TABELLA X
Risposta tumorale e sopravvivenza dei 57 casi in correlazione con i sottotipi morfologici di linfoma canino
Sottotipo morfologico Risposta MFR OST Centroblastico polimorfo (20) Completa 12 mesi
(9-18)
17 mesi (14-24)
Burkitt (4) 1 Parziale
3 stabili
0 15 giorni (7-21) Piccole cell. Chiare (5) Completa 12 mesi
(6-24)
21 mesi (12-26) Pleomorfo misto (10) Completa 10 mesi
(6-14)
14 mesi (9-16) Plasmocitoide (8) Completa 2 mesi
(1-6)
3 mesi (2-7) Linfoblastico (10) Completa 8 mesi
(7-10)
9 mesi
(8,5-11)
MFR: media first remission (durata media di prima remissione)
OST: overall survival time (tempo di sopravvivenza totale)
LEGENDA DELLE FIGURE
Fig. 1: Curva di Kaplan-Meier: comparazione della durata di prima remissione FR nei cani con diversi sottotipi morfologici di linfoma, durante a chemioterapia. Il sottotipo simil Burkitt è stato considerato come non responsivo per cui non è riportato nella figura.
P: linfoma plasmocitoide di grado elevato di malignità LB: linfoma linfoblastico
PM: linfoma pleomorfo misto
CP: linfoma centroblastico polimorfo SCC: linfoma a piccole cellule chiare
Fig. 2: Curva di Kaplan-Meier: comparazione del tempo di soprvvivenza totale OST nei cani con diversi sottotipi morfologici di linfoma, durante la chemioterapia.
B: linfoma tipo Burkitt
P: linfoma plasmocitoide di grado elevato di malignità LB: linfoma linfoblastico
PM: linfoma pleomorfo misto
CP: linfoma centroblastico polimorfo
SCC: linfoma a piccole cellule chiare
LAVORO N°4
AGGRESSIVE LARGE GRANULAR LYMPHOCYTE LYMPHOMAS IN
FIVE DOGS: A CLINICAL, CYTOHISTOLOGICAL AND
IMMUNOLOGICAL STUDY
(25,28,36,37,45,46,50,52,55,73,75,79,92,104,120,135,137,138,139).
LINFOMA AGGRESSIVO A LINFOCITI AMPI E GRANULATI IN CINQUE CANI:
STUDIO CLINICO, CITO-ISTOLOGICO E IMMUNOLOGICO.
Turinelli V, Marchal T, Ponce F, Bonnefont-Rebeix C, Fournel-Fleury C.
Comparative Clinical Pathology (2005) 13 :109-118
Introduzione
Nell’uomo i linfomi/leucemie a linfociti ampi e granulati (LGL)
rappresentano un gruppo di tumori maligni, acuti o cronici, caratterizzati dalla
presenza di granulazioni citoplasmatiche azzurofile, da un fenotipo T o
natural killer e da frequente coinvolgimento extranodale del fegato, della
milza e, talvolta, del sangue e del midollo osseo. Nel cane solo la leucemia
cronica LGL è stata chiaramente identificata; le forme aggressive restano
ancora poco conosciute, eccetto per sporadiche menzioni e per un caso
riportato recentemente di linfoma epatosplenico aggressivo con morfologia a
linfociti ampi e granulati. Questo studio presenta i risultati delle indagini
cliniche, morfologiche e immunofenotipiche realizzate su 5 cani presentanti
forme aggressive di neoplasie a linfociti ampi e granulati e fornisce una
comparazione con la patologia umana, sulle orme della nuova classificazione
umana WHO delle neoplasie linfoidi.
Risultati
L’incidenza del linfoma/leucemia a linfociti ampi e granulati riscontrata alla Facoltà di Medicina Veterinaria di Lione in un periodo di tempo di 6 mesi è stata approssimativamente dell’1,8% (5 su 276 casi di linfoma). Da un punto di vista epidemiologico l’età media degli animali affetti da questa neoplasia è stata di 6,4 anni. Si è riscontrata una lieve predominanza del sesso femminile (3 femmine su 5) e una predominanza della razza Boxer con 2 casi.
