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Il software "Atlantide" per la gestione dei rifiuti speciali: il caso IKEA Sesto F.no.

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Master Universitario di II livello

GESTIONE E CONTROLLO DELL’AMBIENTE ECONOMIA CIRCOLARE E MANAGEMENT DELLE RISORSE

Anno Accademico

2016/2017

IL SOFTWARE “ATLANTIDE”

PER LA GESTIONE DEI

RIFIUTI SPECIALI:

IL CASO IKEA SESTO F.NO

Autore

Luca Marrucci ………..….

Tutor Scientifico

Massimo Battaglia ...………..…….

Tutor Aziendale –

Ikea Italia Retail S.r.l

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Indice

1. Introduzione ... 1

2. La sostenibilità in IKEA Italia ... 4

2.1 Il modello di gestione dei rifiuti in IKEA Italia ... 8

2.2 La gestione dei rifiuti nel negozio IKEA di Sesto Fiorentino ... 12

3. Il software Atlantide ... 17

3.1 Il cloud Greennebula ... 18

4. Caso studio ... 20

5. Principali problematiche riscontrate ... 42

6. Conclusioni ... 47

7. Bibliografia ... 50

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1. Introduzione

Nel corso degli anni nel mondo occidentale si è avuto un grande incremento di centri commerciali, ipermercati e megastore, dovuto anche alla diffusione del consumismo come fenomeno culturale di massa. La proliferazione massiccia e diffusa della Grande Distribuzione Organizzata, da ora indicata con l’acronimo “GDO”, ha causato una significativa riduzione dei negozi a conduzione familiare tipici del periodo post bellico.

Questo rilevante cambiamento ha comportato un’altrettanta rilevante modifica delle abitudini di vita e delle modalità di acquisto della maggior parte delle persone. Spesso è necessario spostarsi, con mezzi propri o pubblici, in luoghi fuori dall’abitato cittadino prima di potersi dedicare allo scopo primario, ovvero l’individuazione, la selezione e infine l’acquisto di beni alimentari e non alimentari.

Supermercati e centri commerciali assumono dimensioni sempre maggiori al fine di contenere la più vasta varietà di prodotti adatti a soddisfare le più disparate esigenze dei consumatori. Lo spazio commerciale, suddiviso in reparti, è studiato secondo precisi criteri di marketing e l’individuo vi si muove inconsciamente guidato attraverso gli scaffali adibiti all’esposizione della merce. (Metelli M., 2009/2010)

Nella GDO del settore arredamento uno dei leader mondiali è IKEA, azienda di origine svedese, presente in Italia dal 1989. Tale gruppo è da sempre impegnato nelle tematiche della sostenibilità, anche e soprattutto nella responsabilità ambientale e sociale d’impresa. Anche IKEA si è trovata a dover fronteggiare con sempre maggior attenzione e competenze il cambiamento della nostra società e di conseguenza, come detto in precedenza, delle problematiche ambientali connesse.

L’aumento del numero di prodotti offerti, della diversità di tipologie di merci presenti e la creazione di zone con spazi e strumenti appositi per la produzione interna, per la cottura e/o il confezionamento di alimenti o per la vendita di determinati beni alimentari (es. IKEA Food) ha comportato, oltre all’aumento delle dimensioni degli spazi commerciali, anche un aumento della quantità e della varietà di rifiuti prodotti all’interno di ogni singolo punto vendita.

Il problema del management e dello smaltimento delle varie tipologie di rifiuti ha raggiunto nel corso degli anni un grado d’importanza sempre maggiore, come conseguenza dell’attuale sistema economico fondato sulla crescita indefinita della produzione e dell’iperconsumo di beni. Il progresso tecnologico se da un lato ha favorito l’implementazione dei processi produttivi con un conseguente aumento delle tipologie di prodotti disponibili e un

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miglioramento rilevante del benessere della società, dall’altro spesso, sia le imprese che i policy-makers non hanno tenuto e, purtroppo ancora non si tengono conto delle possibili conseguenze che alcune attività hanno o potrebbero avere sull’ambiente.

È importante dare immediatamente una definizione chiara e univoca di “rifiuto” e lo si può fare facendo riferimento alla direttiva comunitaria emessa sulla materia, ovvero la 2008/98/CE recepita nel nostro ordinamento nel Testo Unico Ambientale (TUA) o d.lgs. 152/2006 e ss.mm.ii. Si definisce rifiuto: “qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o l’obbligo di disfarsi”1. I rifiuti da un punto di vista normativo vengono classificati

in rifiuti urbani, assimilabili agli urbani e rifiuti speciali che a loro volta si dividono in rifiuti pericolosi e non pericolosi. I rifiuti solidi urbani e gli assimilabili agli urbani, da ora indicati con l’acronimo “RSU” o “RU”, sono quelli prodotti dalle famiglie, dalle attività commerciali (alberghi, bar, ristoranti, uffici, negozi, supermercati, ecc.), da enti quali ospedali, carceri, caserme, scuole. Essi si distinguono in rifiuti ordinari, pericolosi (pile, batterie, farmaci, lampade al neon, ecc.) e ingombranti (mobili, elettrodomestici, arredi, sanitari, ecc.)2.

L’obiettivo del mio tirocinio presso la sede IKEA Italia di Sesto F.no riguarda il tema dei rifiuti e la loro gestione all’interno del punto vendita. Nello store, come si vedrà nel dettaglio più avanti, coesistono sia rifiuti assimilabili agli urbani sia rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi. Attualmente la loro gestione avviene secondo le normali procedure presenti nel TUA per i rifiuti speciali o concordate con la municipalizzata adibita alla raccolta degli urbani, in questo caso ALIA S.p.A. In questa esperienza ci si è focalizzati esclusivamente sui rifiuti speciali e sulla gestione amministrativa a loro collegata. L’obiettivo è quello di capire quali siano le problematiche della loro gestione nel tentativo di poter individuare, qualora fosse possibile, alcune migliorie, senza gravare eccessivamente sui costi a carico dell’azienda. I risultati attesi non riguardano la gestione dei rifiuti in senso stretto e non puntano a incrementare la percentuale di rifiuti che possa essere recuperata o riciclata oppure a diminuire la quantità di rifiuti indifferenziati che con molta probabilità verranno poi conferiti in discarica o smaltiti nei termovalorizzatori dall’azienda gestore del sistema di smaltimento dei rifiuti.

Scopo primario del progetto di tirocinio è la valutazione e l’implementazione del software per la gestione dei rifiuti denominato “Atlantide” realizzato da EuroInformatica S.r.l., un’azienda con sede a Prato specializzata nel fornire supporti informatici per la gestione dei rifiuti alle imprese.

1 Fonte: art. 183, comma 1 par. a del d.lgs. n.152/06 e ss.mm.ii. 2 Fonte: art. 184, comma 1-4 del d.lgs. n.152/06 e ss.mm.ii.

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Anche nell’ottica di trasformazione e di sviluppo che caratterizza le imprese, non soltanto italiane, ma mondiali, con la nascita di quel fenomeno definito come Industria 4.0, IKEA Italia si pone come obiettivo la digitalizzazione di tutte le pratiche, i dati e le informazioni collegate alla gestione dei rifiuti aziendali.

Prima di addentrarmi però nella trattazione del caso specifico, è opportuno scoprire brevemente lo sviluppo del tema della sostenibilità in IKEA. Dalla nascita delle prime politiche alla diffusione del brand IKEA come sinonimo di sostenibilità ambientale. Si presenteranno inoltre nel dettaglio le ultime policy promosse dall’azienda in ottica Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e i suoi 17 “Goals” per lo Sviluppo Sostenibile3.

L’aumento di importanza che hanno riscontrato le catene della grande distribuzione organizzata nella società moderna le ha spinte, anzi costrette, a diventare un punto cardine nella gestione ottimale delle risorse. La realizzazione di supermercati sempre più grandi, più vari e più forniti ha comportato non soltanto un aumento della quantità dei materiali di scarto, ma anche un aggravio della complessità gestionale. Far coincidere interessi economici con l’interesse per l’ambiente è una sfida che le grandi imprese si trovano ad affrontare con sempre maggiori difficoltà. Sempre di più le aziende si muovono nel campo della sostenibilità ambientale, tematica che negli ultimi anni ha iniziato a essere particolarmente sentita dai consumatori. Nei supermercati, oltre alle classiche azioni di contenimento dei consumi energetici, si è iniziato a commercializzare la vendita di prodotti simbolo della sostenibilità ambientale e di favorire il riuso (es. Recovery). Si sono diffuse campagne di sensibilizzazione volte alla sostruzione delle shopping bag usa e getta con borse riutilizzabili, si è inoltre incentivato la vendita di prodotti leggermente danneggiati al fine di limitare le produzione di rifiuti.

