M. Castoldi, MANUALE DELLA VALUTAZIONE SCOLASTICA, Roma, Carocci, 2012
presentazione dell’opera
-Il lavoro, imperniato sulla valutazione in ambito formativo con particolare attenzione al mondo scolastico, vorrebbe avere l’ambizione di rispondere in modo originale ad un’esigenza diffusa. In risposta ad un’esigenza diffusa in quanto il tema della valutazione si è prepotentemente affermato nel dibattito sulla scuola italiana (e non solo), fino a divenire una priorità strategica e culturale tra le più avvertite. In modo originale, in quanto si qualifica per una serie di attributi che lo distinguono dall’attuale panorama editoriale su questo tema, che negli ultimi cinquant’anni ha comunque assistito all’uscita di diversi manuali di valutazione scolastica.
I segnali che collocano la valutazione al centro dell’agenda per il rinnovamento della nostra scuola sono sotto gli occhi di tutti: indagini internazionali, monitoraggio del sistema per individuare forze e debolezze, certificazione dei risultati formativi, valutazione del personale sono tra gli esempi più evidenti di questi indizi. In analogia con quanto succede nel mondo globalizzato, dove le agenzie di rating internazionali hanno assunto un’importanza abnorme e sconvolgente, anche il mondo della scuola, nel suo piccolo e sotto diversi profili, deve fare i conti con la valutazione e i suoi giudizi, che si tratti di triple A o di altri sistemi di simboli. Emerge, in particolare, la necessità di disporre di chiavi di lettura che aiutino a comprendere e ad interagire con i processi in corso; una necessità che riguarda i diversi attori del sistema, dal Dirigente dell’amministrazione scolastica al singolo insegnante chiuso nella sua aula, dal Dirigente scolastico allo studente che cerca di avvicinarsi al mondo della scuola, dal funzionario della Regione o dell’Azienda sanitaria che si trova ad interagire con la scuola al genitore che deve decidere il percorso formativo del proprio figlio. I diversi tasselli a cui abbiamo fatto cenno, dall’indagine PISA fino alla premialità degli insegnanti, tendono a rimanere segmenti isolati e incoerenti e faticano a ricomporsi come tessere di un unico puzzle.
Tutto ciò è reso più complesso, potremmo dire drammatico, dalla storica debolezza di una cultura della valutazione nel nostro paese, in particolare per ciò che concerne il mondo della formazione. Si tratta di un tema spesso vissuto come tabù o come zeppo di tecnicismi, che spinge all’innesco di forme di rigetto o di meccanismi di protezione, che impediscono di entrare nel merito dei problemi e di tentare di comprenderli e sviscerarli nelle loro diverse angolature. Un esempio emblematico possiamo trovarlo nelle frequenti antinomie che accompagnano il dibattito su temi valutativi: oggettivo vs soggettivo, controllo vs sviluppo, quantitativo vs qualitativo, esterno vs interno. Si tratta spesso di visioni ideologiche e paralizzanti, che inducono a schierarsi da una parte o dall’altra, spesso sulla base di argomenti che vanno ben oltre la questione valutativa, e impediscono una elaborazione autonoma e, soprattutto, qualsiasi sviluppo operativo.
