tIZZOA
d'ordine
NAZIONALE
) Digitizedby
INSTiTUZIONI
ANALITICHE
MILANESE
tDeir
AccademiadelleScienze diBolognaTOMO
I.
^
IN
MILANO,
iClDCCXLVIII
NELLA
REGI
A-DUC
AL
CORTE
CON
LICENZA
DE’
SUPERIORI
ALLA
SACRA CESAREA REALE MAESTÀ
v
D
E
L
L*AUGUSTISSIMA IMPERATRICE
MARIA
TERESA
D'ADSTRIA
REGINA D’ONGARIA
E DI
BOEMIA
, cc. ec. ec.
Ra
quanti penfieri
6
iorav-volto
nell
animo
per
Sollevar-mi
a
[perare
,che
Voi
potefle,SACRA
CESAREA
REAL
MAESTÀ»,
con
eflrema degnazióne
accoglie-re quefi opera
mia
,che
va
Superi
chiVoftro
Jtu&ufiijfimo
Nóme
, ede
Vofiri
For
innatif-2
fimi
fimi
Aufipic
j,un
fiolomi
conforta
,ed
è
que-fio la
confiderazione del Vofiro
Sejfo,che
da
VOI
illufiratoper
bellaforte* è
pur mio
.Qtieflo penfìero
mi d
foftenuta nella fatica
c
non
mi d
laf
ciatofentire
il rifcbiodell
imprefa;
everamente
fe
in
qualche
tempo
poteva
giufiificarfiI ardimento
diuna
Don-na
,che
tentajfefeguire
irapidi
voli diuna
Scienza, che fpazia
mai
fempre
negli Infini-ti,in
quel
tempo
ejfere ciòdoveva
,nel
quale
regna
una
DONNA,
eregna
con univer
fia-leammirazione
.Farmi
infatti
,che
inque-fta età
,che
fra
tutte
leventure chiara
,ed
altera
avrà da
VOI
ilnome
,debbano
leDon-ne
tutte
fiervire allagloria del
lorofejfio, e ciaficuna,
per quanto
lepuò
venir fatto
,con-tribuire
all'accreficimento
delloSplendore
,nel
quale
V
OI
loavvolgete
;VOI
,chefparfi
iaven-do
cTogriintorno
altamaraviglia
di
Voflre
;Azioni
,cofiringetegli
Uomini
a
dir diVOI
con più\ ragione
,che
non
fu
detto
dialcuno
degli
antichi
Cefiari,che
collaGiufiizia,
eCle-Clemenza
dell
Imperio
onorate
T
umana
natu-ra,
erapprefintate
ladivina
.v.Lafcio a
quel-le,
ohe gelofi
delleglorie del noflro fijfo
con-ferveranno à
Pofieri
leVofire Gefta,
ìefpri-mere
jcome
all efìmia
bellezza
d$lXcòrpo
\ti-mirmfìin'NOl
accoppiate
ad
una
,ad una
tutte
tevirtù
',e
fopra
tutto- lafcio loro ilcelebrare
laforza
del voflro
higegno
T
In-comparabile
Vofiro
Valore
,l’àmpia Vofira
Sufficienza
,e
quella
invitta
Coftanza
,che
rifiorata
,dirò
così,dalle
ftejjefventure
,eda
pericoli fleffi, lecofe Vofire nel principio
del
regno
da
nemico
Fato
travagliate
, equafi opprejfe ritornò
liete,e felici.Non
fi
rimarranno
effepure
di
far
conofiere
ladol-cezza
de’Voflricofiumi, r
Umanità
Vofira
,
e
lagenerol
à
Attenzione
,collaquale
fra
loftrepito
ancora
, e iltumulto
dell
armi
pro-teggete,
eravvivate
gli fiudj
t\eParti,
on-de
fi
nutre
ilpubblico
bene
, efi
accendono
utilmente
gli
animi
degli
Uomini
.Sin
da
primi anni occuparono
leScienze
laVofira
Mente
, enijfuna
fra
quefie
è
a
VOI
ftra-mera
»Vi d
ora
da
quelle
diftolto lacura
de'
Popoli
,ed è
fembrato
poco al
Cielo,
cbe
foftela
più dotta del Vofiro Secolo
.Ma
non
è in
VOI
però
men
fervido
lamore
del
Vero
,e
perciò
chiloricerca
fommament
edifiingue-te,
efavorite.
Degnatevi adunque
,S
ACRA
CESAREA RE
AL
MAESTÀ’,
clementif
fintamente
riguardare
quefia
mia
fatica
,c
come
opera
,cbe
in fe raccoglie tutti
i
più
lumino
fiprogredì
dell
Intellettountano
,c
come
quel tributo
,che
per
me
poteva
offrir-li
maggiore
allagloria
del
Vofiro
Regno
,che
non
per
altropar
,cbe richiami
lamemo-ria
delleEroine
,cbe altrove
regnarono
,cbe
per
maggiormente
al confronto
efaltarc
laMAGNANIMITÀ',
PRUDENZA,
E
FORTUNA
VOSTRA;
efe
ilMufico
Volume,
cbe
laSorella
iniad avuto
l onore di prefentarvi
, èfiato
tan-'toavvcnturofo
di
fciogliere
al canto
laVo-firn
Voce
,abbia quefto
lafof
pirata forte di
addopr
are
alcuna
volta
laVofira
zione
, eSalacità* Altro non rimanendomi
,che
d
implorarvi
dal
Cielolungbijjima
Vita
,
onde
deriverà
laJ
labilefelicitàdi
tante
a
VÓI
foggette
Nazioni
,al Voflro
Trono
umi-liffim
amente
mi
projìro
DELLA
S.
C.
R.
MAESTÀ*
VOSTRA
TJmiliJfìma,obbedientiffima, fedelijjìma
Serva,eSuddita
Matia
Gaetana Agnefi! I . * si
V
V‘ ' ' . ’ ’ • w ’• \1' V > I r;•' ’•\ - v <» 'V
.•. •> .>*?*; .*»* ».,/•ì
V
v:iV:OY
*A
}o
.?/
.fnei
AL
LETTORE»
On
avvialcuno,ilquale informatoelTendodelleMatematichecofc_#
,
non
fappiaaltresìquanto,inoggifpezialmente,IlanecelTariolo
Au-dio dell’Anali!!, equaliprogrefli fifieno
con
quellafatti,fifaccia-no
tuttora,e pollanofpcrarlinell’avvenire;che però
non
voglio,nè debbo
trattenermiqui inlodandoquella feienza,chepunto
non
neabbi-fogna,emolto
meno
dame
.Ma
quantoèchiarala—necelfità dilei,
onde
la Gioventù ardentemente s’ in-vogli difarneacquifio,grandialtrettantofonole diffi-coltà,chevis’incontrano,fendo noto,efuor didub-bio,che
non
ogni Città,almeno
nellanoflra Italia—,àpcrlone,chefappiano,o voglianoinfegnarla,e
non
cercar-ne iMaeffri.Tolo foper prova, ed ingenuamenteil
confettò
, mentre con tutto lo fludio, ch’io
mi
fonosforzata di fare da
me
mede
fima
foflenuto dallapiù forteinclinazionepercjueflafcienza,mi
trovereitutta-via intricata nelgranlabirintod’infuperabilidfficoltà, fe tratta
non
me
n*avelie la ficuraguida,efaggia—direzione deldotiiflìmoPadre
Don
Ramiro
RampinelliMonaco
OlivctanooraProfcttòredi Matematicanella-.Regia
Univerfità di Pavia, a cuimi
riconofcoalta-mente
debitricedituttique’ progrettì(qualiettifieno) de* qualièflatocapaceilmio
piccioltalento,ledicuilodiiotralafcio
come
fnperflueadun
Soggettosì cele-bre,e fpezialmente
pernon
offenderelanota,efor-fètropporigidadi luimodelìia.
Al
fopraccennatoin-comodo
poflonorimediare,non
v’à.dubbio,inparteibuonilibri,
quando
ettifienoconquellachiarezza—,chebalìaferini,econ quel
metodo
, chepur troppoè necettario;quindiè,che quantunquele cofe
Anali-tichefieno tuttepubblicatecon le llampe, pure
per-chèettefonofcollegate,fenz*ordine,efparfequa,e
lànell’operedi moltiAutori, e principalmentenegli
AttidiLipfia,nelle
Memorie
dell’AccademiadiPari-gi
,edinaltriGiornali, coficchè
non
potrebbecerta-mente un
Principiante ridurreametodo
le materie—,quando
ancheeglifottedituttii librifornito, pensòdie-de
alla luce l’utiliffirao libro deL
Analifedetnontr/c,opera
degna
ditutte quellelodi,che maggiorifipof-fono.
