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De Luca scarica Renzi e resta nel Partito democratico di Andrea Pellegrino

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De Luca scarica Renzi e resta nel Partito democratico

di Andrea Pellegrino

Raccoglie poca roba Matteo Renzi in provincia di Salerno. I deluchiani restano nel Partito democratico. Almeno per ora.

Piero De Luca ha annunciato ufficialmente che non seguirà l’ex premier. Vale lo stesso per il papà governatore e per tutto il gruppo dirigente salernitano. D’altronde tra Renzi e De Luca c’è Luca Lotti che al momento resta all’interno del Partito democratico. In più, in Campania ci sono le elezioni regionali e De Luca è già in campagna elettorale. Insomma, Renzi resta a secco proprio nella provincia che è stata la più renziana d’Italia, dove si consumò lo strappo con i renziani della prima ora per aprire le porte proprio ai deluchiani, che intanto avevano abbandonato Bersani. «In questo contesto, il Partito Democratico – spiega Piero De Luca – rappresenta oggi l’unica speranza e l’unica garanzia che si intraprenda davvero questo percorso, nell’interesse degli italiani. Non sarà facile. Dovremo lottare con determinazione per innovare e modernizzare la società italiana, per rendere il Paese competitivo e dinamico, per migliorare le condizioni di vita delle nostre famiglie, per creare un grande piano del lavoro rivolto al Sud, per garantire sicurezza urbana nei quartieri, per un rinnovamento profondo della giustizia, per offrire a chiunque un sistema scolastico pubblico di eccellenza, per eliminare le diseguaglianze sociali ed assicurare in ogni luogo del Paese, in particolare nel Mezzogiorno, parità di servizi ed opportunità». All’ex premier resta fedele il sindaco di Sassano Tommaso Pellegrino, presidente del parco nazionale del Cilento e habitué della Leopolda. Con Renzi anche il sindaco di Sapri Antonio Gentile mentre, secondo una prima ricognizione, gran parte dei sindaci dem resteranno nel partito di Zingaretti. Come Enzo Servalli, primo cittadino di

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Cava de’ Tirreni, consigliere provinciale e possibile candidato anche alla presidenza dell’Anci campana, indicato proprio dal Pd. Fedele al partito democratico anche Anna Petrone, ex consigliere regionale, promotrice proprio della mozione Zingaretti. «E’ un grande errore – spiega Petrone – l’uscita di Renzi dal partito. Siamo un una fase di ricostruzione e molto delicata per il Paese e doveva prevalere il senso di responsabilità e non l’interesse personale».

Certo, prosegue Petrone: «L’uscita di Renzi riapre la porta a tanti elettori che guardavano più a sinistra questo non vuol dire un ritorno al passato ma bisogna ristabilire gli equilibri anche all’interno degli organismi dirigenti del partito sia regionale che locale bisogna avere una prospettiva più ampia e parlare con maggiore chiarezza rispetto a temi sociali importanti come il lavoro l’ambiente e le politiche di welfare temi che con il renzismo si erano accantonati. Io come sostenitrice di Zingaretti da primo momento sarò resterò nel mio partito portando avanti i temi a me cari quali la centralità della persona e lo sviluppo dei territori».

Renzi dice addio al Pd De Luca jr. prende le distanze:

«Vedremo»

di Andrea Pellegrino

Matteo Renzi è ad un passo dalla scissione e dall’addio al Pd.

Ma Piero De Luca, stavolta, ci pensa e attende. Seguire Renzi?

Se fino a ieri giurava fedeltà all’ex premier, oggi, anche a governo fatto ed esclusione compresa, De Luca jr inizia a prendere le distanze. «Vedremo», dice: «Io mi auguro che non

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si verifichi una scissione. Lancio – prosegue il primogenito del governatore della Campania – un appello all’unità, spero che ci si ripensi perché sarebbe un fatto traumatico. Serve una stagione di rinnovamento interno, dalla classe dirigente ai territori. Credo che il Pd debba ripartire da qui». «In questa fase – annuncia ancora De Luca jr – continuo a lavorare perché questa scissione non ci sia». Ma l’addio sarebbe davvero a un passo. Addirittura anche oggi. Le ragioni della scelta sono state esplicitate già in questi giorni da alcuni fedelissimi dell’ex-segretario. «Motivi politici e personali.

