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Arianna Fogliata - Le ossa

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Academic year: 2022

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Indice

1. LE OSSA: GENERALITÀ ... 3

2. LE OSSA: IL CRANIO ... 7

3. LE OSSA: COLONNA VERTEBRALE ... 8

4. LE OSSA: LA GABBIA TORACICA ... 11

5. LE OSSA: GLI ARTI SUPERIORI E INFERIORI ... 12

6. LE OSSA: CINTURA PELVICA ... 17

BIBLIOGRAFIA ... 19

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1. Le ossa: generalità

L’osso è contraddistinto da un’estrema durezza e da un certo grado di flessibilità. È costituito essenzialmente da una matrice organica di tessuto fibroso connettivo impregnato di sali minerali. E’ il tessuto connettivo a garantire le caratteristiche di adattabilità all’ osso, mentre i sali minerali ne conferiscono la durezza e rigidità. Attraverso la fusione tra queste due componenti otteniamo le capacità funzionali del nostro scheletro.

Ogni osso è racchiuso in un denso strato di tessuto fibroso chiamato periostio, lo stesso ha funzione di supporto e di resistenza agli stress meccanici.

Inoltre le ossa sono costituite da cellule diverse che si organizzano in tre tipologie di tessuti:

Tessuto osseo: il tessuto osseo è un tessuto ad alto contenuto di calcio che si differenzia in due diverse tipologie secondo un principio topologico e strutturale: SPUGNOSO (zone mediali) COMPATTO (zone periferiche).

Tessuto cartilagineo: è costituito da cellule “i condrociti” contenute nella sostanza intercellulare amorfa da essi stessi sintetizzata. È resistente, compatto e flessibile. Costituisce la sede naturale di accrescimento dell’osso.

Midollo osseo: di consistenza molle, è racchiuso nella parte più interna delle ossa lunghe ed è responsabile del processo di emopoiesi, e quindi, la capacità di produrre per il sangue i globuli rossi ed alcune forme di globuli bianchi. (Nigel, 2007)

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Immagini: Fonte Appuntos, Tessuto osseo.

Per facilitare la lettura strutturale dello scheletro, gli anatomici hanno pensato di classificare le ossa secondo la loro forma, il che corrisponde anche alla loro funzione. Si è così visto che le tipologie ossee possono sostanzialmente ridursi a tre grandi categorie:

Le ossa lunghe, le ossa piatte, le ossa brevi.

Le ossa lunghe sono quelle in cui è più sviluppato l’asse longitudinale rispetto altri indirizzi dimensionali (larghezza e spessore) e la loro forma può, essere assimilata a quella di un cilindro. Il termine tecnico per indicare le due estremità dell’osso è epifisi a cui si aggiungono i due aggettivi distale o prossimale secondo che si voglia indicare l’estremità inferiore o quella superiore. La parte centrale dell’osso invece si chiama diafisi. (Busagli, 1996, Sgarbellini, UniPegaso)

La loro forma, quindi, è quella di vere e proprie leve meccaniche e la loro funzione è, generalizzando, quella di spostare un oggetto da un punto a un altro, dove questo oggetto, talvolta, è addirittura l’intero corpo.

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Immagine 2 Fonte Meicinaonline. Ossa lunghe

Le ossa piatte o larghe, invece, sono quelle in cui la dimensione della larghezza prende il sopravvento rispetto a spessore e lunghezza. Sono quindi ossa, per così dire, statiche, rispetto alle dinamiche ossa lunghe. Le troviamo intorno al bacino, al cranio, alla gabbia toracica. La funzione delle ossa piatte, è quella di accogliere i visceri e nel contempo, di proteggerli. A questa impostazione generale fa, in qualche modo, eccezione la scapola che protegge, ma non accoglie i visceri del torace e non è fissa.

Immagine 3 FonteLiceoSavona. Ossa piatte

Le ossa brevi, sono quelle invece, in cui i tre indirizzi dimensionali, in un certo senso, si equivalgono. La loro forma è simile a quella di un poliedro più o meno irregolare. La loro funzione è intermedia fra quella delle dinamiche ossa lunghe e delle statiche ossia piatte. Le ossa brevi, infatti consentono soltanto piccoli spostamenti, come nel caso delle ossa del tarso nel piede o nel carpo nella mano. Accanto a queste tre categorie, ci sono le ossa irregolari, che hanno una forma

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talmente irregolare da non poter rientrare nella precedente classificazione. (Ibidem, Palastanga, 2007).

Immagine 4 Fonte Chimicaon line. Ossa Brevi o corte

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2. Le ossa: il cranio

Il cranio è la struttura scheletrica, cartilaginea presente nella testa dei Vertebrati. Assieme alla colonna vertebrale e alle coste forma lo scheletro assile, che viene distinto da quello appendicolare (ossa degli arti, cintura scapolare e cintura pelvica). (Netter, 2002).