Tutte queste azioni, oltre a un’elevata sensibilità a temi sociali e ambientali, sono parte integrante della storia e della natura di IKEA e rappresentano principi fondamentali dell’azienda. Responsabilità sociale e responsabilità ambientale sono due pilastri su cui IKEA fonda la sua politica aziendale e agisce all’interno del mercato commerciale italiano e internazionale.

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2. La sostenibilità in IKEA Italia

Come accennato nell’introduzione, IKEA ha da sempre prestato molta attenzione al tema della sostenibilità e, a dimostrazione di tale impegno, a giugno 2012 il Gruppo IKEA ha pubblicato una nuova strategia per la sostenibilità (IKEA Group Sustainability Strategy for 2020), promuovendo il concetto di People & Planet Positive. Questa strategia, rinnovata a ottobre 2014, si incentra su tre macro aree: ispirare milioni di persone a vivere una vita più sostenibile in casa, raggiungere l'indipendenza sul piano dell'energia e delle risorse e creare una vita quotidiana migliore per le persone e le comunità. Pur essendo IKEA un’azienda commerciale che ha quale fine ultimo la vendita di mobili, c’è un aspetto sociale e ambientale nella sua business idea. “IKEA ha da tempo maturato la convinzione che rispettare l’ambiente e le esigenze di tutte le persone coinvolte direttamente e non nella vita aziendale, rappresenti un dovere e al contempo un’opportunità per migliorare le proprie performance sotto il profilo dell’affidabilità e dell’efficacia gestionale»4

Sin dagli inizi, dunque, IKEA ha sviluppato le proprie politiche ambientali e sociali come parte integrante del proprio modello di business, secondo un approccio di tipo triple bottom line5, cioè con una gestione aziendale multidimensionale che tiene conto non solo della dimensione economica, ma anche di quella ambientale e sociale. Creare una vita migliore per la maggioranza delle persone implica anche l’impegno a minimizzare gli effetti negativi sull’ambiente delle proprie attività. Per IKEA sostenibilità significa, infatti, avere un impatto positivo sulle persone e sull’ambiente. Dal 1991 IKEA ha deciso di assumere un impegno formale nei confronti delle questioni ambientali e dal 2005 pubblica annualmente un report di sostenibilità ambientale e sociale, documento volontario in cui vengono presentati gli impegni assunti dalla società in materia di tutela ambientale e sociale. Solo recentemente, però, il gruppo IKEA si è orientato verso politiche ambientali strutturate, preferendo, inizialmente, realizzare progetti inerenti a specifici aspetti.

Nel 2000, inoltre, è nato il Codice di Condotta IKEA, intitolato IWAY6, contenente 81 standard

minimi relativi all’ambiente e alle condizioni sociali e lavorative. Si tratta di una sorta di “certificazione IKEA”, uno strumento con il quale la società si propone di instaurare un rapporto di fiducia e collaborazione con tutti i fornitori fino al secondo livello, chiamati a rispettare tali standard. Originariamente applicato ai soli produttori di mobili, è stato poi esteso

4 Fonte: IKEA, 2016

5 Fonte: Edvardsson B., Enquist B., 2008

6 IWAY si basa sulle otto convenzioni chiave definite nei Principi e Diritti Fondamentali sul Lavoro, sulla dichiarazione ILO

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anche ai trasportatori, ai fornitori di “IKEA Food” e alle aziende che vendono materiali e servizi. Attraverso IWAY, quindi, la società estende a tutta la filiera il principio della responsabilità ambientale e sociale, esercitando un’influenza determinante sulle buone pratiche dei propri fornitori. Per quanto riguarda gli aspetti ambientali, gli standard sono relativi a:

- emissioni in atmosfera; - inquinamento da rumore; - scarichi idrici;

- contaminazione del suolo;

- tracciabilità del materiale alla fonte; - utilizzo dei prodotti chimici;

- gestione dei rifiuti.

Di ogni aspetto vengono valutate la conformità normativa e il miglioramento continuo che implicano obiettivi misurabili, responsabilità, piani di azione e tempistiche.

Periodicamente IKEA sottopone i fornitori ad audit, concordati o a sorpresa, per verificare nel tempo l’effettiva conformità al codice di condotta.

Nello stesso anno, il 2009, viene formulata una nuova e innovativa strategia aziendale, la Growing IKEA-Together, con la quale IKEA identifica quattro pietre angolari, i cosiddetti cornerstones, su cui regge l’intero business. Non è altro che una declinazione in chiave strategica della vision aziendale: la visione, cioè, che diviene azione.

Figura 1 Rappresentazione sintetica della strategia IKEA “Growing IKEA-Together”7.

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Si tratta di una direzione globale che IKEA ha voluto dare ad ogni area aziendale e ad ogni mercato locale in cui opera. La quarta pietra angolare individuata da IKEA è rappresentata dalla sostenibilità, definita, appunto, come “an integral part of our business”8.

Questa strategia ha guidato le scelte del Gruppo IKEA fino al 2012, quando si è reso necessario un suo aggiornamento o, più precisamente, un rafforzamento del focus di crescita. Tuttavia, la novità più importante della nuova Growing IKEA-Together 2020 è rappresentata da un rimescolamento dei quattro cornerstones, con la “promozione” della sostenibilità e il “declassamento” dei bassi costi. La sostenibilità, nella strategia di IKEA, diviene, in definitiva, più importante dei bassi prezzi dei prodotti.

Figura 2 Rappresentazione sintetica della strategia IKEA “Growing IKEA-Together 2020”9.

Diversamente dal passato, però, IKEA elabora un preciso piano di azioni per la sostenibilità, come appendice della strategia di crescita di lungo periodo rappresentata da Growing IKEA-Together 2020: la sostenibilità può essere raggiunta divenendo “People and Planet Positive”. Nel 2012 IKEA lancia la nuova e ambiziosa strategia per la sostenibilità intitolata, appunto, “People and Planet Positive”, come frutto del lavoro svolto da IKEA nel campo della sostenibilità nel corso degli anni e che individua una serie di obiettivi e di azioni da realizzare entro il 2020. Più precisamente, vengono identificati tre driver di cambiamento:

1. Una vita più sostenibile a casa: IKEA si fa promotrice di un preciso stile di vita sostenibile, puntando su prodotti e soluzioni d’arredo che consentano ai clienti di

8 Fonte: Kamprad I., 1976. 9 Fonte: Ikea Group, 2013b.

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risparmiare consumando meno energia e acqua e riducendo i rifiuti, al prezzo più basso possibile.

2. Indipendenza sul piano dell’energia e delle risorse: IKEA si impegna, all’interno della propria organizzazione e lungo l’intera catena del valore, a promuovere l’impiego di materiali rinnovabili, riciclabili o riciclati, sia nelle materie prime che negli imballaggi. Inoltre, IKEA punta all’indipendenza energetica attraverso la produzione di energia rinnovabile per soddisfare il fabbisogno dei negozi e degli uffici.

3. Una vita migliore per le persone e le comunità: IKEA si impegna nei confronti delle persone e delle comunità interessate direttamente dal suo business favorendo la creazione di buoni ambienti di lavoro in tutta la supply chain del Gruppo ed estendendo a tutti i fornitori l’IWAY, il codice di condotta per le buone pratiche sociali e ambientali. La vera novità della nuova strategia per la sostenibilità è rappresentata dalla individuazione di obiettivi puntuali e misurabili:

- entro il FY-17: il 50% dei materiali di arredo da fonti non rinnovabili proverrà da materiali riciclati;

- entro il FY-18: il 100% del legno e della carta e cartone per imballaggi proverrà da fonti sostenibili (es. standard FSC, Forest Stewardship Council) per la gestione responsabile del patrimonio forestale);

- entro il FY-20: i rifiuti prodotti dalle attività sales si ridurranno del 10%; il 90% dei rifiuti prodotti sarà avviato a riciclo o recupero di energia;

Da un punto di vista organizzativo, la gestione della sostenibilità coinvolge direttamente la Casa madre in Svezia che stabilisce gli obiettivi generali i quali vengono, poi, diramati e recepiti a livello nazionale da una organizzazione ad hoc che ricalca quella disegnata dai sistemi di gestione ambientale. L’organizzazione che si occupa di sostenibilità in Italia prevede un gruppo di figure con compiti ben distinti:

 Sustainability manager che elabora le strategie in linea con la Sustainability Strategy 2020 e con le indicazioni del Gruppo IKEA;

 Environmental manager che sviluppa i progetti ambientali nazionali e guida le attività degli Specialisti ambientali dei negozi e dei Coordinatori del Service Office;

 Specialista ambientale e sociale di negozio che si dedica alla realizzazione dei progetti ambientali e sociali dei punti vendita in vista del raggiungimento di obiettivi di performance ambientale, come, per esempio, la percentuale di raccolta differenziata, lo smaltimento dei rifiuti, la mobilità sostenibile di clienti e collaboratori, la gestione degli spazi dedicati alla comunicazione ambientale, la formazione ambientale dei co-worker.

