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Valorizzare i predatori per salvaguardare la biodiversità vegetale: il caso Chrysoperla carnea s.l.

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Academic year: 2021

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Libro dei Riassun.

ISBN: 9788894133226

V.O.13

VALORIZZARE I PREDATORI PER SALVAGUARDARE LA BIODIVERSITÀ

VEGETALE: IL CASO CHRYSOPERLA CARNEA S.L.

F. Baldacchino1, A. Ibrahim2, F. Lamaj2, M. Tóth3, M. R. Tabilio4, A. Letardi5 1ENEA C. R. Trisaia – S.S. 106 Jonica, km 419,5 – 75026 Rotondella (MT) 2C.I.H.E.A.M. – I.A.M.B –70010 Valenzano (BA)

3Plant Protection Intitute, Centre for Agricultural Research, HAS, H-1022 Herman Ottó u.15, Budapest, Hungary 4CREA C. R. Frutticoltura – Fioranello (RM); 5ENEA C. R. Casaccia – Via Anguillarese, 301 – 00123 S. Maria di Galeria (RM)

E-mail (Autore per Corrispondenza): ferdinando.baldacchino@enea.it

Parole chiave: Servizio ecosistemico, Controllo biologico, Insetti utili, Neuroptera Chrysopidae, Semiochimici.

Salvaguardare la biodiversità è un obiettivo che trova forza anche nei potenziali servizi ecosistemi offerti. Il contributo del servizio ecosistemico nella difesa sostenibile delle colture è rappresentato dall’attività dell’entomocenosi utile nel limitare le popolazioni dei fitofagi. Il valore di tale servizio è difficilmente valutabile, sebbene siano note molte delle interazioni tra antagonista naturale e fitofago, ed un po’ meno tra gli stessi e la biodiversità vegetale. Peraltro, nel caso di insetti predatori, il contributo alla riduzione dei fitofagi passa spesso inosservato, poiché la loro attività trofica è meno visibile di un’avvenuta parassitizzazione. Quindi, una maggiore conoscenza di tali interazioni, implementata nella messa a punto di strumenti e metodi colturali, può supportare un percorso virtuoso che nella valorizzazione degli insetti utili trova ulteriore “motivazione” per la salvaguardia della biodiversità.

In tale lavoro vengono riportati gli studi effettuati dagli Autori sulla possibilità di gestione in campo del predatore neurottero Chrysoperla carnea s.l., quale esempio di valorizzazione reciproca tra predatore e biodiversità vegetale. Nel caso di Chrysoperla carnea s.l., la scoperta di sostanze attrattive aventi influenza sulla scelta del sito di ovideposizione, la successiva ottimizzazione del blend attrattivo e del supporto per l’ovideposizione, ha prodotto il dispositivo “Lacewing Egg Concentrator”.

Le diverse esperienze condotte su colture frutticole (Albicocco, Pesco e Agrumi) hanno evidenziato un range d’attrazione del dispositivo molto limitato nello spazio, rappresentandone il punto di debolezza dell’applicazione in campo. Difatti tale tecnica può valorizzare solo la popolazione di femmine ovideponenti già presenti in campo, “indirizzandole” verso un sito specifico per l’ovideposizione. Presupposto fondamentale per un’applicazione vantaggiosa degli attrattivi è quindi una maggiore presenza di crisopidi, garantita da una maggiore biodiversità vegetale in campo. Ciò è stato recentemente attestato da una maggior ovideposizione di uova in vigneti con inerbimento spontaneo invernale rispetto a vigneti floristicamente impoveriti da un accurato controllo delle malerbe.

In conclusione, le esperienze finora condotte sull’applicazione di attrattivi ovideponenti rappresentano un caso pratico di quanto sia utile e necessario favorire la biodiversità vegetale in campo, per incrementare la presenza di predatori ed ottenere il massimo servizio ecosistemico.

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