Dopo
diche fembreràforfèaffatto inutile,checomparilcano quelle
mie
Inffituzioni, avendo altrigiàda molto
tempo
cosi largamenteprovedutoall'altruibifogno.
Ma
fuquellopuntoioprego il cortefeLet-torearflettere,che crefcendolelcienzedigiorno in
giorno,
dopo
1*edizionedellodato libro moltiflimi,edimportamiflìmi fono Itati i nuovi ritrovamenti inferiti
dai loroAutoriindiverfeopere,
come
erafuccedutodeglianteriori;quindiper ifcemareagliStudio!!la
fa-ticadiandarefratantilibriripefcandoi metodidi
re-cente invenzione,
mi
fembravanoutiliffime,eneceffa-rie
nuove
InffituzionidiAnalill.Le
nuove
fcoperte_»m’ànno
obbligataadun'altradifpofizione dicofe, e_»ben
fachiponmano
in sifattematerie, quantofia_. difficileilritrovarequella,cheIladotata delladovutachiarezza,e femplicità, omettendo tutto ilfuperfluo,
fenzalafciarecofaalcuna, che efferpolla utileo
ne-ceffaria,eche proceda conquellordinenaturale,in_,
cuiforfèconfillelamiglior illruzione
, ed il maggior
lume
. Quello naturaleordineioó certamente fempreavutoinvilla,el’ó
fommamente
procurato,ma
non
fo poifefaròHata bailantemente fortunataper
conle-guirlo
.
* 2 Nell*
Nell’ atto poi di maneggiarevarj metodi,
mi
fifonoparatealla
mente
alcune cflenfioni,c parecchie.» diverfe cofe,lequaliperavventura,non
farannopri-vedinovità,ed’invenzione:a quefledaràilbenigno
Lettorequelpefo,chealuifembrerà,
non
intenden-do
iodiraccoglier lodi,contentadie(Termicon fodo,everopiacere divertita,cdiaver procuratodi giova-realtrui
.
Nel
Tomo
fecondo per entro il CalcoloIntegraleritroveràilLettore
un
Metodo
affattonuovo
perliPo-linomj,ncinluogo alcuno prodotto;quelloè del
ce-lebre,e
non mai
abbaftanzalodato SignorConte
Ja-copoRiccatiCavalieredi fingolariffimo merito nelle-» feienzetutte,eben notoal
mondo
letterario.’Aeglivoluto fare a
me
quella grazia nelcomunicarmelo
,cheio
non
meritava, ed io rendo alui, edalPub-blicoquellagiufiizia,chefi conviene.
Finalmente,ficcome
non
è fiatamia mente da—
principioilpubblicar colle (lampela prefente opera—
da
me
cominciata, e profeguita in LinguaItaliana-pcr
mio
particolar divertimento, oalpiùperifiruzio-ne
d’alcuno de' miei minori fratelli , che inclinatofoffeallematematiche facoltà,
nè
effendomi determi-natadi darlaal Pubblico,chedopo
dielTergiàmol-toavvanzatal’opera,epervenutaa confiderabile
me
;mi
fono perciò difpcnfata dal tradurlaioLatinoIdioma(
comecché
daalcunicredali piùconvenirea_
talmateria) siper l'autorevole efempioditanti
cele-bri Matematici Oltramontani,edItaliani ancora,
lo
dicuioperenellaloronatia favella
vanno
acomuno
vantaggio ftampate,sipelnaturale
mio
rincrefcimentoallamateriale fatica ditrascrivere inLatinociò,
cho
avevadigià fcritto in Italiano.
Nè
intendoperò tarmicarico di quellapurità dilingua, che
lodevolmento
viene praticatain materiedaquella diverfe,
avendo
ioavutoin mira più,cheognialtracofa,la
neccHarùu
poflibilechiarezza
.
Die
i6
.Novembri s1748.
IMPRIMATUR.
Fr.
H.
Todefcbini InquijitorGeneralisMediolani.F.CuriomsArchipresbyterS.EufebiipròEminentifs.
&
Reverendifs.D. D.
Card.Arcbiepifcopo.INDICE
DE’
CAPI
D
ITUTTA
L’OPERA
.
TOMO
I.v
LIBRO PRIMO
Deir
Analìfi
delleQuantità
finite.CAPO
I. DelleprimarieNotizie,ed Operazioni deirAnali/i delleQuantitàfinite. . ,
CAPO
II. Delle Equazioni, e de’Problemipiqnide-terminati.
CAPO
III. DellaCoftruzionede'Luoghi,ede’Problemiindeterminati, chenon eccedono il
fe
-") condogrado.
CAPO
IV. DelleEquazioni,edS
Problemifolidi.CAPO
V. DellaCoftruzionede’Luoghichefuperanoilfecondogrado.~ '/*
*>
CAPO
VI. Del Metodode'Majftmi,eMinimi, delleL->TangentidelleCurve,de’FleJJi
contra-ri ,e Regrejft,facendo ufodella fola*.
AlgebraCarteftana.
?
TOMO
TOMO
ti
c
I
Ci
Yx
iLIBRO
SECONDO
1Del
Calcolò Differenziale
.
*«• /*
» \1«ìf
^
*.•y .. . .. \)..i• \,i
CAPO
I. Dell’Ideade’Differenzialidi diverfi ordini,
edelCalcolode'medefimi.
CAPO
II.Del
MetododelleTangenti.
v
CAPO
III.Del
Metodode’MaJJimi,eMinimi.CAPO
IV. De’FleffiContrari, ede'Regrejji.
CAPO
V, DelleEvolute,ede’RaggiOfculatori,• . .
LIBRO
TERZO
Del
Calcolo
Integrale.
•• .. v» * *
.
» ' ' .*• V* - • .
CAPO
I. Delle RegoledelF Integrazioniefpreffedcu.formolefinitealgebraicbe,o ridotte quadrature fuppofle.
”, i < t
CAPO
II. Delle RegoledelF Integrazioni facendo ufo delleSerie.CAPO
III. DellufodelleaccennateRegole nelle Retti
-ficazioni delle Curve, Quadraturede'
Spazj,Appi.inazionidelleSuperficie,e
Cubature de’Solidi.
CAPO
IV. Del Calcolo delle Quantità Logaritmiche,edEfponenziali.
LIBRO
QUARTO
Del Metodo
Inverfo
delieTangenti
.CAPO
I. Della Coflruzionedelle Equazionidiffereu-zialidelprimo grado,fenzaalcuna pre-cedente/epurazionedelleindeterminate.
CAPO
II. DellaCoflruzionedelle Equazionidifferen-zialidelprimo gradoper mezzo della precedentefeparazione delle Indetermi-nate.
CAPO
III. DellaCoflruzione d’altreEquazioni piùlimitate permezzodivariefoflituzioni.
CAPO
IV. Della RiduzionedelleEquazionidifferenzialidelfecondogrado.
I
NSTITUZ
IONI
A
N
A
L
I
T
I
C
H
LIBRO
PRIMO
/./T,'%
yk
Dell
Anali
fidelleQuantità
finite? jlll
wl
'Analifi delle quantitàfinite, chey
'^ÌT*^jÌP| C0IIluneraente chiamafi Algebra^.v
;
VU
nii2 Cartefiana, èun metodo,
con cuite,cchefi cercano, per
mezzo
dialcune operazioni.c metodi, cheparteaparte
mi propongo
di{piegarenc’feguentiCapi
.
A
CAFO
Digitizedby
2
ISTITUZIONI
CAPO
I.Delleprimarie Notizie, ed Operazioni deli1
Analijt delleQuantitàfinite.
i.
Le
primarieoperazioni diquell’Algebra fonolefleffcdell’Aritmetica
comune,
cioèlaSomma,
laSottra-zione,laMoltiplicazione,laDivifione,el’Effrazione
delleRadici;
ma
conquella differenza,chenell’Arit-metica
comune
fiadopranoinumeri, edin quellalelpe-cie
,ofiale letteredell’Alfabeto,conlequalifi
denomi-nano,
eficalcolanolequantità in affratto, diqualforta effefiano,geometriche, o fifiche,come Linee,Super-ficie,Corpi,Forze, Refiftenze, Velocitàec.;e però
quellatalfortadiAritmetica chiamafiAlgoritmodelle quantità,o Aritmeticafpeciofa;edè
ben
quellamolto piùeccellente di quella, tuttocheleoperazionifieno le fieffe,fiperchèquelle quantitànon
ficonfondono
tra loro nelle operazioni,come
lenumeriche,fiancoraper-chè conlafieffa facilitàfitrattano nel calcolo lequantità
note,eleincognite; efinalmente perchèledimollr
azio-ni analitichefonogenerali,edaqualunquecafo applica-bili,ladovelearitmetichefonoparticolar iffime
,edin
ognidiverfo cafo è neceffariauna nuova dimollrazione
.
