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Il Naos di Sethi I nel Museo Egizio di Torino: lavori in corso

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(1)

Imagines

et iura personarum

Luomo nell'Egitto antico

ANNAL1 DELLA FACoLTA DI LETTERE E FILoSoFIA DELL,UNIVERSITÀ DI PALERMo

STUDI E RICERCHE

48

PALERMO 2006

per i novanta anni di Sergio

Donadoni

Atti del IX Convegno Internazionale

di Egittologia e Papirologia

Palermo, 10-L3

novembre 2004

a cura di

(2)

;a degli ia delle ) appa-lenti di :erdoti-ranno a settore oc-(r) e di età Federico Contardi

Il naos

di Sethi I nel Museo Esizio di Torino:

lavori in corso

Nel 1903, scavando tra le rovine dell'antica Eliopolil,l'egittologo Ernesto Schiaparelli scopriva, all'interno di una favissa nei pressi dell'obelisco di Sesostri I, centinaia di frammenti di granito non identificabili, sebbene evidentemente ap-partenenti ad uno stesso monumento. Per il fatto di essere completamente rico-perti di geroglifici, di recare scene rituali, di contenere i cartigli del re Sethi I e di provenire da un sito di estrema importanza, i numerosi frammenti - per un tota-le di circa J00 - furono riconsider ati agliinizi degli anni '70 e divennero oggetto di uno studio particolarmente approfondito. Innanzitutto, notata la presenza di specificielementiarchitettonici,siipotizzòchepotessetrattarsi diunnaos.sidet-te inizio, quindi, alla difficile opera di ricostruzione, cui furono riferimenti prin-cipali il diverso orientamento dei geroglifici, le linee di frattura della piera e il paruiale riconoscimento della natura dei testi.

La delicataoperazione ebbe successo e il monumento così ricostruito prese posto all'interno del Museo Egizio di Torino, dove si trova tuttora esposto (Tav. 4 , l - 2 ) .

Quanto alla tipologia architettonica,i.naos di Sethi I appartiene a quella ca-tegoria di tabernacoli che recupera il modello della cappella protostorica dell'Alto Egitto (pr'wr), caîattenzzata daunavolta a collo d'oca. Le sue misure attuali so-no m 1, 13 di lunghezza, m 1,00 dilaryhezzae m 1,3 1 di altezza. La pietta,mono-litica, è un granito bicromatico, la cui partizione di colore si sviluppa lungo I'as-se longitudinale, con andamento diagonale. Di conI'as-seguenza,ledue pareti laterali esterne e interne presentano nella metà superiore una colorazione rossa, in quel-la inferiore, una colorazione più scura. Appare pquel-lausibile che I'adozione di una siffatta piera abbia un significato ben preciso, collegato alla divinità alla quale il naos è dedicato.

I U n a p r i m a b r e v e n o t a r i g u a r d a n r e t l n a o s r i s a l e a S . C u r t o ,

I . U n N a o s d i S e t h i I , O l 8 , 1 9 7 4 , 4 0 .

(3)

Purtroppo, i frammenti conservati e ricollocati sono circa un terzo del tota-le, anche se la buona sorte ha voluto che essi potessero distribuirsi in porzioni suf-ficientemente omogenee sulle tre pareti esterne e sulle corrispondenti interne.

Ciò nonostante, il riconoscimento di tutto I'apparato testuale e la sua rico-struzione è rimasto per anni incompleto. Il compito di riprenderne lo studio è stato, quindi, assunto dallo scrivente, nell'ambito del suo Dottorato di Ricerca. Questo articolo espone i primi risultati conseguiti.

Furczione e struttura del naos

Per meglio comprendere I'originalità del naos di Sethi I, è certamente utile riassumere i tratti fondamentali di questa particolare tipologia di monumenti.

Secondo uno dei principi basilari dell'ideologia dello Stato faraonico, il culto divino e il suo corretto svolgimento sono condizioni indispensabili al mantenimento dell'ordine cosmico. Il faraone, rappresentato concretamente dal sommo sacerdote, è colui che esegue quotidianamente il servizio divino nei numerosi templi.