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2.1 Il modello di gestione dei rifiuti in IKEA Italia

La gestione dei rifiuti in IKEA è impostata secondo una gerarchia di azioni che riflette quella stabilita dalla direttiva 2008/98/CE. Il rifiuto è sempre più riconosciuto come una risorsa, anche e soprattutto nell’ottica delle politiche comunitarie europee.10 Questo ha portato a un profondo cambiamento nell’impostazione gestionale, rappresentato da una riformulazione delle priorità: dalla discarica alle 3R (Riduzione, Riuso, Riciclo) con lo scopo di diminuire l’impatto ambientale di tutto il gruppo IKEA all’interno del sistema Terra. Gerarchia dei rifiuti che è integrata nel nostro ordinamento dall’art. 179 comma 1 del TUA.

Figura 3 La gerarchia dei rifiuti11.

Proprio nel rispetto nell’art. 179 comma 6, riduzione dei rifiuti e riutilizzo rappresentano due modalità di estensione del ciclo di vita di un prodotto da adottare prima di un eventuale uso dei rifiuti come fonte di energia. L’azione preventiva nella produzione dei rifiuti trova la sua massima espressione in IKEA nella funzione “Recovery” cui è attribuito il compito di dare una seconda chance ai prodotti per l’arredamento ed ai complementi d’arredo resi dai clienti, usati per l’esposizione o lievemente danneggiati durante il trasporto o lo stoccaggio. Il reparto “Recovery” ripara questi prodotti e li mette nuovamente in vendita ad un prezzo più basso nell’Angolo Occasioni oppure, in caso di semplice imballo danneggiato, effettua il re-packaging identico all’originale. Inoltre, IKEA stimola il riutilizzo di prodotti attraverso diverse iniziative che coinvolgono i consumatori e le associazioni locali che realizzano progetti di assistenza sul territorio. In tal modo IKEA sottrae questi prodotti all’area del rifiuto ritardando

10 Per Approfondimento si veda: Commissione Europea, L’anello mancante – Piano d’azione dell’Unione Europea per

l’economia circolare, self-published, Bruxelles, Dicembre 2015

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la fine del loro ciclo di vita. Il rapporto tra rifiuto evitato e merce riparata e reimmessa nel circuito commerciale, è definito “Recovery Index” e nell’anno fiscale (FY)12 2015 ha superato

la quota del 60%. Per dare un’idea della rilevanza di questa funzione si tenga presente che l’attività di Recovery, negli ultimi dieci anni, ha provveduto a salvare dalla discarica oltre 20.000 m³ di materiale. Inoltre, IKEA stimola il riutilizzo di prodotti attraverso diverse iniziative13 che coinvolgono i consumatori e le associazioni locali.

IKEA produce rifiuti collegati alle attività di vendita, di ristorazione e, in misura minore, alle attività d’ufficio e di manutenzione dei negozi. La maggior parte dei rifiuti prodotti è da ricondurre agli imballaggi – cartone e legno in primis – e ai residui organici provenienti principalmente dai reparti Ristorante, Bistrot e Mense. I rifiuti pericolosi costituiscono una componente marginale, mentre è importane, soprattutto sotto il profilo gestionale, la produzione di RAEE, tra i quali occorre distinguere quelli prodotti internamente dai negozi (rifiuti speciali) da quelli ritirati dai clienti in applicazione della normativa vigente (rifiuti urbani).

Tutti i negozi sono dotati di attrezzature idonee alla differenziazione dei rifiuti prodotti: container e compattatori permettono di ridurre sensibilmente il volume dei rifiuti, i viaggi necessari al loro trasporto e le conseguenti emissioni di anidride carbonica. Gran parte della separazione dei materiali di scarto avviene direttamente in negozio, al momento del disimballaggio dei prodotti, ma un’ulteriore cernita viene fatta da aziende specializzate esterne. Durante il FY-17 il volume totale dei rifiuti prodotti è stato pari a 24.400 tonnellate, con un aumento del 6,5% rispetto al FY-16. La percentuale di rifiuti differenziati nei negozi è stata del 88%, rispetto a 87,71% del FY-16. Nella Tabella 1 sono riportati i risultati ottenuti da ciascun negozio di IKEA Italia nel FY-17 in termini di raccolta differenziata.

Tabella 1 Percentuali di raccolta differenziata (RD) per ciascun punto vendita di IKEA Italia, FY-17.

Codice Negozio - Luogo % RD

232 – Genova 93,00

354 – Roncadelle (BS) 92,67 456 – Collegno (TO) 92,21 234 – Anagnina (RM) 91,74 352 – Sesto F.no (FI) 91,12

314 – Pisa 89,52 427 – Porta di Roma 88,87 455 – Corsico (MI) 88,48 116 – Villesse (GO) 88,31 355 – Padova 87,68

12 Per “Anno fiscale” s’intende il periodo di tempo compreso fra il 1 Settembre dell’anno “X” e il 31 Agosto dell’anno “X+1” 13 BARAT-TOYS, Second Hand Online, Ri-Scalda la Notte, il Mercatino dell’usato USA & RIUSA e il ritiro dell’usato

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10 356 - Bari 87,64 098 – Catania 87,18 295 – S.Giuliano (MI) 87,03 111 – Rimini 86,18 457 – Ancona 85,97 303 – Parma 85,40 231 – Casalecchio (BO) 85,10 458 – Baronissi (SA) 84,91 233 – Carugate (MI) 83,59 029 – S.Giovanni Teatino (CH) 82,76 353 – Afragola (NA) 80,57

Figura 4 Raccolta differenziata in IKEA Italia – FY 1714.

Ogni negozio IKEA avvia a riciclo differenti frazioni di rifiuti in funzione dell’organizzazione interna e degli impianti di trattamento presenti sul territorio. Spesso l’organizzazione territoriale, la presenza o meno di termovalorizzatori adeguati, influisce sulla percentuale di rifiuti indifferenziati e/o ingombranti destinati a smaltimento in discarica o a recupero energetico. Inoltre, 17 negozi su 21 totali sono riusciti ad avere ricavi superiori ai costi nella gestione dei rifiuti, grazie alle frazioni vendute sul mercato delle materie prime seconde. IKEA Italia ha elaborato un manuale di gestione ambientale composto da procedure e istruzioni operative per gestire nel modo migliore gli adempimenti previsti dalla legislazione di riferimento. Riguardo alla gestione dei rifiuti, sono state sviluppate le seguenti istruzioni operative, revisionate in data 1 Novembre 2014:

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1. Codifica dei rifiuti e analisi di caratterizzazione;

2. Autorizzazione al trasporto, all’intermediazione ad allo smaltimento e avvio a recupero dei rifiuti;

3. Deposito temporaneo, stoccaggio e divieto di miscelazione;

4. Compilazione e archiviazione dei Formulari di trasporto dei rifiuti;

5. Vidimazione e compilazione del Registro di carico e scarico e presentazione annuale MUD;

6. Rifiuti da manutenzione e stoccaggio dei rifiuti da parte di ditte esterne; 7. Gestione SISTRI;

8. Gestione RAEE e batterie; 9. Denuncia ai fini TARI; […]

16. Versamenti accidentali di liquidi pericolosi e non pericolosi; 17. Registrazione e gestione non conformità e incidenti ambientali; 18. Aggiornamento normativo e scadenziario;

19. Selezione fornitori gestione rifiuti.

Ogni mese, l’Environmental Specialist di negozio registra sul software di gestione “WebEss” i quantitativi di rifiuti prodotti dal negozio suddivisi per tipologia, segnalando eventuali anomalie che possono aver influito in modo negativo sull’obiettivo di raccolta differenziata. I dati di performance relativi alla raccolta differenziata sono comunicati all’interno dell’organizzazione attraverso la bacheca Ambiente, riunioni di reparto o incontri di formazione, mentre la comunicazione esterna avviene prevalentemente attraverso strumenti istituzionali quali il Report nazionale e internazionale sulla sostenibilità. Nell’ambito dell’attuale strategia People & Planet Positive, IKEA fissa importanti obiettivi per la gestione dei rifiuti:

 zero-waste in discarica e il 92% dei rifiuti prodotti avviati a riciclo, entro il FY-20;  il 50% dei prodotti di arredamento realizzato con materiali riciclati, entro il FY-18;  realizzazione di un’economia circolare, entro il FY-20.