Riguardo agli elementi di originalità del lavoro il primo di essi, e forse il più significativo, si può riconoscere all’approccio con cui viene affrontato il tema valutativo, che si discosta nettamente dal paradigma docimologico che ha finora egemonizzato la produzione culturale nel nostro paese. Una distanza di ordine epistemologico, rilevabile sia nell’oggetto che nel metodo con cui si parla di valutazione: nell’oggetto in quanto si allarga lo sguardo ad una valutazione di sistema, comprensiva non solo degli apprendimenti degli studenti, ma anche della qualità degli insegnamenti, degli Istituti scolastici, del sistema scuola nel suo complesso; nel metodo in quanto si cerca di assumere un significato di valutazione nel suo senso più pieno ed autentico, inteso come apprezzamento di un dato evento ed oggetto, senza ridurlo ad aridi tecnicismi o a pretese misurative. Si tratta di prospettive ampiamente presenti nel dibattito internazionale da diversi decenni, ma che nel nostro paese faticano a trovare cittadinanza in virtù di una sorta di “cappa” docimologica che ha egemonizzato il mondo accademico e, di riflesso, il dibattito culturale; senza nulla togliere al valore storico del contributo di Visalberghi, che già a metà degli anni ’50 contribuì a sprovincializzare il dibattito educativo nel nostro paese facendo conoscere la riflessione docimologica maturata in area anglofona e francofona, a distanza di sessant’anni occorre un “salto di qualità” che potremmo condensare nel passaggio dal “misurare gli apprendimenti” al “valutare il servizio scolastico”.
Un secondo tratto distintivo riguarda l’attenzione posta alle peculiarità del mondo formativo nell’affrontare il tema valutativo; senza ignorarle o assurgerle a baluardo contro la valutabilità della
relazione formativa, bensì assumendole come premessa per riconoscere un approccio sostenibile alla valutazione della formazione (è il tema che attraversa l’intera prima parte del volume). Anche in materia valutativa, infatti, è molto attuale e diffuso il rischio di importare paradigmi e modelli da altri ambiti disciplinari (economico, psicologico, sociologico, etc.) o contesti sociali e produttivi (il mondo aziendale, quello sanitario, quello del terzo settore, etc.), perdendo di vista le specificità che connotano la ricerca valutativa in ambito formativo. Due esempi, tra i più evidenti: da un lato la riflessione sulla valutazione delle politiche formative maturata in ambito sociologico anche nel nostro paese, di cui la testimonianza più significativa è rappresentata dall’Associazione Italiana di Valutazione; dall’altro l’elaborazione sulla qualità, più o meno totale, nel mondo produttivo, che ha trovato nelle norme sulla certificazione lo sforzo di sistematizzazione più noto e autorevole. Senza disconoscere il contributo che tali filoni di elaborazione possono fornire, ripreso in diverse parti del volume, si è cercato di muovere dalle specificità della relazione formativa, in particolare in ambito scolastico, per provare a capire come valutarla, secondo quale disegno metodologico e con quali strumenti operativi.
Un terzo tratto qualificante concerne il taglio operativo che si è cercato di assicurare al volume, puntando ad affiancare la riflessione teorica sul “pensare la valutazione” con le implicazioni pratiche sul “fare valutazione”. Nella trattazione dei diversi “oggetti” di valutazione (gli apprendimenti, gli insegnamenti, gli Istituti scolastici, il sistema scuola) si è utilizzato un formato comune, che parte da una messa a fuoco del tema e da una discussione sui principali approcci valutativi per spostarsi successivamente verso la individuazione di linee-guida operative e la presentazione di materiali di lavoro. Anche gli apparati di studio, che concludono le diverse parti del volume, assolvono alla medesima funzione, puntando a fornire quadri di sintesi, studi di caso, esercitazioni di lavoro, percorsi di approfondimento. La valutazione richiama un sapere eminentemente pratico che, come per ambiti similari (il medico, l’insegnante, l’architetto, lo psicoterapeuta), necessita di una formazione altrettanto pratica, ovviamente nei limiti che un testo scritto presenta.
La struttura del volume è illustrata dalla figura che segue. Mentre nella prima parte si intendono fornire le coordinare metodologiche per fare ricerca valutativa in ambito formativo, nelle altre due parti si approfondiscono i piani su cui fare valutazione nella scuola: gli apprendimenti in primis, in quanto “cuore” della mission scolastica, che sono il tema della seconda parte; gli insegnanti, gli Istituti scolastici, il sistema scuola nella terza parte. L’inclusione delle diverse parti l’una nell’altra richiama la prospettiva di valutazione di sistema entro cui collocare gli specifici “focus” e le reciproche relazioni tra di essi.
