Sanità e previdenza
Dimissioni dagli istituti di cura in Italia Anni 2001 e 2002
Nel volume sono contenuti dati e indicatori relativi all'assistenza ospedaliera su tutto il territorio nazionale.
La scheda di dimissione ospedaliera, a partire dal 1995, è divenuta lo strumento ordinario per la raccolta delle informazioni relative ad ogni paziente dimesso (compresi i deceduti) dagli istituti di cura pubblici e privati sul territorio.
La pubblicazione è suddivisa in quattro capitoli: nel primo capitolo sono presentati indicatori generali per descrivere l'ospedalizzazione dal 1999 al 2002;
nel secondo i dati e gli indicatori per gli anni 2001 e 2002, sia a livello nazionale che regionale, descrivono il fenomeno dell'ospedalizzazione per sesso, età e cause di ricovero; il terzo capitolo è dedicato all'analisi per età. Per ogni classe di età si forniscono alcuni indicatori di carattere generale (frequenza dell'ospedalizzazione e mobilità ospedaliera), le diagnosi più frequenti e un approfondimento su alcune patologie rilevanti. Nel quarto ed ultimo capitolo sono presentati i dati provvisori per gli anni 2003 e 2004 derivanti dall'indagine mensile condotta dall'Istat sulle dimissioni dagli istituti di cura. Tutte le tavole statistiche sono presenti nel cd-rom allegato in formato Excel.
2I012006012000005
€ 19,00
Settore
Sanità e previdenza
Dimissioni dagli istituti di cura in Italia
Anni 2001-2002 Contiene cd-rom
2 0 0 6
SISTEMA STATISTICO NAZIONALE ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA
ISBN 88-458-1333-9
Informazioni n. 12 - 2006
I settori
Ambiente, territorio, climatologia
Popolazione, matrimoni, nascite, decessi, flussi migratori Sanità, cause di morte, assistenza, previdenza sociale Istruzione, cultura, elezioni, musei e istituzioni similari Comportamenti delle famiglie (salute, letture, consumi, etc.) Amministrazioni pubbliche, conti delle amministrazioni locali Giustizia civile e penale, criminalità
Conti economici nazionali e territoriali
Occupati, disoccupati, conflitti di lavoro, retribuzioni Indici dei prezzi alla produzione e al consumo Agricoltura, zootecnia, foreste, caccia e pesca
Industria in senso stretto, attività edilizia, opere pubbliche Commercio, turismo, trasporti e comunicazioni, credito Importazioni ed esportazioni per settore e Paese AMBIENTE E TERRITORIO
POPOLAZIONE SANITÀ E PREVIDENZA CULTURA FAMIGLIA E SOCIETÀ PUBBLICA AMMINISTRAZIONE GIUSTIZIA CONTI NAZIONALI LAVORO PREZZI AGRICOLTURA INDUSTRIA SERVIZI COMMERCIO ESTERO
Alla produzione editoriale collocata nei 14 settori si affiancano le pubblicazioni periodiche dell’Istituto:
Annuario statistico italiano, Bollettino mensile di statistica e Compendio statistico italiano.
Il Rapporto annuale dell’Istat viene inviato a tutti gli abbonati anche ad un solo settore.
Settore
Sanità e previdenza
Dimissioni dagli istituti di cura in Italia
Anni 2001-2002
SISTEMA STATISTICO NAZIONALE ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA
Editing delle tavole: Gualtiero Ronca
Per chiarimenti sul contenuto della pubblicazione rivolgersi a:
Istat, Servizio Sanità e Assistenza Tel. (06) 4673 7407-7388 e-mail: [email protected]
Dimissioni dagli istituti di cura in Italia
Anni 2001-2002
Informazioni n. 12 - 2006 Istituto nazionale di statistica Via Cesare Balbo, 16 - Roma Coordinamento:
Servizio produzione editoriale Via Tuscolana, 1788 - Roma
Prestampa e realizzazione del volume in formato elettronico: Carlo Nappi Stampa digitale: Vittorio Cioncoloni
Istat - Produzione libraria e centro stampa Giugno 2006 - Copie 400
Si autorizza la riproduzione a fini non commerciali e con citazione della fonte
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Indice
Pagina
Introduzione………... 7
Le dimissioni dagli istituti di cura negli anni 2001 e 2002………. 9
Avvertenze.….……...…………..………..………... 17
Capitolo 1. Serie storiche….………..………. 19
Capitolo 2. Dati e indicatori nazionali e regionali……….…..………. 23
2.1. Anno 2001………...………...……… 25
2.2. Anno 2002………...………...……… 33
Capitolo 3. Analisi per età - Anni 2001 e 2002………..………..……….. 41
3.1. Dimissioni di pazienti di età inferiore ad 1 anno………...…………..………..… 43
3.2. Dimissioni di pazienti di età 1-14 anni.…..……….……….…... 51
3.3. Dimissioni di pazienti di età 15-44 anni……….………... 59
3.4. Dimissioni di pazienti di età 45-64 anni………..…….. 67
3.5. Dimissioni di pazienti di età 65-74 anni……….………... 75
3.6. Dimissioni di pazienti di età 75-84 anni……….……….……….. 83
3.7. Dimissioni di pazienti di età 85 anni e oltre……….……….…………. 91
Capitolo 4. Dati provvisori - Anni 2003 e 2004……….……… 99
Glossario………. 103
Riferimenti bibliografici………...……… 105
Indice delle tavole statistiche……….………107
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Introduzione
La rilevazione sulla ospedalizzazione è stata istituita dall’Istat nel 1954 con periodicità annuale e riguardava tutte le dimissioni dagli istituti di cura pubblici e privati nel corso dell’anno solare. Dal 1971 al 1994 la rilevazione è divenuta campionaria e relativa alle sole dimissioni nei primi sette giorni di ciascun mese dell’anno.
