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La crescita della partecipazione scolastica

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Academic year: 2021

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(1)UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PADOVA Facoltà di Scienze Statistiche. Corso di laurea triennale in Statistica, Popolazione e Società. Tesi di laurea. LA CRESCITA DELLA PARTECIPAZIONE SCOLASTICA. Relatore Prof. Lorenzo Bernardi Laureanda Lisa Dal Grande Matricola N. 526047 - SPT. Anno Accademico 2007-2008.

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(3) INDICE. INTRODUZIONE ................................................................... 5 CAPITOLO 1 ......................................................................... 7 L’ISTRUZIONE: DAL MEDIOEVO AD OGGI ................................................ 7. CAPITOLO 2 ....................................................................... 17 GLI ISRITTI TOTALI ............................................................................ 17 GLI ISCRITTI AL PRIMO ANNO.............................................................. 20. CAPITOLO 3 ....................................................................... 23 I RIPETENTI TOTALI............................................................................ 23 I RIPETENTI AL PRIMO ANNO ............................................................... 25. CAPITOLO 4 ....................................................................... 29 SUDDIVISIONE DELLE SCUOLE SECONDARIE DI SECONDO GRADO .......... 29 ITALIA ............................................................................................ 30 NORD-EST ...................................................................................... 33 VENETO .......................................................................................... 36. CAPITOLO 5 ....................................................................... 39 RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE SUDDIVISE PER TIPOLOGIA DI SCUOLA...... 39 I LICEI............................................................................................ 40 GLI ISTITUTI TECNICI ...................................................................... 41 GLI ISTITUTI PROFESSIONALI ........................................................... 42 ALTRO ............................................................................................ 43. CONCLUSIONI .................................................................... 45 BIBLIOGRAFIA ................................................................... 47 SITI INTERNET .................................................................. 47 RINGRAZIAMENTI.............................................................. 49. 3.

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(5) INTRODUZIONE. L’analisi. qui. presentata. si. propone. di. esaminare. l’andamento. della. numerosità di studenti delle scuole secondarie di secondo grado dagli anni ’50 ad oggi. La raccolta dei dati si è rilevata abbastanza problematica dato che nel 2001 è stato abolito l’Annuario Statistico italiano dell’istruzione, e negli anni a seguire l’interesse si è spostato più sull’istruzione universitaria tralasciando quella secondaria. Di fatto il processo di produzione delle informazioni relative ai vari segmenti del sistema di istruzione è stato delegato, nell’ambito del SISTAN, al rispettivo Ministero. Ciò ha determinato da un lato un interesse episodico da parte dell’Istat, con prevalente attenzione alla costruzione di indicatori; e dall’altra a una consistente variazione nella realizzazione della raccolta dei dati e soprattutto nelle modalità di loro pubblicizzazione, cosicché il Paese non dispone di una serie storica uniforme in materia, peraltro particolarmente carente, dal punto di vista conoscitivo, nell’ultimo periodo. La ricerca iniziale prevedeva una distinzione principale tra le scuole private e quelle pubbliche, ma proprio a causa dell’eliminazione dell’annuario non è stato possibile trovate informazioni su quelle private, di conseguenza si sono prese solamente in considerazione le scuole statali, prelevando i dati dal sito del Ministero della Pubblica Istruzione. Lo studio analizza gli iscritti e i ripetenti totali e quelli al primo anno in Italia, nel Veneto e nel Nord-Est (che comprende Trentino-Alto-Adige, Veneto, Friuli–Venezia-Giulia ed Emilia Romagna). Gli studenti sono inoltre suddivisi per tipologia di scuola; Licei (escluso il liceo artistico), Istituti Tecnici, Istituti Professionali e Altro (compreso il liceo artistico). In principio, per ovvie ragioni di semplicità espositive, si è adottato l’andamento temporale dell’analisi con intervallo decennale , cioè con inizio nell’anno scolastico 1951-1952 e successivamente per gli anni 1961-’62, 1971’-72, 1981-’82, 1991-’92 e 2001-’02. Dal 2001-2002 invece proseguiva di anno in anno fino al 2005-2006. Dato che per l’anno 1951-1952 i ripetenti 5.

(6) suddivisi per tipologia di scuola non sono stati trovati, e nemmeno per l’anno 1952-1953, si è preso in considerazione l’anno 1953-1954. Di conseguenza si deve tener conto, nell’interpretazione dei grafici, della differenza temporale di 8 anni, e non 10, tra l’anno scolastico 1953-’54 e quello 1961-’62; e che a partire dal 2001-’02 si procede di anno in anno. Per elaborare indici o rapporti si sono anche prelevati i quattordicenni, dal censimento o dalla popolazione residente, per ogni anno analizzato e inoltre l’intervallo quindici - diciannovenni, sempre dalla popolazione residente o dal censimento, per gli anni medesimi.. 6.

(7) CAPITOLO 1. L’ISTRUZIONE: DAL MEDIOEVO AD OGGI Per tutto il Medioevo, l’istruzione fu un privilegio riservato ad una minoranza della popolazione: religiosi, nobili e, nel Tardo Medioevo, mercanti e artigiani. Il resto della popolazione, cioè i contadini, era completamente escluso da qualsiasi processo di alfabetizzazione. L’istruzione non era obbligatoria ed era affidata agli enti ecclesiastici. Per quanto riguarda la formazione di base si poteva contare quasi esclusivamente sull’istruzione privata, mentre a livello di istruzione superiore esistevano delle istituzioni di tipo scolastico, come le scuole dei monasteri, le università o le scuole artigiane. Nel 1700 le iniziative scolastiche riguardavano prevalentemente l’istruzione secondaria e universitaria, piuttosto di quella primaria, sicché gli effetti sulla diminuzione dell’analfabetismo non furono molto rilevanti. D’altro canto vennero affermati due principi fondamentali: il ruolo delle scuole come luoghi privilegiati dell’istruzione e il diritto/dovere dello stato di provvedere all’istruzione dei cittadini. La prima istituzione scolastica pubblica fu organizzata nel Regno delle Due Sicilie da Ferdinando IV di Borbone intorno al 1800, dove agli enti ecclesiastici fu affidato il compito di dar vita a scuole pubbliche e gratuite. Nacquero così in tutti i comuni scuole popolari ove s’insegnavano le basi per leggere, scrivere e contare. La prima legge che regolò il sistema scolastico italiano fu la “legge Casati” varata nel 1859 dall’allora ministro della pubblica istruzione del Regno di Sardegna Gabrio Casati. Essa prevedeva due anni di obbligo scolastico per tutti i bambini di sei anni d’età; quattro anni di scuola elementare, divisi in due cicli biennali, di cui solo il primo ciclo era obbligatorio; dopo la scuola elementare il sistema si divideva in due: il ginnasio, di cinque anni (a pagamento, alla fine del quale si potevano frequentare tre anni di liceo classico) e la scuola tecnica, di tre anni (al temine della quale si poteva accedere all’istituto tecnico). Solo chi aveva frequentato il liceo poteva poi. 7.

