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De b r e c e n

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Italianistica D ebreceniensis

rivista ufficiale del D ipartim ento di Italianistica d ell’U niversità di D ebrecen officiai journ al of thè Italian Studies D epartm ent of thè U niversity of D ebrecen

Direttori:

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A ntonio Sciacovelli (Turun yliopisto) M aurizio Trifone (U niversità degli Studi di Cagliari)

Ineke V edder (U niversiteit van A m sterdam ) Franco Zangrilli (The C ity U niversity of N ew York)

Italianistica Debreceniensis is a peer-review ed journal. It appears yearly and publishes articles and reviews in Italian and English. A rticles subm itted for publication in thè journal should be sent by e-m ail attachm ent (as a Word document) to one of thè Editors: Paolo Orrù

(paolo.orru@ arts.unideb.hu), Làszló Pete (pete.laszlo@ arts.unideb.hu).

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A rticoli - A rticles

T a n c r e d i A r t i c o : D anese C ataneo, «felicissim o spirito» nelle carte tassiane. 1,’ Am or di M arfisa e la G erusalem m e lib e ra ta ...8

A d e l e B a r d a z z i : «O ccasioni» e «m om ents of being»: il m odernism o

di M o n ta le ...21

J u l i a D a b a s i : Il legam e tra lo spazio e l ’individuo in P etrarca e L e o p a rd i 38

E l i s a D e l l a M e a : M arano: una fortezza contesa. La crisi dei rapporti politico­ diplom atici tra le principali potenze europee a seguito del colpo di m ano su M ara­ no del 1542 ... 46

M a r c o G ia n i: «Donna, che fosti tra le donne un Sole»: sui tentativi poetici giova­ nili di Paolo P aruta (m età X V I s e c .) ... 60

E l e o n o r a M a m u s a : The exaltation of Italian national identity in M atteo R en zi’s d isc o u rse ... 74

N o é m i Ó t o t t : «Siete voi qui, ser B runetto?». I volti di B runetto Latini: rappresen­ tazione e au to rap p resen tazio n e... 96

D ie g o S t e f a n e l l i : A ppunti sulla stilistica (italiana) di Làszló G à ld i...108

F r a n c o Z a n g r i l l i : M ax Gobbo e la riscrittura fantastica di un periodo

rinascim e n ta le ...122

R ecen sioni - B ook review s

D a g m a r R e i c h a r d t e C a r m e l a D ’A n g e l o , M oda made in Italy. Il linguaggio della moda e del costum e italiano, Firenze, Franco Cesati, 2016 (Luigi S a itta ) 132

F r a n c o Z a n g r i l l i , Il piacere di raccontare. P avese dentro il fantastico p o stm o der­ no, P alerm o, D ario Flaccovio Editore, 2017 (Biagio C o c o ) ...137

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Ad e l e Ba r d a z z i: « Oc c a s i o n i» e «m o m e n t so fb e i n g» : i lm o d e r n i s m od i Mo n t a l e 21

«Occasioni» e «moments of being»:

il modernismo di Montale

d i Ad e l e Ba r d a z z i

A bstract: This paper examines Montale’s position w ithinthe criticai category of ‘moder- nism’ not only within thè Italian context, but also within thè European one. To this end, it aims to trace those presences at a textual level that suggest an affinity between Montale’s ‘occasions’ and Virginia Woolf’s ‘moments of being’: some tiny and rare ‘disguidi del possibile’ that allow to see beyond thè cotton wool of everyday life.

Qual è il senso della vita? [...] La grande rivelazione non sarebbe forse giunta mai. Era sostituita da piccoli miracoli quotidiani, illum inazioni, fiammiferi accesi im provvisam ente nel buio [...]. Il ricordo di quei labili episodi [...] in mezzo al caos era la forma. L’eterno transito, l’eterno flusso potevano configu­ rarsi nella stabilità.1

Q ueste parole tratte dal terzo capitolo d ell’ultim a sezione di To thè Lighthouse (1927) di V irg in ia W oolf potrebbero presentarsi, scrive G ilberto L onardi, come «epigrafe non scritta in testa possibilm ente alle Occasioni».2 Seppur brevissim o, il com m ento di L onardi in II Vecchio e il Giovane riguardo a ll’affinità tra la poesia di Eugenio M ontale e la prosa di V irg in ia W oolf è quello finora più pertinente. Seguendo le tracce di L onardi, Guido M azzon i in Form a e solitudine riprende questa suggestione, m a sem pre in form a di accenno assai rapido.3 A l fine di far em ergere in m odo più com pleto l ’essenza m odernista d ell’opera m ontaliana, que­ sto saggio si propone di esam inare in m odo organico il rapporto tra l’opera di M ontale e quella di W oolf concentrandosi su lla raccolta poetica in cui la natura m od ern ista di M ontale trova la sua più piena e m atu ra espressione: m i riferisco

1V. Woolf, Gita al Faro, trad. G. Celenza, Firenze, Treves, 1934, cit., pp. 221-222.

2 G. Lonardi, Il Vecchio e il Giovane e altri studi su M ontale, Bologna, Zanichelli, 1980, cit., p. 56.

3 G. M azzoni, Form a e solitudine. U n'idea della po esia contem poranea, M ilano, M arcos y M arcos, 2002. Ai contributi di Lonardi e M azzoni si aggiunge l ’articolo di A ntonella A m ato in cui viene dedicata una sezione al rapporto M ontale-W oolf anche se più da un punto di vista storiografìco/biografìco piuttosto che testuale. E proprio A m ato a sottolineare uno dei punti di incontro che lega M ontale a W oolf e che riguarda la poesia proem iale della raccolta, Il balcone, poesia di valore program m atico, com posta nel 1933. Si tratta ancora u n a volta di To thè

Lighthouse: la prim a sezione del rom anzo inglese porta significativam ente lo stesso titolo della poesia che apre Le occasioni: The Window [La finestra]. Si veda la nota 35 in A. A m ato, M ontale e il rom anzo m odernista europeo,

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a Le occasioni (1939).4 N el fa r questo, le pagine che seguono m irano a tracciare alcune linee guida riguardo alla posizione di M ontale a ll’interno della categoria critica di ‘m odernism o’, sia dentro ai confini italia n i che fuori da essi, in u n a p ro ­ spettiva, si potrebbe dire, più ‘europea’. N onostante differenze significative, i vari m ovim enti letterari europei escono dai confini nazionali, e p er questo m otivo un approccio com paratistico appare produttivo p er com prendere la relazione tra un autore e uno specifico m ovim ento letterario. René W ellek e A ustin W arren sono di questo parere quando sostengono nel loro Theory o fL itera tu re che:

[i] principali movimenti e stili letterari dell’Europa m oderna (il Rinascimento, il Barocco, il Neo-classicismo, il Romanticismo, il Realismo, e il Simbolismo) vanno ben oltre i confini nazionali, anche se con differenze significative tra una nazione e l’altra nella propria rielaborazione di questi stili.5

Ciò è sicuram ente vero anche p er la categoria critica di ‘m o dernism o ’ e da qui n a­ sce il bisogno di uno studio com paratistico p er com prendere il rapporto tra M on­ tale e il m odernism o. D unque, la scelta di includere V irg in ia W oolf come seconda interlocutrice in questa lettura.

