• Non ci sono risultati.

Le possibilità di impiego della ghisa ottenuta al forno elettrico

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Le possibilità di impiego della ghisa ottenuta al forno elettrico"

Copied!
6
0
0

Testo completo

(1)

Le possibilità di impiego della ghisa ottenuta al forno elettrico

Viene posto in evidenza come le possibilità di utilizzazione della ghisa ottenuta al forno elettrico possano essere vantaggiosamente estese a ogni tipo di ghisa.

Sotto l'aspetto tecnologico, viene messa in luce soprattutto l'importanza fondamentale del procedimento di affinazione della ghisa al forno elettrico, onde avere garanzia di qualità superiore e di costanza nelle ca- ratteristiche. Viene inoltre affermata la possibilità di avere, al forno elettrico, condizioni di condotta e

di controllo più accurate che non con altri mezzi fusori.

Sotto l'aspetto economico, vengono rilevati i possibili vantaggi di minor costo della ghisa ottenuta al forno elettrico, specialmente quando sia dato di poter disporre di torniture adatte per essere direttamente im-

messe nelle cariche e si possa contare su di un'intensa e razionale utilizzazione dei forni.

In un nostro p r e c e d e n t e studio sulle caratteristi- che della ghisa grigia ordinaria ottenuta al forno elettrico in confronto con quella analoga ottenuta al cubilotto (1), è stato messo in evidenza come taluni fonditori a b b i a n o avuto, o p e r insufficiente esperienza specifica, o p e r tentativi non ben con- dotti e q u i n d i non perfettamente riusciti, o magari p e r considerazioni, talvolta giustificate, di ordine economico, qualche diffidenza sulla possibilità di im- piego, su base industriale, della ghisa ottenuta al forno elettrico.

Lo studio, p u r essendo stato effettuato in un pe- riodo di t e m p o non ancora p i e n a m e n t e conclusivo p e r la messa a p u n t o del p r o c e d i m e n t o di fusione al forno elettrico, aveva c h i a r a m e n t e dimostrato i van- taggi qualitativi da noi ottenuti sulla ghisa del cubi- lotto e, in talune circostanze favorevoli di esercizio, anche dal p u n t o di vista economico.

Ne derivava p e r noi, che la g a m m a di impiego delle ghise ottenute al forno elettrico poteva esten- dersi in un c a m p o maggiore di quello relativo al- l'impiego del cubilotto, c o m p r e n d e n d o essa, oltre le ghise speciali, con tenore molto basso di carbonio, e le ghise legate o titolate, ivi inclusa la sferoidale, anche le ghise c o m u n i .

Dall'uso continuo ed esclusivo dei forni elettrici nella fonderia di ghisa della Fiat di Mirafiori, in funzione da oltre due a n n i , con p r o d u z i o n e giorna- liera di un centinaio di tonnellate di getti, è risultato confermato q u a n t o segue:

a) qualità costante e soddisfacente della ghisa p r o d o t t a ;

b) riduzione a un m i n i m o trascurabile delle anomalie di carattere metallurgico sui getti, dovute a deficienti caratteristiche della ghisa, e conseguente eliminazione pressochè totale degli scarti per tali cause ;

c) massima regolarità di rifornimento della ghisa fusa alle linee di colata;

d) costo m i n i m o della ghisa liquida, messa a p u n t o p e r la colata dei getti.

Il forno elettrico possiede u n a serie di preroga- tive particolari. Esso p e r m e t t e la p r o d u z i o n e di ghisa di qualità costante non solo come composi- zione, ma anche p e r t a l u n e caratteristiche non fa- cilmente ottenibili con l'impiego di altri mezzi fu- sori. F r a le caratteristiche qualitative ottenute al forno elettrico possiamo infatti ascrivere anche quel- la di poter sottoporre il bagno a d e t e r m i n a t e ope-

razioni di affinazione, di ciclo termico e di desolfo- razione.

