentata dall’architetto Guido Morozzi.

Morozzi, fin dal 1952, procedette alla redazione di una proposta che alla fine del 1953 sembrava trovare una propria definizione; ma ai primi del 1954 l’Architetto, probabilmente visto che il Ministero richiedeva una maggiore

2 s. Ferrone, l. zorzi e g. innaMorati, Il teatro del Cinquecento [a Firenze]: i luoghi, i testi e gli attori, Firenze, 2008,

pp.35-37. L’invaso, posto tra piano nobile (primo) e piano secondo era stato destinato, pare già nel periodo del granduca Pietro Leopoldo, a sede della Corte d’Appello anche grazie all’inclusione di alcuni locali dell’adiacente Archivio di Stato; poi il Teatro venne smontato nel gennaio del 1865 in quanto lo spazio venne destinato, nel periodo di Firenze Capitale (1865-1870), a sede del Senato del Regno. L’invaso venne poi definitivamente suddiviso nel 1889. Cfr. La Firenze di Giuseppe Martelli

(1792-1876). L’architettura della città fra ragione e storia, Catalogo della Mostra, a cura di N. Wolfers e P. Mazzoni, Firenze, 1980;

F. borsi, Gli Uffizi ospitano il Senato, in Il Senato italiano nelle tre Capitali, introduzione di G. Spadolini, Roma, 1988, pp.

157-190 e per il Regesto documentario, F. Quinterio, Regesto Firenze, in ivi, pp. N [in realtà pp. 82-92]; Nascita di una capitale

(Firenze, settembre 1864-giugno 1865), a cura di P. Roselli, O. Fantozzi Micali, B. Ragoni ed E. Spilotros, «Storia e Restauro», 4, 1985, pp. 83-91; F. Quinterio, Tra Palazzo di Madama a Torino e Palazzo Madama a Roma: due sedi per il Senato toscano e

italiano a Palazzo Vecchio e agli Uffizi (1848-1870), in Palazzo Vecchio e dintorni, a cura di F. Canali con V. C. Galati,

«Bollet-tino della Società di Studi Fiorentini», 12-13, 2003-2004, pp. 71-82.

3 Cfr. e. Detti, Scarpa e la città, «AMC», 50, dicembre, 1979, pp. 33-37 (ora in Edoardo Detti [1913-1984] architetto e urbanista,

Catalogo della Mostra [Firenze, Palazzo Medici Riccardi, 8 maggio-13 giugno 1993], a cura di P. Duboy, Milano, 1993, pp. 173-179);

Gli Uffizi (1944-1994). Interventi museografici e progetti, «Gli Uffizi» (Firenze), 1994; F. Dal co e g. Mazzariol, Carlo Scarpa. Opera

completa, Milano, 1984, p. 115;b. albertini e s. bagnoli, Scarpa. I musei e le esposizioni, Milano, 1992, p. 251, tavv. 8-11, 30, 73-75;

M.beltraMini, Galleria degli Uffizi e Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, in Carlo Scarpa. Mostre e Musei 1944/76. Case e

paesaggi 1972/78, Milano, 2000, pp.154-157; l. Miotto, Carlo Scarpa. I musei, Torino, 2004, p. 48; Carlo Scarpa. Atlante delle

architetture, a cura di G. Beltramini e I. Zannier, Venezia, 2006, pp. 100-103; Edoardo Detti e Carlo Scarpa. I disegni, Catalogo

della Mostra, a cura di E.Ghisi, Reggio Emilia, 2011.

4 L’intervento si poneva all’interno del più vasto rinnovamento della Galleria degli Uffizi, avviato a partire dal 1946 sotto il controllo dell’architetto Guido Morozzi, (funzionario della locale Soprintendenza ai Monumenti) e dell’architetto Lando Bartoli. Una nuova campagna di lavori prese avvio nel 1951 con la sostituzione della vecchia struttura lignea delle soffitte con conseguente apertura di lucernai, la creazione di corridoi a sbalzo e nuove aperture su via dei Georgofili, oltre a rinnovati impianti d’illuminazione, di riscaldamento e condizionamento. Nel 1953, grazie alla volontà della Commissione di Belle Arti e Antichità nominata dal Ministero della Pubblica Istruzione composta da Mario Salmi, Giulio Carlo Argan e Lionello Venturi, venne deciso l’ammodernamento di un gruppo di sale dette “dei Primitivi” .

5 a.M.Petrioli toFani, Pasquale Nerino Ferri, primo Direttore del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, «Gli Uffizi»

(7)

puntualizzazione delle opere e una previsione ampliata del progetto, rassegnava le proprie dimissioni, a causa di pressanti impegni d’Ufficio, segnalando la disponibilità di Edoardo Detti, Architetto ‘libero professionista’ (Docente alla Facoltà di Architettura fiorentina) che, assumendosi l’incarico, nel novembre dello stesso 1954 giungeva alla redazione del progetto definitivo.

La documentazione attualmente depositata presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma, nel Fondo “Antichità e Belle Arti“ del Ministero della Pubblica Istruzione, attesta le varie fasi della vicenda, il susseguirsi dei diversi progetti e la redazione delle diverse proposte. Ovviamente in quella documentazione ufficiale – a seguito della segnalazione di Morozzi, che comunque rimase a supervisionare il progetto definitivo fino al novembre 1954 – viene attestato solo il nome di Edoardo Detti, senza che compaia mai quello di Carlo Scarpa. Anche l’attuale conoscenza storiografica fornisce alcune coordinate per ricostruire quella collaborazione Detti-Scarpa, ma le tracce restano per molti aspetti labili: «nel caso del GDSU il coinvolgimento di Scarpa non seguì l’itinerario ufficiale di una commissione pubblica e si svolse in sordina, a fianco dell’amico e collega fiorentino Edoardo Detti ... Che fosse Detti ad essere investito ufficialmente da Giulia Sinibaldi, Direttrice del Gabinetto Disegni e Stampe fin dal 1941, dell’incarico di rinnovare radicalmente gli ambienti è indubbio: come ha ben evidenziato di recente Anna Forlani Tempesti, il nome di Detti compare per la prima volta già in una “Perizia” relativa alle opere di restauro del magazzino e della Sala Studio; il documento, non datato, si può nondimeno far risalire con una certa sicurezza alle ultime settimane del 1951»6. Da ultimo, quella ricostruzione sembra essersi più complessificata, mentre le fonti specifiche, che attesterebbero la collaborazione tra i due Architetti per il GDSU, appaiono in molti casi più ‘supposte’ che circostanziate:

«chiamato a occuparsi del restauro del Gabinetto Disegni e Stampe forse già a partire dal 1953, Detti inizia di fatto a lavorare al progetto nel 1955. In una prima fase è impegnato nel riordino delle sale di studio e di conservazione, ma dal 1959 è coinvolto nella sistemazione della Sala espositiva insieme a Carlo Scarpa ... Nel 1960 la “Mostra di disegni dei grandi Maestri” sancisce

formalmente la conclusione dei lavori, sebbene alcune parti siano ancora oggetto di modifiche negli anni successivi»7.