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2.2 La gestione dei rifiuti nel negozio IKEA di Sesto Fiorentino

Da alcuni anni IKEA Italia ha deciso di non assimilare agli urbani la parte di rifiuti derivante dall’attività commerciale primaria, ma di trattarli come rifiuti speciali e di assegnare il servizio di raccolta dei rifiuti prodotti in negozio tramite gare d’appalto. Per quanto riguarda invece la parte di negozio dedicata alla ristorazione, si continua tutt’ora a conferire i rifiuti alla municipalizzata come “rifiuti assimilabili agli urbani”. Nel 2015 il negozio di Sesto F.no ha lanciato il proprio bando di gara, fornendo ai candidati una stima delle quantità prodotte e dei CER più frequenti. Sono state richieste, oltre al rispetto di tutti gli adempimenti normativi necessari alla presa in carico del servizio, le autorizzazioni al trasporto e le autorizzazioni d’impianto nel rispetto del Capo IV - Autorizzazioni e iscrizioni - del d.lgs. 152/2006 e ss.mm.ii, una quotazione di costo per tutti codici CER considerati nel bando e una quotazione di vendita per i rifiuti più pregiati come il cartone, il metallo, eccetera.

IKEA ha individuato l’offerta che è risultata essere globalmente più competitiva. Tale valutazione è stata sviluppata sugli elementi fondamentali dell’offerta, dove il valore economico della stessa non ha rappresentato l’unico parametro di giudizio: qualità, affidabilità, sostenibilità ambientale e referenze sono solo alcuni degli altri elementi che sono stati considerati nella valutazione e nell’assegnazione. L’azienda che si è aggiudicata la gara di appalto e quindi il contratto di gestione del servizio di raccolta dei rifiuti per 36 mesi è DIFE S.p.A., azienda toscana con sede in provincia di Pistoia specializzata in servizi industriali per l’ambiente.

Tuttavia per la gestione di alcune particolari tipologie di rifiuti IKEA si rivolge ad altre aziende: per l’olio esausto derivante dall’area ristorante è previsto un contratto con SAPI S.p.A. che prevede la valorizzazione del rifiuto; con il Consorzio Ecolight per i rifiuti informatici e per le lampade a risparmio energetico. Allo stesso modo, sempre con Ecolight, ma nel ruolo di intermediario è previsto la gestione dei Raee 1 contro 1, ovvero di quegli elettrodomestici che i clienti scelgono di riportare in caso di acquisto di un prodotto equivalente. In queste occasioni le aziende a cui si rivolge il negozio di Sesto F.no come trasportatori e destinatario sono Installando Soc.Coop o Amati Jr S.r.l.

Il negozio IKEA di Sesto Fiorentino produce differenti tipologie di rifiuti riconducibili a due attività: vendita di mobili e complementi d’arredo e ristorazione. Tali rifiuti vengono stoccati nel rispetto dell’art. 184 lett. bb del TUA che regola il deposito temporaneo, ovvero il raggruppamento dei rifiuti effettuato, prima dello smaltimento, nel luogo in cui gli stessi sono stati prodotti. Pertanto i rifiuti sono separati l’uno dall’altro nel rispetto anche del divieto di

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miscelazione15 dei rifiuti pericolosi, sono identificabili tramite cartellonistica recante sia il

codice CER sia la descrizione del rifiuto16. I big bag dove sono contenuti sono chiusi e vengono

aperti esclusivamente per il conferimento e infine, nel rispetto del limite temporale, ogni tre mesi si provvede al ritiro dei rifiuti a prescindere dal livello di riempimento. Ovviamente, essendo presenti anche rifiuti pericolosi, è vietato l’accesso a estranei o al personale non autorizzato.

Inoltre, essendo un’azienda produttrice di rifiuti speciali pericolosi, IKEA Italia è obbligata alla compilazione del registro di carico e scarico17 e ad aderire al “Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti” (SISTRI)18.

Dall’attività di vendita e dalla relativa attività di manutenzione degli spazi di vendita, si producono i seguenti rifiuti speciali non pericolosi:

- imballaggi in carta e cartone, codice CER 15.01.01 - legno, codice CER 20.01.38

- imballaggi in plastica (Reggette nere, nylon trasparente e film plastico), codice CER 15.01.02

- plastica rigida, codice CER 20.01.39 - metallo, codice CER 20.01.40

- imballaggi in materiali misti, codice CER 15.01.06

- finanza misto ovvero rifiuti ingombranti, codice CER 20.03.07 - tessile, codice CER 20.01.11

- rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, codice CER 17.09.04 - rifiuti da pulizia delle strade, codice CER 20.03.03

- rifiuti liquidi acquosi (acque di lavaggio pavimenti), codice CER 16.10.02 - apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, codice CER 16.02.14

A questi rifiuti speciali non pericolosi, si aggiungono, più o meno saltuariamente, i seguenti rifiuti speciali pericolosi:

- imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze, codice CER 15.01.10*

- apparecchiature elettriche ed elettroniche fuori uso, codice CER 16.02.13* - tubi fluorescenti, codice CER 20.01.21*

15 Art. 187 del d.lgs. 152/2006 e ss.mm.ii.

16 Tale pratica oltre a essere obbligatoria dal punto legislativo, facilita le operazioni di separazione e corretto smaltimento da

parte degli operatori.

17 Art. 190 del d.lgs. 152/2006 e ss.mm.ii 18 Art. 188-ter del d.lgs. 152/2006 e ss.mm.ii

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14 - batterie al piombo, codice CER 16.06.01* - materiali isolanti, codice CER 17.06.03*

Dall’attività di ristorazione, invece, si producono i rifiuti assimilabili agli urbani: - rifiuti indifferenziati, codice CER 20.03.01

- multi-materiale, codice CER 15.01.06

- rifiuti organici (residui di cibo), codice CER 20.01.08

- oli e grassi commestibili (unico rifiuto speciale prodotto in area ristorazione), codice CER 20.01.25

Per la corretta identificazione, classificazione e assegnazione dei codici CER vengono eseguite delle analisi merceologiche o chimico-fisiche presso dei laboratori di analisi autorizzati. Tali analisi vengono realizzate annualmente su tutti i rifiuti che presentano i cosiddetti codici CER a “specchio”, ovvero quei rifiuti che possono essere pericolosi o meno in base alle concentrazioni di sostanze pericolose o proprietà fisiche, come per esempio il legno, dove il 20.03.37* è un CER pericoloso (identificabile anche dall’asterisco posto sull’ultima cifra) e il 20.01.38 è un CER non pericoloso. Vengono inoltre realizzate analisi sui rifiuti di cui non si ha certezza in merito all’eventuale contaminazione da sostanze pericolose, come per esempio le acque di lavaggio dei pavimenti, le quali, benché contaminate dai detersivi utilizzati dalla ditta di pulizia, in seguito alle analisi possono essere classificati con il codice CER non pericoloso 16.10.02 e non con il CER 16.10.01*.

La filosofia aziendale e le istruzioni operative invitano a effettuare comunque tale accertamento ogni volta ci si presenti un rifiuto inusuale e di difficile classificazione, nel rispetto del principio di precauzione richiamato all’art. 178 del d.lgs. 152/2006 e ss.mm.ii., e benché le analisi rappresentino un costo importante per l’impresa.

Il negozio di Sesto Fiorentino è dotato di 3 (tre) “recycling areas” in cui sono collocate le attrezzature impiegate per la gestione dei rifiuti: la “Ribalta1” situata accanto all’area per il carico/scarico merci, la “Ribalta2” dedicata principalmente ai rifiuti del reparto “Recovery” e la “Ribalta3” del deposito esterno. Attualmente sono presenti le seguenti attrezzature fornite da DIFE S.p.A.:

- 3 (tre) compattatori scarrabili monopala per la carta e il cartone, di cui 2 (due) nella Ribalta1, 1 (uno) nella Ribalta3 del deposito esterno;

- 2 (due) compattatori scarrabili a cassetto per imballaggi misti, di cui 1 (uno) nella Ribalta1 del negozio, 1 (uno) nella Ribalta3 del deposito esterno;

- 1 (uno) compattatore per imballaggi in plastica, film plastico e nylon trasparente (Ribalta1);

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15 - 1 (uno) container per il metallo (Ribalta2);

- 2 (due) container per il legno, di cui 1 (uno) nella Ribalta2 e 1 (uno) nella Ribalta3 del deposito esterno;

- 1 (uno)container per rifiuti ingombranti (Ribalta2);

- 1 (uno) container per la raccolta della plastica rigida (Ribalta2);

Le altre tipologie di rifiuti vengono così raccolti: in big bag, i rifiuti con stato fisico “solido polverulento” e “solido non pulverulento”; in cisternette da 1000 litri i rifiuti con stato fisico liquido. Tali prodotti vengono acquistati sempre da DIFE S.p.A., ma non sono inclusi nella fornitura inerente la gara d’appalto.