(8) accedere all’università. L’ applicazione di questa legge fu largamente disomogenea nelle diverse parti del Regno d’Italia. Nei sessant’anni successivi all’unità d’Italia i vari governi succedutisi introdussero molti cambiamenti alla legge Casati. L’obbligo scolastico fu esteso a 9 anni d’età e in seguito a 12, e furono previsti prestiti e finanziamenti ai comuni per la costruzione di scuole. Inoltre, con la legge Daneo - Credaro del 1911, si stabilì che lo stato avrebbe assunto il controllo diretto delle scuole elementari, così da garantirne la presenza su tutto il territorio nazionale. Furono fondate anche molte scuole e istituti tecnici e vennero aperti nuovi indirizzi nelle scuole medie superiori (come il liceo moderno, che univa i contenuti del liceo classico con una più approfondita preparazione in campo scientifico). Nel 1923 con il primo governo Mussolini (1922-1924) fu affidato l’incarico di Ministro della Pubblica Istruzione a Giovanni Gentile, il quale procedette ad approvare una serie di leggi che diedero vita a una riforma complessiva del sistema scolastico italiano. Punti salienti della “Riforma Gentile”, come venne definita, furono: •. innalzamento dell'obbligo scolastico sino al quattordicesimo anno di età. Dopo i primi cinque anni di scuola unitaria (scuola elementare), gli alunni avrebbero dovuto compiere una scelta tra quattro possibilità: il ginnasio, quinquennale, che dava l’accesso al liceo classico o al liceo scientifico; l’istituto tecnico triennale, seguito da quattro anni di istituto tecnico superiore; l’istituto magistrale di sette anni, destinato alle future maestre; la scuola di avviamento professionale1, triennale, al termine della quale non era possibile iscriversi ad alcun’altra scuola. Questo sistema ripeteva molti aspetti della legge Casati, infatti per quanto riguarda l’accesso all’università, solo i diplomati del liceo classico avrebbero potuto frequentare tutte le facoltà, mentre per i diplomati del liceo scientifico era possibile accedere solo alle facoltà. 1. Le scuole di avviamento professionale erano quelle scuole che permettevano a chi aveva conseguito la licenza elementare di continuare gli studi ottenendo una formazione verso il mondo del lavoro o le scuole professionali o tecniche. I corsi erano divisi per maschi e femmine.. 8.

(9) tecnico-scientifiche. A tutti gli altri era invece impedita l’iscrizione all’università; •. insegnamento. obbligatorio. della. religione. cattolica. nelle. scuole. elementari, dato che in precedenza l’insegnamento del cattolicesimo era facoltativo; •. istituzione di scuole speciali per gli alunni portatori di handicap;. La scuola di Gentile era severa ed elitaria. La sua struttura permetteva solo a un numero ristretto di giovani di accedere agli studi superiori, veniva definita appunto una scuola di tipo aristocratico, cioè pensata e dedicata "ai migliori" e non a tutti e rigidamente suddivisa a livello secondario in un ramo classicoumanistico per i dirigenti e in un ramo professionale per il popolo. Le materie scientifiche. furono. quindi messe. in. secondo. piano, avevano. la. loro. importanza solo a livello professionale. Il sistema scolastico rimase così organizzato fino al 1962 quando venne abolita la scuola di avviamento professionale, dando così vita alla scuola media unificata che permetteva l’accesso a tutte le scuole superiori; unico cambiamento, non organizzativo, fu nel 1947 dove si stabilì l’istruzione pubblica, gratuita e obbligatoria per almeno otto anni. Negli anni settanta si arenò uno dei molti tentativi di riforma della scuola secondaria superiore, mentre negli anni ottanta e novanta sorse il problema della dispersione scolastica, ovvero quell’insieme di manifestazioni negative all’interno del sistema scolastico (frequenze irregolari, bocciature, abbandoni, mobilità del personale,…), che favoriva il mancato conseguimento di livelli adeguati di apprendimento. Tuttavia si presentarono delle innovazioni didattiche indirizzate a riformare la scuola secondaria superiore allo scopo di: •. metterla in grado di corrispondere meglio alle grandi trasformazioni verificatesi nella società italiana;. •. renderla più coerente con le riforme già intervenute, quella della scuola media e quella degli accessi universitari;. •. predisporla alla nuova sfida dell’auspicato processo di integrazione dell’Europa. 9.

(10) Fu inoltre, prolungato l’obbligo scolastico da 8 a 10 anni e furono eliminati gli esami di riparazione. Nel 1996 Luigi Berlinguer, ex rettore dell’Università di Siena, diventò Ministro dell’istruzione del primo governo Prodi, proponendo importanti obiettivi: l’innalzamento dell’obbligo scolastico, la riforma dell’esame di maturità, l’autonomia scolastica ed il riordino dei cicli. In primo luogo pubblicò un Documento di discussione sulla riforma dei cicli d’istruzione2, i cui principali punti erano: la necessità di superare la distinzione fra cultura e professionalità e, quindi, fra formazione culturale e formazione professionale; l’articolazione del percorso scolastico non più per ordini e gradi d’istruzione, ma per obiettivi di apprendimento. In seguito presentò la “Legge Quadro in materia di Riordino dei Cicli dell’Istruzione”, ove erano previsti due cicli scolastici. Il ciclo primario ,di sei anni di durata, diviso in tre bienni, aveva come scopo di concorre alla formazione dell'uomo e del cittadino nel rispetto e nella valorizzazione delle diversità individuali, sociali e culturali. Esso favoriva la formazione della personalità degli alunni promuovendone l'alfabetizzazione per l'acquisizione dei linguaggi e dei saperi indispensabili, per lo sviluppo delle capacità critiche e di un atteggiamento positivo nei confronti dell'apprendimento, per il riconoscimento e la condivisione dei valori fondanti la convivenza civile e democratica. Anche il ciclo secondario durava sei anni e si articolava nelle grandi aree umanistica, scientifica, tecnica, tecnologica, artistica e musicale ed aveva la funzione di consolidare e riorganizzare le capacità e le competenze acquisite nel ciclo primario, di arricchire la formazione culturale, umana e civile degli studenti, sostenendoli nella progressiva assunzione di responsabilità, e di offrire loro conoscenze e capacità adeguate all'accesso all'istruzione superiore universitaria e non universitaria ovvero all'inserimento lavorativo.. 2. Con Cicli d’istruzione si indica l’insieme del percorso di istruzione e formazione di un ragazzo. Questa espressione, che sostituisce quella precedente (ordini e gradi di istruzione), vuole dare continuità ad un percorso di formazione che in precedenza era frantumato tra scuola dell’obbligo e scuola secondaria superiore non obbligatoria. Il sistema scolastico italiano è articolato in 2 cicli: il primo, comprende la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado; il secondo, comprende la scuola secondaria di secondo grado e la formazione professionale.. 10.

(11) In fine riformò l'esame di maturità. L’esame di Stato comprendeva tre prove scritte e un colloquio, il punteggio di valutazione passò dai sessantesimi ai centesimi e venne introdotto il credito formativo. La riforma prevedeva: commissari interni alla scuola, la commissione d'esame composta da non più di otto membri nominati dal Ministero della Pubblica Istruzione, metà dei quali interni e il resto esterni e Il presidente della commissione esterno. La riforma venne avviata con l'anno scolastico 1998-99. Tale progetto di riforma, sostanzialmente confermato, almeno negli intenti, dai. Governi. successivi,. di. fatto. non. ha. ancora. trovato. piena. regolamentazione e applicazione, mentre si sono succeduti nel tempo piccoli interventi di aggiustamento che hanno solo in parte modificato alcuni assetti dei vari cicli. Tale atteggiamento, che potremmo definire di “ritocco”, lascia al Paese un’organizzazione scolastica largamente tradizionale. Con tale riforma la scuola superiore si presentava (e si presenta tuttora) divisa essenzialmente in tre grandi rami: •. Licei. •. Istituti tecnici. •. Istituti professionali. I licei, della durata di cinque anni, si dividono principalmente in scientifico, classico, artistico e linguistico. Si differenziano dagli istituti tecnici e professionali. perché. sono. finalizzati. allo. sbocco. universitario. e. non. direttamente a quello del modo del lavoro. Una particolarità del liceo classico è la denominazione degli anni scolastici: il primo anno è detto “quarta ginnasio”, il secondo “quinta ginnasio”, mentre per gli ultimi tre anni si usa “prima, seconda e terza liceo”. Il liceo artistico aveva, in origine, una durata di soli quattro anni e dava accesso, dopo tale periodo, solamente all'Accademia di Belle Arti. Con l'introduzione di un quinto anno integrativo venne poi permesso l'accesso a tutte le facoltà universitarie.. 11.