Questi cani sono stati riferiti alla visita medica perché presentavano sintomi quali dimagrimento, astenia e diarrea che si erano sviluppati in diverse settimane ed erano severi in tutti i casi. Tutti presentavano epatomegalia e/o splenomegalia e 4 avevano i linfonodi addominali aumentati di volume. Dopo il consulto clinico, 2 cani hanno sviluppato una pancitopenia, 4 cani un’anemia e 3 una leucocitosi. Poco tempo dopo, in 3 cani si è sviluppata una leucemia secondaria con coinvolgimento midollare e talvolta ematico.
(Tabella XI)
Risultati citologici (Tabella XII)
I 5 casi mostravano importanti similitudini citologiche, sulla base della presenza di una popolazione atipica di cellule medie e grandi, basofile e nucleolate che assomigliavano a blasti linfoidi, contenenti granulazioni azzurofile nel citoplasma e associate a numerosi istiociti emofagocitanti.
Valutando in maniera più dettagliata si sono riscontrati 2 tipi morfologici
distinti. Il primo tipo (caso N° 1 e 2) era caratterizzato dalla proliferazione
monotona di cellule di taglia medio-grande con nucleo rotondo o di forma
irregolare, cromatina finemente dispersa, nucleoli multipli e prominenti,
citoplasma basofilo con fini granulazioni azzurofile, più o meno evidenti e
che esibivano numerose figure mitotiche. Il background era caratterizzato
dalla presenza di un miscuglio di numerosi istiociti spesso emofagocitici e di
numerosi piccoli linfociti normali. Rare cellule linfomatose erano riscontrate
occasionalmente nel sangue periferico (caso N°1) ed erano numerose invece, nel midollo osseo (casi N° 1 e 2). Il secondo tipo (casi N° 3, 4, 5) era caratterizzato da un’infiltrazione massiva degli organi da parte di una proliferazione monotona di cellule medio-grandi con nucleo rotondo, regolare e nucleoli multipli e prominenti. L’aspetto della cromatina variava da fine, nelle cellule più grandi, a irregolarmente addensato in quelle più piccole. Il citoplasma era sempre intensamente basofilo ma spesso microvacuolizzato e conteneva alcune granulazioni dense e azzurofile, localizzate nell’area chiara iuxta-nucleare. Le mitosi erano numerose, come nel primo tipo, e il background era costituito da numerosi istiociti emofagocitici senza però i piccoli linfociti. Il sangue periferico e il midollo osseo potevano essere massivamente coinvolti, sotto forma di una vera e propria leucemia (caso N°3) oppure per niente coinvolti (casi N°4 e 5).
Risultati immunologici (Tabella XIII)
Per il primo tipo l’immunofenotipo è stato: CD3-, CD79a-, CD8-, CD4-.
Questo risultato suggerisce la presenza di un fenotipo nullo. Per il secondo tipo l’immunofenotipo è stato: CD3+, CD79a-, CD8+, CD4-, quindi si è trattato di un fenotipo T CD8+. Riguardo all’espressione dei markers per le cellule natural killer, il CD3ε è risultato postivo nelle cellule del tipo T CD8+
e nelle cellule T dei normali tessuti di controllo, ma negativo per il tipo nullo.
Il CD56 ha marcato tutti i nuclei di entrambi i tipi di linfoma a LGL ma anche
dei normali tessuti di controllo. Per quanto riguarda i markers delle cellule
citotossiche, il TIA1 è risultato debolmente espresso nei 3 casi T CD8+ ,
positivo nel caso N°2 e negativo nel caso N°1 del tipo nullo. Il granzima B e
la perforina sono risultati negativi in tutti i casi di entrambi i tipi. Tutti i
markers delle cellule citotossiche erano negativi nei normali tessuti di
controllo. La conta delle cellule Ki67+ è risultata simile sia all’esame
citologico che a quello istologico, costantemente elevata con un valore medio
del 54,4%; per questo motivo tali linfomi sono stati inseriti nel gruppo dei linfomi di grado elevato di malignità.