R iguardo al m odernism o si è scritto considerevolm ente negli u ltim i decenni - fondam entale rim ane il contributo di R om ano L up erini p er quanto rigu arda una definizione di ‘m odernism o italia n o ’ e la posizione di M ontale in relazione a esso - m a rim angono ancora inesplorati alcuni asp etti centrali.6 N onostante ci siano fin troppe proposte di lettura riguardo al rapporto tra la poesia di M ontale e quella di uno dei m aggiori rappresentanti del m odernism o anglosassone - T.S. E liot - lo stesso non si può proprio dire p er autori come Jam es Joyce e V irg in ia W oolf, della cui p resenza a ll’interno d ell’opera m ontalian a si è parlato, m a quasi sem pre senza approfondire con close readings di testi m o ntaliani da questa prospettiva.7 P er di più, si può notare una tendenza a vedere come sinonim i le ‘epiphanies’

4 Tutte le citazioni dalle opere di M ontale sono tratte da E. M ontale, Tutte le poesie, a cura di G. Zampa, M ilano, M ondadori, 1984.

5 R. W ellek e A. Warren, Theory o f Literature, London, Penguin, 1982, cit., p. 51 (traduzione mia).

6 A questo proposito si vedano: R. Luperini, Il m odernism o italiano e la po esia italiana del prim o Novecento, «Allegoria», XXIII 2011, pp. 92-100; Luperini, Il m odernism o italiano esiste, in Sul m odernism o italiano, cit., pp. 3-12; R. Luperini, M odernism o, avanguardie e antim odernism o, in La letteratura e noi, disponibile a h ttp :// w w w .laletteraturaenoi.it/index.php/interpretazione-e-noi/271-m odernism o,-avanguardie,antim odernism o.htm l, (ultim o accesso il 10 ottobre 2017).

7 Tra i num erosi studi sul rapporto M ontale-Eliot si vedano: L. A nceschi e S. A ntonielli, L irica del Novecento, Lirenze, Vallecchi, 1963; G. Cambon, M o n ta le’s Poetry. A Dream in R ea so n ’s Presence, Princeton, Princeton U niversity Press, 1982; C. H uffm an, M ontale and thè Occasions o f Poetry, Princeton, Princeton U niversity Press, 1983; L. Barile, A dorate mie larve. M ontale e la po esia anglosassone, Bologna, Il M ulino, 1990, pp. 49-80; P. Sica, M odernist Form s o f Rejuvenation. Eugenio M ontale and T.S. Eliot, Lirenze, L. S. Olschki, 2003; T. de Ro- gatis, M appe del tempo: Eugenio M ontale e T.S. Eliot, Pisa, Pacini, 2012.

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Ad e l e Ba r d a z z i: « Oc c a s i o n i» e «m o m e n t so fb e i n g» : ilm o d e r n i s m od i Mo n t a l e 23

joyciane e i ‘m om ents o f being’ w oolfiani (con, a volte, anche le ‘ìntermìttences du

coeur’/ ‘mémoire involontaire’ di P roust).8 N onostante condividano tra loro alcu­

ni im portanti aspetti, occorre chiarire e p untu alizzare la n atu ra dei ‘mom ents o f

being’ di W oolf p er m eglio com prenderne la loro significativa p resenza n ell’opera

di M ontale; qualcosa che la critica italia n a sem bra aver im plicitam ente catalogato come m eno rilevante rispetto alle epifanie di Joyce al punto da assim ilare i ‘m o ­

ments o f being’ ai m om enti epifanici d ell’autore irlandese.

P rim a sono però necessarie alcune contestualizzazioni. Innanzitutto, cosa si intende p er ‘m odernism o italia n o ’ e che relazione h a con il m odernism o anglo sas­ sone a cui V irg in ia W oolf appartiene? Il term in e ‘m o dernism o ’ è stato p rincipal­ m ente usato in area anglosassone p er riferirsi alla natu ra innovativa di parte della letteratura dei p rim i tre decenni del N ovecento, i cui orm ai ind iscu ssi m aestri sono individu ati in E zra Pound, T.S. Eliot, Jam es Joyce e V irg in ia W oolf. L’eti­ chetta di ‘m o dernism o’ in Italia è invece relativam ente giovane e si è iniziato ad usarla n egli anni N ovanta proprio a proposito della poesia di M ontale, p er il quale alcuni critici, tra i quali A lberto C asadei, T izian a de R ogatis, Guido M azzoni e G ianluigi Sim onetti, hanno parlato di ‘classicism o m o d ern ista’.9 E da sottolineare che nella storiografia della letteratura italian a il term in e ‘m od ern ism o’ h a com in­ ciato a essere im piegato sem pre più frequentem ente p er due ragioni principali: prim a di tutto la felice crescita degli studi com paratici e, in secondo luogo, p er via della diffusione del concetto di ‘p o stm odern ism o ’ che «lo evoca in opposizione necessariam ente dialettica».10 A seguito, il term ine è stato utilizzato p er di più in narrativa da critici come R iccardo C astellana, R affaele D onnarum m a, Pierluigi Pellini, M assim iliano Tortora e nel volum e in inglese curato da Luca S om igli e M ario M oroni.11 E il contributo di L uperini a em ergere, però, come il più riso ­

8 Sul rapporto M ontale-Proust in relazione alla tem atica del ricordo/ricordare si v ed a il saggio di I. Antici, «Lo

stupore d ’un ricordo». M ontale tra m em oria episodica e m em oria epifanica, Atti del convegno d ell’A ssociazione

degli Italianisti M oderno e m odernità: la letteratura italiana (17-20 settem bre 2008), U niversità L a Sapienza di Roma, disponibile a w w w .italianisti.it, (ultim o accesso il 14 settem bre 2016).

9 L’etichetta di ‘classicism o m odernista’ deriva dalla form ula di ‘classicism o sui generis’ o ‘p aradossale’ proposta da M ontale stesso nel 1926. Q uesta poetica m ira a conciliare ciò che appartiene alla m odernità con le form e della tradizione. E. M ontale, U mberto Saba, in II secondo mestiere. Prose 1920-1979, a cura di G. Zampa, 2 voli, M ilano, M ondadori, 1996, p. 118. Riflessioni riguardo al term ine di ‘classicism o m odernista’ sono presenti nei seguenti studi: A. Casadei, Prospettive m ontaliane. D agli “O ssi” alle ultime raccolte, Pisa, Giardini, 1992; T. de Rogatis, M ontale e il classicism o m oderno, Pisa e Roma, Iepi, 2002; M azzoni, F orm a e solitudine, cit.; G. Sim o­ netti, D opo M ontale. Le “O ccasioni” e la po esia italiana del Novecento, Lucca, Pacini Fazzi, 2002.

10 Luperini, Il m odernism o italiano esiste, cit., p. 93.

11 R. Castellana, R ealism o m odernista. U n'idea del rom anzo italiano (1915-1926), «Italianistica» X X X IX 2010, pp. 23-45; R. Donnarum m a, L 'altro modernismo: la narrativa breve in Italia, in II racconto m odernista in Italia.

