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Ardea Moretti (9 maggio gennaio 2014)

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Ardea Moretti (9 maggio 1955 – 31 gennaio 2014)

Ardea Moretti nasce ad Udine il 9 maggio 1955, da una famiglia tarcentina. Il padre, Mario – di cui Ardea ha riscoperto poco tempo fa in un cassetto il diario degli anni di guerra, che presto dovrebbe essere pubblicato dalla Cooperativa Itaca – era stato un comandante partigiano della

“Garibaldi Natisone”, la più grande formazione della Resistenza italiana. Protagonista di difficili missioni, fino alla liberazione di Trieste il 1° maggio 1945, Mario era alla testa di uno dei pochi reparti italiani che, sopravvissuti al tentativo di annientamento nazista sulla Selva di Ternovo, erano entrati nel capoluogo giuliano insieme all’esercito liberatore jugoslavo.

Negli anni immediatamente successivi alla guerra, il padre era stato amministratore provinciale di Udine per il Pci e, in quella veste, si era anche occupato della gestione dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale. Non è una semplice coincidenza riscoprire Ardea, cinquantanni dopo, tra le protagoniste dello smantellamento di quello che rimaneva – alla fine del secolo – il più grande manicomio pubblico in Italia.

Due anni dopo, nell’aprile 1957, la famiglia si trasferisce ad Arezzo. Il padre, che prima aveva lavorato nella cooperativa di Tarcento (una delle cooperative che avevano cercato di rilanciare il settore serico in Friuli, in quegli anni di crisi terminale della seribachicoltura) ed era stato direttore della Legacoop provinciale di Udine. Così sintetizzerà la sua attività la Questura di Udine, in un rapporto di sorveglianza del 9 aprile 1960: «Il predetto, ex partigiano garibaldino del IX Korpus Sloveno operante nel tarcentino, subito dopo la liberazione s’iscrisse al P.C.I. del quale divenne un attivo propagandista ed organizzatore. Fece parte del comitato federale della Federazione comunista di Udine e fu addetto al settore organizzativo della Federazione Friulana Cooperative e Mutue, di emanazione social comunista. Ricoprì inoltre la carica di segretario della Sezione comunista di Tarcento».

Era normale all’epoca che di un esponente dell’opposizione, che aveva per di più fatto il partigiano, si occupassero le forze di polizia, con il relativo accompagnamento di angherie, dalle limitazioni sul passaporto alle condanne per «strillonaggio del giornale “l’Unità”». La chiusura della cooperativa di Tarcento impose alla famiglia il trasferimento nella città toscana, dove Mario trovò lavoro nella Legacoop locale come ragioniere.

La madre, Elisa Cossa, non appare nella vita pubblica, ma la solidarietà con il marito è ampiamente dimostrata dal fatto che, il 23 aprile 1960, la Questura di Arezzo chiedesse a quella di Udine di estendere l’attività di sorveglianza pure a lei. Da una famiglia friulana, impegnata politicamente e “tenuta sotto osservazione” come la sua, Ardea ha tratto non solo le idealità che l’hanno sempre accompagnata nel suo impegno, ma anche uno stile tanto riservato nelle relazioni, quanto deciso nella concretezza della pratica. Pure Ardea non mancherà di dare il suo contributo politico, mantenendo una notevole discrezione. Anche quando in anni recenti si trovava a dover accettare la candidatura per il Consiglio comunale di Tarcento, lo faceva con l’avvertenza ai

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conoscenti di evitare di votarla, in modo da rimanere sola con la preferenza di “un suo paziente”

che non poteva mancare di sostenerla.

Ad Arezzo Ardea compie gli studi e le prime esperienze lavorative. Inizia a quindici anni come stagionale, per mantenersi agli studi. Nel 1974 si diploma al Liceo scientifico “Redi” di Arezzo con il massimo dei voti. Poi va a studiare sociologia a Bologna (più precisamente: Scienze politiche, indirizzo politico-sociale) e si laurea esattamente in quattro anni, anche in questo caso con il massimo dei voti e la lode. Il “suo professore” di riferimento è nientemeno che Achille Ardigò, il grande studioso allievo di Giuseppe Dossetti.