2.
Ma
delleQuantitàaltrefonopofitive,cioè
mag-gioridel nulla,altre minoridel nulla, eperò negative.
ANALITICHE.
jPer cagion d’efempio:IBeni, chefipoffeggono,fono
politivi,
ma
quelli,che adaltrifidebbono
,fononegati-vi,perchè daipofitivis’hannoafottrarre,e
ne
dimi-nuifconola
fomma,
eperòficcome fonoquantitàpofiti-vc
iCapitali,cheuno
abbia,cosifonoquantitànegative iDebiti.Similmentefeun
Mobiledirettoverfouno
feo-po, o
meta
del fuoviaggiodeferivauno
fpazio, faràque-flo fpazio pofitivo;
ma
fefiporteràverfolaoppofia par-te, deferiveràuno
fpazio,che relativamenteallameta
,verlocuidoveva andare
,farànegativo.Quindiin
Geo-metriafeunalineacondottadq,unapartefiaffuma per
pofitiva(ilcheè arbitrario)farànegativalalinea con-dotta verfolaparteoppofia
.
3.
Le
quantità pofitivcfidifiinguonoin algebra., dallenegativepermezzo
dicertifegni a loroprefiffi;alle pofitivefiprefiggeilfegno-f,chedicefipiù,
allo
negativeilfegno
—
,chedicefimeno; equando
una.
quantità,che
o
fiapolla fola,oinunaferiedialtrefi*laprima,
non
abbia prefiiTofegno alcuno,s’intendefem-preaffettadalfegnopofitivo.Ilfegno
±,
acui è contra-riol’altro hF,è fegnoambiguo,
e lignificailpiùedilmeno
,cioèilpofitivoedilnegativo,dimodo
che,perefempio,
±
a
vorrà dire, chelaquantità afi
può
affume-re e pofitiva,enegativa. Ilfegno
=
fignificaeguaglian-za,cperòa
—
bvorràdire,cheafiaegualea&;ficcome*>b
fignifica,chea
fiamaggioredib,eda<b,
che afiaminoredib.L’eguaglianzapoi delle ragioni, cioèla
prò-4
ISTITUZIONI
proporzione geometricaditre,oquattro quantitàfi
efpri-raerà cosia,b;:b,c fefarannotre, evorràdire, che_.
laragionediaallab èegualea quelladiballac;eda,
b::cyd vorrà d
;rc,chea è
allab,
come rad.
Final-mente
ilfegnocofignifical’infinito,eperòa—
oo figni-ficherà,cheafiaegualeall’infinito, cioèchefia quanti-tà infinita.4.Quantità femplice, incompleta, odi
un
folter-mine
è quella,checefprdfada una, opiù lettere,ma_.tra loro
non
diflinte e fcparateda fegno alcuno,come.»a, ab,aac ec., cosi all’oppoftoèquantitàcompollae di
piùtermini quella,cheè efprellàdapiùlettere traloro fcparate da’ fegni,
come
a+
by aa
—
f
+
bb,ec.; eperòa•+b farà didue termini,
aa—jf +
hhdi tre, ec.Della
Somma
delleQuantitàfempliciintiere.5.
Le
quantità femplicififommano
traloroconIo fcrivereunadopo
l’altra,lafciandoaciafcuna di loroquellegno, che hanno.Abbialida
fommare
aconbconc,faràla
fomma
a-+b-*c\abbiafidafommare
a con—
by faràlafomma
a—
b\ abbiafidafommare
aconacon bcon byfaràla
fomma
a+
a+b +
b;ma
qui avvertafi,chea-fa è lollelfoche 23,e b
+
bè Iofiefibche2 b; eperòla
fomma
farà23+
ib.Quindi perfommare
lequantità efpreiTe dallemedtfime
lettere,balleràalla fiefialetteraprefiggeretal
numero
,che contengatanteunità,quantevoltecitac polla; eperòla
fomma
di acconacconacyANALITICHE.
5 cioè ac-fac--+ac farà3ac,e quellonumero
fichiama., coefficientenumerico
.Che
felequantità da fommarfi dallefleffieletteredenominate averanno inoltre coeffi-cientinumerici,fifommino
efficoefficienticonlaregola ordinaria dell’aritmetica; cosilafotnmadi2acon5 acon
bcon 4bfarà7a-+sb;cosila
fomma
dia con3bcon
—
2 ccon jc cony<afaiàa+
$b—
ic-1-7e-+•5a,ma
a+
yafanno 6a,e
—
2c+
70 fannoy c,dunque
lafomma
lari6a-+•$b
+
yc.DellaSottrazionedelleQuantità
f
empiiciintere.Perfottrarre
una
quantitàdaun’altrafimuta
ilfe-gno
aquella,chefidevefottrarre,e colfegno mutatofifcrivepredol’altra.Perfottrarrebdaalìferiva
a—b\
do-veavvertali,chefeafaràquantitàmaggioredib,ilrefi-duo
dellafigurazione, cioèladifferenza farà pofitiva;febfaràmagg'oredia>effadifferenzafarànegativa^
.
Perfottrarreoff'dabbc,fifacciabbc
—
af
;per fottrarre2?dayj,lifacciaya
—
la;ma
cinqueameno
dueafannotrea, adunqueilrefiduofarà30; perfottrarre
—
bda a,fiferivaa*-b.
Nè
pajaUrano, chenel fottrarre~~bquan-titànegativaeffadivenga pofuivaj
onde
ilrefiduolìa_.a+b;
imperciocchéilfottrarreunaquantitàdaun'altra èlo fteffo,cheilcercareladifferenza tra effe quantità;ora
ladifferenza tra a,e
—b
èappunto a~hb in quella guifa,
cheladifferenza tra
un
capitaledicentofeudi eun
de-bito dicinquantaècentocinquanta; perchè dall’avere^ cento6
INSTI
TU
ZIO
NI
centoall’avere nulla v’è differenza dicento,e
dall’ave-re nullaall’avere cinquantadidebitoviècinquanta di differenza;
adunque
dal capitale dicentoaldebito dicin-quantavifaràdifferenzadicento cinquanta. Cosi, perla
fieffaragione,a fottrarrebda
—a
fifcrive—
a—b\
cper fottrare—b
da—a
fifcriveDellaMoltiplicazione delleQuantità/empiici intere
.
7.
Le
quantità femplicifimoltiplicanoconlo fcrive-re l’unaunitamenteall’altrafenzaalcun fegnofrappolto, e c>òcherifultachiamafiilprodotto,ficcomc chiamantiimoltiplicatorilequantità,chetra lorofi moltiplicano.
Ma
intornoalfegno,chedevefiprefiggereadeffìpro-dotti,èregolagenerale, chefe lequantità moltiplican-ttfifono
ambe
pofitive,oambe
negative,alprodottofiprefigge fempreilfegnopofitivo;feunadi effe,
qualun-quefiafi,è pofitiva,l’altranegativa,alprodottofi pre-figgefempreilfegno negativo.
La
ragionediciòè, che la moltiplicazione altronon
è, che una proporzionegeo-metrica,ildicuiprimo terminefial’unità;ilfecondo,e
terzo termineleduequantità,che devonfimoltiplicare;
edilquartoilprodotto,epertantopolliin ferie l’unità
per primo termine,l’uno de’moltiplicatoriperfecondo,
l’altromoltiplicatoreperterzo;poichéilquarto,perla_.
naturadellaproporzionegeometrica,deveeffere
molti-piodel terzo,
come
ilfecondoèmoltiplo delprimo;fe_>ilfecondo, eterzotermine fonopolitivi,cioèfe,per
efem-ANALITICHE.
7
efempio,è1, a::b,alquarto,efiendol’unità,cioèil
primo
pofitivo,dovrà pureefierepofitivoilquarto.Sia_.negativoilfecondo,e pofitivoilterzo,cioèfia1 ,
-
a::b,alquarto;.
dovendo
ilquartoefieremoltiplodelterzo,co-me
ilfecondo è moltiplodelprimo
,ed efiendo negativoilfecondo,dovrà pureilquartoefierenegativo.Sia
pofi-tivoilfecondo, negativoilterzo,cioèfia1 ,a::
—b,
alquarto;
dovendo
ilquartoefieremoltiplodelterzo,come
ilfecondo è moltiplodelprimo, ed efiendoilfecondo,
ed
il
primo
pofitivi,edilterzonegativo,non
potràil quar-to efiere fenon
negativo. Sieno finalmenteilfecondo,cdilterzonegativi, cioèfia1,
—
a::—
b,alquarto;ef-fendoilfecondo moltiplo negativo del
primo,
bifogneràcheilquartoframoltiplo negativo del terzo;
ma
ilterzo,è negativo,
dunque
dovràilquartoefierepofitivo.Adun-que
ilprodottodiainbfaràab',quellodiain-b
farà—
ab-,di-
ainbfaràpure-
ab;di -ain—
b faràab\ di a in b in c faràabe',diain—b
in c farà—
abe,perchèa
in—
bdarà—
ab,e—
abin cdarà—
abe;edilprodot-to di
—
a in—
bin c faràabe.Selequantitàdamoltiplicarliaverterò dei
coefficien-tinumerici,fimoltiplicanoelficoefficienticonlafolita_
regolade’
numeri
,edilprodottofiprefiggealprodottodelle lettere;
onde
ilprodottodi6a in—
Sbcfarà—
4Sabc;ilprodottodilain
—
ib in—
farà1labe,ecosi degl*altriec.