(12) Gli istituti tecnici, anch'essi della durata di cinque anni, sono suddivisi in:  Istituto Tecnico Industriale  Istituto Tecnico Commerciale  Istituto Tecnico per Geometri  Istituto Tecnico Agrario  Istituto Tecnico per il Turismo  Istituto Tecnico Nautico  Istituto Tecnico Aeronautico La caratteristica comune al percorso formativo di un istituto tecnico è la tecnica, ossia l’uso logico ed appropriato di strumenti per ottenere un risultato date le premesse. Gli istituti professionali sono il riadattamento delle scuole professionali (avviamento al lavoro), si dividono in alcune macroaree: agricoltura e ambiente, industria e artigianato, servizi alberghieri e ristorazione, servizi commerciali, turistici e pubblicità. La durata dei corsi è di tre anni, al termine dei quali lo studente acquisisce una qualifica professionale3; dopodiché si può scegliere di proseguire gli studi con il biennio successivo, al termine del quale lo studente consegue il diploma e con esso la possibilità di accedere a qualsiasi facoltà universitaria. A questi ordini di scuole si aggiungeva l'istituto magistrale, introdotto dalla riforma Gentile, che aveva lo scopo di preparare il personale docente della scuola elementare. La durata originaria del corso era di quattro anni con accesso alla facoltà universitaria di Magistero. Anche in questo caso è stato introdotto un quinto anno integrativo per permettere l'accesso a tutte le facoltà universitarie. Con l'introduzione dell'obbligo di laurea per il personale docente della scuola primaria (ex materna ed elementare) gli istituti magistrali si sono riconvertiti in varie forme. Oggi sono diventati per lo più, a tutti gli effetti, Licei Socio – psico - pedagogici.. 3. Con Qualifica Professionale s’intende il raggiungimento di uno standard di conoscenza, abilità e competenza, relative ad una figura professionale.. 12.

(13) Nel 2001, nel secondo governo Berlusconi, fu nominata Ministro della Pubblica Istruzione Letizia Moratti, la quale presentò una proposta di riforma radicale del sistema scolastico. Innanzitutto ridefinì la denominazione delle scuole: scuola primaria, per scuola elementare; scuola secondaria di primo grado, come scuola media; scuola secondaria di secondo grado, per la scuola superiore.. In base alla riforma: •. alla scuola materna, di tre anni di durata, era permessa l’iscrizione ai bambini con 28 mesi compiuti (non era obbligatoria);. •. per la scuola primaria, di cinque anni, era prevista l'iscrizione di un bambino a partire dai 5 anni e 4 mesi compiuti, fino dal primo anno veniva previsto l'insegnamento di una lingua straniera e dell'uso del computer e di una valutazione biennale;. •. nella scuola secondaria di primo grado, di tre anni, era prevista una valutazione dopo il secondo anno, mentre al termine del terzo l'esame di Stato. La durata dell'anno scolastico veniva ridotta a ventisette settimane, e si riducevano da tre a due le ore di insegnamento della lingua inglese; era prevista l'introduzione del cosiddetto "portfolio", un dossier che documentava le esperienze, scolastiche o meno, tramite le quali ogni studente aveva acquisito le varie "abilità". Come per la scuola elementare, anche nella scuola media veniva abolito il tempo prolungato.. •. la scuola secondaria di secondo grado doveva venire riorganizzata in due rami principali:  otto indirizzi liceali (di cui uno equivalente all’istruzione)  formazione professionale (gestita a livello regionale), la quale prevedeva un percorso di formazione da intraprendere per avvicinarsi ad una professione per essere pronti ad entrare (o rientrare, nel caso di disoccupati che debbano riqualificarsi) nel modo del lavoro 13.

(14) Nei licei di cinque anni era previsto un primo biennio e un secondo biennio al quale si aggiungeva un ulteriore anno. La maturità era necessaria per accedere all'Università. Nelle scuole professionali era prevista una durata graduata nel corso degli anni con periodi di alternanza fra scuola e lavoro. Al termine di tre anni veniva consegnato un diploma di qualifica. Diede inizio inoltre all'adeguamento agli altri Stati Europei (con l'alternanza scuola-lavoro appunto e prevedendo la laurea, almeno in “Scienze della Formazione Primaria”,obbligatoria per i docenti di scuola primaria). La Riforma Moratti era stata fortemente osteggiata da gran parte del mondo della scuola, a partire dagli studenti, nonché da tutta la coalizione di centrosinistra. Così con le elezioni del 2006, che vide vincitrice la coalizione guidata da Romano Prodi, il ministro Fioroni, scelto come ministro dell’istruzione, bloccò l’attuazione dei provvedimenti riguardanti il secondo ciclo di studi della riforma Moratti. In seguito propose delle modifiche più o meno sostanziali alla riforma. Per quanto attiene la scuola secondaria superiore, le modifiche apportate furono: •. abolizione dei nuovi licei inizialmente previsti dalla riforma Moratti (tecnologico ed economico), lasciando quindi immutato il sistema scolastico superiore precedente alla Moratti.. •. Si è modificato l'esame di Stato conclusivo, che prima della riforma Berlinguer si chiamava "esame di Stato di maturità". A partire dall'esame di Stato 2001-2002, si era previsto che la commissione fosse composta da soli docenti interni, più un presidente esterno. Fioroni, invece, ha previsto una commissione mista, formata da 3 membri esterni, 3 interni e presidente esterno, così come stabilito nell'iniziale disegno di Berlinguer, applicato negli anni scolastici 19981999, 1999-2000 e 2000-2001. Inoltre il monte-crediti aumentò da 20 a 25, mentre il punteggio del colloquio scese da 35 a 30.. 14.

(15) •. Sono stati reintrodotti gli esami di riparazione, esami conseguiti dagli studenti in materie in cui si risulta insufficienti allo scrutinio finale dell'anno che furono ideati con la riforma Gentile e sospesi nel 1995.. Viene riportato l’obbligo scolastico a 16 anni, mentre, in precedenza era solo un “diritto all’istruzione fino a 16 anni”.. Tutti questi mutamenti hanno un forte rilievo sulla partecipazione scolastica nelle scuole secondarie di secondo grado, modificando l’andamento degli iscritti negli anni e la tipologia di scuola scelta.. 15.