Nel 1976, dopo il terremoto, Ardea e la famiglia rientrano da Arezzo a Tarcento. Proprio agli effetti del terremoto sono dedicati la sua tesi di laurea ed i primi lavori scientifici, incentrati sugli effetti umani del disastro ed i comportamenti del volontariato e delle altre risorse della nascente Protezione Civile.

Si tratta dell’inizio di un lavoro scientifico che, nel 1997, era arrivato a contare 28 pubblicazioni tra libri, relazioni a convegni ed articoli di riviste, solo in piccola parte segnalati dal catalogo del Sistema Bibliotecario Nazionale.

Il 22 maggio 1979 si sposa con Vanni (Giovanni) Colautti. Ardea e Vanni avranno due figlie:

Mara, che nasce nel 1981, ed Erica, nel 1985. Prima di lasciarci, Ardea - così attaccata alle figlie che per anni la password del suo computer sarà costituita dai loro due nomi - avrà anche la gioia di diventare nonna.

La prima parte della sua carriera professionale è dedicata agli studi, soprattutto attraverso l’Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia, con il quale collabora dal 1979 al 1988, e con il Centro di Ricerche Economiche e Sociali di Udine. Si tratta di lavori che si occupano della condizione giovanile, del mondo della scuola, del mercato del lavoro, della condizione femminile, dell’immigrazione, dell’artigianato. Non senza rinunciare agli aspetti più teorici della materia, come dimostra la sua partecipazione, con la voce Charles Wright Mills, al “Dizionario di pedagogia”

dell’editrice La Scuola.

Tra il 1989 ed il 1992 Ardea collabora con due società, Mediaconsult di Udine e Smaer di Bologna, legate al mondo della Lega delle Cooperative, ed inizia ad utilizzare le sue conoscenze per iniziare a studiare la cooperazione sociale, in particolare quella di inserimento lavorativo nata dal movimento basagliano di riforma della psichiatria. Sua sono alcune tra le pionieristiche analisi del settore, cui si accompagnano studi sulle problematiche dell’handicap, gli invalidi civili, gli anziani.

Quasi naturalmente, dal 1990 al 1996, passa a collaborare con il Dipartimento di Salute Mentale di Udine, avviando una serie di iniziative di studio e programmazione preparatorie dell’azione di smantellamento del manicomio di Sant’Osvaldo ed alla ricollocazione delle circa 600 persone che vi sono ancora presenti.

Nel 1996 Ardea inizia a lavorare con Itaca, una delle cooperative sociali (le altre sono quelle friulane riunite nel Consorzio Operativo Salute Mentale e la Cooperativa 2001 Agenzia Sociale di

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Trieste) che a partire da quel momento si assumono il ruolo di collaborare con la nuova direzione del dr. Mario Novello, con l’obiettivo della chiusura dell’ “istituzione totale” e dello sviluppo dei servizi territoriali di salute mentale.

Nei suoi primi anni di attività, Ardea ha la responsabilità di coordinare le attività relative alla salute mentale ad Udine, nella fase in cui vengono gradualmente smantellati i reparti, avviate le prime sperimentazioni di residenze (all’inizio utilizzando alcune palazzine a S. Osvaldo, poi fuori, nei vari paesi friulani) e la costruzione delle équipes territoriali. Parte del lavoro, suo e della cooperativa, viene trasposto nel libro di Letterio Scopelliti “Manicomio addio”, che viene elaborato in stretta collaborazione con Ardea.

Un anno dopo, nel 1997, Ardea diventa la responsabile del settore psichiatria della Cooperativa Itaca, ed inizia al alternare la sua presenza tra gli uffici di Udine e Pordenone. Sono gli anni in cui si passa dalle prime piccole esperienze di comunità “aperte” gestite dalla cooperativa (a Mossa nel Goriziano, a Ronchis di Latisana nella Bassa, a Rorai Piccolo nel Pordenonese) in collaborazione con l’associazionismo ed i Centri di Salute Mentale, alla costruzione di quello che è un settore portante in una cooperativa che, nel frattempo, è diventata la principale in Friuli Venezia Giulia, ed una delle più grandi in Italia.