A partire dal 1995 il modello di rilevazione D10 dell’Istat è stato sostituito con la Scheda di dimissione ospedaliera (Sdo), istituita dal Ministero della salute con il decreto ministeriale del 28 dicembre 1991, successivamente integrato e disciplinato dal decreto ministeriale del 26 luglio 1993. A decorrere dal 1° gennaio 1995, la Sdo è divenuta lo strumento ordinario per la raccolta delle informazioni relative ad ogni paziente dimesso (compresi i deceduti) dagli istituti di cura pubblici e privati su tutto il territorio nazionale. La Sdo costituisce parte integrante della cartella clinica, di cui assume la stessa valenza giuridica e medico-legale, e contiene informazioni sulle caratteristiche sociodemografiche dell’individuo (età, sesso, luogo di nascita, luogo di residenza) e su diversi aspetti del ricovero (durata della degenza, diagnosi alla dimissione, percorso terapeutico, eventuale decesso, ricovero in day hospital).
Il flusso informativo è caratterizzato dalla trasmissione dei dati dal livello locale a quello centrale, non diretta ma mediata dalle Regioni.
Le informazioni presenti nella Sdo sono utilizzate dal sistema Drg (Diagnosis related groups) che è alla base del metodo di finanziamento degli istituti di cura, basato su tariffe specifiche associate alle singole categorie. Il sistema Drg è costituito da 492 categorie finali di ricoveri (per la precisione sono 489 poiché tre Drg sono stati abbandonati in quanto obsoleti) ed i criteri principali su cui si basa la logica di tale classificazione sono l’omogeneità nel consumo delle risorse e la significatività clinica della categoria finale. Le informazioni fondamentali in base alle quali il paziente viene assegnato ad un gruppo finale sono la diagnosi principale alla dimissione e gli interventi e le procedure effettuati nel corso del ricovero; possono inoltre essere determinanti l'età del paziente, l’eventuale presenza di altre patologie, già presenti al momento del ricovero (patologie concomitanti) o sviluppate durante la degenza (complicazioni), lo stato alla dimissione, ossia, vivo, deceduto, dimesso contro il parere dei sanitari, trasferito ad altro reparto.
I Drg sono a loro volta classificati in 25 categorie diagnostiche principali denominate Mdc (Major diagnostic categories), le quali raggruppano le malattie e i disturbi relativi ad un unico organo o apparato, seguendo la suddivisione in settori della classificazione internazionale delle malattie.
Le diagnosi alla dimissione e gli interventi e procedure diagnostiche (nella Sdo oltre alla diagnosi principale e all'intervento principale è possibile riportare fino ad un massimo di cinque diagnosi e interventi secondari, così come stabilito dal decreto ministeriale del 27 ottobre 2001) sono codificati utilizzando la Classificazione internazionale delle malattie, IX revisione, modificazione clinica (Icd-9-cm) la cui traduzione italiana è stata curata dal Ministero della salute nel 1997. Questa classificazione costituisce una versione modificata ed ampliata della Icd-9 (International classification of diseases, IX revision, Ginevra, 1975), prevalentemente utilizzata per la classificazione delle cause di morte. La Icd-9-cm, maggiormente orientata a classificare i dati di morbosità, consente una più precisa codifica delle formulazioni diagnostiche, sia attraverso l'utilizzo di un quinto carattere per le diagnosi (la Icd-9 ne prevede quattro), sia attraverso una classificazione ad hoc per gli interventi e le procedure.
Dal 1999, oltre alla consueta distinzione tra attività per acuti, per riabilitazione e per lungodegenza, il Ministero della salute ha evidenziato altre due tipologie di attività: la voce “Altre attività”, relativa alle dimissioni dal reparto “residuale manicomiale”, e il “Nido”, relativo ai neonati sani selezionati in base al Drg 391, precedentemente incluso nell’attività per acuti. La rilevazione dei neonati sani ospitati nel nido, stabilita con decreto ministeriale del 30 giugno 1997, continua a registrare un incremento del numero dei neonati, sia per una maggiore completezza di tale tipo di attività e sia per una corretta identificazione rispetto al neonato patologico.
Il presente volume è stato profondamente rinnovato nei contenuti rispetto alle edizioni precedenti. Obiettivo principale è quello di fornire dati statistici riferiti principalmente ai pazienti piuttosto che al funzionamento delle
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Si tenga presente che nel volume non sono stati considerati i casi di lungodegenza in day hospital.
Il capitolo 1 fornisce una breve panoramica in serie storica sul complesso dell’attività ospedaliera per acuti a livello regionale. Nel capitolo 2 si riportano dati e indicatori sui dimessi distinti secondo il regime ordinario e il day hospital, il sesso e in alcuni casi anche secondo l’età dei pazienti. È riportata inoltre una tavola relativa alle diagnosi principali, in cui è stata utilizzata la lista abbreviata adottata da Eurostat per la raccolta dei dati sulle dimissioni ospedaliere. Il capitolo 3 è dedicato all’analisi per età. Le classi considerate sono: inferiore a 1 anno, 1-14 anni, 15-44 anni, 45-64 anni, 65-74 anni, 75-84 anni e 85 anni e oltre. Per ogni classe di età si forniscono alcuni indicatori di carattere generale (frequenza dell’ospedalizzazione e mobilità ospedaliera), le diagnosi più frequenti e un approfondimento su alcune patologie rilevanti. Quest’ultime sono state scelte tenendo conto della numerosità delle dimissioni e della rilevanza da un punto di vista sociosanitario. Le informazioni sono sempre distinte secondo il sesso, fatta eccezione per il fenomeno della mobilità ospedaliera interregionale. Nel capitolo 3.1, dedicato alle dimissioni di pazienti di età inferiore ad un anno, sono stati considerati solo i ricoveri per problemi di salute, escludendo quindi i neonati sani (Drg 391).
L’ultimo capitolo del volume presenta i dati provvisori relativi agli anni 2003 e 2004, desunti dalla Rilevazione statistica mensile delle dimissioni dagli istituti di cura effettuata dall’Istat1. Detta indagine ha carattere congiunturale e rileva l’ammontare delle dimissioni in regime ordinario e in day hospital di tutti gli istituti di cura pubblici e privati, consentendo quindi un monitoraggio dell’attività ospedaliera.