F r a le p i ù apprezzabili caratteristiche pratiche del forno elettrico ad arco diretto in impiego sin- golo, o p p u r e , a seconda del caso, in combinazione o p p o r t u n a con altre u n i t à costituenti un sistema di fusione e di rifornimento della ghisa fusa alla fon- deria, è da rilevarsi la elasticità dell'erogazione, in funzione dell'energia elettrica assorbita. Esso per- m e t t e perciò in m o d o conveniente la colata di grossi getti richiedenti forti masse di l i q u i d o , e p u ò assi- c u r a r e con larghezza il flusso regolare della ghisa a t e m p e r a t u r a elevata, anche con variazioni notevoli di q u a n t i t à , da m o m e n t o a m o m e n t o , alle linee di colata nelle grandi fonderie di serie.

In favore della ghisa elettrica, è p u r e oggi con- fermato anche l'aspetto economico, cioè il costo della carica fusa. Specialmente in paesi come l'Ita- lia, ove il coke ha costo relativamente p i ù elevato della energia elettrica e p e r fonderie come quelle della F i a t , che h a n n o anche il p r o b l e m a e la possi- bilità della conveniente utilizzazione di forti masse di t o r n i t u r e selezionate, provenienti dalla lavora- zione meccanica dei getti, tale m i n o r costo è o r m a i un fatto acquisito.

Tralasciando di t r a t t a r e , nella presente rela- zione, di tutti i tipi di ghise speciali, p e r le quali l'uso del forno elettrico è largamente diffuso sia in Italia che all'estero, vediamo invece quali risultino le utili possibilità di impiego della ghisa elettrica p e r getti o r d i n a r i relativi a produzioni automobili- stiche e motoristiche in genere, nel q u a l c a m p o fino a ieri dominava e ancor oggi prevale largamente il cubilotto.

La ghisa elettrica, ovvero l'impiego del forno elettrico p e r la fusione della ghisa, gode, nei con- fronti del cubilotto, di u n a serie di vantaggi che possono essere indicati nei seguenti p u n t i p r i n c i p a l i .

A) Vantaggi qualitativi.

1) Possibilità di rigoroso controllo nonchè di messa a p u n t o della composizione del bagno con conseguente costanza di p r o d o t t o ;

2) Possibilità di sottoporre la fusione a un ciclo termico ben d e t e r m i n a t o ;

3) Possibilità di effettuare la disossidazione e la desolforazione accurata del bagno m e t a l l i c o ;

4) Minimo contenuto di gas nella ghisa;

5) Caratteristiche meccaniche più elevate;

6) Maggiore fluidità della ghisa liquida.

ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - NUOVA SERIE - A. 7 - N. 11 - NOVEMBRE 1953

B) Vantaggi pratici e funzionali.

1) Possibilità di utilizzare d i r e t t a m e n t e nella carica le t o r n i t u r e di ghisa e il m a t e r i a l e di pezza- t u r a varia, non rigorosamente selezionato, nei ri- guardi della composizione, fatta eccezione per le i m p u r i t à nocive;

2) G r a n d e elasticità di erogazione p e r colate continue, specie in sistemi fusori c o m b i n a t i , quale, ad esempio, il sistema « triplex » a d o t t a t o dalla Fiat.

C) Vantaggi di ordine economico.

Nel caso di utilizzazione, al forno elettrico, della t o r n i t u r a , in misura n o r m a l m e n t e corrispondente a quella ricavata dalla lavorazione meccanica dei getti p r o d o t t i , il bilancio di costo, nei confronti col cu- bilotto, risulta n e t t a m e n t e favorevole alla ghisa elet- trica.

V a n t a g g i qualitativi

1. - POSSIBILITÀ DI RIGOROSO CONTROLLO DELLA COM-

POSIZIONE DELLA GHISA LIQUIDA.

I forni elettrici, in particolare quelli ad arco di- r e t t o , p e r m e t t o n o di controllare nel m o d o p i ù rigo- roso la messa a p u n t o della composizione del bagno.

Nota la q u a n t i t à di ghisa liquida contenuta nel forno, si t r a t t a di p r o c e d e r e al prelievo del campio-

trografo, che, nel caso di impiego del forno elettrico ad arco, trovano la p i ù interessante applicazione.