Beneficiario è il dio che, in forma di statua, è custodito all'interno diun naos, nella parte più intima e inaccessibile del tempio.

Dei rari naoi consewati,la maggior parte risale all'epoca tarda e tolemaica. Quanto alla loro tipologia, la configurazione è essenzialmente ispirata alle cappelle predinastiche dell'Alto o del Basso Egitto: nel primo caso,la struttura è sostanzial-mente cubica e la copertura costituita da una volta a collo d'oca (pr-u'r); nel secon-c1o, la struttura è parallelepipeda e la copertura costituita da una volta a botte.

Tale modello poteva subire adattamenti motivati da particolari esigenze, qua-li, ad esempio, il tipo di statua contenuta: pertanto, nel caso di una sfinge, 17 naos era caratterizzato da uno sviluppo in profondità piuttosto che in altezza2. Analo-gamente,le dímensioni generali erano condizionate da quelle della statua, stabi-lizzandosi, comunque, su un'altezza media di m 1,50.

Un'evoluzione della tipologia si affermò a partire dall'epoca tard,a, con un a u m e n t o d e l l e d i m e n s i o n i e s o p r a t t u t t o c o n l' i n t r o , l u z i o n e d e l l a c o p e r t u r a p i r a -midaler. Gli esemplari colossali (oltre m 4 di altezza)r erano in realtà grandi con-tenitori, nei quali trovava posto un ulteriore tabernacolo con la statua del dio.

La maggior parte degli esempiari conservati è di pietra, anche in ragione del-la superiore durabilità di questo materiale; più rari, quindi, gli esemplari di legnot.

2 K. My.<li*iec, L c N a o s c l e P i t h o r n , B I F A O 7 \ , 1 9 l 8 , 1 1 l I 9 5 .

J C[r.i'naoirisalcnti a l l a X X X c l i n a s t i a r i n v e n u t i a c l l ] l e f r r n t i r - r a ( \ X l N i e d e r b e r s c r . E l e t t h d u t i n t , X X ( A Y . cXr), Mainz 1999, 86 ss.) o il zaos custoclito nel sanctu sott(lontill del tempio di Edfìr (l\1. Jc Rochcnronteir, E. (lhassinat, Lc tcuple J'[:tlfoa, 1(MMAF, l0l1 "l), Paris l8c)2 189],9).

{ Si vcda, ad cscnr;rio, il zaor nell'isola di Ucfantina (Nicclerbergcl 1999, 8(r). ' N a o . r d i I l a t s h e p s u t d a D e i l c l - B a h r i (( l ( ì C 7 0 0 0 1 ) . Alcuni zione della d porta. Altri, i terne - rappt to quotidian( Tale ritr recitazione d. tazioni e iscri Per mot. costituiscono plari papiracr zione delle az: migliori dei ca tre la formula

Per averr to al naos diF zioni del dio s In esso, t ne del Rituale ti laterali ester Le due pareri parere di fond Gli episo no essere così; Parete est 1) offerta 2) offerta 3) oîferta Parete estt 1) offerta 2) offerta Parete estt 1) offerta 2) scena p 3) offerta ' Parete inte offerta del Parete inte fumigazior 6 Cì. lìoedcr. C L c i p z i g 1 c ) 1 . 1 .

(4)

zo del tota-orzioni suf-.i interne. la sua rico-: lo studio è r di Ricerca. .amente utile onumenti. faraonico, il spensabili al )ncretamente zio divino nei 'no diun naos, la e tolemaica' ta alle caPPelle .ra è sostanzial-'n'r); nel secon-ta a botte. i esigenze, qua-a sfinge, tl naos altezz*. Analo-Lla statua, stabi-'.alaràa, con un

copertura Píra-,altà grandi con-;tatua del dio' re in ragione del-mplari dilegno5'

r,ElaPhanrine XX.(A\, f . de Rochemontetx' r'

Alcuni naoi sono privi di qualsiasi forma di rappresentazione, con l'ecce-zione della titolatura e del nome del sovrano dedicante, incisi sui montanti della porta. AlÍi, invece, presentano sulle pareti esterne - e talvolta anche su quelle in-terne - rappresentazioni che hanno ad oggetto alcuni momenti del Rituale di cul-to quotidiano compiucul-to sulla statua del dio.