1 La raccolta, la registrazione e il controllo dei dati di questa indagine sono curati da Donatella Falchini.
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Le dimissioni dagli istituti di cura negli anni 2001 e 2002
Nel 2002 si sono registrati quasi 13 milioni di ricoveri, di cui circa 9,6 milioni in regime ordinario (74 per cento) e 3,4 milioni in regime di day hospital (26 per cento). A fronte di questo lieve aumento delle ospedalizzazioni rispetto all’anno precedente, il numero di giornate di degenza in regime ordinario si è ulteriormente ridotto, assestandosi su 70 milioni, con una degenza media pari a 7,4 giorni.
Analizzando i ricoveri per tipo di attività e regime di ricovero, si osserva in corrispondenza dell’attività per acuti che il saldo positivo è dovuto all’aumento del ricorso al day hospital (circa 262 mila casi in più) ed alla diminuzione dei ricoveri ordinari (279 mila casi in meno), mentre meno netti sono gli incrementi per l’attività di riabilitazione.
Tassi di dimissione ospedaliera in regime di ricovero ordinario superiori alla media nazionale (168 per mille) si registrano in particolare nelle aree meridionali del paese: nel Mezzogiorno si sono avute 177 dimissioni ogni mille residenti, 167 al Centro e 161 al Nord.
Per quanto riguarda l’attività di day hospital, i tassi di dimissione ospedaliera continuano a mostrare un gradiente da Nord al Mezzogiorno, da valori più alti a quelli più bassi: infatti rispetto ad un valore nazionale di 59 dimissioni ogni mille residenti, nel Nord e nel Centro si osservano valori rispettivamente pari a 61 e 62, mentre nel Mezzogiorno il tasso scende a 54. Tuttavia si osserva un recupero del Mezzogiorno: la percentuale di dimissioni in regime di day hospital rispetto al 1999 è passata da 16,8 per cento a 24,4 per cento con un incremento di circa 7 punti percentuali rispetto ai 5 punti del Nord (passato dal 24 per cento al 29 per cento).
Per ciò che concerne la distribuzione delle dimissioni per sesso, si osserva, sia nel 2001 che nel 2002, in regime ordinario, che le donne rappresentano il 53 per cento circa delle dimissioni se il ricovero è in discipline per acuti, il 56 per cento circa se è in riabilitazione e circa il 60 per cento se è in lungodegenza. Anche nelle dimissioni dal day hospital le donne pesano per una quota più elevata rispetto agli uomini (55 per cento).
Il quadro al 2002 si presenta quindi pressoché immutato rispetto al passato con una prevalenza del sesso femminile nei ricoveri in discipline per acuti (sia ordinari che in day hospital), per il maggior ricorso ospedaliero delle donne per la maternità e per i problemi connessi al processo riproduttivo. La prevalenza dei ricoveri delle donne è una costante anche nel caso della riabilitazione e della lungodegenza. Fanno eccezione solo i ricoveri per riabilitazione in regime di day hospital, dove il 55 per cento sono riferiti al sesso maschile.
Per quanto riguarda l’età, l’ospedalizzazione aumenta al crescere dell’età sia in regime ordinario che in day hospital. Nel 2002 per i ricoveri ordinari si passa da un tasso di dimissione per mille abitanti pari a 76 per la classe di età 1-14 anni a 470 oltre gli 84 anni. Nel caso del day hospital il valore minimo è in corrispondenza di 1-14 anni e 15-44 anni (41 per mille) e il valore massimo per la classe 75-84 anni ammonta a 106.
L’analisi della diagnosi principale alla dimissione evidenzia un maggior numero di dimissioni in corrispondenza delle malattie del sistema circolatorio (14 per cento), delle malattie dell’apparato digerente (9 per cento), dei tumori (9 per cento) e delle malattie del sistema nervoso (9 per cento). In relazione al sesso si evidenzia, per le donne, che la quota più elevata di dimissioni è relativa agli eventi riproduttivi (14 per cento), mentre per gli uomini corrisponde alle malattie del sistema circolatorio (16 per cento).
Entrando maggiormente nel dettaglio delle diagnosi principali previste nella lista abbreviata adottata da Eurostat (vedi http://europa.eu.int/com/health/ph information/dissemination/reporting/hospital en.htm), il quadro epidemiologico appare piuttosto differenziato a seconda del sesso e delle classi di età.
Le malattie del sistema circolatorio, negli uomini sono responsabili di quasi 1 milione di dimissioni, di cui oltre il 50 per cento concentrate nell’età 45-74 anni. Nelle donne le dimissioni sono circa 800 mila, di cui oltre il 50 per cento concentrate in età più avanzate (65-84 anni). Nell’ambito dei sottogruppi predominano i ricoveri per le malattie ischemiche del cuore e per quelle cerebrovascolari, ma mentre per gli uomini le prime prevalgono sulle seconde, per le donne ad incidere maggiormente sono le malattie cerebrovascolari.
Nell’ambito delle malattie dell’apparato digerente, le dimissioni ammontano a 655 mila casi per gli uomini e 515 mila per le donne. La classe di età in cui si concentra il maggior numero di ricoveri è 45-64 anni nei primi (32 per cento) e 15-44 anni nelle seconde (27 per cento). L’ernia della cavità addominale è responsabile di una quota rilevante di dimissioni in questo gruppo di malattie, in particolare per gli uomini rappresenta il 30 per cento.
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sono caratterizzanti i tumori maligni della trachea, dei bronchi e dei polmoni con 55 mila casi (di cui il 40 per cento nella classe di età 65-74 anni) e per le donne i tumori maligni al seno con quasi 71 mila casi (di cui il 46 per cento nella classe di età 45-64 anni).
Importanti sono anche le malattie del sistema nervoso, con 487 mila dimissioni per gli uomini e 641 mila per le donne. Nei primi le dimissioni più frequenti sono in corrispondenza della classe 65-74 anni; nelle seconde la frequenza massima è nell’età successive (75-84 anni). Da notare che nei bambini di 1-14 anni un numero significativo di dimissioni è determinato dalle epilessie: 10 mila casi nei maschi e oltre 8 mila casi nelle femmine.