Con l'uso del q u a n t o m e t r o , la determinazione del tenore di silicio e dei vari a l t r i elementi metal- lici della ghisa, viene n o r m a l m e n t e effettuata in pochi m i n u t i , cioè nello stesso t e m p o richiesto p e r la determinazione del tenore di carbonio col me- todo volumetrico. È q u i n d i sempre possibile, effet- t u a t a la colata della provetta di analisi p r i m a del surriscaldamento del b a g n o , avere i risultati in t e m p o utile p e r p o t e r p r o c e d e r e alle eventuali cor- rezioni m e d i a n t e aggiunte di acciaio, o di carbonio, o di ferro-leghe, o degli altri elementi richiesti.

Con il forno elettrico, o p p o r t u n a m e n t e condotto, non avvengono variazioni sensibili nella composi- zione della ghisa costituente il bagno metallico (fi- gura 1). A differenza del cubilotto, il forno elettrico richiede, nella correzione della composizione della ghisa, la semplice aggiunta dei correttivi richiesti, introdotti nel bagno con le dovute n o r m e . Nessun s u p p l e m e n t o di correttivi deve essere n o r m a l m e n t e previsto p e r p e r d i t e dovute a ossidazione.

2. - POSSIBILITÀ DI SOTTOPORRE LE F U S I O N I A UN CICLO TERMICO BEN DETERMINATO.

T e m p e r a t u r a e durata di riscaldamento del ba- gno metallico h a n n o notevole influenza sulla strut- t u r a e sulle caratteristiche meccaniche e fisiche della

ne sul quale effettuare l'analisi e di eseguire q u i n d i con cura le correzioni richieste.

Fino a pochi anni a d d i e t r o le analisi delle ghise erano ottenute u n i c a m e n t e p e r via chimica, nel q u a l caso occorreva un t e m p o notevole per averne i risul- t a t i ; oggi, invece, è possibile valersi di nuovi mezzi r a p i d i di controllo, quali il quantometro e lo spet-

ghisa. Surriscaldando la ghisa t r a 1450° e 1550° C, le lamelle di grafite si affinano e la s t r u t t u r a di- venta p i ù omogenea e c o m p a t t a (2) (3). In seguito a prove da noi condotte, elevando la t e m p e r a t u r a del bagno al grado sopracitato, si è riscontrato, nei q u a t t r o tipi di ghisa presi in esame, oltre al sensi- bile miglioramento della s t r u t t u r a , l ' a u m e n t o della

ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - NUOVA SERIE - A. 7 - N. 11 - NOVEMBRE 1953

438

PERCENTUALI ELEMENTI

N. D'ORDINE DEI CONTROLLI

Fig. 1 - Variazioni dei 3 elementi principali di uno stesso tipo di ghisa, per una serie di colate al forno elettrico.

439

(2)

ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - NUOVA SERIE - A. 7 - N. 11 -NOVEMBRE 1953

che sfuggono dal forno, attraverso alle connessure esistenti tra le diverse p a r t i , fornisce spesso elementi sufficienti p e r giudicare se l'atmosfera è r i d u c e n t e , n e u t r a o ossidante.

Le reazioni di affinamento della ghisa sono, so- stanzialmente, analoghe a quelle che regolano l'af- finazione dell'acciaio. Risultano p e r ò diverse le con- centrazioni degli elementi che p r e n d o n o p a r t e alle diverse reazioni e variano di conseguenza sia la velocità di queste che le t e m p e r a t u r e di equilibrio.

Le caratteristiche della scoria sono determinate dalla composizione degli elementi introdotti per la relativa formazione e dalla n a t u r a del rivestimento refrattario del forno. Tali caratteristiche devono es- sere poste in r a p p o r t o con l'azione che si vuole eser- citare sugli elementi contenuti nel bagno metallico.

— a u m e n t o delle segregazioni a causa della presen- za degli ossidi con p i ù basso p u n t o di fusione.