Tale rituale consisteva in una complessa serie di azioni accompagnate dalla recitazione di formule. Esso è conservato in versioni su papiro e nelle rappresen-tazioni e iscrizioni incise sulle pareti dei templi.

Per motivi di spazio, gli episodi del rituale rappresentati sulle pareti dei naoi costituiscono soltanto una minima parte rispetto a quanto conservato negli esem-plari papiracei o sulle pareti dei templi e sono ridotti alla semplice rappresenta-zione delle azionisvolte direttamente dal sovrano. La parte testuale è limitata, nei migliori dei casi, ad una semplice didascalia che definiscel'azione compiuta, men-tre la formul a rccitata è completamente assente

Per avere un'idea dell'apparato decorativo e testuale, è utile fare riferimen-to al rcaos di Ramesse II, proveniente da Tanis, dedicato alle díverse manifesta-zioni del dio sole (CGC 70001)6.

In esso, tanto le pareti esterne quanto quelle interne sono decorate con sce-ne del Rituale di offerta, che si sviluppano lungo un unico registro. Le due pare-ti laterali esterne ospítano tre scene ciascuna, la parete posteriore soltanto due. Le due paretí laterali interne, invece, contengono, ciascuna, un'unica scena. La parete di fondo è occupata dalla rappresentazione plastica delle divinità.

Gli episodi del rituale - di regola prowisti di una scarna didascalia - posso-no essere così riassunti:

Paret e esterna si n islra 1) offerta del vino (rdír írp);

2) offerta del pane bianco (skr r hc!); I ) offerta della birra ( rdír hnkr).

Parete esterna posteriore (priua di didascalie) 1) offerta di un liquido contenuto in due vasetti nw; 2) offerta di un unguento.

Parete esterna destra (scene identiche a auelle della parete di sínistra) 1) offerta del vino (rdír írp);

2) scena perduta;

l) offerta della birra (rdít hnkt). Pa rele i n / erna si n istra

offerta del vino (rdír írp). Parete interna desrra

fumigazione e libagione (ìrt snlr lkbhv,l).

6 G. Roerlcr', Cata/oguc G,in,tral dt's Attti4tritLs Egt'ptíennes du Musée du Caìrc. Nos. 70001-700i0. Naos, L c i p z i e 1 9 1 4 .

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Specificítà del naos di Sethi I

Rispetto alla quasi totalità degli esemplari noti, i7 naos di Sethi I presenta un numero decisamente più elevato di episodi del rituale, corredati da formule, re-datte secondo una tradizione altrimenti attestata in documenti più tardi di oltre un millennio e, talvolta, persino in forme completamente nuove.

I testi, con eccezione di quelli che figurano sulla parete esterna posteriore, apparten€Jono al Rituale di culto quotidiano. Il servizio divino, fondamentalmente uguale per tutti gli dei, era caratterizzato dauna sequenza di gesti, accompagna-ta dalla reciaccompagna-tazione salmodiaaccompagna-ta di frasi prescritte. Il rituale così composro poreva subire variazioni, a seconda delle diverse tradizioni. Ministro titolare del culto era il faraone, cui subentravano i sacerdoti soltanto in qualità di delegati.

La divinità beneficiaria non è mai rappresentata, ma la sua identità è re-sa manifesta dall'epiteto con il quale viene invocata a\l'rnizio di ogni formula: n[r c) tt sp îp]- ínut nr.f r ntrw n rh.tu,.f'ín rnryu, "il dio grande dei primordi, il cui nome è nascosto agli dei e non è conosciuto dagli uomini". Si tratta di un epi-teto del dio creatore trascendente eliopolitano7.

Le scene sono ridotte ai minimi termini, soprattutto nella parte interna. Ogni parete esterna/interna è suddivisa in tre registri, ciascuno dei quali è occupato da due scene. Ciascuna di esse, corrispondente ad un episodio del ri-tuale, si apre con una lunga formula cui segue la rappresenÍ.azione artistica del so-vrano inginocchiato o prostrato.