Sempre nell’ambito delle malattie del sistema nervoso, oltre l’epilessia, si distinguono il morbo di Parkinson (quasi 17 mila casi) e la sclerosi multipla (poco più di 20 mila dimissioni), ma mentre nel primo caso non vi è una differente consistenza numerica fra i due sessi, per la sclerosi multipla i ricoveri sono significativamente più frequenti nelle donne: nel 2002 si sono registrati più di 13 mila casi di ricovero per tale causa rispetto a 7 mila casi negli uomini.
Una quota rilevante di ricoveri riguarda i bambini al di sotto di un anno di età: nel 2002 si registrano più di 338 mila ricoveri, con un tasso pari a 636 dimissioni per mille bambini (nel 2001 era 620).
Nell’ambito delle prime dieci diagnosi di dimissione caratterizzanti tale età, la maggior parte si riferisce alle condizioni morbose di origine perinatale (Figura 1). In particolare, fra le altre diagnosi più rilevanti, la prematurità, la bronchite e bronchiolite, le complicazioni del travaglio e del parto per il feto o neonato e l’ipossia e asfissia alla nascita, caratterizzano l’ospedalizzazione di entrambi i sessi. Dal 2001 al 2002, si osserva un aumento dei tassi di dimissione per tali patologie, ad eccezione dei casi relativi alle complicazioni del travaglio e del parto del feto o neonato. Nel 2002 le dimissioni per queste diagnosi sono pari a 20 per mille residenti nei maschi e 18 per mille nelle femmine. In entrambi i casi il Mezzogiorno presenta tassi superiori al valore medio nazionale (per i maschi 34 dimessi ogni mille e per le femmine 32 per mille).
Figura 1 - Prime dieci diagnosi principali per numerosità delle dimissioni e sesso di bambini di età inferiore ad 1 anno esclusi i casi relativi ai neonati sani (Drg=391) - Anno 2002
Maschi
3.498 3.699 3.821
5.333 5.427 5.986
8.930 10.432
14.192 18.289
1.000 3.500 6.000 8.500 11.000 13.500 16.000 18.500 21.000 Condizioni morbose del feto o del neonato derivanti da patologia materna
anche non correlata alla gravidanza attuale Ritardo di crescita fetale e malnutrizione fetale
Ipossia intrauterina e asfissia alla nascita Altro ittero perinatale Feto o neonato affetto da altre complicazioni del travaglio e del parto Altre malattie respiratorie del feto e del neonato Osservazioni e valutazione di neonati per sospetto di condizioni morbose Bronchite e bronchiolite acuta Prematurità, immaturità e basso peso alla nascita Nato singolo (a)
Femmine
3.025 3.308
3.824 4.092
4.649 4.955
7.829 8.432
13.247 15.616
1.000 3.500 6.000 8.500 11.000 13.500 16.000 18.500
Ipossia intrauterina e asfissia alla nascita Condizioni morbose del feto o del neonato derivanti da patologia materna
anche non correlata alla gravidanza attuale Altre malattie respiratorie del feto e del neonato
Altro ittero perinatale Feto o neonato affetto da altre complicazioni del travaglio e del parto Ritardo di crescita fetale e malnutrizione fetale Bronchite e bronchiolite acuta Osservazioni e valutazione di neonati per sospetto di condizioni morbose Prematurità, immaturità e basso peso alla nascita Nato singolo (a)
(a) La diagnosi nato singolo (codice V30 dell’Icd-9-cm), identifica tutte le nascite non plurime avvenute in ospedale o immediatamente prima del ricovero (Linee guida per la codifica delle informazioni cliniche presenti sulla scheda di dimissione ospedaliera – Conferenza Stato Regione del 6 febbraio 2002). Questa diagnosi si applica sia ai neonati sani che a quelli patologici. Nei casi di neonati patologici, si presenta associata obbligatoriamente ad altre diagnosi di patologia.
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Nell’età pediatrica (1-14 anni) si verificano il 7 per cento delle dimissioni totali, di cui circa 518 mila casi si riferiscono ai maschi e poco più di 380 mila alle femmine. Per ambedue i sessi le prime dieci patologie rappresentano il 28 per cento del totale nell’età considerata, ma si riferiscono a diagnosi diverse (Figura 2). Per i bambini più di 11 mila casi sono relativi alle anomalie congenite degli organi genitali e circa 10 mila all’ernia inguinale; per le bambine le infezioni intestinali, altri disturbi endocrini, le infezioni acute delle vie respiratorie e i sintomi relativi alla nutrizione, al metabolismo e allo sviluppo (con più di 5 mila casi nel 2002) caratterizzano tale classe di età. Fra le patologie rilevanti per ambedue i sessi, si evidenziano l’asma e le epilessie. Nel 2002, a livello regionale, Liguria, Lazio e Abruzzo presentano tassi di dimissione per asma decisamente superiori al valore medio nazionale, pari a poco più di tre dimissioni ogni mille residenti per i maschi e a circa due per le femmine. Tale fenomeno potrebbe dipendere dalla presenza di istituti di cura specializzati per l’età pediatrica. Nel caso dell’epilessia per gli uomini sono il Lazio, la Sicilia e la Sardegna le regioni che hanno valori superiori alla media e per le donne la Valle d’Aosta, le Marche, il Lazio, la Sicilia e la Sardegna.