I costituenti strutturali che h a n n o tendenza a segregare nella ghisa ossidata sono la grafite, il car- b u r o di ferro e il fosforo. La grafite d e t e r m i n a in questo caso la caratteristica s t r u t t u r a dendritica.

Le segregazioni in ossidi di ferro, che h a n n o azione stabilizzante sui c a r b u r i , d a n n o luogo al n o t o fenomeno della t e m p r a inversa (fig. 3 e 6A).

A seguito di u n a serie di prove da noi condotte per stabilire l'influenza del grado di ossidazione della ghisa grigia, a b b i a m o avuto m o d o di rilevare che, a u m e n t a n d o il tenore di ossido ferroso nella scoria, si riscontra anzitutto un a u m e n t o della du- rezza dei getti, a causa della maggior q u a n t i t à di c a r b u r o di ferro stabilizzata dall'ossido. I n o l t r e , la

b) Effetto degli ossidi sulle proprietà della ghisa or- dinaria.

Nella fusione e nella elaborazione della ghisa elettrica occorre avere la massima cura p e r la elimi- nazione degli ossidi. Gli ossidi di ferro ( F e O , F e2O3, Fe3O4) possono essere preesistenti nel m a t e r i a l e ca- ricato, sotto forma di ruggine, squame o inclusioni, così come possono p r o d u r s i nella operazione stessa di fusione, q u a n d o la medesima non sia condotta c o r r e t t a m e n t e .

Tali ossidi risultano assai nocivi alla qualità della ghisa colata e possono p r o d u r r e nei getti u n a serie di difetti che si possono riassumere nei seguenti p u n t i p r i n c i p a l i :

— ghisa m e n o fluida, cioè m e n o adatta alla colata dei getti con p a r e t i sottili;

— a u m e n t o dei risucchi i n t e r n i ;

— a u m e n t o della percentuale di carbonio combi- nato sotto forma di cementite, con conseguente m i n o r e lavorabilità dei getti;

— a u m e n t o delle i n c r i n a t u r e a caldo e a freddo per causa del maggiore coefficiente di r i t i r o ;

— a u m e n t o dei p u n t i d u r i nei g e t t i ;

— soffiature e porosità superficiali p e r le reazioni tra carbonio e ossigeno (fig. 3);

lavorabilità dei getti risulta sensibilmente ridotta p e r la presenza di cementite.

Si è presa in esame anche l'influenza del t e n o r e in ossido ferroso nelle scorie, in r a p p o r t o al difetto di risucchio riscontrato in un particolare t i p o di getto. Dalla fig. 4 si p u ò rilevare che, al disotto del 5 % di F e O , il risucchio esterno è poco sentito, m e n t r e p e r p e r c e n t u a l i maggiori, i getti analoga- m e n t e difettosi diventano notevolmente p i ù n u m e - rosi. P e r q u a n t o riguarda il risucchio i n t e r n o , rive- lato p e r mezzo di esame radiografico (fig. 5), si è riscontrato che il 60 % dei getti difettosi sono stati colati con ghisa avente scoria contenente il 7 % di F e O , m e n t r e con scoria contenente il 27,7 % di F e O i getti difettosi costituiscono la totalità.

Circa l'esame della frattura è interessante no- t a r e , come risulta dalla fig. 6, che la ghisa ordi- n a r i a , a s t r u t t u r a n o r m a l m e n t e perlitica, si presenta quasi c o m p l e t a m e n t e di s t r u t t u r a bianca, q u a n d o la relativa scoria contiene il 27,7 % di F e O (getto A ) ; trotata, con l'11 % di F e O (getto B ) ; trotata limitatamente ai b o r d i esterni, con il 7 % di F e O (getto C); i n t e r a m e n t e grigia, con il 2,97 % (get- to D).