Politici – ha detto Ettore Rosato in un’intervista – perché dopo l’accordo con i 5Stelle è cambiato tutto. Personali perché Renzi non può essere sempre accusato di tutto e con lui chi ha lavorato per tirare fuori il paese dalla crisi». Ed ancora Maria Elena Boschi che vede il ritorno dei fuoriusciti di Leu nel Pd come una possibilità concreta. «Se tornano D’Alema e Bersani una riflessione andrà fatta». Alla Leopolda, si diceva. Ma tutto è precipitato. L’addio non avrà conseguenze, almeno al momento, sul governo. Il sostegno al Conte 2 è certo, dicono i renziani. Almeno per ora. A Montecitorio l’obiettivo è quello di dar vita a un gruppo autonomo (cominciano anche a circolare ipotesi di nome come

‘L’Italia dei Sì’) mentre a palazzo Madama uscirebbero solo un manipolo di senatori. Tra questi, si parla del fedelissimo Francesco Bonifazi ma non di Andrea Marcucci che resterebbe capogruppo Pd al Senato.

Piero De Luca insiste I Cinque Stelle frenano

di Andrea Pellegrino

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La partita dei sottosegretari si fa sempre più dura. Conte vorrebbe chiudere per oggi ma i tempi nelle ultime ore si sono allungati. Problemi interni ai partiti. Dal completamento dell’esecutivo nazionale ne discendono equilibri governativi, equilibri interni ai partiti e anche posizionamenti in vista delle prossime elezioni regionali. A partire proprio dalla Regione Campania dove i De Luca (padre e figlio) creano non pochi problemi (politici) sia interni al Partito democratico che nel Movimento 5 Stelle. Naturalmente dai grillini campani il no secco all’ingresso di Piero, che sognerebbe il posto che fu del padre all’epoca del governo Letta. Dunque al Mit, il ministero delle infrastrutture che nel primo governo Conte ha visto il salernitano Andrea Cioffi (M5s) come sottosegretario di Toninelli. Ma De Luca jr si “accontenterebbe”, secondo ultime indicazioni, anche del Mise o degli Affari europei. Un nome, quello di Piero De Luca, che nelle ultime ore sta creando forti fibrillazioni e che sarebbe stato oggetto perfino di una telefonata tra Di Maio e Zingaretti. Pressioni campane per escluderlo dal governo anche per i rapporti tesi tra il papà governatore e il gruppo regionale del Movimento 5 Stelle. La famiglia De Luca avrebbe cacciato gli artigli (politici) per imporre la propria linea e, oltre che a quella di Renzi, pare che negli ultimi giorni siano finiti dritti sotto l’ala protettiva di Paolo Gentiloni. Il veto dei partner di governo, però, c’è. Così come c’è su un altro campano:

Lello Topo, ex consigliere regionale finito in Parlamento alle ultime elezioni nazionali. Da De Luca jr dipende il destino di un altro salernitano in pole position per l’ingresso a Roma:

si tratta di Tommaso Pellegrino, sindaco di Sassano, presidente nazionale del Parco del Cilento, amico di Renzi e di Francesco Boccia. Fu proprio lui a far scattare la freccia di Cupido tra l’attuale ministro dem e Nunzia De Girolamo. Un posto quasi sicuro invece c’è (o ci sarebbe) per Nicola Oddati, tra l’altro tra i zingarettiani di ferro. Lo stesso Oddati fa parte della segreteria nazionale del Nazareno. Ma spinte ci sono anche per Paolo Siani e per il rettore Gaetano Manfredi. Poi dalla corrente di Umberto del Basso de Caro e di

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Franceschini, che qui nel salernitano conta il sostegno di Tino Iannuzzi. Trattative in corso anche in casa Cinque Stelle, dove i salernitani Cioffi e Tofalo cercano la riconferma. Probabile quella del primo, in bilico quella del s e c o n d o . L e u e P d v o r r e b b e r o i p o s t i a l m i n i s t e r o dell’Ambiente. In pole ci sarebbe per Liberi e Uguali, Rossella Muroni, ex presidente di Legambiente ma ci sarebbero spinte anche dal salernitano Federico Conte tra i protagonisti dell’accordo sul Conte bis.