8.
Ora
poichéilprodottodia ina è aa\diaina ina,
S
ISTITUZIONI
o
diaainaèaaa;diaina in a ina, o Ihdiahain aè ancia,e cosìiucceffivamente;pcrnon
replicare tante voltelamede-limaletterafifuole lcriverea1
inluogodiaa,a}ia
luogodiaaa,a* inluogodiajaa,e cosìdegl’altri;cioè
fcrivcndofopralaletteratal
numero,
checontengatanteunità,quantevoltedovrebbeefil-rereplicata ellalettera, etale
numero
fichiamal'elponente;filuoleptròfcrive-re indiffefcrive-rentementetantoaa, quanto a1
;
non
così dipro^dottomaggiore.
9.
Comecché
ilprodottodiun numero
moltiplicato infe fftffòfichiamailquadratodiquelnumero,
ofiaUtfecondapatella,efequelloprodottodi
nuovo
fimolti-plicanelloHello
numero
, ilnuovo
prodottofichiama-,ilcubo, olaterza potellà dello fieffo
numero
,edilpro-dottodelcubonel
numero
fichiamailquadratoquadra-to
,olaquartapotellà,e cosìluccelfivamente;cosìpure
amoltiplicato ina,cioèaafichiamailquadratodi a,
o
lafecondapotellà dia,a’ilcubo,oterza potellà,a* la
quartaec.Sarà
dunque
affaidiverto 2a daa1,effendoil
primo
latomma
diacon a,cioèa+
a,edilfecondoilquadratodi a,e cosìfidica di3aeda>,di44 ed a
4
ec.
Ma
poichéilprodottodicon
+
,£
di—
con—
èfem-prepofitivo,ne viene, chetantoilquadratodia, quanto
di
—
afaràfempre aaquantità pofitiva; all’oppolloilcubo
dia faràbensìpolìtivo,
ma
farànegativo,cioè—
a'ilcubo
di
—a,
perchè—a
in—a
faaa,ed aain—a
fa—a’
.Cosìfatàpofitivalaquartapotellà tanto dia, quantodi
ANALITICHE.
9—
a;egeneralmente quandoI'efponente della poteftà, acuifivuoleelevareladata quantità,fia
numero
pari, oliapofitiva,ofianegativalaquantità, ciòcherifultafarà
femprepofitivo;e
quando
I’efponentefiadifpari,felaquantitàcpofitiva,ciòcherifultafaràpofitivo,efarà
negativoquandolaquantitàfianegativa.
DellaDivifionedelleQuantità/empiiciintere.
io.
La
divifioneèun’operazione oppoltaalla molti-plicazione, e ciò,chequellacompone,
quella rifolve;poi-chéab èilprodottodiainb, cosidividendoabptrafi
avràb,edividendo perbfiavràa;dividendoahcper
leavraffia,cdividendo peraavralfibc,edividendo
percavraffiabec.
La
quantitàdadividerlifichiamaildividendo;quella,percuifidivide,fichiamaildivifore;
e ciò,cherifultadalladivifione
,dicefiilquoziente.
Adun-que ogniqualvoltaneldividendo,enel divifore vifono
lelìefiequantità,fitolganoelleinquel
modo,
incuifono nel divifore, daldividendo,cancellandole; e ciò,cheri-mane
,faràilquoziente,quindi fefidivida aapera,ilquozieùtefarà fefidivida a’ptr a
,
ilquozientefaràaa\
fefidivida a1
b’peraa bb,ilquozientefaràab; chefein oltreildividendo,e diviforeavelleròcoefficienti
numeri-ci,fidividanoefficonlaregola ordinaria dell’aritmetica,
edilquoziente numericofiprefiggaalquozienteletterale,
eperò dividendoja’b'per
3£’,ilquozientefaràa1
;
divi-dendo
^6aab‘per 8 ab,ilquozientefaràjabb;e quinotili,10
INSTI
TUZIONI
che qualoralaquantitàdadividerli
fu
la ftetfadel divifore,come
farebbe a dividere bperb,fa' per la'cc.,il quo-ziente è l’unità; elaragioneè chiara,perchèildividere è
11ricercarequantevolteildivifore entriovvero fu nel
dividendo.
ir.
Quando
poiildividendo,e diviforenon abbiano quantitàoletteracomune
,percuipodafarli ladivifionenel
modo
fuddetto,contefarebbe a dividere aperb,a'per bcyScialiperree ec.,fifcrivono cosia> a', ijjbbec.,
b bc ICC
cioèildividendoaldiCopra,edildiviforealdi Cottod'una
lineetta, efiintende,cheadebbalìdividereper7>,a'per
lece.,equeiìechiamanfìfrazioni;laquantità poi fopra
lalinetta dicefiil
Numeratore
,quelladifonoilDeno-minatore.
Che
fealcunedelle lettere deldivifore,
ma
non
tutte,fodero
comuni
conlaquantitàdadividerfi, fitol-gano
lecomunidall’uno, e dall’altra, c delrimanentefenc
formiunafrazione; cosidividendoa'bbpersabcc,faràilquozientea'b;dividendoioab'peri^bcc,faràil
quo-ziente2 abb cc.
3
"
12.
Ma
perchè può ederepofitivo,o negativo edildividendo, edildivifore, ènecedarioinciafcuna
combi-nazionede’cafifidarelaregolaperlofegno daprefiggerli
alquoziente.Quellaèla llelTi diquella,cheferve perla
moltiplicazione,vale a dire,chefeildividendo,edil di-viforeaveranno ambiil
medefimo
fegnopofitivo,0ANALITICHE.
u
tivo,ilquozientefaràTempre pofuivo,efeaveranno
Pe-gnicontrarj,ilquozientefarànegativo.
La
dimodrazionedipende daquella de’ legni della moltiplicazione;
imper-ciocchéficcomelamoltiplicazioue èuna proporzione,il
di cuiprimo terminefial’unità;ilfecondo, edilterzoi
duemoltiplicatori;edilquartoilprodotto;cosìladivilìone
èla flelTaproporzione,
ma
inverfa,ildicuiprimo
termi-ne
èildividendo;ilfecondoildivifore; ilterzoilquo-ziente;edilquartol’unità.Abbiafidadividere+zab per +; b,farà
dunque
laproporzione±
ab,±
b::*a,
i
(pon-go
alterzotermine,cioèalquozienteillegno*,
non
fa-pendofiperorafedebba ederepofitivo,o negativo); ora
confiderata quellaproporzione,
come
quella della molti-plicazione,ma
inverfamentcpolla,fifache efiendopofi-tivoilfecondo termineb,
non
potrà ederepofitivoilpri-mo
ab,fenon
fiapofitivoilterzo a;ed elTendp negativoilfecondob,
non
potràedere negativoilprimoab,fenon
fiapofitivoilterzo a;epetonelladivifione
quahdo
fienopolitivi,onegativiidue primi,cioèildividendo,edil di-vifore,bifognerà chefiapofitivoilterzo,cioèil
quozien-te.IlleUamentepure
non può
nellalidia ferie,opropor-zione ederepofitivoilfecondob,enegativoil
primo
ab,o pure negativoilfecondob
,e pofitivoilprimoab,fe
non
fianegativoilterzo a;adunquenalladivifioneeden-do
pofitivoildividendo,cnegativoildivifore,opure all’oppolìo,dovrà necedariamente edere negativoil quo-ziente.B
2 >-i2
INSTI
TU
Z
IO N
I13.Perquellaragionefarà
dunque
loflettofcrivere,per efempio, a,
come
—
a
,imperciocchéfea pofuivo
^-b
~~bdevefidividereperbnegativo,
dunque
ilquoziente deveedere negativo;
come
pureèlo flettofcrivere—
a,eda.
~b
T
DellaEffrazionedelleRadici dalleQuantità
/
empiiciintere.14.
Come
evvi nelle poteflàilquadrato,ilcubo,laquartapoteflà,laquinta ec.; cositra leradicivièla
qua-drata,o fu feconda,lacubica,o Haterza,laquarta,la
quintaec.