Le micrografie delle figure dal n. 7 al n. 14 riflet-

ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - NUOVA SERIE - A. 7 - N. 11 - NOVEMBRE 1953

RESISTENZA A TRAZIONE kg/mm2

SURRISCALDAMENTO C°

Fig. 2 - Influenza del surriscaldamento della ghisa in forno sulla resistenza a trazione.

resistenza a trazione p e r un valore che va dal 6 %, p e r ghisa t i p o A, con C.E. = 3,99 %, al 30 % p e r ghisa tipo C, con C.E. = 3,30 % (fig. 2). Anche il riscaldamento p r o l u n g a t o , a t e m p e r a t u r e m e d i e , agisce nello stesso senso (4).

È n o t o , inoltre, che t u t t e le reazioni che avven- gono tra bagno metallico e scoria h a n n o u n a tem- p e r a t u r a di equilibrio. P o r t a r e il bagno a u n a tem- p e r a t u r a superiore o inferiore a quella di equili- b r i o , significa p r o m u o v e r e una reazione in un senso piuttosto che in un altro. O n d e ottenere il risul- tato migliore, occorre formulare un p i a n o preciso

Fig. 3 - Aspetto della frattura di un getto colato con ghisa la cui scoria conteneva 27,7 % di FeO.

Appaiono evidenti tre difetti tipici: risucchio interno, tempra inversa e soffiature superficiali.

di elaborazione del bagno che tenga conto dei diversi fattori aventi effetto deter- minante sulla struttura e sulle caratteristiche mecca- niche della ghisa.

Al riguardo, il forno elet- trico si presenta quale mezzo docile e preciso che dà al fonditore la possibilità di sot- toporre la ghisa ad un ciclo termico definito, con limiti di oscillazione molto ristretti.

Infatti, i moderni forni elet- trici dispongono di un'ampia gamma di tensione e di in- tensità di corrente, in modo da rendere possibile la rego- lazione della potenza immes- sa nel forno, in funzione della quantità di ghisa con- tenuta e della temperatura da raggiungere.

3. - POSSIBILITÀ DI EFFET- TUARE LA DEOSSIDAZIONE E LA DESOLFORAZIONE DEL BAGNO METALLICO.

a) Le reazioni che interessano il bagno metallico.

P e r lo studio delle reazioni che avvengono nel forno elettrico p e r ghisa, occorre t e n e r e presente il complesso liquido costituito da ghisa fusa e scoria, che forma il bagno vero e p r o p r i o , il rivestimento refrattario del forno, che p u ò essere acido, basico o n e u t r o e infine la massa gassosa esistente nel ba- cino. Il rivestimento p u ò cedere t a l u n i elementi al bagno e l'atmosfera del forno p u ò a sua volta rice- vere gas diversi q u a l i : ossigeno, ossido di c a r b o n i o , a n i d r i d e carbonica, idrogeno, azoto ecc. e trasmet- tere i medesimi alla p a r t e l i q u i d a . Una q u a n t i t à sufficiente di scoria di t i p o adatto sul bagno metal- lico p u ò r i d u r r e notevol- m e n t e lo scambio di elementi t r a il bagno stesso e il rive- stimento, i m p e d e n d o o limi- t a n d o l ' u s u r a di quest'ulti- m o . Le reazioni t r a ghisa fusa e scoria, sono favorite e acce- lerate da u n o strato di scoria emulsionata nel bagno (de- n o m i n a t o « strato attivo » dal Losana) (5) nel quale avven- gono le reazioni di affina- zione.

P e r q u a n t o riguarda l'at- mosfera esistente nel forno, si p u ò dire che essa d i p e n d e essenzialmente dallo anda- m e n t o delle reazioni che nel forno stesso si effettuano.

Essa p u ò p e r ò essere modifi- cata con l ' o p p o r t u n a aggiun- ta di elementi nel b a g n o , atti a costituire la scoria. Il co- lore della fiamma e dei fumi

440 441

PERCENTUALE GETTI DIFETTOSI PER RISUCCHIO

PERCENTUALE DI FeO NELLE SCORIE

Fig. 4 - Getti difettosi per risucchio esterno, in funzione del contenuto in FeO sulle scorie.