Oltre 300 manifestanti per dire no al Conte Bis

di Erika Noschese

Oltre 300 le persone che ieri mattina, dalla provincia di Salerno, hanno raggiunto piazza Montecitorio, a Roma. per protestare contro il governo giallorosso. Ad organizzare la manifestazione il coordinamento provinciale di Fratelli d’Italia Salerno guidato da Imma Vietri e Ugo Tozzi. Forte la partecipazione anche di semplici cittadini non iscritti al partito di Giorgia Meloni che ieri – a poche ore dalla fiducia votata alla Camera dei Deputati – ha voluto esprimere il proprio dissenso al Conte bis. «La nostra è stata una manifestazione dove il dissenso è stato espresso in maniera pacifica», ha dichiarato la coordinatrice locale di FdI Elena Criscuolo, amareggiata per la chisura dei varchi avvenuta troppo presto. «Il nostro autobus, partito da Vallo della Lucania, era davvero pieno, molti sostenitori e militanti politici ci hanno raggiunto con le proprie auto per prendere parte a questo grande evento – ha poi aggiunto la Criscuolo – Noi da Salerno siamo riusciti ad entrare ma tanti altri

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manifestanti no perchè i varchi sono stati chiusi presto». Una m a n i f e s t a z i o n e p a c i f i c a , d u n q u e , c h e h a v i s t o l a partecipazione anche dell Questore della Camera Edmondo Cirielli e del senatore Antonio Iannone. «Siamo di fronte ad vergognosa gestione dell’ordine pubblico. Si cerca di impedire il libero esercizio di manifestare, si viola un diritto previsto dalla Costituzione e fondamento della nostra democrazia. Presenterò un’interrogazione parlamentare per verificare l’operato del Questore ed accertare se vi siano stati interventi diretti del Capo della Polizia sulla questione come si vocifera in ambienti sindacali della Polizia», ha dichiarato Cirielli lla luce delle numerose difficoltà registrate dalle migliaia di cittadini che ieri mattina i sono mobilitati da tutta Italia per partecipare alla manifestazione organizzata in Piazza Montecitorio. «La nostra è una iniziativa spontanea, voluta dalla base ed organizzata con impegno e dedizione dalla classe dirigente di Fratelli d’Italia – ha poi aggiunto Cirielli – Non è un fatto soltanto tecnico, giuridico o costituzionale, ma è chiaro che coloro che avevano votato per il Movimento 5 Stelle lo avevano fatto soprattutto contro il Pd. Ma ora entrambi, contro la volontà dei cittadini, hanno dato vita ad un inciucio vero e proprio solo per spartirsi le poltrone ed evitare che i cittadini possano scegliere liberamente una maggioranza politica diversa. Questa è la vergogna più grande», ha aggiunto il Questore della Camera che parla di «inciucio vero e proprio solo per spartirsi le poltrone ed evitare che i cittadini possano scegliere liberamente una maggioranza politica diversa». Intanto, proprio grazie alla manifestazione FdI Salerno sembra aver ricevuto già numerose proposte di adesione al partito, soprattutto da parte dei militanti di Forza Nuova che hanno raggiunto la capitale per partecipare alla manifestazione.

