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G. Alfano, C. Colangelo, Il testo del desiderio. Letteratura e psicoanalisi, Carocci (Frecce), Roma 2018 : [recensione]

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Sinestesieonline

PERIODICO QUADRIMESTRALE DI STUDI SULLA LETTERATURA E LE ARTI SUPPLEMENTO DELLA RIVISTA «SINESTESIE»

ISSN 2280-6849

Sinestesieonline - n. 27 - a. VIII - Settembre 2019

www.rivistasinestesie.it

Giovanni Genna

Recensione

G.ALFANO,C.COLANGELO,Il testo del desiderio. Letteratura e psicoanalisi,Carocci (Frecce), Roma 2018.

Edito da Carocci nel 2018, Il testo del desiderio. Letteratura e psicoanalisi di Giancarlo Alfano e Carmelo Colangelo si presenta come un vero e proprio itinerario all’interno dell’universo che unisce letteratura e psicoanalisi, un calderone culturale in gran parte ancora inesplorato, un labirinto di specchi in cui, nella propria immagine riflessa, l’uomo scorge tutte le sfumature della sua condizione.

Data la complessità della materia trattata, l’intento primario degli autori è rivolgersi non solo agli addetti ai lavori, bensì a un pubblico ben più ampio, accompagnandolo alla scoperta di un mondo in cui l’analisi, l’analista e il materiale letterario si incontrano e influenzano reciprocamente: ecco quindi che al centro si trova l’opera di Freud, con riferimento al tema del desiderio, elemento cardine delle teorie dello scienziato austriaco.

Per raggiungere tale scopo gli autori suddividono il volume in due parti.

Nella prima, Le invenzioni freudiane, ripercorrendo le tappe principali della vicenda professionale del padre della grande rivoluzione epistemologica psicoanalitica Sigmund Freud, vengono evidenziate alcune delle nozioni concettuali basilari per affrontare l’indagine sulla «retorica dell’inconscio», cominciando, ad esempio, dall’importanza del ruolo ricoperto dal desiderio nel rapporto triadico autore-testo-lettore, centrale anche negli studi antropologico-psicoanalitici del secondo Novecento (basti pensare alla teoria del desiderio mimetico che il critico francese René Girard esplica attraverso la rilettura di alcuni fra i romanzi più significativi della letteratura occidentale, dal Don Chisciotte di Miguel de Cervantes alla Recherche di Marcel Proust).

Tra gli aspetti più interessanti, nonché fondanti per lo sviluppo di questa indagine, emerge inoltre l’attenzione per l’elemento linguistico, rappresentato, tra le altre, da due parole di origine tedesca utilizzate da Freud: dichter, cioè autore di opera d’arte, e Phantasieren, ossia fantasticare, sognare a occhi aperti, entrambe presenti nel titolo di una conferenza tenuta da Freud nel 1907, Der Dichter und das Phantasieren (tradotto in italiano Il poeta e la fantasia). Secondo Colangelo, in linea con quanto ribadirà Alfano nella seconda parte del volume, grazie all’analisi di questa formula è possibile notare come Freud, fin dagli inizi del suo percorso scientifico, utilizzasse termini specificamente letterari per indicare il linguaggio dell’inconscio, organizzando, sviluppando e raccontando il suo discorso scientifico in termini narrativi, in un dialogo tra le due sfere, quella psicoanalitica e quella letteraria, che a ben guardare ha segnato profondamente anche l’opera di poeti e narratori del primonovecento (si pensi, solo per citarne uno, al caso eclatante di Svevo con La coscienza di Zeno).

Spostando invece l’attenzione sulla seconda parte del volume, intitolata Le questioni e curata da Alfano, dopo un capitolo riassuntivo sulla genesi del «discorso psicoanalitico», l’indagine si sposta sull’analisi di alcuni esempi focali nello studio del rapporto letteratura-psicoanalisi, grazie anche all’utilizzo di interessantissime fonti primarie, come il materiale epistolare freudiano. Qui assume un profondo significato il caso dell’ormai celeberrimo complesso edipico, nel quale, probabilmente più che in qualsiasi altra scoperta scientifica, si manifesta l’essenza stessa della disciplina psicoanalitica, ossia il fatto che l’inconscio, la corporeità e il linguaggio si mescolano vicendevolmente dando voce al caso clinico e, conseguentemente, alla sua narratività.

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Ancora una volta, infine, l’indagine si sposta sul linguaggio, in particolar modo sugli aggettivi edipico e amletico, i quali sono ormai ricorrenti e comuni nell’uso quotidiano, incarnando a pieno titolo quella viscerale concatenazione tra l’arte, l’individuo e la società.

Il testo del desiderio. Letteratura e psicoanalisi di Alfano e Colangelo assume a tutti gli effetti la

funzione di una guida solida e ben congegnata all’interno di un universo culturale che sarebbe altrimenti dispersivo e sfuggente. Il volume è certamente un ottimo supporto per gli esperti di questo specifico ambito di studi, ma, grazie allo stile e al lessico utilizzati, nonché a un denso corpus di note esplicative, diventa un imprescindibile punto di partenza per chiunque volesse curiosare per la prima volta in uno degli anfratti più complessi della cultura umanistica.

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