L’attenzione di IKEA a questa tematica è riscontrabile anche nella presenza quotidiana (cinque ore e mezza, dalle 7.30 alle 13:00) di un operatore adibito esclusivamente alla separazione e allo smaltimento dei rifiuti speciali prodotti all’interno del punto vendita.

I cassonetti per la raccolta differenziata dei rifiuti assimilabili agli urbani sono posizionati nel piazzale esterno per rendere agevole e autonomo il ritiro da parte del gestore pubblico che avviene secondo il calendario e nei giorni da esso stabiliti. Inoltre, sempre esternamente, appena fuori dall’uscita del negozio, sono posizioni dei contenitori per la raccolta delle pile e dei piccoli RAEE (Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche di grandezza massima 25 cm) in modalità “1 contro 0”19. I contenitori, posizionati e gestiti dal servizio pubblico di raccolta, sono

utilizzabili dai clienti e dagli abitanti locali: grazie a tale servizio il negozio ha acquisito la qualifica di “eco-tappa”.

Nel FY-17, ovvero nel periodo intercorrente tra il primo settembre 2016 e il 31 agosto 2017, il negozio IKEA di Sesto Fiorentino ha prodotto complessivamente 1.090.987 kg di rifiuti, di cui 939.041 kg, pari all’86,07% del totale, sono state destinate a riciclo. Inoltre, 4.033 kg, ovvero lo 0.37% sono state inviate a termovalorizzazione, 39.404 kg, ovvero il 3,61% sono stati recuperati in impianto di compostaggio. I restanti 108.507 kg corrispondenti al 9,95% dei rifiuti prodotti sono stati smaltiti in discarica. Nella Figura 5 è riportata la composizione merceologica dei rifiuti prodotti dal negozio di Sesto Fiorentino nel FY-17.

19 Diversamente dalla modalità “1 contro 1” che, a fronte dell’acquisto di un apparecchio elettrico o elettronico, permette al

cliente di conferire il corrispondente prodotto vecchio appena sostituito, la modalità “1 contro 0” prevede che i clienti possano conferire piccoli RAEE sotto i 25 cm anche non a fronte di acquisto di corrispondenti prodotti elettrici o elettronici.

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Figura 5 Composizione merceologica dei rifiuti prodotti nello store IKEA di Sesto F.no, FY-1720.

Figura 6Percentuali delle modalità di smaltimento dei rifiuti prodotti nello store IKEA di Sesto F.no, FY-1721

20 Fonte: Rielaborazione grafica a cura di Alessandro Chiarini, Social & Environmental Specialist di IKEA Italia per lo store

di Sesto. F.no.

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3. Il software Atlantide

Atlantide è un sistema cloud per lo smaltimento dei rifiuti che permette la gestione dei processi ambientali interni garantendo un controllo totale, anche in real-time. Il sistema di gestione rifiuti è pensato per vari clienti dagli operatori del settore, ai produttori di rifiuti, alle associazioni di categoria e alle aziende di consulenza.

La complessità normativa, la diversità di rifiuti prodotti nelle imprese, la varietà di processi e procedure interni all’azienda costringono a una sempre maggiore attenzione nella gestione di questa tematica. In un’ottica di crescita e sviluppo, nel periodo della quarta rivoluzione industriale, Atlantide si candida a essere sicuramente uno degli strumenti tecnologici tipici di “Industria 4.0”. Tale termine è nato in Germania nel 2011 e si riferisce a “l'insieme di tecnologie che accompagneranno la cosiddetta quarta rivoluzione industriale, basata sulla digitalizzazione e interconnessione di tutte le unità produttive presenti all'interno di un sistema economico" (Berger R., 2014).

La digitalizzazione di tutte le funzionalità connesse alla gestione dei rifiuti permetterà di ottenere un enorme database di informazione e dati22, utili all’azienda per incrementare e implementare il proprio operato.

Atlantide consente una tracciabilità completa dei flussi per essere sempre in regola e puntuali con gli adempimenti normativi ambientali e un controllo puntuale dei costi e delle quantità. Tra le sue funzionalità ci sono:

 compilazione automatica del MUD annuale;  registro di carico e scarico;

 controllo delle autorizzazioni (con la gestione completa delle categorie e dei relativi vincoli);

 formulari e DDT;  certificati di analisi;  compilazione del SISTRI;

 fatturazione automatica e periodica per un controllo continuo di attivo e passivo;  reportistica in tempo reale;

Il collegamento con il SISTRI, denominato “SISTRI-Connect” è uno strumento che permette all’azienda di interfacciare Atlantide, ovvero il proprio software di gestione dei rifiuti e SISTRI,

22 Big Data and Analytics: raccolta e analisi di un grande numero di dati provenienti da diverse fonti a supporto dei processi

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il sistema di tracciabilità dei rifiuti previsto dalla normativa, nel modo più efficace e immediato, evitando in questa maniera una doppia compilazione digitale. Le schede di carico e scarico che normalmente dovrebbero essere compilate sul SISTRI, vengono create automaticamente una volta inserite sul software Atlantide che, inoltre, permette di firmare le schede direttamente dalla sua interfaccia senza dover seguire un’ulteriore procedura di identificazione sul software SISTRI.

Inoltre Atlantide permette di contare su un’interfaccia grafica semplice e intuitiva, ma soprattutto con layout personalizzabile in modo da adattare il software alle esigenze di ogni singola azienda.

Attualmente Atlantide è in uso presso numerose grandi aziende della GDO come LIDL, Coop Alleanza 3.0, Mukki, Mediaworld ed Esselunga. Anche altre importanti aziende di altri settori hanno scelto Atlantide: RFI, Roberto Cavalli, Manutencoop, Enel Green Power, E-distribuzione e molte altre. Sono oltre 40 (quaranta) infine le aziende specializzate nel settore di rifiuti a usufruire di questo sistema cloud.

3.1 Il cloud Greennebula

Come già detto in precedenza, l’assolvimento normativo a carico delle aziende in tema di adempimenti ambientali comporta il dispiego di non poche risorse, sia economiche che operative, con un carico anche burocratico di cui ciascun imprenditore e impresa devono tenere conto a vari livelli. Le evoluzioni normative degli ultimi anni, in campo ambientale e non solo, hanno sottolineato sempre di più l’importanza di quella che potremo definire tracciabilità autorizzativa, basti pensare a una normativa come il d.lgs. 231 del 2001 (responsabilità amministrativa).

È inoltre utile ricordare che le sanzioni in questo ambito, oltre ad essere onerose, sono anche suscettibili di arrecare un danno all’immagine stessa dell’azienda di non poco conto, configurandosi in un ambito sensibile sia dal punto di vista etico sia in relazione all’opinione pubblica.

Quindi le aziende non possono sottovalutare le normative di settore e nello stesso tempo devono trovare soluzioni che non gravino troppo né dal punto di vista economico né da quello logistico. Attraverso Greennebula, che si integra perfettamente con Atlantide e con altri software gestionali, il rapporto tra la produttività di un’attività e la sua responsabilità nell’ambito delle autorizzazioni ambientali può trovare un giusto punto di equilibrio grazie a questo cloud, abbattendo in termini sostanziali il rischio per l’azienda di incorrere in sanzioni particolarmente penalizzanti.

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Ogni dato rilevante in tema di autorizzazioni ambientali viene messo in rete in maniera condivisa e in real time, consentendo ad aziende e fornitori di interfacciarsi automaticamente e garantirsi reciprocamente presenza e servizi.

