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Intervento conclusivo

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Academic year: 2021

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Attilio Mastino

Intervento conclusivo

Attilio Mastino

1ntervento conclusivo

Eccellenza Signor Ministro, Signor Direttore Generale, Signor Delegato, Onorevole Assessore alla Cultura della Regione Sarda, Signor Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, Signor Sindaco, cari amici,

Aprendo i lavori di questoXIIIConvegno, Raimondo Zucca ci ha riporta-to indietro nel tempo, fino ad Omero ed alla leggenda di Ulisse, giunriporta-to in quella terra fortunata dove i Lotofagi vivono felici, mangiando i frutti dei fiori di loto: ãáßçò ËùôïöÜãùí, ïl ôE Tíèéíïí åqäáñ häïõóéí.

E dopo questi quattro giorni, nei quali siamo stati colmati di attenzio-ni e di cortesie, forse anche noi, come i compagattenzio-ni di Ulisse, vorremmo di-menticare il ritorno e restare in un’isola luminosa, nella quale siamo stati accolti con tanta amicizia.

Il tema del Convegno di quest’anno non poteva essere più indovina-to: attraverso le decine e decine di relazioni e di comunicazioni abbiamo finalmente avviato un ripensamento sereno e critico sul tema controverso e difficile della nascita dell’archeologia e dell’archeologia coloniale e lo abbiamo fatto superando vecchi pregiudizi ed antichi luoghi comuni, presentando importanti documenti inediti e delibando forse per la prima volta le numerose fonti in lingua araba.

Forse era giunto veramente il tempo di guardare a distanza il proble-ma della nascita dell’archeologia, di studiare la storia delle scoperte ar-cheologiche nel Maghreb, evidenziando errori, forzature e strumentaliz-zazioni del passato ma anche recuperando le figure di quei grandi mae-stri, europei ed arabi, pionieri che hanno lasciato testimonianze sincere di curiosità, di passioni, di interessi, che andavano inserite nel clima storico che essi hanno vissuto, spesso in periodi di guerre sanguinose, senza nulla dimenticare di un passato che comunque continua ad avere un suo signi-ficato per ciascuno di noi.

È emersa, soprattutto dai nostri lavori, la complessità di un problema che investe aspetti politici importanti e che chiama in causa innanzi tutto i rapporti tra Europa e paesi arabi.

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Devo dare atto che ci siamo confrontati in questi giorni con libertà di pensiero, da uomini liberi che desiderano costruire una rete di rapporti che non può fondarsi sui complessi di colpa degli uni o sul risentimento degli altri. In questa direzione, abbiamo certamente fatto un passo avanti e di questo dobbiamo dare atto innanzi tutto ai relatori, provenienti da12 paesi, che ci hanno presentato le primizie di ricerche che si annunciano importanti e capaci di arricchire enormemente le nostre conoscenze.

Permettetemi di ringraziare tutti i colleghi dell’Institut National du Patrimoine, guidati dal Direttore Generale Boubaker Ben Fraj e soprat-tutto il collega e l’amico fraterno Mustapha Khanoussi, che è stato il pri-mo vero pri-motore di questo Convegno, che ha curato in tutti i più minuti aspetti organizzativi.

Desidero ringraziare inoltre, alla presenza di S.E. il Ministro dell’In-segnamento superiore della Tunisia, l’ex Ministro per l’Università e la ri-cerca scientifica italiana onorevole Luigi Berlinguer e l’attuale Ministro onorevole Ortensio Zecchino, che hanno concesso un contributo finan-ziario al Convegno: l’Università italiana vive oggi un profondo processo di trasformazione e di passaggio e si apre sempre di più al confronto con altri sistemi universitari dell’Europa e del Mediterraneo.

Signor Ministro,

la Tunisia ci ha accolto a braccia aperte, con le sue musiche, i suoi sapori, i suoi colori, i suoi monumenti, che sono oggetto di attenzione crescente, anche perché va affermandosi il senso dei valori del patrimonio culturale, dell’identità e della storia del Mediterraneo, nelle sue articolazioni, nelle sue contraddizioni e nella sua complessità.

Credo che i nostri studenti della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Sassari che hanno avuto il privilegio di seguire questo convegno abbiano vissuto stimoli ed emozioni che non dimenticheranno presto. Ma volevo dire anche di quanto io stesso ed i nostri colleghi Rai-mondo Zucca, Cinzia Vismara, Marco Milanese, Sauro Gelichi, Alberto Moravetti, Emilio Galvagno, Paola Ruggeri, abbiamo ricevuto dai nostri studenti e dagli studenti tunisini, francesi e spagnoli qui a Djerba, ma an-che a Téboursouk, a Rihana, ad Uthina, in termini di entusiasmo, di vo-glia di vivere, di capacità di entrare in sintonia con un paese straniero con animo libero da prevenzioni e da complessi.

Credo che questa sia una generazione nuova, che travolgerà antiche barriere ed antichi steccati.

Signor Ministro,

prima di chiudere questo intervento mi consenta di esprimere la soddi-sfazione più viva per i nostri lavori, l’ammirazione per l’impegno delle

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torità della Tunisia preposte alla difesa del patrimonio culturale, il senso profondo dei legami crescenti che ci legano al mondo arabo.

Ed è per queste ragioni che mi permetto di esprimere l’auspicio che il prossimo convegno, il:18convegno internazionale de “L’Africa roma-na” possa svolgersi nel dicembre 2000 ancora una volta nel Maghreb e possibilmente in Marocco.

Nella speranza che per tutti i paesi della riva sud del Mediterraneo possa sorgere un’alba di pace.

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