Figura 2 - Prime dieci diagnosi principali per numerosità delle dimissioni e sesso di bambini di età 1-14 anni - Anno 2002
Maschi
9.629 10.154
10.529 10.559 10.771 11.533
12.001 13.049
17.419
41.282
1.000 6.000 11.000 16.000 21.000 26.000 31.000 36.000 41.000 46.000
Ernia inguinale Altri sintomi relativi all'addome e al
bacino Epilessie Frattura del radio e dell'ulna Appendicite acuta Anomalie congenite degli organi
genitali Prepuzio esuberante e fimosi
Asma Sintomi generali Malattie croniche delle tonsille e delle
adenoidi
Femmine
5.236 6.238
6.570 7.328
7.756 8.606
9.038 10.463
13.792
31.407
1.000 6.000 11.000 16.000 21.000 26.000 31.000 36.000
Sintomi relativi alla nutrizione, al metabolismo e allo sviluppo Infezioni acute delle vie respiratorie superiori a localizzazioni multiple o non
specificate
Altri disturbi endocrini Infezioni intestinali mal definite Asma Epilessie Appendicite acuta Altri sintomi relativi all'addome e al bacino Sintomi generali Malattie croniche delle tonsille e delle adenoidi
Nell’età successiva, 15-44 anni, mentre per gli uomini si hanno 106 dimissioni ogni mille abitanti, per le donne sono 184 ogni mille, soprattutto per effetto delle dimissioni legate agli eventi riproduttivi. Tra le prime dieci cause di ricovero, queste rappresentano il 35 per cento delle dimissioni in tale età (Figura 3). Si segnalano l’aborto indotto legalmente (interruzione volontaria di gravidanza), l’aborto ritenuto e l’aborto spontaneo, oggetto di rilevazioni ad hoc effettuate dall’Istat per la rilevanza di questi fenomeni nella salute della donna. Le dimissioni per interruzione volontaria di gravidanza (Ivg) nel 2002 ammontano a circa 137 mila casi, corrispondenti a quasi 10 dimissioni ogni mille residenti. La regione Puglia e quella che, sia per il 2001 che per il 2002, presenta i valori più alti, pari a 15 dimissioni ogni mille residenti. Per quanto attiene il fenomeno degli aborti spontanei, definiti dalla normativa italiana come le interruzioni involontarie di gravidanza che si verificano entro il 180° giorno compiuto di gestazione, va sottolineato che dalle schede di dimissione ospedaliera tale evento non è direttamente individuabile. Difatti sarebbe necessario disporre di informazioni aggiuntive relative alle diagnosi “aborto spontaneo”, “aborto ritenuto” e “mortalità intrauterina”, per poter stimare la quota attribuibile all’aborto spontaneo così come definito dalla normativa italiana.
Negli uomini le prime dieci cause di ricovero corrispondono al 19 per cento delle dimissioni tra 15 e 44 anni.
In particolare, le lesioni interne del ginocchio con oltre 53 mila dimissioni, l’ernia inguinale con più di 30 mila
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schizofreniche (circa 21 mila), seguite dai casi di Hiv (oltre 17 mila dimissioni) sono le diagnosi più rilevanti.
Nel caso delle psicosi schizofreniche, la regione che ha nel 2002 un tasso di ricovero più elevato e pari a oltre tre dimissioni ogni mille abitanti, è la Sicilia, rispetto ad un valore nazionale di 1,7.
Figura 3 - Prime dieci diagnosi principali per numerosità delle dimissioni e sesso di pazienti di età 15-44 anni - Anno 2002
Maschi
16.882 17.502
19.707 20.952 21.169 21.225 21.333
25.946 30.805
53.601
1.000 11.000 21.000 31.000 41.000 51.000 61.000
Altri e non specificati procedimenti e trattamenti ulteriori
HIV Cisti pilonidale Calcolosi renale ed ureterale Psicosi schizofreniche Altro trattamento ortopedico ulteriore Deviazione del setto nasale Varici di altre sedi Ernia inguinale Lesioni interne del ginocchio
Femmine
29.448 31.648 35.276
39.642 45.337 46.865 47.669
94.480 137.460
265.448
1.000 51.000 101.000 151.000 201.000 251.000 301.000
Altri e non specificati procedimenti e trattamenti ulteriori
Disordini mestruali ed altri sanguinamenti anomali Aborto spontaneo Anomalie degli organi e dei tessuti
molli della pelvi Perdita ematica nella fase iniziale della
gravidanza Minaccia o travaglio di parto precoce
Aborto ritenuto Altre complicazioni del travaglio e del parto, non altrimenti classificate
Aborto indotto legalmente Parto normale
Le dimissioni tra i 45 e i 64 anni nel 2002 sono più di 3 milioni, con tassi pari a 218 per gli uomini e a 205 per le donne ogni mille abitanti. Le prime dieci cause di ricovero corrispondono al 25 per cento per i primi e al 27 per cento per le seconde (Figura 4). Fra tali cause, per gli uomini le malattie epatiche croniche e cirrosi, con quasi 32 mila dimissioni nell’anno 2002, sono la quarta causa in ordine di grandezza. Nell’ambito delle malattie del sistema circolatorio, segue l’infarto miocardico acuto (in lieve aumento dal 2001 al 2002 passando da un tasso di dimissione del 3,9 ad un tasso del 4,1) e le altre forme di cardiopatia ischemica cronica. Anche il diabete mellito è tra le principali cause di ricovero, per ambedue i sessi, con valori più elevati nel Mezzogiorno.
Per le donne, in tale classe d’età, sono importanti anche i ricoveri per tumori maligni della mammella, particolarmente elevati in Sardegna (il tasso di dimissione è pari a 7,5 nel 2002 rispetto ad un valore medio di circa quattro dimissioni ogni mille abitanti). Anche l’ipertensione rientra tra le diagnosi più importanti: il tasso di dimissione è pari a circa tre, e, ancora una volta, è più elevato nel Mezzogiorno. In particolare in Puglia nel 2002 è pari a nove ogni mille residenti.
Nell’età successiva, tra i 65 e i 74 anni, i tassi di dimissione nel 2002 per gli uomini sono circa pari a 450 ricoveri ogni mille residenti e per le donne a 319. Le prime dieci patologie spiegano quasi il 29 per cento del totale delle dimissioni nell’età considerata per ambedue i sessi e la prima causa di ricovero è la cataratta (Figura 5). Gli uomini presentano valori elevati per i tumori maligni della trachea, dei bronchi e dei polmoni (pari a nove dimissioni ogni mille abitanti nel 2001 e poco più di otto ogni mille nel 2002) e per i tumori maligni della vescica. Per le donne, della stessa età, è invece l’artrosi la principale causa di ospedalizzazione (dieci dimissioni ogni mille abitanti). Segue il diabete mellito con un tasso pari a 6,2, particolarmente elevato nel Mezzogiorno (più di dieci dimissioni ogni mille abitanti). Anche i tumori maligni della mammella sono tra le prime dieci cause di ricovero con un tasso di dimissione pari a cinque ogni mille residenti.