Risultati istologici (Tabella XII)
L’esame istologico dei 2 casi appartenenti al tipo “nullo” mostrava un’infiltrazione portale del fegato. Nella milza le cellule neoplastiche erano localizzate nei cordoni e nei seni della polpa rossa. L’aspetto morfologico delle cellule neoplastiche era lo stesso di quello descritto dall’esame citologico ma le granulazioni citoplasmatiche non erano facilmente identificabili. L’indice mitotico è risultato elevato. L’esame istologico del tipo T CD8+ ha rivelato la presenza di 2 aspetti differenti. Il primo che abbiamo chiamato aspetto a (caso N°3) era caratterizzato da un’infiltrazione massiva dell’intestino, fegato, milza e linfonodi. Nel fegato l’infiltrazione era principalmente di tipo portale e secondariamente sinusoidale. Nella milza la popolazione neoplastica era localizzata nella polpa rossa. Nell’intestino era presente un’importante invasione linfomatosa che coinvolgeva tutti gli strati ed era associata ad un’estesa atrofia ulcerativa dei villi e ad un’enterite cronica plasmocitica.
Il secondo, detto aspetto b (casi N° 4 e 5) era caratterizzato da un’infiltrazione massiva del fegato e della milza. Nel fegato l’infiltrazione era di tipo sinusoidale, senza coinvolgimento delle triadi portali. Nella milza le cellule neoplastiche erano localizzate nella polpa rossa mentre nei linfonodi erano localizzate solamente nel lume dei vasi sanguigni. La cosa più interessante di questo aspetto, è stata la mancanza dell’infiltrazione intestinale.
L’angiocentricità e l’angiodistruzioni non sono state osservate né nel tipo
nullo né in quello T CD8+.
Discussione
I disordini linfoproliferativi che coinvolgono le cellule LGL sono stati descritti in molte specie, incluso l’uomo, il gatto, il cavallo, il ratto, il furetto, gli uccelli e il cane. Questi possono essere transitori (policlonali e reattivi) oppure cronici (policlonali o monoclonali, reattivi o neoplastici).
Queste neoplasie linfoidi maligne sembra che prendano origine da differenti subcategorie di cellule citotossiche, principalmente localizzate nei tessuti extranodali in condizioni sia reattive che normali, ad esempio nel sangue, midollo osseo, intestino tenue e crasso (dove sono anche chiamate linfociti intraepiteliali o “globoid cells”), nel fegato (dove sono conosciute anche con il nome di “Pit cells”), milza, stomaco, polmone, vescica, utero e placenta.
Queste hanno dimostrato di essere cellule linfoidi sulla base dell’espressione dei marker T (CD3+, CD8+/-) e dei marker delle cellule natural killer (CD56+, CD3ε+) e sulla base della presenza di proteine associate alle granulazioni citotossiche (perforina, granzima B, TIA1).
Nelle recenti classificazioni umane REAL e WHO si distinguono chiaramente
varie neoplasie maligne a LGL, correlate alla loro corrispondente
subcategoria normale, sulla base della loro presentazione clinica e
dell’immunofenotipo. Nell’uomo la Leucemia a cellule T LGL è considerata
un disordine clinicamente indolente, caratterizzato da un aumento persistente
nel numero delle LGL del sangue periferico, frequentemente associato a
neutropenia e a moderata splenomegalia. I siti principalmente coinvolti sono
il sangue periferico, il midollo osseo, la milza e il fegato. I linfonodi sono
raramente coinvolti e il disordine più importante è la neutropenia e talvolta
anche l’anemia. L’aspetto morfologico delle cellule neoplastiche è quello dei
grandi linfociti granulati che presentano una cromatina matura e addensata, un
citoplasma abbondante e pallido e granulazioni azzurofili fini o dense. La
leucemia a LGL presenta un immunofenotipo a cellule T mature che spesso
corrisponde a CD3+, TCRαβ+, CD8+, CD4-, CD57+. Il TIA1, il granzima B
e la perforina risultano positivi. Talvolta può progredire verso una forma più aggressiva e in una minoranza di casi, può trasformarsi in un linfoma a cellule T periferico, composto da grandi cellule.
