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La solidarietà custodisce le MURA DI LUCCA

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Academic year: 2022

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na riserva di umanità, in un posto «ora» inaccessibile alle persone: è questa in estrema sintesi la realtà vitale che resiste sulle Mura di Lucca, ai tempi del Covid- 19.

È Il Villaggio del Fanciullo che tiene

«vive le Mura in questi giorni.», racconta il direttore don Leonardo Della Nina. «È surreale. Mi viene da pensare di fare un campeggio con i ragazzi in montagna, ma siamo sulle Mura, isolati. Abbiamo un intero baluardo: sicuramente è un posto privilegiato per

passare questi giorni».

Fondato nel 1947, divenuto Fondazione nel 2014, nel Villaggio del Fanciullo è facile

riconoscere una delle tante

«opere di Dio» che proprio l’Arcivescovo Giulietti nell’omelia di sabato 21 marzo in diretta su NoiTv, ha invitato a cercare, durante questi tempi.

Allora che cos’è il Villaggio? È una solida comunità di accoglienza che ospita minori lucchesi e non solo, affidati a causa

di problemi familiari. La struttura è inoltre sostenuta dai Servizi Sociali del Comune di Lucca, aiutata dai volontari dell’Associazione Amici del Villaggio e dalla comunità ecclesiale.

Don Leonardo ci racconta questo mondo: «Attualmente sono dodici i ragazzi, oltre al personale necessario.

Ragazzi che vanno a scuola e che sono impegnati con le lezioni in streaming.»

Il direttore poi prosegue «Tre lavoravano anche e sono a casa; tranne uno che ancora qualche ora la sta facendo. Ad alcuni facciamo fare lavoretti interni di vario genere sul verde attorno alla casa e all’interno. Il pomeriggio, anche quando le scuole sono aperte»

riferendosi al periodo precedente ai noti

Dpcm (ndr) «due ore sono dedicate allo studio. In questi giorni abbiamo ripreso a trovarci in chiesa alle diciannove, per un momento di preghiera.»

Quanto sono cambiate ora le vostre abitudini?

«Chiaramente è un po’

cambiato per tutti quanti.

È un momento in cui stiamo anche di più fra noi. In questi giorni, per rispettare le disposizioni anti-contagio, il numero di volontari è stato ridotto. Con loro ci sentiamo via telefono, con Whatsapp».

Don Leonardo, infine, lancia una proposta di collaborazione che vogliamo far arrivare più lontano possibile: «Al di là di questa

emergenza, magari in futuro e non in questi giorni perché non è possibile, ci sarebbe bisogno di ragazzi», volontari per aiutare nello studio (ndr) «nella

“scuolina”, in quelle due ore pomeridiane».

Ecco perciò un altro esempio di comunità che non si arrende, portando avanti «l’opera di Dio».

Nicola Giuntini

U

EMERGENZA COVID19: TRA PRIME GUARIGIONI E NUOVI POSTI LETTO

Pag. III

AUMENTANO LE PERSONE CHE SI RIVOLGONO ALLE MENSE DELLA CARITAS

Pag. IV

LE COMUNITÀ RACCONTANO L’ESPERIENZA DI QUESTI «STRANI GIORNI»

Pag. V

SOMMARIO

Su questo numero

trattori degli agricoltori della Coldiretti sono disponibili anche nella nostra provincia per sanificare strade e piazze con la distribuzione di acqua disinfettante grazie all’uso di irroratori, nebulizzatori e

atomizzatori.

Lo ha reso noto il presidente provinciale della Coldiretti, Andrea Elmi (nella foto), imprenditore che conduce, assieme ad altri due soci, l’azienda agricola Maestà della Formica in Comune di Careggine – che per combattere l’emergenza sanitaria del Coronavirus ha lanciato un appello a tutti gli associati a rendersi disponibili alle autorità locali per contribuire alla più ampia opera di bonifica mai realizzata prima.

I trattori sono impiegati da diversi anni anche per spargere sale lungo le strade durante i mesi freddi, ma anche sulle spiagge dei litorali per «pettinare» la sabbia o per le opere di ripascimento.

«Abbiamo comunicato la disponibilità della nostra organizzazione a

Prefettura e Protezione Civile» ha affermato Elmi «a reperire, in caso di necessità, i trattori per la sanificazione delle strade. Così come fatto in altre occasioni siamo pronti a fare la nostra parte e a mettere a disposizione della comunità i nostri mezzi».

I trattori possono operare nelle città riuscendo a raggiungere anche le aree più interne e difficili dove i mezzi industriali sono in difficoltà per le ridotte dimensioni delle carreggiate e per le pendenze dei tracciati stradali.

Si tratta di una mobilitazione che rafforza l’impegno degli agricoltori e contoterzisti in questo difficile momento di emergenza dove migliaia di aziende agricole sono impegnate al lavoro per garantire continuità delle forniture alimentari alla popolazione nonostante le evidenti difficoltà.

Dino Magistrelli

I

COLDIRETTI:

i nostri trattori a disposizione per l’emergenza

Chiuso il viale sulle mura per l’emergenza

Covid19, il Villaggio del Fanciullo che ha sede su un Baluardo continua però la sua opera

Via Arcivescovado 45 - 55100 Lucca tel. 0583 430948 fax: 0583 430949 e-mail: incammino@toscanaoggi.it

Notiziario localeDirettore responsabile Domenico Mugnaini Coordinatore diocesano Raffaello GiustiReg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

La solidarietà custodisce le MURA DI LUCCA

Già in situazioni normali questi mezzi vengono usati sulle strade di montagna e sulle spiagge versiliesi. Ora si parla di sanificazione di vie e piazze

Cambia il coordinatore di In Cammino

opo il cambio di testata, da LuccaSette a In Cammino, da questo numero, un’altra novità:

don Raffaello Giusti lascia il coordinamento delle pagine della diocesi di Lucca. Al suo posto arriva Lorenzo Maffei, da tempo collaboratore di Toscana Oggi e anche già addetto stampa dell’arcivescovo monsignor Paolo Giulietti.

Il mio primo dovere, come direttore del settimanale, e mi perdonerà il nuovo arrivato, è di salutare ma soprattutto ringraziare don Raffaello che, per quasi dieci anni, ha dedicato una buona parte del suo apostolato proprio alle pagine di LuccaSette, portando avanti un importante lavoro di comunicazione e di pastorale, senza mai essere banale e scontato.

Sono convinto che continueremo ad avere il suo contributo anche se in veste diversa.

A Lorenzo dico solo buon lavoro, certo che il settimanale proseguirà sulla strada iniziata con la nuova testata e, fin d’ora, gli assicuro tutto l’impegno e i contributi che potranno essergli necessari dalla redazione delle pagine regionali.

Domenico Mugnaini

D

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IN CAMMINO

29 marzo 2020

II

La Didattica a distanza, un prof che insegna a Lucca ci scrive

ad, padre in inglese, è il nuovo acronimo coniato nel mondo della scuola: didattica a distanza.

Dopo i primi giorni di frenesia in cui docenti e studenti sono stati chiamati dalla contingenza ad una nuova sfida, stimolante ma piena di nuovi problemi da risolvere, siamo ora di fronte a uno scenario nuovo, paventato ma mai davvero preso in considerazione. La chiusura delle scuole si protrarrà più a lungo di quanto inizialmente stimato con

ripercussioni su esami di qualifica, stage, modalità dell’esame di maturità. Dad è un acronimo perfetto:

richiamando l’idea di famiglia e il contatto diretto porta a dimenticare il termine distanza che oggi invece si impone ovunque. Vicinanza umana tra docenti e discenti, ricerca dei volti e delle voci che ci permettono di uscire per un’ora dal nostro isolamento forzato.

Mai come ora la letteratura piace ai ragazzi: leggere assieme un brano di un classico, impazzire assieme ad Orlando, stare in piedi di fronte alla tomba di Machiavelli assieme a Foscolo, sposare la donna sbagliata assieme a Zeno diventano dei viaggi nella fantasia che ci permettono di gettare lo sguardo oltre la siepe dei nostri isolamenti.

Vi è un altro compito fondamentale che la Dad sta svolgendo, come un vero e proprio

«padre».

Ora siamo noi il loro badge, dice un collega:

la scuola sta rivestendo il ruolo fondamentale di mantenere gli alunni legati a ritmi e orari

’normali’, cercando di allontanare noia, tedio, pigrizia e tutto

l’esercito delle

«tentazioni»

domestiche.

Infine Dad, padre, perchè la scuola di oggi, più che mai scuola «in trincea», si pone un primo fondamentale

obiettivo: non lasciare nessuno indietro.

Cercare di fornire il necessario a ogni studente, personalizzando, aiutando, fornendo sussidi e materiali fin dove possibile.

Come un vero padre il sistema scolastico sta facendo tutto il possibile per non perdere lungo il percorso a distanza nessuno dei suoi figli, nemmeno i meno connessi e i più difficili da tenere vicini.