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Figura 4 - Prime dieci diagnosi principali per numerosità delle dimissioni e sesso di pazienti di età 45-64 anni - Anno 2002
Maschi
22.356 25.298
27.373 27.817 28.599 28.994 31.458 31.568 33.038
63.493 71.458
1.000 11.000 21.000 31.000 41.000 51.000 61.000 71.000 81.000
Sintomi relativi all'apparato respiratorio ed altri sintomi toracici
Calcolosi renale ed ureterale Aritmie cardiache Diabete mellito Lesioni interne del ginocchio Infarto miocardio acuto Cataratta Malattia epatica cronica e cirrosi Altre forme di cardiopatia ischemica
cronica Ernia inguinale Altri e non specificati procedimenti e
trattamenti ulteriori
Femmine
22.180 22.665
28.448 29.516
30.656 31.508 32.576 33.843
36.449 39.159
98.644
1.000 11.000 21.000 31.000 41.000 51.000 61.000 71.000 81.000 91.000 101.000 111.000 Diabete mellito
Ipertensione essenziale Leiomioma uterino Disordini mestruali ed altri sanguinamenti anomali Colelitiasi Cataratta Tumori maligni della mammella della
donna Patologie dell'utero non classificate
altrove Mononeuriti dell'arto superiore e
mononeuriti multiple Varici degli arti inferiori Altri e non specificati procedimenti e
trattamenti ulteriori
Figura 5 - Prime dieci diagnosi principali per numerosità delle dimissioni e sesso di pazienti di età 65-74 anni - Anno 2002
Maschi
22.442 22.461
26.435 27.279 27.730 30.185
32.230 38.417
64.209 64.671
1.000 11.000 21.000 31.000 41.000 51.000 61.000 71.000
Tumori maligni della trachea, dei bronchi e dei polmoni Tumori maligni della vescica
Insufficienza cardiaca Altre forme di cardiopatia ischemica
cronica Bronchite cronica Aritmie cardiache Iperplasia della prostata Ernia inguinale Altri e non specificati procedimenti e
trattamenti ulteriori Cataratta
Femmine
13.212 16.118
16.499 16.660 17.307 20.231
25.821 33.245
55.509
85.272
1.000 11.000 21.000 31.000 41.000 51.000 61.000 71.000 81.000 91.000
Malattia epatica cronica e cirrosi Varici degli arti inferiori Tumori maligni della mammella della
donna Colelitiasi Insufficienza cardiaca Diabete mellito Aritmie cardiache Artrosi Altri e non specificati procedimenti e
trattamenti ulteriori Cataratta
A differenza dell’età precedenti, tra i 75 e gli 84 anni, i tassi di dimissione dal 2001 al 2002 aumentano sia per gli uomini che per le donne, anche per effetto del progressivo invecchiamento della popolazione. A queste età l’insufficienza cardiaca costituisce una quota significativa di ricoveri (4 per cento sia negli uomini che nelle donne) (Figura 6).
14
Maschi
14.125 14.674 15.974
16.804 19.232
20.658 21.471 23.571
24.107 30.752
35.092
75.943
1.000 11.000 21.000 31.000 41.000 51.000 61.000 71.000 81.000
Tumori maligni della trachea, dei bronchi e dei polmoni Altre forme di cardiopatia ischemica
cronica Infarto miocardico acuto Iperplasia della prostata Tumori maligni della vescica Altre malattie del polmone Ernia inguinale Aritmie cardiache Altri e non specificati procedimenti e
trattamenti ulteriori Bronchite cronica Insufficienza cardiaca Cataratta
Femmine
13.220 14.109 14.630 15.565 16.863 17.158 20.903
24.085 26.732
27.501 37.889
127.470
1.000 21.000 41.000 61.000 81.000 101.000 121.000 141.000
Altre malattie del polmone Infarto miocardico acuto Occlusione delle arterie cerebrali Diabete mellito Altre e mal definite vasculopatie
cerebrali Bronchite cronica Altri e non specificati procedimenti e
trattamenti ulteriori Artrosi Frattura del collo del femore Aritmie cardiache Insufficienza cardiaca Cataratta
Nel 2002, i tassi di dimissione per gli uomini, sono più elevati nel Nord con circa 26 dimissioni per insufficienza cardiaca ogni mille abitanti rispetto ad un valore medio di circa 25, ed in particolare in Friuli Venezia Giulia, in Trentino Alto Adige e nel Veneto. Anche nel Molise si ha un tasso elevato pari a 32,8. Per le donne l’insufficienza cardiaca ha invece tassi più elevati nel Mezzogiorno, in particolare in Molise (24,7) e in Calabria (21,2) rispetto ad un valore nazionale di circa 17 dimessi ogni mille abitanti. Le successive cause di ricovero sono, per gli uomini, i tumori maligni della vescica (19 mila dimissioni), l’infarto miocardico acuto (16 mila) e i tumori maligni della trachea, dei bronchi e dei polmoni (14 mila); per le donne l’artrosi (più di 24 mila dimissioni) come nell’età precedente, il diabete mellito (oltre 15 mila dimissioni), l’occlusione delle arterie cerebrali e l’infarto miocardico acuto (circa 14 mila casi).
Infine dopo gli 84 anni, per ambedue i sessi, il quadro epidemiologico risulta simile a quello della classe di età. Nell’ambito delle prime dieci cause di ricovero (pari al 35 per cento per gli uomini e al 38 per cento per le donne rispetto al totale delle dimissioni nell’età considerata), l’insufficienza cardiaca, le aritmie cardiache, l’infarto miocardico acuto e l’occlusione delle arterie cerebrali, sono prevalenti in tale età sia per gli uomini che per le donne (Figura 7).