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De Luca al forum Ambrosetti:

«Sono pronto ad accogliere le pecorelle smarrite»

di Andrea Pellegrino

«Sono pronto ad accogliere tutte le pecorelle smarrite, basta che non mi rompano le scatole». Vincenzo De Luca da Cernobbio, al forum Ambrosetti, non risparmia battute al Movimento 5 Stelle. «Se hanno trovato le competenze per governare? Non credo. Credo stiano facendo un percorso di redenzione. E noi dobbiamo accompagnarli nel loro percorso di redenzione», ironizza il governatore della Campania alla vigilia del voto di fiducia sul nuovo governo giallorosso. «Facciamo lavorare questo governo, almeno dal punto di vista delle scelte che riguardano l’Europa penso che sia un governo che ha recuperato una credibilità e una dignità», dice De Luca che confessa però: «Al posto del segretario del Pd, Nicola Zingaretti avrei fatto un governo ma avrei accentuato gli elementi di identità del Pd. Avrei sottolineato la necessità di avere un piano di lavoro per il sud, un piano di sicurezza urbana e una riforma della giustizia coraggiosa». Ma ancora sui Cinque Stelle:

«Bisogna pretendere un’operazione verità nei confronti degli italiani. Un elemento di malessere è che dopo dieci anni di scontri adesso sembra che siano tutti d’accordo. Mi auguro che il M5S dica che fino ad ora ci sono state solo bugie. Una cosa è scendere in piazza, un’altra Governare Paese. A me piacerebbe che dessero una spiegazione agli italiani. Abbiamo avuto un decennio di banalizzazione dei problemi con un clima di violenza verbale. Parlavano di onestà e poi ci siamo ritrovati condoni fiscali ed edilizi e la negoziazione di elementi di principio». Sui temi, invece, critica quota 100 ma

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apre all’autonomia. «Devo dire, per non mancare di rispetto agli amici del Nord e della Lega, che anche il Capitano non è stato da meno nel senso che una delle misure simbolo del governo appena estintosi, Quota cento, ha contenuti di demenzialità per lo meno pari al reddito di cittadinanza», incalza De Luca. Sull’autonomia, invece: «L’importante è non toccare la scuola e la sanità pubbliche e poi difendere le r a g i o n i d e l S u d » . « A c c e t t o f i n o i n f o n d o l a s f i d a dell’efficienza – ha detto – dobbiamo fare la battaglia del pulcinellismo nel Sud contro le aree di clientela politica del sud e contro la cialtorneria». «Anziché partire dalle riforme costituzionali – ha concluso il governatore – diamoci obiettivi calibrati su quello che è possibile, oggi è possibile un’operazione di sburocratizzazione radicale nell’interesse delle nostra comunità».

Ciarambino: «Ora basta, nessun accordo Mai con chi ha distrutto la Campania»

di Andrea Pellegrino

«Da giorni veniamo trascinati dentro possibili alleanze. La posizione del Movimento 5 Stelle è chiara: nessuna alleanza con i partiti e nessuna alleanza con Vincenzo De Luca».

Valeria Ciar a m b i n o , capogruppo in consiglio regionale del Movimento 5 Stelle tira dritto e non cede alle lusinghe politiche. Tantomeno a quelle che sono arrivate direttamente da Piero De Luca che a margine di un incontro promosso da Campania Libera a Salerno ha aperto al Movimento 5 Stelle, purchè si parta “dai risultati straordinari del presidente”.

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Insomma del papà governatore che fin dall’insediamento a Palazzo Santa Lucia non ha risparmiato dure accuse a Ciarambino e all’intero gruppo grillino. «Al di là – spiega Valeria Ciarambino – dell’impossibilità dell’alleanza in Campania, sui risultati straordinari ho forti perplessità. Non c’è bisogno perfino di attaccare De Luca perché è direttamente lui a presentare il conto».

Naturalmente lo scenario nazionale con l’accordo PdCinque Stelle, condiziona anche la politica regionale. Tant’è che dai De Luca arrivano segnali

«Smentisco ogni possibilità di accordo. A livello nazionale è tutt’altra storia. Qui non esiste la necessità di accordo con coloro che hanno distrutto la Campania. Vale per Vincenzo De Luca ma anche per Stefano Caldoro. Mi sorprende leggere della possibilità, spero non sia vero, che De Luca padre sblocchi la vicenda dei navigator in cambio del posto da sottosegretario per il figlio Piero. Se fosse vero sarebbe un vero e proprio baratto degno della vecchia e becera politica del poltronismo.