(3)

Fig. 5 - Aspetto del risucchio interno all'esame radiografico.

tono le s t r u t t u r e riscontrate nei getti colati con tali tipi di ghisa. È interessante n o t a r e che, con scorie contenenti il 27,7 % di F e O , la s t r u t t u r a è quella caratteristica della ghisa bianca, p e r la presenza di forti q u a n t i t à di cementite. G r a d u a l m e n t e , col di- m i n u i r e di F e O nella scoria, la cementite scompare e la grafite p e r d e a m a n o a m a n o la struttura den- dritica p e r assumere, in corrispondenza del 2,97 % di F e O , la caratteristica struttura lamellare su ma- trice i n t e r a m e n t e perlitica.

Anche p e r la ghisa m a l l e a b i l e , come p e r quella

o r d i n a r i a , è essenziale l'accurato controllo della di- sossidazione del b a g n o , essendo tale operazione im- p o r t a n t e , n o n solo p e r le caratteristiche fisico-mec- caniche risultanti, ma a n c h e p e r l'effetto sul trat- t a m e n t o termico di malleabilizzazione dei getti. Con ghisa ossidata, la malleabilizzazione non avviene re- g o l a r m e n t e .

Nel p e r i o d o iniziale della p r o d u z i o n e di ghisa malleabile col forno elettrico ad a r c o , a b b i a m o ef- fettuato u n a interessante sperimentazione riguar- d a n t e l'influenza del grado di deossidazione sulle caratteristiche meccaniche e fisiche della ghisa mal- leabile. Il risultato è espresso nei valori della tabella a pag. 444, i quali, p e r q u a n t o riguarda le caratteri- stiche di resistenza e di a l l u n g a m e n t o , riassumono u n a serie numerosa di d a t i , ottenuti su provette colate con ghisa di analoga composizione.

Dai dati di questa tabella risulta evidente l'entità del m i g l i o r a m e n t o ottenuto sulle caratteristiche di a l l u n g a m e n t o , nonostante la forte riduzione del t e m p o di malleabilizzazione.

Nelle figure 15 e 16 sono messe a confronto le s t r u t t u r e di due ghise malleabili, aventi analoga composizione chimica, delle q u a l i , l ' u n a r i g u a r d a u n a ghisa malleabile le cui scorie e r a n o di colore n e r o , l'altra, u n a ghisa malleabile le cui scorie erano di colore grigio-chiaro. Le provette corrispondenti alla fig. 15 h a n n o dato resistenza a trazione di K g / m m2 50,5 e A % = 2 , 9 p e r un ciclo di mallea- bilizzazione di ben 56 ore, m e n t r e le p r o v e t t e corri- spondenti alla fig. 16, h a n n o dato R / K g / m m2 38,3 e A % = 2 7 , 6 con d u r a t a del ciclo di malleabiliz- zazione di 36 ore. La fig. 15 riflette la s t r u t t u r a di

Fig. 6 - Aspetto della frattura di getti colati con ghisa di uguale composizione ma con diverso tenore di FeO nelle scorie.

A B D

ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - NUOVA SERIE - A. 7 - N. 11 - NOVEMBRE 1953

Micrografie relative a getti colati con ghisa avente scorie con tenori decrescenti in FeO.

Fig. 7 - Att. Nital - FeO nelle scorie 27,7 %. Fig. 8 - Att. Nital - FeO nelle scorie 1 0 , 9 3 % .

Fig. 9 - Att. Nital - FeO nelle scorie 8,87%. Fig. 10 - Att. Nital - FeO rielle scorie 7%.

Fig. 11 - Att. Nital - FeO nelle scorie 5 , 9 8 % .

una ghisa malleabile la q u a l e , nonostante la ricot- tura p r o l u n g a t a , presenta la caratteristica struttura a « occhio di b u e », m e n t r e la fig. 16 riflette u n a ghisa malleabile la q u a l e , p u r con d u r a t a di ricot- t u r a n e t t a m e n t e inferiore, presenta le migliori ca- ratteristiche.