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(17) CAPITOLO 2. GLI ISCRITTI TOTALI Gli iscritti totali dall’a.s. 1953-1954 fino al 1991-1992 presentano un andamento crescente uguale per l’Italia e il nord-est, più contenuto invece per il Veneto (Grafico 1). Per tutte le tre ripartizioni abbiamo un picco di iscritti nell’a.s. 1991-1992, dovuto molto probabilmente all’innalzamento dell’obbligo scolastico, alle riforme apportate alla scuola secondaria di secondo grado, al cambiamento dell’interesse da parte delle famiglie di istruire i propri figli per fare in modo che trovino un lavoro più gratificante in termini economici e sociali e per l’aumento di nascite nei 14 anni precedenti. Per quanto riguarda gli anni a seguire si nota una diminuzione soprattutto tra il 1991-1992 e il 2001-2002 e un’apparente stabilità per gli anni successivi.. Grafico 2.1: Gli iscritti, a.s. 1953-1954 : 2005-2006 (valori assoluti). 500000. 3000000. 450000 400000 350000. 2500000 2000000. 300000 250000. 1500000. 100000. Veneto Italia. 200000 150000. Nord Est. 1000000 500000. 50000 0. 19 53 -1 95 4 19 61 -1 96 2 19 71 -1 97 2 19 81 -1 98 2 19 91 -1 99 2 20 01 -2 00 2 20 02 -2 00 3 20 03 -2 00 4 20 04 -2 00 5 20 05 -2 00 6. 0. Fonte: Annuario Dell’Istruzione, sito MPI. Il grafico è stato costruito con due scale di valori, i valori dell’asse y sulla sinistra fanno riferimento al Nord-Est e al Veneto, mentre i valori dell’asse y sulla parte destra del grafico riguardano l’Italia. Si è proceduto così dato che 17.

(18) i valori per l’Italia sono molto più alti degli altri e l’uso di una sola scala di valori non permetteva di vedere l’andamento degli iscritti al meglio.. Particolare del grafico 2.1:. 20 01 -2 00 20 2 02 -2 00 20 3 03 -2 00 20 4 04 -2 00 20 5 05 -2 00 6. 370000 365000 360000 355000 350000 345000 340000 335000 330000 325000. 2560000 2540000 2520000 2500000 2480000 2460000 2440000 2420000 2400000 2380000. Particolare 2: Italia e Veneto 178000 176000 174000 172000 170000 168000 166000 164000 162000 160000 158000. 2560000 2540000 2520000 2500000 2480000 2460000 2440000 2420000 2400000 2380000. 20 01 -2 00 20 2 02 -2 00 20 3 03 -2 00 20 4 04 -2 00 20 5 05 -2 00 6. Particolare 1: Italia e Nord-Est. Si è costruito un particolare del grafico per gli anni successivi al 2001-2002 dato che quelli precedenti avevano intervalli di 10 anni. Dai particolari 1 e 2 notiamo che la distribuzione degli iscritti dall’a.s.20012002 non è proprio stabile, ma leggermente crescente. Risulta molto simile tra il Nord-Est (blu) e il Veneto (giallo), mentre per quanto riguarda l’Italia (rosa), tra l’a.s. 2002-2003 e l’a.s. 2004-2005, si presenta quasi immutata.. Il grafico qui sotto riportato mostra il rapporto percentuale degli iscritti alle scuole superiori, rispetto alla popolazione d’ età tra i 15 e i 19 anni. Il rapporto negli anni cresce di pari passo per l’Italia e il Nord-Est (in misura minore per il Veneto) fino all’a.s. 1991-1992, con grande recupero negli anni successivi per cui la percentuale nel Veneto diventa maggiore rispetto a quella del Nord-Est. Si nota inoltre che nell’a.s. 1991-1992 il rapporto è il medesimo per tutte e tre le ripartizioni e si aggira intorno il 60%. La crescita degli iscritti risulta comunque notevole in tutti e tre i casi, dato che nell’a.s. 1953-1954 solo meno del 10% dei 15-19enni frequentava la scuola secondaria di secondo grado, mentre dall’a.s. 2001-2002 in poi tale percentuale è passata a valori tra l’80 e il 90%.. 18.

(19) Grafico 2.2: Rapporto tra iscritti sui 15-19enni, a.s. 1953-1954 : 2005-2006 100 90 80 70 Nord Est Italia Veneto. 60 50 40 30 20 10. 06 05. 20. 04 20. 03. -2 0. 05 -2 0. 04 -2 0. 03 20. 20. 02. -2 0. -2 0 01 20. 91 19. 81 19. 02. 92 -1 9. 82 -1 9. 72 -1 9 71. 19. 61 19. 19. 53. -1 9. -1 9. 62. 54. 0. Fonte: Annuario dell’Istruzione, Censimento della popolazione, sito Demoistat. 19.

(20) GLI ISCRITTI AL PRIMO ANNO Gli iscritti al primo anno, come negli iscritti totali, hanno un andamento di crescita uguale per l’Italia e il Nord-Est fino all’a.s. 1981-1982. Nell’anno 1991-1992 in Italia continuano a crescere mentre nel Nord-Est cominciano a calare. Anche per quanto riguarda il Veneto abbiamo una crescita fino all’a.s. 1991-1992, ma è più contenuta rispetto alle altre due. Per tutte le tre ripartizioni vediamo una diminuzione degli iscritti fino al 2001-2002. Per gli anni successivi sembra esserci una leggera ripresa solo per il Nord-Est.. Grafico 2.3: iscritti al primo anno, a.s. 1953-1954 : 2005-2006 (valori assoluti) 140000. 800000. 120000. 700000 600000. 100000. 500000 80000 400000 60000 300000 40000. 200000. 20000. 100000. -2 00. 5. 4. 20. 05. -2 00. 20. 04. -2 00 03. 20. 20. 02. -2 00. -2 00. 3. 2. 2 01 20. 19. 91. -1 99. -1 98. 2 19. 81. -1 97. 2 19. 71. -1 96. 4 19. 61. -1 95 53. 6. 0 2. 0. 19. Nord Est Veneto Italia. Fonte: Annuario Dell’Istruzione, sito MPI. Come per il grafico precedente ho usato due scale di valori per avere un confronto più chiaro.. 20.

(21) Particolare del grafico 2.3: Particolare 1: Italia e Nord-Est 92000 90000 88000 86000 84000 82000 80000 78000 76000 74000. Particolare 2: Italia e Veneto. 605000. 43000. 605000. 600000. 42000. 600000. 595000. 595000. 41000. 590000. 590000. 40000. 585000. 585000. 39000. 580000. 580000. 38000. 575000. 570000. 37000. 570000. 20 01 -2 00 20 2 02 -2 00 20 3 03 -2 00 20 4 04 -2 00 20 5 05 -2 00 6. 20 01 -2 00 20 2 02 -2 00 20 3 03 -2 00 20 4 04 -2 00 20 5 05 -2 00 6. 575000. Come prima ho ricostruito un particolare per gli anni successivi al 20012002. Dai particolari posso riaffermare che dal 2001-2002 in poi il Nord-Est (blu) presenta una leggera crescita, questo però riguarda anche il Veneto (giallo); mentre l’Italia (rosa) ha una leggera diminuzione di iscritti al primo anno a partire dall’a.s. 2002-2003.. Il grafico qui sotto riportato mostra il rapporto percentuale degli iscritti al primo anno alle scuole superiori, rispetto alla popolazione di 14 anni. Si nota che alcuni valori superano la soglia del 100%, questo è spiegabile dall’introduzione negli anni ‘90 dell’obbligo scolastico e dalla possibilità che una parte degli iscritti al primo anno non abbia 14 anni, infatti abbiamo sicuramente. studenti. ripetenti. o. bocciati. precedentemente. (medie,. elementari), che quindi hanno un’età maggiore e ragazzi 13enni che hanno iniziato la scuola elementare un anno prima rispetto agli altri. Eliminare i ripetenti provenienti da altre scuole poteva essere possibile, ma servivano i valori degli iscritti al primo anno suddivisi per età, valori che non sono stati raccolti o pubblicati. Come già affermato nell’a.s. 1991-1992 abbiamo il100% di iscritti per tutte le ripartizioni. L’andamento percentuale risulta molto simile al rapporto costruito in precedenza (Grafico 2). Cresce in ugual modo per l’Italia e il 21.

