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Academic year: 2021

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II CONFERENZA INTERNAZIONALE:

The future of theory in education:

traditions, trends, trajectories

di Elena Nobile

Lo scorso giugno si è svolta, presso la School of Education dell’Università di Stirling, in Scozia, la conferenza internazionale dal titolo: The future of theory

in education: traditions, trends, trajectories. Tale conferenza rappresenta

un’inizia-tiva proposta dal Laboratory for educational theory, creato nel 2008 da Gert Bie-sta, Julie Allan e Hellen Lies, docenti presso la School of Education. In generale gli obiettivi che fungono da filo conduttore alle attività del labora-torio sono due: indagare in modo sistematico il ruolo della teoria nella ricerca e nella prassi educativa e cercare di comprendere la specifica natura della teoria

educativa come teoria su e per l’educazione. La conferenza sul futuro della

teo-ria in educazione è stata promossa proprio per generare un fecondo e aperto dialogo su questi temi. La copiosa partecipazione di dottorandi, ricercatori e professori provenienti da ben 35 diversi paesi è stata la chiara testimonianza della necessità di riflettere sulle questioni poste non rimanendo chiusi nel proprio territorio di appartenenza.

La conferenza è iniziata il pomeriggio del 7 giugno con un saluto da parte di Biesta, che ne ha esplicitato motivazioni e modalità di svolgimento e si è concluso nella mattinata del 9 giugno. Julie Allan ha dato avvio ai lavori con una lezione magistrale dal titolo Making a difference-in theory. Oggetto di tale intervento è stata l’analisi precisa di alcune teorie appartenenti a diverse tra-dizioni educative, al fine di illuminare gli effetti, positivi e negativi, che esse hanno generato, tanto nella prassi, quanto nella ricerca. In particolare Allan ha sottolineato come il preciso lavoro intorno alle teorie educative permetta di ridurre le disuguaglianze in ambito scolastico.

Di tutt’altra natura la relazione conclusiva, tenutasi sabato mattina, da parte di Thomas Popkewitz, dal titolo Is there an option? Theory as an empirical fact. Punto di partenza della relazione è stata la constatazione di come, in ambito educativo, tanto nella pratica, quanto nella ricerca, venga negato il ruolo fon-damentale che la teoria dovrebbe avere. Tuttavia la storia ci testimonia come essa sia centrale nello sviluppo delle scienze sociali ed educative. Popkewitz

© Pensa MultiMedia Editore srl ISSN 1722-8395 (in press) / ISSN 2035-844X (on line) Studium Educationis • anno XIII - n. 3 - ottobre 2012

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ha dunque proposto di concettualizzare la teoria come fatto empirico, riattri-buendole così una nuova visibilità in ambito educativo. Visibilità volta a pro-muovere la necessaria circolarità teoria/prassi, oltre che una politica scolastica in grado di tenere conto delle autentiche esigenze educative.

Oltre a questi due interventi, la conferenza è stata caratterizzata dal susseguirsi di numerose relazioni presentate da studiosi di tutto il mondo. Lo spazio de-dicato a tali relazioni è stato organizzato in cinque sessioni parallele di di-scussione. Ogni sessione era composta da quattro diversi gruppi all’interno dei quali si è cercato, attraverso le singole relazioni, di riflettere su di una pro-blematica generale. Le discussioni si sono focalizzate sui seguenti temi:

• nuovi modi di intendere e promuovere l’educazione, tenuto conto delle peculiarità della società contemporanea;

• approfondimenti volti ad analizzare un particolare paradigma educativo inteso sia come forma di razionalità volto a guidare la ricerca educativa, sia come modello di riferimento per la prassi stessa;

• riflessioni critiche sul ruolo della teoria sia nella ricerca che nella prassi educativa;

• analisi comparata di diversi modelli educativi internazionali.

I medesimi temi hanno animato anche la sessione parallela dedicata alla pre-sentazione dello stato dell’arte circa le ricerche di dieci dottorandi provenienti da diverse sedi universitarie.

É convinzione di chi scrive che un ricercatore universitario dovrebbe parte-cipare, almeno una volta, a tale conferenza. In primo luogo perché, tenuto conto sia dei relatori che degli iscritti, si è realmente trattato di una confe-renza internazionale. Tali confronti si rivelano assolutamente necessari per evitare di scivolare, come ricercatori, in posizioni dogmatiche. In secondo luogo il tema in esame e il modo in cui viene trattato non può essere evitato da chi intenda fare ricerca in ambito educativo, indipendentemente dall’og-getto in questione. Difatti, come ci insegna Popper, il metodo scientifico è sintetizzabile in tre parole: problemi-teorie-critiche. Il ricercatore “inciampa” in un problema, tenta di risolverlo proponendo una teoria e discute criticamente la teoria proposta.

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