Le aziende possono invitare i fornitori dei servizi ambientali, ovvero le aziende autorizzate allo smaltimento e iscritte all’Albo Nazionale, a condividere online le rispettive autorizzazioni ambientali. É infatti pensato per quelle aziende che si trovano a dover smaltire i propri rifiuti e a dover gestire e controllare le varie autorizzazioni ambientali. Il software consente di invitare la rete dei fornitori a caricare sul sistema dati e autorizzazioni ambientali, evitando di dedicare risorse interne a tale compito. Il fornitore un volta ricevuto l’invito, si registra nel sistema e inserisce i dati delle sue autorizzazioni ambientali. Greennebula raccoglie tutte queste informazioni e le archivia in rete, in modo che possano essere accessibili in qualsiasi momento agli utenti iscritti al servizio.

Prima che l’azienda acquisisca i dati e ne confermi la validità, un “validatore”, sia esso un consulente esterno o una figura interna, ha la possibilità di accedere online al sistema e controllare le informazioni inserite dai fornitori, in modo da valutarne la correttezza e la rispondenza alle norme di settore. Greennebula permette così all’azienda di restare informata, e quindi tutelata, in real-time sul rispetto delle normative autorizzative inerenti il trasporto e/o gli impianti di destinazione. Se un fornitore modifica le informazioni inserite o carica nuove autorizzazioni ambientali, l’azienda interessata riceve una comunicazione che la informa, immediatamente, delle variazioni. In questa maniera, l’impresa ha sempre tutto sotto controllo e in modo completamente automatico. Così, oltre a ottenere una gestione delle autorizzazioni ambientali più sicura, c’è un evidente risparmio di tempo, di risorse umane ed economiche.

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4. Caso studio

L’esperienza di tirocinio presso il punto vendita IKEA Italia di Sesto Fiorentino ha avuto come obiettivo primario l’implementazione del software Atlantide al fine di verificare l’effettiva utilità di tale strumento per le esigenze dello store.

Dall’inizio dello stage ho lavorato a stretto contatto con il mio tutor aziendale, nonché responsabile della sostenibilità ambientale e sociale del punto vendita IKEA di Sesto Fiorentino. Oltre alla partecipazione nella quotidiana vita lavorativa di IKEA, il mio lavoro si è concentrato in particolar modo sulla fase di test del software Atlantide, che attualmente è attivo esclusivamente per il punto vendita IKEA di Sesto F.no. Lo scopo è stato, ed è tuttora, visto che la sperimentazione sta proseguendo, quello di capire non soltanto se le esigenze dello store potessero essere soddisfatte dall’impiego del software, ma se Atlantide permetta di ottimizzare le fasi di lavoro. Nella pratica, si è gestito, parallelamente alle classiche modalità previste dalle routine interne, tutte le pratiche amministrative inerenti la tematica ambientale tramite le funzionalità presenti nel software Atlantide. In questo modo si è potuto osservare e comprendere i suoi punti di forza e suoi punti deboli e realizzare un breve report finale che è stato utilizzato dalla sede centrale per valutare l’eventualità di prorogare o meno il rapporto di collaborazione con la società produttrice di Atlantide, ovvero EuroInformatica S.r.l. Si è inoltre svolto un lavoro di allineamento fra le potenzialità di Atlantide e le esigenze del punto vendita IKEA, in modo tale che i tecnici del software potessero modellare, laddove fosse possibile, le funzionalità e le applicazioni di Atlantide per renderle più consone con le richieste dello store. Atlantide, come detto nel capitolo precedente, si propone come software per la gestione dei rifiuti speciali prodotti in punto vendita. Interfacciandosi direttamente con il SISTRI, permettendo la stampa diretta del registro di carico e scarico e facilitando la compilazione annuale del MUD, può essere un valido strumento per l’ottimizzazione delle procedure amministrative ambientali necessarie per il rispetto della normativa vigente.

Tuttavia, l’acquisto della licenza del software Atlantide da parte di IKEA Italia Retail S.r.l. risale ad alcuni anni fa, pertanto quella che si andrà a testare non sarà la versione più aggiornata del software Atlantide. Questa mancanza, se così si può chiamare, non influirà tuttavia sull’analisi che si vuole effettuare, in quanto le principali funzionalità rimangono invariate nelle due versioni, pur cambiando a livello di interfaccia grafica. Sarà pertanto possibile riuscire a capire se l’utilizzo del software Atlantide possa contribuire al miglioramento della gestione delle pratiche amministrative relative al mondo dei rifiuti, se esso sia uno strumento adatto alle esigenze dei punti vendita IKEA, ma soprattutto se esso possa avere e dare qualcosa in più

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rispetto alle attuali modalità di gestione (file Excel e banca dati online) previste dalla sede centrale.

Atlantide è navigabile come una pagina web, quindi, per poterlo utilizzare è sufficiente saper utilizzare un browser di navigazione Internet (Opera, Explorer, etc.), ma il suo indirizzo URL è raggiungibile esclusivamente dalla rete interna di IKEA. Per questioni di sicurezza informatica non è possibile accedere al software da computer privati anche se collegati alla classica rete Wi-Fi che IKEA mette a disposizione dei proprio clienti.

L’accesso al programma avviene tramite l’immissione di un nome utente e di una password, gli utenti possono accedere al sistema secondo vari livelli: vi è di solito un utente che possiede privilegi di “Amministratore” per l’accesso al sistema ed “n” altri utenti che hanno determinate restrizioni di utilizzo e di accesso.

Figura 7Schermata di login-accesso di Atlantide

Come un browser, Atlantide è dotato di menù a tendina navigabili, i quali permettono all’utente di potersi spostare velocemente da una funzionalità a un’altra. Le voci del menu sono:

1. File 2. Speciali 3. Settaggi 4. Rifiuti 5. Partners 6. Risorse 7. Servizi 8. Fatturazione

La pagina iniziale può essere personalizzata aggiungendo al menù dei preferiti le funzioni utilizzate frequentemente in modo tale da averne un accesso veloce e da non doverle ricercare, a ogni accesso, fra i menu a tendina. É importante sottolineare come ogni “menù preferiti” sia collegato al profilo utente con cui si accede, permettendo così a ciascun utente di aver un menù personalizzato.

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Figura 8 Schermata della pagina principale, comprensiva di “menù preferiti” e “dati utente” di Atlantide

In Atlantide, inoltre, in ogni procedura alla quale si accede è presente una barra degli strumenti.

Figura 9Barra degli strumenti

Il campo “filter value” (evidenziato in Figura 9 dal cerchietto rosso) e i relativi tasti associati servono per ricercare i record inseriti; per far ciò è sufficiente cliccare sul tasto rappresentato con un occhio e inserire i criteri di ricerca.

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Come si può notare dalla Figura 11, nonostante l’interfaccia grafica non sia delle più accattivanti, il sistema di icone e funzioni è abbastanza comprensibile e adeguato per il livello di uso di cui si necessita in punto vendita.

Figura 11Rappresentazione grafica di tutte le icone e delle funzioni

Una volta presentate e comprese le funzioni base e i comandi operativi del programma Atlantide si è proceduto con l’utilizzo vero e proprio del sistema.

La prima operazione da compiere è quella dell’inserimento dei “partner”, ovvero di tutte quelle altre aziende che interagiscono con il punto vendita, siano esse aziende per il trasporto di rifiuti, intermediari, distributori, produttori o aziende addette allo smaltimento.

Nella Figura 12 è riportato l’elenco completo dei “business partner” del negozio IKEA di Sesto F.no. Oltre alle classifiche informazione anagrafiche (ragione sociale, contatto telefonico, luogo) e a quelle burocratiche (partita iva e codice fiscale) è riportato anche un “Codice”. Quest’ultimo sarà poi la dicitura che si dovrà utilizzare per la compilazione e la realizzazione delle varie schede operative presenti all’interno del software (es. formulari, autorizzazioni ecc.)

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Figura 12Schermata riportante l’elenco complete dei “business partner” del negozio IKEA di Sesto F.no

Cliccando sull’icona riportante la lente di ingrandimento si accede ai dettagli del business partner, dove, oltre a poter consultare più approfonditamente la parte anagrafica e burocratica, si trovano i riferimenti degli insediamenti ovvero la sede legale e gli eventuali impianti di destinazione dei rifiuti.

Nella Figura 13, troviamo gli insediamenti relativi alla principale ditta di smaltimento rifiuti, DIFE S.p.A.

Figura 13Schermata riportante i dettagli del “business partner” DIFE S.p.A.

Subito dopo gli insediamenti relativi a ciascun partner aziendale si deve provvedere a inserire l’elenco degli autisti delle varie aziende che potrebbero recarsi presso il punto vendita IKEA di Sesto f.no e le targhe degli automezzi delle singole aziende e autorizzati secondo normativa vigente.

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Figura 14 Schermata riportante il dettaglio di un autista della ditta DIFE S.p.A.

