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Attraverso gli occhi degli altri. Per un nuovo modello di interculturalità: un progetto di accessibilità al Museo Archeologico Nazionale di Napoli / Through the eyes of others. For a new model of interculturality: an accessibility project at the National

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IL CAPITALE CULTURALE

Studies on the Value of Cultural Heritage

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IL CAPITALE CULTURALE

Studies on the Value of Cultural Heritage

Supplementi 09

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2019

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Supplementi 09, 2019 ISSN 2039-2362 (online) ISBN 978-88-6056-622-5 Direttore / Editor Pietro Petraroia Co-Direttori / Co-Editors

Tommy D. Andersson, Elio Borgonovi, Rosanna Cioffi, Stefano Della Torre, Michela di Macco, Daniele Manacorda, Serge Noiret, Tonino Pencarelli, Angelo R. Pupino, Girolamo Sciullo

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Coordinatore tecnico / Managing Coordinator

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Comitato editoriale / Editorial board

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Comitato scientifico - Sezione di beni culturali / Scientific Committee - Division of Cultural Heritage

Giuseppe Capriotti, Mara Cerquetti, Francesca Coltrinari, Patrizia Dragoni, Pierluigi Feliciati, Maria Teresa Gigliozzi, Susanne Adina Meyer, Marta Maria Montella, Umberto Moscatelli, Sabina Pavone, Francesco Pirani, Mauro Saracco, Emanuela Stortoni, Federico Valacchi, Carmen Vitale

Comitato scientifico / Scientific Committee

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Raffaella Morselli, Olena Motuzenko, Paola Anna Maria Paniccia, Giuliano Pinto, Marco Pizzo, Carlo Pongetti, Adriano Prosperi, Bernardino Quattrociocchi, Margherita Rasulo, Mauro Renna, Orietta Rossi Pinelli, Roberto Sani, Mislav Simunic, Simonetta Stopponi, Michele Tamma, Frank Vermeulen, Stefano Vitali

Web

http://riviste.unimc.it/index.php/cap-cult

e-mail

icc@unimc.it

Editore / Publisher

eum edizioni università di macerata,

Corso della Repubblica, 51 – 62100 Macerata tel (39) 733 258 6081 fax (39) 733 258 6086 http://eum.unimc.it info.ceum@unimc.it Layout editor Marzia Pelati

Progetto grafico / Graphics

+crocevia / studio grafico

Rivista accreditata AIDEA Rivista riconosciuta CUNSTA Rivista riconosciuta SISMED Rivista indicizzata WOS Rivista indicizzata SCOPUS Inclusa in ERIH-PLUS

(4)

I contributi pubblicati in questo volume sono stati selezionati dalle curatrici fra quelli pervenuti in risposta a una call for papers dal titolo “L’archeologia pubblica prima e dopo l’archeologia pubblica” lanciata dalla rivista «Il capitale culturale. Studies on the Value of Cultural Heritage» nel 2018. Il volume è stato sottoposto a peer review esterna secondo i criteri di scientificità previsti dal Protocollo UPI.

(5)

L’archeologia pubblica prima e

dopo l’archeologia pubblica

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Parte I

L’evoluzione del pubblico di musei, esposizioni

e siti archeologici

(7)

Naples

«Il capitale culturale», Supplementi 09 (2019), pp. 307-332 ISSN 2039-2362 (online); ISBN 978-88-6056-622-5 DOI: 10.13138/2039-2362/2192

Attraverso gli occhi degli altri:

un progetto di accessibilità per il

MANN*

Ludovico Solima**, Francesca Amirante***,

Caterina De Vivo****, Lucia Molino*****

Abstract

Nel 2017, nell’ambito del Piano Strategico del Museo Archeologico Nazionale di Napoli e delle iniziative tese a sviluppare nuovi modelli di accessibilità, l’Associazione Progetto Museo ha realizzato il progetto Attraverso gli occhi degli altri – Per un nuovo modello di interculturalità, per produrre materiale informativo per il museo diretto ad un pubblico di

cultura cinese. L’obiettivo del progetto non era quella di raggiungere una comunicazione neutra e oggettiva, ma di rispettare il concetto di interculturalità, come definito dall’UNESCO.

* Il § 1 è da attribuire a Ludovico Solima; il § 2 a Francesca Amirante; il § 3 a Caterina De Vivo; il § 4 a Francesca Amirante e Lucia Molino; il § 5 a Francesca Amirante e Caterina De Vivo.

** Ludovico Solima, Professore associato di Management delle imprese culturali, Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, Dipartimento di Economia, Corso Gran Priorato di Malta, 81043 Capua, e-mail: ludovico.solima@unicampania.it.

***  Francesca Amirante, Presidente dell’Associazione Progetto Museo, Vico Storto Purgatorio ad Arco, 15, 80138 Napoli, e-mail: presidenza@progettomuseo.com.

**** Caterina De Vivo, archeologa Associazione Progetto Museo, Vico Storto Purgatorio ad Arco, 15, 80138 Napoli, e-mail: caterina.devivo@gmail.com.

***** Lucia Molino, esperta arte terapia Associazione Progetto Museo, Vico Storto Purgatorio ad Arco, 15, 80138 Napoli, e-mail: luciamolino90@gmail.com.

(8)

Si sono quindi svolti dei laboratori partecipativi realizzati con studenti cinesi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli per la redazione di schede pensate per un pubblico di cultura cinese, e con bambini cinesi per la redazione un libricino da fornire a tutti i bambini in visita al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

In 2017, in the framework of the Strategic Plan of the Museo Archeologico Nazionale di Napoli and of the activities aimed at increasing accessibility of the Museum, the Association Progetto Museo developed the Project Through the others’ eyes – For a new intercultural model, with the goal to create informative materials specifically targeted to a Chinese

audience. The aim was not to reach an objective and neutral communication, but to follow the definition of interculturality as described by UNESCO. Participative workshops were carried out with Chinese students of the Naples Fine Arts Academy to write a short guide of the Museum targeted to a Chinese audience and with Chinese children to write a short activity book to distribute to all the children visiting the Museum.

1. Introduzione

Nel luglio del 2016, a pochi mesi della sua nomina, il direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli (d’ora in avanti MANN), Paolo Giulierini,

ha presentato il proprio documento di programmazione pluriennale, il Piano Strategico 2016-20191, realizzato con il coordinamento scientifico di Ludovico

Solima, professore associato di Management delle imprese culturali presso il Dipartimento di Economia dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”.

In tale documento, dopo una breve sezione introduttiva finalizzata a tratteggiare la storia del museo e i suoi tratti identitari, trovava accoglienza la definizione della mission del MANN, che tra l’altro specificava quanto segue «il Museo

si rivolge a visitatori e utenti di ogni età, reddito, preparazione e provenienza, progettando esperienze di visita e modalità innovative di fruizione2». In questa

prospettiva, meglio si comprende la centralità attribuita al tema dell’accessibilità del museo, primo tra i fattori individuati nella seconda sezione del Piano Strategico, che vengono così presentati: «il Museo, nello sviluppo delle proprie

attività, ha individuato alcuni elementi chiave, che considera irrinunciabili, in quanto espressione dei propri valori e della propria identità»3. Nel Piano

Strategico 2016-2019 del MANN, il tema dell’accessibilità viene declinato nelle

sue diverse componenti (fisica, economica, cognitiva e digitale) ponendolo in diretta relazione con il più generale obiettivo di raggiungere il «maggior numero di tipologie di pubblico possibile»4.