(22) Nord-Est fino al 1991-1992, mentre il Veneto presenta un livello più basso di crescita. Negli anni successivi il Nord-Est oscilla tra il 100 e il 90 %, a differenza dell’Italia e del Vento che raggiungono il culmine nel 2002-2003 con il 110%, scendendo poi leggermente al 100% nel 2005-2006.. Grafico 2.4: Rapporto tra iscritti al primo anno e i 14enni, a.s. 1953-1954 : 2005-2006 120 100 80 Nord Est Italia Veneto. 60 40 20. -2 00 05 20. 20. 04. -2 00. 6. 5. 4 -2 00 03. 20. 20. 02. -2 00. -2 00. 3. 2. 2 01 20. 91 19. 19. 81. -1 98. -1 99. 2. 2 -1 97 71. 19. 61 19. 19. 53. -1 95. -1 96. 4. 2. 0. Fonte: Annuario dell’Istruzione, Censimento della popolazione, sito Demoistat. 22.

(23) CAPITOLO 3. I RIPETENTI TOTALI I ripetenti sono strettamente collegati agli iscritti, infatti al crescere degli iscritti vi è un correlato aumento dei ripenti. Di conseguenza l’andamento dei ripetenti nelle tre ripartizioni (Grafico 3.1) risulta molto simile a quello degli iscritti (grafico 2.1). L’aumento di ripetenti tra gli anni ’70 e ’90 è legato anche alla mutazione del meccanismo di selezione scolastica (bocciature) che si è trasferito dal ciclo dell’obbligo (elementari e medie) al ciclo superiore.. Grafico 3.1: Ripetenti, a.s. 1953-1954 : 2005-2006 (valori assoluti) 40000. 250000. 35000 200000. 30000 25000. 150000. 20000 100000. 15000 10000. Nord Est Veneto Italia. 50000. 5000. 6. 5 20. 05. -2 00. -2 00. 4 20. 04. -2 00. 3 20. 02 20. 03. -2 00. 2 -2 00. 2 01 20. 19. 91. -1 99. -1 98. 2 19. 81. -1 97. 2 71 19. 61. -1 96. -1 95 19. 53 19. 2. 0 4. 0. Fonte: Annuario Dell’Istruzione, sito MPI. Come per i grafici precedenti ho usato due scale di valori per avere un confronto più chiaro.. 23.

(24) Particolare del grafico 3.1:. 26000 25500 25000 24500 24000 23500 23000. 20 01 -2 00 20 2 02 -2 00 20 3 03 -2 00 20 4 04 -2 00 20 5 05 -2 00 6. 22500. 186000 184000 182000 180000 178000 176000 174000 172000 170000 168000 166000. Particolare 2: Italia e Veneto 11400 11200 11000 10800 10600 10400 10200 10000 9800. 186000 184000 182000 180000 178000 176000 174000 172000 170000 168000 166000. 20 01 -2 00 20 2 02 -2 00 20 3 03 -2 00 20 4 04 -2 00 20 5 05 -2 00 6. Particolare 1: Italia e Nord-Est. I due particolari, costruiti come in precedenza per la differenza temporale degli intervalli, mostrano per l’Italia (rosa) un leggero calo di ripetenti fino al 2004-2005 e successivamente un aumento. Per quanto riguarda il Nord-Est (blu) e il Veneto (giallo) abbiamo una quasi stabilità tra il 2001-2002 e il 2003-2004, mentre in seguito è presente un lieve aumento.. 24.

(25) I RIPETENTI AL PRIMO ANNO I ripetenti al primo anno, come detto in precedenza riguardo i ripetenti, sono influenzati dagli iscritti. Si può notare anche qui che negli anni '90 tutte e tre le ripartizioni presentano un picco elevato di ripetenti al primo anno, dovuto alle stesse motivazioni precedentemente descritte riguardo i ripetenti totali. Per l’Italia e il Nord-Est abbiamo un andamento dei ripetenti al primo anno molto simile, crescente fino all’a.s. 1991-1992 e successivamente cala in modo considerevole nel 2001-2002. Nel Veneto i ripetenti al primo anno si distribuiscono analogamente all’Italia e al Nord-Est, ma in modo più contenuto.. Grafico 3.2: Ripetenti al primo anno, a.s. 1953-1954 : 2005-2006 (valori assoluti) 16000. 90000. 14000. 80000 70000. 12000. 60000. 10000. 50000 8000 40000 6000. 30000. 4000. 20000. 2000. 10000 0 06 -2 0 05 20. 04 20. 20. 03. -2 0. -2 0 02 20. -2 0. 04. 03. 02 -2 0. 92 20. 01. -1 9 91 19. 19. 81. -1 9. -1 9 71 19. 61 19. 82. 72. 62 -1 9. 54 -1 9 53. 05. 0. 19. Nord Est Veneto Italia. Fonte: Annuario Dell’Istruzione, sito MPI. Come per i grafici precedenti ho usato due scale di valori per avere un confronto più chiaro.. 25.

(26) Particolare del grafico 3.2:. 8200 8000 7800 7600 7400 7200. 20 01 -2 00 20 2 02 -2 00 20 3 03 -2 00 20 4 04 -2 00 20 5 05 -2 00 6. 7000. 56500 56000 55500 55000 54500 54000 53500 53000 52500 52000 51500 51000. Particolare 2: Italia e Veneto 4000 3950 3900 3850 3800 3750 3700 3650 3600 3550. 56500 56000 55500 55000 54500 54000 53500 53000 52500 52000 51500 51000. 20 01 -2 00 2 20 02 -2 00 3 20 03 -2 00 4 20 04 -2 00 5 20 05 -2 00 6. Particolare 1: Italia e Nord-Est. Dai due particolari notiamo che per l’Italia (rosa) a partire dall’a.s. 20022003 i ripetenti al primo anno tendono a calare, al contrario del Nord-Est (blu) e del Veneto (giallo) che presentano una leggerissima crescita.. Qui sotto viene riportato il grafico relativo alla percentuale dei ripetenti al primo anno sugli iscritti al primo anno. Osservando il grafico nell’Italia abbiamo una percentuale di ripetenti al primo anno più alta delle altre ripartizioni fino all’a.s. 1981-1982 dove tutte e tre hanno la stessa percentuale dei ripetenti (10%). Le percentuali più alte le troviamo nel 1991-1992, come ipotizzato prima, e si aggirano in torno all’1112%; quella più alta comunque risulta del Veneto. Nell’anno successivo, 2001-2002, la percentuale si ristabilizza intorno al 9.5% oscillando poi negli anni a seguire tra questo valore e il 9%.. 26.

