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Un codice borgognone del secolo XV: il "Curzio Rufo" della Biblioteca Universitaria di Genova

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(1)

D IN O PUNCUH

U N C O D IC E BORGOGNONE DEL SECOLO XV

IL « C U R Z I O R U FO »

D E L L A B I B L I O T E C A U N IV E R S IT A R IA D I GENOVA

(2)

----.

.

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L a f o r t u n a m e d ie v a le di A lessandro Magno è sicuramente a t t e s t a t a d a l c o s p ic u o n u m ero di narrazioni, più o meno leggen­ d a r ie , c h e s i isp ir a v a n o alla v ita del grande macedone, confusa, a t t r a v e r s o c o n ta m in a z io n i con le leggende del Graal e della Ta­ v o la R o t o n d a , nel p iù v a s to quadro d ell’epopea medievale ', L a s t o r ia d i C u rzio R ufo rim a se perciò pressoché ignorata fino al s e c o lo X V , q u a n d o l ’in te r e sse per Alessandro, sfrondato dalle in c r o s t a z io n i d e lla leg g en d a , e il desiderio di scoprire 1 uomo n u o v o , il s a g g io ed a c co r to p olitico, il grande condottiero, il f o n d a t o r e d i u n v a sto im p ero , l ’uom o capace di ampi disegni, r e s e r o g i u s t i z i a a llo sc r itto r e la t in o 2. Appare quindi significa­ tiv o c h e il r in n o v a to in te r e sse per il m acedone abbia preso le m o s s e d a d u e co rti e u ro p ee cui l ’avvenire sembrava aprire im m e n s i o r iz z o n ti: a M ilano, n el 1438, Pier Candido Decembrio d e d ic a v a a F ilip p o M aria V isco n ti la prima traduzione italiana d i C u r z io R u f o 3; tr e n t’an n i dop o, nel 1468, Vasco di Lucena, u n p o r t o g h e s e ch e il m a trim o n io di Filippo il Buono con Isa­ b e lla d e l P o r to g a llo aveva co n d o tto alla corte borgognona, tra­ d u c e v a in f r a n c e s e per Carlo il Tem erario i fatti di Alessandro 4.

1 C fr. G. Ca r y, The m e d ie va l Alexander, Cam bridge, 1956; D. J. R. Ross, A le x a n d e r h is to r ia tiis . A guide to m edieval illustrated Alexander, Londra,

1963.

2 A. Bo s s u a t, V a sq u e de L ucène, traducteur de Quinte Curce, in Biblio­ th è q u e d ’H u m a n is m e et de R enaissance, 1946, p. 200; cfr. anche S. Dosson, E t u d e s u r Q u in te-C u rc e , sa vie et so n oeuvre, Parigi, 1887, p. 373.

3 A. Bo s s u a t c it., p. 201; D. J. A. Ross cit., p. 68.

1 A. Bo s s u a t cit., p. 202, n. 1 (e bibliografia ivi citata). Sulla venuta di

V a s c o d i L u c e n a a lla c o rte di B orgogna in epoca m olto posteriore al ma­ t r i m o n i o d i I s a b e lla del P o rto g a llo e sugli studi parigini del portoghese c f r . Ch. Sa m a r a n, V a sco de L u cena à la cour de Bourgogne, in Bulletin des é tu d e s p o r tu g a is e s , 1938, pp. 14-15.

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Delle due versioni, la seconda conobbe subito un vasto suc­ cesso. Già Filippo il Buono, la cui corte era im pegnata a far rivivere le m igliori tradizioni cavalleresche, si era accostato con interesse alla vita di Alessandro: Jean W auquelin, rievocando nel re dei Macedoni l'ideale del guerriero e trasferendo n ell’am ­ biente orientale il riflesso di quello borgognone, ne aveva dato una storia parzialm ente affrancata dalle leggende m edievali *. La dinastia borgognona aveva ormai spostato il centro della pro­ pria politica dalla Francia ai Paesi Bassi; già stava nascendo e si andava consolidando una coscienza nazionale borgognona che l'assassinio del ponte di M onterey aveva ulteriorm ente esaspe­ rato. In questo clim a, aperto e sensibile a grandiosi disegni politico-territoriali, eppur così im m erso ancora nello spirito me­ dievale e cavalleresco \ l ’opera di Vasco di Lucena assum e ai nostri occhi il valore di un sim bolo: non più le storie e le belle favole del Medio Evo, ridicolizzate dalla rinnovata coscienza storica d ell’um anista 7, non più esclusivam ente il guerriero e il cavaliere, ma l’uom o, il m odello da imitare e da seguire, l ’ideale del sovrano cui Carlo il Temerario avrebbe dovuto ispirare la sua condotta politica *. La maggiore concretezza storica, tut­ tavia, che im pose a Vasco di com pletare la storia di Curzio Rufo attingendo a num erose fonti classiche per i libri perduti *, non gli impedì di dare alla sua opera u n ’im pronta m oralistica, in carattere con i tempi e con il glorioso m om ento della storia borgognona.

Sembra inutile aggiungere qualcosa alle belle pagine che il Doutrepont e soprattutto l ’Huitzinga hanno dedicato al ruolo che ebbero la storia e la letteratura nella form azione di Carlo il Temerario e dello spirito borgognone; basterà sottolineare

3 G . Do u tr epo n t, La littérature française à la cour des ducs de Bour­ gogne, Philippe le Hardi, Jean sans Peur, Philippe le Bon, Charles le Tém é­ raire, P a r ig i, 1909, p . 184.

* J. Hu it z în g a, L'autunno del Medio Evo, n. ediz. a cu ra di E . Ga r in,

Firenze, 1961.

7 G . D o u t r e p o n t c it ., p p . 183-184. * G . Doutrepont c it ., p p . 182-183. * G . Doutr epont c it ., p . 178.

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ch e l'o p e r a d i V a sc o Fernandez godette ai suoi tempi di un s u c c e s s o e n o r m e : il grande num ero di esemplari conservati n e lle p r in c ip a li b ib lio te c h e del m ondo 10 è un indice eloquente di q u e s ta p o p o la r it à , di un interesse che non si esauriva unica­ m e n te n e lla b e l l a pagina m in iata, ma andava ben oltre, a co­ g lie r e q u e g li a s p e t t i della sto ria antica che meglio si prestavano ad e s a lt a r e l ’in d iv id u a lità di un nascente spirito nazionale.

1. - I l m a n o s c r it t o della B iblioteca Universitaria di Genova è a n c o r a o g g i p r e ss o c h é scon osciu to. Salvo qualche accenno som­ m a r io d e llo Z a cca ria ", del B a n c h e ro 12, del M olard13 e del K r is te lle r 1!, e d u n a breve descrizione della Mostra colombiana d el 1950-51 15, n o n esisto n o altre informazioni su questo splen­ d id o e s e m p la r e dell'op era d e ll’um anista portoghese. Solo in anni r e c e n ti se n e è o ccu p a ta la dott. Maria Teresa Lagomarsino in u n a te s i d i sp e cia lizz a z io n e , non immune, peraltro, da difetti di im p o s t a z io n e e d a co n clu sio n i affrettate o non sufficientemente c o n tr o lla t e 16.

Il m s ., s e g n a t o B.IX.2, in titolato erroneamente Curtius Ru­ fu s, H i s t o r i a A l e x a n d r i Magni libri IX, è costituito di 326 carte (m m . 3 90 X 2 7 8 ), d istrib u ite in 42 fascicoli (1 c. + 20 quat. + 1 d u e r n io + 21 q u a t). Ad esse vanno aggiunte due carte di guar­

10 A. Bo s s u a t cit., pp. 204-209, ne elenca 24; D. .T. A. Ross cit., pp. 69-71

n e in d ic a 27, q u a t t r o in più del B ossuat che aveva computato nel suo nu­ m e r o a n c h e u n a c o p ia della trad u zio n e del Decembrio.

11 F. A. Za c c a r i a, E xcu rsu s litterarii per Italiam ab anno 1742 ad an­ n u m 1752, I, V e n e z ia , 1754, p. 22; lo Zaccaria fu a Genova tra il 1746 e il 1748.

