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373-381 Elementi accidentali condizioni generali di contratto contratti dei consumatori

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Academic year: 2021

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(1)

Università degli Studi di Salerno

Dipartimento di Scienze Economiche e

Statistiche

Prof. Marcello

D’Ambrosio

Prof. Marcello

D’Ambrosio

Corso di Istituzioni Diritto Privato

Parte quarta – Autonomia negoziale

Il contratto

Elementi accidentali del contratto

Condizioni generali di contratto e contratti dei

consumatori

(2)

ELEMENTI ACCIDENTALI –

la condizione (quadro normativo)

Art. 1353 c.c. Contratto condizionale: «Le parti possono

subordinare l'efficacia o la risoluzione del contratto o di un singolo patto a un avvenimento futuro e incerto».

Condizione sospensiva: l’effetto negoziale ad essa subordinato

manca in un primo momento è destinato a prodursi nel caso in cui la condizione si avveri;

Condizione risolutiva: l’effetto negoziale si produce immediatamente

ma è destinato a venir meno nel caso in cui la condizione si avveri.

Art. 1354 c.c. Condizioni illecite o impossibili – Se la condizione è

illecita, il contratto è nullo (se la clausola illecita non è essenziale, il contratto è valido ed è nulla solo la clausola). Se la condizione è impossibile il contratto è nullo, se è sospensiva; si ha come non apposta, se è risolutiva.

Art. 1355 c.c. Condizione meramente potestativa – Dipende dal

mero arbitrio di una delle parti o dalla sua valutazione dell’opportunità del negozio: nullità se tale condizione è sospensiva.

Art. 1356 c.c. Pendenza della condizione – In pendenza della

condizione sospensiva l'acquirente di un diritto può compiere atti conservativi. L'acquirente di un diritto sotto condizione risolutiva può, in pendenza di questa, esercitarlo, ma l'altro contraente può compiere atti conservativi.

(3)

LA CONDIZIONE – quadro

normativo (segue)

Art. 1357 c.c. Atti di disposizione in pendenza della

condizione – Chi ha un diritto subordinato a condizione

sospensiva o risolutiva può disporne in pendenza di questa; ma

gli effetti di ogni atto di disposizione sono subordinati alla

stessa condizione.

Art. 1358 c.c. Comportamento delle parti nello stato di

pendenza – Colui che si è obbligato o che ha alienato un

diritto sotto condizione sospensiva, ovvero lo ha acquistato

sotto condizione risolutiva, deve, in pendenza della condizione,

comportarsi secondo buona fede per conservare integre le

ragioni dell'altra parte.

Art. 1359 c.c. Avveramento della condizione – La

condizione si considera avverata qualora sia mancata per

causa imputabile alla parte che aveva interesse contrario

all'avveramento di essa.

Art. 1360 c.c. Retroattività della condizione – Gli effetti

dell'avveramento della condizione retroagiscono al tempo in

cui è stato concluso il contratto, salvo patto contrario. Se la

condizione risolutiva è apposta a un contratto ad esecuzione

continuata o periodica, l'avveramento di essa, in mancanza di

patto contrario, non ha effetto riguardo alle prestazioni già

eseguite.

(4)

TERMINE

Nozione: Il termine è il momento futuro e certo dal quale (iniziale) o fino al

quale (finale) debbono prodursi gli effetti del negozio.

Atti per i quali non è consentita l’apposizione di termine o condizione

(c.d. atti legittimi):

Art. 108 c.c. Inapponibilità di termini e condizioni – La dichiarazione

degli sposi di prendersi rispettivamente in marito e in moglie non può essere sottoposta né a termine né a condizione.

 Se le parti aggiungono un termine o una condizione, l'ufficiale dello stato civile non può procedere alla celebrazione del matrimonio. Se ciò nonostante il matrimonio è celebrato, il termine e la condizione si hanno per non apposti.

Art. 475 c.c. Accettazione espressa (dell’eredità) – L’accettazione è

espressa quando in un atto pubblico o in una scrittura privata, il chiamato all'eredità ha dichiarato di accettarla oppure ha assunto il titolo di erede. È

nulla la dichiarazione di accettare sotto condizione o a termine.

Parimenti è nulla la dichiarazione di accettazione parziale di eredità.

Art. 520 c.c. Rinunzia condizionata, a termine o parziale – È nulla la

rinunzia fatta sotto condizione o a termine o solo per parte.

Art. 637 c.c. Termine – Si considera non apposto a una disposizione a titolo

universale il termine dal quale l'effetto di essa deve cominciare o cessare.

N.B.: Distinto dal termine come elemento accidentale del contratto è il

termine per l’adempimento dell’obbligazione.

(5)

ONERE / MODO

Nozione: può essere apposto solamente a negozi a titolo gratuito;

limita il vantaggio economico del beneficiario. Non è una controprestazione.