L’accessibilità economica è la prima delle dimensioni considerate nel Piano Strategico 2016-2019 e ha origine nella necessità di garantire che tutti i cittadini

possano avere la stessa opportunità di soddisfare il loro bisogno di “cultura”

1 Solima 2016. 2 Ivi, p. 12. 3 Ivi, p. 39. 4 Ivi, p. 43.

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a prescindere dalle effettive disponibilità economiche. Occorre dunque tenere conto, oltre al biglietto di ingresso, anche degli oneri legati all’utilizzo di mezzi di trasporto per raggiungere il museo, nonché delle diverse tipologie di costi-opportunità legati, ad esempio, al tempo di attesa per accedere al museo o a quello necessario per lo svolgimento dell’esperienza di fruizione.

La seconda dimensione dell’accessibilità, non meno importante della prima, è quella legata all’accessibilità fisica del museo. Essere accessibili significa aver provveduto ad eliminare tutte le barriere architettoniche che possano rendere difficile, se non impossibile, la fruizione del museo; ma vanno anche considerati i fabbisogni specifici di particolari categorie di utenti, affetti da forme di disabilità visiva o uditiva che, in assenza di specifici supporti di mediazione, rischiano di veder compromessa la loro possibilità di visita.

Un’ulteriore dimensione dell’accessibilità è quella legata al profilo cognitivo. Spesso, infatti, capita che gli strumenti informativi predisposti dal museo siano difficilmente comprensibili da parte dei normali utenti, sia per un problema di preparazione storico-artistica, che spesso non risulta sufficiente per comprendere in modo semplice e immediato i contenuti proposti, sia per l’appartenenza a contesti socio-culturali differenti, che rendono poco intellegibili i termini e i riferimenti storico-artistici usati nei supporti di mediazione. La piena fruizione degli elementi che caratterizzano l’offerta culturale di un museo permette invece di massimizzare la soddisfazione degli utenti rispetto alla propria esperienza di visita, contribuendo a migliorare la fidelizzazione del visitatore. Peraltro, ulteriori benefici possono derivare dalla potenziale condivisione via social media dell’esperienza di fruizione, in termini di miglioramento della visibilità e della attrattività del museo nei confronti della domanda potenziale.

Infine, va considerata l’accessibilità digitale del museo: per molti musei italiani, l’utilizzo della rete internet (web e social media) avviene ancora in maniera poco incisiva, in quanto molto spesso non esistono delle competenze specifiche tra le professionalità interne del museo e il ricorso a quelle esterne è reso difficile dalla mancanza di risorse finanziarie. Ciò rende molto difficoltoso stabilire delle relazioni digitali con il museo, ricercate soprattutto da parte di coloro che non hanno la possibilità di visitarlo fisicamente.

Sulla base di tali presupposti (in particolare quello dell’accessibilità cognitiva) il MANN, a partire dal 2017, ha avviato diversi progetti sperimentali, tra i quali

Attraverso gli occhi degli altri – per un nuovo modello di interculturalità.

2. Il progetto

Il gruppo di lavoro che ha condotto questo progetto per il MANN è parte dell’Associazione Progetto Museo che, dal 1998, lavora come consulente per i Servizi Educativi del Museo e Real Bosco di Capodimonte e per altri musei

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napoletani, oltre a curare molteplici attività didattiche destinate a diverse fasce di pubblico.

L’idea di base per questo progetto nasce, anche, dall’esperienza maturata durante il Laboratorio “Beni Culturali”, tenuto dalla sottoscritta presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” che, per due anni, è stato destinato ai temi dell’interculturalità5. Interculturalità6 intesa come spazio per far incontrare due o

più culture, per identificare forme, soggetti e simboli comuni, per capire come un forestiero possa entrare in relazione con un oggetto o una collezione, per favorire un incontro tra musei e cittadini di origine straniera. Un’esperienza che è servita a capire che, nel mondo della mediazione museale tradizionale, manca ancora l’approccio del “mettersi nei panni degli altri”, non solo quando gli altri sono stranieri, ma anche visitatori di culture vicine.

La premessa al progetto è la convinzione che un’istituzione come il MANN, che accoglie un patrimonio di straordinaria importanza, debba avere supporti didattici permanenti che tengano conto dei nuovi orientamenti sul tema della comunicazione culturale e si debba preoccupare della eterogeneità delle provenienze dei visitatori stranieri. Soprattutto, per un museo pubblico nell’era della globalizzazione, è necessario fare i conti con visitatori di culture davvero differenti per provenienza geografica, religione, riferimenti storici, ecc. Il lavoro svolto nel corso del progetto, nasce, quindi, dalla necessità di far emergere l’identità del museo, e impegnarsi affinché chiunque esca dal museo ne abbia capito il ruolo, la missione e la proposta culturale. È necessario però che questo obiettivo si raggiunga, non attraverso una semplificazione dei contenuti, ma attraverso la capacità di ciascun museo di adattare la propria comunicazione ai differenti tipi di pubblico7.

Per anni i supporti didattici dei musei sono stati scritti partendo da un punto di vista tecnico, come quello degli storici dell’arte e degli archeologi; ricordo ancora che nel 2000, quando l’Associazione Progetto Museo era impegnata nella scrittura dei pannelli di Sala del Museo e Real Bosco di Capodimonte, era ancora normale per gli storici dell’arte che avevano scelto il ruolo di mediatori culturali, usare i termini “proto-classicista” e “postunitario” nei pannelli di sala destinati ad essere tradotti anche in inglese. Forse qualche colto visitatore avrebbe potuto conoscere il significato di “proto-classicista”, ma difficilmente anche un italiano, figuriamoci uno straniero, avrebbe saputo decodificare il termine “post-unitario”.

5 Per il laboratorio venne adoperato come testo di riferimento Pecci 2009.

6 Per una definizione di “interculturalità” si rimanda alla Convenzione UNESCO sulla

Protezione e la Promozione della Diversità delle Espressioni Culturali del 2005, art. 4.8: «Per “interculturalità” s’intendono l’esistenza e l’interazione paritaria di diverse culture e la possibilità di generare espressioni culturali condivise mediante il dialogo ed il rispetto reciproco».

7 L’importanza di una comunicazione museale inclusiva come mission fondamentale di

istituzioni pubbliche è stata ampliamente discussa negli anni. Si considerino, ad esempio: Shanks, Tilley 1992; Schadla Hall 1999; Marshall 2002; Merriman 2004; Brunelli 2013. Tuttavia, al di là dell’importante dibattito teorico, in questa sede si ritiene importante portare alla luce un tentativo di applicazione pratica di quanto è stato discusso a partire dagli anni ’80 con la messa in discussione dell’oggettività del punto di vista di chi interpreta il bene culturale: Hodder, Hutson 2003.

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Al di là di qualsiasi dibattimento teorico, dopo anni di esperienza sul campo, è maturata la convinzione che la vera mediazione culturale nasce quando, dopo essersi messi “nei panni degli altri”, i contenuti elaborati non vengano tradotti, ma ripensati partendo da altri punti di vista, da altri riferimenti, culturali e cronologici, delle culture alle quali si vuole indirizzare la comunicazione. La conoscenza delle culture altre e il linguaggio vengono adattati, senza semplificazioni, ai diversi tipi di pubblico, e l’approccio con cui si elaborano i contenuti museali è esplicitato, come è avvenuto nel corso del progetto che verrà presentato nei paragrafi a seguire. È necessario quindi lavorare a strumenti di mediazione culturale che partano dalle differenze per arrivare a delle convergenze affinché le opere e i reperti contenuti in un museo non siano solo immagini da fotografare, ma diventino simboli comprensibili ad un vasto pubblico.