12 G. Ba n c h e r o, Genova e le due Riviere, Genova, 1846, I, p. 457, n. 1.

13 F. Mo l a r d, R a p p o rt su r les bibliothèques de Gênes. Inventaire des m a n u s c r its r e l a t i f s à la Corse, in Archives des missions scientifiques et litté r a ir e s , XX, 1879, p. 176.

14 P. O. Kr i s t e l l e r, Ite r italicum , Londra-Leyda, I, 1963, p. 242.

15 M o s tr a c o lo m b ia n a internazionale, Genova, 1950, p. 58.

16 M. T. La g o m a r s in o, M anoscritti miniati della Biblioteca Universitaria d i G e n o v a , T e s i d i specializzazione presso la scuola di perfezionamento per

a r c h iv is ti, p a le o g r a f i e bib lio tecari dell’Università di Milano, anno accade­ m ic o 1957-58, p p . 68-74.

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dia, a ll’inizio e alla fine, inserite con la legatura m oderna che riproduce fedelm ente (velluto rosso con borchie di otton e) quella antica, coeva alla scrittura. Il ms. è stato cartulato a m atita da una mano moderna fino a c. 325; a c. 326 a, u n ’annotazione di Achille Neri, del 31 agosto 1899 (ripresa nelle sue conclu sioni dalla Lagomarsino 17), inform a che il codice risultava com p osto di 325 cc. (una in m eno del nostro accertam ento), e che erano cadute quattro carte (tra c. 70 e c. 71; 164 e 165; 207 e 208; 229 e 230). Oltre alle perdite denunciate dal Neri (caduto in errore per non aver collazionato il m s. con u n ’opera com pleta di Vasco di Lucena), risultano mancanti altre tre carte, di cui una tra la c. 56 e la c. 57, e due tra c. 220 e c. 221. In origine quindi il m anoscritto era com posto di 333 carte, di cui la prima e l ’ultim a erano già allora di guardia. Risultano bianche le cc. 1, 16, 17 e 326.

La scrittura, su due colonne di 30 righe ciascuna (giust. mm. 175 x 235), è una grossa bastarda borgognona, della se­ conda metà del XV secolo; sono presenti le tracce della squadra­ tura e della rigatura a punta rossa. Le rubriche, ad inchiostro rosso, sono della stessa mano che ha trascritto l ’intero volum e. Sono pure presenti otto grandi miniatiore su due colonne, circon­ date su tre lati da ornati a base di fogliam i di acanto azzurri, tralci di vite e fogliami verdi e oro; è probabile che la perdita di alcune carte, a ll’inizio del II, V e VII libro della traduzione, com porti anche quella di tre grandi miniature. Vi son o ancora cinquanta piccole miniature disposte su una colonna, capilettera di diversa grandezza, a seconda che diano inizio a un libro o a un capitolo, segni paragrafali d ’oro su sfondo alternativam ente azzurro e rosa. Le carte ornate dalle m iniature m inori recano un grosso fregio sul margine esterno, dello stesso tip o di quelli che incorniciano i grandi riquadri figurati.

Sulla base di quanto verremo esponendo nel corso di questo lavoro, attraverso l ’esam e delle m iniature e della scrittura, rite­ niam o che il m anoscritto sia uscito dalle officine scrittorie di

17 M . T . Lago m arsino c it ., p . 68.

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Bruges nella seconda metà del secolo XV, più precisam ente verso il 1470-75.

Appare difficile stabilire come il volume sia giunto a Genova e quando; e sso reca il tim bro di appartenenza alla vecchia biblio­ teca dei G esu iti, donde passò, successivam ente, alla Biblioteca U niversitaria. L’accenno dello Zaccaria, di cui abbiamo già detto, attesta che il volum e era a Genova già alla metà del se­ colo XVIII. A c. 18 a, uno stem m a gentilizio (azzurro a tre bande sca cca te d ’oro e di rosso di tre file) ci fa ritenere che il volum e sia appartenuto alla famiglia piem ontese dei Solari Del B orgo N on sembra necessario estendere le ricerche ai rami francesi della famiglia, come ha indicato la Lagomarsino 19: tanto più se si considera che lo stemma, che non presenta gli stessi co lo ri d elle miniature, è aggiunto in epoca più recente; che esisto n o (a c. 134 b e a c. 268 b) altre due sagome di stemmi rim asti incom p iu ti e lo spazio bianco per il motto (c. 18 a) che fanno ritenere che il codice fosse destinato a qualche perso­ naggio di grande riguardo, forse m olto vicino alla casa ducale 20, e che so lo in un secondo tempo sia venuto in possesso dei Solaro Del B orgo. E in questa famiglia sembra necessario indi­ rizzare le indagini: è noto che essa diede ai duchi di Savoia un gran num ero di ambasciatori e che proprio alla fam iglia appar­ tenne il m archese Ignazio, ambasciatore in Olanda, in Inghil­ terra, a R om a e m inistro plenipotenziario, nel 1713, alla pace di U tr e c h t21. Sarà una combinazione, d'accordo, ma viene spon­ taneo collegare il nostro m anoscritto ad un altro bellissim o esem plare di St or ia Universale, anch’esso di origine borgognona, pervenuto nel 1774 alla Biblioteca Casanatense di Roma dalla

18 V. Sp r e t i, Enciclopedia storico nobiliare italiana, V, Milano, 1932,

p. 346.

10 M. T. Lag o m arsin o cit., p. 68.

20 La p resen za di tre o più stem mi nei m anoscritti destinati ai per­ sonaggi della c o rte ducale sem bra assai frequente nei m anoscritti borgo­ gnoni dello ste sso tempo.

21 V. Sp r e t i cit., pp. 346-349.

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« Domus professa » dei Gesuiti 22. Anche questo esem plare reca delineata la sagom a di uno stem m a rim asto in bianco. Sono sem plici indizi, ce ne rendiamo ben conto, ma la corrispondenza tra i due m anoscritti (entram bi di proprietà dei G esuiti) e le am bascerie nei Paesi Bassi e a Roma del m archese Ignazio ci fanno pensare che ulteriori ricerche n ell’am bito della fam iglia piem ontese potrebbero dare risultati m ig lio r i23.

2. - Prima di proseguire nelle indagini sulla m iniatura e sulla scrittura, ci sembra opportuno offrire una descrizione partico­ lareggiata del manoscritto:

Inc. (c. 2 a): Cy com m ence la table...

Expl. (c. 15 b): ...Fin des tables et rubriches de ce present volum e.

P r o l o g o d e l t r a d u t t o r e

Inc. (c. 18 a): A très hault, très puissant...

Grande m in iatu ra (mm. 168x168): Presentazione del volume a Carlo il Tem erario assiso sul trono e circondato dalla sua corte.

Expl. (c. 21 a): ...a toute postérité exemple de vertus.

Libro I

Inc. (c. 21 b): Regardant les discords...

Grande m iniatu ra (mm. 168x167): Nascita di Alessandro; m adre e figlio sono rappresentati in un grande letto sorm ontato da un baldacchino, circondati dalle ancelle e da alcune dame di corte;

c. 30 b: m iniatura (mm. 80x70): Divorzio di Filippo dalla moglie Olimpia;

c. 35 b: m in iatu ra (mm. 80x70): Resa di alcune città ribelli nelle m ani di Alessandro che ne riceve le chiavi;

c. 36 a: m in iatu ra (mm. 75x70): Distruzione di Tebe che bru cia sullo sfondo;

c. 43 a: m in iatura (mm. 82x70): Alessandro tiene consiglio di guerra a Corinto;

22 Catalogo dei m anoscritti della Biblioteca Casanatense, III, Roma,

1952, pp. 29-30; M ostra storica della miniatura, a cura di G. Mu z z i o l i, Roma, 1953, p. 445; G. D i Do m e n ic o, Contributo alla conoscenza di Loyset L y e d e t: il m anoscritto n. 233 della Casanatense ed il Reg. Vat. 136 della Vaticana, in Accademie e Biblioteche d ’Italia, XXVII, 1959, pp. 157-167.