Art. 647 c.c. Onere – Tanto all'istituzione di erede quanto al legato

può essere apposto un onere. Se il testatore non ha diversamente disposto, l'autorità giudiziaria, qualora ne ravvisi l'opportunità, può imporre all'erede o al legatario gravato dall'onere una cauzione. L'onere impossibile o illecito si considera non apposto; rende tuttavia nulla la disposizione, se ne ha costituito il solo motivo determinante.

Art. 648 c.c. Adempimento dell'onere – Per l'adempimento

dell'onere può agire qualsiasi interessato. Nel caso d'inadempimento dell'onere, l'autorità giudiziaria può pronunziare la risoluzione della disposizione testamentaria, se la risoluzione è stata prevista dal testatore, o se l'adempimento dell'onere ha costituito il solo motivo determinante della disposizione.

Art. 671 c.c. Legati e oneri a carico del legatario – Il legatario è

tenuto all'adempimento del legato e di ogni altro onere a lui imposto entro i limiti del valore della cosa legata.

Art. 793 c.c. Donazione modale – La donazione può essere gravata

da un onere. Il donatario è tenuto all'adempimento dell'onere entro i limiti del valore della cosa donata. Per l'adempimento dell'onere può agire, oltre il donante, qualsiasi interessato, anche durante la vita del donante stesso. La risoluzione per inadempimento dell'onere, se preveduta nell'atto di donazione, può essere domandata dal donante o dai suoi eredi.

Art. 794 c.c. Onere illecito o impossibile – L'onere illecito o

impossibile si considera non apposto; rende tuttavia nulla la donazione se ne ha costituito il solo motivo determinante.

(6)

CONTRATTAZIONE

STANDARDIZZATA

a)

Condizioni generali di contratto (art. 1341

c.c.):

Elementi fisionomici

unilateralità della predisposizone

uniformità del contenuto

Requisiti di efficacia

condizioni generali non vessatorie per l’aderente:

accettazione dell’aderente, ovvero, in mancanza di questa,

conoscenza da parte dell’aderente o, addirittura, semplice

conoscibilità.

condizioni generali vessatorie (che comportano un sacrificio

in caso di inadempimenti o controversie) per l’aderente:

approvazione da parte dell’aderente specifica ed in forma

scritta.

377

Criterio d’interpretazione

Interpretatio contra stipulatorem → la clausola deve essere

(7)

CONTRATTAZIONE

STANDARDIZZATA

Criterio

d’interpretazione

Interpretatio contra stipulatorem

b)

Contratti conclusi mediante moduli o formulari

Elementi fisionomici

Requisiti di efficacia

Unilateralità della predisposizione

Uniformità del contenuto

dipendenza dell’efficacia delle clausole vessatorie

dall’approvazione da parte dell’aderente specifica

(mediante sottoscrizione apposta isolatamente dal resto

del testo contrattuale) ed in forma scritta.

dipendenza dell’efficacia delle clausole prestampate

dall’inesistenza di clausole aggiunte incompatibili

(altrimenti divengono efficaci queste ultime)

(8)

CONTRATTAZIONE

STANDARDIZZATA

c)

Contratti normativi

Fattispecie

Effetti

Accordo con il quale si predetermina il regolamento

di futuri contratti

Se gli interessati concludono i futuri contratti,

diviene efficace il regolamento prestabilito, ma

inesistenza di un obbligo di concludere i futuri

contratti

(9)

CONTRATTAZIONE

STANDARDIZZATA

d)

Disciplina dei «Contratti del

consumatore» (Codice del Consumo, d.lgs. n.

206 del 6 settembre 2005

Fattispecie

Criteri di determinazione della

vessatorietà

1) Conclusione di un contratto tra un professionista (anche

persona giuridica) nello svolgimento della propria attività

economica ed una persona fisica al fine di acquistare beni

o servizi estranei alla propria attività professionale;

2) pattuizione di attribuzioni comportanti «a carico del

consumatore un significativo squilibrio dei diritti e degli

obblighi derivanti dal contratto» (malgrado la buona fede del

professionista);

3) mancanza di una trattativa sulle attribuzioni determinanti lo

squilibrio.

Presunzione di vessatorietà delle clausole rientranti in un

elenco formulato dal legislatore.

→ Il giudizio di vessatorietà non dipende dallo squilibrio tra il

valore delle attribuzioni principali, né dalla clausola che fissa il

corrispettivo del bene o del servizio.

380

(10)

CONTRATTAZIONE

STANDARDIZZATA – disciplina dei

contratti del consumatore (segue)

Conseguenze giuridiche

nullità delle clausole vessatorie, mentre il contratto

rimane valido per il resto La nullità opera solo a

vantaggio del consumatore ed è dichiarata dal giudice

su richiesta del consumatore ovvero in base al rilievo

d’ufficio

(c.d. nullità di protezione).

interpretazione di tutte le clausole (anche non

vessatorie) nel senso più favorevole al consumatore

(tali da comportare il minor sacrificio ovvero il maggior

beneficio per il consumatore medesimo).

inibitoria delle clausole abusive stabilita dal giudice

su domanda delle associazioni di categoria.

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