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L'orologio del cambiamento climatico

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Academic year: 2021

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5. Sommario

COPERTINA

ELISABETTA STRICKLAND

Essere donna e fare scienza in Italia: un’impresa difficile pag. 5 LUCIANO CELI

L’orologio del cambiamento climatico pag. 7

ROBERTO FIESCHI

2015. L’anno della luce pag. 9

DAVIDE SCHIFFER

Memoria e oblio pag. 11

CONTRIBUTI E INTERVENTI

GIORGIO BIANCIARDI

Fisica del caos: un’introduzione storica pag. 15

ERMINIO GIAVINI

Teratologia: la tossicologia dello sviluppo embrionale pag. 19

TULLIO SCRIMALI

Neuroscienze applicate e terapia integrata del disagio psichico pag. 25 BARTOLOMEO VALENTINO

I fattori di crescita del maxillo facciale pag. 30

MICHELE MOSSA

Processi di mescolamento e trasporto di inquinanti in acqua pag. 33 GAETANO OLIVA

Le arti espressive come pedagogia della creatività pag. 45

GRAZIELLA TONFONI

La divulgazione in aree scientifiche di temi interdisciplinari pag. 52 ALESSANDRA JACOMUZZI

Errori, illusioni o incantesimi? La gestione dei risparmi pag. 56 ROSSANO PAZZAGLI

Gli alberi lungo le strade. Una questione storica e ambientale pag. 59 PAOLO FRASCAROLO E STEFANO PROTTI

Gianfranco Mattei. Chimico, partigiano, cittadino pag. 66

FRANCO RIVA

Una libertà fragile. Gabriel Marcel e Jean-Paul Sartre pag. 69

DECIO COCOLICCHIO

Sul Premio Nobel ad Einstein pag. 78

ALDO ZANCA

Economia e/o etica pag. 81

ANNAMARIA MUOIO E GIUSEPPE ANTONIO PABLO CIRRONE

Il Centro di AdroTerapia e Applicazioni Nucleari Avanzate di Catania pag. 87 BARBARA MISSANA

Le nuove frontiere della scienza applicata all’arte: la Neuroestetica pag. 88 CLAUDIO PALUMBO

L’importanza delle competenze trasversali pag. 91

ANGELO ARIEMMA

I migliori anni della nostra vita pag. 93

RICERCHE

LINO MIRAMONTI

Il sole studiato in tempo reale col rivelatore di neutrini borexino pag. 97 SILVIA AROSSA

L’inquinamento dell’ambiente marino: la plastica e i suoi effetti pag. 101 ELISA CECCONI

Una medicina per l’uomo. La riflessione di Viktor von Weizsäcker pag. 106 DONATELLA DI CORRADO

Come si allena l’attenzione nel gioco del calcio? pag. 112

IL COMITATO SCIENTIFICO

n. 5 marzo 2015

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SCIENZE E RICERCHE • N. 5 • MARZO 2015 | COPERTINA

L’orologio del cambiamento climatico

LUCIANO CELI

Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto per i Processi Chimico-Fisici, Pisa

atarassia nei confronti dell’umanità cui lui stesso è apparte-nuto.

Nel fumetto i riferimenti agli orologi non mancano: dall’antica analogia di Dio come il “grande orologiaio”, alla vicenda dello stesso Osterman che sarebbe dovuto diventare un orologiaio, per arrivare a ciò che qui interessa: l’orologio dell’apocalisse (o del Giorno del Giudizio - Doomsday Clock in inglese).

Ancora una volta si tratta di una metafora, che però trova il suo pieno riscontro nel mondo reale, trattandosi di un’inizia-tiva – inizialmente semiseria, ma poi sempre più “effi cace” – messa in piedi da alcuni scienziati del Bulletin of the

Ato-mic Scientists dell’Università di Chicago nel 1947. Iniziativa

che, con la metafora dell’orologio, vuole fornire una misura del pericolo di una ipotetica fi ne del mondo a cui l’umanità è sottoposta: più le lancette sono vicine alla mezzanotte, più la fi ne del mondo può considerarsi prossima a causa di una qualche minaccia.

L’orologio fu ovviamente immaginato per indicare in modo comprensibile e concreto il pericolo di una guerra nucleare: con la crisi dei missili a Cuba nel 1961 venne toccato il

cul-C

hi è appassionato di fumetti non potrà aver dimenticato – complice la recente trasposi-zione in fi lm – la graphic novel Watchmen, uscita, ormai diversi lustri fa, dalla geniale penna di Alan Moore. Per sommi capi: la storia è ambientata nel 1985, in piena guerra fredda e l’Unio-ne Sovietica è ancora una superpotenza. A causa di un inci-dente nucleare in laboratorio, il fi sico Jon Osterman diviene il Dr. Manhattan, con evidente riferimento al reale progetto Manhattan che, durante la seconda guerra mondiale, vide le migliori menti della fi sica (e non solo), cooperare per la costruzione della bomba atomica. La storia, densissima di signifi cati, di analogie, con camei culturali pregevoli, come quello a William Blake nel capitolo Agghiacciante

simme-tria, si snoda, pur con una trama originale, nella

contrappo-sizione classica tra bene e male: ancora una volta il genere umano si salverà grazie all’intelligenza e al sacrifi cio del Dr . Manhattan, divenuto nel frattempo, grazie all’incidente, una sorta di divinità capace di conoscere e comprendere nel pro-fondo molte delle leggi della Fisica a noi sconosciute. Questo ne muterà il carattere fi no a condurlo verso una sostanziale

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COPERTINA | SCIENZE E RICERCHE • N. 5 • MARZO 2015

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movimenti di popolazioni ancora sporadici se confrontati col numero di persone presenti sul pianeta, ma che potrebbe intensificarsi (http://www.nature.com/news/human-adapta-tion-manage-climate-induced-resettlement-1.16697).

Sembra che la ricetta stia nel titolo del ponderoso volu-me di Naomi Klein fresco di traduzione per Rizzoli: Una

rivoluzione ci salverà. Solo rivoluzionando il nostro modo

di pensare e attuando politiche capaci di favorire modelli e stili di vita differenti potremo raggiungere insieme l’obietti-vo proposto per il summit che si terrà a Parigi nel dicembre di quest’anno: quello di mantenere entro i due gradi celsius l’aumento della temperatura globale del pianeta.

A differenza di quel che accade nelle graphic novel, però se falliremo non ci sarà nessun Dr. Manhattan a salvarci. mine e l’orologio sarebbe stato almeno idealmente – anche

se per pochi giorni – sulle 23:59. Tuttavia all’epoca le lancet-te non vennero spostalancet-te, poiché la revisione della minaccia al genere umano aveva una cadenza annuale.

Dal 2007 però, data la situazione socio-politica inter-nazionale, il pericolo nucleare lascia il posto alla annosa questione del (definitivo) cambiamento climatico: sul sito degli scienziati atomici (http://thebulletin.org/) attualmen-te mancano tre minuti alla mezzanotattualmen-te. Un pericolo che è oggettivo – i cambiamenti climatici sono ormai irreversibili e bisogna porvi rimedio – ma soprattutto trova il suo mag-giore fattore di rischio in una cattiva, quando non del tutto assente, percezione del problema (http://www.pewinternet. org/2015/01/29/public-and-scientists-views-on-science-and-society/). Un problema complesso perché “multifattoriale”: coinvolge l’umanità intera, scelte politiche anche drastiche sulle questioni energetiche (http://www.nature.com/nature/ journal/v517/n7533/abs/nature14016.html), migrazioni e

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