(27) Grafico 3.3: Ripetenti al primo anno su gli iscritti al primo anno, a.s. 19531954 : 2005-2006 13.00. 12.00 11.00. 10.00. Nord Est Italia Veneto. 9.00. 8.00 7.00. 6. 5. -2 00 05 20. 04 20. 20. 03. -2 00. -2 00. 4. 3 -2 00. 2 02 20. 20. 01. -2 00. -1 99 91 19. 81. -1 98. 2. 2. 2 19. 19. 71. -1 97. -1 96 61 19. 19. 53. -1 95. 2. 4. 6.00. Fonte: Annuario Dell’Istruzione, sito MPI. 27.

(28)

(29) CAPITOLO 4. SUDDIVISIONE DELLE SCUOLE SECONDARIE DI SECONDO GRADO. Questo capitolo tratta gli iscritti e i ripenti dell’Italia, Nord-Est e Veneto, ripartiti secondo la tipologia di scuola superiore frequentata negli anni scolastici presi in considerazione nelle precedenti analisi. Ho suddiviso le scuole,. come. già. riportato. nell’introduzione,. in. quattro. aree:. Liceo. (comprende tutti i licei escluso il liceo artistico), Istituti Tecnici, Istituti Professionali ed Altro (comprende gli istituti e le scuole magistrali, i licei artistici e gli istituti d’arte). Per un’analisi più approfondita ho affiancato ad ogni grafico degli iscritti, costruito con valori assoluti, il rispettivo in percentuale.. 29.

(30) ITALIA In Italia, per tutti gli anni , abbiamo un maggiore numero di iscritti agli Istituti Tecnici, crescente fino al 1991-1992 dove raggiunge una percentuale molto alta (quasi il doppio dei Licei e più del doppio per gli Istituti Professionali), mentre negli anni successivi si stabilizza intorno al 35%. Per gli Istituti Professionali notiamo un andamento crescente molto elevato infatti dalle percentuali vediamo che partono negli anni 1953-1954 con il 4% di iscritti arrivando all’a.s. 2005-2006 con il 21%. Per quanto riguarda i Licei, gli iscritti sono superiori agli Istituti Professionali, ma si individuano oscillazioni per tutti gli anni tra il 32 e il 25% di iscritti. Le restanti scuole, “Altro”, hanno un numero di iscritti logicamente più basso; presentano una percentuale di iscritti su tutte le scuole del 19 nell’a.s. 19531954, che scende al 9% negli anni ’90 per poi stabilizzarsi intorno all’11% negli anni successivi.. Grafico 4.1: Iscritti per tipologia di scuola secondaria di secondo grado in Italia, a.s. 1953-1954 : 2005-2006 (valori assoluti) 1400000. 1200000. 1000000 LICEI. 800000. ISTITUTI TECNICI ISTITUTI PROFESSINALI. 600000. ALTRO. 400000. 200000. Fonte: Annuario Dell’Istruzione, sito MPI. 30. 20 06 20 05 -. 20 05 20 04 -. 20 04 20 03 -. 20 03 20 02 -. 20 02 20 01 -. 19 92 19 91 -. 19 82 19 81 -. 19 72 19 71 -. 19 62 19 61 -. 19 53 -. 19 54. 0.

(31) Grafico 4.2: Percentuale di iscritti,per tipologia di scuola secondaria di secondo grado, per anno, in Italia, .s. 1953-1954 : 2005-2006 100% 19.6 80%. 4.0. 14.3. 12.0. 12.2. 13.2. 17.2. 18.9. 9.0. 20.3. 10.7. 11.1. 11.3. 11.5. 11.5. 22.7. 22.5. 22.3. 21.7. 21.2. 60%. ALTRO. 43.8 47.0. 42.7. 44.5. 46.0. 38.2. 37.6. 36.7. 35.9. 35.0. ISTITUTI TECNICI LICEI. 40%. 20%. ISTITUTI PROFESSINALI. 32.6. 25.5. 28.1. 24.4. 24.8. 28.4. 28.8. 29.6. 30.9. 32.2. 19 53 -1 95 4 19 61 -1 96 2 19 71 -1 97 2 19 81 -1 98 2 19 91 -1 99 2 20 01 -2 00 2 20 02 -2 00 3 20 03 -2 00 4 20 04 -2 00 5 20 05 -2 00 6. 0%. Fonte: Annuario Dell’Istruzione, sito MPI. I ripetenti in Italia sono elevati negli Istituti Tecnici, proprio per il fatto che hanno un numero elevato di iscritti, analogamente all’andamento degli iscritti, crescono fino all’a.s. 1991-1992, per poi calare leggermente stabilizzandosi. negli. anni. successivi.. Gli. Istituti. Professionali. invece. presentano una quantità molto piccola di ripetenti nei primi due anni di analisi, per poi seguire l’andamento, anche se in misura sempre molto minore, degli Istituti Tecnici. Per quanto riguarda i Licei e le scuole rimanenti abbiamo una numerosità di iscritti bassa per entrambi e quasi costante negli anni. I Licei, però, confrontando il grafico con quello degli iscritti, presentano un numero di ripetenti molto basso paragonandoli agli Istituti Professionali, infatti gli iscritti nei Licei superano per tutti gli anni quelli degli Istituti Professionali, mentre per i ripetenti accade la situazione inversa, almeno a partire dagli anni ’80.. 31.

(32) Grafico 4.3: Ripetenti per tipologia di scuola secondaria di secondo grado in Italia, a.s. 1953-1954 : 2005-2006 (valori assoluti) 140000 120000 100000 80000. LICEI ISTITUTI TECNICI. 60000 40000 20000. 19 53 -1 95 4 19 61 -1 96 2 19 71 -1 97 2 19 81 -1 98 2 19 91 -1 99 2 20 01 -2 00 2 20 02 -2 00 3 20 03 -2 00 4 20 04 -2 00 5 20 05 -2 00 6. 0. Fonte: Annuario Dell’Istruzione, sito MPI. 32. ISTITUTI PROFESSINALI ALTRO.

(33) NORD-EST Anche nel Nord-Est abbiamo una prevalenza di iscritti negli Istituti Tecnici, i quali hanno un andamento molto simili a quelli dell’Italia anche se le percentuali negli anni su tutte le scuole superiori risultano leggermente più alte; infatti la percentuale più elevata la troviamo negli anni ’60 e risulta del 48%. La stessa situazione si presenta per gli Istituti Professionali, andamento di iscritti simili, ma con percentuali leggermente più alte nel Nord-Est. In queste scuole si nota un aumento considerevole della percentuale di iscritti negli anni (per gli anni ’50 ho un 8% arrivando ad un 25% negli anni 20012002); questo fenomeno risulta collegato allo sviluppo delle piccole e medie imprese negli anni ’90, le quali necessitavano di operai con qualifica professionale, cioè più competenti in ambito pratico che teorico. Gli iscritti ai Licei sono in alcuni anni superiori agli Istituti Professionali, in altri leggermente inferiori, la percentuale di iscritti è comunque più alta dell’Italia tranne nell’anno scolastico 1981-1982 dove tocca il 20% mentre gli Istituti Professionali presentano un 22% degli iscritti sul totale. Riguardo le restanti scuole, che come per l’Italia, presentano il numero più basso di iscritti, abbiamo una lieve crescita di iscritti negli anni ’ 80.. 33.