23 Ricerche nell’am bito dell’istitu to storico della com pagnia di Gesù e dell’Archivio rom ano della Compagnia non hanno dato alcun risultato.

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(23)
(24)
(25)

c. 50 b : m i n i a t u r a (m m . 80x70): Dario riceve l’omaggio di Menone e d e l s u o e s e r c i t o .

E x p l . ( c . 55 b ) : ... ne s o u r d is te n Macedone.

Pr o l o g o d e l t r a d u t t o r e

I n c . (c . 56 a ) : A in si m e c iìo n s fin...

M i n i a t u r a ( m m . 95x70): Il tr a d u tto r e (o il copista) seduto a un leggio i n t e n t o a l l a v o r o .

Li b r o I I

I n c . ( c . 57 a : m a n c a l’inizio del libro): ...Alexandre entra...

c. 62 a : m i n i a t u r a (m m . 78x69): Dario si avvia alla battaglia circon­

d a t o d a i s u o i c a v a lie r i;

c. 67 a : m i n i a t u r a (m m . 79x70): Alessandro am m alato fa leggere al s u o m e d i c o u n a l e t te r a che lo a c c u s a di voler avvelenare il re;

c. 69 b : m i n i a t u r a (m m . 78x68): Supplizio del traditore Siseno alla p r e s e n z a d e l r e D a rio ;

c. 74 a : m i n i a t u r a (m m . 70x69): Alessandro in trono esorta i suoi a r m a t i ;

c . 77 a : m i n i a t u r a (m m . 68x67): I familiari di re Dario rendono o m a g g io a d A le s s a n d ro .

E x p l. (c . 82 a ) : ... de to u s les autres.

Li b r o I I I

I n c . (c . 82 b ) : Daire roy de si grant...

G r a n d e m i n i a t u r a (m m . 183x167): Fuga di Dario e del suo esercito; s u ll o s f o n d o s o n o d iseg n ati c a ste lli e torri;

c . 85 a : m i n i a t u r a (m m . 75x70): Aminta con i suoi guerrieri in par­ t e n z a v e r s o l 'E g i t t o ;

c. 88 a : m i n i a t u r a (m m . 80x67): Gli am basciatori di Alessandro but­ t a t i in m a r e d a g l i u o m in i di T iro ;

c. 91 b : m i n i a t u r a (m m . 89x67): Attacco navale alla città di Tiro; c. 95 a : m i n i a t u r a (m m . 82x67): Assalto alle m ura di Tiro;

c . 98 a : m i n i a t u r a (m m . 96x69): Resa della città di Rodi nelle mani di A l e s s a n d r o c h e n e riceve le chiavi;

c. 102 a : m i n i a t u r a (m m . 80x70): Cattura del capitano nemico Betis; c. 107 a : m i n i a t u r a (m m . 88x67): Alessandro assiste ai lavori di costru­ z io n e d e l l a c i t t à d i A lessan d ria;

c. 109 a : m i n i a t u r a (m m . 80x69): Dario raduna i suoi soldati nei pressi d i B a b i l o n i a ;

c. 113 b : m i n i a t u r a (m m . 80x69): Alessandro esprim e il suo cordoglio p e r l a m o r t e d e l l a m oglie di D ario;

c. 118 a : m i n i a t u r a (m m . 80x68): Marcia dell'esercito di Alessandro; c. 122 b : m i n i a t u r a (m m . 81x69): Battaglia di carri.

E x p l. ( c . 134 a ): ... e stre b ien dignes.

— 2 0 9 —

14

(26)

Li b r o IV

Inc. (c. 134 b): Se voulloye racompter...

G rande m in iatu ra (mm. 168x161): Dario tiene consiglio di g u erra c ir­ condato dai suoi guerrieri;

c. 139 b: m in iatu ra (m m . 71x67): Alessandro, circondato da dam e e cavalieri, assiste da un palco a un torneo;

c. 145 b: m iniatura (mm. 80x68): Alessandro e n tra in Persia; c. 151 b: m iniatu ra (mm. 82x71): Alessandro soggioga i N ardiesi; c. 152 b: m in iatu ra (m m . 69x68): Alessandro fa incendiare Persepoli d ietro istigazione di una donna pubblica;

c. 159 a: m in iatu ra (mm. 78x67): Il capitano Petrone p a rla al re Dario. Expl. (c. 163 b): ...de ces ancestres.

Pr ologo d e l t r a d u t t o r e

Inc. (c. 164 a): J ’ay em prunté de Justin...

G rande m iniatu ra (mm. 168x165): Carlo il Tem erario, accom pagnato da un cortigiano, si reca in visita al suo tra d u tto re (o al copista), in ten to al lavoro.

L i b r o V

Inc. (c. 165 a: m anca l’inizio del libro): ... ceulx de puille tenoient... c. 168 b: m in iatu ra (mm. 82x70): Alessandro restitu isce il m a rito a una donna inginocchiata ai suoi piedi;

c. 173 a: m in iatu ra (mm. 81x71): Alessandro en tra nella provincia d ’Ircania;

c. 180 a: m in iatu ra (mm. 83x70): Alessandro, in testa ai suoi uom ini, raggiunge Satirbane;

c. 184 b: m in iatu ra (mm. 87x67): Alessandro perdona Filote;

c. 189 a: m in iatu ra (mm. 82x70): Filote prigioniero ottiene il perm esso di difendersi.

Expl. (c. 197 b): ... de ses amis.

L i b r o VI

Inc. (c. 198 a): Les cappitaines et gens...

Grande m in iatu ra (mm. 169x169): Filote viene condotto in catene davanti ad Alessandro assiso sul trono e circondato dai suoi guerrieri;

c. 204 b: m in iatu ra (mm. 80x68): Uccisione di Parm enione;

c. 214 a: m in iatu ra (mm. 81x72): Strage degli abitanti di Dianade; c. 224 b: m in iatu ra (mm. 83x72): Alessandro in trono giudica tre n ta nobili.

Expl. (c. 229 b): ...et appendent a icelle.

L i b r o VII

Inc. (c. 230 a: m anca l’inizio del libro): ... de ces nations...

c. 237 a: m iniatu ra (mm. 89x68): La moglie di Sitam one consegna ad Alessandro la testa del m arito;

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(27)

c. 240 b: m iniatu ra (mm. 83x70): Nozze di Alessandro con Rexane; c. 251 a: m iniatura (mm. 81x71): Resa di Megaso;

c. 264 a: m iniatura (mm. 90x69): Gli eserciti di Alessandro e di Porus schierati a battaglia.

Expl. (c. 268 a): ... fu ssen t plus grans.

Libro V i l i

Inc. (c. 268 b): Alexander ioyeulx de tant...

G rande m in iatu ra (mm. 168x163): Alessandro sacrifica al sole alla pre­ senza del suo esercito;

c. 284 a: m in iatura (mm. 83x70): Alessandro passa in rassegna il suo esercito da una barca;

c. 288 b: m in iatura (mm. 98x70): Duello dell’ateniese Dioxippe (nudo) contro un guerriero macedone arm ato di tu tto punto;

c. 295 b: m in iatu ra (mm. 91x71): Resa dei rap p resen tan ti di diverse contrade ad Alessandro.

Expl. (c. 298 b): ... peschoint point cruaulte.

I

Prologo d e l t r a d u t t o r e

Inc. (c. 299 a): En ce I X et dernier livre...

Libro IX

Inc. (c. 299 b): Ce tem ps pendant...

G rande m in iatu ra (m m . 168x154): Alessandro fa decapitare alcuni go­ v ernatori di province rei di m alversazione;

c. 306 b: m in iatu ra (mm. 88x69): Alessandro fa uccidere tredici sedi­ ziosi;

c. 309 b: m in iatu ra (mm. 88x70): M orte di Alessandro;

c. 316 b: m in iatu ra (mm. 90x68): Aride viene investito del potere; c. 320 a: m in iatu ra (mm. 89x68): Perdicca fa uccidere trecento Pitoni dagli elefanti.

Expl. (c. 323 a): ... et son nom a tous iours mais.

Co n c l u s i o n i d e l t r a d u t t o r e

Inc. (c. 323 a): Puis que Alexandre...