Infatti

«in uno dei curricula redatti per la carriera universitaria, Detti suddivide il restauro del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe in due fasi: la prima, dal 1956 al 1958, dedicata al riordino delle Sale di Studio e di Conservazione; la seconda, concentrata nel 1960 e riguardante il disegno della Sala Espositiva. Tuttavia, come attesta la data di alcuni disegni, egli è chiamato ad occuparsi del progetto già a partire dal 1953»8. La documentazione qui di seguito presentata contribuisce a fare ordine nell’incarico a Detti e nella successione dei progetti e delle versioni. Certo è che quell’ideazione volle porsi, fin da subito, come molto innovativa e moderna: «la principale invenzione è costituita dai ballatoi in ferro color avorio e in legno di mogano, che incrementano la superficie delle stanze, ne realizzano la connessione alla quota superiore e arricchiscono l’articolazione dello spazio ... Il percorso circolare tra i due livelli è assicurato da una scala tonda nella prima sala ... e da una lineare nella successiva ... La centralità del ballatoio è sottolineata dal fatto che esso è concepito come elemento generatore di un sistema di cui sono parte integrate altri elementi di arredo, tutti fisicamente uniti ... come i tavoli, le librerie, le lampade da lettura, le lampade incassate nell’intradosso del ballatoio ... La cura riservata all’esecuzione degli arredi è estrema: dai tavoli, col piano rivestito in cuoio, alle scrivanie-cassettiere, dalle sedie ‘osteologiche’ alle lampade a braccio, ogni elemento è realizzato su disegno da artigiani locali».

Per quanto riguarda la Sala delle Mostre, il problema era arduo perché

«la carenza di luce era il problema principale ... L’originario soffitto a cassettoni viene dunque nascosto da un elegante controsoffitto ligneo che integra un sistema di lampade ... Si sceglie di dare risalto all’unica finestra presente ... disegnando un esile e raffinato serramento in ferro brunito ... le originarie vetrine orizzontali sono sostituite da “quadri mobili” – nella definizione degli stessi Architetti che dedicano diversi schizzi alla loro

6 beltraMini, Galleria degli Uffizi e Gabinetto dei Disegni e delle Stampe [Firenze, 1953-56] ..., cit., p.156. Il riferimento è a

a.Forlani teMPesti, Il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi, «Musei e Gallerie d’Italia», 41/42, 1971, p.52.

7 Mugnai, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi (Firenze, 1953-1962) in Edoardo Detti architetto ..., cit., p.122. 8 Mugnai, Edoardo Detti e Carlo Scarpa. Realismo e incanto ..., cit., p.108.

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ideazione – applicabili alle apposite guide sulle pareti della Sala o ai supporti in ferro da collocare al centro».

In tutto questo, in verità rimane aperto il ‘problema Scarpa’, quello cioè del coinvolgimento dell’Architetto veneziano nell’intervento9. Un intervento dato sempre per scontato anche se assai scarsamente attestato dalle fonti e che verrebbe, dunque, da certificare più ‘per via di autografia’ (dimostrando così come la documentazione ‘ufficiale’, spesso anche nei casi delle architetture ‘più recenti’, fornisca una esaustività spesso del tutto relativa, se non addirittura lacunosa). Francesca Mugnai ha presentato una serie di elaborati quali le «figg.1-3: studi di pannelli espositivi (C.Scarpa) ... e fig.14: pianta del soffitto (C.Scarpa)» 10,

che secondo l’Autrice andrebbero attribuiti a Scarpa; disegni che, anche se non specificato nella pubblicazione relativa, si suppone derivino dal “Fondo Detti” dell‘Archivio di Stato di Firenze. Dal soggetto di quegli elaborati sembrerebbe evincersi quasi che all’Architetto veneziano fossero toccati i dettagli ‘pittorici’ o più d’arredo e a Detti quelli più ‘architettonici11.

Ancora, si suppone che un ulteriore elaborato grafico (verosimilmente sempre dal “Fondo Detti”) rappresenti uno «schizzo che ritrae Detti e Scarpa di fronte al pannello espositivo progettato per il GDSU»12,

«uno schizzo tracciato a margine di un cartone giallo ... Scarpa con occhiali e bastone è ben delineato ed emerge con chiarezza; alle sue spalle, Detti, appena abbozzato, alza il dito indice con

l’aria di chi ha qualcosa da dire esercitando un’azione critica»13.

Ora non vi è dubbio che lo schizzo ritragga Scarpa (inconfondibile enorme naso aquilino, occhiali e alta fronte stempiata) e Detti (naso aguzzo), ma piacerebbe qualche documento ulteriore.

Piuttosto, era lo stesso Detti, nel 1979, a ricordare il contributo di Scarpa per il Gabinetto Disegni e Stampe di Firenze:

«chi scrive ha avuto Scarpa per oltre 25 anni come amico ... con uno scambio e un ammaestramento che in particolare si sono concretati nella collaborazione in alcuni lavori di architettura, nei quali occorrerà ritrovare il suo apporto ... [in nota:] Di questi, la Sala di Esposizione del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe della Galleria degli Uffizi di Firenze»14. Per Detti, dunque si trattava di un «apporto» e limitato alla «Sala di Esposizione», anche se invece il Curatore della Mostra dedicata allo stesso “Edoardo Detti” nel 1993, metteva in evidenza sul Catalogo un paio di elaborati, tratti dall’”Archivio Detti”, e raffiguranti

“Gabinetto dei Disegni e delle Stampe ... schizzi su copia eliografica (1956-1960) [con la distribuzione dei vari ambienti]” (p.175) e “schizzo su velina della grande vetrata [della Sala Espositiva] (1956-1960)” (p.176),

apponendovi apoditticamente la paternità «Carlo Scarpa»15.