E allora l’esperienza condotta attraverso un metodo sperimentale, che procedeva per aggiustamenti, è nata proprio partendo da questo approccio. Con i Servizi Educativi del MANN, nelle persone di Lucia Emilio e Michele Iacobellis, si è stabilito di dedicare un intero progetto alla cultura cinese, dal momento che a Napoli vive una grande comunità8 e che il turismo cinese è in considerevole

aumento.

Si è deciso di dedicare una parte del progetto a un pubblico adulto e una parte a un pubblico di bambini e pre-adolescenti.

È chiaro che non è stato possibile utilizzare lo stesso approccio per adulti e bambini poiché gli adulti hanno un’impalcatura culturale che già di per sé costituisce una base su cui poggiare le informazioni ricevute; è per questo che il progetto si è, di fatto, articolato in due attività separate (un laboratorio con un gruppo di adulti e un laboratorio con un gruppo di bambini) che non si sono incontrate.

Il taglio da dare a questa sperimentazione nasce, quindi, per gli adulti, sostanzialmente, dalla necessità di elaborare, e non tradurre, contenuti culturali che possano favorire realmente l’avvicinamento interculturale. L’attività rivolta ai più piccoli, invece, è stata pensata per realizzare un supporto didattico per la visita al MANN, sperimentando con il gruppo dei bambini cinesi attività che poi potessero essere proposte a tutti i bambini in visita al museo. Il lavoro finale, dal titolo Book MANN. Art & Activity, è stato realizzato utilizzando le immagini

frutto dei laboratori proposti ai bambini.

Il gruppo di lavoro, per la sezione destinata agli adulti, era composto da Francesca Amirante e Caterina De Vivo dell’Associazione Progetto Museo.

Il gruppo di lavoro, per la sezione destinata ai bambini, era composto da Francesca Amirante e da Lucia Molino dell’Associazione Progetto Museo, da

8 Secondo dati del 2017, la comunità cinese è la terza comunità di cittadini non comunitari

regolarmente soggiornanti nella città metropolitana di Napoli, con 8.995 cittadini (9,6% del totale): <http://www.lavoro.gov.it/documenti-e-norme/studi-e-statistiche/Documents/La%20presenza%20 dei%20migranti%20nelle%20aree%20metropolitane,%20anno%202017/RAM-2017-Napoli. pdf>. 02.09.19.

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Gennaro Reder, editore e progettista culturale. Per una delle attività svolta al museo con i bambini è stata coinvolta l’Associazione ISFOM che si occupa di Musicoterapia.

3. Il laboratorio con gli adulti

L’obiettivo del laboratorio con il gruppo di adulti era di realizzare dieci schede per altrettante opere e sezioni del MANN per creare una piccola guida al museo rivolta ad un pubblico di cultura cinese. La premessa del lavoro è stata la consapevolezza che l’interpretazione (e la comunicazione) di un reperto archeologico e di un bene culturale non è un’operazione oggettiva9, ma mediata dalla cultura di appartenenza

di chi interpreta o comunica10. Questa considerazione è fondante per la disciplina

che chiamiamo Public Archaeology11 che ha portato a riflettere sulla necessità di

cambiare il modo dell’archeologia di relazionarsi al pubblico.

Partendo da questo assunto non era ovviamente pensabile di limitarsi a tradurre in cinese guide già esistenti del MANN, ma, attraverso dei workshop partecipativi, si sono realizzate dieci schede partendo dall’esigenza di incrociare le cronologie e indentificare riferimenti comuni così da favorire un reale avvicinamento al museo per il proprio target di riferimento (fig. 1).

3.1 Scelta del pubblico

Il MANN ha stabilito negli ultimi anni importanti relazioni con diverse istituzioni cinesi che probabilmente porteranno a un aumento del pubblico di questa nazionalità; per questo motivo, si è deciso di lavorare, per la prima edizione del progetto Attraverso gli occhi degli altri – per un nuovo modello di interculturalità,

sul pubblico di cultura cinese. La scelta è stata di invitare a partecipare ai workshops un pubblico cinese che avesse delle buone basi di storia della cultura cinese. Infatti, sebbene l’obiettivo fosse quello di realizzare del materiale informativo rivolto al vasto ed eterogeneo pubblico cinese, è stato necessario ragionare con un gruppo che fosse in grado di cogliere, nelle opere e nelle sezioni del museo analizzate, dei punti di contatto o di grande distanza con il mondo estremo-orientale.

Il focus group era composto da cinque ragazzi cinesi tra i 20 ed i 25 anni in visita per un periodo di studio presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli e da un linguista ricercatore presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”. Fondamentale è stato il ruolo di un’interprete e mediatrice culturale di nazionalità

9 Hodder 2003.

10 Tilley 1989; Shanks, Tilley 1992; Smith 2006. 11 Schadla Hall 1999; Merriman 2004.

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cinese che ha partecipato sia in qualità di membro del focus group che in qualità di interprete. I workshops sono stati condotti da un’archeologa italiana con nozioni di base sulla storia e cultura materiale cinese.

3.2 Tempi

La fase dei workshops è stata portata a termine in un arco temporale di circa un mese a partire da metà ottobre 2018, durante il quale sono stati organizzati cinque incontri presso il MANN. Al termine dei cinque workshops il materiale raccolto è stato elaborato in un mese e mezzo durante il quale si è proceduto con la preparazione delle schede.

3.3 Scelta delle opere

Durante ciascun incontro si sono analizzate due o tre opere (o sezioni), prestando attenzione a selezionare oggetti provenienti dalle diverse collezioni del MANN, con l’intenzione di rappresentare nella guida ottenuta la varietà del patrimonio culturale del museo. Nel caso del Gabinetto Segreto e della Villa dei Papiri, si è

ritenuto opportuno focalizzare l’attenzione sull’intera sezione, al fine di fornire al visitatore un quadro complessivo del contesto di riferimento12. Per la scelta dei

reperti e delle collezioni di riferimento si è pensato di soddisfare la curiosità di un ipotetico turista per la prima volta in visita al MANN, cercando quindi di inserire nella guida un’offerta quanto più completa possibile. Tuttavia, per la scelta delle sezioni da analizzare, ci si è basati anche sulle impressioni e le indicazioni espresse dai partecipanti ai workshops durate il primo incontro introduttivo al MANN.

In particolare, sono stati selezionati per la redazione della guida13:

Ercole Farnese e Toro Farnese per la sezione relativa alla statuaria Farnese;

– Il Mosaico di Alessandro e i due Mosaici di Dioscuride di Samo per la

sezione dei Mosaici;

– Il cosiddetto Vaso Blu per la sezione dei vetri;

– La pittura raffigurante la Rissa all’Anfiteatro di Pompei e il Ritratto di Terentio Neo per la sezione Affreschi;

12 Infatti, nella sezione Villa dei Papiri si trovano una serie di oggetti e opere provenienti da uno

specifico contesto (la Villa dei Papiri di Ercolano) molto ben definito; allo stesso tempo la sezione

del Gabinetto Segreto, dove sono conservati tutti gli oggetti considerati erotici dai primi scavatori

di Pompei, è significativa anche per comprendere la storia del museo. Per questo motivo si è ritenuto opportuno non focalizzare l’attenzione sul singolo oggetto, ma sulle sezioni nella loro interezza. Per maggiori informazioni sulle due sezioni si veda: <https://www.museoarcheologiconapoli.it/it/ le-collezioni/villa-dei-papiri-bozza>, 28.05.2019 e <https://www.museoarcheologiconapoli.it/it/ sale-e-sezioni-espositive/gabinetto-segreto>, 28.05.2019.

