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Qiualità vs Povertà

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Academic year: 2021

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22 July 2021

AperTO - Archivio Istituzionale Open Access dell'Università di Torino

Original Citation: Qiualità vs Povertà

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SCATOLA DI S/MONTAGGIO - CONTRADDIZIONI

QUALITA’ vs POVERTA’

La ricreazione è finita! Il bel libro di Norberto Bottani dei primi anni ’90 ha diffuso anche in Italia gli echi di una profonda trasformazione nella gestione dei sistemi scolastici dei paesi economicamente evoluti: il passaggio da una logica additiva, orientata ad affrontare qualsiasi problematica inerente la scuola con il segno “+” (+ risorse, + insegnanti, + tempo scuola, + discipline), ad una logica evolutiva, volta a migliorare la qualità dei sistemi scolastici, più che intervenire sulla quantità.

Paradossalmente nel nostro paese non si è mai riusciti a percorrere seriamente la logica evolutiva nel governo del sistema scolastico, in virtù del permanere di interventi assistenzialistici, di investimenti a pioggia, di provvedimento “ope legis”; tutto questo fino ad un punto di rottura, simbolicamente riconoscibile nell’avvento dell’attuale governo e nei provvedimenti dell’estate 2008, in seguito al quale si è invertita la tendenza: dal segno “+” al segno “-“, dalla logica additiva alla logica sottrattiva. - risorse economiche, - docenti, - tempo scuola, - personale scolastico, - supplenze; se vogliamo le strampalate uscite di qualche deputato della maggioranza, orientate verso lo slittamento dell’inizio delle lezioni ad ottobre, rappresentano il punto di arrivo (fino ad ora) di questa tendenza: meno scuola (per quello che serve).

Incapaci di riqualificare il sistema si punta a smantellarlo, pezzo dopo pezzo, a sottrargli la linfa vitale attraverso volteggi acrobatici nella gestione del bilancio, logiche ragionieristiche nella distribuzione degli organici, assenza di pensiero nei documenti programmatici, silenzi assordanti nelle politiche di reclutamento. L’immagine che offre il nostro sistema scolastico è quella di una scuola povera, agonizzante, che sta in piedi solo per l’impegno di singole persone (docenti, dirigenti, personale scolastico) che hanno dedicato la vita alla loro professione e non si rassegnano a questa deriva.

Ciò che non si può sopportare, però, è l’ipocrisia dei politici e dei dirigenti che governano l’amministrazione scolastica, i quali continuano a infarcire le loro dichiarazioni e i loro documenti con proclami sulla qualità della scuola, sulla funzione strategica dell’istruzione, sull’innalzamento del capitale umano e similari. Si tratta di una comunicazione falsa e mistificante, che finge di non vedere lo stato di abbandono in cui versa la scuola, magari puntando a scaricarne la responsabilità sui docenti fannulloni o sull’onda lunga del sessantotto. Chiamiamo le cose con il loro nome: abbandoniamo la mistica della qualità e riconosciamo lo stato di povertà in cui versa la scuola; non cambierà la sostanza, ma almeno non ci sentiremo presi in giro!

“Il medium è messaggio” diceva McLuhan negli anni ’70: una profonda verità che vale anche in materia scolastica. Non sono gli incipit delle circolari che determinano la politica scolastica, i comunicati stampa inviati ai giornali o i documenti programmatici; questo è il piano del contenuto, zeppo di parole vuote e di promesse dimenticate. Le scelte politiche passano attraverso le modalità con cui tale messaggio viene veicolato, la concreta gestione delle risorse e del personale, che stanno determinando un setting formativo sempre più misero, anemico, adatto solo per un didattica stantia e trasmissiva. Almeno che ci sia il coraggio di riconoscerlo!

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Nel corso dell’annata scolastica che si avvia vorremmo utilizzare questo spazio per svelare alcune delle contraddizioni che caratterizzano il governo del nostro sistema scolastico, per discutere le antinomie tra messaggio e medium: didattica laboratoriale vs riduzione delle risorse, riqualificazione professionale vs assenza di politiche formative, orientamento al merito vs mancanza di incentivi, continuità verticale vs separazione percorsi formativi, attenzione al processo vs enfasi sulla prestazione, approccio per competenze vs primato della misurazione, istanza di personalizazzione vs valutazione standardizzata, sfida della complessità vs parcellizzazione delle cattedre, flessibilità progettuale vs rigidità organizzative. Sono contraddizioni che svelano distanze imbarazzanti tra intenti programmatici e prassi gestionali, tra premesse altisonanti e conseguenze deludenti, tra retorica della scuola ideale e abbandono della scuola reale. In una parola tra qualità e povertà.

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