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Figura 7 - Prime dieci diagnosi principali per numerosità delle dimissioni e sesso di pazienti di età 85 anni e oltre - Anno 2002
Maschi
4.698 4.925
5.267 5.318 5.552
6.101 6.263
9.245
15.804 16.149
1.000 3.500 6.000 8.500 11.000 13.500 16.000 18.500
Occlusione delle arterie cerebrali Infarto miocardico acuto Altre e mal definite vasculopatie
cerebrali Broncopolmonite, non specificata
Altre malattie del polmone Aritmie cardiache Frattura del collo del femore Bronchite cronica Cataratta Insufficienza cardiaca
Femmine
7.317 7.385 8.460
9.115 10.574 10.749 11.284
27.128 32.317 32.334
1.000 3.500 6.000 8.500 11.000 13.500 16.000 18.500 21.000 23.500 26.000 28.500 31.000 33.500 36.000 Ischemia cerebrale transitoria
Altre malattie del polmone Infarto miocardico acuto Bronchite cronica Aritmie cardiache Occlusione delle arterie cerebrali Altre e mal definite vasculopatie
cerebrali Frattura del collo del femore
Cataratta Insufficienza cardiaca
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Avvertenze
Indicatori utilizzati
Degenza media: è il rapporto fra le giornate di degenza erogate ai dimessi e il numero di dimissioni. Esprime il tempo (in giorni) che mediamente intercorre tra l'ingresso in ospedale del paziente e la sua dimissione, ossia il numero medio di giorni richiesto per il trattamento dei casi in regime ordinario. Nel calcolare l’indicatore, dal denominatore sono state escluse le dimissioni per le quali non sono state indicate le giornate di degenza.
Durata media del ciclo di day hospital: è il rapporto fra il numero di accessi e il numero di dimissioni in regime di day hospital. Esprime il tempo (in giorni) medio di durata di un ciclo assistenziale di day hospital. Nel calcolare l’indicatore, dal denominatore sono state escluse le dimissioni per le quali non è stato indicato il numero di accessi.
Percentuale di dimissioni in regime di day hospital: per i ricoveri in regime di day hospital viene riportata la relativa percentuale di dimissioni ossia il rapporto tra il numero di dimissioni in regime di day hospital e il totale delle dimissioni. Essa fornisce un’indicazione dell’ammontare dei casi per i quali si fa ricorso a detta forma di ospedalizzazione rispetto al volume totale delle prestazioni.
Tasso di dimissione per 1.000 abitanti: è il rapporto tra il numero di dimissioni e la popolazione media residente dell’anno moltiplicato per 1.000. Esso esprime il numero medio di dimissioni ogni 1.000 residenti.
Percentuale di emigrazione sanitaria: è il rapporto tra le dimissioni di pazienti residenti in una regione che si sono ricoverati in una regione diversa da quella di residenza e il totale delle dimissioni di pazienti residenti nella regione moltiplicato per 100. Esso esprime la percentuale di dimissioni di pazienti residenti che si sono ricoverati in un'altra regione. Il complemento a 100 di tale percentuale indica la percentuale di stanzialità, ossia la percentuale di dimissioni di residenti nella regione che hanno scelto per il ricovero la stessa regione di residenza.
Percentuale di immigrazione sanitaria: è il rapporto tra le dimissioni di pazienti non residenti nella regione ed il totale delle dimissioni della regione moltiplicato per 100. Esso esprime la percentuale di dimissioni di pazienti non residenti nella regione sul totale delle dimissioni della regione.
Percentuale di stanzialità sanitaria: è il rapporto tra le dimissioni di pazienti residenti in una regione che si sono ricoverati nella stessa regione di residenza ed il totale delle dimissioni di pazienti residenti nella regione moltiplicato per 100. Esso esprime la percentuale di dimissioni di pazienti residenti che si sono ricoverati nella stessa regione ed è il complemento a 100 della percentuale di emigrazione sanitaria.
Qualità dei dati
La rilevazione negli anni 2001 e 2002 è caratterizzata da una sempre maggiore completezza dei dati rispetto agli anni precedenti.
Dal confronto con altre fonti emerge che sia per i ricoveri ordinari che per quelli in day hospital, la copertura è pressoché completa (anche per la trasmissione da parte delle regioni di un crescente numero di schede relative ai neonati sani).
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Le ripartizioni geografiche costituiscono suddivisione geografica del territorio italiano e nel volume sono state così articolate:
¾ Nord-ovest: Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Liguria;
¾ Nord-est: Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna;
¾ Nord: Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Liguria, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna;
¾ Centro: Toscana, Umbria, Marche, Lazio;
¾ Meridione: Campania, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria;
¾ Isole: Sicilia, Sardegna;
¾ Sud: Campania, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna.
Segni convenzionali
Nelle tavole viene adoperato convenzionalmente la linea (-), quando non ha senso fornire degli indicatori (es:
quando il denominatore è 0), oppure quando il dato è mancante.