Expl. (c. 324 a): le plus hault com ble de sa gioire. Amen.

3. - La traduzione di Vasco di Lucena fu ultim ata nel 1468: nel 1470 il calligrafo Yvonnet il giovane e il m iniatore Loyset Liédet venivano com pensati da Carlo il Temerario per l ’esecu­

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(28)

zione della copia ufficiale del duca 24. Il nostro m anoscritto, pur non presentando le qualità di quello parigino, ha tutte le carat­ teristiche del volum e di gran lusso. Otto (probabilm ente undici) m iniature grandi e cinquanta m inori rivelano che il codice del- l’Universitaria di Genova doveva essere destinato a un perso­ naggio di riguardo. Esso è certam ente il prodotto di m ani di­ verse che hanno eseguito i capilettera e i segni paragrafali, la decorazione m arginale e le miniature, nelle quali ci sem bra possibile individuare l ’opera di tre artisti diversi 2\

Il genere, prevalentem ente guerresco, delle m iniature, ci ha indotto ad indirizzare le nostre ricerche n ell’am biente di Loyset Liédet di H esdin, che rappresenta, nella storia della m iniatura fiamminga, lo specialista n ell’esecuzione di libri di carattere storico, il m aggiore interprete e il più prezioso repertorio dei costum i e delle armi della corte borgognona. La sua produzione è generalm ente divisa in due periodi ben distinti: un prim o periodo, di Hesdin, nel quale il miniatore avrebbe subito l'in­ fluenza determinante di Sim on Marmion; un secondo m om ento, di Bruges, in cui, più o meno legato al grande editore David Aubert, suo conterraneo, divenne il più fortunato m iniatore, forse anche editore, degli stati borgognoni, adeguando lo stile della sua produzione al gusto della clientela :6. Perdendo in qua­ lità e in bellezza, le sue opere diventavano però il m aggiore specchio della società nella quale operava :7. Le principali carat­

24 Si tra tta del ms. fr. 22547 della Biblio th èq ue Nation ale di Parigi:

L. De l is l e, Le cabinet des m anuscrits de la Bibliotèque Nationale, Parigi,

1868-81, III, p. 341; G. Doutrepont cit., p. 179; P. Du r r ie u, La m iniature fla­ mande au tem ps de la cour de Bourgogne (14154530), Bruxelles-Parigi,

1921, pp. 21, 4849 e ta w . XXV e XXVI; D . J. A. Ross cit., p. 70.

25 Per lo studio della m iniatura siam o debitori alla prof. Ezia Gavazza, dell’istitu to di sto ria dell’a rte deH'Università di Genova, alla quale esp ri­ m iam o la più viva riconoscenza, di num erosi spunti e consigli, so p ra ttu tto p e r quanto si riferisce all’attribuzione delle m iniature e alla p resenza di m ani diverse.

26 P. Du r r ie u c it ., p . 22.

27 Sull’a ttiv ità del nostro m iniatore cfr. J. W. B r a d l e y , A dictionary of m iniaturistes and copysts, Londra, 1887-89, ristam pa an astatica New York,

1958, II, pp. 203-205; J. A. H e r b e r t , lllum inated m anuscripts, Londra-New

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(29)

teristiche della sua vastissima produzione sono state felicem ente riassunte dal Délaissé: personaggi di tipo costante, visi

rettan-Y o r k , 1911, p p . 312-313; O. P a c h t, The m aster of Mary of B urgundy, L o n d r a ,

1948, p . 23, P. D A ncona - E. A e s c h lim a n n , Dictionnaire des m iniaturistes, M i­ la n o , 1949, p . 134; L.M .J. D é la is s é , Les « Croniques de H ainaut » et l'atelier de Jean Wauquelin à Mons dans l'histoire de la m iniature flam ande, in Bul­ letin des Musées royaux des beaux arts, 1955 (Miscellanea E. Panofsky), p . 22, n. 5, D. D ir in g e r , The illwvinated book, its history and production, L o n d r a , 1958, p . 422; La miniature flamande. L e mécénat de Philippe le Bon. B r u x e lle s , 1959, p. 101. La c r o n o lo g ia d e l L ié d e t n o n è a c c e r t a t a c o n s i c u ­ r e z z a . n e l 1461 s a r e b b e s t a t o a n c o r a a H e s d in ; n e l 1469 s i i s c r iv e v a a ll a g ild a di B r u g e s (P . D u r r ie u c it., p. 21), m a a v r e b b e la v o r a t o in q u e s t a c it t à g ià p r im a di is c r iv e r s i a lla s u a c o r p o r a z io n e (La m iniature flamande c it., p. 101); s a r e b b e m o r t o v e r s o il 1478. I l D é la is s é in o l t r e (M iniatures médiévales, B r u x e lle s , 1958, p. 183; c fr . a n c h e Trésors de la bibliothèque royale de Belgique, B r u x e lle s , 1958, p . 73) a c c e n n a a d u n p r o b a b il e s o g ­ g io r n o del Liédet nelle officine di Mons. Non p a r e p e r ò c h e ne siano s t a t e t r a t t e le o p p o r t u n e c o n s e g u e n z e : c h e d ir e i n f a t t i d e lla d e c o r a z i o n e m a r g i­

nale del m s . 233 della Casanatense (G. D ì D o a ie n tc o c it ., t a v . 1) c h e r ic a lc a f e d e lm e n t e q u e lla deWHistoire d ’Alexandre ( m s . fr. 9342 d e ll a B i b l i o t h è q u e N a t io n a le di P a rig i: P. D u r r ie u c it ., ta v . XXXVII; L. M . J. D é l a i s s é , Les Croniques c it., ta v . 7; Idem , La miniatura fiamminga, M ila n o , 1956, ta v . 4;

La miniature flamande c it., ta v v . 18-19) n e l q u a le s o n o p r e s e n t i s c e n e d i g u e r r a e p a e s a g g i di s f o n d o c o m u n i a l L ié d e t ( c f r . p e r e s . YHistoire de Charles Martel, m s s . 6-9 d e lla B i b l i o t è q u e R o y a le d i B r u x e lle s : La m inia­ ture flamande c it ., ta v . 5)? N e l m s . p a r ig in o , u s c i t o s i c u r a m e n t e d a ll e offi­ c in e di M o n s ( c o m e è a c c e r ta b ile a n c h e d a ll'e s a m e d e ll e f o r m e g r a f ic h e ) è p i e s e n t e la m a n o d e l L ié d e t, o e g li s i è is p ir a t o a H e s d in a i m o d e l l i a p ­ p r e s i d u r a n te la p e r m a n e n z a a M o n s ? A l p r im o p e r io d o d i a t t i v i t à d e l n o s t r o (M o n s o H e s d in ? ) s ia m o in d o t t i a d a tt r ib u ir e il v o l u m e d e ll a C a s a ­ n a te n s e , c h e c i r ic h ia m a , p e r la c o m p o s iz io n e , il s e c o n d o v o l u m e d e La fleur des histoires d i J ea n M a n se l ( m s . 305 d e lla W a l t e r s A r t G a i l e r y d i B a ltim o r a : La miniature flamande c it ., ta v . 31; Flanders in thè ùfteen th

century: art and civilisation, D e tr o it , 1960, p. 385), Les histoires R om aines

d e llo s t e s s o M a n se l (m s s . 5087-88 d e lla B i b l i o t h è q u e de l ’A r s e n a l d i P a r ig i: H . Martin, Les histoires romaines de Jean Mansel illustrées par Loyset Liédet, P a r ig i, 1914; P. Du r rie u c it., p . 49; H . Martin-P. Lau er, Les princi­ paux manuscrits à peintures de la Bibliothèque de l'Arsenal, P a r ig i, 1929,

p. 46-47, t a w . LVII-LVIII; La miniature flamande c it ., p . 71, t a v . 30) e s o ­ p r a t t u t t o il Valerio Massimo d e lla s t e s s a b ib l io t e c a ( m s . 5196: H . Ma r t in- P. Lauer c it ., p p . 4546, ta v v . LV-LVI) u s c i t o d a lle o ff ic in e d i M o n s (La m i­ niature flamande c it ., p . 39) g ià r a f f r o n t a t o a l C a s a n a t e n s e 233 d a lla D i D o ­ m e n ic o (p . 163, n. 15).