Mi auguro che non sia cosi. Tra l’altro De Luca ha il dovere istituzionale di sbloccare la vicenda dei navigator senza attende gli incarichi di governo. Ancora chiariamo sui possibili mutamenti dei rapporti politici tra Pd e Movimento 5 Stelle: noi faremo ciò che abbiamo sempre fatto, presentando proposte che sono state sistematicamente bocciate solo perché prodotte del Movimento. Ecco è tempo che il Pd cambi atteggiamento perché da parte nostra c’è e ci sarà opposizione costruttiva, a differenza degli attacchi che abbiamo subito fin dal primo giorno della consiliatura regionale».

Lei ha detto: «Non c’è bisogno perfino di attaccare De Luca perché è direttamente lui a presentare il conto». Si riferisce alla sanità e all’ambiente, due temi al centro del dibattito politico degli ultimi mesi?

«Mi scrivono decine e decine di persone per segnalarmi disagi nella sanità. C’è un blocco delle prestazioni almeno fino ad

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ottobre. Una situazione disastrosa nonostante l’eroismo di medici e personale sanitario. Ma De Luca ci parla di miracoli.

Io mi attengo ai fatti. Per quanto riguarda l’ambiente, siamo alla vigilia di una nuova emergenza. Lo stop di Acerra era in programma da tempo ma la Regione Campania ha messo mano al piano solo a luglio. Anche in questo caso le conseguenze sono pesanti: oltre la possibilità di ripiombare in una nuova emergenza rifiuti, si spenderanno cifre enormi per portare i rifiuti fuori regioni mentre i restanti rifiuti si trasformeranno in nuove ecoballe».

De Luca jr sogna un posto nel governo ed apre al Movimento 5 Stelle in Campania

di Andrea Pellegrino

Fatto il governo, i partiti sono alle prese con lo scacchiere dei sottosegretari. Pd, Cinque Stelle ma anche Leu e Partito socialista, attendono i loro posti in MaZinga, secondo uno schema già definito all’atto della composizione del Conte bis.

Caselle che ora devono coincidere ai nomi che i partiti indicheranno per completare l’esecutivo nazionale. Con molta probabilità ciò avverrà entro la fine della prossima settimana. L’uscente governo vedeva, tra i salernitani, due sottosegretari del Movimento 5 Stelle: Angelo Tofalo alla Difesa ed Andrea Cioffi al Mit. Più probabile che nel Conte bis ci sia la riconferma di Cioffi, ingegnere salernitano, più vicino agli ambienti di vertice pentastellati. Ma i veri nodi da sciogliere sono tutti interni al Partito democratico, alle prese con le richieste che arrivano da casa De Luca. Il

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primogenito Piero, deputato dem, vicino ai renziani, vorrebbe entrare nel governo, semmai nello stesso posto (al Mit) occupato dal padre all’epoca dell’esecutivo Letta. A quanto pare De Luca jr potrebbe accontentarsi anche degli affari europei, il cui ministero è retto dal campano Enzo Amendola.

Ma la partita per i De Luca è doppia all’interno del Nazareno:

in prospettiva, c’è da valutare il ruolo del governatore alle prossime elezioni regionali, ed in particolare, quale effetto avrà MaZinga sulla Campania. Ed è proprio Piero De Luca, ieri a Salerno per una iniziativa promossa da “Campania Libera” (la civica ideata dall’ex sindaco di Salerno), ad aprire al Movimento 5 Stelle in vista delle prossime elezioni regionali.