Ha la funzione di proteggere il cervello, il cervelletto ed il tronco encefalico, che sono contenuti al suo interno, ma alloggia anche molti organi sensoriali, quali occhi e orecchie, il primo tratto del sistema digerente e di quello respiratorio..

È senza dubbio la struttura ossea più complessa del corpo umano, essendo formato da 22 ossa sia pari che impari, spesso con forma altamente irregolare e connesse fra loro con una certa variabilità. La maggior parte di queste ossa sono piatte, formate da tre tavolati, uno esterno più spesso, ed uno interno meno spesso, e da uno strato centrale spugnoso a bassa densità, detto diploe cranica. Lo spessore delle ossa varia generalmente in base alla copertura muscolare, per cui saranno più sottili (e potenzialmente più soggette a fratture) quelle parti del cranio ricoperte da un numero di muscoli o da una massa muscolare maggiore rispetto a quelle relativamente esposte. Un esempio del primo tipo è l'osso temporale, del secondo l'osso occipitale.

Immagine 5 Fonte Ilsaputello. Ossa del Cranio

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3. Le ossa: colonna vertebrale

La colonna vertebrale si estende dalla base del cranio fino alla pelvi ed è composta da una serie di ossa irregolari di dimensioni maggiori dall’alto in basso.

Tra le vertebre vi è un disco intervertebrale.

Vi sono 33 vertebre distinte, con la crescita avremo però la fusione di 5 vertebre a formare il sacro e 4 il coccige.

Abbiamo dei tratti distintivi: vertebre cervicali, 7 nella zona superiore della colonna;

vertebre toraciche, 12 che si articolano con le coste; vertebre lombari, 5 si trovano nella colonna inferiore.

Immagine 6. Fonte Fisiokinè. Colonna vertebrale

Nella colonna vertebrale, il corpo della vertebra, varia di forma e di dimensione in base alla posizione, anche se di norma è cilindrico con superfici piatte, superiore e inferiore. (Mele, 4°

edizione).

Le cinque vertebre lombari sono più robuste e forti rispetto a quelle toraciche e cervicali;

quelle toraciche sono da sostengono alle coste e consentono la flessione in avanti del tronco; le vertebre cervicali hanno la principale funzione di sorreggere il collo infine le vertebre sacrali e le coccigee sono legate tra loro e trasmettono il peso del corpo al bacino e agli arti inferiori. (Ibidem)

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Riassumendo: la colonna vertebrale si distingue, quindi, in:

1. colonna cervicale, costituita da 7 vertebre, che sorregge la testa e il collo;

2. colonna dorsale, costituita da 12 vertebre, che forma con le costole con cui si articola la gabbia toracica o tronco o busto;

3. colonna lombare, costituita da 5 vertebre, che forma la parte inferiore della schiena;

4. colonna sacrale o meglio osso sacro, poiché è costituito da 5 vertebre saldate l’una all’altra;

5. colonna coccigea o coccige, poiché costituito da 4 vertebre anch’esse saldate tra loro.

Questi due tratti della colonna vertebrale completano posteriormente ed inferiormente il bacino.

La colonna vertebrale vista sul piano laterale, non è dritta ma presenta delle curve, dette curve fisiologiche, che aumentano notevolmente la sua resistenza alle pressioni verticali.

La colonna presenta infatti 4 curve:

1. lordosi cervicale, a concavità posteriore;

2. cifosi dorsale, a concavità anteriore;

3. lordosi lombare, a concavità posteriore;

4. curva sacrale, rigida, a concavità anteriore.

Le curve primarie sono quelle delle regioni cifotiche toracica e sacrale, che si formano durante il periodo fetale. Le curve secondarie sono quelle delle regioni lordotiche cervicale e lombare. Queste iniziano a formarsi durante l’ultimo periodo fetale ma divengono significative solo dopo la nascita, quando la colonna vertebrale inizia a sopportare il peso del corpo e della testa.

Le curve primarie sono causate dalla forma a cuneo delle vertebre interessate, mentre le curve secondarie sono causate da differenze nelle dimensioni anteriori e posteriori dei dischi invertebrali.