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g o la r i, d a i t r a t t i d u r i e n e t t a m e n t e m a r c a t i , p a e s a g g i s e m p lic i, a b b o n d a n z a d i a r c h i t e t t u r e , c o lo r i v i v i 2S. G li e le m e n ti d e te r m i n a n ti p e r l ’a tt r i b u z i o n e d el n o s t r o m a n o ­ s c r i t t o a l m i n i a t o r e d i H e s d in v a n n o r ic e r c a ti s o p r a t t u t t o n e l s e n s o d e l c o lo r e , n e i p a e s a g g i s e m p lic i, n e lle a r c h i t e t t u r e e s t e r ­ n e ( c o n la c a r a t t e r i s t i c a q u i n t a c e n tr a l e c h e l im it a s u ll a s i n i s t r a u n i n t e r n o 29), n e lla c o m p o s iz io n e d e lle s c e n e , n e l l ’a s p e t t o e n e l ­ l ’a n a t o m i a d e i p e r s o n a g g i r a p p r e s e n t a t i .

P e r le a r c h i t e t t u r e si v e d a n o s o p r a t t u t t o le s c e n e d e lla n a ­ s c ita d i A le s s a n d r o (c. 21 b ) e d e lla v i s i t a d e l D u c a a l s u o t r a d u t t o r e o c o p is t a ( ta v . 4). E n t r a m b e le c o m p o s iz io n i r i c h i a ­ m a n o a lla m e n te a l t r e o p e r e d e l L ié d e t: o l tr e al m s . 233 d e lla C a s a n a t e n s e 30 e a\VH is to ir e d e C h a rle s M a r t e l 31, la S o m m e

r u r a le d i J e a n B o u te ille r d e lla B ib lio th è q u e N a t io n a l e d i P a ­

28 L. M . J. Dé l a is s é, Les Croniques cit., p. 48. Non ci sem b ra il caso

di to rn are su una caratteristica osservata nella cornice delle m in iatu re di m aggior form ato, curva in alto e dentellata: H. Ma r t in, Les joyaux de l’énlum inure à la Bibliothèque Nationale, Parigi-Bruxelles, 1928, p. 72. Tale

caratteristica è spesso presente in altri autori; non ne svaluterei com un­ que l’im portanza, come è stato fatto recentem ente (G . D i Do m e n ic o cit.,

pp. 160-161), perchè anche questo può essere un elem ento da p ren d e re in considerazione, so p rattu tto in concordanza con altri aspetti.

29 G. D i Dom e n ic o c it ., p . 163; c fr . a n c h e , o lt r e a ll'A le s s a n d r o p a r i g i n o g i à c i t a t o ( n o t a 27), J. Van De n Gh e y n, L ’Ystoire de Saint Hélain. R epro­ ductions des 26 m iniatures du ms. 9967 de la Bibliothèque royale de Bel­ gique, B r u x e ll e s , 1913; c fr . a n c o r a il v o l. V d e l Renaud de M ontauban ( m s . g a li. 7 d e lla Bay erisch e Sta at sbibl iot hek: L. Ol s c h k i, M anuscrits fran ­ çais à peintures des bibliothèques d ’Allemagne, G in e v r a , 1937, p . 11, t a v .

V II) e l ’o m o n i m o m s . d i P o m m e r s f e ld e n ( m s s . 311-312 d e l l a Gr a fl ic h

SCHONBORNSCHE BIBLIOTHEK: L. Olsc h k i c it ., p p . 61-62, ta v . LXXVII). 30 G. Di Do m e n ic o c it ., t a v . 1.

31 M s s . 6-9 d e ll a Bibl io th èq u e Royale d i B r u x e lle s : c f r . J. Van Den

Gh e y n, H istoire de Charles Martel. Reproductions des 102 m in ia tures de Loyset Liédet (1470), B r u x e ll e s , 1910; P. Du r r ie u c it ., p . 48 e t a v . XXIV; F. Win k l e r, Die Flàmische Buchmalerei des XV. und X V I. Jahrhunderts, L ip s ia , 1925, p p . 75, 168, ta v . 38; C. Caspar - P. Lyn a, Philippe le Bon et ses beaux livres, B r u x e ll e s , 1942, t a w . XXIV-XXV; L. M . J. Dé l a is s é, La m inia­ tura fiamminga, c it ., t a v v . 48, 49, 50; c f r . a n c h e il v o l. I l i d e l l e Croniques de Hainaut d i J e a n W a u q u e lin ( m s . 9244 d e l l a Bib l io t h è q u e

Royale d i B r u x e l l e s : L. M. J. Dé l a is s é, La m iniatura fiam m inga c it ., t a v . 51).

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r i g i 3-. S o p r a t t u t t o n e lle m in i a t u r e di B r u x e lle s si o s s e r v a la c a r a tt e r i s ti c a v is ita d e i d u c h i d i B o rg o g n a a lle o ffic in e s c r i t t o r i e c h e la v o ra v a n o p e r lo ro . V a p e r ò a g g iu n to c h e n e l n o s t r o v o lu m e la m a n o d el m a e s tr o si p u ò o s s e r v a r e s o la m e n te n e lle a r c h i t e t ­ tu r e e s te r n e , m e n tr e gli in te r n i, a d iffe re n z a d i a l t r i s p le n d i d i c o d ic i d e lla s u a m a n o , s o n o s p e s s o t r a s c u r a t i , s c i a t t i , e s e g u iti s ic u r a m e n te d a g li a llie v i c h e la v o r a v a n o n e lla s u a b o t te g a . A n ­ c h e la s c e n a d e lla p r e s e n ta z io n e d e ll’o p e r a al d u c a ( ta v . 1), c h e r ic h ia m a a lla m e n te q u e lla a n a lo g a d el R eg. L a t. 736 d e lla V a t i ­ c a n a , a n c h 'e s s o a t t r i b u i t o al L ié d e t 3\ s o p r a t t u t t o n e i t r a t t i so m a tic i e n e ll a b b ig lia m e n to d e l p r e s e n t a t o r e , è t r a s c u r a t a e a n d a n te , riv e la n d o s c a r s is s im a f a n t a s ia e u n i n t e r n o p r iv o d i e le g a n z a , n o n c e r to r ic o n d u c ib ile a d a l t r i s u p e r b i a m b i e n t i d e i m a n o s c r itti fia m m in g h i 3\ Il n o s tr o m in ia to r e p e rò n o n a m a v a gli i n t e r n i o s c u r i; il s u o g u s to p e r il c o lo re e p e r il p a e s a g g io lo p o r t ò a d a ffin a re al m a s s im o gli e s te r n i, in p ie n a lu ce : n o n r i t r o v i a m o n e lle s u e o p e re sc e n e n o t t u r n e o c o n tr a s ta te . I n p ie n o s o le a c q u i s t a n o m a g g io re viv ezza le r a p p r e s e n ta z io n i p u b b lic h e , n e lle q u a li la m a e s tr ia d el L ié d e t ra g g iu n g e v e r a m e n te l 'a p ic e d e lle s u e q u a ­ lità p itto r ic h e . T u tte le g r a n d i m in i a t u r e n e lle q u a li c o m p a io n o d ei s o l d a t i 35 riv e la n o la m a n o d e l m a e s tr o : la c o m p o s iz io n e (s i v e d a n o p e r c o n f r o n to le sc e n e di b a tt a g li a d e l R e n a u d d e M o n -

t a u b a n 36, d el R eg. L at. 736 d e lla V a t i c a n a 37 e d e l C h a r le s M a r t e l 3S), s o p r a t t u t t o n e l c a r a t t e r i s t i c o d is p o r s i d e g li a r m a t i s u

,32 Ms. fr. 201: La miniature flamande cit., tav. 53.

33 G. D i Domenico c it ., ta v . 5.

31 Per le architetture cfr. anche H. M a r t i n , Les histoires cit.

35 Per la corrispondenza dei corpi um ani cfr. il Renaud de M ontauban

(mss. 5072-75 della Bibliothèque de l'Arsenal di Parigi: H. Ma r tin- P.