13 Per informazioni sulle sezioni/opere analizzate: <https://www.museoarcheologiconapoli.it/it/

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– La sezione della Villa dei Papiri;

– Il Gabinetto Segreto.

3.4 Metodologia applicata

Durante ciascun incontro, grazie al supporto dei Servizi Educativi del MANN, il gruppo di partecipanti ai workshops è stato portato in visita da un’archeologa dell’Associazione Progetto Museo. Dal momento che solo alcuni dei partecipanti parlavano inglese e/o italiano, si è beneficiato del supporto di un’interprete cinese, che facilitava la comunicazione tra gli esperti e i componenti del focus group. Si è deciso di utilizzare un approccio non-strutturato14, per cercare di far

fluire in maniera libera i pensieri e le osservazioni dei membri del focus group. Durante ogni incontro, come prima cosa, si è lasciato osservare ai partecipanti le opere, consentendo loro di farsi una prima, personale, idea degli oggetti/ sezioni da analizzare. In un secondo momento, l’archeologa dell’Associazione Progetto Museo ha fornito una spiegazione del significato dei diversi oggetti di studio, soddisfacendo tutte le curiosità del gruppo. Le domande dei partecipanti al focus group sono state accuratamente annotate per comprendere quali fossero le curiosità istintive.

Dopo la fase di osservazione, si è svolta la fase di discussione e confronto. La fase di confronto è stata fondamentale per evidenziare punti di contatto e similitudini tra la cultura occidentale e quella cinese. Allo stesso tempo, si è cercato di capire quali fossero quegli aspetti, formali o tematici, difficili da comprendere, secondo i membri del focus group, per un pubblico dell’estremo Oriente. Durante i momenti di confronto, ciascun membro del focus group era libero di esprimere le proprie impressioni e di dare spunti per confronti fra mondo occidentale e orientale.

Per l’organizzazione del lavoro è stato fondamentale il primo incontro, che è servito soprattutto a selezionare le opere e le sezioni da analizzare nel corso degli incontri successivi. Infatti, durante una passeggiata introduttiva al museo, si è cercato di registrare su quali oggetti cadesse immediatamente e istintivamente l’attenzione del gruppo. Nella selezione delle opere da analizzare si è quindi cercato di tenere conto anche di queste prime osservazioni. Già dal primo incontro, immediatamente sono emersi degli importanti spunti di riflessione (fig. 2).

3.5 Risultati

Al termine della fase di workshop, il materiale e gli appunti raccolti sono stati rielaborati. Si è cercato di realizzare una guida in dieci schede che non fosse una descrizione neutra di alcuni reperti e di alcune sezioni del MANN. Come

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specificato nella premessa, infatti, la comunicazione di un reperto archeologico non può essere un’operazione oggettiva o neutra15. Nella breve guida si è quindi

deciso di esplicitare gli elementi emersi durante i workshops. In particolar modo, i temi generali emersi sono stati16:

– nelle raffigurazioni cinesi, a differenza di quelle occidentali, si avverte una mancanza di naturalismo e di centralità della raffigurazione della figura umana (non solo in senso estetico), il naturalismo è legato più che altro alla rappresentazione paesaggistica. Per questo motivo, la statuaria classica, con la sua attenzione alla raffigurazione del corpo umano e dell’individualità, ha attirato l’attenzione dei partecipanti ai workshops;

– nella produzione materiale cinese, si riscontra una mancanza del concetto di autorappresentazione del singolo individuo, a differenza di quanto accade nel mondo romano. Per questo motivo, si è dedicato spazio all’analisi dei ritratti romani e a opere che celebrano momenti significativi per la collettività; – è stata forte la richiesta da parte del gruppo di voler ascoltare il racconto

che si cela dietro ogni immagine e simbolo, più che lo sterile elenco di informazioni storiche;

– è anche emerso come in Cina storie e miti non vengano raccontati tanto per immagini, ma prevalentemente attraverso l’uso della parola, sia scritta che orale;

– è emerso che per un pubblico cinese l’integrità dell’opera/reperto è più importante dell’autenticità; di conseguenza, in caso di opere frammentate (p.es. il cosiddetto Mosaico di Alessandro) si è reputato opportuno esplicitare

le ragioni della mancanza di restauri ricostruttivi;

– il concetto di “classicità” viene espresso anche nella cultura cinese e viene ricercato all’interno della Cina stessa, che va difesa dai “barbari” che la minacciano.

In particolare, si riportano a seguire le osservazioni emerse nel corso dei diversi laboratori durante il confronto tra gli esperti di Progetto Museo e i partecipanti ai workshops che sono poi state utilizzate come base di partenza per la redazione delle schede (figg. 3 e 4).

Primo incontro introduttivo

Durante il primo incontro si è svolta una passeggiata introduttiva al MANN, durante la quale c’è stato un primo avvicinamento alla storia delle sue collezioni. Ecco gli spunti di riflessione emersi:

– per i partecipanti, l’antichità di un oggetto non sembrava rappresentare di per sé un valore, se non associata a un valore estetico, tecnico e, soprattutto, ad un racconto;

15 Hodder 2003.

16 Nelle seguenti annotazioni si riporta quanto emerso dalle riflessioni con i partecipanti ai

workshops, prima di qualsiasi revisione scientifica. Le seguenti osservazioni sono frutto delle

emozioni e riflessioni spontanee dei partecipanti (che avevano tutti un background umanistico e una buona conoscenza della cultura materiale cinese). Per la redazione delle schede (vedi immagini), le considerazioni sono state verificate.

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– tutti i componenti del gruppo hanno mostrato un’istintiva attrazione per le rappresentazioni naturalistiche di figure umane o di paesaggi. In particolar modo, è stato riscontrato fin dall’inizio un grande interesse per la statuaria classica;

– tutti i componenti del gruppo hanno mostrato curiosità verso quei reperti che apparivano ai loro occhi “danneggiati”. È emerso subito il concetto, profondamente orientale, secondo il quale non importa mettere a rischio l’autenticità di un reperto o di un’opera, se con un restauro se ne può recuperare l’integrità.

Secondo incontro – Toro Farnese ed Ercole Farnese

Nel corso del secondo incontro si sono analizzate due statue di grandi dimensioni provenienti dagli ambienti delle Terme di Caracalla a Roma, parte della Collezione Farnese17. Le statue prese in esame rappresentano il Supplizio di

Dirce18 ed Ercole19; sono emersi i seguenti spunti di riflessione:

– assenza nell’arte cinese di una tradizione statuaria a resa naturalistica, paragonabile a quella del mondo greco-romano;

– assenza nell’arte cinese del racconto di cicli narrativi in statuaria; la rappresentazione statuaria è generalmente fortemente idealizzata e standardizzata, finalizzata tendenzialmente al culto religioso, con una quasi totale assenza della rappresentazione naturalistica del corpo umano. È per questo motivo che si è riscontrato tra i partecipanti al focus group un forte interesse per i racconti iconografici, per la spiegazione di ogni simbolo e personaggio;

– il ruolo predominante per la narrazione è invece occupato in Cina dalla scrittura. La scrittura è così importante da divenire un’arte in sé, non solo per la capacità di raccontare una storia, ma anche per la capacità di rendere in maniera elegante e raffinata i caratteri. Per questo motivo, il possedere manoscritti di famosi calligrafi o il set da scrittura diventa, fin da epoche molto antiche, motivo di vanto e di distinzione sociale (fig. 3).