Enrico Tomasin ISI Pertini

D

SPAZIO AI LETTORI

econdo la Laudato sì di papa Francesco è necessario entrare dentro le vene della società per iniettare un benefico stile di vita attento a coloro che vivono i margini della società, e all’ambiente, la nostra «casa comune».

In tal senso un’esperienza importante del nostro territorio, che pone attenzione ad

un’economia circolare, è la cooperativa Nanina, che recupera materiali altrimenti destinati alla discarica.

La cooperativa ha un’attenzione sociale per tre filoni Il primo è che ha un’attenzione ecologica, per cui opera sul territorio in modo equilibrato senza

«sfruttamento» di risorse.

Il secondo è che ha attenzione alle persone perché si offrono opportunità di lavoro;

scopo prevalente della cooperativa infatti è creare opportunità di inserimento lavorativo all’interno della

cooperativa fornendo alle persone una risorsa economica insieme ad uno spazio di

condivisione ed una occasione di vita e di relazione. Un terzo e ultimo filone che ha

questa cooperativa è l’avere attenzione ai bisogni di tanti perché si offre la risposta per l’arredamento della casa ed anche per il

mantenimento di un contesto dignitoso e

«curato». Il sostenere, quindi, si fa «attenzione alle necessità degli uomini» che tentano di fuggire – come dice Papa Francesco – dalla cultura dello scarto.

Roberto Luzi

S

L’attenzione all’ambiente e a chi è ai margini

«Sostenibilità»

una parola molte idee

el nostro viaggio sull’ecologia integrale, la scorsa settimana siamo partiti prendendo in esame il termine

«sostenibilità» così come inteso nella Laudato si’. E dicevamo che aveva una triplice valenza.

Una prima è la capacità di coinvolgere tutti i soggetti sani della società per porre le basi di un nuovo vivere, anzi di un nuovo stile di vita.

Da qui l’esperienza del Tavolo

sull’Economia Civile che è stato aperto sul nostro territorio. Ma sostenibilità è anche, e siamo alla seconda valenza, avere una concreta attuazione perun’economia che riutilizzi lo scarto e sia sensibile alle fascie più deboli (nell’articolo a fianco parliamo di questa secondo aspetto, il terzo aspetto sarà sul prossimo numero, ndr).

N

Il nostro territorio al passo della «Laudato si’»

DIUMBERTOPALAGI

a parecchi anni il Popolo Lucchese soffriva per la scarsezza dei raccolti, la mancanza di lavoro e il diffondersi di epidemie. Il memorialista Giovanni Antonio Pelligotti, un sacerdote nativo di Perpoli, nei suoi Annali, ci dà una

descrizione dettagliata della crisi che investì la Città e i paesi di tutte le Vicarie della Repubblica, nel corso del Seicento.

Le pagine di Alessandro Manzoni hanno reso memorabile la peste del 1630, che

imperversò in tutta Italia, affliggendo e riducendo l’intera popolazione. Anche i lucchesi dovettero affrontare il dramma della peste, in un periodo economicamente già in grave sofferenza. Il Governo della Repubblica emanò severi decreti di restrizione al fine di tutelare la salute pubblica e il bene comune.

La Chiesa stessa dovette trovare modi pastorali diversi, per esprimere la propria vicinanza e partecipazione alla sofferenza del Popolo. Furono limitate la partecipazione alle celebrazioni eucaristiche, la gente doveva mantenere una certa distanza l’una dalle altre; il Pane eucaristico doveva essere distribuito con una particolare pinza, per evitare il contatto con le labbra del comunicando.

Quando il contagio fu più intenso e crebbe il numero degli infetti e dei decessi, le Messe potevano essere celebrate

all’aperto, con altari mobili, eretti presso l’incrocio delle strade e davanti alle Edicole Sacre, ma la gente doveva restare nelle proprie case e seguire dalle finestre;

potevano scendere sulla porta di casa, quando i sacerdoti passavano a distribuire la Comunione. Anche per confessarsi dovevano farlo stando alla finestra. Per salvaguardare la privacy e garantire il segreto confessionale, alcuni sacerdoti e religiosi più coraggiosi, per avvicinarsi all’infermo indossavano un camice incerato, per evitare il contatto e un’eventuale infezione. Quando portavano il SS.mo agli infetti, erano preceduti da un Alabardiere, pronto ad intervenire a difesa del ministro.

Il timore che si aveva della peste – scrive il Pelligotti – era tale che uno non parlava

all’altro se non a distanza di 3, 4 braccia.

I soldi delle offerte o quegli necessari agli acquisti, venivano messi in una bacinella con aceto. A chi veniva concesso il permesso di

andare in giro per le strade, portava con se una spugna imbevuta d’aceto, per «reprimere qualche fiatata e a preservare dall’infezione».

Tante e stringenti furono le norme sanitarie sia in campo civile, che religioso, che tendevano a limitare il propagarsi

dell’epidemia. Non mancarono gli aiuti economici, l’assistenza ai poveri, la cura degli ammalati, sia da parte del Governo che dalla Chiesa. Pontetetto fu aperto il Lazzaretto, e l’accesso al territorio della Repubblica venne

tutelato da speciali «cordoni» sanitari. Le Confraternite, distribuivano il pane, assistevano i moribondi e seppellivano i morti.

Qualcuno, nei giorni scorsi lamentava la chiusura delle Chiese, le liturgie a porte chiuse, i funerali e matrimoni vietati in forma

comunitaria, al fine di evitare

assembramenti. È vero, che nelle epidemie del Seicento si tenevano anche imponenti e austere liturgie Penitenziali, nelle quali il popolo era invitato a supplicare Dio, per la cessazione della Peste. A Lucca, il 9 dicembre 1630 fu portato in processione il SS.mo Crocefisso dei Bianchi. Successivamente

seguirono quelle della Madonna del Sasso, dei Miracoli e delle reliquie di S.

Paolino e degli altri Santi protettori della Città. La processione del miracoloso Crocefisso fu imponente e solenne, seppur nella sua austerità. Il Vescovo, a piedi scalzi, con l’abito paonazzo, la corda al collo, portò il

Crocefisso. Vi presero parte i religiosi dei diversi Ordini, il clero e le Confraternite.

Seguiva il Gonfaloniere, anche lui a piedi scalzi e i rappresentanti del Senato. La processione attraversò la Città e raggiunse S. Ponziano, dove fu esposta la reliquia del Preziosissimo Sangue, all’epoca conservata in questa chiesa. Al popolo fu vietato di intervenire, ma poteva assistere, al passaggio della Croce, stando alle finestre.

D E LE DEVOZIONI? PER ORIENTARE L’UOMO A DIO

nche nelle chiese del Contado e nella campagna durante la peste del ’600 si tennero manifestazioni religiose che ebbero come oggetto, immagini venerate. A Borgo a Mozzano, il 15 dicembre 1630, portarono il SS.mo Crocefisso. A Camaiore il SS.mo Nome di Gesù fu posto agli ingressi del Castello, seguendo i suggerimenti di S. Bernardino da Siena, che nel 1410, nel corso della sua predicazione aveva promesso la preservazione da ogni contagio se i camaioresi avessero posto sugli stipiti delle porte il «monogramma raggiato» del Nome di Gesù. In tempi di pandemia, quando oltre alla malattia e la morte, imperversa negli animi un certo timore, la Chiesa ha sempre messo in atto strategie e suggerimenti pastorali che servano a consolare e dare speranza. Prima che la cessazione di una malattia serve infondere la fiducia. Pratiche religiose e devozioni che in questi giorni si vanno riscoprendo, servono soprattutto a «riorentare» l’uomo a Dio e a provocare l’adesione del cuore alla Sua Volontà. «Perché avete paura?» Chiede Gesù ai Discepoli che si erano fatti prendere dal vortice della paura, di una paura più forte di un mare agitato.

Gesù è sempre al nostro fianco e al timone della storia. Se l’uomo guarda solo alle dure circostanze della vita, perde di vista lo sguardo sul futuro. Per fede, sappiamo che il futuro che ci attende è solo la totale e perfetta comunione con Dio, là dove lui vive.

A

Anche allora restrizioni per le messe, fino all’obbligo di celebrarle all’aperto

Un cordone sanitario sul confine della Repubblica, alle processioni in città solo il clero e i religiosi: il popolo assisteva dalle finestre

Nel ’600 arrivò la peste nella Repubblica di Lucca

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IN CAMMINO

29 marzo 2020

III

QUARESIMA E CONVERSIONE ECOLOGICA

n questa settimana alcune considerazioni sui Circoli Laudato Si’.

Sono piccoli gruppi di persone che si

riuniscono regolarmente per approfondire il loro rapporto con Dio Creatore e tutti i membri del creato, alla luce dell’enciclica Laudato Si’ e nel bisogno di affrontare urgentemente il cambiamento climatico e la crisi ecologica. I Circoli Laudato Si’ sono basati su tre pilastri di preghiera, riflessione, ed azione. I Circoli possono radunarsi settimanalmente, bisettimanalmente o mensilmente, a seconda del gruppo. Il formato è

sufficientemente flessibile da permettere che i Circoli abbiano luogo in vari contesti:

residenze, parrocchie, gruppi studenteschi, ecc. È possibile che abbiate già un gruppo locale che possa servire da modello per il vostro cammino, ispirandosi a simili Circoli intorno al mondo.