In totale, gli episodi - e di conseguenzà il numero delle scene - sono 26 (24 più due scene sulla parete interna di fondo).

Come si è detto,le formule appartengono al Rituale di culto quotidiano di-vino, attestato in tutte e due le sue parti costitutive le quali, invece, nella docu-mentazione su papiro più o meno coeva, sono tradite separatamente: il cosiddet-to Rituale di culcosiddet-to per la statua e il Rituale di offerta.

Il Rituale di culto per la statua (noto da due manoscritti tebani del III Pe-riodo Intermedio, conservati a Bedino8) aveva per oggetto una serie di azioni che cominciavano con I'apertura delle porte del naos e culminavano con la vestizio-ne e I'unziovestizio-ne della statua.

Il Rituale di offerta (conservato in due manoscritti di epoca ramesside, il P. Chester Beatty IXe e il P. Torinolo con la sua metà al Cailor') riguardava la pre sentazione dell'offerta alímentare e della libasione alla statua del dio.

7

.[. Assnann,.!onnt'nf:\,rnnen in thebanischcn Cribt'rn, Mainz 198], )5) notam, 171-195.

o P Berl. 1055 c P. Bcrl. 101.1+1051 (Llieratischc Popvus ttus dcn Kiittig/ichen Museen ar Barlin,I: Rrtu,tl fùr den Kttltus tlt's Anxn und ftir tlen Kultus der Mut, Leipzig l90l ).

'. A.FI. Gardine r, Ilienttic Paptri in the British Muscum. 'I

hinl Scries. Chester Beatfi Gift, London lr)35. r 0 [,. Bacchi, I/ritualt Jt Amcnhorpe I (Pubblicazioni lìgittologiche del Real Muslo di Torino, {), T o r i n o l 9 - 1 2 . l r P . C a i f o C l ( ì ( 1 58010(M.\\''.Golénischeff,Cataktgrt'(ìlnt;rdl t l c . r A n t i c y u i t é s E g l , p t i e n n e s t l u M u t t l c l u C d i r e . N o s . i8 0 0 1 - i 8 0 1 6 . L c ( l a i r e 1 9 2 7 ) . Queste dr stessa liturgia, dall'altro, i frar di Sobek, signc Lidentific ra resa possibil, desimo tipo di romana; 3) da a La maggio Nuovo Regno r compiere un de plice didascalia r tempio di Karna Sethi I ad Abidc Questa lacr-mana (in partico spesso alternativ,

Altri tipi di tua.le della veglia dei templi di Édl versa rispetto al tr mule, molto spesr

Gli episodi < ricostruiti con su( cise sulle pareti es Parete esterna sini. Offerta della Unzione con Scena perdutr

Offerta della Maat Sulle pareti de telr; assai di rado, tr

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(6)

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Parete esterna sinistra Offerta della Maat

Unzione con I'unguento ntdt Scena perduta12

Fumigazione

Presentazione della veste bianca Libagione

Queste due fasi dovevano - o potevano - essere celebrate nell'ambito di una stessa liturgia, come mostrano, da un lato, le scene incise sulle pareti dei templi, dall'altro, i frammenti di papiro, datati all'epoca romana, provenienti dal tempio di Sobek, signore di Tebtynis.

I- identificazione e, conseguentemente, la ricostruzione delle formule, è sta-ta resa possibile: 1) dai predetti papiri, contenenti entrambi i rituali;2) dal me-desimo tipo di testi liturgicí incisi sulle pareti dei templi coevi e di epoca greco-romana; )) da akri tipi di rituale.

La maggior parte delle scene all'interno dei grandi complessi templari del Nuovo Regno reca esclusivamente la rappresentazione del sovrano nell'atto di compiere un determinato gesto dinanzi alla divinità, accompagnata da una sem-plice didascalia esplicativa dell'atto cui si adempie. Soltanto pochissime scene, nel tempio di Karnak e in Medinet Habu - oltre a un cospicuo numero nel tempio di Sethi I ad Abido -, riportano anche la formula da recitare.