Anche G. V e n n e r h o l m e N. Bogart della F o r d Motor C o m p a n y di D e a r b o r n - Mich. (6), e b b e r o modo di studiare l'effetto della insufficiente disossi-

Fig. 12 - Att. Nital - FeO nelle scorie 5 %.

dazione del bagno di ghisa malleabile p r o d o t t o al forno elettrico sulle caratteristiche meccaniche e fi- siche nonchè sulla attitudine alla malleabilizza- zione dei getti p r o d o t t i , p e r v e n e n d o ad analoghi risultati.

c) Il rivestimento refrattario dei forni.

Il rivestimento refrattario dei forni assume par- ticolare i m p o r t a n z a , non solo quale m a t e r i a l e de-

ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - NUOVA SERIE - A. 7 - N 11 - NOVEMBRE 1953

e

442 443

(4)

Colore delle scorie

Nero Grigio-chiaro

Resistenza a trazione kg/mm2

40,7 39,2

Allungamento %

6,9 18,2

Durata del ciclo di malleabilizzazione ore

50 36

t e r m i n a n t e il t i p o di scoria da a g g i u n g e r e al b a g n o , m a , a n c h e , come e l e m e n t o c h e p u ò p r e n d e r e p a r t e alle diverse reazioni che si s v i l u p p a n o nelle varie fasi di affinazione.

I m a t e r i a l i refrattari i m p i e g a t i p e r il rivesti- m e n t o dei forni elettrici, si s u d d i v i d o n o in q u a t t r o g r a n d i c a t e g o r i e : basici, acidi, n e u t r i e anfoteri. I d u e u l t i m i t i p i di m a t e r i a l i t r o v a n o r a r a m e n t e im- piego p e r il costo elevato. I m a t e r i a l i basici e acidi sono invece di uso c o r r e n t e nei forni elettrici p e r la fusione della ghisa.

I m a t e r i a l i refrattari basici p i ù c o m u n i sono la magnesite e la d o l o m i t e . La m a g n e s i t e , dotata di o t t i m e caratteristiche di r e f r a t t a r i e t à ( p u n t o di fu- sione 2135° C) e, p e r t a l u n e a p p l i c a z i o n i , di l u n g a d u r a t a in esercizio, p r e s e n t a l ' i n c o n v e n i e n t e del costo elevato. La d o l o m i t e , che esiste a b b o n d a n t e in I t a l i a , è di costo non eccessivo e possiede p u r e elevate caratteristiche di r e f r a t t a r i e t à , n o n c h è p r e - rogative di c a r a t t e r e p r a t i c o , p e r la facilità di ripa-

razione delle parti usurate.

Fig. 15 - Struttura di provette in ghisa malleabile, relative a bagno ricoperto di scoria di colore nero.

Il rivestimento basico del bacino contenitore del bagno nel forno p e r m e t t e facilmente l'impiego di scorie di affinazione n e t t a m e n t e basiche e quindi of- fre la possibilità, come d i r e m o in seguito, di desol- forare a fondo il bagno metallico. Il refrattario aci- do è, invece, costituito p r e v a l e n t e m e n t e da silice.

Il rivestimento di questo t i p o , molto conveniente dal p u n t o di vista economico essendo la silice ab- bondantissima o v u n q u e , p u ò venire impiegato sia come pigiata, con o p p o r t u n i agglomerati, che sotto forma di blocchi o m a t t o n i .

Il rivestimento acido viene generalmente adot- tato q u a n d o si desideri nel bagno metallico buona disossidazione e buone caratteristiche di fluidità.

d) Affinazione in forno con rivestimento basico.

Con scoria formata essenzialmente da calce e carbone la deossidazione avviene secondo la rea- z i o n e :

Fig. 16 - Struttura di provette in ghisa malleabile, relative a bagno ricoperto di scoria di colore grigio-chiaro.

ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - NUOVA SERIE - A. 7 - N. 11 - NOVEMBRE 19S3

Sotto l'arco, p e r la t e m p e r a t u r a molto elevata, si ha formazione di c a r b u r o di calcio :

e) Affinazione in forno con rivestimento acido.