QUINTA SETTIMANA Vizio ecologico: IRA Può essere facile giudicare o respingere gli altri che non condividono la tua stessa preoccupazione per la Terra. Nota quali pensieri o sentimenti sorgono quando i tuoi sforzi vengono respinti o la tua prospettiva sembra essere fraintesa.

Virtù ecologica:

PAZIENZA Per quanto impegnativo, la Laudato Sì ci fa appello per "andare avanti sulla via del dialogo che richiede pazienza, ascesi e generosità, ricordando sempre che la realtà è superiore all’idea" (LS 201).

Azione di cura:

PROMUOVERE IL DIALOGO

Partecipa a un incontro che abbia per tema la tua preoccupazione per la Terra. Potresti parlare alla tua comunità di un audit energetico o di disinvestire dai combustibili fossili.

Prima dell’incontro, prega per avere la grazia della pazienza e dell’ascolto.

Preghiera ecologica Dio d’amore, mentre restiamo alla tua presenza, ci rendi capaci di cogliere l’infinita bellezza di ciò che hai creato, di tutto ciò che viene da te, della tua inesauribile compassione. Aumenta la nostra attenzione per gli altri e per tutta la creazione. Insegnaci a scoprire il valore di tutto e rendici portatori di pace nella famiglia umana. (frére Alois della comunità di Taizé, XXI sec.)

Mario Battaglia, AC Lucca in collegamento con il Movimento cattolico mondiale per il clima

I

arlando al telefono con questa gentile e solare signora, appare chiaro fin da subito come sia

un’appassionata di storia.

Ma soprattutto grande indagatrice di storie di emigrazione. E tra le tante però che potrebbe raccontare, le chiediamo di raccontarci quella di suo nonno. E andiamo indietro di un secolo e più.

«Il nonno mio! Abuelo gringo!», Elena Quintilia Tori de Rubiano lo definisce così in alcune poesie che ha scritto; lei vive a Cordoba in Argentina, dove le testimonianze italiane sono presenti non solo nei tanti discendenti di emigrati ma anche in monumenti, palazzi, opere d’arte...

Il nonno di Elena Quintilia, Florindo Seghetti, nacque a Montecarlo il 27 agosto del 1879. Arrivò per la prima volta in Argentina il 21 marzo 1895 con la nave

«Regina Margherita».

Aveva 15 anni, andò subito nella provincia di Cordoba ma non si trovò bene e tornò presto in Italia. Tuttavia le

ristrettezze e la miseria gli imposero di ripartire subito, questa volta per gli Stati Uniti dove rimase per quattro anni, in

California. Di lavoro portava il pane ai clienti di un forno. Nel 1900 Florindo tornò in Italia per la leva militare: «Soldato di Leva di Prima Categoria, dice questo vecchio

libretto che ho nelle mie mani» racconta la nipote Elena Quintilia «Faceva la ronda al Palazzo Reale di Venezia». In quel periodo di ritorno in Italia, Florindo e la sarta Elena Nelli anche lei di Montecarlo, si innamorarono. Si

sposarono nel 1906 ma lei accettò con la promessa di emigrare in California.

Però Florindo voleva provare di nuovo ad andare a Cordoba in Argentina, dove conosceva qualcuno e c’erano già dei parenti. L’ha vinta lui che alla fine dice alla moglie che stanno partendo per gli Stati Uniti invece si imbarcano a Genova per Cordoba, «Ma fu una bugia» dice Elena Quintilia «e mia nonna visse per molto tempo a Cordoba pensando di essere in California. Ero piccina, ma ricordo che quando qualcosa andava male mia nonna diceva

"Maledetta California!

Brutta sei!».

E questo è solo l’inizio dell’avventura. Che dovrebbe davvero farci pensare a come e con quanti sacrifici in molti hanno fatto la vita da emigrante, per necessità, per dare un futuro alla famiglia.

A Cordoba in Argentina comprarono una casa con annesso un locale che

diventerà un alimentari, si chiamerà «Il buon gusto».

Le cose economicamente vanno bene e Florindo, che conserva sempre una forte nostalgia per l’Italia, decide di tornare in Italia, a Viareggio dove apre un bar sulla spiaggia di fronte a Piazza Mazzini: il bar

«Unione». Florindo ha l’idea di sfruttare la bella stagione in Italia per poi trasferirsi a Cordoba per l’alimentari. Quindi sei mesi sta in

Argentina e sei mesi in Italia.

Siamo a cavallo delle due guerre mondiali.

Ovviamente dietro di lui c’è la sua famiglia.

In Argentina nascono tre femmine, tra cui Ada la mamma di Elena Quintilia.

L’unico maschio nascerà in Italia. Le tre figlie (Ada, Natalina, Elisa) faranno la

prima comunione nella parrocchia di S. Andrea a Viareggio.

Per anni la vita va avanti così. E per non farsi mancar niente, questo

«abuelo gringo» si porta nei viaggi in nave, lunghi e

faticosi, anche un

pappagallo verde e azzurro che diventerà famoso sia a Viareggio che a Cordoba, ripetendo frasi sia in spagnolo che in italiano.

La moglie, Elena, continuerà a fare la sarta ovunque si trovi portandosi nei viaggi la macchina per cucire.

Un giorno a Viareggio, d’estate, un gruppo di camice nere, era il tempo della dittatura di Mussolini, andarono nel bar di Florindo per mangiare e bere qualcosa. Il

pappagallo se ne uscì con una frase spagnola che le camice nere intesero come di dileggio. Non servirono a niente le giustificazioni di Florindo, lo

picchiarono e gli fecero

bere l’olio di ricino esponendolo al pubblico ludibrio.

Florindo, affranto, vendette il bar e lasciò l’Italia. Si ritirò Cordoba con tutta la famiglia. Il sogno di tornare, un giorno, in Italia lo terrà sempre con sé, ma purtroppo non ebbe mai modo di realizzarlo. Prima morirà la moglie Elena nel 1957. Poi morirà Florindo nel 1961.

La Camera di Commercio di Lucca e anche

l’Associazione Lucchesi nel Mondo, alle famiglie Nelli e Seghetti hanno riservato un premio come «Lucchesi che si sono distinti all’estero». Perchè molti furono i familiari che seguirono le orme di Florindo Seghetti e Elena Nelli. Inoltre, racconta la nipote «A Cordoba mio nonno è stato nel gruppo fondatore della "Unione e Benvolenza" e anche dell’Ospedale Italiano».

In questo piccolo osservatorio globale, la memoria di vite, pur lontane nel tempo, parlano all’oggi.

P

LUCCHESI NEL MONDO Piccolo osservatorio globale

«LA STORIA DI MIO NONNO FLORINDO:

FATICHE E SACRIFICI PER LA SUA FAMIGLIA»

Una vita avventurosa iniziata a 15 anni per sfuggire alla miseria.

Prima da solo.

Poi con la moglie per anni visse tra Cordoba (Argentina) e Viareggio Un pappagallo fu la sua fortuna

e purtroppo anche la causa di una scelta dolorosa

BBC RADIO

HA INTERVISTATO IL SINDACO BONFANTI DI PESCAGLIA

ome affronta l’emergenza Coronavirus un piccolo Comune toscano come Pescaglia?

Se lo è chiesto l’emittente radio in lingua inglese Bbc World Service. È noto l’affetto degli inglesi per la Toscana e la cosa non he certo stupito il Sindaco di Pescaglia Andrea Bonfanti che è stato contattato da questa prestigiosa

emittente.

Le curiosità per il pubblico d’Oltremanica erano quelle di capire quello che fa un sindaco in qualità di rappresentante della piccola comunità locale ma anche come cittadino italiano nella vita durante questa crisi.

Andrea Bonfanti, intervistato dal giornalista Mike Johnson, ha registrato telefonicamente martedì 17 marzo. Oltre al sindaco è stata intervistata Ilaria Del Bianco, presidente dell’Associazione Lucchesi nel Mondo. L’intervista è poi andata in onda il giorno successivo, mercoledì 18 marzo.

L’emittente inglese, che comunque trasmette in tutto il mondo, sta prestando una particolare attenzione alle questioni legate all’emergenza del Covid-19 non solo nelle più grandi realtà ma anche in quelle più lontane dalle cronache nazionali.

Ecco quindi che, grazie anche alla rete dei contatti dell’Associazione Lucchesi nel Mondo che con Pescaglia ha un legame particolare visto che è proprietaria del Museo Pucciniano di Celle dei Puccini, è nata l’idea di intervistare il sindaco Andrea Bonfanti e la presidente Ilaria Del Bianco.