Terzo incontro – Mosaico di Alessandro e Mosaici di Dioscuride di Samo

Durante il terzo incontro, ci si è soffermati sulla sezione dei Mosaici, e in particolare, sull’osservazione del cosiddetto Mosaico di Alessandro20 e sui Mosaici

di Dioscuride di Samo21.

– per quanto riguarda il mosaico, dal punto di vista tecnico, questo è conosciuto in Cina a partire dal XVII e dal XVIII secolo, con l’intensificarsi dei rapporti

17 <https://www.museoarcheologiconapoli.it/it/le-collezioni/collezione-farnese-2/>, 28.05.2019. 18 <https://www.museoarcheologiconapoli.it/it/le-collezioni/collezione-farnese-2/terme-di-caracalla/>, 28.05.2019. 19 Ibidem. 20 <https://www.museoarcheologiconapoli.it/it/sale-e-sezioni-espositive/mosaici/>, 28.05.2019. 21 Ibidem.

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con l’Occidente. D’altra parte, secondo i componenti del gruppo, una tecnica come quella del mosaico difficilmente si sarebbe potuta sviluppare in Cina, perché nel mosaico l’immagine si costruisce per frammenti, l’opposto di quanto avviene nelle rappresentazioni artistiche cinesi, caratterizzate invece dalla fluidità del pennello che costruisce l’immagine o la parola attraverso i pittogrammi;

– il Mosaico di Alessandro, dove è rappresentata una battaglia tra Alessandro

il Macedone e i Persiani, ha stimolato un’importante riflessione sulla rappresentazione del “diverso” e dello “straniero” nella cultura cinese. Infatti, il territorio cinese è estremamente variegato e l’impero cinese ha cambiato numerose volte i suoi confini nel corso dei secoli. Per questo motivo la Cina è caratterizzata da una serie di differenze culturali interne. Tuttavia, se nelle rappresentazioni e nelle narrazioni del mondo greco ed ellenistico i Persiani hanno sempre rappresentato il simbolo della barbarie e del nemico per eccellenza che mina le radici culturali della grecità, la Cina ha sempre dovuto difendersi, ad occidente, dagli Unni. In questo senso, la Cina rappresenta un’unità culturale che sente di doversi difendere da un nemico esterno. Da questo confronto emerge come tra Cina e mondo ellenizzato si frappongano le pianure dell’Asia centrale popolate da genti nomadi che, dall’estremo oriente e l’estremo occidente, vengono percepite in maniera simile;

– nella cultura cinese esiste un concetto di “classicità” paragonabile a quello occidentale;

– per quanto riguarda invece i Mosaici di Dioscuride di Samo, dove sono

rappresentate scene teatrali, è emersa l’assenza, almeno fino al XIII secolo, di un concetto di intrattenimento collettivo come elemento di controllo sociale promosso dall’alto, paragonabile al teatro o ai giochi gladiatori nel mondo romano. Il teatro ha, invece, per lunghissimo periodo la forma del racconto popolare. Nondimeno, anche il teatro popolare cinese ha una grande importanza, dal momento che è attraverso il teatro che viaggiano storie e racconti nello sterminato territorio cinese.

Quarto incontro – Pitture

Nel corso del quarto incontro, ci si è dedicati all’analisi della collezione di pitture provenienti dai siti archeologici distrutti dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. In particolare, si sono osservate le pitture della cosiddetta Rissa all’Anfiteatro di Pompei22 ed il Ritratto di Terentio Neo e sua moglie23.

Durante questo incontro son emersi i seguenti spunti:

– in relazione all’osservazione della Rissa all’Anfiteatro di Pompei, si è

tornati a discutere sull’idea di un intrattenimento collettivo per il governo

22 <https://www.museoarcheologiconapoli.it/it/sale-e-sezioni-espositive/affreschi-2/>,

28.05.2019.

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della società, che sembra non trovare un corrispettivo nell’immaginario cinese. Il paragone più vicino sembra trovarsi negli spettacoli pirotecnici e nelle luminarie, utilizzate in occasione del capodanno o di altre festività religiose. La civiltà guerriera non viene però celebrata pubblicamente come a Roma si faceva negli anfiteatri. Questo costume sembra ritrovarsi, invece, nelle lotte fra guerrieri mongoli;

– a proposito del Ritratto di Terentio Neo e sua moglie, si è riflettuto su

come il ritratto dell’uomo comune sembra essere assente nella cultura cinese. È in realtà il concetto stesso di autorappresentazione che sembra mancare, almeno nel linguaggio per immagini; il ritratto ha solo una funzione pragmatica (per presentare le spose all’imperatore o per cercare criminali). Questa mancanza sarebbe, in effetti, espressione di un popolo che ha sempre favorito l’esaltazione della collettività rispetto a quella del singolo individuo (fig. 4).

Quinto incontro – Vaso Blu, sezione Villa dei Papiri e Gabinetto Segreto

Durante il quinto incontro, che è stato più lungo degli altri, si sono analizzati il cosiddetto Vaso Blu24 situato nella collezione dei vetri dei siti vesuviani,

la Collezione della Villa dei Papiri25 (ovvero una suntuosa villa d’otium) di

Ercolano, e la sezione del cosiddetto Gabinetto Segreto26, dove sono conservati

i cosiddetti oggetti erotici provenienti dai siti distrutti dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.:

– per quanto riguarda il cosiddetto Vaso Blu, i motivi decorativi del

cammeo (con la cui tecnica è decorato il vaso) hanno immediatamente richiamato nell’immaginario dei componenti del focus group gli elementi decorativi presenti sulle porcellane cinesi;

– dopo l’ammirazione per gli elementi decorativi, è emersa, anche in questo caso, la curiosità per le storie che si nascondono dietro gli oggetti e le rappresentazioni naturalistiche: es. lo svolgimento della vendemmia sulla decorazione del Vaso Blu;

– sempre a proposito del cosiddetto Vaso Blu e delle scene di vendemmia

rappresentate, i partecipanti al focus group hanno riconosciuto che nel mondo cinese la bevanda alcolica riveste un valore sociale: è bevanda pregiata di cui farsi vanto e ha una funzione sociale e conviviale;

– osservando le opere provenienti dalla ricchissima Villa dei Papiri, è subito

emerso che, se Pompei è molto conosciuta in Cina, nessuno aveva mai sentito nominare Ercolano prima di venire in Italia;

– si è riscontrata una certa difficoltà nel cercare di trasporre il concetto di otium in cinese. Sicuramente i partecipanti ai workshops hanno

24 <https://www.museoarcheologiconapoli.it/it/sale-e-sezioni-espositive/metalli-avori-e-vetri/>,

28.05.2019.

25 <https://www.museoarcheologiconapoli.it/it/villa-dei-papiri/>, 28.05.2019.