Proprio questi due elaborati hanno avuto una vita ‘difficile’, tanto che «autografi di Scarpa, furono presentati alla Mostra del 1993 ... e oggi risultano purtroppo irreperibili»16. Infatti

9 In generale, «spesso è Scarpa a recarsi a Firenze allo Studio di Detti ... portando con sé la moglie Nini ... Seppur “maestro”, Scarpa non si esime dal ‘far nottata’ con i giovani collaboratori dello Studio per portare a termine il disegno di una prospettiva ... condividendo la passione dell’architettura in una dimensione più domestica che lavorativa, al riparo dalle noie professionali ... E infatti poiché il progettista incaricato [di molte opere] è Detti, Scarpa assume ufficialmente il ruolo di consulente, per cui l’aspetto professionale è curato dal primo ... Il fatto è che non per tutte le opere riconducibili alla loro collaborazione è dichia-rato ufficialmente il contributo del Veneziano ... che non ha mai rivendicato la paternità di questi lavori»: Mugnai, Edoardo

Detti e Carlo Scarpa. Realismo e incanto ..., cit., p.14 e n.8 p.22. Da Detti, Carlo Scarpa ..., cit.: «Carlo Scarpa non amava

scrivere, né parlare ... il progettare era la sua forma di pensare» (pp.173-174).

10 Mugnai, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi (Firenze, 1953-1962) ..., cit., pp.122-123 e p.125. La «fig.14: pianta del

soffitto» non veniva riferita a Scarpa invece in Mugnai, Edoardo Detti e Carlo Scarpa. Realismo e incanto ..., cit., fig.138 p.114

(il disegno è pubblicato girato).

11 In verità, «Detti non ama disegnare, mentre Scarpa, al contrario, preferisce il disegno alle parole: è verosimile, dunque, che durante gli incontri il Veneziano traduca sulla carta le riflessioni fatte insieme, dando forma grafica a quello che è già il frutto di uno scambio avvenuto più o meno verbalmente»: Mugnai, Edoardo Detti e Carlo Scarpa. Realismo e incanto ..., cit., p.16.

12 In Edoardo Detti architetto e urbanista (1913-1984), Catalogo ..., cit., p.62.

13 F.Mugnai, Edoardo Detti e Carlo Scarpa, costruttori di paesaggi in Edoardo Detti architetto e urbanista (1913-1984),

Ca-talogo ..., cit., p.65. E prima: Mugnai, Edoardo Detti e Carlo Scarpa. Realismo e incanto ..., cit., p.16: «È un divertente ritratto

eseguito da un collaboratore dello Studio di Detti».

14 Detti, Carlo Scarpa ..., cit., n. 1 pp.179. Questa testimonianza viene in genere trascurata dalla Critica attuale.

15 Disegni posti ad accompagnamento di Detti, Carlo Scarpa ..., cit., pp.175 e 176 (nella pubblicazione originale di Detti i due disegni erano assenti, per quanto viene dato capire).

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«nella pianta, prodotta dallo Studio Detti e datata maggio 1959, si riconosce la calligrafia di Scarpa nella nota che suggerisce di collocare un radiatore trasversalmente al muro anziché in una nicchia della parete e di trasformarlo in sedile». Assodata dunque, pur in una successione di ipotesi attributive per i disegni oggi difficilmente verificabili,

«la partecipazione di Scarpa, caldeggiata dalla direttrice Sinibaldi, [essa] è connessa agli apprezzati risultati ... per le prime Sale degli Uffizi degli anni 1953-1956. Sebbene l’impegno ufficiale del Veneziano in questo piccolo settore della Galleria sia ufficialmente circoscritto alla Sala di Esposizione, non è difficile avvertire l’aura scarpiana anche nelle altre parti dell’intervento ... In fondo al corridoio è poi sistemata una statua acefala a fare da meta visiva del percorso. La collocazione decentrata e la base di appoggio hanno fatto pensare [Maria Beltramini] ad un intervento diretto di Scarpa risalente alla seconda fase del progetto, quando l’Architetto veneto lavorava alla sistemazione della Sala Espositiva»17. L’intervento della direttrice Giulia Sinibaldi può essere oggi meglio dettagliato, ma già Maria Beltramini ha ricondotto al 30 marzo 1953 il coinvolgimento di Scarpa, che in quel periodo prendeva almeno visione delle «fotografie dei locali del Gabinetto Disegni e Stampe»18. Poi ci sarebbe stata la “seconda fase” delle opere quando «trascorso il triennio (1953-1956) ... si giungeva finalmente ad affrontare il tema più squisitamente formale del rinnovo della Sala d’Esposizione», la cui progettazione passava attraverso fasi diverse: «da vetrine distese, provviste d’illuminazione interna e disposte sia lungo il perimetro che l’asse maggiore del vano ... ad una radicale svolta impressa al progetto ... Abbandonati del tutto i

cabinets orizzontali per una teoria di pannelli

appesi che, interrotta solamente dai vani delle porte, corre lungo tutte le pareti, mettendo in

evidenza il volume parallelepipedo dell’invaso. Nello spazio ... si distribuiscono espositori liberi dalla sottile struttura metallica ... e anche la pavimentazione si incarica di segnalare col colore dei materiali il limite [quali]... lastre di pietra serena ... e un manto di piastrelle in cotto posato file sfalsate per evitare sgradevoli effetti ottici»19. Maria Beltramini, in particolare, ha pubblicato una lettera del 30 marzo 1953, che ha riferita a «Michelangelo Muraro» (essendo depositata presso l’Archivio della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Ambientali di Venezia dove Muraro allora era Funzionario) e che chiama in causa direttamente Scarpa. Così infatti Muraro alla Direttrice del GDSU, Giulia Sinibaldi: «ho provveduto a far pervenire all’architetto Carlo Scarpa le fotografie dei locali dei Gabinetto Disegni e Stampe ... Purtroppo il mio amico è partito per Messina ... Al suo ritorno sarà mia cura di sollecitarlo e di parlargli come d’accordo»20. Ora, grazie ai materiale inediti conservati presso il Fondo “Carlo Scarpa” del “MAXXI-Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma” è possibile meglio dettagliare la questione. In una precedente missiva del 13 febbraio 1953 e anch’essa spedita da Venezia, Muraro questa volta scriveva direttamente all’amico Scarpa: «ho cercato in questi giorni di vederti, ma non ci sono riuscito e poiché sono in partenza per Roma ti lascio questo biglietto per chiederti [cancellato “ricordati”] un favore su una questione che mi interessa moltissimo. La signorina Giulia Sinibaldi, Direttrice del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi a Firenze, ha in animo di sistemare in modo conveniente la “Sala per Esposizioni” che purtroppo non è bene illuminata Te la descrivo sommariamente, ma sarebbe molto meglio se tu, passando da Firenze, potessi dare un’occhiata all’ambiente e portando alla signorina i miei saluti, riferire anche la tua amichevole opinione. La sala è molto profonda; il soffitto è ‘alla sansovina’ con travature alquanto basse di colore; le alte pareti