C

l 21 di marzo ci sono stati i primi 3 guariti nel reparto di malattie infettive del San Luca di Lucca. La foto, che ha fatto il giro dei social, racconta la felicità anche dei medici e degli infermieri. È la prima bella notizia sul nostro territorio nel contesto di una emergenza sanitaria da Covid19 che riguarda l’intero Paese e non solo.

Ma restando al nostro territorio una buona notizia sono i lavori che stanno andando avanti a pieno regime nella Cittadella della Salute «Campo di Marte» dove lo sforzo è quello di

terminare proprio entro questa settimana la realizzazione di 72 posti letto «Covid» in

particolare di area critica (intensiva e sub intensiva). Una ventina saranno i letti

disponibili nell’edificio «O», tutti gli altri nel padiglione «C»

della Cittadella della Salute.

In questo sforzo sono impegnate varie squadre di operai, che lavorano su più di due turni. In tutto si tratta di una quarantina di operai e 4-5 ingegneri con il coordinamento del personale dell’ufficio tecnico aziendale (il direttore di tutto il dipartimento dell’Azienda USL Toscana nord ovest è l’ingegner Nicola Ceragioli, un lucchese).

Per tutta l’area vasta del nord ovest della Toscana, i nuovi posti letto al «Campo di Marte»

sono un vero e proprio «polmone». Questa operazione riguarda, come anticipavamo sullo scorso numero, la ricerca di nuovi posti letto in tutti gli ex ospedali di questa area vasta, compresi quindi anche gli ex ospedali di Massa e Carrara, dove ne verranno aperti alcuni, anche se in numero inferiore rispetto a Lucca.

Da ricordare inoltre che della rete di area vasta fanno parte anche i posti letto dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana e quindi anche i letti che si stanno ricavando al Santa Chiara di Pisa.

Lorenzo Maffei

I

TRA PRIME GUARIGIONI E NUOVI POSTI LETTO

ULTIME NOTIZIE

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IN CAMMINO

29 marzo 2020

IV

iviamo un tempo di emergenza, a causa del coronavirus, che non sembra essere facile, anche perché necessariamente limita le relazioni sociali, fino al punto che non sono ammessi baci e abbracci ed effusioni varie, come pure il darsi la mano e si deve stare a una certa distanza gli uni dagli altri.

Vietato, giustamente, ogni assembramento.

Tutto questo fino al 3 aprile, salvo complicazioni. Se questa situazione dovesse perdurare per un tempo ancora più lungo, rischiamo di rintanarci ognuno per conto proprio e di vivere da isolati una vita

eremitica.

E se già stavano prendendo campo le relazioni virtuali, figurarsi, ora.

Il chattare diventa la via normale dell’incontro, si parla senza vederci, se non virtualmente.

Come pure la posta elettronica funziona moltissimo, vista la velocità del «scrivi e rispond».

Insomma, tutti nella rete, sperando di non restarci dentro, perché sarebbero guai.

Persino nelle chiese è diventato impossibile pregare insieme, perché il divieto di assembramento è arrivato anche lì, dove nei primi giorni del virus, veniva omesso lo scambio della pace, e la comunione veniva data esclusivamente nella mano.

Ma ora sono sospese tutte le celebrazioni, è vietata ogni riunione per paura di contagio.

Tutti divieti che speriamo diano risultati positivi per la sconfitta del virus.

Però niente vieta che si continui a salutarci, qualora ci si incontri, anche senza la stretta di mano e gli abbracci.

Ci si può salutare con un cenno della mano o del capo oppure guardandoci negli occhi e scambiandoci un bel sorriso o mandando un bacio.

Chissà che lo scambio dei saluti, terminata l’emergenza, non diventi più caloroso dell’abituale stretta di mano o del «grattarsi»

vicendevolmente la schiena?

Ci sono tante persone, soprattutto anziani e malati, che non possono uscire di casa perché hanno paura del virus, e rischiano di restare chiusi nelle loro abitazioni, senza vedere nessuno e chissà per quanto tempo.

Perché non fare loro una telefonata e conversare con loro,

incoraggiandoli?

A volte, certe situazioni che cambiano i nostri modi di vivere, possono creare e favorire profonde amicizie.

C’è poi un rischio in cui possiamo cadere tutti, che è quello di vedere nell’altro un portatore o un potenziale trasmettitore del

coronavirus, soprattutto se si tratti di persone di origine orientale, come è avvenuto nelle settimane scorse, in diverse parti d’Italia.

Sono comportamenti

incomprensibili in persone civili.

Sono stupidità, meglio sarebbe dire violenza gratuita.

Perché vogliamo rendere più difficile la vita a certe persone che già hanno tanti disagi, trovandosi fuori dalla propria terra?

Il «dagli all’untore» di manzoniana memoria, sia soltanto un ricordo di altri tempi.

Attenti a non lasciarsi prendere dal panico, cattivo consigliere, con il rischio di vedere nell’altro un

«untore».

Saremmo al top della confusione.

Franco Cerri cerrif@alice.it

V

a battaglia contro Covid-19 ha spinto al temporaneo cambiamento degli stili di vita che, nonostante il blocco di gran parte del Paese e le difficoltà, attestano la resilienza degli italiani.

Ne sono testimoni quattro giovani lucchesi da noi intervistati prima delle disposizioni governative annunciato il 21 marzo scorso.

COME VA CON IL LAVORO?

FAI LAVORO AGILE?

«Sì. Avevo già provato questa modalità in passato» risponde Simone Bagnesi (34 anni) ingegnere gestionale che lavora per una azienda dell’alta moda «e oggi ne confermo i benefici: minor stress, anticipo dell’inizio delle attività e durata, minori costi (per chi lavora lontano da casa ). Con le persone del team condivido il giorno prima, via email, le attività che dovranno essere svolte ogni singolo giorno, rimanendo a disposizione per ogni

evenienza». Bagnesi aggiunge:

«questa modalità di lavoro non può sostituire in toto quella d’ufficio, ma è una valida alternativa, integrabile con la normale attività».

Stefano Michelini 31 anni, geometra, ci spiega che una delle due fasi del suo lavoro

«da svolgere in ufficio per elaborare le pratiche» riesce a farla anche da casa. Invece Chiara Bertolozzi (27 anni), laureata in lingue,

impiegata in una azienda di automazione per cantieri, deve recarsi a lavoro, perché comunque «le esportazioni dei macchinari procedono lente, ma regolari».

IN QUALI PROBLEMI TI IMBATTI?

«Appurato che una persona disponga di laptop, telefono e di una connessione internet sufficiente, i problemi principali» afferma Bagnesi

«sono legati al coordinamento delle attività/risorse e al loro controllo. Per questo è fondamentale la definizione di task giornalieri che

permettano di valutare se una persona ha lavorato e se il carico è commisurato».

Michelini invece ci racconta di stare limitando «gli appuntamenti e i

sopralluoghi al massimo», per dedicarsi all’attività di ufficio, anche se «Non è semplice: la testa spesso va altrove, alla salute dei miei genitori, amici, volontari di Croce Rossa di cui faccio parte; è veramente difficile concentrarsi». Bertolozzi risponde di dover fronteggiare

«Qualche problema nelle spedizioni da parte delle

aziende più strutturate, che hanno dimezzato il personale per mantenere le distanze di sicurezza» inoltre aggiunge:

«mi sono accorta di essere rallentata psicologicamente nel mio lavoro: la testa va altrove, data la situazione attuale. Comunque so di non essere l’unica».

COME VA IN FAMIGLIA?

Bagnesi, che vive con la compagna, racconta:

«Nessuna particolare organizzazione o

accorgimento. Impatti in casa e in famiglia ci sono, ma positivi» vista (ndr) «la maggiore possibilità di dedicarmi a quest’ultime, sfruttando a pieno eventuali tempi liberi dal lavoro».

Anche Gloria Meloni (28 anni) geometra che lavora per un’azienda di impianti solari, vive con il compagno e non riscontra problemi: «in famiglia stiamo tutti bene;

esco per le cose necessarie e non mi pesa. Non è una situazione abituale, ma ci arrangiamo». Per Bertolozzi, che vive con Michelini

«cambia un po’ lo stile del weekend. Niente di

drammatico. Non ci dispiace scegliere di sperimentare qualche ricetta.

Fortunatamente viviamo in mezzo a due supermercati, […] ci sono una farmacia e un panificio; quindi non

facciamo grossi spostamenti.

Mi piacerebbe poter andare da mia mamma, che sta in campagna non lontana da noi, a prendere una boccata d’aria, ma non è possibile al momento. Voglio chiarire se

le passeggiate vicino casa sono ammesse, dato che ho saputo che gente che passeggiava dietro casa sua è stata fermata dalle autorità e ha rischiato la denuncia».

RITIENI EFFICACI

LE MISURE DEL GOVERNO?

«Il Governo ha risposto in maniera soddisfacente»

risponde Bagnesi, «Era la prima volta che si trovava a gestire una emergenza di queste proporzioni, in cui anche gli esperti non avevano ben chiaro lo stato e la futura evoluzione. Scelte non facili»

prosegue «l’obiettivo è tutelare la salute di tutti, ma allo stesso tempo devono essere gestite tutte le necessità economiche e lavorative».