26 <https://www.museoarcheologiconapoli.it/it/sale-e-sezioni-espositive/gabinetto-segreto/>,

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riconosciuto l’esistenza del concetto di residenza dedicata ad attività di svago, ma lo svago non sembra avere in Cina l’accezione filosofica dell’otium. Allo stesso tempo, se esistono case, come quella di Confucio,

dove, anche in tempi molto antichi, si riunivano filosofi e letterati, queste sono una sorta di “accademia”, non residenze patrizie. Tuttavia, una volta svelatone il significato, la sezione della Villa dei Papiri è fra quelle

che maggiormente hanno affascinato il gruppo;

– anche la visita al Gabinetto Segreto ha offerto spunti di riflessione. Si è

riflettuto su come attualmente la Cina sia un paese estremamente laico, non a caso, ha provocato divertimento nel gruppo immaginare lo scandalo suscitato dagli oggetti ora raccolti nel Gabinetto Segreto, considerati

nell’Ottocento troppo scabrosi per essere esposti al pubblico;

– ancora, la sessualità non sembra essere presente negli amuleti portafortuna con funzione apotropaica (se non per l’auto-erotismo o nella sfera intima e privata), per la “protezione” è invece tipico il richiamo al mondo animale, reale e mitologico (specialmente draghi e leoni);

– il concetto di prostituzione è leggermente diverso da quello occidentale: la prostituta è spesso in ambiente cortigiano colei che oltre a compiacere sessualmente conosceva le arti come strumento di intrattenimento (poesia, calligrafia, musica), e in tal senso era a suo modo rispettata; tuttavia, in ambiente più popolare esistevano anche delle prostitute paragonabili a quelle dell’antica Pompei.

Al termine dei workshops è stato possibile scrivere delle schede descrittive dei

reperti e delle sezioni del MANN analizzate, utilizzando tutti gli spunti offerti dal confronto con il focus group (vedi ad esempio figg. 3 e 4). Gli elementi emersi durante i workshops sono stati inseriti nella descrizione delle opere e

delle sezioni del MANN che sono state arricchite da comparazioni con elementi caratterizzanti per la cultura cinese, in modo da rendere l’interpretazione e la comprensione del museo più intelligibile per un pubblico estremo orientale.

Infine, si è deciso di realizzare per la guida una cronologia incrociata (fig. 2), per consentire a un pubblico cinese di mettere a confronto alcuni momenti rilevanti della storia occidentale e della storia del MANN con una cronologia cinese. Nella scelta delle periodizzazioni, si è deciso di indicare nella cronologia pochi, ma significativi momenti che possano permettere ad un visitatore di orientarsi con facilità all’interno del museo. Il materiale prodotto è stato dato in dotazione ai Servizi Educativi del MANN e verrà messo a disposizione dei visitatori di cultura cinese del museo (fig. 5).

3.6 Verifiche

Al termine degli incontri, le informazioni raccolte durante i confronti sono state riviste dagli esperti dell’Associazione Progetto Museo con la prof.

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ssa Chiara Visconti, docente di Archeologia e Storia dell’Arte Cinese presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, per accertarsi che i riferimenti culturali e cronologici fossero corretti.

Inoltre, prima di essere reso disponibile per i visitatori del MANN, il materiale prodotto è stato testato da un gruppo di 20 studenti della China Petroleum Univeristy di Qingdao in soggiorno di studio a Napoli nel luglio 2018. Il gruppo era formato da studenti tra i 18 e i 22 anni; gli studenti seguivano un percorso di studio in discipline scientifiche (ingegneria e geologia) e, seppur studenti universitari, non avevano una particolare preparazione umanistica. Durante il soggiorno a Napoli, i 20 studenti hanno visitato il MANN utilizzando il materiale prodotto grazie al progetto Attraverso gli occhi degli altri – Per un nuovo modello di interculturalità. I riscontri degli studenti sono stati positivi e

i 20 partecipanti hanno dichiarato che lo strumento loro fornito ha permesso di visitare il museo in maniera agevole e semplice, anche a chi non era dotato di una preparazione umanistica o di nozioni sulla storia occidentale.

4. Il laboratorio per i bambini

Il percorso dedicato ai bambini è stato progettato con l’idea di sperimentare delle attività didattiche da proporre in una piccola pubblicazione da distribuire a tutti i bambini in visita al MANN. Per la sperimentazione, sono stati coinvolti bambini o pre-adolescenti della comunità cinese residente a Napoli, che sono diventati parte attiva della realizzazione dei laboratori e di tutte le immagini inserite a corredo della pubblicazione. Per la realizzazione di questo libricino di attività, si è lavorato con i bambini cinesi, cercando di creare un prodotto che possa essere universale e intellegibile per qualsiasi bambino del mondo. Per questo motivo, sono state selezionate per i laboratori opere che potessero essere messe in relazioni con concetti universali e con gli elementi della natura. Questo intervento è stato pensato con la doppia funzione di realizzare un progetto che crei una relazione con una comunità che vive stabilmente a Napoli, e con l’obiettivo finale di creare un materiale didattico permanente per tutti i bambini in visita al MANN (fig. 6).

4.1 La scelta del pubblico

I partecipanti alle attività di laboratorio, di un’età compresa tra i 6 e gli 11 anni, sono stati coinvolti dalla Cooperativa sociale culturale italo-cinese onlus, che si è resa, con grande entusiasmo, disponibile a far partecipare al progetto gli alunni che normalmente frequentano le attività di doposcuola dell’onlus. Il gruppo composto da 8 bambini e pre-adolescenti è sempre stato accompagnato dalla mediatrice culturale Elena Pannone.

(21)

4.2 Tempi

L’attività al museo si è svolta nell’arco di un mese con un appuntamento a settimana. Ogni pomeriggio è stato destinato alla realizzazione di due attività. La durata di ogni incontro è stata di circa 3 ore.

4.3 Scelta delle opere

Le opere sulle quali realizzare i laboratori sono state scelte dalle esperte dell’Associazione Progetto Museo in base alla relazione con il mondo della natura e con i 4 elementi che sono stati selezionati come filo conduttore per la realizzazione della pubblicazione: aria, acqua, terra e fuoco. Il presupposto era che i reperti provenissero da sezioni diverse del museo, così che, nei 4 incontri, si consentisse al gruppo di partecipanti di visitare tutto il MANN.

I reperti selezionati sono stati: – Artemide Efesia

Mummia di Coccodrillo

Mosaico con fauna marina

Corridori della villa dei Papiri

Affreschi dai Praedia di Iulia Felix

Atlante Farnese

– Cosiddetto Vaso Blu

Hermes a riposo

4.4 Metodologia applicata

Ogni incontro prevedeva una parte iniziale durante la quale si consentiva ai piccoli partecipanti di entrare in contatto con il reperto del MANN, analizzando le forme, le tecniche di realizzazione, i soggetti rappresentati e le funzioni degli oggetti. Per ciascuna opera analizzata, i ragazzi hanno poi svolto dei laboratori creativi. I bambini della comunità cinese sono stati i severissimi giudici che hanno testato le attività progettate per la realizzazione di un libro da distribuire a tutti i bambini in visita al MANN, indipendentemente dalla loro cultura di riferimento. Al termine della fase del lavoro che prevedeva il coinvolgimento dei bambini cinesi, gli esperti di Progetto Museo e di Akab hanno lavorato alla redazione del libretto per rendere le attività svolte con i bambini cinesi attività replicabili da tutti i bambini in visita al museo, facendo tesoro dei feedback dati dai bambini nel corso dei laboratori. I testi sono stati realizzati in italiano e in inglese. Il libretto è in distribuzione gratuita all’accoglienza del MANN.