17 Mugnai, Edoardo Detti e Carlo Scarpa. Realismo e incanto ..., cit., pp.108-111. Il riferimento è a beltraMini, Galleria degli

Uffizi e Gabinetto dei Disegni e delle Stampe ..., cit., pp.154-157.

18 beltraMini, Galleria degli Uffizi e Gabinetto dei Disegni e delle Stampe [Firenze, 1953-56] ..., cit., p.156: «in una lettera

del 30 marzo si ricava che un funzionario della Soprintendenza di Venezia avrebbe “provveduto a far pervenire all’architetto Scarpa le fotografie del Gabinetto Disegni e Stampe ... Purtroppo il mio amico è partito per Messina ... Al suo rientro sarà mia cura di sollecitarlo e di parlargli come d’accordo”». La lettera è conservata presso il GDSU, Archivio, busta “Preventivi, assegnazioni, rendiconti A”, cart. 1953-1954, fasc. “Corrispondenza e note”.

19 beltraMini, Galleria degli Uffizi e Gabinetto dei Disegni e delle Stampe [Firenze, 1953-56] ..., cit., p.157. Vengono pubbli-cati “Schizzi planimetrici e prospettici d’insieme”, Schizzi dei pannelli espositivi parietali; schizzi dei pannelli espositivi liberi; schizzi per sistemi di chiusura dei pannelli; schizzi per un espositore” (pp.160-163), tutti tratti dal “Fondo Detti” dell’Archivio di Stato di Firenze (ma senza fare alcun riferimento a Scarpa).

20 In beltraMini, Galleria degli Uffizi e Gabinetto dei Disegni e delle Stampe [Firenze, 1953-56] ..., cit., p.156. La lettera è

conservata a Firenze, Galleria degli Uffizi, GDSU, busta “Preventivi, assegnazioni, rendiconti A”, cart. 1953-1954. La missiva dovrebbe essere indirizzata alla direttrice Giulia Sinibaldi.

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sono decorate da antichi arazzi; le porte massicce mi pare siano state fatte nell’Ottocento. Il guaio sta particolarmente in questo: che una di queste pareti è tutta occupata da una grande vetrata che, mentre illumina violentemente i disegni esposti vicino ad essa, lascia nella penombra quelli più lontani. D’altra pare non credo sia possibile mettere delle vetrine in forma trasversale [cancellato “perpendicolare”], data la strettezza della sala. Dovrebbero dunque rimanere le tre file di vetrine già esistenti: due appoggiate ai muri laterali e una che percorre tutta la Sala. La signorina ha cercato di illuminare il tutto artificialmente, ma anche qui sorgono dei problemi: far scendere delle luci dall’alto? Creare un sistema di sostegno per una illuminazione indiretta? Non so se questa mia esposizione ti può dare una idea di quanto interessa. Pensaci e intanto vedi di accontentarmi, facendomi avere qualche fotografia di vetrine già da te fatte nelle precedenti esposizioni, ai Musei, ecc.. Ti ringrazio moltissimo se ti potrai ricordare di inviarmi al più presto quanto ti chiedo, soprattutto qualche consiglio»21.

Poi nel marzo seguiva l’informativa alla Sinidaldi conservata al Gabinetto Disegni e Stampe di Firenze e pubblicata da Maria Beltramini, mentre nell’aprile dello stesso 1953, Muraro scriveva ancora all’amico per dettagliare ulteriormente la questione:

«passando da Firenze ho visto la signorina Sinibaldi che manda a te e a tua moglie i più cari saluti e vivissimi auguri. Mi incarica di consegnarti queste fotografie e provvederà al più presto a farti pervenire i lucidi e le piante del Gabinetto Disegni e Stampe, perché tu possa gentilmente consigliarla»22.

Sono allegate sei fotografie in bianco e nero proveniente dalla “Soprintendenza alle Gallerie di Firenze” con numero di inventario del “Gabinetto Fotografico degli Uffizi (GFU)”. Si tratta di:

1. due fotografie delle volumi edilizi su piazza dei Castellani in cui si vedono dall’esterno le finestre del Gabinetto Disegni e Stampe (foto GFU n.94930 e foto GFU n.9493123);

2. due fotografie della Sala delle Esposizioni con le vetrine e gli arazzi, una scattata verso la vetrata (foto GFU n.94926) e una ripresa in controcampo (foto GFU n.9492724);

3. due fotografie della Sala Studio con le librerie, tavoli e quadri appesi (foto GFU n.94928 e foto n.GFU 9492925).

Infine, nell’agosto del 1953, Muraro scriveva nuovamente a Scarpa:

«Ti ho cercato invano. Volevo parlarti un momento dato che vado qualche giorno a Firenze ove vedrò la signorina Sinibaldi. Ti scrivo per due ragioni: primo, per darti fretta per le fotografie dei tuoi lavori di allestimento; secondo ... per una noiosa [altra] questione»26.