Meloni sottolinea che «ancora purtroppo non tutti hanno senso civico». Per Bertolozzi le misure sono difficili, ma necessarie e aggiunge: «se prendessimo esempio dalla Cina, potremmo uscire presto da questa situazione, anche se dal prossimo mese, se tutto va bene, ci saranno dei problemi per i professionisti, le aziende e le scuole, per ripartire."

Michelini concorda con la compagna sulla necessità dei recenti Dpcm, posti a "tutela nostra e dei nostri vicini, familiari, amici, clienti e colleghi". Michelini inoltre sottolinea l’importanza dei buoni esempi dei cittadini:

"l’auspicio è che le persone vedendo il comportamento dei loro simili si

responsabilizzino e capiscano quanto potenzialmente grave possa diventare questa situazione se non contenuta».

N.G.

L

Le testimonianze di alcuni giovani,

come tutti alle prese con l’emergenza

Storie di lavoro e famiglia, nonostante le preoccupazioni che appesantiscono la giornata le cose vanno avanti ma con un ritmo diverso e vera comprensione per le limitazioni

CORTO CIRCUITO

Parliamo del saluto ai tempi

del coronavirus

nche il servizio mensa della Caritas a Marlia si è convertito in servizio da asporto e questa nuova realtà è finita con un video (in foto un frame, ndr) pure sulla pagina facebook della Conferenza Episcopale Italiana.

Prima dell’emergenza sanitaria un pulmino veniva utilizzato per prendere le persone nella zona dello stadio di Lucca e portarle nei locali di Marlia dove potevano mangiare sedute come avviene in famiglia.

In questa fase la situazione è cambiata velocemente. E non poco. Ma andiamo per gradi.

L’attuale emergenza mette a dura prova tutto il sistema nazionale ma non è riuscita a far mollare la presa a

chi si occupa ogni giorno di chi ha bisogno. I volontari non si fermano ma

stringono i denti per far si che nessuno venga dimenticato.

Grazie alla testimonianza di

Daniela Batistoni, volontaria presso l’oratorio della parrocchia di Marlia, è possibile portare alla luce la realtà di molte persone che nel nostro paese si impegnano per far fronte a quelle «silenziose» esigenze che oggi più che mai si fanno sentire. Il punto è che in questi giorni «Stanno aumentando esponenzialmente: da 20 persone siamo arrivati a 65» precisa Daniela. Si tratta di quelle persone che abitualmente non hanno una fissa dimora o

A

la possibilità di procurarsi i beni di prima necessità autonomamente e che ora si recano presso le stanze parrocchiali di S.

Concordio, perchè a seguito dell’emergenza sanitaria, meglio rispondono alle esigenze come centro di distribuzione dei pasti da asporto e anche perché più facilmente raggiungibili rispetto ai locali di Marlia.

A S. Concordio si forniscono pasti completi da asporto, attualmente però donati dall’Azienda Del Monte. A distribuirli i volontari di Caritas Marlia, Caritas Suburbana II, Caritas Segromigno e S.

Egidio.

Sono state molte le precauzioni adottate per

il mantenimento delle buone regole igienico-sanitarie in questi giorni di emergenza: tra cui la messa a disposizione di Dpi idonei e il trasferimento dell’attività di distribuzione. In un primo momento la distribuzione avveniva nel parcheggio dello Stadio attraverso un pulmino poi sono stati scelti i locali parrocchiali a S.Concordio, più idonei anche per evitare assembramenti e mantenere le distanze.

È cambiata anche la tipologia di pasti.

Spiega Daniela che ad esempio per motivi organizzativi non è più possibile distribuire minestroni caldi.

Vero è che non è così facile tenere sotto controllo la situazione perché sempre più persone si trovano a dover richiedere questo servizio, per questo saranno presenti i vigili in modo da garantire la riuscita dell’attività in condizioni di sicurezza sanitaria nel rispetto di chi viene per il servizio e dei volontari che questo servizio lo offrono.

«Siamo persone che amano altre persone, quindi per quello che possiamo,

continuiamo ad aiutare nel rispetto della sicurezza perché è un momento difficile per tutti. Mi raccomando, non mollate, perché ora è veramente il momento di stringere i denti e andare avanti» questo è il messaggio che la signora Daniela vuole dare a tutti.

Avviso:

rilanciamo l’appello che mons.

Paolo Giulietti ha fatto su NoiTv. Se ci sono giovani che non sono a rischio per se e per i familiari e vogliono aiutare la Caritas possono rivolgersi al proprio parroco o chiamare direttamente la Caritas Diocesana 0583 430938/39.

Caritas: pasti da asporto a S. Concordio

Sono aumentate

le persone che chiedono

un pasto, l’emergenza

sanitaria trasforma anche

i servizi più strutturati

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IN CAMMINO

29 marzo 2020

V

LE COMUNITÀ RACCONTANO

ita della comunità ai tempi del COVID-19. La rapida e inesorabile diffusione del virus ha obbligato sacerdoti e fedeli a usare e sperimentare delle "app" per rimanere in contatto. Così è avvenuto anche nella comunità parrocchiale di San Giovanni Bosco a Viareggio. Queste sono alcune disposizioni prese dal parroco don Antonio Tigli: la Chiesa rimane aperta ogni giorno per la preghiera personale e per l’Adorazione Eucaristica la domenica pomeriggio; la Caritas rimane aperta solo per la distribuzione degli alimenti; sul gruppo Facebook della parrocchia don Antonio quotidianamente fa un breve video- intervento sulla liturgia del giorno; la domenica alle ore undici sempre sul gruppo Facebook la S.

Messa viene celebrata in diretta streaming.

«Mai come in questi tempi abbiamo bisogno di comunicazione, per cacciare la solitudine. Durante la giornata mi arrivano telefonate di qualche persona che vuole salutare, che vuole un consiglio, che vuole sentire un’altra voce. Per sentire che gli uni gli altri siamo nella stessa sorte, ma nella speranza, nella consapevolezza che questo tempo passerà» afferma don Antonio.

Il sacerdote ha fin da subito esortato catechiste ed educatori a non perdere contatto con i propri ragazzi, utilizzando i già esistenti gruppi Whatsapp e account di Instagram, social più in voga tra i giovanissimi. A tal proposito, il settore

«Ragazzi» dell’Azione Cattolica parrocchiale ha creato un account su Instagram dove i ragazzi possano pubblicare e condividere attività, preghiere, disegni e video.

In questo tempo in cui si combatte un nemico invisibile ed insidioso, troviamo un lato positivo nel buon utilizzo dei social; Instagram, Facebook, Whatsapp e altre applicazioni - come ad esempio Meet e Zoom - sono diventati i nuovi veicoli per ascoltare e diffondere la Parola di Dio.

Matteo Gemignani

V

e restrizioni sancite dal Governo per combattere il Coronavirus erano indubbiamente necessarie, ma i costi sono molti. Non soltanto quelli economici, ma anche quelli sociali e relazionali. Il mondo del volontariato è messo in queste settimane a dura prova, soprattutto quello legato alle attività di supporto ad anziani e non autosufficienti.

La conferma arriva da S. Anna, dove da anni è attivo il Centro

Parrocchiale di via Togliatti, fortemente voluto dalla comunità a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta.

La struttura funge anche da residenza per gli anziani, che trascorrono con maggior serenità le giornate anche grazie all’impegno dei volontari della parrocchia.

A svolgere questa attività di volontariato nel quartiere è

l’Associazione La Finestra, creata oltre trenta anni fa con il lungimirante scopo dell’assistenza ai «nonni» in una nazione dove i nuclei familiari sono sempre meno adatti alla cura diretta dell’anziano.

In questa fase di Coronavirus, agli ospiti della Casa Anziani resta forte l’impegno e la professionalità del personale sanitario della cooperativa, ma manca gran parte delle attività ricreative e di compagnia da sempre fornita dall’associazione.

Cultura, fede e tempo libero. In queste tre categorie si fonda l’attività dei volontari, di cui godono sia gli ospiti sia i tanti che abitano nelle proprie case ma che utilizzano il Centro Parrocchiale come punto di aggregazione.

Sono stati sospesi i giovedì culturali dove esperti appositamente invitati

affrontano con gli anziani argomenti quali musica, storia, benessere e arte.

Nel tempo libero i presenti possono godere di giornali e di altre attività quali tombola, carte e attività di cucito. Altro apprezzato

appuntamento per gli ospiti è quello del sabato pomeriggio, dove viene prestata attenzione alla Fede: sta mancando l’incontro con i sacerdoti e con i volontari che si impegnano ogni settimana per lettura e meditazione del Vangelo e delle lettura domenicali. Sospesa la compagnia che alcune volontarie offrono per una chiacchierata con i non autosufficienti costretti al letto, mentre gli incontri con i familiari sono limitatissimi e ridotti solo allo stretto necessario, visto che

l’esposizione al virus è molto più rischiosa per anziani già fisicamente deboli.