La
denominazionedellaradicefichiamaildi leiindice,eperòl’indice della radicequadrata,oilafe-condaèildue;dellacubica, ofiaterzailtre;della
quar-tailquartoec., eper cavarelaradiceda unadata
quan-titàdeveii ritrovare quell'altra quantità,laquale moltipli-cata infeflettatante volteuna
meno,
quante fonoleunità nell'indice dellaradice,abbiaprodottalaquantitàpropo-fla; cosia faràlaradicequadratadiaa,lacubicadia', la
quartadi<j\ec.
;inettamentelaradicequadratadiaabb
fa-ràab,di1Saabbccfaràlaradicequadrataqabe;lacubica-,
di27a'x'farà
3ax,e cosi deli'altre.
15.
E
poichéilprodottodelmeno
colmeno
èfetn-prepofitivo,
come
difoprafièveduto, quindi è, chela radicequadratadiaa farà tanto<7,quanto—
a,cioè ;non
cosi dellacubica,laquale farà pofitivafefiapofitivoilcubo,e farànegativafefuquellonegativo, poiché il
ANALITICHE.
13
cubodiafarà a'
,
c•
—
a' quello di
—
a;barisi laradice quarta farà e pofitiva, enegativa;egeneralmente parlan-do,laradiced’indice pari faràTempree pofitiva, e nega-tiva;d’indice difparifarà poltrivafepofitivalaquantitàpropofla,enegativafefiaquellanegativa.
E
perchè, perlaflefTanaturade’fegninellamoltiplicazione,neffuna,.
quantitàpofitiva,o negativa
può
mai generarepoteflàne-gativad’efponentepari; cosi èimponìbileritrovareradice
d'indicepari diquantitànegativa.Quelletaliradici
d’in-dice pari di quantitànegativafi
chiamano
imponìbili, oimmaginarie;farà
dunque
immaginarialaradicequadratadi
—
aa,laquartadi—
a,
laquadrata,efefìadi—
a*'ec.;e faràvera,e realelaradice terza di
—
a',
laquinta di
—
a* ec.16.
Ma
ilpiù delle voltelapropofla quantità,dicuifivuolelaradice,
non
faràun
quadrato,un
cubo, oaltrapoteflà nata dalla moltiplicazionediquantitàrazionale in fe fteffa,
ma
faràun
prodottod’altranatura,come
ab,abe ec.;inquelli califi faufodiquello fegno
v
,
che_.
chiamafi vincoloradicale,
onde
j/ ab,o femplicementev
ab vorràdire radicequadratadiab,y
abevorràdireradicecubadi abe,e così
^
radicequarta,^
radicequintaec.,equelle
taliquantitàaffettedalvincolo radi-cale11
chiamano
Irrazionali.
' Della
14
ISTITUZIONI
Delia
Somma
delleQuantitàcompofle intere.17. Dalla
fomma,
ofottrazionedelle quantitàfem-plicinalconolecompolle. Per
fommare
quellepureballa feriveeleunadopol’altraconque*legni,cheanno
.Perfommare
adunque a+
bc onc—
d,fiferiva ij-t-i-t-f—
d; perfommare
2aa—
.v.vcon 3rc+- ayy,
fifacciazaa
—
xx
+
3cc 4- 2yy;per
lommare
aa—
xx
conbb+•xx
+
yy,fi fac-ciaaa—
xx
-h-bb +-xx
+•yy;ma
qui offervifi,che—
xx,
c 4—
xx
fielidono,ediflruggono,adunquecancellatique-lli
,la
fomma
faràaa+- bb+-yy;perfommare
zaa—
5bbcon aa4-2bb4-yy
,
fiferivazaa
—
5bb-haa+-2bb4-yy;ma
2.7.14-.ilfanno3.1.1,e—
$bb+-2 bbfanno—
3 bb ,
adunque
lafomma
farà3.7.7—
\bb4-yy.DellaSottrazionedelleQuantitàcompofle intere.
«
18.Simutinoifegniallaquantità,chefivuol
fot-trarre, indiconifegni cosimutatififeriva prclTo quella,
dacuifivuolfarelafottrazione.Perfottrarrec
—
dda_.«ni
fiferiva.74-£—
c+-d,elaragioneè chiara,imper-ciocché
fondendola
folaquantità c, efcrivendoa4-b
—
c
giàfiavrebbefottrattotroppo,perchè devefifottrarre_»
c
—
d,cioèlafola differenza dir,edi d, eperòfi avrebbe fottratio più deldovere, quantoèlaquantiiàd
,adunque
per avere giudalafottrazione bil'ogncràaggiungereeffa_
quantitàd,e fcrivere
a-hb
—
cadilo
lidiodicalidellequan-ANALITICHE.
15
quantità piùcomporto. Perfotcrar.ro
a+-ib
da34+- 2 b, liferiva $a+-2 b—
a
—
3b,efacondo'ariduzionedeiter-mini limili
,poiché3.3
—
a èza,e2b—
3è e—
b
,fari il refiduo2<j
—
è;perfottrarreaa—
zab dizaa—
ab,fiferiva 2 aa
—
ab—
aa-t-zab,cioè aa+-ab;perfottrarre?ab
—
2he+-2ed dayab—
t\bc4-2ed, fi feriva $ab—
4bc+•zcd
—
3
ab-r-zbc
—
2 ed,cioèfacendolariduzione,zab
—
zbc.DellaMoltiplicazionedelleQuantitàcowpofle intere.
ip.Intefalaregoladelmoltiplicarelequantità
in-complete
,è faciliflìma quella dellecomporte.Siferivaadunque
l’unode’moltiplicatorifotto l’altro, all’ufodell’ aritmetica volgare, indi per ciafcun termine dell’uno de’ moltiplicatorifimoltiplichinotuttiiterminidell’altroconladataregoladellequantitàfemplici,inquello,che
riftilta
,fifacciaalfolito lariduzionede’terminifintili ,ed
avrafliilprodotto.Abbiafidamoltiplicare a +- b
—
cper.v;
<x4-br'C
fiferiva
£_
,fimoltiplichi per*•ciafcuntertni-a.v4- bx
—
exnedell’altro moltiplicatore portoaldifopra, e faràil
pro-dottoax+-
bx
—
ex.Abbiafidamoltiplicare 2j+- 3b—
c»+.ji
—
cper
3*
—
2y,fiferiva 1VCax+.>jbx
—
jcx—
ja;—
uty +. tryper
lotermine 3*fimoltiplichinotuttiiterminidella quantità
pollaaldi l'opra,indififaccia lortertbper lotermine.#
—
zy,efe altriterminivi forteroaldil'ottofifarebbeIo fielTo;i6
INSTI
TUZ
IO
NI
fieflò,e faràilprodotto
6ax
+-9bx—
$cx—
4ay—
6by 4-2 cy.Nè
importa, chel’operazioneficominciadelira,o afinifirarifpettoall’uno,edall'altro de’ moltiplicatori,
ficcomenullaimporta, chedi efiìpiuttoflo l’uno,che
l’altrofiferiva fopraofotto,echefi
ponga
iltaleotal* altrotermine per primo.Abbiafidamoltiplicareaa4-xx
peraa
—
xx
,adunque
fiferiva aa4-xx
aa
—
xx
edilprodottofarà a*4-
aaxx
—
aaxx
—
x
*
ma
aaxx
—
aaxx
fi elidono; adunqueilprodottofaràa*
—
x*
.Nellemoltiplicazionilunghe, per maggiorfacilitàdi
ridurreitermini fimili,tornaaliai
comodo
lofcrivereelfi termini fimili,chenella moltiplicazionefigenerano,uno
fottol’altro inquefia guifa
fimoltiplichi 431
4-3aab
—
2abb-i-b•per aa
—
jab-t-fibb4<j’4-3<j+£
—
2a*bb-*-aab}—
$ab++
6b’—
20 a*b—
i^a^bb-t-ioaab'—
12ab*4-24a1bb
+
iSaab'doveprefiofivede, che3a'b
—
zoa'b fanno-—
17a*b‘rche
—
2l'bb—
1la'bb+-24.71bbfanno7,7’bb;che aab'
4-\oaab*
+
18 aab'fanno29,-.ab1;che
-—
jjab*
—
izab*fan-no
—
ìyab*;e peròilprodottofaràfinalmente 4*’—
17,74b+•7a1bb4-2paab'
—
17ab44-6b’.
20. Allevolteè fuperfluoilfarel’attuai
moltiplica-zionenellaguifa,chefièdetta,ballando fempliccmente
!’indicarla,i!chefuolefarfiper
mezzo
di que-fiofegnoX,
ANALITICHE.