Insomma, vista la data precoce della prima missiva (“13 febbraio 1953” quasi un anno prima che Detti ricevesse l’incarico della sistemazione del GDSU grazie a Guido Morozzi), grazie al consiglio di Muraro con la Sinibaldi e quindi grazie all’effettivo passaggio di materiali («fotografie», ma anche «lucidi e piante»), la corrente interpretazione di un coinvolgimento di Scarpa nei lavori del GDSU grazie a Detti si circostanzia, piuttosto, alla luce di un indipendente ‘canale veneziano’ con la Direzione. I due coinvolgimenti – da parte di Muraro/Sinibaldi e da parte di Detti – procedettero dunque in parallelo. Certamente Scarpa – che era coinvolto anche nella sistemazione delle “Sale dei Primiti” degli Uffizi senza Detti - era stato contattato inizialmente per la ‘Sala di Esposizione’ del GDSU; grazie a Detti l’intervento poté poi diffondersi anche agli altri ambienti del Gabinetto, mentre proprio quella Sala dovette attendere una ‘seconda fase’ di attuazione (probabilmente nel 196027 anche se Scarpa se ne era occupato già ben

21 Missiva di Michelangelo Muraro a Carlo Scarpa del 13 febbraio 1953 su carta intestata “Soprintendenza ai Monumenti Medievali e Moderni di Venezia” in Roma, “MAXXI-Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo”, Sezione “Archivi”, Fondo “Carlo Scarpa” (d’ora in poi: Roma, MAXXI, FCS), pos.1/19.

22 Missiva di Michelangelo Muraro a Carlo Scarpa del 13 febbraio 1953 su carta intestata “Soprintendenza ai Monumenti Medievali e Moderni di Venezia” in Roma, MAXXI, FCS, pos.1/19.

23 Le due foto sono rispettivamente catalogate come Roma, MAXXI, FCS, pos.1/9, n.F26671 e n.F26670. 24 Le due foto sono rispettivamente catalogate come Roma, MAXXI, FCS, pos.1/19, n.F94928 e n.F94927. 25 Le due foto sono rispettivamente catalogate come Roma, MAXXI, FCS, pos.1/19, n.F26675 e n.F26674.

26 Missiva di Michelangelo Muraro a Carlo Scarpa del 17 agosto 1953 su carta intestata “Soprintendenza ai Monumenti Medievali e Moderni di Venezia” in Roma, MAXXI, FCS, pos.1/19. Per il secondo motivo della lettera a Scarpa, Muraro non scende in dettagli: «Franco ha bisogno di te; si lagna che non hai reso più contatti né con lui né con l’ingegner Dall’Ulivo per quella noiosa questione. Provvedi subito».

27 Al momento attuale (2014) all’interno del materiale conservato presso il fondo “Ministero della Pubblica Istruzione, An-tichità e Belle Arti”) presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma (d’ora in poi, Roma, ACS, AA.BB.AA.) - sezione “Mo-numenti, 1960-1975 - non è stato rinvenuto alcun materiale relativo alla ‘seconda fase’ delle opere al GDSU. Ringrazio Maria Letizia Sagù - Responsabile dell’ordinamento del fondo “Antichità e Belle Arti” presso l’Archivio Centrale dello Stato – per la sua disponibilità nell’indirizzare la mia ricerca all’interno dei materiali archivistici del Fondo non ancora inventariati.

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sette anni prima). E che per tutta questa serie di ragioni Scarpa sentisse particolarmente ‘suo’ il progetto della Sala di Esposizione sembra dimostrarlo la sola fotografia allegata al suo “Curriculum Vitae”28 del 1960 che ritrae appunto il nuovo interno dell’ambiente con i famosi pannelli affissi alle pareti.

2. 1952-1953: la prima previsione ‘d’ufficio’, per la nuova sistemazione del Gabinetto Disegno e Stampe, di Guido Morozzi

L’11 settembre 1952 il Ministro della Pubblica Istruzione Segni emanava, per conto della “Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti”, l’impegno di spesa di «complessive lire 4.500.000» per «i lavori di restauro danni di guerra al Gabinetto Disegni e Stampe della Galleria degli Uffizi», «visto il progetto in data 21 aprile 1952, considerata la convenienza che tali lavori siano eseguiti in economia dalla Soprintendenza alle Gallerie di Firenze»29.

La cifra – rispetto ad un’originaria richiesta di «lire 6.000.000 ridotta alle spese necessarie ai lavori assolutamente indispensabili e urgenti»30 - derivava da un “Preventivo di spesa” conteggiato da Guido Morozzi, funzionario della locale Soprintendenza ai Monumenti di Firenze, che coordinava la previsione dell’opera e che contemplava:

«a. ”Ricostruzione di pavimenti” con demolizione di vecchi pavimenti sconnessi o mancanti di matto-nelle; ricostruzione di pavimenti in cotto pressato e levigato, compresa la revisione del sottofondo; arrotatura a macchina dei suddetti pavimenti ... b. “Ripristino dell’illuminazione artificiale e siste-mazione dell’impianto elettrico danneggiato” con ricostruzione di linee di alimentazione in cavo sot-topiombo incassato, con protezione di reggetta o in filo isolato a 600 W entro tubi di acciaio verni-ciato, compreso quadro di comando; ricostruzio-ne di liricostruzio-nea secondaria in conduttori come sopra, compreso interruttori, prese di corrente, valvole etc.; fornitura e posa in opera di tubi fluorescenti completi di reattori, condensatori, valvole rifletto-ri, cornici, tiges, lumi speciali ... c. “Ricostruzione

delle bacheche in legno per l’adattamento al nuovo impianto di illuminazione artificiale” con provvista di materiale e mano d’opera per modifiche alle ba-cheche esistenti nella Sala di Esposizione, allo sco-po di sistemare il nuovo impianto di illuminazione delle bacheche medesime ... d. “Ricostruzione di serrande metalliche a due finestroni delle sale di Studio” ... riprese di colore e nuove coloriture; ri-pristino del vecchio impianto di cellula fotoelettri-ca ... e ripristino dell’impianto di ventilazione della Sala di Esposizione e delle varie Sale di Studio»31. La “Relazione” che aveva accompagnato la richiesta era firmata, a doppio nome, dalla Direttrice del GDSU, Giulia Sinibaldi e dal soprintendente Rossi che segnalavano come «nessun lavoro è stato fatto nelle sale di Studio e nel magazzino da moltissimo tempo, né per la sicurezza della conservazione delle collezioni, né per la buona illuminazione, né per la comodità dello studio né per qualsiasi altro miglioramento, se si accentua la tinteggiatura delle pareti, eseguita alcuni anni fa. Perciò tutto qui ha aspetto assai trascurato e inadeguato. La cosa più urgente è incassare nel muro i fili della luce che, così esterni come sono, presentano un pericolo temibilissimo in un ambiente dove le opere da conservare sono tutte di carte. Si aggiunga che la maggior parte degli armadi di magazzino è di legno».