(34) Grafico 4.4: Iscritti per tipologia di scuola secondaria di secondo grado nel Nord-Est, a.s. 1953-1954 : 2005-2006 (valori assoluti) 250000. 200000. 150000. LICEI ISTITUTI TECNICI ISTITUTI PROFESSINALI ALTRO. 100000. 50000. 00 6. 00 5. 20 05 -2. 20 04 -2. 20 03 -2. 00 3 20 02 -2. 00 2 20 01 -2. 99 2 19 91 -1. 98 2 19 81 -1. 97 2 19 71 -1. 96 2 19 61 -1. 95 4 19 53 -1. 00 4. 0. Fonte: Annuario Dell’Istruzione, sito MPI. Grafico 4.5: Percentuale di iscritti,per tipologia di scuola secondaria di secondo grado, per anno, nel Nord-Est, .s. 1953-1954 : 2005-2006 100% 19.5 80%. 8.1. 12.6. 10.6. 10.8. 18.3. 19.9. 22.3. 6.5. 23.8. 9.2. 9.7. 10.0. 10.3. 10.5. 25.2. 24.8. 24.3. 23.8. 23.3. 60%. ALTRO ISTITUTI PROFESSINALI. 47.1. 47.8. 45.3. 21.3. 24.3. 40%. 47.1. 46.9. 40.0. 39.5. 38.8. 37.9. 37.0. LICEI. 20% 25.4. 19.8. 22.8. 25.6. 26.0. 27.0. 28.0. 29.2. 19 53 -1 95 4 19 61 -1 96 2 19 71 -1 97 2 19 81 -1 98 2 19 91 -1 99 2 20 01 -2 00 2 20 02 -2 00 3 20 03 -2 00 4 20 04 -2 00 5 20 05 -2 00 6. 0%. Fonte: Annuario Dell’Istruzione, sito MPI. 34. ISTITUTI TECNICI.

(35) Nel Nord-Est i ripetenti presentano un andamento molto simile a quelli dell’Italia.. Grafico 4.6: Ripetenti per tipologia di scuola secondaria di secondo grado nel Nord-Est, a.s. 1953-1954 : 2005-2006 (valori assoluti) 20000 18000 16000 14000 12000. LICEI ISTITUTI TECNICI. 10000. ISTITUTI PROFESSINALI. 8000. ALTRO. 6000 4000 2000. 06 -2 0 05. 20. 04 -2 0 20. -2 0 03. 20. 05. 04. 3 -2 00 02. 20. 120 20 0. -1 9 91 19. 02. 92. 82 -1 9. 19 81. -1 9. 72. 62 71 19. 61 -1 9. 19. 19. 53. -1 95 4. 0. Fonte: Annuario Dell’Istruzione, sito MPI. 35.

(36) VENETO Gli iscritti nel Veneto si distribuiscono in modo molto analogo a quelli del Nord-Est. Infatti troviamo una prevalenza di iscritti agli Istituti Tecnici sempre con un picco di iscrizioni nell’a.s. 1991-1992, e come per il Nord-Est le percentuali sul totale delle scuole vanno in decrescere (46-49% nei primi anni, terminando nel 2005-2006 con il 37.7%). Anche gli Istituti Professionali e i Licei presentano lo stesso andamento sia in termini di valori assoluti che in percentuale. Per gli Istituti Professionali, riguardo l’aumento di iscritti negli anni, troviamo le stesse motivazioni citate per il Nord-Est. Per quanto riguarda “Altro” gli iscritti crescono fino all’a.s. 1981-1982 , in seguito calano leggermente per poi , negli ultimi due anni, riacquistare il valore degli anni ’80. Le sue percentuali, sul totale delle scuole, iniziano nel primo anno con un 20% circa, calano fino agli anni ’90 arrivando ad un 8.5% e in seguito si stabilizzano intorno all’11%.. Grafico 4.7: Iscritti per tipologia di scuola secondaria di secondo grado nel Veneto, a.s. 1953-1954 : 2005-2006 (valori assoluti) 100000 90000 80000 70000 60000. LICEI ISTITUTI TECNICI. 50000. ISTITUTI PROFESSINALI. 40000. ALTRO. 30000 20000 10000. Fonte: Annuario Dell’Istruzione, sito MPI. 36. 20 03 -2 00 4 20 04 -2 00 5 20 05 -2 00 6. -2 00 3. 20 02. -2 0. 02. 2 20 01. -1 99. 19 91. -1 98 2. 19 81. 72. 2. 119. 19 7. -1 96. 19 61. 19. 53. -1 95. 4. 0.

(37) Grafico 4.8: Percentuale di iscritti,per tipologia di scuola secondaria di secondo grado, per anno, nel Veneto, .s. 1953-1954 : 2005-2006 100% 11.8. 10.7. 11.3. 8.4. 18.8. 19.4. 20.9. 23.5. 10.1. 10.5. 10.8. 11.4. 11.5. 25.5. 25.0. 24.5. 24.0. 23.3. 19.8 80% 8.4. 60%. ALTRO ISTITUTI PROFESSINALI. 46.4 49.4. 47.9. 20.0. 21.9. 47.6. 46.9. 40.7. 40.3. 39.5. 38.4. 20.2. 21.2. 23.8. 24.2. 25.2. 26.2. 37.7. ISTITUTI TECNICI LICEI. 40%. 20% 25.4. 27.5. 19 53 -1 95 4 19 61 -1 96 2 19 71 -1 97 2 19 81 -1 98 2 19 91 -1 99 2 20 01 -2 00 2 20 02 -2 00 3 20 03 -2 00 4 20 04 -2 00 5 20 05 -2 00 6. 0%. Fonte: Annuario Dell’Istruzione, sito MPI. 37.

(38) Per i ripetenti nel Veneto abbiamo la stessa situazione trovata per il Nord-Est e l’Italia.. Grafico 4.9: Ripetenti per tipologia di scuola secondaria di secondo grado nel Veneto, a.s. 1953-1954 : 2005-2006 (valori assoluti) 10000 9000 8000 7000 6000 5000 4000 3000 2000 1000. 19 53 -1 95 4 19 61 -1 96 2 19 71 -1 97 2 19 81 -1 98 2 19 91 -1 99 2 20 01 -2 00 2 20 02 -2 00 3 20 03 -2 00 4 20 04 -2 00 5 20 05 -2 00 6. 0. Fonte: Annuario Dell’Istruzione, sito MPI. 38. LICEI ISTITUTI TECNICI ISTITUTI PROFESSINALI ALTRO.

(39) CAPITOLO 5. RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE SUDDIVISE PER TIPOLOGIA DI SCUOLA Ho costruito i grafici utilizzando i numeri indice a base fissa, ponendo come base l’anno scolastico 1953-1954, così da mettere a confronto la misura di aumento di iscritti per ogni tipo di scuola nelle tre ripartizioni geografiche.. 39.

(40) I LICEI Per i Licei vediamo un aumento sempre maggiore di iscritti nel Veneto (nell’a.s. 2005-2006 arriva al 9%), tranne nei primi due anni di analisi dove l’incremento è uguale per tutte e tre le ripartizioni geografiche. L’Italia e il Nord-Est presentano una crescita di iscritti uguale, del 3.5%, fino all’a.s. 1981-1982. Successivamente l’Italia mostra un leggero incremento di anno in anno, mentre il Nord-Est supera, anche se di poco, l’Italia negli anni ’90 per poi abbassarsi nei 10 anni successivi e poi proseguire analogamente all’Italia, ma con un aumento minore.. Grafico 5.1: Indice a base fissa degli iscritti ai Licei, per ripartizione geografica a.s. 1953-1954 : 2005-2006 1000 900 800 700 600 500 400 300 200 100. 19 53 -1 95 4 19 61 -1 96 2 19 71 -1 97 2 19 81 -1 98 2 19 91 -1 99 2 20 01 -2 00 2 20 02 -2 00 3 20 03 -2 00 4 20 04 -2 00 5 20 05 -2 00 6. 0. Fonte: Annuario Dell’Istruzione, sito MPI. 40. ITALIA NORD-EST VENETO.