Come si può vedere è possibile inserire anche i dettagli inerenti la patente di guida di ciascun autista in modo tale da alzare ancora di più il livello di controllo esercitabile sull’azienda a cui è appaltata la gestione primaria dei rifiuti.

Figura 15Schermata riportante la prima pagina dell’elenco dei veicoli autorizzati al trasporto dei rifiuti di proprietà delle aziende addette alla gestione dei rifiuti per il punto vendita IKEA di Sesto F.no.

Come si vede dalla Figura 15, dove è riportata la prima pagina dell’elenco targhe di tutte le aziende addette alla raccolta di rifiuti collegate al punto vendita IKEA di Sesto F.no, oltre a riportare la targa, la proprietà e la tipologia del veicolo è possibile scendere ancora di più nel dettaglio con marca, modello e tipo. Ovviamente si è scelto di inserire esclusivamente quelle informazioni fondamentali sia dal punto di vista del corretto funzionamento del software sia dal punto di vista normativo-legale. L’elenco completo dei veicoli può essere ottenuto sia attraverso un contatto diretto con l’azienda oppure dal sito dell’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali dove sono riportati i dettagli inerenti le autorizzazioni al trasporto.

Una volta inseriti i “business partner”, i loro autisti e i loro automezzi autorizzati, lo step successivo è quello dell’inserimento all’interno del sistema Atlantide di tutte le autorizzazioni inerenti un determinato partner. Per fare questa operazione possiamo agire in due diversi modi: - Premere sul pulsante “autorizzazione” all’interno della schermata “business partner”, si

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- Entrare nel menù “Autorizzazioni” e crearne una nuova da associare successivamente a un determinato partener, si veda Figura 16.

Figura 16Schermata riportante l’elenco delle autorizzazioni inserite per il partner DIFE S.p.A.

Come si può vedere dalla Figura 16, dove sono riportate tutte le autorizzazioni collegate alla principale azienda di rifiuti relativa al punto vendita di Sesto F.no, il software permette di inserire in particolare la tipologia di autorizzazione (impianto o trasporto), data di emissione e di scadenza e nel caso di autorizzazione d’impianto a quale luogo di insediamento si riferiscono. Entrando all’interno di ciascuna autorizzazione d’impianto, è possibile inserire tutti i dettagli inerenti le restrizioni sulle tipologie di rifiuti, indicate per codice, CER trattabili all’interno di tale impianto e quali sono le operazioni di recupero (R) o smaltimento (D) per cui quell’impianto è autorizzato.

Figura 17Schermata riportante le restrizioni delle operazioni di un impianto DIFE S.p.A.

Per quanto riguarda le autorizzazioni al trasporto, il software permette di inserire l’autorizzazione comprensiva di categoria di iscrizione (es. categoria 1: raccolta e trasporto di rifiuti urbani; categoria 4: raccolta e trasporto di rifiuti speciali non pericolosi) e di classe (popolazione servita o quantità di rifiuti trattabili). Nel dettaglio di ciascuna autorizzazione al trasporto è possibile inserire le restrizioni sui rifiuti (codice CER trasportabili) e l’elenco delle targhe dei veicoli autorizzati.

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Figura 18Schermata riportante l'elenco delle targhe dei veicoli di un'autorizzazione al trasporto di DIFE S.p.A.

L’inserimento delle autorizzazioni per ogni “business partner” inerente il punto vendita di Sesto F.no è fondamentale per diversi motivi.

In primo luogo, il software Atlantide è costruito per segnalare e bloccare tutte quelle operazioni di gestione dei rifiuti che non fanno riferimento a un’autorizzazione già inserita all’interno del sistema. Pertanto, in maniera anche abbastanza pratica, per poter utilizzare il software a pieno regime, è stato necessario dedicare un periodo di tempo abbastanza rilevante al corretto e puntuale inserimento di tutte le autorizzazioni collegate alla gestione dei rifiuti in IKEA Sesto F.no.

Inoltre, tale processo di inserimento e di creazione di un database digitale è fondamentale anche dal punto di vista della tutela legale. Il software permette anche una gestione documentale interna e pertanto il caricamento di tutti i file dedicati, di tutte le informazioni inerenti le autorizzazioni ambientali dei partner aziendali. Come sancito dal decreto legislativo 152/2006,

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in particolare all’art. 188 comma 2, è fatto obbligo per il produttore il controllo del possesso e dell’effettiva validità delle autorizzazioni di coloro a cui consegna i propri rifiuti. 23

Pertanto, benché in prima impressione tale lavoro di inserimento, possa risultare dispendioso in termini di tempo e inutile rispetto a una classica consultazione on-line dell’Albo nazionale dei gestori ambientali24 oppure a un ricevimento in formato cartaceo o comunque digitale di copie delle autorizzazioni da archiviare all’interno dell’azienda25, tale pratica è utile per avere un

maggior controllo sulle aziende partner e un maggior livello di tutela dal punto di vista legale. Tutta questa fase di inserimento delle autorizzazioni, può essere bypassata attraverso l’integrazione di Greennebula con il software Atlantide. Come visto nel paragrafo 3.1, Greennebula è un cloud in cui le imprese di smaltimento e trasporto dei rifiuti su invito del produttore posso caricare le loro autorizzazioni. Una volta inserite le autorizzazioni al produttore spetterà solo una funzione di controllo e di conferma di avvenuta accettazione. Si crea così una soluzione win-win, ovvero una situazione che ha benefici positivi per entrambi gli stakeholders coinvolti. L’azienda produttrice dei rifiuti, che con l’attuale versione di Atlantide, avrebbe dovuto provvedere all’inserimento completo degli estremi autorizzativi con impegno a livello temporale di circa 15 giorni lavorativi, deve, invece, semplicemente controllare le autorizzazioni con un’evidente riduzione dei tempi di lavoro. L’azienda gestore invece quando avrà inserito per la prima volta le autorizzazioni sul sistema Greennebula per una determinata azienda non dovrà provvedere nuovamente all’inserimento per un’altra azienda, ma potrà reindirizzare le informazioni già caricate alla nuova richiedente, con un’evidente risparmio di tempo anche in questo caso.

Inoltre qualsiasi modifica verrà apportata dall’azienda gestore e fornitrice del servizio di smaltimento e trasporto alle pratiche amministrative caricate su Greennebula verrà automaticamente inviata in real-time al produttore di rifiuti che potrà così essere costantemente aggiornato, ma soprattutto tutelato dal punto di vista legale qualora si verificassero situazioni spiacevoli. Nella Figura 16 possiamo vedere rappresentate i quattro step che compongono il processo di controllo autorizzativo interno a Greennebula, ovvero Invito, Inserimento dati, Validazione Dati, Aggiornamento in real-time.

23 Tale obbligo è stato confermato nel corso degli anni anche dalla giurisprudenza. Si veda in particolare la sentenza n° 18030

del 11/05/2007 della Corte di Cassazione – Sezione III penale.

24 Si veda: www.albonazionalegestoriambientali.it/ElenchiIscritti.aspx#tipoRicerca=9&idImpresa=88176

25 É importante sottolineare che le operazioni di richiesta delle pratiche autorizzative alle aziende coinvolte nella gestione dei

rifiuti è comunque fondamentale per l’inserimento sul software Atlantide oltreché opportuno per l’azienda richiedente tenere un archivio cartaceo o digitale di suddetti documenti.

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Una volta caricati sul sistema Atlantide i partner aziendali e le loro autorizzazioni di smaltimento e al trasporto, prima di poter sfruttare il software per l’inserimento di tutte le operazioni inerenti la gestione dei rifiuti, è necessario controllare la parte di “anagrafica rifiuti” e la sezione “analisi”.

La sezione “anagrafica rifiuti” è composta dall’elenco completo dei rifiuti indicati dai relativi codici CER oltre all’elenco delle varie tipologie RAEE. Infatti, un’altra funzionalità di Atlantide è la gestione dei RAEE “uno contro uno”, ovvero la gestione di quei rifiuti elettrici o elettronici che a fronte di un acquisto equivalente presso il punto vendita di IKEA Sesto F.no devono essere ritirati dallo store qualora il cliente decida di usufruire di questa possibilità.26 È necessario intervenire sull’anagrafica articoli se e solo se esistono all’interno del punto vendita casi di rifiuti indicati con lo stesso CER, ma che presentano o uno stato fisico diverso o caratteristiche fisico-chimiche diverse.

Nel caso del punto vendita di Sesto F.no tale problema si verifica con due codici CER: il 15.01.02 (imballaggi in plastica) e il 16.10.02 (rifiuti liquidi acquosi, diversi da quelle di cui alla voce 16.10.01).