Se il pericolo d’incendi andava dunque rimosso, la fruizione necessitava, invece, di venir agevolata: «l’illuminazione degli ambienti è assolutamente insufficiente. La Sala d’Esposizione, lunghissima, ha una sola sorgente di luce naturale; e questo rende necessaria la luce artificiale in giorni poco luminosi o in certe ore del giorno. Ma la luce artificiale di tutta questa grandissima Sala si limita a 4 lampadine. Sarebbe invece necessario che le bacheche avessero una luce disposta opportunamente per rendere possibile la visione delle cose esposte in qualunque ora e in qualunque giorno non basti la luce naturale. Anche nelle Sale di Studio e in magazzino l’illuminazione artificiale è scarsa e mal disposta»32.

28 La fotografia in bianco e nero è catalogata come “Uffizi, 1960” in Roma, MAXXI, FCS, pos.D 12, n.F027422.

29 Impegno di spesa per conto del Ministro della Pubblica Istruzione dell’11 settembre 1952 in Roma, ACS, AA.BB.AA., Div. III, 1929-1960, b.305, fasc. “Restauri opere d’arte esercizio 1951-1952”, prot. “Ufficio di contabilità del 16 settembre 1952”. 30 Missiva del Soprintendente alle Gallerie di Firenze, Filippo Rossi, al Ministro della Pubblica Istruzione presso la Direzione AA.BB.AA. del 31 luglio 1952 in Roma, ACS, AA.BB.AA., Div.III, 1929-1960, b.305, fasc. “Progetto di Restauro in danni di Guerra al Gabinetto Disegni e Stampe annesso alla Galleria degli Uffizi”, prot. 2905.

31 Guido Morozzi, Preventivo di spesa pei lavori di restauro danni di Guerra al Gabinetto Disegni e Stampe della Galleria degli

Uffizi redatto il 21 aprile 1952 in Roma, ACS, AA.BB.AA., Div.III, 1929-1960, b.305, fasc. “Restauri opere d’arte esercizio.

Affreschi 1951-1952”.

32 Uno stralcio della “Relazione” è citato anche in beltraMini, Galleria degli Uffizi e Gabinetto dei Disegni e delle Stampe

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In aggiunta a tutto ciò venivano contemplati però anche altri ordini di lavoro:

«sarebbe infatti opportuno provvedere anche ad altri lavori necessari. Infatti richiederà molto tempo, molte precauzioni e cure, lo spostamento e quindi il riordinamento delle tante migliaia di fogli conservati nel magazzino; e naturalmente durante questo tempo e quello dei lavori, le Sale di Studio dovranno restare chiuse. Bisognerebbe dunque evitare di spostare due volte i disegni e le stampe e di prolungare, oltre il necessario, il tempo di chiusura delle Sale al pubblico. Gli altri lavori urgenti sono: 1. Rifare i pavimenti che sono consumatissimi e in stato indecoroso; 2. Provvedere di serrande metalliche due dei finestroni delle Sale (questi sono sì molti alti da terra, ma non hanno nessuna chiusura); 3. Disporre campanelli d’allarme; 4. Proteggere le sale dal sole e dal calore che d’estate vi è intensissimo, con tende alla veneziana».

Le opere, che mantenevano un valore ‘di massima’ ma che comprendevano interventi ulteriori rispetto a quelli previsti nel 1952, dovevano trovare un proprio, nuovo inquadramento ufficiale e a ciò pensava sempre Guido Morozzi. Il 15 novembre 1953, Morozzi approntava il pro-getto di massima per la sistemazione, per un to-tale di «lire 5.000.000» e sulla base della “Perizia n.25 per sistemazione e restauro al gabinetto Di-segni e Stampe nella Galleria degli Uffizi in Firen-ze”. Il “Preventivo di spesa” comprendeva molte categorie di lavori che poi sarebbero ritornate nei preventivi successivi («[nr.1.] opere murarie ne-cessarie all’incassatura dell’armatura di longarine in ferro a sostegno del nuovo armadio metallico fra il solaio del magazzino e le volte sottostanti ... e posa in opera del nuovo pavimento in cotto, dello scalino e del ricorso in marmo ... [2.] con provvista di longarine in ferro di varie sezioni e staffe»33).

Tutta la previsione veniva poi trasmessa al Ministero nel dicembre34.

3. 1954. Guido Morozzi mentore di Edoardo Detti: il nuovo progetto ‘ufficiale’ di Detti per il GDSU

Nel maggio del 1954, il soprintendente Filippo Rossi faceva il punto della situazione

«con nota n.4711 in data 5 dicembre 1953 si è trasmessa la “Perizia di lire 5.000.000 per restau-ri danni di Guerra. Esercizio 1953-1954”, che codesta Direzione Generale ha approvato con nota n.326 del 12 gennaio. Come è noto i lavori descritti si riferiscono al tanto necessario e deli-cato lavoro di sistemazione del Gabinetto Disegni e Stampe, al fine di assicurare la perfetta conser-vazione della preziosa raccolta e al fine di render funzionale, nell’esiguo spazio a disposizione, il gravoso diuturno lavoro di ricerca dei vari fogli richiesti dai numerosi Studiosi che frequentano il Gabinetto stesso, assicurando a questi ultimi il massimo accoglimento nello studio, diminuendo il transito attraverso i locali. In un primo tempo la Direzione dei Lavori fu assunta dall’architet-to Guido Morozzi della locale Soprintendenza ai Monumenti; ma da qualche mese si è dovuto rinunciare a malincuore alla sua preziosa opera, essendo lo stesso troppo oberato di lavoro per conto del proprio Ufficio e non potendosi quindi dedicare – come il caso richiedeva e richiede – allo studio e soluzione dei problemi complessi relativi al lavoro»35.

Ecco dunque che era entrato in scena Edoardo Detti:

«Non avendo la Soprintendenza ai Monumenti altro elemento tecnico che possa sostituire l’arch. Morozzi, questo stesso consigliò di valersi dell’opera dell’arch. Edoardo Detti, valente professionista fiorentino, il quale, interpellato in merito, ha ben volentieri accettato l’incarico e ha studiato con competenza e passione i problemi riuscendo a trovare le migliori soluzioni alle esigenze sopra prospettate in pieno accordo con l’arch. Morozzi, che ha approvato il nuovo progetto ed ha comunque assicurata la propria collaborazione nei limiti che gli saranno consentiti dalla propria attività».

