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Alessandro D’Avenia, L’arte di essere fragili. Come Leopardi può cambiarti la vita, Milano, Mondadori, 2016. [Recensione]

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Academic year: 2021

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Sinestesieonline

PERIODICO QUADRIMESTRALE DI STUDI SULLA LETTERATURA E LE ARTI SUPPLEMENTO DELLA RIVISTA «SINESTESIE»

ISSN 2280-6849

Antonio Fusco

ALESSANDRO D’AVENIA, L’arte di essere fragili. Come Leopardi può cambiarti la vita, Milano,

Mondadori, 2016, pp. 216, € 19,00

Approcciare alla lettura di questo libro non è soltanto la delicata sorpresa di un incontro, di un’occasione unica ma anche la possibilità di illuminare zone d’ombra della nostra vita mai davvero conosciute prima.

L’autore ci fa diventare voce fuori campo di un intimo scambio epistolare intriso della fragile innocenza di quell’autentica amicizia che solo chi ci ama è in grado di offrirci, uno scrigno prezioso insomma, in cui ognuno ritrova un po’ di se stesso.

Queste pagine, come in una rivelazione, ci immergono in una sorprendente realtà facendoci respirare magiche atmosfere: Leopardi non pessimista cosmico quale toppo frettolosamente liquidato nei nostri studi scolastici, bensì un inguaribile generatore di felicità ed amante dalla vita, forse solo e soltanto “incompreso”.

L’arte di essere fragili lettera dopo lettera, citazione dopo citazione, appare sempre più un intenso ed emozionante manuale di vita, splendido antidoto alle inquietudini dell’adolescenza, l’età della speranza e dell’intensità dei picchi d’entusiasmo ma anche agli abissi della tristezza, ci guida verso le prove della maturità: il momento in cui le aspirazioni si scontrano spesso con la verità del reale, fino ad approdare alla fedeltà a ciò che siamo accettando e forse addirittura alla fine amando nostre fragilità e debolezze. Solo così si impara l’arte dell’esserci, dell’essere vivi. Forse è proprio qui che si nasconde il segreto della felicità. In fondo cos’è la felicità, se non una continua e costante dichiarazione d’amore alla vita!

Con questo testo ci è fatto dono di un nettare da assaporare lentamente, si è custodi di un diamante raro: la lettura diventa poesia per l’anima e musica per il cuore, in un tripudio di sussulti di un’orchestra magistrale.

Come in un sogno si è accompagnati alla scoperta dei nostri “rapimenti: manifestazioni improvvise della parte più autentica e nascosta di noi stessi”, il cui approdo naturale, è la conquista della nostra originalità: senso speciale “racchiuso nel seme” della consapevolezza profonda dell’essere al mondo.

Uno sguardo al cielo “trapunto di stelle”, rifugio e specchio per riconoscere, svelare ciò che abbiamo dentro.

Nulla opprime, stanca anzi si è talmente avvinti e parte del racconto, dei racconti, che anche l’oggettivamente impossibile , appare tangibilmente verosimile: sono talmente essenziali i “rapimenti nella vita di un uomo, che a volte, in quegli istanti passato, presente e futuro sembrano compresenti, come se in un seme simultaneamente si riescano a scorgere l’albero da cui proviene, l’albero che genererà e tutte le sue stagioni”.

Sarà poi, quel intimo momento di luce, di chiarezza e gioia che portiamo latente dentro di noi manifestandosi, ad istillare in ognuno, la tenacia, la volontà e la determinazione verso la scintilla da cui trae origine ogni singola ispirazione ad aspirazione.

Almeno per me è stato così, sono riuscito ad essere amato e compreso da famiglia, da amici, da insegnanti e docenti universitari persone insomma che, semplicemente vivendo il loro rapimento, ne hanno generati in me, guidandomi verso il mio: le lettere prima ed il giornalismo poi: un completamento, un destino, che oggi, non riesco a pensare diverso.

Perché, in fondo, “non c’è rapimento senza maestri, senza qualcuno che sappia guardare nel seme la rosa”.

Saranno i libri a cambiare il mondo? Un libro può cambiarci la vita aprendoci a nuovi orizzonti?

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E Leopardi….?

Beh, dopo aver conosciuto questo straordinario “romanzo del cuore” ritengo di sì! E credetemi, non è solo una metafora, Buon viaggio!

Se mi chiedeste di definire con un aggettivo l’arte di essere fragili, lo definirei notevole. Se dovessi invece dedicare questo libro a qualcuno, lo dedicherei a chiunque cerca nella lettura un motivo per non staccarsi dalla pagina piena. A chi, insomma, ricerca un luogo “veramente letterario”.

Sinestesieonline - N. 21 - Anno 6 - Ottobre 2017 www.rivistasinestesie.it

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