17
ècol tirareunarettafopraciafcunode’ moltiplicatori,la
qualefiefiendafopratuttique’termini,che entranonella
moltiplicazione;cosi00+-
xx
X
aa—xx
vorràdireil prodot-todi00+
xx'maa
—
ma
nella quantitàaa+-xx'Kaa
—
xx
±:04
non
eflendoiltermine
±
a*lottolaretta linea,non
•.s’intendeeglicoraprefonellamoltiplicazione di
modo,
checosifcrivendo vorràdireilprodottodiaa-t-xx in—
aa
—
xx
,alqualeprodottoè in oltreaggiunto,ofot-trattoa*.
'li.Inquellaguifa,chenellequantità fempliciil
prodottodia inadicefiilquadratodi a,ilprodottodi
aainadicefiilcubodia,ilprodottodia*inalaquarta— poteftà ec.; cosi nellequantitàcompofie ilprodotto,
per efempio,di 0-1- 6 in0 6,ofina
+-bX
a -^bdicefiilquadratodi
a+-b,
ilqualenonvolendoliformareattual-mente
colla moltiplicazione,fifcriverà cosi0+-b;ifief-famente
0+6
X
+-bfaràilcubo,efifcriverà 0+
b;04-è
X
a+-b
%0 pure 0+-bXa-*-b
dicefilaquartapote-rà,
efifcrive0+
b;lofteflbintendafi delle quantità di più termini.
Per formare attualmentequelle potefià,devefi
mol-tiplicarein fe laquantità,edilprodottonellaftefia
quan-titàfucctlfivamentetantevolteuna
meno,
quanteunitàcontieneil
numero
dell’efponente di elTa potefià, chefidefidcra.
Ma
perlafecondapotefià,cioèperIoiS
ISTITUZIONI
to,fipuò abbreviarel’operazionecosì:Selaquantitàè
un
binomio,cioè didue termini,come a±.b\
fifacciailquadratodelprimo termine
,indife gliferivanoapprettò iduerettangoli,cioèduevolteilprodottodel
primo
ter-mine
nelfecondo con quel legno,cheportalaregola-.della moltiplicazione, efinalmentefiaggiungail
quadra--1
todelfecondo termine.Cosìa+•bfaràaa+-2ab+-bb;
. 1 1
a
—
b faràaa—
lab4-bb;—
a—
bfaràaa+-2ab+-bb .Se
laquantitàfotte
un
trinomio,cioèditretermini,fiferi-vanoinoltreiduerettangoli delprimo terminenel ter-zo,eduealtrirettangolidelfecondonel terzo
(intenden-do,
diequelli rettangoliabbianoque’ fegni,cheportala moltiplicazione)efinalmenteilquadratodel terzotermi-l
ne.Cosìa+-b
—
cfarà egliaa+-2ab+-bb—
2ac
—
tbc+- cc.
Selaquantità faràunquadrimonio,cioèdiquattrotermini, fiferivano in oltreduevolreirettangolide’primitretermini
nelquarto,condipiùilquadratodi ettoquartotermineec.
22.
Ma
rifpettoallequantitàbinomie puòfervireilfe-guente
Canone
generalenon
foloperelevarlealquadrato,ma
aqualunquepotellàm,
intendendo perm
un qualunquenumero.
Siadunque p4-qdaelevarliallapotellà »«, faràettam
m—
i m—
i - -m
j p+
mp
q+•mX
m
—
Ip
qq+-f»Xw»—
lX«i
-
ip
q * » •1“7“
• - -m
•— 4f
i»Xi»
—
tX
m
—
2X
t»—
3p q * cc.,e cosìprofe-r
—
3 4Dt.b-ANALITICHE.
r9Dcbbali adunquefareilquadratodi
p+-q
,inquellocafo
m
farà 2, eperò fortuitonelcanoneinluogodellam
il2,faràilprimo
termine^;
ilfecondo2pt~~1qicioè 2pq;ilterzo 2
X
2—
1 cioè??(non
eflendoviX ••~>
confideratalaquantitàp
,perchèelevataallapoteflà nulla
fieguagliaall’unità,
come
fidimollreràalnumero
50.)ilquarto
2X
2—
iX
2—
2X
/>1“
5?
1
,
ma
2—
2è lo* ?
flettoche zero,adunquequello termineè moltiplicato
per zero,e cosipureciafcun de* futteguenti
,**
onde
faran-no
ettiancora zero,eperòilcanone termineràcolterzotermine,e faràilquadratoricercatopp+-2pq
+
qq.
Si voglialaterza poteflà dip
+
q;faràm —
3,quindifaràzeroilquinto terminecoifutteguenti,ela
ricer-catapoteflà (fattalafollituzionedi3 inluogodivi)
p
>+. 3ppq+.3pqq+.q».Se laquantità da elevarfi farà p
—
q, bafleràporreilfegnomeno
atuttique’termini,
ne’ qualilaq è apoteflà difpari
.
Ilfuddetto canoneferve
non
foloper lobinomioma
perqualunquealtroancora;eperòfivoglialaterza potèllàdi 2
ax
—
xx
:
fifupponga2,1
x—p
tc
—
xx=q
tfarà
m
—
3,indinelcanoneinluogodip,e delle poteflàdipfifolhtuifca 2ax,elecorrifpondentifuepotcllà,Io fieflofifaccia di
—
xx
inluogodiq,e delle fue poteflà,cfiponga3inluogoditn,efarà
—
naax*
t~10
ISTITUZIONI
Anzi potràeglifervire perqualunque polinomio,
cioèperqualunquequantitàcompolladi piùtermini,che
didue.Siailtrinomio a4-h
—
c
daelevarliallaterza
po-terà,farà
dunque
m
—
fiponga
a—p,
eb—
c—
qtindifuirogato<j,elefuepoteflà inluogodip,e delle fue
po-terti,ficcomeinluogo di q, e fue potertifoftituito
b
—
c, efuecorrifpondenti poterti, farà a’+• 3aaXb
—
c 4-$aXb
—
c+-b—
c,cioè a'4-3aab—
3
aac+-^abb
—
6
abc4-3 acc+-b'
—
%bbc +- %bcc—
e* .DelltfDivifimedelleQuantitàcompofle intere.
23.
Tre
combinazioni,ofianotrediverfi cafipof-l'ono darfi intornoalladivifione delle quantità
complete
;11primo
quando
fiacompletalaquantitàdadividerli , efempliceildivifore;ilfecondo
quando
Ga femplicequel-la,e
compoGo
quello;ilterzoquandofianocomportie_. l’una, el’altro.Quanto
aiprimiduecafibadafarufodel-laregoladelle quantità femplici.Nel primocafofidivida
ciafcunterminedella quantità propoftaperlodivifore,c
nafcerannointieri,orotti,oinparteintieri,ed inparte
rot-ti,
come
porteràlanaturadella divifione nelle quantità fcra-plici.Cosi dividendoaa-t-ab—
acper«,avralfi a-t-b—
c;dividendo 4ab
—
6bcxx
perib,avrafliza—
3C4-xx
;li
dividendo
<\ab— cc+
3xx
per 3r,avrafiì406—
cc-h3**
,ofia4ab
—
c4-xx
.Nel
fecondocafofiferivaildiviforek
t cANALITICHE.
21
fottoaldividendo,all’ufodellefrazioni, efeinciafcuntermine del numeratore,e deldenominatorevi farà
qualchequantità
comune
,ficancelliquella; e ciò,cherimane,faràTempre unafrazione.Dividendo però %a'b
per aa
—
ax
+-ab,faràilquoziente 3alb.Dividendo 6a
*
o-x+.b
per2aa
—
lax+
2xx
,faràilquoziente 30*aa
—
ax+.xx 24.Nel
terzo cafofad’uopoinprimo luogoordina-reildividendo, edildivilorerelativamenteaduna
qual-chelettera,cheficrederàpiù a propofito, ilchefifa_.