Il linfoma a cellule T/NK, nasale e simil-nasale e la Leucemia aggressiva a cellule NK (che sembra essere la controparte leucemica del tipo nasale extranodale) rappresenta nell’uomo, il secondo disordine a LGL più diffuso;
entrambi corrispondono ad una proliferazione aggressiva e sistemica di cellule NK o di cellule T NK-simili. Per il linfoma extranodale, nasale e simil-nasale a cellule T/NK i siti privilegiati sono le cavità nasali, il nasofaringe, il palato, la cute, i tessuti molli, il tratto gastro intestinale e i testicoli; per la leucemia aggressiva a cellule NK, i siti privilegiati sono invece, il sangue, il midollo osseo, la milza e il fegato. Entrambi appaiono caratterizzati da un coinvolgimento rapido e multiplo dei siti extra-nodali, talvolta da una linfoadenopatia secondaria, da un’insufficienza organica multipla e da una frequente sindrome emofagocitica. Le cellule neoplastiche possono essere piccole, medie o grandi con nucleo irregolare ipercromatico o vescicolare, nucleoli più o meno distinti e un grande citoplasma pallido o leggermente basofilo che contiene granulazioni azzurofile fini o dense. La necrosi e l’angioinvasione sono frequenti. L’immunofenotipo delle cellule neoplastiche è: CD2+, CD3-, CD3ε+, CD56-, CD4-, CD8-, CD57-. Sono inoltre positive per il TIA1, il granzima B e la perforina. L’eziologia resta ancora sconosciuta ma sembra che siano associate all’infezione con l’Epstein- Barr virus.
Il linfoma epato-splenico a cellule T rappresenta un’altra neoplasia sistemica
extranodale a LGL, caratterizzata da marcata infiltrazione sinusoidale della
milza, fegato e midollo osseo. Raramente è presente coinvolgimento
linfonodale. Le manifestazioni cliniche sono: una marcata epato-
splenomegalia, trombocitopenia e, spesso, anemia e leucocitosi, con o senza
cellule neoplastiche nel sangue periferico. Le cellule neoplastiche sono di
taglia media, con nucleo irregolare, cromatina leggermente condensata, nucleoli piccoli e non sempre visibili, citoplasma poco esteso, pallido e contenente, talvolta, granuli azzurofili. L’immunofenotipo è CD3+, TCRγδ+, TCRαβ-, CD56+/-, CD4-, spesso CD8-, CD5-. Le cellule esprimono le proteine associate ai granuli citotossici TIA1 ma sono generalmente negative per il granzima B e la perforina.
L’ultimo disordine a LGL dell’uomo è rappresentato dal linfoma enteropatico a cellule T che coinvolge soprattutto il digiuno e l’ileo con concomitante atrofia dei villi, ulcerazione intestinale e malattia celiaca. Le cellule neoplastiche sono monomorfe, di taglia media o grande, con nucleo rotondo angolato o vescicolare e citoplasma moderato o abbondante, pallido e contenente, talvolta, granuli azzurofili. Le cellule neoplastiche sono CD3+, CD8+/-, CD56+/-.
Attualmente le conoscenze sulle patologie a LGL del cane sono scarse, mentre nel gatto diversi studi hanno dimostrato la presenza di un linfoma intestinale a LGL con fenotipo sia T che NK, basandosi sull’espressione del CD3, sulla positività del marker per la perforina e sul riarrangiamento genico del TCR.
Nel cane la leucemia cronica a LGL è stata ampiamente descritta. Raramente questa leucemia può apparire come una malattia progressiva a decorso rapido, caratterizzata da anemia, trombocitopenia ed epato-splenomegalia. Nella maggior parte dei casi studiati, l’immunofenotipo era T CD8+. Recentemente è stato descritto un primo caso di linfoma epatosplenico T a grandi linfociti granulati che presentava molte similitudini con il corrispondente tipo umano:
un decorso clinico aggressivo, segni sistemici, citopenie e infiltrazione della
milza, fegato e di altri organi da parte di cellule Tγδ. Un altro caso simile di
linfoma epato-splenico a cellule T è stato descritto recentemente, ma in
quest’ultimo le cellule linfomatose non contenevano granuli azzurofili nel
citoplasma. A causa dell’assenza di marker per le cellule NK del cane e dello
scarso numero di casi studiati fino ad oggi, non è stato ancora possibile distinguere un’entità clinico-patologica simile a quelle riscontrate nell’uomo, con espansione clonale delle cellule NK a LGL.