Partendo dal 15.01.02 ci troviamo di fronte a tre diversi tipologie di imballaggi in plastica che pur presentando il medesimo stato fisico (Solido non pulverulento – 2) vengono gestiti diversamente sia a livello di trattamento sia a livello di fatturazione dall’azienda addetta allo smaltimento. Le tre tipologie di rifiuti sono: le reggette, utilizzate per la chiusura degli imballi in cartone, e stoccate in big bag, il film plastico e il nylon trasparente raccolti tramite compattatore e infine, rifiuto che viene prodotto molto raramente, le borse gialle tipiche dei negozi IKEA che essendo fatte in polipropilene vengono smaltite con questo codice CER. Come si è appena detto, il motivo principale per cui è necessario inserire all’interno del software tre diverse anagrafiche rifiuti facenti riferimento a un identico codice CER è la fatturazione, altra funzionalità presente all’interno di Atlantide. A differenza degli imballaggi in plastica, i rifiuti liquidi acquosi vengono identificati con lo stesso CER, ma con due anagrafiche rifiuti diverse perché contaminati da inquinanti diversi. Infatti le due tipologie di 16.10.02 prodotte all’interno dello store di Sesto F.no sono: le acque contaminate da prodotti chimici derivanti dalle operazioni di lavaggio pavimenti, rifiuto prodotto in maniera costante; le acque meteoriche che si raccolgo all’interno del pozzetto dove si trova il serbatoio di gasolio dei generatori elettrici di emergenza. Quest’ultimo rifiuto si produce estremamente raramente, di

26 Il d.lgs. 151/05 richiede ai distributori (come definiti all'articolo 3, comma 1, lettera n), del decreto legislativo 151/2005) e

ai negozianti di assicurare, al momento della fornitura di una nuova apparecchiatura elettrica ed elettronica destinata ad un nucleo domestico, il ritiro gratuito, in ragione di uno contro uno (a fronte, cioè, dell’acquisto di un nuovo prodotto analogo), dell’apparecchiatura usata.

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solito in seguito ad abbondanti precipitazioni che fanno confluire all’interno del pozzetto dei quantitativi di acqua tale per cui è necessario pompare fuori questo eccesso che però risulta essere contaminato dai residui di gasolio che si potrebbero essere depositati all’interno del pozzetto in seguito a piccolissimi sversamenti accidentali durante le operazioni di riempimento del serbatoio.

In questo caso è fondamentale inserire una doppia anagrafica rifiuto non per una mera questione di fatturazione, ma bensì perché il rifiuto risulta contaminato da due tipologie di sostanze diverse: nel primo caso i prodotti chimici contenuti all’interno dei detergenti utilizzati dalla ditta di pulizie, nel secondo caso gli idrocarburi.

Questo particolare codice CER, il 16.10.02, fa parte dei cosiddetti codici CER “a specchio”, ossia una coppia di diversi codici CER che si riferiscono allo stesso rifiuto, uno asteriscato nel caso in cui esso sia pericoloso e l'altro non asteriscato nel caso in cui non lo sia. Infatti nella descrizione del nostro CER troviamo la dicitura “…diversi da quelle di cui alla voce 16.10.01”. La distinzione fra i due codici CER, il 16.10.01* e il 16.10.02 è proprio la pericolosità, come indicato simbolicamente dall’asterisco.

Per stabilire se un rifiuto è pericoloso o no, è necessario far eseguire da un laboratorio autorizzato delle analisi chimico-fisiche o, se il rifiuto lo consente, merceologiche atte a identificare la natura del rifiuto stesso. In alcuni casi, in particolare nel caso dei codici CER 16.02 ovvero “rifiuti provenienti da apparecchiature elettriche ed elettroniche” è sufficiente utilizzare la scheda del prodotto per capire se all’interno del prodotto stesso sono presenti componenti o sostanze pericolose (es. PCB – 16.02.10*, clorofluorocarburi – 16.02.11*, amianto – 16.02.12*, altri inquinanti – 16.02.13*).

Tornando al caso dei rifiuti liquidi acquosi identificati dal codice CER 16.10.02 è stato necessario, in entrambi i casi, commissionare delle analisi chimiche atte a stabilire la non pericolosità del rifiuto. Il software Atlantide permette di inserire queste analisi al suo interno in modo tale che esse siano sempre consultabili e risultino direttamente allegate a ciascun formulario emesso per quella determinata tipologia di rifiuto.

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Figura 20 Schermata riportante l'elenco delle analisi di caratterizzazione dei rifiuti prodotti all'interno del punto vendita

IKEA di Sesto F.no

Come si vede dalla Figura 20, dove sono riportate tutte le analisi realizzate per il punto vendita di Sesto F.no, il rifiuto 16.10.02 è presente due volte, ma indicato con due codici diversi: “GASOL” per le acque contaminate da idrocarburi e “PAV” per le acque derivanti dal lavaggio pavimento.

IKEA Italia ha scelto come linea guida generale di effettuare ogni anno le analisi di caratterizzazione sui rifiuti prodotti all’interno dei propri punti vendita, per questo motivo è stata inserita una “data di scadenza analisi” con indicato il 31/12/2017. Da segnalare come, sempre nel rispetto del principio di precauzione, si sia scelto di effettuare analisi chimiche o merceologiche su tipologie di rifiuti che non presentato né codici CER a specchio né risultano essere prodotti all’interno di particolari processi tali per cui è ipotizzabile una loro contaminazione da sostanze pericolose (es. rifiuti da spazzamento stradale – 20.03.03).

L’inserimento delle analisi di caratterizzazione dei rifiuti all’interno del sistema Atlantide è utile anche per quanto riguarda il registro di carico/scarico. La compilazione automatica del registro di carico/scarico, come si vedrà più avanti, è un’altra funzionalità del software. L’inserimento delle analisi di caratterizzazione dei rifiuti per ogni movimento o formulario inserito permette al sistema di reperire le informazioni inerenti le classi di pericolo e riportarle direttamente all’interno del registro di carico/scarico.

A questo punto, dopo aver inserito i partner aziendali, le autorizzazioni, gli autisti, le targhe dei veicoli, settato l’anagrafica rifiuti per i casi specifici del punto vendita analizzato e le analisi di caratterizzazione dei rifiuti, si è finalmente pronti per iniziare a utilizzare il software Atlantide per il punto vendita IKEA di Sesto F.no.

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Si è deciso di inserire i formulari di identificazione dei rifiuti (FIR) e le movimentazioni RAEE “uno contro uno” a partire dal FY-18, ovvero a partire dal 1 Settembre 2017 in poi.

Il FIR è il documento di accompagnamento del trasporto dei rifiuti, effettuato da un trasportatore autorizzato, che contiene tutte le informazioni relative alla tipologia del rifiuto, al produttore, al trasportatore ed al destinatario.27 È composto da quattro copie: la prima copia del FIR deve rimanere presso il produttore o il detentore, le altre tre, controfirmate e datate in arrivo dal destinatario, sono acquisite una dal destinatario e due dal trasportatore, che provvede a trasmetterne la quarta copia al produttore o detentore.

Figura 21 Esempio di formulario di identificazione dei rifiuti per il punto vendita IKEA di Sesto F.no

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Il software Atlantide prevede la possibilità di inserire i formulari di identificazione dei rifiuti comprensivi di tutte le informazioni che si possono ritrovare sulla versione cartacea riportata in Figura 21. Nella Figura 22 invece vediamo lo stesso FIR (numero documento XVM14222/2017, data documento 02/11/2017) riportato in versione digitale.

Figura 22 Schermata riportante il formulario di identificazione XVM14222/2017 del 02/11/2017

Come si può vedere dalla Figura 22, il software permette l’inserimento di tutte le informazioni presenti nel formulario cartaceo, in modo tale da avere una perfetta replica digitale dell’originale.

Sempre osservando la Figura 22 possiamo notare che la prima slot di inserimento è denominata “copia da modello”. Il software permette la creazione di modelli, letteralmente delle basi precompilate per velocizzare la fase di inserimento, che possono essere caricate ogni qualvolta è necessario inserire un movimento sul sistema.

Figura

Figura 2 Rappresentazione sintetica della strategia IKEA “Growing IKEA-Together 2020” 9
Figura 3 La gerarchia dei rifiuti 11 .
Tabella 1 Percentuali di raccolta differenziata (RD) per ciascun punto vendita di IKEA Italia, FY-17
Figura 4 Raccolta differenziata in IKEA Italia – FY 17 14 .
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Riferimenti

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