«Se ci dovessero essere le condizioni anche in Campania per una sintesi del programma politico ma che parta dall’attuale esperienza di successo di governo regionale, siamo pronti a ragionale con tutte le forze ed anche con il Movimento 5 Stelle». Ma tornando al completamento della squadra di governo, sul foglio di Zingaretti ci sono anche altri campani:

come Nicola Oddati, membro della direzione nazionale del Partito democratico o Tommaso Pellegrino, sindaco di Sassano e presidente del parco nazionale del Cilento. Naturalmente le trattative sono serrate e le richieste aumentano sempre di più. Infine sperano anche altri due salernitani: Federico Conte di Leu, tra gli artifici dell’accordo con il Pd ed il Movimento 5 Stelle e Vincenzo Maraio, segretario nazionale del Partito socialista Italiano.

«De Luca foraggia questo clima d’odio»

di Erika Noschese

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Utilizza il nostro quotidiano Le Cronache la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino per attaccare, ancora una volta, il governatore De Luca.

Nonostante a livello nazionale sia ormai pace fatta tra pentastellati e dem, a livello locale l’intenzione è abbastanza chiara: mai sotterrare l’ascia di guerra ma, anzi, rilanciare con nuove accuse di giorno in giorno. « Le becere offese personali rilanciate da un deputato di FdI in un’intervista al quotidiano Cronache del Salernitano sono solo l’ultimo atto di una stagione di odio e di violenza verbale che non è stata inaugurata certo dal Movimento 5 Stelle», ha infatti dichiarato la capogruppo regionale, secondo cui quando

«De Luca sostiene di aver subìto aggressioni di ogni tipo d a l l a n o s t r a f o r z a p o l i t i c a , a n d a s s e a l e g g e r e l e dichiarazioni rilasciate oggi da questo parlamentare suo compaesano, che elenca tutti gli epiteti rivolti dal governatore in questi anni a esponenti istituzionali di M5S.

Senza scordare il volgare gesto del dito medio che, dall’alto del suo ruolo istituzionale, il presidente di questa Regione ha rivolto al nostro gruppo durante una delicata seduta di assise sulla Legge di Bilancio». Per la pentastellata, il governatore ha dato vita ad un «clima di chiusura e di ingiustificato pregiudizio che si è determinato anche con la sistematica bocciatura di ogni nostra proposta, anche di miglioramento degli atti prodotti dalla maggioranza, stracciataci in faccia senza essere mai neppure letta o presa in considerazione solo perché a firma M5S. Il sigillo è stata la norma bavaglio firmata da De Luca che ha impedito che potessimo convocare i suoi manager della sanità e dirigenti regionali in Commissione Trasparenza». Consapevole di un cambio di rotta, in virtù dell’accordo raggiunto a livello nazionale, il Movimento 5 Stelle regionale pretende che a farlo sia il Pd, «ovvero a chi ha inaugurato e foraggiato questo clima di chiusura e di sistematica contrapposizione a ogni costo. Il nostro ruolo continuerà a essere propositivo.

Continueremo a portare avanti il nostro processo di contaminazione degli altri partiti politici, provando a

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imporre una volta per tutte la linea del bene del paese e non di asservimento ai poteri. Come a Roma, così in Campania auspichiamo un rigurgito di dignità in tutti gli esponenti politici. Un processo che non sarà certo possibile immaginare che avvenga nel Pd campano, con o senza Vincenzo De Luca, in appena pochi mesi che ci separano dalle prossime regionali».

Il ritorno di Amendola, in prima linea con il Pd

di Andrea Pellegrino

Una Speranza per Leu, la soddisfazione dei grillini campani di Di Maio, Costa e Spadafora, il ritorno in prima linea per il Partito democratico di Enzo Amendola. Nei 21 ministri del governo giallorosso, presentato ieri dal premier Conte, c’è un pezzo importante della Campania: in prima linea con l’ingresso nell’esecutivo nazionale ma anche nelle retroguardie con il lavoro del salernitano Federico Conte nell’accordo tra Leu e MaZinga. Roberto Speranza ministro della Salute grazie anche al lavoro profuso dal deputato salernitano Federico Conte.