Questa lacuna è compensata dall'abbondanza,nei templi di epoca greco-ro-mana (in particolare Edfu e Dendera), di un repertorio di formule rituali, molto spesso alternative a quelle attestate in epoca più antica,

Altri tipi di testi liturgici, quale il Rituale per I'apertura della bocca e il Ri-tuale della veglia omia a beneficio di Osiride (quest'ultimo presente all'interno dei templi di Edfu e di Dendera), pur avendo una funzione completamente di-versa rispetto al Rituale per il culto quotidiano, condividono con esso alcune for-mule, molto spesso in una redazione alternativa.

Gli episodi del rituale sulle pareti esterne e interne sono stati individuati e ricostruiti con successo. Qui di seguito sono illustrate brevemente le formule in-cise sulle pareti esterne.

Ot'ferta della Maat

Suile pareti dei templi, la scena di offerta della Maat ricorre frequentemen-te1]; assai di rado, tuttavia, essa è accompagnata dalla formula recitata.

r2 Nell'anual" ricostruzione del naos, nello statuario del museo, è presente, in questo punto, un piccolo frammento di pietra recantc due segni geroglifici 'JN'r' (le porte). Poiché tale lettura non lascia dubitare che si tratti dell'episodio dell'apertura delle porte del naos, questo frammento è, piuttosto, da collocare nella parete interna destra, dove è consen'ata la parte restantc di questo episodio del lituale.

" E. Teeter, 'f hc Prasentation of Maat. Ritual ttnd Legitimaqt in Ancicnt Egypt (SAOC, 57), Chicago 1997.

(7)

La sequenza dei frammenti, intervallati da ampie lacune, non lascia dubbi, nondimeno, circa il fatto che si tratti di una formula priva di paralleli, nella sua complessità. Ciò nonostante, essa è completamente ricostruibile, giacché, da un lato, singole parti sono identiche all'inno a Ra conservato nella tomba di Ne-ferhotepra e ad un passo nel tempio di Kanayis risalente a Sethi I, dall'altro, tro-vaparuiale integrazione in un'identica formula presente sulla parete esterna sini-sfta del naos.

Fumigazione

Questa formula, estremamente frammentaria nelle due ultime colonne di te-sto, ricalca abbastanza fedelmente il passo del Rituale di culto quotidiano con-servato nel P. Berl. 3055 (7 ,9-8,5). Tuttavia,le rracce di segni al fondo dell'ultima colonna rivelano che, qui, la formula presentava una tradizione differente.

Unzione con l'unguento meJt

Di questa formula non è conservato praticamente più nulla. Tuttavia, i po-chi segni rimasti, ló n seguití da una traccia di testa di uccello (sicuramente il fal-co Horo), e, all'ultima fal-colonna, ng!n stl.k,rendono certi dell'interpretazione. Una conferma ulteriore si ricava, inoltre, dal fatto che questo episodio del rituale fi-guri accanto alla formula della vestizione.

Uampiezza dello spazio disponibile non è sufficiente a contenere la versio-ne estesa della formula, qual è nota, per esempio, in Abido (II 10)r5 o in P. Berl. )055 (30,8 31,2), ma sarebbe adatta a contenere la versione abbreviata nota in Abido (I22;I30;I126; III 16; IV 46)16, se gli unici segni presenri non vi si oppo-nessero. A conoscenza dello scrivente, esiste soltanto un testo che offre un paral-lelo esatto ed è quello conservato nel tempio di Amon a Hibis, nell'oasi di Khar-gar7, che risale all'epocatarda.

Presentazione clella ueste bianca

La formula ricalca essenzialmente il testo noro in P. Berl. 30jj Ql ,10-28,J), con alcune vaúazioniverso la parte finale, che lo ar,rricinano a una formula simi-le facente parte, tuttavia, del Rituale per l'apertura della boccar8.