VALUTARE L’APPRENDIMENTO VALUTARE VALUTARE VALUTARE L’INSEGNAMENTO L’ISTITUTO SCOLASTICO IL SISTEMA SCOLASTICO FARE RICERCA VALUTATIVA
L’indice del volume declina analiticamente la struttura indicata: Introduzione
I Parte – FARE RICERCA VALUTATIVA IN AMBITO FORMATIVO 1. DIMENSIONI DEL VALUTARE
1.1 Il processo valutativo 1.2 Dimensioni di analisi 2. VALUTARE LA FORMAZIONE
2.1 Peculiarità dell’azione formativa 2.2 Requisiti della valutazione 3. FRAMEWORK METODOLOGICO
3.1 Legittimare il processo
3.2 Definire le domande di indagine 3.3 Progettare e realizzare l’indagine 3.4 Interpretare i dati raccolti
3.5 Guidare il miglioramento 3.6 Meta-valutare il processo 4. REPERTORIO DI STRUMENTI
4.1 Strumenti per porre domande 4.2 Strumenti per osservare 4.3 Strumenti per scegliere priorità 4.4 Strumenti per analizzare documenti 4.5 Strumenti per discutere
4.6 Strumenti per recitare 4.7 Strumenti per misurare
4.8 Strumenti per rappresentare con immagini 4.9 Strumenti per ricostruire esperienze 4.10 Strumenti per schematizzare 5. APPARATI DI STUDIO
5.1 Quadri di sintesi 5.2 Esercitazioni
5.3 Riferimenti bibliografici 5.4 Percorsi di approfondimento
II Parte – VALUTARE L’APPRENDIMENTO 1. LESSICO DI BASE
1.1 Luoghi comuni della valutazione scolastica 1.2 Passaggi chiave del processo valutativo 2. MESSA A FUOCO DELL’OGGETTO
2.1 La natura dell’apprendimento 2.2 La sfida della competenza 3. APPROCCI A CONFRONTO
3.1 Valutazione del/per l’apprendimento 3.2 Tra standardizzazione e personalizzazione
4. LINEE GUIDA PER LA VALUTAZIONE 4.1 Critiche alla valutazione tradizionale 4.2 Verso una valutazione autentica 4.3 Un frame work di riferimento 5. MATERIALI DI LAVORO
5.1 Rubriche valutative 5.2 Compiti autentici 5.3 Guide per l’occhio 5.4 Strategie autovalutative 6. APPARATI DI STUDIO 6.1 Quadri di sintesi 6.2 Esercitazioni 6.3 Riferimenti bibliografici 6.4 Percorsi di approfondimento
III Parte – VERSO UNA VALUTAZIONE DI SISTEMA 1. VALUTARE L’INSEGNAMENTO
1.1 Messa a fuoco dell’oggetto 1.2 Approcci a confronto
1.3 Linee guida per la valutazione 1.4 Materiali di lavoro
2. VALUTARE L’ISTITUTO SCOLASTICO 2.1 Messa a fuoco dell’oggetto
2.2 Approcci a confronto
2.3 Linee guida per la valutazione 2.4 Materiali di lavoro
3. VALUTARE IL SISTEMA SCOLASTICO 3.1 Messa a fuoco dell’oggetto
3.2 Approcci a confronto
3.3 Linee guida per la valutazione 3.4 Materiali di approfondimento 4. APPARATI DI STUDIO 4.1 Quadri di sintesi 4.2 Esercitazioni 4.3 Riferimenti bibliografici 4.4 Percorsi di approfondimento Glossario Elenco tavole
Mario Castoldi insegna dal 2001 presso l’Università degli Studi di Torino; svolge attività di formazione e consulenza su problematiche didattiche e valutative in collaborazione con scuole dei diversi gradi e ordini. Tra i suoi lavori più recenti “Valutare le competenze” (Carocci, 2009), “Didattica generale” (Mondadori Education, 2010), “Progettare per competenze” (Carocci, 2011).