Teoria e prassi, a cura di M. Santi e T. Toracca, Avellino, E dizioni Sinestesie, 2016, pp. 7-14; Donnarum m a, Trac­ ciato del m odernism o italiano, in Sul m odernism o italiano, cit., pp. 13-38; P. Pellini, G adda modernista. Palermo,

Palum bo, 2006; M. Tortora. D ebenedetti, Svevo e il m odernism o, in P er Rom ano Luperini, a cura di P. Cataldi. Palerm o, Palum bo, 2010; L. Som igli e M. M oroni, Italian M odernism . Italian Culture between D ecadentism and

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lutivo nel chiarire quella vaghezza e am biguità che ancora oggi segnano l’uso del term ine ‘m odernism o’.12 In breve, il m odernism o «non è un m ovim ento né, tanto m eno, una scuola. E u n a tendenza che condivide una stessa cultura, non una m edesim a poetica».13 Inoltre il m odernism o «[m]ira a rinnovare profondam ente la letteratura, m a lo fa con tecniche e tattiche molto diverse».14 Il term ine ‘m o der­ nism o ’ diventa poco produttivo, continua L uperini, se usato in m odo «generico e indifferenziato» com e un «m ero contenitore privo di identità»,15 m entre acquista «senso e valore se riferito alla ro ttu ra prim onovecentesca e alla nuova cu ltu ra d e­ term in ata dalla rivoluzione epistem ologica di fine secolo».16 Inoltre, concordo con L uperini sul fatto che è giunto davvero il m om ento di

com inciare a considerare e a studiare la letteratura italiana all’interno di quella continentale, e con categorie che siano condivisibili da parte della critica eu­ ropea, che da tempo ormai, sull’esempio di quella anglosassone e portoghese e in modo più contraddittorio di quella spagnola e ispanoam ericana, parla di modernismo per definire la poesia e la narrativa più innovative del primo N o­ vecento.17

G uardare a ll’opera di M ontale attraverso lenti w oolfiane e a come i ‘mom ents o f

being’ condividano elem enti centrali con la poetica delle O ccasioni ci aiuterà p ro ­

prio a posizionare M ontale e la categoria critica di ‘m o dernism o ’ a ll’interno di un quadro letterario europeo. L’auspicio è che questo ci offra un a lettu ra nuova e più com pleta d ell’opera di M ontale in cui il m odernism o respira in m odo più profondo e innovativo: Le occasioni.

U n ’ultim a puntualizzazione è dovuta p rim a di inoltrarci n ella seconda raccolta poetica di M ontale. Probabilm ente M ontale avrebbe trovato l’accostam ento della sua opera a quella della W oolf dubbia in quanto esprim e opinioni co ntrastanti sul­ la scrittrice anglosassone. W oolf viene infatti in un prim o m om ento accostata da M ontale a due degli autori del carnet m ontaliano da sem pre approvati dal poeta: P roust e Joyce - «autori di m otivi poetici che arricchiscono il senso della nostra civ iltà e in definitiva del nostro m ondo storico».18 E questa la prim a reazione di

Avant-G arde, Toronto, U niversity of Toronto Press, 2004.

12 Vedi nota n. 5.

13 Luperini, II m odernism o italiano esiste, cit., p. 10.

14 Luperini, Il m odernism o italiano e la poesia italiana del prim o Novecento, cit., p. 99. 15 Ivi, p. 94.

16 Luperini, Il m odernism o italiano esiste, cit., p. 11. 17 Ivi, p. 12.

18 E. M ontale, Il m ondo della noia, in II secondo mestiere. A rte, musica, società, a cura di G. Zampa, M ilano, M ondadori, 1996, p. 81.

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Ad e l e Ba r d a z z i: « Oc c a s i o n i» e «m o m e n t so fb e i n g» : i lm o d e r n i s m od i Mo n t a l e 25

M ontale, n e ll’articolo II m ondo della noia pubblicato su il Corriere della Sera il 13 luglio del 1946. Subito dopo, tuttavia, M ontale esprim e un parere ben diverso, denigrando drasticam ente «la storia di M istress D allow ay», com e uno dei tan ti libri che non resisteranno al trascorrere dei tem pi, alle «contingenze d ell’esteti­ ca e il vaniloquio delle tendenze».19 A questo, A ntonella A m ato contrappone un quasi sicuro interesse e conoscenza da parte di M ontale d ell’opera della scrittrice inglese attraverso i re g istri che riportano gli ord ini effettuati durante i suoi ann i di bibliotecario del G abinetto V ieusseux a F irenze.20 Si aggiunge tuttav ia, A m ato continua, l’assenza di recensioni e saggi dedicati a W oolf individualm ente e il fatto che M ontale non dichiari m ai ufficialm ente di aver letto le sue opere. Q uesta incogn ita è di poca im p o rtan za p er le pagine che seguono, dato che non è m ia intenzione tracciare u n ’influenza a livello biografico, m a un a presenza a livello testuale che va oltre l’intenzionalità cosciente di M ontale.21

P rim a di an alizzare i testi di M ontale e W oolf, è produttivo riflettere sul con­ testo più am pio a ll’interno del quale i ‘m om ents o f being’ e le ‘occasioni’ si collo­ cano e in che cosa consiste la loro ‘m o d ern ità’. L a dim ensione epifanica dei ‘m o ­

ments o f being’ e delle ‘occasioni’ è qualcosa di profondam ente em blem atico della

m odernità che si sviluppa proprio perché a ll’interno di un m ondo m oderno sem ­ pre più m eccanicistico e utilitaristico dove em erge l’esigenza di m antenere saldo un contatto autentico con la realtà attraverso la letteratura. C harles Taylor è tra i prim i a identificare, nel suo celebre Sources o f thè Self, il m odernism o come un m om ento filosofico epifanico a ll’interno del discorso sulla m odernità.22 A nziché considerarlo come una reazione p er contrastare la crisi della m odernità e il rifiuto di precedenti percezioni riguardo a ll’identità, Taylor conclude che il m odernism o rappresenta u n a vera e propria epifania p er la m odernità stessa, il suo m om ento di rivelazione e introspezione più profonda. L’epifania è dunque l’elem ento che m eglio ritrae l’essenza m odernista.

13 Ivi, p. 82.

20 A m ato, M ontale e il rom anzo m odernista europeo, cit., pp. 206-217.

21A Sketch o f thè P ast fa parte, insiem e ad altri scritti autobiografici, di M om ents o f Being, il volum e pubblicato

postum o. V. Woolf, A Sketch o fth e Past, in M om ents o f Being. A Collection ofA utobiographical Writing, a cura di J. Schulkind, New York, H arcourt Brace Jovanovich, 1985, pp. 61-160; in traduzione italiana V. Woolf, Im m agini

del passato, in M om enti di essere. Scritti autobiografici, a cura di G. Spendei, trad. A. Bottini, M ilano, La Tarta­

ruga edizioni, 2003, pp. 81-203. Per u n ’analisi dei più significativi ‘m om ents o fb e in g s’ nei principali rom anzi di W oolf si veda M. Jensen, Tradition and Revelation. M om ents o f Being in Virginia W o o lf’s M ajor Novels, in The

Cam bridge Com panion to thè M odernist Novel, a cura di M. Shiach, Cambridge, C am bridge U niversity Press,

2007, pp. 112-125.

22 Per u n ’analisi riguardo alla com plessità storica d ell’idea m oderna di io, si veda l ’itinerario tracciato da Taylor che include u n ’interessante analisi della storia della filosofia che h a influito allo sviluppo del concetto di epifania dal R om anticism o al Novecento. C. Taylor, Sources o f thè Self. The M aking o f thè M o d e m Identity, Cambridge, Cam bridge U niversity Press, 1989, tr. di R. Rini, Radici d e ll’io: la costruzione d e ll’identità m oderna, M ilano, Feltrinelli, 1993.