Ardea è stata per tutti questi anni la principale protagonista della costruzione di una rete di moderni servizi di salute mentale, in Friuli Venezia Giulia, Veneto e Sud Tirolo, gestiti da una cooperativa di operatori che, merita ricordarlo, non è altro che una “filiazione” di una cooperativa di lavoro di utenti della salute mentale: la Coop Service Noncello, che era stata proprio oggetto negli anni precedenti di uno dei primi studi di analisi aziendale di Ardea.

Finché, il 27 ottobre 2013, ormai ammalata da lungo tempo, Ardea prende congedo dalla cooperativa, conscia che: «ogni tanto si parlerebbe a lungo, si rifletterebbe a lungo, magari perché non si sa cosa fare. A volte invece, come adesso, ci sono delle decisioni non facili da prendere, ma che vanno prese. Per questo preferisco semplicemente comunicare che il mio ultimo giorno in Itaca sarà il 31 ottobre p.v.».

La sua lettera, riservata ed essenziale come sempre Ardea è stata, termina con un messaggio: «Dal primo novembre auguro ad ognuno una piccola copertina di serenità, ed una grande trapunta che copra tutti, per stare ben caldi e andare avanti tutti assieme, ognuno facendo il suo, e facendolo sempre meglio».

Poco dopo l’inizio del nuovo anno, Ardea ci ha lasciati.

Gian Luigi Bettoli

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Bibliografia

1. Volontariato in Friuli: positività e negatività, in "Animazione sociale", n. 30, aprile-giugno 1979, pp. 127-130.

2. Volontari e disastri naturali. L'esperienza friulana, in "Animazione sociale", n. 34, aprile- giugno 1980, pp. 67-78.

3. I giovani nei processo di ricostruzione in Friuli: percezioni ed aspettative, (con B.

Cattarinussi}, in: B. Cattarinussi, C. Pelenda (cur), "Disastri ed azione umana. Introduzione multidisciplinare allo studio del comportamento sociale in ambienti estremi", Angeli, Milano, 1981 pp. 299-309.

4. Il disastro: effetti di lungo termine (con B. Cattarinussi, C. Pelenda), Grillo editore, Udine, 1981.

5. Madri e figlie degli anni '80. La realtà della donna in Friuli (con A.M, Boileau), Grillo editore, Udine, 1981.

6. Indagine sull'inserimento professionale dei diplomati delle scuole medie superiori del Friuli - Venezia Giulia, Regione autonoma Friuli - Venezia Giulia, Trieste, 1983.

7. Alcuni elementi della risposta sociale di lungo termine dopo il terremoto dei 1976 in Friuli, in "Mediterranean Journal of Social Psychiatry", voi. 4, Zagreb, 1983, pp. 179-185.

8. Considerazioni sul ruolo del volontariato nella protezione civile, in "Animazione prevenzione volontariato protezione civile", quaderni di "Animazione sociale", n. 7, ISAMEPS, Milano, 1984, pp. 143-152.

9. Decentramento e segmentazione de! mercato dei lavoro. Linee-guida per analisi a livello locale, "quaderni del programma di sociologia del lavoro", n. 85, ISIG, Gorizia, 1985.

10. Mercato dei lavoro, in F. Demarchi, A. Ellena, C. Cattarinussi (cur), "Dizionario di sociologia", Paoline, Milano, 1987.

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23. Cooperative di solidarietà sociale nel Friuli Venezia Giulia, in "Animazione sociale", anno XX, n. 35. novembre 1990.

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[Fonti utilizzate: Archivio Cooperativa Itaca, Pordenone; Archivio dello Stato di Udine, Fondo Questura, f. Moretti Mario fu Beniamino; Archivio privato famiglia Moretti Colautti, Tarcento, manoscritto diario di guerra Mario Moretti; Fondazione Istituto Gramsci, Roma, Archivio Pci, f. vari Federazione di Udine]

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