fcrivendoperprimo terminee neldividendo,e nel
divi-fore quello,incuiquella letterafitrovaallamaggior
di-menfione opotellà,perfecondo termine quello,incui
quellaftelfaletteraèallapotellà piùprolfima;c cosi
fuc-cellìvamentefino a que’ termini,cheaffatto
non
conten-gano
effalettera,iqualifarannogliultimi.Cosifarebbe ordinatarelativamenteallaletteraalaquantità a'+
iaac—
aab
—
$abc+-bbc,edildiviforea—
b.Che
fefivoleffeordinarerelativamentealla letterab,fi Priverebbela_. quantità cosi: bbc
—
3abe—
aab+-a'+- 2aac,
edildivifore cos't:
—
b+-a.l
Ciòpollo,ladivifionefifainquellamaniera:Si
di-videilprimo terminedeldividendoper loprimo
termi-nedel divifore,edilquozientefifcrive aparte;per
que-lloquozientefimoltiplica tuttoildivifore,edilprodotto
fifottraedaldividendo;fattalafottrazione,eridottii
Zi
ISTITUZIONI,
termini,di
nuovo
fidividenelladellamaniera perloprimo terminedel diviforeilprimo terminediciò,cheè
ritnadoneldividendo, cioèdel
primo
redo,equelloquozientefifcrivepredol’altrocon quel legno, che deve
avere;indiperquello fecondoquoziente fi moltiplica
tuttoildivifore,edilprodottofifottraedaldividendo,
cioè dalprimorello
,edinquella guifaoperandofi
ripe-teilcalcolofinoatanto,chedallafottrazionenulla
ri-manga
,elafomma
di tuttiiquozienti parziali faràil quo-ziente totale nato dalla divifione.Siadadividerlia'4-2a.jc
—
aab—
^abe4-bbcpcTa—
Siferivalaquantitàdadividerli in
(A)
tildivifore in(B);
divifoa1per a,ilquozientefaràaa, chefiferiva in
(D),
indi fattoilprodottodelquozientenel divifore,e
fottrat-todaldividendo,rimarràil
primo
rello(M)
,Sidivida-,ilprimo terminelaac quello refiduo(Af) perlodello
primo terminea del divifore,cferiva!]ilquoziente iae
prefiol’altroin
(D),
fifottragga dalprimorello(M)
ilprodottodi2ac nel divifore (fi),edaveralfiilfecondo
re-do
(N)
.
Si dividailprimo termine
—
abe di quellofe-condo
redoper IofltlToterminea del divifore,edil quo-ziente
—
bcfiferiva in(D)
vicinoagl’altri,dalfecondo redo(N)
fottraggafiilprodottodi—
bc nel divifore,e_, nullarimane;
adunque ilquoziente faràaa+iac
—
bc(
A
)a'+
*aac—
aab—
$abc+-bbc(E)
a—
b(N)
-Ac+bbc
ANALITICHE.
Siadadividerli a
*
—
^aab-t-^abb—
b'pera—
b.Siferivaildividendoin
(A),
ildivifore in(B),
dividaliilprimo
terminea’per a
, edilquozienteaali
ferivain(
D
) ,indi fattoilprodottodelquozientenel divifore,e
fottrat-todaldividendo, rimarràilprimoretto(Af);fidivida...
ilprimo terminediquelloretto(Af),cioè
—
zaab perIottefloprimo terminea del divifore,e fcrivafiilquoziente
—
2abprettol’altroin(D),
fottraggafidalprimo
retto(Af)ilprodottodi
—
labnel divifore,e fiavràilfecon-do
retto(N)
,
fidividail
primo
termineabb diquellofe-condo
rettoperlotteffòprimo termineadel divifore,ed
ilquoz:entebbfiferivain(
D)
accantodegl’altri, fot-traggafi indi dalfecondoretto(IV)ilprodottodibbnel divifore(B),
e nullarimane;adunque
ilquozientetotale fatàtfj—
2ab -t-bb(A)
a’—
ì<jab+-$abb—
b1 (Af)—
2aab+~$abb—
b% (Af) abb—
b'(B)
a—
b (D
)aa—
2ab+- bb AltroEfempio
Dividendo2aa+-Jab+-ibb
—
ac—
2
bc, Diviforea+- ib
Primoretto ab+- ibb
—
ac—
ibe,Quozienteij+-b
—
cSecondo
retto—
ac—
2bc
Altro
Efempio
Divid.
—
4d<f‘—
e*, Divifore%dd—
cePrimo
retto 1id'e+-3ddee
—
4
de’
—
e',Quoz. ^dd+^de+eeSecondo
retto 3ddee—
e*li
INST1TUZ
IONI
Altro Efempio
Dividendo
4
aa+
4.7b—
2ac*-bb—
cc Divifore za+•bPrimo
rdlo zab—
2ac-*-bb—
ccSecondo redo
.—
2ac
—
ccQuoziente za*-b—
c
Terzo
redo bc—
ccMa
quioflervifi,chel’ultimoredobc—
ccnon
èdivifibileper za, edinconfeguenza
non può
andareavanti l’operazione,rimanendolafrazione bc
—
cc, eque-x«+-A
do
vuoldire,chelapropodaquantitànon
èinteramente divifibileper za+-btma
folo in parte, eperòfaràilquo-ziente in parte intero,edinparte rotto, cioè2a+-b
—
c4-bc
—
cc,o
puretutto rotto, fcrivendo^aaJt-a
rab-?ac-hbb-cc .
la +- b la4.A
Dell' EJìrazione delle Radici dalleQuantitàcompofte intere.
25.
Come
nellequantità femplici,cosi nellecompo-ne
laradicequadratadiuna qualunquequantità èquella, chemoltiplicatain fedella aprodottalaquantità data;lacubicaquella,chemoltiplicata infeduevolte, la
quar-tatrecc.
La
manieradicavarelaradicequadratanellequan-titàcomplefleèlafeguente, intendendo però, che prima
fienoordinatiiterminirelativamente ad unalettera
fe-condo, cheèdatodettoal
numero
24.Sialaquantitàaa+-2 ab bb,di cuifivuolelaradice
quadrata, chefiferiva in (-4);ficavilaradicequadrata
ANALITICHE.'
25
dalprimo
termine aa,e farà ertaa,laquale fiferiva in (B),fifottragga dalla quantitàpropofia(J)
ilquadratodiefTa,cioèaa,edilrelìduofiferiva in
(D),
indifiraddoppilaquantità afcrittain
(B),
efiferiva in(Af),efaràefia2 a\per2afidividailprimo terminedi
(D)
,edilquozientebfiferivain(B),indifimoltiplichiil
di-vifore 2 a nelquozienteb, efifottraggailprodottodalla quantità
(D),
e di piùdaefiafifottraggailquadratodi b,
eperchènullarimane,faràa+-blaradice cercata
(
A
) aa+
2ab+
bb(B)a-*-A
(D)
2ab+bb
(Af) 20Sialaquantità a* b+-
^adbb—
nab'
+•4&4. Si feriva in(A),
efieftraggalaradicequadratadalpr'motermine, cheeaat efiferiva in(B),ilquadratodiaa
fottraggafi dallaquantità(
A
),erimanelaquantità(D
) ,firaddoppj aatefiferivain (Af), eperelioraddoppiato,
cioèper 2aaydividafiil
primo
terminedelprimoreflo(D),
edilquoziente3abfiferiva in(B),indi fottrattoilprodottodi3ab nel divifore2 aacondipiùilquadratodi
efib34b dalprimoreflo
(D),
rimarràilfecondorefio(H)
.Siraddoppjtuttalaquantità(B),efiferiva in_.(G)
,perloprimo terminediefiafidividailprimo
ter-mine
di(H),
edilquoziente—
ìbbfiferiva in(B),
e_.
perchèfottrattoilprodottodelquozientenel divifore
(G)
condipiùilquadratodellofiefiòquozientedallaquantità
(H)
, nulla rimane, faràlaquantitàfcritta in(B),
D
cioè2 6
IN
STITUZIONI
cioèaa
+
3ab—
zbblaradice,cheficerca.(A) a*+ 6
a'b+
ìaabb—
izab'+
^b*(B)
aa+
$ab—
lbb(
D
) 6a'b+-$aabb—
\zab'+4M
(M)
ìaa(H)
-qaM—izab'-t-qb*
(G)zaa+
6abEcco
l’Operazione peraltriEfempj.Sia y*+-4ay1
—
8a'y+.^a* Rad. yy+
zay—
zaaPrimo
refio qay'_
8<j’^+-4.7+ zyySecondorefio
_
qaa\y—
Sa'y+
qa* zyy+
qaySaràadunquelaradicequadrata
yy+iay—
zaaSialaquantità
16a*-zqaaxx
-1
6aabb+1
ibbxx+px
4 Rad.^aa-^xx—
zbbI.refio-Z4aaxx-i6aabb+1
zbbxx+yx*
8aaII.refio
—
\6aabb+\zbbxx
8aa—
6xx
III.refto
—
4b*Con
quefiaoperazionefiarriva infineall’ultimorefio—
4b*tilqualenon
è divifibilein alcunmodo
per8aa,come
efiggeilmetodo,
cheinquellocafonon
àluogo.Ciò vuoldire,chedallaquantitàpropofia
non
fipuò
at-tualmenteefiraerelaradicequadrata,e però conviene.,
fervirfi delfegnoradicale,
come
di{opraalnumero
16.\
lofteflòfaccialiin fimilicafiperaltreradicicube, quar-te ec.,e cosi
^aa +
bbvorràdirelaradicequadratadiaa+bb\
f^aab—
abb vorrà dire la radice cuba di a ab—
abb ec.26.Rifpettoalleradicicube.Siadaefiraerfila ra-dicecubadalla quantità a’+- 3aabé+-3abb-t-b5
, che fi
feri-ANALITICHE.