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La società industriale di m assa, la società stru m entalistica con la sua fram ­ m entazione che si afferm a in questo periodo, vede u na spinta crescente e p repo­ tente verso la vuo ta ripetitività e m onotonia della v ita quotidiana. E a ll’interno di questo scenario che il m odernism o ricerca un recupero della centralità del m o ­ m ento epifanico così tipico del R om anticism o. Infatti, il m odernism o em erge in risposta a un problem a che h a pesato sulla cultura m oderna in E uropa durante il diciannovesim o secolo: come ottenere un accesso più diretto con la ricchezza d ell’esperienza. In quanto «arte non rappresentativa», Taylor vede il m odernism o concentrato alla ricerca di nuovi m odi di rendere l’esperienza che non può essere più rappresentata attraverso «la superfìcie delle cose com uni».23 Il m om ento epi­ fanico rappresenta quindi una m od alità di recupero di ciò che è «accessibile solo ind irettam ente, riguardo qualcosa di diverso d a ll’oggetto visibile, a cui l’oggetto visibile può soltanto accennare».24 P er la sua stessa natura, esso m ira a contrastare le «form e m ortificanti, ripetitive e convenzionali della civiltà strum entale».25 Tut­ tavia, come Taylor ha esaustivam ente m ostrato, le cosiddette ‘epifanie d ell’essere’ di po eti come W ordsw orth, si evolvono sostanzialm ente n ell’‘arte epifanica’ che il m odernism o pone al suo centro. Infatti «m entre i rom antici del secolo p rece­ dente avevano valorizzato la natura e la purezza del sentim ento originario, m olti m oderni [...] si sono preoccupati di un recupero d ell’esperienza d ell’interiorità».26 T uttavia questo non è da confondere con una predilezione verso un «io teso a ll’e­ spressione di sé, alm eno nel senso di un convergere di natura e ragione, di istinto e di forza creativa [come durante il R om anticism o]».27 A l contrario, questo m om en­ to di rinnovata attenzione verso l ’interiorità p o rta oltre al concetto tradizionale di io come entità u nitaria, verso una «fram m entazione d ell’esperienza che m ette in discussione le nozioni correnti di identità [...] o in direzione di un nuovo tipo di unità, di un m odo nuovo di abitare il tem po».28 U n’altra d ifferen za cruciale tra R om anticism o e m odernism o è che l’epifania durante quest’ultim o non n e­ cessariam ente svela una presenza d ivina nel m ondo, m a em erge, piuttosto, come m odo p er riaffacciarsi a una dim ensione di v ita più ‘significativa’. Questo senso di pienezza vitale, di una v ita più ‘significativa’, può paradossalm ente essere trovato nella quotidianità, in quei m om enti in cui il ‘p a ttern ’ della realtà che ci circonda em erge e ne consegue u n ’intuizione del senso più am pio che va oltre l’oggetto o il m om ento che lo ha fatto scaturire. Come per W oolf e M ontale, dunque, questi m o ­

23 Ivi, p. 471. 24 Ibid. 25 Ibid. 26 Ivi, p. 562. 27 Ivi, p. 564. 28 Ibid.

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Ad e l e Ba r d a z z i: « Oc c a s i o n i» e «m o m e n t so fb e i n g» : i lm o d e r n i s m od i Mo n t a l e 27

m enti perm ettono di intravedere cosa si cela «dietro l’ovatta» della v ita q uotidia­ na.29 E qui che risiede la radicale m odernità del m om ento epifanico dei ‘mom ents

o f being’ e delle ‘occasioni’ in quanto profondam ente legato e frutto di quel «ritor­

no d ell’identico» che m in a la società di m assa che sia M ontale che W oolf criticano aspram ente. D urante l ’attim o epifanico si riesce a tro vare uno stato di eccezione che interrom pe il costante e im perturbabile ritorno d ell’identico. Com e sostiene Guido M azzoni in Teoria del romanzo, infatti, si diffonde sem pre di più la visione che la «vita sia form ata da lunghe cam piture di ripetizione interrotte da piccoli eventi inauditi».30 Inoltre, com e M azzon i aggiunge, «la norm alità giace invisibile dentro gli spazi b ian ch i che separano le pagine occupate dalla scrittura, m entre le parole m esse su lla carta registrano gli stati di eccezione che interrom pono il ri­ torno d ell’identico».31 E proprio la visione m oderna della v ita come un flusso in a r­ restabile di fram m enti, il cui significato può essere trovato solo in alcun i singoli attim i, nella dim ensione d ell’istante anziché in qualche sorta di ‘tu tto ’, a influire profondam ente sullo spirito m odernista a prediligere l ’attim o epifanico d ell’‘occa- sione’ che diventa così la form a più congeniale p er la coscienza m oderna.

Inoltre, la m odernità vede una tendenza a una consapevolezza di «vivere su due o più livelli non totalm ente com patibili».32 Infatti, «la v ita um an a si sviluppa intrascendibilm ente su m olti livelli: piano epifanico e piano ban ale quanto ind i­ spensabile della quotidian ità non possono m ai arm o nizzarsi pienam ente e noi sia­ mo condannati a vivere divisi— pena l’im poverim ento della repressione».33 P ara­ dossalm ente, em erge che «le verità più profonde possono [...] p o rtarci oltre la sfera della soggettività, m a per giungervi, occorre inevitabilm ente passare attraverso u n ’approfondita consapevolezza d ell’esperienza personale».34 Q uesto non contrad­ dice il rifiuto di qualsiasi tipo di soggettivism o tipico d ell’età m oderna. La co­ scienza a più liv elli propria della m odernità e alla base d ell’arte epifanica, è quindi spesso «decentrata»: ovvero, «consapevole di vivere a un ritm o transpersonale che, a sua volta, non è riducibile alla sfera personale, m a che, nonostante questo, resta interiore».35 Taylor conclude che il processo epifanico è così m isterioso al punto di forse contenere la chiave per rispondere alla dom anda di cosa significhi davvero essere u m an i.36 Come M artin Heidegger, potrem m o anche argom entare

23 Woolf, Im m agini del passato, cit., p. 92.

30 G. M azzoni, Teoria del romanzo, Bologna, Il M ulino, 2011, cit., p. 340. 31 Ibid.

32 Taylor, Radici d e ll’io, cit., p. 583. 33 Ibid.

34 Ivi, p. 585. 35 Ibid. 36 Ibid.

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che «la v ia al superam ento del soggettivism o è rappresentata dalla com prensione della sua vera natura, a cui egli si accosta per il tram ite della nozione di Lichtung, ossia di illum inazione».37

D unque cosa sono esattam ente i ‘m om ents o fb e in g ’ di V irg in ia W oolf e dove sono rintracciabili n ell’opera di M ontale? Non abbiam o un a definizione esplicita e risolutiva da parte di W oolf riguardo ai ‘m om ents o f being’. E nel suo memoir rim asto incom piuto e pubblicato postum o, A Sketch o f thè P ast (1941), che W oolf fa riferim ento ai ‘mom ents o fb e in g ’. Q ui la scrittrice suggerisce che essi sono quei b revi istan ti che spiccano ed em ergono d a ll’ovatta della v ita quotid iana.38 La de­ finizione più esaustiva la ricaviam o attraverso un ricordo personale d ell’infan zia di W oolf dove si ricordano le vacanze trascorse nella località b aln eare di St. Ives:

Q uand’ero bam bina [...] le mie giornate, proprio come ora, contenevano u n ’alta proporzione di questa ovatta, di questo non-essere. Passavano le settim ane a St. Ives senza lasciare su di me il minim o segno. Poi, senza una ragione che io sappia, d’im provviso una scossa violenta; qualcosa accadeva con tale violenza che non l’ho m ai più scordata.39

Sono quindi i ‘m om ents o fb e in g ’, i m om enti eccezionali, che consentono di co­ gliere una dim ensione del reale nascosta nelle apparenze, che W oolf descrive così:

Lo sento, il colpo, ma non è più, come credevo da bam bina, un colpo sfer­ rato da un nemico nascosto dietro l’ovatta della vita quotidiana; è o diven­ terà la rivelazione di un altro ordine; è il segno di qualcosa di reale che si cela dietro le apparenze; e sono io che lo rendo reale esprimendolo in parole. Solo con l’esprimerlo in parole gli conferisco unità; e questa unità significa che ha perduto il potere di farm i del male [...].40

37 Ivi, p. 585. Per un approfondim ento si veda anche M. Heidegger, A létheia (Eraclito, fram m ento 16) in M. H ei­ degger, Saggi e discorsi, a cura di G. Vattimo, M ilano, M ursia, 1980, pp. 176-192. Qui H eidegger sottolinea come nel cam po della filosofìa l ’attenzione è su ciò che chiam a ‘verità nascosta’ e che gli antichi greci denom inavano

alétheia, che significa ‘restare nascosto’. Il punto è di rendere questa ‘verità nascosta’ meno obnubilata. A mio

avviso, questa dialettica potrebbe essere alla base del m om ento epifanico stesso in quanto occasione che rende la verità delle cose meno velate o diversam ente visibili lasciandole libere di m anifestarsi a noi in un m odo diverso, e dunque davvero rappresentando così un attimo unico da privilegiare. Per una visione più com pleta del pensiero di H eidegger su questo aspetto, si veda anche M. Heidegger, D ell ’origine dell ’opera d 'a rte e atri scritti, a cura di A. A rdovino, Palerm o, A esthetica Preprint, 2004.

38 Woolf descrive ciò che si potrebbe chiam are «una filosofia; o com unque u n ’idea» che dice di aver sem pre avuto: «che dietro l ’ovatta si celi un disegno» e che «questi [suoi] m om enti di essere form avano come u n ’im palcatura alle [sue] spalle». W oolf, Im m agini del passato, cit., pp. 92, 93.

39 Ivi, pp. 89-90. 40 Ivi, p. 91.

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Ad e l e Ba r d a z z i: « Oc c a s i o n i» e «m o m e n t so fb e i n g» : ilm o d e r n i s m od i Mo n t a l e 29

L’opera di W oolf offre innum erevoli esem pi di ‘mom ents o f being’ della stessa n a­ tu ra di quelli che la scrittrice individu a nella sua stessa vita. N onostante in prosa non si possa sem pre rintracciare la violenza a cui W oolf fa riferim ento negli scritti autobiografici, sia in M ontale che in W oolf si possono notare che diversi m om enti privilegiati scaturiscono da eventi violenti: in M rs D allow ay (1925) il ‘m om ent o f

being’ finale vissuto dalla protagonista è innescato dalla notizia del suicidio di

Septim us, e in M ontale si assiste a una penosa m orte di una farfalla, che appare come «un insetto orribile dal becco / aguzzo» in Vecchi versi (vv. 32-33) che in n e­ sca il m om ento tutto privato del ‘m om ent o f being’ d ell’io lirico:

Batté più volte sordo sulla tavola, sui vetri ribatte chiusi dal vento, e da sé ritrovò la via dell’aria, si perse nelle tenebre. [...]

Poi tornò la farfalla dentro il nicchio che chiudeva la lampada, discese sui giornali del tavolo, scrollò pazza aliando le carte

-e fu p-er s-empr-e con le cose che chiudono in un giro sicuro come il giorno, e la memoria in sé le cresce, sole vive d’una vita che disparì sotterra: insieme coi volti fam iliari che oggi sperde non più il sonno ma u n ’altra noia [...]. (vv. 38-41, 45-54)

Un altro aspetto interessante e vicino al m ondo poetico m ontaliano della visione w oolfìana dei ‘m om ents o f being’ riguarda il fatto che essi, W oolf scrive, sono inevitabilm ente incastonati in ben più num erosi ‘m om ents o f non-being’ che oc­ cupano la m aggior parte della nostra vita.41 E ssi si presentano dunque in d iretta e dialettica contrapposizione ai ‘m om ents o f non-being’. N onostante W oolf non veda ragione p er la quale una cosa sia più eccezionale e significativa rispetto a u n ’altra, queste porzioni del m ondo esterno sono i soli m om enti in cui si h a l ’occasione di

41 «Tante volte nello scrivere i m iei cosiddetti rom anzi mi sono trovata di fronte al m edesim o ostacolo: come descrivere quello che nel m io linguaggio privato chiam o ‘il non-essere’. In ogni giornata il non-essere è molto di più che Tessere. [...] Q uesti isolati m om enti di essere erano tuttavia racchiusi in m om enti di non-essere molto più num erosi». Ivi, pp. 88-89.

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poter vedere la realtà con più chiarezza, anche se solo per un istante.42 Il resto, come potrebbe com m entare qui M ontale stesso, viene vissuto al «cinque percen ­ to» (D iario del ’71 e del ’72, P er finire, v. 8) e non è un caso che nel «vivere in p er­ centuale» (v. 7), nello spazio di un w oolfiano insignificante ‘non-being’, l’io lirico non sia sicuro nem m eno di essere vivo come leggiam o in uno xenion che rip orta il dialogo tra il soggetto poetico e M osca: «‘non sono m ai stato certo di essere al m ondo’» (Xenia II.7, v. 1). In m odo sim ile, più ta rd i nel D iario del ’71 e del ’72, l’io lirico riafferm a questo status di non-essere dichiarando di non essere nem m eno sicuro di essere vivo: «non sono certo di essere vivo» (I nascondigli, v. 1).

I ‘m om ents o f being’ sono v icin i a ll’esperienza d ell’‘epiphany’ di Joyce, m a sarebbe errato appiattire le differenze tra i due, una disattenzione che come ho già detto si rintraccia spesso e che non tro v a eccezioni a ll’interno della critica m onta- liana. A d ifferen za delle epifanie di Joyce, per esem pio, i ‘m om ents o f being’ non portano il personaggio a una definitiva e finale rivelazione, m a piuttosto donano dei m om enti di lucida consapevolezza che perm ettono al personaggio che vive questi istan ti di prendere coscienza della v ita e della propria esistenza individuale, anche se solo per un breve m om ento. Q uesto, come vedrem o presto, è un aspetto in com une con l’occasione m ontaliana. Come leggiam o in M rs D allow ay questi m om enti nascono da ‘occasioni’ e fram m enti non p ro gram m ati e, riprendendo l'Otello di Shakespeare, C larissa ci dice che in questi b rev i istan ti evanescen­ ti: «se ora dovessim o m orire, questo sarebbe il m om ento più desiderabile».43 Ci sono altre significative differenze, come anche punti in com une, che è opportuno delineare tra le epifanie di Joyce e i ‘m om ents o f being’ di W oolf. Innanzitutto, le epifanie e i ‘mom ents o f being’ condividono il fatto che entram bi svelano al lettore uno squarcio del m ondo interiore e dei processi m entali dei personaggi in questione: in questo senso sono entram be due form e diverse a ll’interno dello

stream o f consciousness. Inoltre, come avviene anche n ella poesia di M ontale, en ­

tram b i necessitano di uno stim olo esterno, da parte della realtà circostante, senza la quale nessuna rivelazione potrebbe essere in nescata.44 Infine, am bedue tendono

42 «[L]e m ie giornate [...] contenevano u n ’alta proporzione di questa ovatta, di questo non-essere». Ivi, p. 89. 43 W oof, L a signora D allow ay, trad. e a cura di N. Fusini, M ilano, Feltrinelli, 2006, p. 30.