Aggiungiamo poi che è partita una iniziativa dell’Oratorio San Giovanni Paolo II rivolta ai giovani. Consiste nel registrare un video di un ballo, che può coinvolgere anche la

famiglia, il quale poi va mandato alla mail oratflashmob@gmail.com. Sarà montato un filmato con tutto il materiale che arriva e poi condiviso su facebook e instagram: «è un progetto che abbiamo realizzato per passare tutti insieme del tempo in compagnia a ritmo di musica, anche se a distanza» dicono gli ideatori tra cui i ragazzi del Servizio Civile.

Infine da domenica scorsa è stato aperto un canale youtube della parrocchia da dove tutti possono assistere alla santa messa celebrata dal parroco don Paolo Dalle Mura.

Michele Citarella

L

emergenza Coronavirus in corso ha indotto la Comunità Pastorale di Porcari Rughi e Padule a collaborare con il Centro

operativo comunale (Coc) di Protezione Civile del Comune di Porcari.

«La funzione principale del Coc è quella di garantire assistenza alla popolazione in questo

momento di difficoltà. I giorni di riduzione delle attività sociali e legate alla routine iniziano ad essere considerevoli. Stiamo facendo il possibile per rendere questo momento meno pesante possibile» esordisce il Sindaco

Leonardo Fornaciari. Tutto questo di fatto si affianca ad altre iniziative già intraprese come quella dell’associazione

Porcari Attiva che è formata dai commercianti del paese i quali hanno portato un aiuto concreto fornendo la spesa a domicilio, o anche a quella di sette psicologhe che collaborano con la

popolazione in difficoltà attraverso l’assistenza telefonica.

In particolare però l’iniziativa della Comunità Pastorale Porcari Rughi Padule è nata in sinergia con la Caritas

Interparrocchiale che ha a capo don Americo Marsili il quale

afferma: «In questo grave momento, come ci è stato richiesto dal nostro Sindaco, ci rendiamo disponibili attraverso i nostri volontari che ringrazio per la loro disponibilità e per il prezioso lavoro che svolgono, a collaborare con la Protezione Civile del Comune di Porcari per aiutare le persone anziane, ammalate o comunque impossibilitate a muoversi di casa nel reperire le ricette mediche e i medicinali. Questo servizio va ad aggiungersi alle tante e delicate incombenze a cui la Protezione Civile deve far fronte in questo momento così difficile per il nostro paese e per il territorio. Pertanto, ancora maggiore è il dovere di un pubblico e grato riconoscimento per la totale abnegazione con cui si prodigano in ogni situazione di emergenza e di necessità e per questo ulteriore

gesto di disponibilità».

A queste affermazioni fa eco il Sindaco Fornaciari che conclude: «Ringrazio Don Americo che si è fatto avanti sin dal primo momento. Adesso è fondamentale l’aiuto di tutti.

Ripeto da giorni di rimanere in casa e di limitare il più possibile le uscite, razionalizzando gli spostamenti. Ne va della salute di tutti e se non ci

comporteremo

responsabilmente, questo nostro sforzo verrà vanificato.

Ora è il momento della responsabilità per cui restiamo in casa e utilizziamo il Coc per tutto ciò che ci è possibile».

Per ogni necessità può essere chiamato il numero unico del Coc del Comune di Porcari 0583 211815, attivo dal lunedì alla domenica dalle ore 9 alle ore 14.

Nubia Fanucchi

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CONTINUIAMO A RACCONTARE COSA ACCADE

è un fermento vero, reale, nelle nostre comunità. Tra chi scopre, o riscopre, l’utilità delle nuove tecnologie per farsi accanto alle persone, pur nella distanza fisica, e chi inventa qualcosa di bello per aiutare chi adesso è in difficoltà. Tra chi promuove nelle famiglie preghiere e lettura della Parola di Dio, e chi usa le campane per avvisare che qualcuno, magari anche solo il parroco, sta pregando o celebrando una messa. Continua dunque il nostro viaggio nelle comunità e vi invitiamo a scriverci a incammino@toscanaoggi.it, per

condividere con tutti i passi più o meno grandi, non ha importanza, che per fede vengo compiuti nelle comunità. Abbiamo ricevuto anche una bella riflessione di don Giuseppe Andreozzi e la trovate

pubblicata a pagina 11 del fascicolo regionale.

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Qui San Giovanni Bosco a Viareggio

QUI SANT’ANNA A LUCCA

Qui Porcari: collaborazione tra parrocchia e comune

nche la comunità di Badia di Cantignano, Coselli, Guamo e Vorno si sta attivando in questi giorni con varie modalità. Ad esempio don Emanuele Andreuccetti propone sul suo account instagram delle riflessioni sulla Parola di Dio. Ma, raggiunto telefonicamente, non ha dubbi a sostenere la bellezza «di una iniziativa nata

spontaneamente dai giovani delle comunità, per stare accanto agli anziani o comunque alle persone fragili che in questi giorni sono soli».

Ecco la vicenda. Prima del blocco deciso dal Governo, il gruppo giovani aveva organizzato una cena per raccogliere fondi a favore dell’Ospedale San Luca e il ricavato è servito a donare 50 caschetti protettivi per personale medico e infermieristico. Al momento,

«stiamo cercando di reperire anche cinquanta camici» dichiara l’educatrice del gruppo Claudia Berti, «ma non è semplice reperirli».

Arrivato il lockdown, cioè l’obbligo di restare a casa, questi giovani però non si son dati per vinti e hanno ben pensato di organizzare un servizio di consegna a domicilio di beni primari (spesa e farmaci) per gli anziani e i più fragili che, non avendo nessuno e dovendo rimanere in casa, avevano bisogno d’aiuto.

«Questo è stato possibile grazie alla collaborazione tra i giovani del Gruppo Fratres di Badia di Cantignano, Coselli, Guamo e Vorno, il settore giovanile dell’unità pastorale e diverse persone dei nostri paesi»

spiega Claudia, «In tutto parliamo di circa una trentina di volontari di età compresa tra i 17 e i 35 anni».

Ovviamente nel prestare questo servizio vengono rispettate tutte le norme

anticontagio previste per legge ed usati tutti i dispositivi necessari. Ovvio che per lo svolgimento di questo impegno questo gruppo spontaneo poi si è messo in collaborazione con la protezione civile e l’amministrazione comunale di Capannori.

Questo particolare servizio i giovani lo hanno denominato «#Iorestoacasa, esco solo se avete bisogno di me» ed è partito il16 Marzo, in soli due giorno già raggiunto ben 46 famiglie.

Mentre scriviamo è il numero è raddoppiato e aumenterà di sicuro nei prossimi giorni.

«Inoltre insieme al materiale consegnato», dice don Emanuele «i ragazzi danno ad ogni famiglia un biglietto con una preghiera, anche questa è una piccola ma importante forma di evangelizzazione, un segno per non far sentire sole le persone».

Tornando alla cena fatta prima delle

quarantene e del blocco generale, va aggiunto che la donazione al S. Luca è stata possibile anche grazie al contributo non solo del gruppo giovani ma anche di un generoso imprenditore della zona e del gruppo «I brizzolati» gli anziani dei paesi. Inoltre, dopo la donazione, è arrivato anche il

ringraziamento del primario di malattie infettive dell’ospedale di Lucca, il dottor Sauro Luchi. Come si evince anche da questa esperienza c’è un fermento di bene che, in questo caso come in molti altri, vede i giovani delle nostre comunità veri protagonisti.

A

Qui le comunità di Badia

di Cantignano,

Coselli, Guamo

e Vorno

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IN CAMMINO

29 marzo 2020

VI

l 15 marzo scorso, il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini è stato ricoverato nel reparto di malattie infettive del San Luca di Lucca.

Positivo al covid19 dal 9 marzo scorso, ha passato un periodo di isolamento protetto nella sua abitazione; alla fine è dovuto ricorrere all’ospedale.

Passati i primi giorni di febbre (ha ancora una polmonite), e avviatosi gradualmente verso un continuo miglioramento, il 20 marzo, è uscita una sua prima dichiarazione proprio dall’ospedale, attraverso un lungo e intenso

post su facebook.

Il sindaco nel post annotava lo scorso 20 marzo: "La strada della completa guarigione è ancora lunga, questo virus non è affatto come un’influenza e

ogni giorno senza febbre e con un po’ di respiro in più è un giorno conquistato, in un mare di notizie drammatiche che rimbalzano sulle chat dei sindaci, che mi arrivano dalla Lombardia, che sento rincorrere anche qui in ospedale».

Poi alcune considerazione di attualità: «I sindaci italiani

I

rilevano dappertutto

comportamenti impropri. C’è chi è arrivato a invocare l’esercito per chiudere le città e fare stare la gente a casa. Anche qui in ospedale mi dicono che ancora troppe persone sono in giro e non vogliono

intenderla. Se continua così non se ne esce più. E il disastro si prolungherà sino a divenire davvero insostenibile. Non penso che sia la fine del mondo (più di quanto già non lo sia) interrompere le attività non fondamentali per altri dieci giorni e se serve per altri dieci ancora. Vi chiedo di

rispettare le regole e di stare a casa. Ve lo chiedo per chi sta male, per chi soffre, per chi sta sommando nuovi sacrifici a sacrifici

pregressi, per chi muore a causa di questo virus e per i familiari che restano.