33 Edoardo Detti e Guido Morozzi, Preventivo di spesa pei lavori da eseguirsi in Sistemazione e restauro al Gabinetto Disegni

e Stampe nella Galleria degli Uffizi in Firenze come da “Perizia n.25 [da progetto in data 30 ottobre 1954] di lire 5.000.000”,

redatta il 15 novembre 1954 in Roma, ACS, AA.BB.AA., Div.III, 1929-1960, b.305, fasc. “Progetto di Restauro in danni di Guerra al Gabinetto Disegni e Stampe annesso alla Galleria degli Uffizi”. Categoria di lavoro già presente nel “Computo” redatto da Morozzi il 15 novembre 1953.

34 Missiva del Soprintendente alle Gallerie di Firenze al Ministro della Pubblica Istruzione presso la Direzione AA.BB.AA. del 5 dicembre 1953 in Roma, ACS, AA.BB.AA., Div.III, 1929-1960, b.305, fasc. “Progetto di Restauro in danni di Guerra al Gabinetto Disegni e Stampe annesso alla Galleria degli Uffizi”, prot.4711.

35 Missiva del Soprintendente alle Gallerie di Firenze, Filippo Rossi, al Ministro della Pubblica Istruzione presso la Direzione AA.BB.AA. del 21 maggio 1954 in Roma, ACS, AA.BB.AA., Div.III, 1929-1960, b.305, fasc. “Progetto di Restauro in danni di Guerra al Gabinetto Disegni e Stampe annesso alla Galleria degli Uffizi”, prot. 2419.

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E la direttrice Sinibaldi annotava sulla nuova “Perizia”

«”Perizia” sostituita alla precedente n.25 essendo stato incaricato dei lavori l’arch. Detti e da lui introdotte le modifiche»36.

Vi erano state, infatti, delle aggiunte rispetto alle previsioni di Morozzi:

«naturalmente i nuovi studi compiuti hanno portato come conseguenza variazioni sensibili alla “Perizia” in oggetto; si è resa pertanto necessaria la compilazione di una nuova “Perizia” che si trasmette in allegato alla presente unitamente ai disegni relativi al nuovo progetto. In tale nuova “Perizia” sono rimaste inalterate le voci dal nr.1 a nr.6; le rimanenti voci (dal nr.7 al nr.8) si riferiscono ai nuovi lavori in base al progetto allegato».

Si aveva molta fretta e comunque, anche sulla base dell’approvazione delle vecchie opere, i lavori prendevano già inizio:

«Data l’urgenza di portare a compimento i lavori per limitare l’inattività del Gabinetto Disegni al tempo minimo necessario, i lavori stessi sono stati iniziati – sotto al Direzione dell’arch.Edoardo Detti e la collaborazione dell’arch.Morozzi – con la data del giorno odierno del corrente mese. Si prega codesta Direzione di dare urgente nulla osta alla variazione della “Perizia” approvando contemporaneamente la nuova “Perizia” e l’incarico affidato all’arch. Edoardo Detti con il relativo compenso».

Una serie di scambi di missive, attualmente non reperite, doveva aver fatto ampliare le previsioni di spesa e la natura dei lavori poiché solo nell’ottobre si giungeva alla stesura definitiva. Infatti nella “Perizia n.25 del 30 ottobre 1954 per lavori da eseguirsi in restauro danni di Guerra al Gabinetto Disegno e Stampe annesso alla Galleria degli Uffizi”37, la nuova “Relazione di progetto” prevedeva

«nella fase dei lavori di sistemazione della Sale di Studio, della Direzione e del magazzino del Gabinetto Disegni e Stampe durante il passato esercizio, sono state eseguite opere principali, soprattutto di carattere murario e

strutturale, atte a distribuire ed usufruire più funzionalmente lo spazio di questi ambienti. Si è infatti ottenuto di rendere indipendenti gli accessi del magazzino e delle sale predette e di consentire un attraversamento più agile e diretto della Sale di Esposizione riducendo la grave interferenza preesistente. Fanno parte di questi lavori la costruzione del corridoio (in ossatura in ferro racchiusa da pannelli di gesso) ricavato in un lato del magazzino; la divisione orizzontale della seconda e terza sala (la prima mediante un solaio misto e la seconda mediante un solaio in ferro a forma di ‘V’); il rinnovamento totale dell’impianto elettrico (illuminazione e corrente industriale) e dei telefoni interni; l’ampliamento dell’impianto di termosifone; il restauro e la levigatura dei pavimenti; il restauro degli intonaci e parte della coloritura»38.

Come fase attuale il progetto prevedeva

«la chiusura in lamiera in ferro delle pareti e del solaio del corridoio inserito nel magazzino, opera che garantisce le indispensabili condizioni di sicurezza per il materiale conservato e assicura ad esso la necessaria difesa dalla polvere. Sono previsti inoltre pavimenti afoni nel predetto corridoio e sulle nuove balconate della sale di Studio; le balaustre in ferro e in legno per quest’ultime e due scale metalliche per l’accesso; una parte dell’arredamento principale delle Sale di Studio, balconate comprese; le lampade e gli apparecchi di illuminazione, tanto per il magazzino che per le sale; le tende alla veneziana per i grandi finestroni delle tre Sale; alcune porte che sono mancanti; ed infine l’imbiancatura e la verniciatura definitiva delle strutture in ferro e delle pareti».

La modernità dell’intervento veniva esplicitata da Detti:

«Per l’arredamento si sono seguiti criteri di mas-sima semplicità e funzionalità, adoperando, dov’è possibile, per sostegno dei tavoli e per qualche pic-colo scaffale, gli stessi elementi di balaustra delle balconate delle Sale. Sono anche inclusi in questa fase dei lavori di restauro e la levigatura del pavi-mento della Sala di Esposizione e la sistemazione e il restauro di due ambienti per il montaggio ed il restauro dei disegni e delle stampe con impianto di acqua e luce e rinnuovo totale dei pavimenti ».

36 In beltraMini, Galleria degli Uffizi e Gabinetto dei Disegni e delle Stampe [Firenze, 1953-56] ..., cit., n.15 p.158. La

“Peri-zia” è conservata presso il GDSU, Archivio, busta “Preventivi, assegnazioni, rendiconti A”, cart. 1953-1954, fasc. “Corrispon-denza e note”. Maria Beltramini non conosce tutta la serie delle “Perizie” succedutesi (peraltro tutte denominate “25” salvo errori di trascrittura) e quindi ritiene che «poiché la “Perizia” n.25 è datata 15 novembre 1953, è evidente che Detti dovette sottoscrivere l’altra poco dopo e comunque entro la fine dell’anno».