Lauer cit., pp. 49-50, tavv. LXII, 2-LXVI; M . Be a u l ie u-J. Baylé, Le costum e en Bourgogne de Philippe le Hardi à Charles le Téméraire, Parigi, 1956,

tav. XX); cfr. anche l’omonimo ms. di Pom mersfelden già citato (n o ta 29):

L. Olschki cit., tav. LXXVIII.

36 Cfr. n. 35 e M. Be a u l ie u-J. Baylé c it ., ta v . XIX. 37 G. D ì Domenico c it ., ta v . 6.

38 Cfr. n. 31 e M . Be a u l ie u-J. Baylé cit., tav. XV.

— 215 —

(32)

diverse linee, le corrispondenze di colore, il luccichio delle arm a­ ture (sem pre mancante nelle com posizioni degli allievi), il pae­ saggio armonizzato con la scena e reso nei particolari con grande senso e padronanza del colore, gli sfondi di città e di castelli (com e nella tav. 2, rappresentante la fuga di Dario, a nostro avviso una delle più belle del m anoscritto) dim ostrano il grande impegno del miniatore nella esecuzione del nostro volum e.

A confronto col m anoscritto parigino, la nostra copia si pre­ senta di qualità inferiore: m olte scene, però, ripetono, sia pure in tono m inore e più dim esso, analoghe scene d ell’originale; in alcune è presente la stessa com posizione o corrisponde perfet­ tam ente il disegno dei pavimenti, come se il nostro codice fosse stato eseguito semplificando le miniature della copia destinata al Duca di B orgogn a39. Il disegno dei pavim enti, inoltre, ci consente di trarre qualche conclusione sull’apporto di un allievo del Liédet che dovrebbe aver assistito il m aestro n e ll’esecuzione di alcuni dettagli, come pavimenti ed in tern iJ0, ed aver eseguito

39 A parte la scena della presentazione del ms., le m iniatu re che con­ cordano nei due m anoscritti sono le seguenti (tra parentesi indichiam o il num ero della carta del ms. parigino): gli am basciatori di A lessandro b u t­ tati in m are dagli uomini di Tiro (c. LVIII b); attacco a Tiro (c. LX a); c a ttu ra di Betis (c. LXXV a); fondazione di Alessandria (c. LXXVI a); Ales­ sandro passa in rassegna il suo esercito (c. LXXXVII b); Dario in tro n o tiene consiglio di guerra (c. XCIX b); Alessandro assiste al to rneo (c. CLV a); Alessandro en tra in Persia (c. CIX b); Alessandro incendia Persepoli (c. CXVI a); Alessandro e Satirbane (c. CXL b); Filote in catene (c. CLV a); strage di Drancida (c. CLXVIII b); la moglie di Sitam one (c. CXCII a); nozze di Alessandro (c. CXCV b); il supplizio di Callistene (c. CCIV a); la resa di Megaso (c. CCIX b); il capitano Porus (c. CCXVII a); A lessandro passa in rassegna l’esercito da una barca (c. CCXXXIV a); Duello di Dioxip- pe (c. CCXXXVII a); decapitazione dei governatori (c. CCXLVII a): q u esta scena è quella più fedele al modello parigino; uccisione di 13 sediziosi (c. CCLIII a); m orte di Alessandro (c. CCLVI b); Aride investito del po­ tere (c. CCLXII a); Perdicca e gli elefanti (c. CCLXV b).

40 Per i pavim enti cfr. le m iniature delle cc. 134 b, 152 b, 198 a, del nostro ms. con quelle delle cc. XCIX b, CXVI a, CLV a, del ms. parigino. Per gli interni cfr. le m iniature delle cc. 134 b, 198 a, 224 b, 251 a, del nostro ms. Cfr. anche Le livre des demandes et responses en am ours (ms. 84.7 Aug. della Herzogliche Bibliothek di W olfenbiittel: L. Ol s c h k i cit.,

p. 46, tav. LV).

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a lc u n e m i n i a t u r e d i t o n o m in o r e , n e lle q u a li si a v v e r te il t e n t a ­ tiv o d i i m i t a r e il m a e s t r o ( s o p r a t t u t t o n e l d e tta g lio d e i p a e s a g g i e n e l lu c c ic h io d e lle a r m a t u r e ) s e n z a a n d a r e o l tr e a r i s u l t a t i a s s a i m o d e s t i 11. A lc u n e s c e n e d i g u e r r a , p e rò , in c u i s o n o p r e ­ s e n ti m u r a e c a s te lli, r i d o t t e e s e m p lif ic a te 12, ci h a n n o i n d o t t o a i d e n tif ic a r e n el lo ro e s e c u to r e l 'a r t i s t a c h e h a c o ll a b o r a t o , p r i m a d e l 1475, a u n 'a l t r a c o p ia d e ll ’o p e r a d e ll 'u m a n i s ta p o r t o ­ g h e s e : a l m s . B u r n e y 169 d e l B r i ti s h M u s e u m di L o n d r a , a t t r i ­ b u i t o a g li a llie v i d e l L ié d e t ‘3. Si t r a t t e r e b b e d e ll'a n o n im o « m a e ­ s t r o d e lle C r o n a c h e d 'I n g h i l t e r r a » 11, c u i si d e v e a n c h e il m s. d e lle S t o r i e tr o ia n e d i R a o u l d e F e v re d i W o l f e n b ü t t e l 45. A lc u n e s c e n e d e l m s . lo n d in e s e c o r r i s p o n d o n o p e r f e t t a m e n t e a d a n a ­ lo g h e m i n i a t u r e del n o s tr o m a n o s c r it to l6, c h e r a p p r e s e n t e r e b b e p e r t a n t o u n o d ei p r im i la v o r i d e ll ’a llie v o d e l L ié d e t. L 'e le m e n to

11 Cfr. ad es. le m iniature delle cc. 59 a, 62 a, 95 a, 109 a, 113 b, del nostro ms.

42 Cfr. le m iniature delle cc. 88 a, 91 b, 95 a, 98 a. A pparterrebbero, a n ostro avviso, all’allievo le m iniature delle cc. 35 b, 36 a, 59 a, 62 a, 88 a, 91 b, 95 a, 98 a, 102 a (forse in collaborazione col « m ae stro della gris­ aille»), 109 a, 113 b (anche questa in collaborazione col « m ae stro della grisaille»), 118 a, 128 b, 139 b, 145 bv 168 b, 184 b, 240 b (dove è presente anche la m ano del m aestro, so p rattu tto nel trattam en to dei colori), 255 b, 264 a. Avrebbe inoltre collaborato alla esecuzione delle m iniatu re delle cc. 134 b, 198 a, 224 b.

43 A. Bo ssu a t cit., p. 209; D . Diringer cit., p. 423; D . J. A. Ross cit., p. 70.

11 Ms. 2532 della Nat ion albiblio th ek: F. Wink ler cit., pp. 78, 206, tav. 39;

D . Dir in g er cit., p. 423.

13 Ms. A. I. 2. della La n d e sbibl io t h e k: L. Olsc h k i cit., pp. 4546, tav. LIV.

L’Olschki attribuisce il ms. ai tem pi di Filippo il Buono; noi riteniam o che sia più tardo, so p rattu tto perchè la sc rittu ra si avvicina m olto allo stile di quella del Burney 169. Lo stesso ms. di W olfenbüttel è stato a ttri­ buito recentem ente al periodo post-borgognone: La m iniature flamande cit., p. 187.

16 Cfr. so p rattu tto le m iniature delle cc. 62 a, e 128 a, del nostro ms. con quella della c. 36 a, del ms. londinese. Per l’identità di alcuni pavi­ m enti cfr. le cc. 43 a e 74 a del nostro con le cc. 14 a, 17 b, 114 b, 193 b, di quello londinese. Le fortificazioni del Burney 169 (c. 131 b ad es.) rical­ cano fedelm ente la sem plicità di quelle di Tiro di cui alle cc. 88 a, 91 b, 95 a, del n ostro volume; cfr. anche L. Ol sc h k i cit., tav. LIV.