(41) GLI ISTITUTI TECNICI Gli Istituti Tecnici vedono sempre un incremento maggiore per il Veneto e minore per il Nord-Est. Per tutte e tre le ripartizioni gli iscritti crescono fino agli anni ’90 (9% nel Veneto, 7% nell’Italia e 6% nel Nord-Est), diminuiscono nei 10 anni successivi, per poi stabilizzarsi a crescita quasi pari a zero negli anni rimanenti.. Grafico 5.2: Indice a base fissa degli iscritti agli Istituti Tecnici, per ripartizione geografica a.s. 1953-1954 : 2005-2006 1000 900 800 700 600. ITA LIA. 500. NORD-EST VENETO. 400 300 200 100. -2 00. 6. 05 20. 05. -2 0 04 20. 03 -2 0. 04. 03 20. 02 -2 0. 02. 20. -2 0. 20 01. 119 92. 82. 19 9. 81 -1 9 19. 19. 71. -1 9. 72. -1 96 2 61. 19. 19. 53 -1 9. 54. 0. Fonte: Annuario Dell’Istruzione, sito MPI. 41.

(42) GLI ISTITUTI PROFESSIONALI Negli Istituti Professionali la curva di incremento è maggiore nell’Italia e minore nel Nord-Est. Per l’Italia cresce fino al 35% negli anni 2001-2002 diminuendo leggermente negli anni successivi. Il Veneto e il Nord-Est hanno un andamento d’incremento di iscritti più o meno uguale, più elevato però nel Veneto. A differenza dell’Italia presentano un picco di iscritti negli anni ’90 (25% nel Veneto, 17.5% nel Nord-Est) con una leggera diminuzione nei 10 anni successivi (23% nel Veneto, 14.5% nel Nord-Est) per poi stabilizzasi su quei valori.. Grafico 5.3: Indice a base fissa degli iscritti agli Istituti Professionali, per ripartizione geografica a.s. 1953-1954 : 2005-2006 4000 3500 3000 2500 ITA LIA. 2000. NORD-EST VENETO. 1500 1000 500. 05 -2 0. 06. 05 20. 04 -2 0 20. 320. 04. 03 20 0. 220. 20 0. -2 0. Fonte: Annuario Dell’Istruzione, sito MPI. 42. 02. 92 20 01. 119. 82. 19 9. 72. 19 81 -1 9. 119. 19 7. 61 -1 96 2. 19. 19. 53. -1 9. 54. 0.

(43) ALTRO Per quanto riguarda le restanti scuole abbiamo un incremento di iscritti abbastanza uguale per tutte e tre le ripartizioni geografiche, ma in misura maggiore per il Veneto e minore per il Nord-Est. Abbiamo una crescita fino all’a.s. 1981-1982 (4.5% per il Veneto, 3.5% per l’Italia e 3% per il NordEst), un calo di iscritti nei 10 anni successivi di circa 1-2% e negli anni a finire una leggera risalita arrivando al 4.7% per il Veneto, 3.7% per l’Italia e 2.7% per il Nord-Est.. Grafico 5.4: Indice a base fissa degli iscritti alle altre scuole, per ripartizione geografica a.s. 1953-1954 : 2005-2006 500 450 400 350 300 250 200. ITALIA NORD-EST VENETO. 150 100 50. 19 53 -1 95 4 19 61 -1 96 2 19 71 -1 97 2 19 81 -1 98 2 19 91 -1 99 2 20 01 -2 00 2 20 02 -2 00 3 20 03 -2 00 4 20 04 -2 00 5 20 05 -2 00 6. 0. Fonte: Annuario Dell’Istruzione, sito MPI. 43.

(44)

(45) CONCLUSIONI. Dall’analisi effettuata abbiamo visto che la partecipazione scolastica, in Italia, Nord-Est e Veneto, cresce in modo considerevole fino agli anni ’90, dove raggiunge il culmine di iscritti, grazie alle riforme apportate alla scuola secondaria di secondo grado, al cambiamento dell’interesse da parte delle famiglie di istruire i propri figli allo scopo di trovare un lavoro più gratificante in termini economici e sociali e per l’aumento di nascite nei 14 anni precedenti. Per il Nord-Est e il Veneto abbiamo visto che le scuole secondarie di secondo grado più frequentate sono gli Istituti Tecnici e Professionali, dato che è noto che questa parte dell’Italia è molto industrializzata. Questo studio poteva essere reso più approfondito introducendo una distinzione tra maschi e femmine e tra scuole private e pubbliche, ma non è stato possibile a causa dell’assenza di dati, non pubblicati o addirittura non raccolti.. 45.

(46)

(47) BIBLIOGRAFIA •. Annuario statistico dell’istruzione (anni 1953-’54, 1963-’64, 1972-’73, 1983, 1991-‘92). •. Censimento della popolazione (anni 1961, 1971, 1981, 1991, 2001). SITI INTERNET •. Demoistat, popolazione residente (anni 2002, 2003, 2004, 2005). •. MPI (Ministero della Pubblica Istruzione). •. PBM (Paravia Bruno Mondadori). •. Wikipedia. •. Istat. 47.

(48)

(49) RINGRAZIAMENTI Ringrazio il professore Lorenzo Bernardi per l’aiuto dato sulla raccolta di dati e la stesura della tesi. Grazie alla mia famiglia che mi ha sostenuto economicamente e moralmente al raggiungimento di questo obiettivo. Grazie ai coinquilini di via Rumena che mi hanno insegnato a preferire i bagni pubblici a quelli di casa propria e nuove e innovative tecniche di pulizia. Grazie a via Brioso e alle Brioske: Francy, Iole, Ecia, Giulia, Michela. Casa indimenticabile. tra. Damine. e. Pagetti,. che. hanno. riempito. la. casa. “incommensurabilmente” di parole ricercate e di energia positiva. Grazie alla Francy che mi ha sopportato in questi 3 anni di stretta convivenza. Grazie ai coniugi Maule che hanno portato il teatro melodrammatico nella mia vita e agli Zandi che mi hanno ricordato l’amore in ogni momento. Grazie agli odierni coinquilini, Lollo, Marco, Lisa. Grazie ai condomini che mi hanno tanto amato, al punto di rifiutare i miei cioccolatini, ma salvandomi da situazioni poco chiare. Un grande ringraziamento alle Ferrovie dello Stato, sempre puntualissimi e impeccabili nei servizi rivolti alla clientela. Grazie alla Ale per avermi distrutto le dita per sciogliere 3 ore di trecce, e per avermi scarrozzato ovunque e sempre in orari mattutini. Soprattutto per essermi stata sempre vicina (tranne quando mi ha abbandonato per andare a oziare in un’isola). Grazie alla Cornach (Clo) per la sua voglia di dorelli e soprattutto di non studiare, mettiamo anche i pacchi tirati. Grazie alla Mò per la sua puntualità svizzera e per i suoi appunti anche se illeggibili. Grazie a Marly, Erik e ai Montecciani. Grazie a Padova, per il suo clima mite soprattutto d’estate. Grazie soprattutto alla mia affinità con il computer e con tutte le tecnologie. Grazie anche a tutti quelli che mi sono dimenticata di nominare..

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