Lo chiedo per voi, che volete tornare ad avere la vostra normalità. E ve lo chiedo per tutti noi, quindi per il nostro Paese, che abbiamo diritto al futuro, che porterà

cambiamenti notevoli rispetto alla nostra vita di prima, ma che sarà comunque vita».

Dopo queste considerazioni il post lo conclude così:

«Rinasceremo insieme, ma ce la faremo solo se oggi tutti noi facciamo come il piccolo volatile della favola del Colibrì, che cercava di spegnere un vasto incendio portando acqua con il suo piccolo becco. "Io faccio la mia parte", rispose al leone che lo derideva. Dopo queste parole anche gli altri animali corsero al lago, per prendere l’acqua e domare le fiamme, ognuno come poteva. Anche noi, oggi, mettendo tutte le nostre forze insieme, possiamo spegnere questo grande incendio. Vi ringrazio per i tanti messaggi, vi porto con me».

Prima del ricovero, l’ultimo atto firmato era stato la chiusura del viale sulle Mura Urbane: «Mai avrei pensato, da Sindaco, di arrivare a firmare un provvedimento così forte e così impattante nella vita e nell’immaginario di

ognuno di noi» disse, per poi aggiungere: «Vi prego, credetemi: se siamo arrivati a prendere un provvedimento di questo tipo significa che la situazione è seria. Non si può più fare in modo che la gente si sposti e si ritrovi tutta nello stesso posto. L’affollamento e il contatto ravvicinato sono pericolosi per tutti noi».

Concluse così l’annuncio di questa decisione: «Sarà più bello ritrovarci sulle Mura non appena tutto sarà finito. Sarà come respirare una nuova libertà. Forti della

consapevolezza che l’abbiamo conquistata tutti insieme».

Anche noi di Toscana Oggi-In Cammino facciamo gli auguri di pronta guarigione, immaginando, perchè no, anche una bella e gioiosa iniziativa quando il viale delle Mura sarà riaperto. Quando questa emergenza sarà terminata.

Le fondazioni lucchesi a sostegno del S. Luca

a Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca ha stanziato altri 350.000 euro a favore dell’Asl Toscana Nord- Ovest per far fronte all’emergenza Coronavirus. La notizia è stata comunicata oggi al Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Maria Letizia Casani direttamente dal presidente Marcello Bertocchini, il quale ha dichiarato la disponibilità dell’Ente di San Micheletto a valutare ulteriori necessità che potranno emergere in questo frangente così drammatico. La Direzione dell’Asl Toscana Nord Ovest ha espresso un sentito

ringraziamento alla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca che ha messo a disposizione le sue risorse in una situazione così complessa. La stessa Direzione ha evidenziato poi che tutti gli operatori sanitari stanno

lavorando con impegno e grande trasporto, anche emotivo. Per loro percepire la solidarietà e la vicinanza delle istituzioni e di tutte le

componenti della comunità è fondamentale. La donazione si aggiunge alle risorse già messe in campo la settimana scorsa quando la Fondazione aveva deciso di destinare 165 mila euro per far fronte ai primi acquisti urgenti. Con quella somma sono stati ordinati ecografi e videolaringoscopi per il reparto di Terapia intensiva ed ecomotografi portatili per il reparto Malattie infettive. Il tutto destinato all’Ospedale San Luca di Lucca. A questa iniziativa aveva aderito anche la Fondazione Banca del Monte di Lucca. Anche le nuove risorse verranno impiegate con le medesime modalità: l’ASL infatti individuerà le varie necessità, comunicandole quindi alla Fondazione, la quale procederà ad ordinare gli strumenti sanitari necessari.

Jam Academy Lucca non si è fermata e prosegue con la didattica a distanza

a Jam Academy Lucca (scuola di musica moderna), già attiva con strumenti digitali per i suoi corsi in Bachelor of Art, prosegue l’attività ordinaria attraverso piattaforme e strumenti messi a disposizione dalla rete. Proseguono infatti regolarmente le lezioni per tutti gli studenti in Production e Performance, e si conferma l’appuntamento con l’open day virtuale in programma per giovedì 26 marzo 2020 mattina, proprio per conoscere l’offerta formativa del Bachelor of Arts in Production. «In questi giorni di stravolgimento dei normali ritmi della scuola» spiega Riccardo Morici, responsabile creativo dei corsi Bachelor «abbiamo dovuto

necessariamente riorganizzare tutto il piano didattico, prevedendo lo svolgimento delle lezioni attraverso piattaforme web di video conferenza.

Merito dell’impegno comune di tutto il corpo docente e di tutti gli studenti Jam Academy, che hanno accolto positivamente, se pur con qualche difficoltà tecnica, le lezioni on-line. Le nuove modalità, pur adottate per far fronte a un grande problema, si sono rivelate molto utili per permettere una migliore e più assidua fruizione dei contenuti. Così stiamo lavorando per dare la possibilità, a partire da settembre, di seguite i nuovi corsi Bachelor in parte anche on-line.

Stiamo cercando di trovare il positivo in questa situazione di difficoltà, offrendo nuove soluzioni che possano facilitare la didattica a distanza».

Per partecipare all’open day è necessario prenotarsi contattando la segreteria al numero 0583 957566, oppure inviando una mail:

info@jamacademy.it.

L L

TAMBELLINI:

«non è una

semplice influenza, state a casa»

L’appello del sindaco di Lucca, contagiato dal Covid19

«Ogni giorno senza febbre e con un po’ di respiro in più è un giorno conquistato»

n aiuto per gli anziani che vivono situazioni di solitudine e di fragilità, con problematiche di salute tali che non possono provvedere autonomamente a fare la spesa ma anche per quelli che magari non possono contare sull’aiuto di familiari.

Sono vari i comuni che si sono attivitati per venire incontro alle esigenze di queste persone.

Qui diamo conto dei due più grandi comuni della Piana di Lucca: Lucca e Capannori.

Per quanto rigurda il comune capoluogo alla distribuzione nelle abitazioni provvederanno le

associazioni del centro operativo comunale di Protezione Civile e del tavolo della marginalità del Comune di Lucca, che hanno immediatamente confermato la propria disponibilità.

«Provvedendo a fare la spesa non soltanto si offre supporto nella vita quotidiana ma si protegge chi è più debole dall’impatto gravissimo che questa emergenza ha su situazioni già complesse. Perché nessuno deve essere lasciato indietro» commenta l’assessora al sociale, Valeria Giglioli «Grazie anche ai fondi messi a disposizione dalla Regione Toscana è stato possibile attivare un servizio totalmente dedicato ai bisogni degli anziani. La risposta

delle Associazioni consultate dalla Protezione Civile è fondamentale: un ringraziamento sentito a tutte le realtà impegnate in questo nuovo servizio e agli uffici del settore sociale che lo stanno coordinando».

Le persone anziane del Comune di Lucca che hanno necessità di ricevere la spesa a casa potranno telefonare (o far telefonare dai propri familiari) al numero 366.9331531 dal lunedì al venerdì ore 9-12 e 15-17.

Identico servizio è in funzione anche a Capannori. Dai negozi di

alimentari e da altre attività del territorio che commerciano o producono cibo o beni di prima necessità arriva un sostegno ai cittadini di Capannori più in difficoltà in questo periodo. Grazie alla collaborazione fra l’amministrazione Menesini e le associazioni di categoria è stato attivato un supporto al Centro Operativo Comunale della Protezione civile per la consegna della spesa a domicilio. In pratica gli anziani e le persone sottoposte a quarantena di Capannori potranno chiamare il numero 0583/428661, attivo tutti i giorni dalle ore 8 alle 20, per segnalare quello di cui hanno bisogno. Il Centro Operativo Comunale fornirà poi al cittadino il contatto del negozio o dell’attività più vicina alla sua abitazione, che provvederà poi alla consegna a casa della spesa. «In questo periodo di forte difficoltà per il Paese riteniamo fondamentale venire incontro alle categorie di persone a cui è fortemente consigliato di rimanere a casa, come gli anziani, e a quelle che non possono uscire, come chi è in quarantena – spiega l’assessore al commercio, Serena Frediani –. Per questo abbiamo particolarmente apprezzato la disponibilità delle associazioni di categoria e dei negozi».

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ENTI LOCALI VICINI AI CITTADINI ...

Spesa a domicilio a Lucca e a Capannori

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IN CAMMINO

29 marzo 2020

VII

DIMARIOPELLEGRINI

nche se esistevano i prodromi della pandemia che dopo la Cina ha colpito il nostro Paese, il Carnevale di Viareggio si è svolto fortunatamente come meglio non si sarebbe potuto.