37 Per un errore di trascrizione a volte la “Perizia” viene indicata con «n.15» invece che «n.25». In questo studio l’errore è stato emendato, come in questo caso, per maggiore comprensione.

38 Edoardo Detti, Relazione di progetto come da “Perizia n.25 del 30 ottobre 1954 di lire 5.370.000”, redatta il 30 ottobre 1954 in Roma, ACS, AA.BB.AA., Div.III, 1929-1960, b.305, fasc. “Progetto di Restauro in danni di Guerra al Gabinetto Disegni e Stampe annesso alla Galleria degli Uffizi”.

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Era il famodo ‘arredo moderno’ di Detti (e Scarpa), e concludeva l’Architetto che

«con i lavori predetti si può assicurare in modo sufficiente il funzionamento ordinario del magazzino e quello delle Sale di Studio, sia per quanto riguarda il lavoro e la vigilanza della direzione dei funzionari, sia per quanto concerne la consultazione e lo studio del materiale del Gabinetto. La dotazione di arredi prevista in questa fase dei lavori deve considerarsi solo sufficiente per un funzionamento provvisorio, in quanto non comprende né il quantitativo necessario di tavoli e di sedie per lo studio e la consultazione, né la scaffalatura per la sistemazione della fototeca. Rimane parimente da provvedere all’arredamento dei nuovi corridoi della direzione nonché alla conveniente e comoda sistemazione degli schedari».

Molta attenzione veniva ovviamente posta alla nuova fornitura di servizi:

«per ciò che concerne il magazzino, le nuove scaf-falature metalliche (sia quelle composte sui ripia-ni sia quelle ad elementi liberi) assicurano la per-fetta conservazione della maggior parte del ma-teriale, Precarie invece rimangono le condizioni del materiale ancora depositato in sedie e vecchi armadi metallici a banco; la imperfetta tenuta ed il cattivo funzionamento delle cassette (non passi-bili di restauro) costituiscono una vera minaccia per il materiale. Sempre nel magazzino sono da prevedersi ancora dei ripiani di appoggio per il materiale estratto e da collocare a posto e due pic-coli carrelli metallici per il trasporto delle cartelle di grande formato. Da mettere in evidenza è la insufficiente areazione del magazzino che deter-mina, sopra tutto nel periodo estivo, condizioni di una certa pericolosità e per la quale occorrerà provvedere con appositi apparecchi azionati elet-tricamente. Ultimo lavoro da prevedere è lo spo-stamento, già considerato nel progetto generale, dell’attuale WC, che è in pessime condizioni. Tale spostamento è consigliato nella necessità di au-mentare la luce naturale alla Sala di Esposizione che è notevolmente ridotta dal volume di questo servizio, che dovrebbe appunto essere demolito a vantaggio della superficie della terrazza». Anche il “Computo metrico” veniva redatto dallo stesso Architetto, che prevedeva le vecchie categorie di lavori e altre ne aggiungeva. Si riproponevano le vecchie intenzioni di rifacimento dell’impianto elettrico con la «fattura di tracce per l’impianto elettrico ... chiusura con malta di calce ... [n.11.] Poi un

traliccio di sostegno per illuminazione delle sale del GDSU con ferro tondo e piatto, tubi trafilati lucidi, lamiera di acciaio ... Fornitura in opera di apparecchi speciali per l’illuminazione e tubi fluorescenti ... con apparecchi da soffitto per tubi fluorescenti da m.1.20, esecuzione in lamiera pesante e verniciata in colore bronzo metallizzato (nr.14); lumi a piedistallo adatti per contenere una lampada fluorescente circolare (nr.4); lumi da tavolo adatti per contenere una lampada normale (nr.2)»39.

Ovviamente, in questa prescrizione tecnica veniva compresa la realizzazione di apparecchi «speciali» che erano stati appositamente progettati da Detti (e da Scarpa? Ogni lume a piedistallo, fornito completo costava, non a caso, 18.000 lire; ogni lume da tavolo 4.000 lire e ogni apparecchio da soffitto 10.000 lire per la cifra assai rilevante di 210.000 lire solo per questi apparecchi: si pensi che il rifacimento della pavimentazione prevista non arrivava a 8000 lire e la realizzazione degli interi impianti idraulici costava meno di 100.000 lire!). La cura negli arredi si realizzava anche nella progettazione dei tavoli:

«[n.21.] analisi del costo per costruzioni dei piani in panforte ... levigati in entrambe le parti in legno mogano lucidato a spirito per tavoli a mensola» (per la cifra non trascurabile di quasi 18.000 lire), così come di mogano erano anche i «[n.22.] pannelli per la balaustra della scala e dei ballatoi delle due Sale»;

e anche «[n.24] il costo di scaffalatura per libri in legno rovere massello, con fondo e lucidate a spirito». Sempre dipendente dalla modernità dell’idea del Progettista era anche la previsione della finitura delle coperture delle sale:

«[n.23.] controsoffitto in legno mogano a perline con armatura in legno abete fissato alla tessitura metallica ... per 25.237 lire».

Quindi, riproponendo le categorie del vecchio progetto di Morozzi, «[n.6.] la ripresa di pavimento in quadroni levigati dell’Impruneta, previa disfacitura del vecchio pavimento e sottofondo, e ricostruzione del sottofondo ... con calcestruzzo di cemento» e ancora «demolizione di pavimento in mattoni, demolizione di sottofondo calcestruzzo di calce ... e ricostruzione di sottofondo in calcestruzzo di cemento ... alto cm 5 ... e [nr.7.] di pavimento in tamette (mattonette) greificate di cm.15x10 ... con malta di calce e cemento». Il nuovo progetto prevedeva anche una diversa articolazione degli spazi e dunque si passava alla

39 Edoardo Detti, Elenco dei costi elementari e analisi dei prezzi del Progetto di lavori da eseguirsi in restauro danni di Guerra

al GDSU come da “Perizia n.25 del 30 ottobre 1954 di lire 5.370.000”, redatta il 30 ottobre 1954 in Roma, ACS, AA.BB.AA.,

Div.III, 1929-1960, b.305, fasc. “Progetto di Restauro in danni di Guerra al Gabinetto Disegni e Stampe annesso alla Galleria degli Uffizi”.

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