Grande è la soddisfazione espressa dal segretario provinciale di Mdp Articolo 1, Carmine Ansalone. «Siamo soddisfatti – spiega Ansalone – la nomina di Roberto Speranza a capo di un ministero così delicato e fondamentale come quello alla Salute», un ministero di peso quindi affidato a LeU, ma la fierezza di Ansalone non si ferma a Speranza: «Un ruolo di medizione – prosegue Ansalone – lo ha avuto Federico Conte, tra l’altro vicino di banco ed amico di Speranza. Conte ha individuato il metodo che portasse Leu a indicare il proprio rappresentante nel Governo del Paese». «Questa nuova squadra di ministri – conclude Ansalone – ha una rappresentanza forte

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per il Sud Italia che fa ben sperare per questo tanto atteso rilancio dei nostri territori». Ed è proprio Federico Conte che ora indica anche una nuova traccia al governo giallorosso: «Nasce un governo che può garantire al Paese una svolta, con un’agenda innovativa nel segno della crescita e del lavoro, della giustizia e dell’equità sociale, della lotta alle diseguaglianze e del rilancio del Mezzogiorno. Un governo composto da ministri di qualità, che esprimono e coniugano vocazione politica e competenze. È per me motivo di grande soddisfazione personale l’incarico affidato a Roberto Speranza, un amico e un compagno. Sono sicuro che saprà guidare il dicastero della Salute con equilibrio e sensibilità. Con due obiettivi principali: garantire le cure ai cittadini più deboli e bisognosi e ridurre l’insopportabile divario tra la sanità del nord e quella del sud». Un in bocca al lupo a Speranza, anche da Andrea De Simone, già senatore della Repubblica: «In un momento difficile e delicato la formazione del nuovo governo è una scelta necessaria per il bene dell’Italia. C’è bisogno di risposte non di propaganda, di soluzioni non di proclami. I punti programmatici della nuova coalizione se realizzati possono far ripartire il paese e restituire speranza. Buon lavoro a tutte ed a tutti ed in particolare al mio amico Roberto Speranza».

Il Pd salernitano plaude all’accordo ed attende. «Si tratta di un passaggio obbligato per il Pd, dopo l’improvvisa e scellerata decisione di Salvini di chiamarsi fuori – spiega Enzo Luciano, segretario provinciale del Partito democratico di Salerno – Con lo stesso senso di responsabilità dimostrato in altre circostanze abbiamo offerto la nostra disponibilità alla formazione di una maggioranza parlamentare con il M5s e con Leu. Lo abbiamo fatto perché non si può votare ogni anno e perché, per noi, vengono prima gli interessi più generali dell’Italia, che non quelli della nostra ‘parte’. Ci auguriamo che siano profetiche le parole del nostro Segretario nazionale -“andiamo a cambiare l’Italia”, ma anche che con il M5s si possa finalmente avviare un confronto serio e civile in

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relazione ai problemi dei nostri territori. Sarebbe, forse, questo il risultato strategicamente più rilevante di un governo nato sotto il segno dell’ “emergenza”». Infine, Tino Iannuzzi, già deputato dem e zingarettiano: «Il nuovo Governo parte con il piede giusto, con una compagine autorevole e fortemente rinnovata ed un programma che segna una netta discontinuità per voltare finalmente pagina. Il Pd ha una funzione assolutamente determinante. Fondamentale, in particolare, la nomina autorevole di Roberto Gualtieri nel Ministero cardine dell’Economia, al quale compete la regia sulle scelte e le decisioni più importanti dell’intero esecutivo. Al Pd spetta la guida di dicasteri essenziali per una forte e qualificata innovazione , come quello delle Infrastrutture e dei Trasporti; nonché, per poter realizzare una seria politica meridionalistica, i Ministeri agli Affari Regionali e per il Sud, per porre così la parola fine ad ogni s c i a g u r a t o d i s e g n o d i r e g i o n a l i s m o c . d differenziato, che,nella volontà di Salvini e Zaia, distruggerebbe l’unita’ profonda e vera del Paese. Ci sono tutte le condizioni per una politica che effettivamente valorizzi e tuteli le legittime istanze del Mezzogiorno, mortificate totalmente dalla precedente egemonia della Lega.