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c h e d i s t i n g u e n e t t a m e n t e l ’a llie v o d a l m a e s t r o è il s e n s o d e l c o lo r e : n e l p r im o m a n c a n o d el t u t t o le c o r r i s p o n d e n z e d i c o ­ lo r e c h e c o n s e n to n o d i f o n d e r e c o s e e p e r s o n a g g i n e l p a e s a g g io c r e a n d o u n t u t t o a r m o n ic o d i a l t a q u a lità .

N e l n o s t r o v o lu m e r i s u l t a in fin e e v id e n te , o f o r t e m e n t e p r o ­ b a b ile , la p r e s e n z a di u n ’a l t r a m a n o , t u t t ’a l t r o c h e d i s p r e z z a ­ b ile , c h e a t t r i b u i r e m o a u n ig n o to « m a e s t r o d e lla g r is a il le »: il m o n o c r o m a t is m o di q u e s ta te c n ic a m i n i a t u r i s t i c a , i d r a p p e g g i d e lle v e s ti, i t r a t t i s o m a tic i d e i v isi d i a lc u n e s c e n e 17 i n d u r ­ r e b b e r o a d e s c lu d e r e la p r e s e n z a d e l L ié d e t, f a c e n d o s o s p e t t a r e q u e lla d i u n a m a n o d iv e r s a , c h e p e r il m o m e n to ci r e s t a ig n o ta , a n c h e p e r c h é n o n t u t t i i p r o b le m i d e lla s t o r i a d e lla m i n i a t u r a ai te m p i d i C a r lo il T e m e r a r io r is u l ta n o p e r f e t t a m e n t e c h i a r i t i . L o y s e t L ié d e t a v r e b b e e s e g u ito q u in d i p o c h e m i n i a t u r e d e l I lib r o , n e s s u n a d e l s e c o n d o , p o c h e d el I I I e d e l IV , q u a s i t u t t e q u e lle d e l V, t u t t e q u e lle d el V I, p o c h e del V I I , t u t t e q u e ll e d e i l ib r i V I I I e I X 48.

I n q u a le p e r io d o p e r ò d o v r e m o i n q u a d r a r e il c o d ic e g e n o ­ v e s e e, p e r a n a lo g ia , il V a t. R eg. 736 c h e , a n c h e n e lla s c r i t t u r a , a p p a r e d e llo s te s s o p e r io d o e d e lla s te s s a o ffic in a ?

I l t e r m in e a q u o p u ò e s s e r e a g e v o lm e n te f is s a to i n t o r n o al 1468, q u a n d o V a s c o di L u c e n a u ltim a v a la s u a o p e r a : s a p p i a m o g ià , i n f a t t i , c h e so lo v e rs o il 1470 fu u l t i m a t a la c o p ia u f f ic ia le d e s t i n a t a a C a rlo il T e m e r a rio . Il te r m in e ad. q u e m p u ò e s s e r c i o f fe r to d a lla c r o n o lo g ia del « m a e s tr o d e lle C r o n a c h e d ’I n g h i l ­ t e r r a »: se i n f a t ti , c o m e p e n s ia m o , q u e s to a llie v o d e l L ié d e t h a c o ll a b o r a t o , a n c o r a a l l ’o m b r a d el m a e s tr o , a lla d e c o r a z io n e d e l n o s t r o m a n o s c r i t t o e, s u c c e s s iv a m e n te , r a g g iu n ta u n a s u a p e r s o ­ n a l i t à a r t i s t i c a a u to n o m a , h a la v o r a to al B u r n e y 169, a c q u i s t a t o n e l 1475, ci s e m b r a c h e q u e s t ’u ltim a d a ta p o s s a e s s e r e a c c o l ta

47 A pparterrebbero, a nostro avviso, al « m aestro della grisaille» le m iniature delle cc. 30 b, 43 a, 56 a (nella quale però potrebbe esserci anche la m ano del Liédet), 67 a, 69 b, 74 a, 77 a, 107 a, 152 b (con qualche incer­ tezza da p a rte no stra circa l’attribuzione), 159 b.

48 Cfr. le m iniature delle cc. 18 a, 21 b, 50 b, 82 b, 85 a, 122 b, 134 b, 151 b, 164 a, 173 a, 180 a, 189 a, 198 a, 204 b, 214 a, 224 b, 237 a, 251 a, 268 b, 271 b, 284 a, 288 b, 295 b, 299 b, 306 b, 309 b, 316 b, 320 a.

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con sufficiente approssimazione come secondo termine della que­ stione. Non si dimentichi, d'altra parte, che la m orte del Liédet è collocata intorno al 1478 e che, negli anni posteriori al 1470, esaurito dalla ricchissima produzione personale del decennio precedente, egli fece sempre più ricorso alla collaborazione de­ gli allievi, certamente in misura assai più ampia che nel no­ stro manoscritto.

Ci è di conforto, in questa ipotesi, anche l'esame della deco­ razione marginale che, usata dal Liédet nella sua produzione di Hesdin ‘9, fu poi abbandonata nel primo periodo di Bruges, soprattutto durante la feconda collaborazione con David Aubert, cui si doveva la moda del libro privo di decorazione margi­ nale ’°, e che già doveva aver collaborato col suo conterraneo negli anni di Hesdin. Il codice parigino di Yvonnet il giovane rivela ancora l ’influenza determinante dello stile editoriale auber- tiano: esso risale al periodo 1468-70. Nel '70, però, l'arrivo a Bruges di Filippo di Mazerolles, o di Liévin van Lathem, pro­ dusse nelle officine scrittorie della città una rivoluzione del gu­ sto, cui non potevano sottrarsi quegli editori che volevano soste­ nere la concorrenza51. Liédet, che aveva im piantato una sua officina, e che rappresentava il gusto della nuova borghesia cit­ tadina, non rimase estraneo a questo rinnovamento della pagina decorata marginalmente, anche se, almeno nel nostro m ano­ scritto, non cedette al gusto dell’orrido e del favoloso, rappre­ sentato da strane figure di animali, che divenne una caratte­ ristica degli ornati di Bruges dopo il 1470. Anzi, proprio la fedeltà a un gusto sobrio, all’« acanto fiorito », con 1 introdu­ zione di qualche animale (già presente, del resto, nei mano­ scritti di Hesdin), unitamente allo scarso sviluppo calligrafico

49 Cfr. G. D i Domenico cit., tav. 1 e La miniature flamande cit., tav. 31.

50 L. M. J. Délaissé, Les Croniques cit., p. 22, n. 5. Sull’opera di David Aubert cfr. J. W. Bradley cit., I. pp. 80-81; sulla collaborazione col Liédet cfr. La miniature flamande cit., pp. 100-101.

51 Sull’identificazione di Filippo di Mazerolles con Liévin van Lathem cfr. La miniature flamande cit., p. 102 che riprende le conclusioni di una tesi di laurea deH’Università di Gand ancora inedita: A. De Sch r ijv er, De Miniaturisten in dienst van Karel de Stoute.

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delle lettere della prima e d ell’ultim a riga che, sulle orm e del van Lathem, quasi si legavano alla decorazione m arginale, rite­ niam o che il codice genovese sia uscito da una b ottega di Bruges non m olto dopo il 1470, prima, com unque, del 1475, data di acquisto del Burney 169. Purtroppo, la cronologia delle opere del Liédet si presenta particolarm ente difficile da determ i­ nare, soprattutto dopo il ’70, sia per l ’enorm e produzione del­ l ’artista di Hesdin, sia per la m assiccia presenza di nu m erosi im itatori educati alla sua scuola.

4. - Vediamo ora se la datazione proposta in sede di stud io della m iniatura possa reggere anche al confronto con la scrit­ tura. Qui le difficoltà diventano maggiori e il discorso più approssim ato, sia perché non è sem pre facile disporre di fac- sim ili di codici localizzati e d a ta ti52, sacrificati in genere alla miniatura, sia perchè mancano ancora studi particolari s u ll’espe- rienza grafica degli stati borgognoni. Cercheremo quindi, senza poter entrare decisam ente nel merito di tutti i problem i, di far risaltare i caratteri tipici che evidenziano i vari centri scrittori, senza dimenticare, naturalmente, che gli spostam enti degli scribi, talvolta al seguito della Corte, da un centro a ll’altro p osson o rendere più incerte le co n clu sio n i53.