(22)

4.5 Descrizione dell’attività e risultati Artemide Efesia

Il primo laboratorio ha riguardato la statua raffigurante l’Artemide Efesia27.

In questo caso, si è scelto di lasciar identificare ai bambini, in una statua molto ricca di simboli, un oggetto per loro riconoscibile e facilmente identificabile; la scelta dei bambini è ricaduta sul simbolo della collana. Nel corso del laboratorio, ciascun bambino doveva osservare la scultura e successivamente provare a disegnare una propria versione del pettorale dell’Artemide Efesia.

Ciascun bambino doveva poi dare un titolo a ciò che aveva dipinto e indossare la propria collana, mostrando agli altri il proprio lavoro. I bambini si sono poi scambiati le proprie creazioni, indossando ciascuno la collana dell’altro.

Osservando il processo creativo del gruppo sono emersi questi spunti di riflessione:

– inizialmente i ragazzi, di fronte al foglio bianco, avevano difficoltà a farsi guidare dall’immaginazione e dalla creatività. Accogliendo questa difficoltà è stato chiesto loro di partire dal colore con il quale avrebbero dipinto il simbolo della collana, avvicinare il pennello alla tela e lasciare un segno ad occhi chiusi. Tutti i partecipanti hanno lasciato lo stesso segno: una linea curva orizzontale;

– la maggior parte del gruppo ha ripreso l’iconografia dell’Artemide

ritraendo le mammelle e gli scroti dei Tori presenti sul busto.

Mummia di coccodrillo

Il secondo laboratorio, legato al tema dell’acqua, ha avuto come oggetto una Mummia di coccodrillo28, situata nella collezione egiziana del MANN. In

questo caso, è stato chiesto ai bambini di raccontare una storia, con protagonista il coccodrillo, che rispondesse alle seguenti domande:

– Qual è il suo nome? – Dove vive?

– Cosa fa nella sua vita?

Per poter rispondere alle domande, è stato importante per i bambini ascoltare delle spiegazioni sulla mitologia e la storia egiziana. Grazie a questa esperienza è stata data loro la possibilità di restituire attraverso l’immaginazione un’anima a ciò che è mummificato. Fogli, penne e acquerelli sono stati gli strumenti utilizzati; i bambini hanno scritto la storia rispondendo alle domande e attraverso il colore hanno aggiunto forme e segni a quel racconto.

Osservando il processo creativo del gruppo è emerso come il racconto scritto ha eliminato le paure riscontrate nel laboratorio sull’Artemide Efesia; questo

27 <https://www.museoarcheologiconapoli.it/it/sculture>, 28.05.2019.

28 <https://www.museoarcheologiconapoli.it/it/sale-e-sezioni-espositive/sezione-egiziana/>,

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lavoro è stato più spontaneo. Si sono divertiti a creare storie diverse, ognuno la propria.

Tra le storie scritte c’è quella di Alessandro: «Un giorno c’era un coccodrillo di nome Bian Wen. Lui si trovò sul fiume delle Amazzoni e, poiché sentiva la sua schiena troppo secca, allora decise di tuffarsi in quel fiume per fare un bagnetto».

Pittura29 raffigurante Natura morta dai Praedia di Iulia Felix

Questo incontro era legato all’elemento della terra. Durante questo laboratorio, dopo aver osservato delle pitture provenienti da Pompei rappresentanti cosiddette nature morte, ciascun bambino ha realizzato la propria composizione con diversi frutti e l’ha poi ritratta. I bambini hanno dovuto lavorare sulla composizione, e distribuire e organizzare i vari elementi nello spazio. Ogni ragazzo aveva a disposizione 5 frutti e ciascuno ha deciso liberamente come posizionarli; una volta scelta, la composizione è stata dipinta su un pezzo di tela.

Osservando il processo creativo del gruppo sono emersi questi spunti di riflessione:

– i ragazzi si sono divertiti nel creare composizioni anche complesse, con l’impegno di cercare il giusto equilibrio di forme;

– la bellezza è stata quella di unire passato e presente in un solo spazio, fruire la natura morta degli affreschi e diventare artefice, nello stesso spazio, della propria composizione.

In questo caso, il laboratorio è stato riportato sul libretto come attività da fare a casa, dopo la visita al museo; un modo per prolungare l’esperienza e portarla nell’ambiente domestico, aiutando così i bambini a conservare il ricordo della visita al museo.

Atlante Farnese

Questo incontro è stato dedicato all’osservazione del cosiddetto Atlante Farnese (fig. 7)30. È stato chiesto ai ragazzi di provare a percepire l’opera

attraverso il proprio corpo, diventando quella scultura, immaginando di portare un peso sulle spalle, chiedendo loro quali fossero le sensazioni corporee nel sostenere quel peso. Successivamente, si è provato a scomporre la statua in forme geometriche (fig. 7). A questo punto, il gruppo aveva a disposizione diverse forme triangolari e una ovale. La proposta è stata di creare la propria scultura attraverso le forme a disposizione, scegliendo un colore per lo sfondo, frutto dell’esperienza corporea iniziale.

Osservando il processo creativo del gruppo, è emerso come grazie all’attivazione corporea, immaginando di avere il peso sulle spalle, alcuni ragazzi

29 <https://www.museoarcheologiconapoli.it/it/sale-e-sezioni-espositive/affreschi-2/>,

28.05.2019.

30 <https://www.museoarcheologiconapoli.it/it/le-collezioni/collezione-farnese-2/>,

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siano entrati in contatto con uno spazio emotivo provando sentimenti come rabbia e tristezza. Partendo dall’esperienza corporea di ascolto ed attivazione sensoriale, il gruppo ha creato una relazione più intima con l’opera. Queste emozioni sono emerse con la domanda: come si sente l’Atlante a dover portare per tutta la vita il peso del globo sulle sue spalle?

Vaso Blu

Il quinto incontro ha avuto come oggetto il cosiddetto Vaso Blu31. I ragazzi

sono stati inviatati ad osservare con grande attenzione il vaso e le sue raffinate decorazioni; la loro attenzione è stata portata a notare tutti i piccoli dettagli, facendo loro capire come quel bellissimo vaso dovesse un tempo contenere qualcosa di pregiato, e, per questo motivo, si è chiesto loro di immaginare un messaggio da affidare al prezioso vaso. In particolare, nell’attività proposta nel

BookMANN, si chiede ai bambini in visita al museo di inventare un gioco nel

quale coinvolgere i putti che vendemmiano raffigurati sul vaso, per aiutare i giovani visitatori a cogliere il senso di leggerezza e di convivialità espresso dalla decorazione dell’oggetto.

Mosaico con Fauna Marina

Questo incontro ha avuto come oggetto un Mosaico con Fauna Marina (fig.

8)32. In questo laboratorio, si è chiesto ai bambini di osservare attentamente

gli animali rappresentati nel mosaico. Per creare una relazione tra i bambini e l’opera, e per acuire il loro spirito di osservazione, oltre che la loro ammirazione per la capacità di rendere una scena complessa con la tecnica del mosaico, si è chiesto ai bambini di attribuire un aggettivo a 10 degli animali marini rappresentati nel mosaico. Si è così potuto osservare come i bambini abbiano risposto positivamente, con una grande varietà di aggettivi, all’input offerto alla loro immaginazione. Inoltre, l’esercizio è anche servito a molti dei bambini per scoprire i nomi della fauna marina, che ignoravano quasi completamente.