Ma quanto economicamente guadagnato da alcune categorie imprenditoriali della città, questo trend positivo si sta gradatamente esaurendo per altre categorie altrettanto

importanti per l’economia dell’intera della Riviera versiliese, in particolare di tutta la filiera relativa al settore turistico.

Una fonte di reddito questa che si può dire determinante per i venti chilometri che danno forma e consistenza alle attività turistiche da Torre del Lago a Vittoria Apuana.

Visto e considerato infatti che la stagione balneare costituisce la forza trainante per tutte le categorie

economiche che operano, appunto, in questo settore.

Parliamo di balneari, alberghieri, ristoratori ecc. ecc., oltre ovviamente all’indotto, per cui il prolungarsi «sine diae» del Covid19 (nessuno purtroppo sa fino a quando potranno influire

sulla vita ordinaria) non è che faccia dormire a tutti sonni tranquilli.

E questo, ovviamente, a prescindere dagli eventuali contagi – sempre in crescita – anche avvenuti prima dell’entrata in vigore delle misure straordinarie e restrittive prese dal Governo per la tutela della salute pubblica.

«Sembra di essere tornati al tempo dell’occupazione tedesca» ci ha detto Lorenzo Bertacca che di anni ne ha diversi «quando per ragioni militari sia la passeggiata che l’arenile erano vietati a tutti».

D’altra parte il Sindaco Giorgio Del Ghigharo per diverse volte al giorno informa i cittadini, con video su facebook, dell’evolversi della situazione sanitaria e dei provvedimenti tributari e di pubblica utilità che vengono presi oltre quanto indicato nel già citato decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Per esempio quelli relativi alla sosta gratuita negli stalli fino a data da destinarsi. «Un provvedimento preso nell’ottica di limitare al minimo gli spostamenti: penso ad esempio ai

lavoratori che potranno parcheggiare più vicino possibile ai posti di lavoro»

ha infatti comunicato il primo cittadino «ma anche agli operatori

"Mover" che saranno dispensati dal perlustrare le strade di Viareggio. I numeri della nostra ASL infatti ci mostrano come il nostro territorio sia più di altri sensibile al

contagio: È quindi molto importante restare a casa perché un responsabile oggi può fare la differenza domani».

Intanto è stato opportunamente rinviato il pagamento della Tari (tassa sui rifiuti) la cui prima scadenza del 16 giugno è stata spostata al 16 ottobre, come spostate sono state le due rate successive al 30 novembre 2020 e al 31 gennaio 2021.

Ma sulle prospettive avvenire abbiamo sentito il parere di Emiliano Favilla, già assessore provinciale alla

Protezione Civile e ora presidente del Comitato balneari «Salvataggio Imprese e Turismo Italiano» (foto piccola).

«La preoccupazione è generale, soprattutto per tanti di noi che hanno

contratto mutui per gli investimenti fatti in funzione di una mitigazione della temuta Bolkestain. Come se non bastassero le incertezze di sempre è arrivato pure il “coronavirus”. Con quello che comporta questa pandemia il morale ci è andato a terra» così il nostro interlocutore. «Non solo si è preoccupati per la nostra salute, come del resto di quella di tutti. Il grande timore è che si dovesse prolungare la situazione attuale, esiste il pericolo concreto che l’entrata in funzione della prossima stagione abbia un brusco ritardo, se non che salti addirittura completamente. Se ciò dovesse

accadere, si prospetta un disastro per gli imprenditori balneari e per tutte le categorie dell’indotto».

Ma in tutto questo pessimismo fortemente espresso c’è qualche spiraglio di luce per il prossimo avvenire, una volta constatato che ciò che ha principio ha anche una fine?

«In verità aspettiamo fiduciosi e contiamo tanto su ciò che sta facendo il governo sia in termini di sanità pubblica che come interventi economici di sostegno – nella speranza che ce ne possa essere per tutti – per far fronte a questo immane disastro».

Questa la riposta che abbiamo ottenuto, in cui si palesa tutta la

preoccupazione per il futuro non soltanto immediato, ma anche una fiduciosa attesa, appunto, per quanto si sta facendo per cercare di limitare il diffondersi di un virus che più subdolo di così non avrebbe potuto essere.

A

Ci sono forti preoccupazioni

per la prossima stagione balneare

Covid19 ed economia: c’è anche il «dopo emergenza»

pprovata dalla Commissione Europea nel 2006 è stata recipita dall’Italia nel 2010. Ma continua a far discutere. Le proteste per questa direttiva rigiuardano l’obbligo di messa al bando delle concessioni in scadenza di spazi pubblici e beni demaniali.

Già negli anni scorsi, ad esempio, contro la direttiva Bolkestein si erano scagliati i titolari di concessioni delle spiagge italiane ma anche gli ambulanti. Di norma infatti molte

concessioni venivano rinnovate a scadenza con un accordo diretto pubblico-privato, senza delle vere e proprie gare a cui avessero accesso anche altri operatori. Nel 2015 l’entrata in vigore di questa direttiva per i balneari fu rinviata di cinque anni, cioè fino al 31 dicembre 2020.

A

COS’È LA BOLKESTAIN?

Camaiore, una farmacia comunale con annessa galleria d’arte

uccede anche che in piena emergenza sanitaria si inauguri «di fatto» una nuova farmacia. Nel caso specifico di cui volgiamo parlare la nuova sede della Farmacia comunale 3 di Camaiore che dal 7 marzo ha sede in via Roma 37/a, nei locali adiacenti al nuovo supermercato Sigma. Il taglio del nastro è avvenuta alla presenza del Sindaco Alessandro Del Dotto e dell’Amministratrice Unica di

Pluriservizi Dottoressa Chiara Raffaelli.

La farmacia rispetterà, come ormai da fine 2017, l’orario continuato dalle 8 alle 20, tutti i giorni compresi domeniche e festivi.

I nuovi locali ospiteranno anche le opere di nove artisti locali quali Roberto Giansanti, Benvenuto Saba, Annalisa Atlante, Carlo Cipollini, Fabio Maestrelli, Carlo Alberto Pardini, Claudio Tomei, Eleonora Francioni e Maja Thommen. La Pluriservizi ha inteso creare un legame tra l’arte e il benessere, materie che sono molto più vicine di quanto si possa

comunemente pensare: «Io credo che ci sia un filo conduttore tra Arte, Bellezza e Benessere e che la Farmacia ne sia la sintesi - il commento della Dottoressa Raffaelli «L’Arte fa bene alla salute! Ed è per questo che la farmacia si trasforma in una galleria d’arte permanente ospitando in modo stabile durante l’anno, opere di artisti di zona che si alterneranno di mese in mese con un programma di esposizione legato al mondo della farmacia. Da qui appunto la nostra “FARMART”. In occasione dell’inaugurazione tutti gli artisti hanno esposto contemporaneamente le loro opere per salutare questo giorno così importante».

Se ado oggi l’accesso è limitato dalle norme per la prevenzione della diffusione del contagio da coronavirus covid19, è comunque interessante applicare questo bel messaggio anche alla nostra quotidianità immaginando, nel più breve tempo possibile, di poter tornare a far visita a luoghi d’arte magari sconosciuti e mai visti e che potranno solo arricchire la nostra curiosità e il nostro benessere.

Massarosa, sanificazione di luoghi pubblici e chiusure

La scorsa settimana è stata avviata la sanificazione delle strade di Massarosa.

Martedì 17 marzo in particolare il consueto spazzamento Ersu è stato sostituito da mezzi e personale addetto alla pulizia straordinaria delle strade a Massarosa centro, Bozzano e Quiesa.

Mercoledì le strade di Stiava, Piano di Conca, Montramito, Piano del Quercione (compresa Sarzanese fino a Piano di Conca), poi giovedì Piano di Mommio, Bargecchia, Corsanico e Mommio Castello e venerdì Piano di Mommio, Massarosa Centro, Bozzano e Quiesa. La priorità sarà data alle zone di maggior passaggio di persone:

supermercati, discount, negozi, edicole, poste, banche, parchi, farmacie.

«Ringrazio Ersu per questo servizio straordinario avviato in questa fase di emergenza. In questo particolare momento che stiamo vivendo – commenta l’assessore all’ambiente Michela Morgantini – l’invito per tutti i cittadini è di rimanere a casa e evitare gli assembramenti».

Da sapere inoltre che dal 16 marzo scorso fino almeno al 3 aprile è vietato utilizzare sia a piedi che in bicicletta la pista ciclopedonale «Fiori di Loto», quella che dalla stazione di Bozzano arriva fino al parco di Nassirya a Massarosa. La stessa ordinanza vieta di utilizzare anche il camminamento su palafitte di legno dell’Oasi Lipu che attraversa la zona paludosa del lago di Massaciuccoli.

S

Il Carnevale si è svolto con regolarità e le categorie economiche ne hanno beneficiato

Ma il settore turistico (balneari, alberghieri, ristoratori ecc.)

è in fibrillazione

Favilla:

«aspettiamo

fiduciosi e

contiamo tanto

su ciò che

sta facendo

il governo per la

sanità pubblica

e per i sostegni

economici»

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