Questo studio descrive 5 casi di proliferazioni a grandi cellule granulate che presentano numerose similitudini tra di loro a causa del decorso clinico aggressivo, il coinvolgimento epato-splenico, i criteri citologici e la sindrome emofagocitica associata caratterizzata dalla presenza di istiociti fagocitici. Da un punto di vista clinico, tutti i casi mostrano segni sistemici e digestivi, associati ad epatomegalia e/o splenomegalia che evolve rapidamente. I cani spesso presentano citopenie caratterizzate da anemia, trombocitopenia o leucopenia e, in molti casi sindrome emofagocitica. Lo stesso aspetto clinico è stato descritto nelle varie entità aggressive a LGL dell’uomo e nei due casi di linfoma epato-splenico riportati nel cane in precedenza. Le anomalie ematologiche sono ugualmente riscontrate nel linfoma/leucemia a cellule NK dell’uomo, nel linfoma epato-splenico, in cui la trombocitopenia predomina, nel linfoma a cellule T di tipo enteropatico così come nel linfoma epato- splenico canino in cui sia gli istiociti che le cellule neoplastiche fagocitano i globuli rossi. Sembra sia possibile che le citopenie siano immuno-mediate e/o il risultato di un’attivazione degli istiociti o una soppressione del midollo osseo da parte delle citochine prodotte dalle cellule neoplastiche.
Tutte le cellule neoplastiche dei nostri 5 casi, presentavano, molte similitudini citologiche, sulla base di un aspetto blastico, una taglia medio-grande, una cromatina fine ma non polverosa e talvolta intensamente condensata, citoplasma molto basofilo con cospicue granulazioni azzurofile localizzate.
Queste cellule appaiono chiaramente differenziabili dalle cellule mieloblastiche, caratterizzate da una cromatina immatura, polverosa e un citoplasma moderatamente basofilo in cui le granulazioni sono fini e disperse e quindi la loro morfologia suggerisce chiaramente un’origine linfoide.
Queste cellule appaiono abbastanza simili alle cellule descritte nel caso di
linfoma epatosplenico a LGL e assomigliano, inoltre, alle proliferazioni aggressive a LGL umane anche se nell’uomo il citoplasma è pallido o leggermente basofilo senza correlazione tra l’aspetto morfologico dei granuli e le caratteristiche immunologiche delle cellule; in questo studio invece, il tipo nullo presentava granuli azzurofili fini e il tipo T CD8+, aveva granuli azzurofili densi. Tuttavia, nonostante le suddette similitudini, questi 5 casi di proliferazioni a LGL debbono essere distinti in sottotipi differenti e provvisori, sulla base delle loro caratteristiche immunologiche e istologiche.
Da un punto di vista immunologico, si sono ritrovati due fenotipi differenti:
CD3-, CD79a-, CD8-, CD4- (tipo nullo), e CD3+, CD79a-, CD8+, CD4- (tipo T CD8+). Per quanto riguarda i marker citotossici utilizzati, il TIA1 è risultato espresso in 4 dei 5 casi, come avviene nelle neoplasie maligne a LGL dell’uomo, sebbene non siano state rinvenute alcune cellule positive nei tessuti di controllo, forse perché queste sono alquanto rare nei campioni normali. Il granzima B e la perforina non hanno mostrato nessun marcaggio sia nei tessuti normali che nei campioni linfomatosi. Tuttavia, contrariamente a ciò che avviene nella specie felina, al momento non si conosce niente per quanto riguarda l’espressione di questi marker nei tessuti canini. Il CD3ε è risultato positivo solo nel tipo T CD8+, come marker per le cellule T, e non nel tipo nullo, come marker per le cellule citotossiche. Il CD56 non può essere interpretato, in quanto questo ha marcato tutti i nuclei sia delle cellule neoplastiche che di quelle dei normali tessuti di controllo. Infine il tipo T CD8+, che ha espresso in tutti e tre i casi il marker citotossico TIA1, non ha posto nessun problema per la sua caratterizzazione immunologica.