Statue di corridori

Questo laboratorio è partito dall’osservazione delle Statue di corridori33

provenienti dalla sezione della Villa dei Papiri di Ercolano. Grazie al contributo

degli esperti di Musicoterapia dell’ISFOM si è chiesto ai bambini di riprodurre, da fermi, il rumore che si fa correndo. Questa esperienza sensoriale ha aiutato i bambini a percepire il senso del moto e la grande espressività delle statue antiche, creando una connessione emotiva tra i giovani visitatori e le statue della Villa dei Papiri di Ercolano.

31 <https://www.museoarcheologiconapoli.it/it/sale-e-sezioni-espositive/metalli-avori-e-vetri/>,

28.05.2019.

32 <https://www.museoarcheologiconapoli.it/it/sale-e-sezioni-espositive/mosaici/>, 28.05.2019. 33 <https://www.museoarcheologiconapoli.it/it/villa-dei-papiri/>, 28.05.2019.

(25)

Hermes a risposo

L’ultima scheda del BookMANN è l’Hermes a Riposo34. Per l’Hermes

a Riposo non è stata svolta attività con i bambini partecipanti al progetto.

L’opera è stata scelta come attività conclusiva per i piccoli visitatori del museo che, dopo aver tanto girato, potranno riposarsi e dovranno lasciare una piccola frase sull’esperienza fatta nella tasca della sagoma dell’Hermes a riposo che

troveranno all’uscita del museo.

Le attività svolte con i bambini della comunità cinese hanno permesso di realizzare il Book MANN. Art & Activity (fig. 9), uno strumento che potrà

migliorare l’esperienza al MANN dei bambini che lo visiteranno. Per questo motivo, il libretto è stato arricchito con una breve scheda dedicata a ciascuno dei reperti oggetto delle attività di laboratorio, un piccolo glossario e delle curiosità sul museo. In questo modo, l’adulto che accompagnerà i bambini in visita potrà a suo modo godere del libretto e guidare i bambini nello svolgimento delle attività al museo e a casa. Il lavoro con il gruppo di bambini cinesi, che non avevano conoscenze pregresse sul museo e le sue collezioni, è stato fondamentale per identificare e migliorare attività laboratoriali che possano intrattenere e arricchire il percorso di visita di qualunque bambino, indipendentemente dal proprio background culturale.

5. Osservazioni finali

Il lavoro svolto durante i workshops con gli adulti e con i bambini ha

esplicitato quanto già espresso nella premessa, e cioè che non può esistere una narrazione oggettiva e neutra del patrimonio archeologico e culturale, ma questa è sempre mediata dalla cultura di appartenenza di chi interpreta o comunica35. Il punto di vista di chi narra andrebbe quindi sempre esplicitato36 e

sicuramente, in un’epoca di sempre maggiore globalizzazione, questo progetto pilota esplicita la necessità di variare le forme di comunicazione e gli apparati comunicativi per i tanti pubblici che si avvicinano a un museo37. Sicuramente,

il processo di redazione dei materiali oggetto di questo progetto porta a una profonda riflessione sul tipo di comunicazione scritta da produrre anche per un pubblico più locale. Ancora troppo spesso, infatti, i pannelli museali riportano informazioni pensate per un pubblico di tecnici38; l’esercizio portato avanti con

un pubblico proveniente da un contesto culturale così lontano come quello

34 Ibidem.

35 Tilley 1989; Shanks, Tilley 1992; Smith 2006. 36 Vaglio 2018, pp. 27-51.

37 Volpe 2015, pp. 71-76. 38 Ivi, p. 71.

(26)

cinese, ha avuto il vantaggio di porre gli autori dei materiali informativi nella condizione di non poter dare nessun concetto per scontato. Questo approccio, che probabilmente dovrebbe essere utilizzato per qualsiasi tipo di pubblico39,

mira quindi a mettere in discussione le vecchie modalità di narrazione del patrimonio culturale. Questa considerazione, profondamente affrontata dalla disciplina che oggi chiamiamo Public Archaeology40, è stata il filo conduttore

delle sperimentazioni messe in atto con questo progetto. Come si evince dai risultati ottenuti, l’obiettivo non è di semplificare e banalizzare i contenuti perché questi siano comprensibili per tutti, ma di essere in grado di cambiare il proprio linguaggio a seconda del pubblico di riferimento41, aggiungendo quindi

complessità a una comunicazione museale che possa diventare reale strumento di comprensione e di avvicinamento al patrimonio culturale per un pubblico quanto più vasto possibile.

Riferimenti bibliografici / References

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Shanks M., Tilley C. (1992), Re-constructing Archaeology: Theory and Practice,

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39 Solima 2012.

40 Schadla Hall 1999; Merriman 2004. 41 Dal Maso 2018, pp. 9-24.

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Vaglio M.G. (2018), Lo storytelling per I beni culturali: il racconto, in Dal

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UNESCO (2005), Convenzione sulla Protezione e la Promozione delle Diversità delle Espressioni Culturali, Parigi: UNESCO.

(28)

Appendice

Fig. 1. Copertina della guida per un pubblico adulto cinese prodotta per i servizi didattici del MANN

Fig. 2. Estratto dalla cronologia incrociata realizzata per un pubblico adulto cinese prodotta per i servizi didattici del MANN

(29)

Fig. 3. Scheda in cinese con descrizione del cosiddetto Mosaico di Alessandro ed estratto della

sua traduzione in italiano

Fig. 4. Scheda in cinese con descrizione della sezione del MANN della Villa dei Papiri ed

(30)

Fig. 5. Quarta di copertina della guida per un pubblico adulto cinese prodotta per i servizi didattici del MANN

(31)

Fig. 8. Scheda del volume Book MANN. Art & Activity relativa al Mosaico con Fauna Marina

Fig. 7. Scheda del volume Book MANN. Art & Activity relative alla statua dell’Atlante Farnese

(32)
(33)

eum edizioni università di macerata

Direttore / Editor in-chief

Pietro Petraroia

Texts by

Francesca Amirante, Nadia Barrella, Kristin M. Barry,

Gian Pietro Brogiolo, Jean-Michel Bruffaerts,

Giuliana Calcani, Mara Cerquetti, Alexandra Chavarría Arnau,

Sandra Costa, Lara Delgado Anés, Caterina De Vivo,

Patrizia Dragoni, Raffaella Fontanarossa, Elisabetta Giorgi,

Luca Luppino, Massimo Maiorino, Samanta Mariotti,

Nina Marotta, José María Martín Civantos, Carolina Megale,

Lucia Molino, Stefano Monti, Maria Luigia Pagliani, Caterina Paparello,

Chiara Piva, Francesco Ripanti, Federica Maria Chiara Santagati,

Ludovico Solima, Emanuela Stortoni, Giuliano Volpe, Enrico Zanini

http://riviste.unimc.it/index.php/cap-cult/index

ISSN 2039-2362

Department of Education, Cultural Heritage and Tourism

University of Macerata

ISBN 978-88-6056-622-5 Euro 25,00

Figura

Fig. 2. Estratto dalla cronologia incrociata realizzata per un pubblico adulto cinese prodotta  per i servizi didattici del MANN
Fig. 3. Scheda in cinese con descrizione del cosiddetto Mosaico di Alessandro ed estratto della  sua traduzione in italiano
Fig. 5. Quarta di copertina della guida per un pubblico adulto cinese prodotta per i servizi  didattici del MANN
Fig. 8. Scheda del volume Book MANN. Art &amp; Activity relativa al Mosaico con Fauna MarinaFig
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