27
feriva in(
A
). Sicavi la radicecubadalprimotermino
a*della quantitàpropofta,efiferiva in
(B),
filottraggailcubodiquella,cioèa’,dalla quantità(
A
),edilrefi-duo
fiferiva in(D),
fifaccia indiiltriplodelquadrato dia,cioè3aa,efiferiva in(M),
perefTofidividailprimo
termine del refiduo(D)
, edilquoziente bfiferiva in
(B),
perefiofimoltiplichiildivifore3aa,edilprodotto condi piùiltriplodel quadratodibnella
quan-tità<3,edil
cubo
dibfifottragga dalrefiduo(D)
;0
perchènullarimane,farà a
+
blaradice,cheficercava.
( A')a'
+
$aab-h $abb-hb'(B)
a+
b(D)
^aab4-%abb+
bl(
M
)3aaDebbafielìraerelaradicecubadallaquantità
Z6 +-
6
bz*—
4
oh’z’+
p6b'z—
64
b*.Si cavi la radice dal
primo
terminezs,chefaràzz,
efiferiva in(R),fottraggafiilcubodi(
B
)dalla propo-rla quantità(^),
edilrefiduofiferivain(D),
fifaccia iltriplo delquadratodi(B),
efiferivain(M),
indiper efiofidividailprimo terminedellaquantità(O)
,edilquoziente zbzfiferiva in
(B),
fottrrggafipofeiailpro-dottodizbznella quantità(
M),
e di piùiltriplodelqua-dratodizbzmoltiplicato inzz
con
ilcubodizbzdalrefi-duo
(D),
e fcrivafiilrefiduo in(Hi,
facciafiiltriplodelquadratodi(
B)
,
chefcrivafi in
(G),
eperloprimo
ter-mine
di efiofidividailprimo
terminedella quantità(H),
edilquoziente—4
bbfiferiva in(B),fimoltipli-D
2 chi28
ISTITUZIONI
chiquello quozientenella quantità
(G),
edilprodottocondipiùiltriplodelquadratodi
—
4bb inzz+
ibz,ed ilcubodi_4
bb fottraggafi dalla quantità(H),
e nulla-,rimane;ondefaràlaradicecubadellaquantitàpropoli*
tuttalaquantità(B),cioèzz-t-ibz
—
qbb,« , ,, , « Radice cuba .
\Si) z 4-6bz
—
40^ 6+b\&)
zz+ibz—
+bb (D)
I.redo6tz—
40Ì i+
g 6tz-'64i C'V) jz (H)II.redo —itttz—
484*4- jtfiz—
(S4A(G)
jz4.ntz•+izlbzsNelloftefifo
modo
lìfaràintornoallaquantità* s 4 »» 4 1 * Radice cuba
(•'O
*7>—
S*'y•+>44<‘Of—
—itcy-+<J4c(R) !Xy—
+•»« (D)I. reflo—
J4<y5
-H44«y
—
ijicy -t-ipicyy--pCcy-+«4c(M) 17/(H)II,reno io8«y
—
t
4<c> rf
—
}Ccy+64e
(G) 177—jtffjf+urty 27.Perleradiciquarte. Sia propollalaquantità
<*4
+ 4
a'b+-6
aobb+- ^ab'+-b*tdicuifivoglialaradice», quarta.Siferivain(A)
,eficavilaradicequarta dalprimo
termine, chefaràa,efiferivain(B)
,fottraggafi laquarta potefià di(B)dallaquantità(A)
,edilreliduo fiferiva in(D)
,indi facciafiilquadruplodelcubodi<7, efiferivain(Af), perefibfidividailprimo termine», dellaquantità(D),
edilquozientebfi ferivain(B),
dalla quantità(D)
fifottraggailprodottodelquozienteb neldivifore43»,e di piùilfefiuplodelquadratodib nelquadratodi«,edilprodottodelquadruplodelcubodib
«ella quantitàa,efinalmenteilquadrato -quadrato o
bu
analitiche:
29
quartapoteflà di b; eperchènullarimane,farà a+•&la-,
radicecercata
(
A
) 4-43’^
+.6
aàbb+- 4<7&’+
&+(B)
a+-b(D)
43*b+-6aabb+•qab'4-b428.Rifpettoallaradicequinta.Per vedereinquale
maniera crefcanoleoperazionidafarli,ballaformarela
quintapoteflà delbinomio, per efempioa+-b,laquale.»
cidarà regola, ftccomelafeconda,terza,equarta
pote-flà dellofleflobinomiociàdataregola perleradici
qua-drata, cuba,e quarta.Similmentefidifcorra delle
radi-ci fella, fettima ec.
Del
Calcolo delle Frazioni /empiici,ecompofte.29.Dalladivifione dellequantitàs’èveduto cornea
nafconolefrazioni,ofianoirotti.
Una
frazioneadun-queindica
una
divifionedafarfidel numeratore per lodenominatore,
onde
ne viene, chefeilnumeratorefarà10 fleflo deldenominatore,
comejj^
o pure aa—
bb,ed
a a a
—
bbaltrefimili,talifrazioniniente altrovorrannofignifìcare, chel’unità,perchèdi fattodividendoaper
a,aa
—
bbperaa
—
AA,ilquozienteè l’unità.E
perchèlamoltiplicazioneèun’operazionecontrariaalladivifione, è chiaro,che
un
qua-lunqueinterofi
può
ridurreadeflereunafrazione diqual-fivogliadenominatore,feperlaquantità,chedeveeflere
11denominatore,fimoltiplicherà,efidivideràl’intero;
così
/
/
3
o
ISTITUZIONI
cosiperridurrel’intieroaad unafrazione del denomi-natore bfi l’criveràab; per ridurre a
—
bad unafrazione-*“
deldenominatore dfifcrivcràad
—
bd;perridurrea-hbd
ad una frazione del denominatore
c—d
li fcriveraa+-b
Xc—
d,cioèac+bc
—
ad—
bd..c
—d
c—
dDellaRiduzionedelleFrazioniall’efprejjtonepiù femplice.
30.
Quando
lefrazionianno
in ciafcunterminedelnumeratore,edeldenominatorelaItelTa,ole ftefle
let-tere balla cancellarenell’uno,e nell’altrolelettere
co-muni,
avendo riguardoallepotellà loro,come
dillinella divifionealnumero
io.; cosia^bbfaràaabb;ab'
farà
a C c aie
bb;
a’b—x'b
faxaa’—.x*
.Ma
quando
anchenelnu-C ab
—
b b a—
•bmeratore, e denominatore
non
vifiano leflelTelettere-.,purchél’uno,el’altrofieno moltiplicatiperlaftelfa
quan-tità,farannoanco perefladivifibili,edinconfeguenza-. fipotrà ridurrelafrazione.
Adunque
aac—
aad,che è~cd—dd
appunto
aaXc-d
,ridotta farà aa; aa+-iab\ ofia_*dXe~d
d ••i+*atb aa+-labXaa
+
lab, farà ridottaaa+
lab; aac—
aadca+-
takXi
bcd—dd
—
bbc-bbbdof
u
aa—bbXc
—
dridottafarà
aa—bb
;ANALITICHE.
3laac
—
aad—
acd+-added
—
dd a±-.?L
ec. dofia
aa-.ad
X
c—d
,ridotta faridXc—
dGeneralmente adunque
ogni qualvoltalafrazione è tale,cheilnumeratore,edenominatorefienoambi
di-vifibiliperuna
(lettaquantità(cheinquellicafifichia-ma
illorocomun
divifore)facendo attualmentele divi-fioni,idue Quozienti darannolafrazioneridotta;ma_.avvertafi,chefeil
comune
diviforenon
èilmaffimo,lafrazione faràbensìridotta,
ma
non
allapiùfemplice ef-preflìone;cosi lafrazione a'—
abb,clicèaXa-+bXa—b
a
x
cx
-può
ettèredivifanelnumeratore,e neldenominatore pera,pera+-b,eper aa
+
ab", ilmaflimodiquellidiviforièaa-hab;
adunque
perchèfiaridottaallaminima,
bifogneràdividerlaper aa+•ab, c faràilquozientea
—
b.Ma
ilpiùdellevolte èaffaidifficileilriconofcerefevifia,equalefia_.
quello
comun
divifore,eperòfe ne daràlaregola piùabbalToal
numero
36. per oraommettendolo
afinedinon
confondere troppolaGioventùnon
ancoraavvezza,epatteròall'altreoperazionifervendomidifrazioni ridot-teall’efpreffionepiù femplice.