Fino all'epoca di Filippo il Buono non sembra si p ossa par­ lare di form e grafiche peculiari degli stati borgognoni: i m ss. appartenenti alle biblioteche di Filippo l ’Ardito e di Giovanni Senza Paura, fino ai primi tempi del terzo duca di Borgogna,

52 D eterm inante p o trà essere, al fine di uno studio globale dell’a rg o ­ mento, la pubblicazione dei volumi della serie M anuscrits datés relativi al fondo francese della Biblioteca Nazionale di Parigi e alla Biblioteca reale di Bruxelles.

Resta poi sem pre aperto il problem a dei mss. decorati e m iniati in un luogo e scritti in un altro; è pu r vero che il com pito di localizzare le diverse operazioni è facilitato dalle caratteristiche di gruppo di quei centri scritto ri che appaiono sensibili a dei valori estetici ben precisi e costanti (La m iniature flamande cit., pp. 4446) ai quali non doveva sfug­ gire la stessa scrittu ra.

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sono sempre di provenienza parigina ■’*; l’attenzione politica dei duchi è ancora rivolta verso Parigi; la corte sem bra compieta- mente immersa nella cultura, nel costume e nel gusto della ci­ viltà francese. È pur vero che la mancanza di facsim ili di codici provenienti dai territori meridionali del Ducato, da Di- gione in particolar modo, non ci consente di spingere le ricerche in questa direzione; d’altra parte, chi ci ha preceduto nelle inda­ gini sullo sviluppo della miniatura, alla quale è pur necessario restare debitori di numerosi spunti, sia per la localizzazione e la datazione di molti manoscritti, sia per l’esame delle form e

gra-44 C fr., t a n t o p e r r e s t a r e n e l c a m p o d e lle b a s t a r d e , C. Gaspar - F. Ly n a, Les principaux manuscrits à peintures de la Bibliothèque royale de Belgi­ que, B r u x e lle s , 1937-45, I, t a w . XCV b , X CV I a, X CVI c , X C V II a, C, C i l a , C II b , C III, C V I, C V II, CXI a, CXII a; p e r il p e r io d o d i t r a n s iz io n e t r a l ’in ­ f l u s s o f r a n c e s e e la n a s c ita d i u n o s t ile f ia m m in g o b o r g o g n o n e c f r . s o p r a t ­ t u t t o la s c r it t u r a d i G ilb e r to di M e tz n e l f a m o s o Decameron t r a d o t t o d a L a u r e n t d e P r e m ie r fa it (m s . 5070 d e lla Bibliothèque de l’Arsen a l d i P a r ig i: P. Durrieu c it ., p p . 42-43, ta v . IV ; F. Winkler c it., p. 194; H. Ma r t in - P. Lauer

c it ., p. 41, ta v . L; La miniature flamande c it., ta v v . 1 0 ,1 2 ; Ch. Sa m a r a n- R . Marichal, Catalogue des manuscrits en écriture latine p orta nt des indica­ tions de date de lieu ou de copiste, P a r ig i, 1959, I, p. 173, ta v . X C I V b ) . E c h e n o n si tr a t ti d i u n a te n d e n z a in d iv id u a le è d im o s t r a t o d a l G ouvernem ent des princes di G ille s d e R o m e , tr a d o t to d a J e a n G o le in ( m s . 5199 d e lla Bibliothèque de l’Arsenal di P a rig i: Ch. Sam a r a n- P . Marichal c it ., I, p . 187, ta v . XCV a) s c r it t o d a J e h a n n in d e C o s tim o n t a B r u x e ll e s , v e r s o il

1437, n e l q u a le s o n o e v id e n ti g li in flu s s i di G ilb e r to d i M e tz c h e la v o r a v a

a Grammont. A n c h e il m s . 653 d el M u s e o Condé d i Chantilly (Le paradis

de la reine Sybille d i A n to n io d e la S a le : Ch. Saraman - P . Marichal c it ., I, p . 49, ta v . X C IV a ) p a r te c ip a d e llo s t e s s o s t ile g r a fic o . S i v e d a n o a n c h e la v e r s io n e d i R a o u l d e P r e s le s d e La città di Dio d i S a n t ’A g o s t i n o ( m s . 9016 d e lla Bibliothèque Royale di B r u x e lle s: La miniature flamande c it ., t a v . 9 ), la v e r s io n e d i L a u r e n t d i P r e m ie r fa it d e l De senectute d i C ic e r o n e ( m s . 11127 d e lla Bibliothèque Royale di B r u x e lle s : C. Ga s p a r-F. Ly n a, Les prin­ cipaux manuscrits cit., II, p. 126, ta v . CXLII b; La miniature flam ande c it ., ta v . 11), Le champion des dames di M a r tin le F r a n c ( m s . 9466 d e ll a Bib l io­

thèque Royale d i B r u x e lle s: C. Gaspa r-F. Lyna, Les principaux m anuscrits c it ., I I , p . 130, ta v v . CXLIII-CXLIV; Id e m, Philippe le Bon c it ., t a v . IV ; La miniature flamande cit., p p . 38-39, ta v . 13). C fr. a n c h e la s c r i t t u r a d i J e a n d ’A r d e n a y , u n p a r ig in o c h e la v o r a v a a L ille: Histoire des seigneurs de Gavre (m s . 10238 d e lla Bibliothèque Royale d i B r u x e lle s : La m iniature flamande c it., p . 81, ta v . 34).

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fiche che ad essa si connettono, non ha mai prestato una seria considerazione a questi centri scrittori. Il gusto francese appare incontrastato fin verso la metà del secolo XV: solo dall'ultim o ventennio di Filippo il Buono, accentuandosi la coscienza nazio­ nale borgognona, appaiono le prime m anifestazioni di un rinno­ vato gusto librario, alim entato anche dalla produzione di nuovi scritti destinati all’esaltazione della dinastia. B asterebbe, a tito lo di esem pio, osservare l’evoluzione della foglia d'acanto, di tip o italiano, nella decorazione marginale, per averne una prova. In questo clim a di rinnovam ento, la scrittura non fa eccezion e e com incia a distinguersi dalla comune bastarda francese, o dalla gotica, verso la metà del secolo.

Lo spostam ento a Nord, verso le Fiandre, della p o litica bor­ gognona, la magnificenza della corte di Filippo il B uono, prim a, di Carlo il Temerario, poi, la restaurazione, attorno a una so cietà raffinata ed elegante, di tem i e motivi dell’età m edievale, aprono alla letteratura, alla musica, all’arte u n ’epoca di splendida fiori­ tura. La corte di Borgogna è ormai protesa a rivaleggiare con quella francese, in un sogno politico grandioso, co sì p ien o di anticipazioni moderne e pur così tenacem ente soffuso di m enta­ lità e di spirito medievali. Si tratta di un’esperienza unica, che finisce per inseguire un sogno irrealizzabile, volto a ripetere tem i e costum i di una società cavalleresca, proteso p iu ttosto verso il passato che non verso l ’avvenire: in questo senso, l ’esperienza artistica e grafica borgognona, o m eglio fiamminga, sarebbe ri­ m asta un fenom eno isolato, se il matrim onio di Carlo il Tem e­ rario con Margherita di York e quello di Maria con M assim iliano d ’Absburgo non avessero aperto nuovi orizzonti, consentendo ulte­ riori scambi culturali che arrivano, in qualche caso, fin verso la m età del Cinquecento e che meriterebbero una più approfondita analisi.

Ciò prem esso, è necessario seguire, anche per la storia della scrittura, quella della m iniatura fiamminga, soprattutto attra­ verso i centri scrittori di Mons e di Hesdin che, il secon d o in particolar modo, sono i centri di form azione della bastarda bor­ gognona. Trascurabile dovrebbe essere l ’apporto delle officine librarie di Valenciennes, nelle quali la scrittura non si diversifica m olto dalle form e francesi. Essa presenta, al m assim o, una m ag­

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