Sfortunatamente il δγTCR che è tipicamente espresso nelle cellule linfoidi
citotossiche della milza normale e nel linfoma epato-splenico sia nell’uomo
che nel cane, non è stato disponibile in questo studio. Il tipo nullo resta poco
caratterizzato immunologicamente (solo 1 dei 2 casi è risultato positivo al
TIA1) a causa della mancanza di altri marker citotossici positivi. Tuttavia, a
noi è sembrato, sulle basi delle caratteristiche morfologiche, che non ci fossero dubbi sull’appartenenza alla linea linfoide e che si trattasse di un reale fenotipo nullo. Infine le caratteristiche istologiche hanno portato argomenti supplementari per la presente distinzione tra i seguenti sottotipi provvisori: il tipo nullo (casi 1 e 2), caratterizzato da un decorso clinico aggressivo, epatomegalia predominante associata o meno a splenomegalia, costante coinvolgimento midollare e rare cellule linfomatose nel sangue, citopenia marcata, sindrome emofagocitica e granulazioni azzurofile fini nel citoplasma, sembra essere una reale entità che può essere comparata con il linfoma/leucemia aggressivo a cellule NK dell’uomo. Il tipo T CD8+ aspetto b (casi 4 e 5), caratterizzato da un’infiltrazione massiva sinusoidale del fegato senza coinvolgimento delle triadi portali, e della polpa rossa della milza con conseguente epato-splenomegalia, citopenia, sindrome emofagocitica e granulazioni azzurofile dense nel citoplasma, sembra abbastanza simile al linfoma epato-splenico a cellule T dell’uomo e all’unico caso di linfoma epato-splenico del cane, recentemente descritto. Infine, il tipo T CD8+
aspetto a (caso 3) che era caratterizzato dagli stessi aspetti citologici del precedente ma che presentava un’infiltrazione predominante dell’intestino, associato ad ulcerazioni della mucosa, atrofia dei villi ed enterite cronica plasmocitica, sembra molto simile al linfoma di tipo enteropatico a cellule T dell’uomo. L’ampia disseminazione nel sangue, midollo, fegato, milza riscontrata in quest’ultimo caso può essere la conseguenza di uno stadio avanzato della malattia.
Ulteriori studi saranno necessari per identificare con certezza le varie entità a
LGL del cane, come è stato fatto già per l’uomo. Questo dovrà coinvolgere
studi approfonditi di tipo clinico, patologico e immunofenotipici. In tutti i
casi, è bene sottolineare per i patologi clinici, che le analisi citologiche degli
agoaspirati del fegato e della milza, sono stati nella maggior parte dei casi, il
primo passo più importante verso la diagnosi.
TABELLA XI
Razza, età, sesso, segni clinici, caratteristiche biologiche e patologiche, decorso dei 5 casi di linfoma a LGL.
CASO N°
RAZZA, ETA, SESSO
SEGNI CLINICI
DATI
BIOLOGICI
ORGANI COINVOLTI
DECORSO
1 San
Bernardo, 7 anni, femmina
Diarrea, debolezza, dimagrimento
per 1
settimana, ipertermia, dolori addominali, epato-
splenomegalia
Trombocitopenia, leucocitosi, poche cellule neoplastiche nel sangue
periferico;
↑fosfatasi
alcalina (1,420 ui/l)
Milza, fegato, linfonodi addominali, midollo
Eutanasia, 5 giorni dopo la diagnosi
2 Labrador, 5 anni, femmina
Ipertermia, debolezza in 2 settimane, disfagia, splenomegalia
Trombocitopenia, anemia,
leucopenia
Milza,
midollo osseo
Splenectomia, chemioterapia e morte dopo 1 mese
3 Boxer, 5 anni, maschio
Astenia, diarrea, melena, vomito, dimagrimento per 2 mesi, epato-
spenomegalia
Anemia, leucocitosi, numerose cellule neoplastiche nel sangue
periferico, ipoproteinemia (43 g/l)
Milza, fegato, intestino, linfonodi addominali, midollo
Chemioterapia con parziale remissione e morte dopo un mese
4 Boxer, 5 anni
maschio
Debolezza, anoressia per una settimana, dispnea, epato-
splenomegalia
Trombocitopenia, anemia,
leucopenia; ↑ urea (14,67
mmol/l) e
creatinina (185 µmol/l)
Fegato, milza, linfonodi addominali
Eutanasia 3 giorni dopo la diagnosi
5 Beauceron, 10 anni, femmina
Astenia, diarrea, dimagrimento per 4 mesi, splenomegalia
Batteri nel sedimento
urinario, anemia, leucocitosi
Linfonodi addominali, milza
Eutanasia, 3 settimane
dopo la
diagnosi
TABELLA XII
Risultati citologici e istologici dei 5 casi di linfoma a LGL CASO
N°
CITOLOGIA ISTOLOGIA
Tipo nullo
1 e 2 Primo tipo: cellule di taglia variabile, nucleo rotondo o di forma irregolare, cromatina fine, nucleoli multipli, citoplasma basofilo con fini granulazioni azzurofile.