44 D a notare come la ‘mémoire involontaire’ di Proust, nel suo dipendere sem pre da uno stim olo esterno, sia affine a entram bi. Ben noto è l ’interesse di W oolf p er Proust. A questo riguardo si vedano A Room s o fO n e ’s own e The

L etters o f Virginia Woolf. In una lettera del 1922 a Roger Fry, Woolf esclam a «Proust so titillates m y ow n desire

for expression that I can hardly set out thè sentence. Oh if I could w rite like that! I cry. [...] Scarcely anyone so stim ulates thè nerves of language in me: it becom es an obsession» V. W oolf, The Letters o f Virginia Woolf, a cura di N. N icolson e J. Trautm ann, voi. 2 di 7 voli., New York, Harcourt, 1976, p. 525. Secondo Proust ci sono due tipologie di m em oria: la prim a è ciò che chiam a ‘mémoire de V intelligence9, ovvero il volontario ripensare un dato mom ento. L a seconda nasce invece d all’involontario emergere di un breve istante p er cause esterne alla coscienza del soggetto. A questo secondo processo m nem onico più innovativo Proust dà il nome di ‘mémoire involontaire9. Il ritorno involontario di un ricordo viene descritto sia come esperienza di vita piena che come esperienza di

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Ad e l e Ba r d a z z i: « Oc c a s i o n i» e «m o m e n t so fb e i n g» : i lm o d e r n i s m od i Mo n t a l e 31

a m ostrare, anziché com m entare. Le differenze sono ugualm ente im p ortan ti da sottolineare. P rim a di tutto le epifanie tendono a essere legate alla tram a, m entre si tratta di eventi e fram m enti casuali e im m ed iati che caratterizzano i ‘mom ents

o fb e in g ’. Inoltre, da un punto di v ista tem porale, le epifanie generalm ente segnano

l’im provviso e inatteso culm ine - il clim ax - della storia n arrata e questo spesso coincide con la fine d ell’opera, an ch ’essa inaspettata. A l contrario, i ‘m om ents o f

being’ fanno parte di un flusso continuo del m ondo interiore del personaggio, e

solo a volte coincidono con la fine della storia. Infine, si può notare come le epi­ fanie tendano im plicitam ente ad avere un im patto sociale m aggiore e un senso m orale più profondo, m entre i ‘m om ents o f being’ si focalizzano più spesso sulla sfera personale e ben più ristre tta del personaggio come individuo. N onostante sia pienam ente corretto sottolineare la natura epifanica di certa poesia di M ontale e l’affinità con le epifanie di Joyce, è giunto il m om ento di porre attenzione anche a come i ‘m om ents o fb e in g ’ di W oolf abbiano una particolare affinità con le ‘occa­ sioni’ m ontaliane.

L’aspetto repentino ed evanescente dei ‘m om ents o f being’ è sim ile alla na­ tu ra d ell’‘occasione’ m ontaliana. In fatti l’occasione, come chiarisce T izian a de R ogatis, è «l’istante d ’eccezione o l’evento m agico [,..]».45 Come p er i ‘mom ents

o fb e in g ’, L 'occasione’ «è raccontata con rigorosa coerenza realistica».46 Il titolo

della seconda raccolta poetica m o ntaliana dunque «rinvia a u n a particolare feno­ m enologia d ell’esperienza nella m odernità: l’occasione è il recupero casuale di un m om ento di v ita piena».47 Le stesse parole potrebbero essere perfettam ente riferite ai ‘m om ents o fb e in g ’ w oolfìani. L a casualità, l ’istantaneità, la presa di coscienza da parte del soggetto, l’im possib ilità di condividere il m iracolo privato con gli altri, e a volte la violenza del m om ento, sono tu tti punti centrali di entram be le esperienze, che si pongono quindi come espressioni m oderniste di u n ’esperienza diversa del soggetto che richiede necessariam ente un a form a nuova per rappresen­ tarla. Ti libero la fronte dai ghiaccioli, pubblicata in riv ista nel 1940 e poi inclusa

‘temps à / ’état p u r ’. Com e sostiene Antici, nel prim o caso l ’atto di ricordare è sinonim o di rivivere, mentre nel

secondo, ricordare è capire. Queste due tipologie sono, secondo A ntici, rintracciabili nella poesia di Montale. Antici, «Lo stupore d ’un ricordo», cit. Riguardo il funzionam ento della m em oria involontaria è esem plificativo il seguente passo dalla Recherche: « j’éprouvais à la fois dans le m om ent actuel et dans un m om ent éloigné le bruit de la cuiller sur l ’assiette, l ’inégalité des dalles, le gout de la m adeleine, ju sq u ’à faire em piéter le passe sur le présent, à me faire hésiter à savoir dans lequel des deux je me trouvais; au vrai, Tètre qui alors goutait en moi cette im pression la goutait en ce q u ’elle avait de com m un dans un jo u r ancien et m aintenant, dans ce q u ’elle avait d ’extra-tem porel [...], c ’est à dire en dehors du tem ps». Proust. M. Proust, A la recherche du temps perdu, a cura di J. Y. Tadié, 4 voli, Parigi, Gallim ard, 1987-1989, pp. 449-450.

45 T. de Rogatis, Introduzione, in E. M ontale, L e occasioni, a cura di T. de Rogatis, M ilano, M ondadori, 2011, p. LXXXVIII

46 Ivi, p. LXXXVIII. 47 Ivi, p. LXXXVIII.

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lo stesso anno nella seconda edizione delle Occasioni, è un esempio lam pante di tutto questo. La poesia si apre in medias res: la donna-angelo dalle «penne lace­ rate» (v. 3) dopo il suo lungo e turbolento viaggio è finalm ente accudita d all’io, nonostante continui a svegliarsi «a soprassalti» (v. 4). A ttorno «le altre om bre» (v. 7), che non son altro che «gli uom ini che non si voltano» (Ossi di seppia, Forse un

m attino andando in u n ’aria di vetro..., v. 8), ignorano questo m iracolo privato, m a

anzi «scantonano / nel vicolo» (vv. 7-8), perché non sanno che il visiting angel è proprio lì: «allunga nel riquadro il nespolo / l’om bra nera, s’ostina in cielo un sole / freddoloso» (vv. 5-7). Com e conferm a M ontale a G uarnieri, queste «altre om bre» (v. 7) sono «gli altri uom ini, [...] quelli che non sanno, che ignorano la possibilità di sim ili eventi»,48 ovvero, che vivono ‘m om ents o f non-being’ e ignorano com ­ pletam ente L'occasione’, il m iracolo privato in questo m ezzogiorno invernale (v. 5). L a fronte (v. 1) è un tratto caratteristico d ella donna-angelo che ritroviam o in

Elegia di Pico Farnese, com posta tra l’aprile e il giugno del 1939: «il pium aggio

della tu a fronte senza errore» (v. 39). N el cupo borgo m edievale di Pico (vv. 20-26) fa irruzione la «m essaggera accigliata» (v. 37) che eso rta a non affidarsi alla «pigra illusione» (v. 32), quella form a di religiosità superstiziosa che appartiene alle pellegrine, le «donne barbute» (v. 33). Il ‘m om ent o f being’ in questo testo scaturisce da un fulm ineo luccichio di un piattello che risplende prim a di essere colpito durante un tiro al bersaglio. Q uesta in asp ettata lum inosità diventa p er il soggetto poetico u n ’ulteriore traccia di C lizia, l’in term ed iaria celeste (vv. 56-64):

[...] E qui, se appare inudibile

il tuo soccorso, nell’aria prilla il piattello, si rompe ai nostri colpi! Il giorno non chiede più di una chiave. E mite il tempo. Il lampo delle tue vesti è sciolto entro l’um ore dell’occhio che rifrange nel suo cristallo altri colori. Dietro di noi, calmo, ignaro del mutamento, da lem ure orm ai rifatto celeste, il fanciulletto Anacleto ricarica i fucili.