La colonna vertebrale può compiere dei movimenti di flessione, estensione, di inclinazione laterale destra e sinistra e di rotazione intorno al proprio asse. (Rossetti, 2009)

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Immagine 7. Fonte AlassioSalute. Curve fisiologiche

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4. Le ossa: la gabbia toracica

La gabbia toracica, delimitata inferiormente dal diaframma, è formata da dodici paia di coste articolate posteriormente con le dodici vertebre della regione dorsale, e dallo sterno, al quale le coste si uniscono anteriormente mediante cartilagine. (Padoa, 1986)

Le prime sette coste dall'alto verso il basso, sono dette coste vere e si uniscono direttamente allo sterno, l'ottava, la nona e la decima sono coste spurie ovvero raggiungono lo sterno tramite la cartilagine che va prima a formare un tratto comune per poi legarsi allo sterno, mentre le ultime due paia non sono unite allo sterno, per tale motivo sono dette fluttuanti. (Ibidem)

Come in molti vertebrati superiori, nell'uomo la gabbia toracica affianca il diaframma nel partecipare ai movimenti respiratori.

Immagine 8. Fonte Medicinaonline. Gabbia toracica.

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5. Le ossa: gli arti superiori e inferiori

L’arto superiore dell’uomo ha funzioni pressorie e manipolatorie. L’arto superiore è unito al

tronco dall’ articolazione gleno-scapolo-omerale: scapola, clavicola e omero.

La scapola è un osso piatto piano, largo, triangolare sull’aspetto posterolaterale del torace, dalla seconda alla settima costa. Sospesa ai muscoli, la scapola viene tenuta nella sua posizione laterale dal braccio rappresentato dalla clavicola, ma ha una grande mobilità in rapporto al torace. Essendo triangolare, presenta 3 angoli, 3 margini e 2 superfici, che consentono 3 processi ossei.

La clavicola è un osso sottocutaneo che va, orizzontalmente, dallo sterno all’acromion. È un osso curvo; convesso in avanti medialmente; concavo in avanti lateralmente. Agisce come un braccio che sostiene la scapola lateralmente e consente all’arto di staccarsi dal tronco.

La scapola e la clavicola formano il cingolo scapolare (pettorale), che trasmette il peso dell’arto superiore allo scheletro assiale e rende possibile un ampio raggio di movimenti all’arto superiore. (Ibidem, Scarbellini Unipegaso)

L’omero è l’osso più grande dell’arto superiore. È un tipico osso lungo, con uno stelo (corpo) e due estremi, forma lo scheletro del braccio.

L’ulna insieme al radio costituisce lo scheletro dell’avambraccio, è l’osso mediale dell’avambraccio.

Il radio è l’osso laterale dell’avambraccio più corto dell’ulna. Si articola con le ossa del polso e consente alla mano di compiere numerosi movimenti.

Il polso o carpo è formato da 8 ossa distribuite su due file tra l’avambraccio e la mano. La fila prossimale comprende lo scafoide, il semilunare, il piramidale e il piriforme. La seconda fila comprende il trapezio, il trapezoide, il capitato e l’uncinato.

Il metacarpo o palmo della mano consiste di 5 ossa lunghe (metacarpi).

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Le falangi sono 14 falangi per ogni mano, 3 per le dita lunghe e due per il pollice. Sono ossa lunghe. (Ibidem)

Immagine 9. Fonte ScienzaFacile. Arti superiori, ossa

L’arto inferiore è predisposto al sostegno del peso corporeo e a permettere la locomozione

e la postura bi-podalica.

È una struttura più forte e stabile rispetto all’arto superiore. Le caratteristiche delle ossa variano in funzione dello sviluppo muscolare e della forma del corpo.

Gli arti inferiori sono collegati al tronco dal cingolo pelvico, formato dalle due ossa dell’anca articolate saldamente con l’osso sacro e con il coccige.

L’arto inferiore si può suddividere in sei regioni: anca, coscia, ginocchio, gamba, collo del piede e piede. (Nigel, 2007)

Il femore è un osso che trasmette il peso del corpo dal bacino all’estremo superiore della tibia. È l’osso più lungo e più forte del corpo. È l’osso lungo della coscia.

La rotula o patella è un osso che si trova all’interno del tendine del quadricipite femorale. È di forma triangolare.

La tibia è un osso lungo, è l’osso mediale della gamba, che trasmette il peso del corpo.

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Il perone è un osso lungo e sottile, è l’osso laterale della gamba.

Il Tarso è formato da sette ossa irregolari localizzate nel piede posteriore e medio.

L’astragalo è situato sopra il calcagno. Si articola con tibia e perone nell’articolazione della caviglia; con il calcagno nell’articolazione sotto astragalica; con lo scafoide come parte dell’articolazione astragalo-calcaneo-scafoidea.

Il calcagno si articola con l’astragalo, si trova sotto l’astragalo; proietta indietro a formare la prominenza del tallone ed è strettamente legato a tutte le ossa del tarso dai legamenti.

Lo scafoide si articola con l’astragalo come parte dell’articolazione astragalo-calcaneo- scafoidea.

Il cuboide si articola con il calcagno.