Presenza di numerosi istiociti emofagocitici e piccoli linfociti nel background.
Tipo nullo: infiltrazione portale del fegato, invasione della polpa rossa della milza;
elevato indice mitotico.
Tipo T CD8+
3 Secondo tipo: cellule di taglia variabile, nucleo rotondo, cromatina fine o addensata, nucleoli multipli paracentrali, citoplasma
intensamente basofilo,
microvacuolizzato con area chiara iuxta nucleare e granuli densi, azzurofili e localizzati. Presenza di numerosi istiociti emofagocitici, sparsi nel background.
Tipo T CD8+, aspetto a:
infiltrazione portale del fegato e della polpa rossa della milza. Invasione massiva di tutti gli strati dell’intestino, atrofia ulcerativa dei villi ed enterite cronica plasmocitica.
4 e 5 Secondo tipo: vedi sopra. Tipo T CD8+, aspetto b:
infiltrazione sinusoidale del fegato senza interessamento delle triadi portali.
Infiltrazione della polpa rossa
della milza mentre nei
linfonodi le cellule
neoplastiche erano localizzate
solo nel lume dei vasi.
TABELLA XIII
Risultati immunologici dei 5 casi di linfoma a LGL
CASO N° CD79a CD3 CD3ε CD4 CD8 TIA1 Ki67 (%)*
1 - - - - - - 61
2 - - - - - + 52
3 - + + - + + 55
4 - + + - + + 72
5 - + + - + + 32
* Percentuale di cellule positive
FOTO LAVORO N° 4
Foto n°1: Prelievo citologico di milza. Le cellule neoplastiche presentano fini granulazioni azzurofile nel citoplasma. Primo tipo (tipo nullo). May Grünwald Giemsa, x100.
Foto n°2: Prelievo citologico di milza. Cellule linfoidi atipiche associate ad istiociti, talvolta emofagocitici.
Primo tipo (tipo nullo). May Grünwald Giemsa, x40.
Foto n° 3: Prelievo citologico epatico. Le cellule neoplastiche presentano granulazioni azzurofile dense e localizzate in un citoplasma intensamente basofilo. Secondo tipo (tipo T CD8+). May Grünwald Giemsa, x100.
Foto n°4: Striscio di sangue periferico, una cellula neoplastica. Secondo tipo (tipo T CD8+). May Grünwald Giemsa, x100.
Foto n°5: Sezione di tessuto epatico. Infiltrazione marcata e diffusa del parenchima epatico da parte delle cellule neoplastiche CD3+. Secondo tipo (tipo T CD8+, aspetto b). Colorazione immunoistochimica, metodo streptavidina-biotina-perossidasi, x40.
Foto n°6: Prelievo citologico epatico. Cellule linfomatose CD8+. Secondo tipo (tipo T CD8+, aspetto b).
Colorazione immunoistochimica, metodo streptavidina-biotina-perossidasi, x100.
Foto n°7: Sezione tissutale di linfonodo. Cellule linfomatose TIA1+ nel lume del vaso della midollare.
Secondo tipo (tipo T CD8+, aspetto b). Colorazione immunoistochimica, metodo streptavidina-biotina- perossidasi, x40.
Foto n°8: Sezione tissutale intestinale. Numerose cellule linfomatose Ki67+ nella tunica muscolare. Secondo tipo (tipo T CD8+, aspetto a). Colorazione immunoistochimica, metodo streptavidina-biotina-perossidasi, x40.
Foto n°9: Sezione tissutale splenica. Linfociti ampi e granulati associati a istiociti. Primo tipo (tipo nullo).
Ematossilina-eosina, x40.
Foto n°10: Sezione tissutale intestinale. Ulcera della mucosa e infiltrazione della sierosa e della muscolare da parte delle cellule neoplastiche. Secondo tipo (tipo T CD8+, aspetto a). Ematossilina-eosina, lente binoculare, x4.
Foto n°11: Sezione tissutale intestinale. Infiltrazione linfomatosa massiva della muscolare esterna. Secondo tipo (tipo T CD8+, aspetto a). Ematossilina-eosina, x40.
Foto n°12: Sezione tissutale epatica. Infiltrazione sinusoidale di cellule linfomatose. Secondo tipo (tipo T CD8+, aspetto b). Ematossilina-eosina, x40.