'l N. de (ì. Davics. Thc Totnb of NcJt'rl)ott'p

nt 7/:eúc.r, Nerv York I 9ll, tari 17.

rt A.H. (ìarrlincr, A.M. Calvcrlev. M.E B.nnrl", Thc 7'cnplt o;f KingSethos I dt Abt,tlos, London Chi, c a g o , l , 1 9 3 3 : I I . l c ) 1 5 : l l l , 1 9 3 8 ; I V 1 9 5 8 .

' o G a r d i n c r , ( , a h ' c r Ì e y , B r o o m c I- l V , l 9 l l , 1 9 1 5 , 1 9 1 8 , l9 5 l J .

" N. dc (ì. Davics,'l'he Tenple rf l l ibis ì n tl-Khargel: Oarzs, Nerv York l g5l, tar'. 1 1. 1ò E. Ott<r, Dds tigt,ptischc Nluntlidfìtuttg.rrltudl\AA,ll,Wicsbaclcn 1960,50 k-l.

Libagione Si ratta di u norevoli analogie sce, nelle ultime r menti noto come 3 0 5 5 , 3 6 , 2 _ 5 ) .

Essa si concl mite dell'acqua, f prio, per convers( Ia libagione e la ft

Parete esterna des, Fumigazione Presentazion Presentazionr

Offerta della Maat Si rimanda all na sinistra.

Fumigazione Le parti conse tico ad altra formu I'iscrizione, riecheg ster Beatry IX} (Rj s t a t u a ) e in un'iscr S e t h i I2t. ' ' B a c c h i 1 9 q 2 , 2 2 . 2 '" Fl Daumas, Lctca '' S. Cauville, le rcr; " E. (lhassinat, lr t, ' ' , u c r s o 2 , 7 0 . ' 1 2 , 1 0 . 2 5 H . l l . N e l s o n , T,ór

(8)

a dubbi, nella sua ré, da un r a d i N e -iltro, tro-erna sini-rnne di te-liano con-iell'ultima ente. ftavia, i Po-mente il fal-azione. Una el rituale fi-:re la versio-o in P. Berl' viata nota in rn vi si oPPo-ffre un Paral-oasi di Khar-i (21 ,10-28,7 ) , formula sirni-ór,r/or' Lontlon-('hi ) t . Ltoagtone

Si tratta di una formula dalla struttura composita, la quale, pur presentando notevoli analogie con I'omonima formula propria del Rituale di offertale' cono-sce, nelle ultime tre colonne - ridotte a minimi frammenti -, uno sviluppo, altri-menti noto come formula indipendente, nel Rituale di culto quotidiano (P. Berl. ) 0 5 5 , 3 6 , 2 - 5 ) .

Essa si conclude in modo non usuale nelle formule di purificazione per il tra-mite dell'acqua,fattaeccezione per Dendera IX (85)2')e Dendera XI (82)21, pro-prio, per convefso, di alcune formule per la fumig azione (P. Be ri. 3055 13 ,9) e per la líbagione ela fumrg,azione (Dende raII83)22.

Parete esterna destra

Fumigazione Offerta clella Maat

Presentazione del vaso /?t??.rl Presentazione dell'offerta alimentare Presentazione di un'offerta alimentare Scena perduta

Offerta della Maat

Si rimanda alle consider azioniesposte per la scena gemella, sulla parete ester-na sinistra.

Fumigazictne

Le parti conservate sono sufficienti a mostrare che questo testo non è iden-tico ad altra formula di fumigazione. Alcuni passi, in prossimità della fine del-f iscrizione, riecheggiano pafti della formula di fumigazione presenti nel P. Che-srer Bearty IX2r (Rituale di offerta), nel P. Berl. )0552a (Rituale di culto per la s t a t u a ) e i n u n ' i s c r i z i o n e d e l i a s a l a ip o s t i l a d e l t e m p i o d i K a r n a k , r i s a l e n t e a Sethi I2t.

r " Bacchi 1912,22 2J.

l" It Drr'.',ras, Le tt'nt1>/r'tlt Dcntlara,IX. Lc (lairc 1987 rr S, (.arrville, l-e tcnplc tlt Duttlora, XI. l-c (ltrirc 2t)01. 2 2 Ir. (lhassinat, L t t c : n t p / t ' t l t D c n t l a r d , l l , l , c ( , a i r c 1 9 1 ' { ) t , , ' , " 2 , : l 1 '