CAPITOLO 1. SERIE STORICHE
Tavola 1.1 -
REGIONE DI DIMISSIONE
Dimissioni in regime ordinario
Giornate di degenza in regime ordinario
Degenza media in regime ordinario (a)
% di dimissioni in regime di day hospital (b)
Dimissioni in regime ordinario
Giornate di degenza in regime ordinario
Degenza media in regime ordinario (a)
% di dimissioni in regime di day hospital (b)
Piemonte 601.786 5.040.678 8,38 26,45 578.238 4.763.009 8,24 25,63
Valle d'Aosta 17.193 153.022 8,90 23,46 16.317 147.920 9,07 25,48
Lombardia 1.533.922 11.107.920 7,24 22,90 1.509.235 10.650.326 7,06 23,42
Trentino-Alto Adige 175.494 1.275.142 7,27 11,17 163.335 1.165.787 7,14 13,96
Bolzano-Bozen 97.232 710.766 7,31 3,93 91.690 657.443 7,17 7,37
Trento 78.262 564.376 7,21 18,78 71.645 508.344 7,10 21,13
Veneto 720.190 5.899.062 8,19 24,54 673.149 5.496.932 8,17 25,22
Friuli-Venezia Giulia 186.599 1.466.868 7,86 19,89 177.838 1.353.192 7,61 21,18
Liguria 289.167 2.318.720 8,02 28,60 284.524 2.251.935 7,91 29,81
Emilia-Romagna 683.809 4.742.805 6,94 25,46 637.118 4.492.146 7,05 27,80
Toscana 550.943 4.164.168 7,56 21,20 538.908 4.045.642 7,51 23,30
Umbria 147.733 941.962 6,38 27,41 141.129 883.646 6,26 28,92
Marche 255.998 1.849.931 7,23 17,37 244.908 1.742.176 7,11 19,85
Lazio 900.398 7.294.542 8,10 14,72 878.058 6.841.768 7,79 20,34
Abruzzo 259.460 1.778.383 6,85 13,48 261.609 1.754.923 6,71 16,63
Molise 63.633 460.181 7,23 3,54 63.957 438.107 6,85 3,73
Campania 917.655 5.193.345 5,66 17,81 921.959 5.319.214 5,77 18,82
Puglia 818.314 4.868.213 5,95 12,59 804.985 4.709.190 5,85 14,34
Basilicata 96.817 604.899 6,25 13,48 92.555 584.107 6,31 19,09
Calabria 333.466 2.078.827 6,23 14,17 328.261 2.069.275 6,30 17,35
Sicilia 811.519 4.885.049 6,02 19,92 723.637 4.234.117 5,85 24,79
Sardegna 264.625 1.864.053 7,04 25,36 261.346 1.793.663 6,86 27,98
Nord 4.208.160 32.004.217 7,61 24,00 4.039.754 30.321.247 7,51 24,82
Nord-ovest 2.442.068 18.620.340 7,62 24,52 2.388.314 17.813.190 7,46 24,79
Nord-est 1.766.092 13.383.877 7,58 23,29 1.651.440 12.508.057 7,57 24,87
Centro 1.855.072 14.250.603 7,68 18,22 1.803.003 13.513.232 7,49 21,91
Mezzogiorno 3.565.489 21.732.950 6,10 16,83 3.458.309 20.902.596 6,04 19,43
Sud 2.489.345 14.983.848 6,02 14,72 2.473.326 14.874.816 6,01 16,64
Isole 1.076.144 6.749.102 6,27 21,33 984.983 6.027.780 6,12 25,66
ITALIA 9.628.721 67.987.770 7,06 20,37 9.301.066 64.737.075 6,96 22,33
Piemonte 547.541 4.368.159 7,98 27,80 496.239 3.980.519 8,02 32,32
Valle d'Aosta 15.390 141.973 9,23 28,29 14.453 134.977 9,34 30,07
Lombardia 1.505.583 10.285.538 6,83 25,35 1.442.862 9.545.894 6,62 27,76
Trentino-Alto Adige 156.666 1.094.729 6,99 15,78 150.187 1.099.099 7,32 18,67
Bolzano-Bozen 90.168 629.200 6,98 10,34 88.594 648.988 7,33 14,74
Trento 66.498 465.529 7,00 22,18 61.593 450.111 7,31 23,74
Veneto 658.391 5.254.895 7,98 27,65 625.246 4.960.572 7,93 29,96
Friuli-Venezia Giulia 167.430 1.266.775 7,57 22,50 162.139 1.235.451 7,62 23,04
Liguria 279.639 2.166.704 7,75 29,99 252.547 1.949.257 7,72 35,47
Emilia-Romagna 608.649 4.298.842 7,06 30,00 597.709 4.163.158 6,97 29,25
Toscana 526.064 3.916.785 7,45 25,64 505.634 3.761.268 7,44 28,15
Umbria 130.584 836.600 6,41 32,06 125.528 805.988 6,42 32,41
Marche 236.396 1.657.055 7,01 22,66 222.075 1.532.646 6,90 23,24
Lazio 868.106 6.686.727 7,70 24,67 850.162 6.543.428 7,70 28,52
Abruzzo 262.594 1.671.975 6,37 20,63 266.666 1.657.375 6,22 22,69
Molise 65.601 443.036 6,75 3,64 63.783 434.949 6,82 8,92
Campania 883.228 4.922.938 5,57 21,07 857.297 4.686.881 5,47 24,83
Puglia 768.455 4.424.629 5,76 17,29 730.320 4.228.810 5,79 13,60
Basilicata 89.572 576.294 6,43 22,37 81.874 537.647 6,57 26,91
Calabria 330.774 2.028.476 6,13 19,53 321.311 1.952.612 6,08 22,86
Sicilia 811.391 4.567.686 5,63 28,68 853.516 4.768.832 5,59 31,56
Sardegna 247.189 1.670.530 6,76 30,41 259.943 1.753.685 6,75 28,62
Nord 3.939.289 28.877.615 7,33 26,75 3.741.382 27.068.927 7,24 29,08
Nord-ovest 2.348.153 16.962.374 7,22 26,53 2.206.101 15.610.647 7,08 29,80
Nord-est 1.591.136 11.915.241 7,49 27,06 1.535.281 11.458.280 7,46 28,02
Centro 1.761.150 13.097.167 7,44 25,30 1.703.399 12.643.330 7,42 28,07
Mezzogiorno 3.458.804 20.305.564 5,87 22,56 3.434.710 20.020.791 5,83 24,36
Sud 2.400.224 14.067.348 5,86 19,28 2.321.251 13.498.274 5,82 20,76
Isole 1.058.580 6.238.216 5,89 29,09 1.113.459 6.522.517 5,86 30,90
ITALIA 9.159.243 62.280.346 6,80 24,94 8.879.491 59.733.048 6,73 27,12
(a) Giornate di degenza diviso le dimissioni.
(b) Dimissioni in regime di day hospital diviso le dimissioni totali.
Fonte: Elaborazioni Istat su dati del Ministero della salute (Schede di dimissione ospedaliera)
ANNO 1999 ANNO 2000
ANNO 2001 ANNO 2002
Dimissioni dagli istituti di cura, giornate di degenza e degenza media in regime ordinario, dimissioni in regime di day hospital per regione di dimissione: ricoveri per acuti - Anni 1999-2002
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