Com e in Ti libero la fronte dai ghiaccioli, l’istante del ‘m om ent o f being’ d ell’io li­ rico è del tutto privato, riguard a lui solo e non è condivisibile con gli altri. Questo è un tratto presente anche nei ‘m om ent o f being’ di W oolf in cui la difficoltà nel condividere con gli altri il pattern reso visibile dai ‘mom ents o f being’ si dim ostra sem pre un com pito assai difficile (C larissa in M rs Dalloway, M rs R am sey in To

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che tentano invano in questo). Solo il lettore, in entram bi gli autori, diventa com ­ plice e può assistere a questo m iracolo privato.

C ’è u n ’ulteriore elem ento che rende affini le ‘occasioni’ e i ‘m om ents o f being’: spesso si tratta di un ricordo che riem erge im provvisam ente, che interrom pe b ru ­ scam ente il m onotono scorrere del tem po del ‘non-being’. Suggestivo il passo del 19 luglio 1939 del diario di W oolf nel quale la scrittrice riflette su come il passato em erga nel flusso del presente con parole che non m i sorprenderebbero se pronun­ ciate da M ontale stesso:

[i]l passato ritorna soltanto quando il presente scorre così liscio da parere la superficie mobile di un fiume profondo. Allora si vede attraverso la superficie fino al fondo. In questi momenti ritrovo la soddisfazione più grande, che non è di pensare al passato; ma di vivere, in quei momenti, più appena il presente. Perché il presente, se ha dietro il passato, è m ille volte più profondo di quando ti preme così da vicino che non puoi sentire altro, di quando la pellicola della m acchina fotografica raggiunge l’occhio soltanto. M a per sentire il presente che scorre sopra le profondità del passato occorre avere pace. Il presente deve essere liscio, abituale. Perciò— perché distrugge la pienezza della vita— qua­ lunque rottura— come cambiare casa— mi sconvolge talmente; frammenta; ap­ piattisce; trasform a le profondità in schegge taglienti.49

L’elem ento tutto m ontaliano è però l’idea che «[njulla ritorna», m a «tutto è u gua­ le» (Costa San Giorgio, vv. 20, 25), ovvero d ell’eterno ritorno d ell’identico.50 Si tratta quindi di un «moto che si ripete / in circolo breve» (Derelitte sul poggio..., vv. 15-16) che chiude gli esseri u m an i nella prigione d ell’esistenza.

E ntram bi i ‘mom ents o f being’ e le ‘occasioni’ hanno spesso un a funzione li­ beratoria. In M ontale, questa funzione è in carn ata p er lo più nel ricco bestiario m ontaliano: gli sciacalli di La speranza di p u re rivederti, i porcospini di N oti­

zie dall’Amiata; m a anche da oggetti e d ettag li m in im i come l’am uleto del «topo

bianco, / d ’avorio» (D ora M arkus, vv. 27-28), il m otivo m usicale in L ’anima che

dispensa... e il rito m agico del piom bo fuso in Carnevale di Gerti. Q uesti sono

tu tti «fram m enti di realtà assolutam ente insignificanti, che vengono però caricati di un enorm e valore salvifico, di un sovrasenso allegorico».51 E a questo aggiun­ gerei che nel processo di questi fram m enti, per lo più legati alla figura fem m inile, irrom pe L 'occasione’. In W oolf, i ‘mom ents o f being’ non sono riconducibili a un

43 Woolf, Im m agini del passato, cit. p. 124. 50 de Rogatis, Introduzione, cit., p. LXXXIX . 51 Ibid.

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‘reliquiario p rivato’ ben definito come quello originalissim o di M ontale, m a si ca­ ratterizzano p er una più grande varietà e diversità difficilm ente categorizzabile. U n ’altra d ifferenza fondam entale, talm ente evidente da passare inosservata, è la continua presenza-assenza della figura fem m inile com e propiziatrice di queste ‘occasioni’. Q uesta funzione della figura fem m inile tipica di u n a certa tradizione poetica è visibilm ente assente nella prosa di W oolf. Per quanto rig uard a M ontale, invece, «[o]gni figura fem m inile nella poesia m o ntalian a è la figura di u n ’assente, della quale urge evocare la presenza».52 Come sostiene A d rian a C avarero in N o ­

nostante Platone. Figure femminili nella filosofia antica, «le donne n ell’ordine sim ­

bolico della filosofia», e non solo, «sono o assenti, o com paiono come esseri u m a­ ni ingenui e ignoranti».53 N el confinare nello spazio del ‘N u lla’ le proprie figure fem m inili, il poeta relega se stesso come l’orfano Orfeo che può adesso cantare il suo canto funereo. Com e continua C avarero in Tu che mi guardi, tu che mi rac­

conti: Filosofia della narrazione «[i]n quanto sim bolo della poesia d ’am ore, Orfeo

inaugura l’o stinata tradizione che vuole nella donna am ata u na donna m orta».54 Le figure fem m in ili di M ontale appartengono a questa tradizione filosofico-poetica.

Infine in M ontale questi b revi fram m enti di v erità arrivano spesso in form a di casu ali luci pulsanti, qualcosa che ne sottolinea lo loro essenza evanescen­ te: barlum i, bagliori, lam pi, segnali dalla petroliera, scin tillìi del fondo dorato di u n ’icona, il luccichio di un piattello e così v ia .55 A d ifferenza dei personaggi wool- fiani, il soggetto poetico in M ontale si ritro va in una condizione di attesa di questi piccoli «disguidi del possibile» (Carnevale di Gerti, v. 58), m entre nella prosa di W oolf essi irrom pono nella qu otidianità dei personaggi che poi riprendono le loro abituali occupazioni senza attivam ente attendere una prossim a ‘occasione’. In entram bi i casi, com unque sia, L 'occasione’ è intrin secam ente legata alla v ita quo­ tid ia n a del soggetto. E infatti L 'occasione’ epifanica si catalizza proprio p er via di anim ali, oggetti che appartengono al m ondo della v ita .56 In Punta del M esco, p er esem pio, u n ’im pro v v isa presa di coscienza riguardo l’in fan zia della donna in questione, in questo caso si tratta di A nnetta-A rletta, è inn escata d alla casuale e apparentem ente insignificante perforazione del trapano sulla roccia e il rum ore di una m in a esplosa:

52 G. Baldissone, Le m use di M ontale, occasioni fem m inili nella poesia m ontaliana, Bologna, Interlinea, 1996, cit., p. 8.