2 r l 2 , l o .

r j Ì l . 1 . N c l s o . , ' l h t ' ( , r t r t t I l t ' p o s t t ' / e I l a l / t t K d t ' t t , t k I ( O l P , l 0 l ' ) , ( ì h i c a g o 1 9 8 1 ' t t r v 2 0 5

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P re s e n t azion e da ll' offer ta a lim en tare

Nonostante lo stato di conservazione dell'iscrizione sia piuttosto buono, cir-costanza che ne ha permesso non solo il riconoscimento, ma anche I'integrazione dei passi in lacuna, non sembra esistere alcun testo consimile quanto alla formula.

Presentazione del uaso nmst

Questa formula fa parte del Rituale di offerta ed è attestata in circa sette ver-sioni, che si distinguono in una redazione breve26 e in una estesa27, cui vanno ag-giunte le versioni riadattate per il Rituale per I'apertura della bocca28. Il testo del naos è da includere tra i testimoni recanti la versione estesa, rispetto ai quali pre-senta passi alternativi che si rítrovano nel Rituale della veglia oraria a beneficio di Osiride, conservato nel tempio di Edfu2'e risalente all'epoca tolemaica.

P re s e nt azion e di urc' offerta a lim e n t are

Questa formula è I'unica, tra quelle incise sulla pareti estern e del naos, a non poter essere ricostruita, perché rimane soltanto la parola prt-llrh', appena suffi-ciente a inquadrare il tipo di formula.

A questo punto, è possibile proporre una considerazione,valida a titolo pre-liminare, circa la disposizione delle scene sulle due pareti.

Innanzitutto, è operata una suddivisione tematica: sulla parete di destra so-no raccolte le scene attinenti al Rituale di offerta, mentre su quella di sinistra to-vano posto le scene attinenti al Rituale di culto della statua. Confrontandole, se ne desume un principio di simmetria secondo il quale le scene sul registro supe-riore di ciascun lato sono tematicamente identiche (offerta della Maat e fumiga-zione), menre quelle dei registri inferiori sono pertinenti al rituale proprio della parete specifica, del quale seguono I'ordine di lettura.

Le scene di ciascuna parete sono ordinate secondo un criterio che si riscon-tra, persino, nel propilone di Amon-Ra a Karnak-Nordro, datato agli anni di To-lemeo lll-ToTo-lemeo IV, il quale prevede una progressione che, dal registro infe-riore, giunge al suo culmine sul registro superiore con I'offerta della Maat.

2 o Es. lr. Cairo 5fì010 3.63.91.

2 7 Es rilicvo nel tempio Ji Karnak, rerlizzato,-la S e t h i I ( N e l s o n 1 9 8 1 , t a v . 2 1 9 ) . ' - (Jtto 1960. (r1.

2 ' ) M . d c R o c h e m o n t e i x , E . C h a s s i n a t , L t t t n V l t r l ' E d r t t u , 1 , d c u x i è r n c é d . r e v u e c t c o r r i g é e p a r S . C a u -ville, D. Devauchelle (MMA|, 10/1 4), Lc Cailc 198,1, lL)81 .211-275.

"' S. Atrfrère, lr prcptlóne d'Arnon-Ri-Montou à Karnak-Nortl \I\III-AO, 117), Le Cairc 2000, (r-1.

Letnico riferisce ai sac Melpger @otvr vopepf tcn, K pare significar ti, autori di un di olio, al parì menfiti insedi le fonti classic sente una cor

Non risu ti città portua una iscrizione nato tò rorvò romana imper rorroóvteg Tó r P J I V n . j z lbid.,tl4. 1 ^ - l Lr. t,htera, niciens" de Mempl pbenrctennes et pun mismatica Louaníen a II tetmine ta di popolazioni pr Libios, libiofenicior Gerión _12, 199,,22' M.F. Blaslt niens au Pirée à la f nouembrc I98,/, Rot

(10)

Tav. I

l:::rrlilli

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