I cuneiformi sono tre, da mediale a laterale, primo, secondo e terzo. Sono a forma di cuneo e triangolari ai loro estremi anteriori e posteriore e hanno tre facce rettangolari per la loro lunghezza. (Ibidem)

I metatarsi sono cinque ossa metatarsali in ciascun piede.

Le falangi sono ossa lunghe in miniatura. Ci sono quattordici ossa, due nell’alluce (prima e seconda falange) e tre per ognuna delle altre dita del piede (prima,seconda e terza falange).

(Ibidem)

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Immagine 10. Fonte spazioinwind. Arti inferiori ossa.

Immagine 11. Fonte spazioinwind. Ossa Piede.

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Immagine 12. Fonte googlesites. Ossa Mano.

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6. Le ossa: cintura pelvica

Le ossa del bacino, conosciute anche come ossa pelviche, sono quattro: l'osso sacro, le due ossa iliache e il coccige.

Nel rapportarsi tra loro, le ossa del bacino costituiscono una struttura che gli anatomisti definiscono con il termine di cintura pelvica.

La cintura pelvica rappresenta il collegamento tra il cosiddetto scheletro assiale e lo scheletro degli arti inferiori. (Gray, 4 edizione)

L'osso sacro e il coccige sono, rispettivamente, il penultimo e l'ultimo tratto della colonna vertebrale, quindi risiedono posteriormente. Le ossa iliache, invece, sono gli elementi ossei che si

sviluppano lateralmente all'osso sacro e danno vita alle anche e alla sinfisi pubica.

Le ossa del bacino hanno due fondamentali funzioni: sorreggere il peso della parte superiore del corpo e connettere quest'ultima agli arti inferiori.

L’osso sacro è un osso impari, asimmetrico e di forma triangolare. Concavo verso l'interno, comprende le 5 vertebre sacrali, le quali, nell'essere umano adulto, sono fuse tra di loro in una struttura estremamente compatta e solida. T

E’ composto da sei zone di rilevanza. (Anastasi,2006)

Il coccige è un osso impari, simmetrico e dalla forma simile a un triangolo, che risiede inferiormente all'osso sacro e rappresenta l'ultimo tratto di colonna vertebrale. Esso deriva dalla sovrapposizione delle vertebre coccigee. Le loro dimensioni vanno riducendosi dall'alto verso il basso.

L'osso iliaco, od osso dell'anca od osso coxale, è l'osso pari, simmetrico e di forma piatta, che si sviluppa lateralmente all'osso sacro e converge sul davanti, prendendo contatti con l'osso iliaco controlaterale e formando la cosiddetta sinfisi pubica.

L'osso iliaco consta di tre regioni, che si fondono tra loro al compimento del 14esimo/15esimo anno di vita. Le tre regioni in questione sono le ossa note come: ilio, ischio e pube.

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Ilio rappresenta la porzione superiore dell'osso iliaco; di quest'ultimo, è anche la porzione più ampia e grande.

L’ischio rappresenta la parte bassa e posteriore dell'osso iliaco. Quindi, risiede inferiormente all'ilio e dietro a quest'ultimo e al pube. Dei tre elementi ossei che formano l'osso iliaco, l'ischio è il più forte e resistente.

Il pube rappresenta la parte anteriore dell'osso iliaco. Infatti, risiede sia davanti all'ilio, sia davanti all'ischio. (Ibidem)

Immagine 13. Fonte Pinterest. Ossa della cintura pelvica.

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Bibliografia

 Antonino Mele, Anatomia Lezioni anatomia funzionale del Gray 1°

vol. Zanichelli, 4ª edizione italiana, ISBN 88-08-17710-6;

 Bussagli, M., (1996). Anatomia artistica. Firenze: Giunti;

 E. Padoa, Manuale di anatomia comparata dei vertebrati, - ed. Feltrinelli, Milano (1986).

 Edi.Ermes, 2006, pp. 223-225, ISBN 978-88-7051-285-4.

 F. H. Netter, Atlante di Anatomia Fisiopatologica e Clinica"Vol.7;

 Giuseppe Anastasi, et al., Trattato di anatomia umana, vol. 1, 4ª ed., Milano,

Henry Gray, Anatomia del Gray, vol. 1, 4ª ed., Bologna, Zanichelli, ISBN 88-08- 17710-6.

 Marco Rossetti, Il danno alla salute, Wolters Kluwer Italia, 2009 p. 643;

 Masson, Sistema Nervoso, Parte I, Editrice:, ed 2002, ISBN 88-214-2661-0;

 Nigel P.,. Milano: Elsevier Masson;, 2007 Anatomia del movimento umano.

Struttura e funzione.

 Palastanga, Derek Field, Roger Soames. (2007). Anatomia del movimento umano. Struttura e funzione;

 Zanichelli, Anatomia del Gray 1° vol., 40ª edizione, ISBN 88-08-17710-6

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