53 A . Cavarero, Nonostante Platone. F igure fem m inili nella filosofia antica, Rom a, Editori Riuniti, 1990, cit., p. 40.

54 A. Cavarero, Tu che mi guardi, tu che mi racconti. Filosofia della narrazione, M ilano, Feltrinelli, 2011, cit., p. 121.

55 de Rogatis, Introduzione, cit., p. XC. 56 Ibid.

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[...] Un trapano incide

il cuore sulla roccia - schianta attorno più forte un rombo.

E così che i rari gesti della donna riemergono: [...] Brancolo nel fumo,

ma rivedo: ritornano i tuoi rari

gesti e il viso che aggiorna al davanzale, -mi torna la tua infanzia dilaniata

dagli spari!

E dunque proprio la realtà esterna della v ita quotidiana a innescare il processo di v ita interiore del soggetto poetico. C osì si ritrov a un a tem p oralità fuori d a ll’or­ dinario dove passato e presente convivono. Spesso quindi l’‘occasione’ non sem ­ plicem ente risiede nel passato, m a è il riem ergere di quel ricordo nel presente a catalizzare il m om ento epifanico.57

D unque questi im provvisi (ma attesi) squarci di m om enti privilegiati di pieno ‘essere’ arrivano attraverso quelle ‘occasioni’ spesso innescate d alla figura fem ­ m inile che ne diventa 1 ’em bodim ent. Com e in W oolf, i ‘mom ents o f being’ m onta- lian i non necessariam ente portano, come già abbiam o in parte visto in Punta del

M esco, a una rivelazione positiva, m a costituiscono in ogni caso un m om ento di

v ita piena e di presa di coscienza d iretta da parte del soggetto. A ta l proposito si è parlato in fatti di ‘epifanie del negativo’.58 Il m om ento d ’eccezione non garantisce infatti u n ’arm onia tra il soggetto poetico e il m ondo (esem pi ne sono C orrispon­

denze e L ’estate). A l contrario, spesso, ciò che l ’attim o privilegiato p orta con sé

sono v erità buie. Già negli Ossi si possono rintracciare v ari casi di ‘epifanie del negativo’. Significativo è «il fischio del rim orchiatore» in Delta (vv. 17-20):

Nulla di te nel vacillar dell’ore bige o squarciate da un vampo di solfo fuori che il fischio del rim orchiatore che dalle brum e approda al golfo.

57 A nche in questo caso è da sottolineare l ’affinità con Proust sia nel caso di un m om ento epifanico positivo che negativo. Infatti le ‘interm ittences du coeur’ rappresentano u n ’azione fisica, com e il togliersi le scarpe, che fa em ergere un ricordo e questo porta il protagonista a realizzare, p er esem pio, che la nonna defunta non tornerà più; mentre episodi di ‘mémoire involontaire’ sono sem pre descritti come epifanie positive. Si veda Proust, A la

recherche du temps perdu, cit., pp. 152-155.

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Il rim orchiatore, l’ultim a delle svariate im barcazion i presenti negli Ossi, rappre­ senta il ricordo che riesce a vincere il corso della corrente tem porale e ad affiorare dalle brum e della m em oria e, attraverso il fischio, h a anche la forza di dare il suo segnale. D urante l’escursione estiva in b arca in Barche sulla M arna, che diviene em blem a del viaggio della vita, solo inizialm ente il soggetto poetico sem bra evo­ care un accordo con la natura circostante, uno stato che appartiene alla stagione idilliaca d ell’in fanzia, m a ben presto, arriva la consapevolezza adulta del «vuoto che ci invade» (v. 18)— che ricorda l’«arduo nulla» della poesia proem iale (Il bal­

cone, v. 7). L a poesia si chiude, significatam ene, con una ‘discesa’: «La sera è que­

sta. O ra possiam o / scendere fino a che s’accenda l’O rsa» (vv. 37-38). L’‘occasione’ arriva quindi non in form a di elevazione, di un qualche tipo di ascensione verso u n a sorta di elevato spazio em pireo, m a, al contrario, in form a di un a catabasi di natura, direi, orfica. Significative sono a questo proposito le parole di W oolf nel suo diario: « [^asciatem i scendere di nuovo in quella corrente, come un bim bo che avanzi scalzo in un fiume freddo». Questo m ovim ento verso il basso evoca, in M ontale, «la parabola di ogni v ita um ana», come in Costa San Giorgio (vv. 25- 30). R icorderem o qui, com e già nelle poesie più ‘m o d ern iste’ degli Ossi si potesse rintracciare questa tem atica: in A rsenio e Incontro in prim is.

P er concludere, nonostante parlare di u n ’essenza epifanica di certa poesia di M ontale sia tutto fuorché nuovo, guardare alla specificità dei ‘m om ents o f being’ di W oolf nella poesia di M ontale ci perm ette di rivalutare la posizione di M on­ tale in relazione alla scrittrice inglese trascurando approcci di natu ra biografica, m a anzi dando priorità a presenze a livello testuale che vanno oltre l’in ten zio ­ ne d ell’autore. D istinguere le epifanie di Joyce dai m om enti di essere di W oolf consente di riconsiderare il rapporto tra uno degli elem enti centrali della prosa m od ern ista della scrittrice inglese e il m odernism o di M ontale e, di conseguenza, di com prendere in m odo più com pleto la natu ra d ell’‘occasione-spinta’. Uno d e­ gli elem enti più rappresentativi e rappresentati del m odernism o anglosassone - il m om ento epifanico - non solo è quin di rintracciabile, m a em erge come aspetto centrale nella visione m ontaliana d ell’‘occasione’ a ll’interno della sua poetica. Il

pa ttern dietro l ’ovatta della v ita quotidiana può svelarsi solam ente in p och i attim i

di natura effim era e istantanea, in b revi m om enti im prov visi e significativi, le cui piccole rivelazioni appaiono e svaniscono come la m isteriosa luce interm ittente di u n a petroliera a ll’orizzonte: «Oh l’orizzonte in fuga, dove s’accende / rara la luce della petroliera! Il varco è qui?» (La casa dei doganieri, vv. 17-19). Q ueste riv e­ lazioni, però, non sem pre portano con loro qualcosa di positivo o u na m aggiore conoscenza. I versi conclusivi di La casa dei doganieri ci m ostrano in fatti lo sm ar­ rim ento che prende il sopravvento sul soggetto poetico che di nuovo h a perduto il senso delle cose, della vita, della m orte: «Ed io non so chi va e chi resta» (v. 22).

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Ad e l e Ba r d a z z i: « Oc c a s i o n i» e «m o m e n t so fb e i n g» : i lm o d e r n i s m od i Mo n t a l e 37

In questo senso, i ‘mom ents o f being’ in M ontale sono talvolta ‘occasioni’/ ‘epifanie del neg ativo’, un aspetto direi caratteristicam ente m ontaliano. Infine, un ‘m om ent

o f being’, u n ’‘occasione’ di v ita piena in cui si intravede il varco al di là d ell’ovatta

della v ita di tu tti i giorni, arriva a noi lettori nel corso della nostra lettu ra privata della poesia di M ontale, delle sue Occasioni. Questo saggio si propone come un prim o ‘disguido del possibile’ da cui sviluppare ulteriori lettu re non solo sulla posizione di M ontale a ll’interno della categoria critica del m odernism o italiano e europeo, m a anche della questione M ontale-W oolf.

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