Significativo, inoltre, è il ruolo di regia affidato a Dario Franceschini, che, oltre a ritornare allo strategico Ministero della Cultura unificato giustamente con il Turismo dove ha già operato benissimo, sarà il capodelegazione del Pd in Consiglio dei Ministri ed in tutto il percorso del Governo Conte. È questo il riconoscimento della capacità politica e della visione lungimirante di Dario, che è stato preziosissimo in tutta questa fase così complicata e delicata, che per primo e da più di un anno aveva preannunciato e sollecitato. Il Pd Campano esprime tutta la sua soddisfazione per la prestigiosa nomina agli Affari Europei di Enzo Amendola, che ha dimostrato una rilevante e qualificata competenza in questo campo. Ora tutto il Pd, con la guida dimostratasi così efficace, equilibrata e seria di Nicola Zingaretti, dovrà lavorare con umiltà e passione a contatto continuo con le comunità ed i

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territori per far vincere la speranza di una nuova, bella e moderna Italia, nel segno dello sviluppo sostenibile ed ecocompatibile, della green economy e dell’agricoltura di eccellenza per creare occupazione e nuove solide attività economiche, della Giustizia sociale, del riequilibrio territoriale, della legalità e della solidarietà, riconquistando un ruolo di primo piano in Europa».

Pax romana, Lega e FdI non ci stanno, sarà sui territori lo scontro

di Adriano Rescigno

E dunque sarà il secondo governo in meno di due anni. Giuseppe Conte questo pomeriggio scioglierà la riserva a poi sarà con tutta probabilità governo giallorosso. Scenario interessante soprattutto per quanto riguarda le ricadute territoriali delle decisioni nazionali e se da i sindaci del Partito democratico l’apertura c’è a destra preparano i pop corn per assistere ad una alleanza che a detta del senatore ed ex presidente della Provincia, Antonio Iannone è: «Il capolinea del paradossale».

Le spine arriveranno dai territori dunque per il senatore di Fratelli d’Italia che: «Siamo al capolinea del paradossale. I democratici ed i cinque stelle si sono detti le peggiori cose in campagna elettorale, in parlamento, sui territori, nei consigli comunali adesso vanno a braccetto. Un qualcosa che per logica è impensabile. La nostra sensazione è quella che c’è un progetto di allenaza duratura se non addirittura di un partito insieme. Ci sono forze transnazionali che vogliono questo governo contro gli italiani. Confermiamo che saremo in

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piazza – continua – non appena ci sarà la convocazione delle camere. Il popolo ha dimostrato di essere a destra, ci ritroviamo con il governo più a sinistra della storia d’Italia»; e poi arriva la stoccata sui territori: «Sono curioso per davvero di capire cosa ne pensa De Luca di condividere una maggioranza con la chiattona, il testa di sedano, il fico, il bibitaro, e dall’altra parte come la vivono visti tutti gli epiteti carini che sono stati rivolti».

Se Iannone è curioso Mimmo Volpe ed il sindaco di Cava Enzo Servalli sono fiduciosi ed aprono ai 5Stelle per un dialogo a favore dei territori: «Con questo governo si distende un clima avvelenato, adesso possiamo parlare di costruire e diciamo basta alle diffamazioni», commenta il sindaco di Bellizzi.

L’onorevole e segretario regionale della Lega, Gianluca Cantalamessa tranchant: «Iniziamo col dire che ancora devono trovare i numeri in parlamento, compresi quelli dei loro elettori delusi. Quanto accade è la motivazione per la quale la Lega aveva presentato la sfiducia, due partiti dalle ideologie simili con un feeling forte mentre davanti agli occhi degli elettori se ne sono dette di tutti i colori. Sono sicuro che non ci sarà un altro ministro dell’Interno come Salvini ma mi auguro che chi verrà ci metta lo stesso cuore».

«Per l’Italia è un brutto momento», conclude.

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