60
3.4 Norme di edizione
Come già accennato, le Escamot del 1756, analogamente a ogni sistema di regole e convenzioni che governano una comunità di persone, vantano un notevole valore storico, sociologico ed etnologico; tuttavia, in questa sede esse costituiscono innanzitutto la materia prima per un’analisi di tipo linguistico, che comporta necessariamente una posizione di conservatorismo editoriale. In maniera forse un po’ meno netta di quanto facciano Ivo Castro e Maria Ana Ramos, per i quali
o linguista quer a edição diplomática. A ele interessa o conhecimento integral do manuscrito: os hábitos da escrita, os erros, a ausência ou presença de acentos e pontos, a regularidade deste ou daquele grafo, as correcções, as rasuras, etc.1,
crediamo che l’accesso alla grafia originale sia fondamentale e, come tale, debba essere il più possibile salvaguardato: una normalizzazione massiccia renderebbe più leggibile il testo, ma allo stesso tempo lo adatterebbe alla “logica linguistica” dell’editore, col rischio di nascondere alcuni aspetti testuali che potrebbero essere indicativi di un qualche fenomeno linguistico soggiacente. Per questi motivi, abbiamo optato per un’edizione semi-diplomatica, in cui la quantità e il tipo di interventi siano tali da permettere anche altre possibili interpretazioni dei dati da parte dei lettori specializzati che vorranno approfondire l’argomento, rendendo quindi il presente studio passibile di essere migliorato e ampliato in futuro.
Le modifiche apportate hanno come fine quello di omogeneizzare il testo e renderlo più scorrevole, alleggerendolo solamente dei tratti non ascrivibili ad abitudini linguistiche. Si è scelto quindi di lasciare immutati gli allografi contestuali, le abbreviazioni, l’uso del tilde, dell’accentuazione e di altri diacritici, insieme ai restanti arcaismi grafici che compaiono nel testo originale, come l’uso della <h>, della <x>, della <y>, delle consonanti geminate ecc..
Di seguito riportiamo gli interventi attuati nell’edizione del testo:
- è stato uniformato l’uso delle maiuscole, riservandolo all’inizio del periodo, ai nomi propri, ai titoli di ufficio e ai nomi di festività e oggetti attinenti alla sfera sacra e religiosa;
1
Ivo Castro e Maria Ana Ramos, Estratégia e táctica da transcrição, in Actes du Colloque Critique Textuelle
61
- è stato uniformato l’uso della punteggiatura secondo le convenzioni moderne e in base alla ricostruzione del significato e della struttura sintattica soggiacente al periodo;
- le parole o lettere mancanti interpretate come refusi grafici o frutto di lapsus sono state integrate inserendole tra parentesi quadre;
- le parole cancellate, frutto di lapsus di cui il redattore originale del testo si è reso conto, sono state omesse;
- gli incisi, posti tra barre oblique nel testo originale, sono stati inseriti tra parentesi tonde;
- a causa del formato del manoscritto, è stata in parte modificata l’impaginazione del testo, rispettando comunque la sua organizzazione in paragrafi;
- di conseguenza, è stata mutata la segmentazione lessicale interlineare nel caso di parole che si spezzano per andare a capo;
- le parti di testo illeggibili o non interpretabili sono indicate tramite l’uso del punto di domanda entro parentesi quadre;
- le righe del testo sono state numerate al fine di agevolare l’individuazione delle parole riportate nel commento linguistico;
- i termini in lingua ebraica sono stati segnalati con l’uso del corsivo per facilitare il rimando all’apposito glossario, inserito nella sezione “Annessi” in coda alla trascrizione;
- nella sezione “Annessi” sono stati inoltre inseriti un elenco degli acronimi e delle abbreviazioni con il relativo scioglimento e traduzione, e due tabelle di ragguaglio, relative alle misure di peso e di lunghezza e alle monete nominate nel testo.