Molto discusse sono le reazioni che possono effet- tuarsi in forno a c i d o . Si p u ò tuttavia affermare che la deossidazione con scorie acide è molto p i ù ener- gica che n o n con scorie basiche. Ciò è dovuto alla maggiore tendenza dell'ossido ferroso di combinarsi nelle scorie acide p e r formare silicato di ferro. Nelle scorie basiche si ha sempre u n a aliquota di ossido ferroso libero maggiore che n o n nelle scorie acide, poichè il silicato di ferro, contenuto nelle scorie acide, è molto p i ù stabile del ferrito di calcio, che si forma nelle basiche.

Dato c h e , a p a r i t e m p e r a t u r a , la percentuale di

Fig. 17 - Dati di resistenza a trazione su ghisa di pari composizione (CE) fuse al cubilotto e al forno elettrico ad arco.

Una delle prerogative della scoria basica è p u r e quella di offrire la possibilità di desolforare a fondo il b a g n o . Allo scopo, la scoria deve essere forte- m e n t e basica e, come già si è detto, deve aversi for- mazione di c a r b u r o di calcio. Le reazioni di desol- forazione che si svolgono sono perciò le seguenti:

3Fes + 2CaO + CaC2 = 3Fe + 3CaS + 2 C 0 F e S + C a O + C = Fe + CaS + CO

m e n t r e il solfuro di manganese viene decomposto in m o d o analogo e p r e c i s a m e n t e :

3MnS + 2CaO + CaC2 = 3Mn + 3CaS + 2 C 0 MnS + CaO + C = Mn + CaS + CO

ossido ferroso contenuto nel bagno metallico è p r o - porzionale alla p e r c e n t u a l e di ossido ferroso libero nella scoria, ne consegue che, nel processo acido, p o t r e m o avere più facilmente il bagno assai m e n o ricco in ossido ferroso che n o n nel processo basico.

Nelle reazioni caratteristiche del processo acido, p u ò avvenire la riduzione della silice, q u a n d o nella scoria vi sia del c a r b o n e , secondo le seguenti rea- zioni :

Queste u l t i m e reazioni risultano p a r t i c o l a r m e n t e interessanti poichè nelle ghise il solfo si trova quasi t o t a l m e n t e sotto forma di solfuro di manganese.

F o n d i t o r i e metallurgici sono concordi n e l l ' a m - mettere che il t e n o r e elevato di solfo sia da consi- derarsi nocivo alla ghisa. Esso t e n d e a stabilizzare i c a r b u r i , ad a u m e n t a r e il r i t i r o , a d i m i n u i r e sensi- bilmente la fluidità e la resistenza a trazione.

La possibilità di ottenere la desolforazione pres- soché totale è p a r t i c o l a r m e n t e utile nella p r o d u - zione della ghisa sferoidale.

Il silicio così ottenuto passa nel bagno ove rea- gisce con l'ossido ferroso e v e n t u a l m e n t e p r e s e n t e :

La silice r i t o r n a perciò nella scoria dalla q u a l e altro silicio, ridotto secondo le p r i m e reazioni so- p r a c i t a t e , migra nel b a g n o , ove prosegue la reazione fino a r i d u r r e il tenore di ossido ferroso a valori m i n i m i . Successivamente il silicio t e n d e r à a passare n e l bagno metallico, ma l'aggiunta preventiva di adeguata q u a n t i t à di calce alla scoria p u ò opporsi, p e r la formazione di silicato di calcio, alla migra-

ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - NUOVA SERIE -A. 7 - N. 11 -NOVEMBRE 1953 Fig. 14 - Att. Nital - FeO nelle scorie 2,97%.

444 445

Tale p r o d o t t o è un energico disossidante. Esso rea- gisce con l'ossido ferroso come segue :

La formazione di c a r b u r o di calcio avviene quan- do la concentrazione in ossido ferroso si è notevol- m e n t e ridotta : perciò la presenza di tale composto, rivelata da un acuto odore di acetilene q u a n d o un pezzo di scoria venga immerso in acqua, indica che la deossidazione è n o r m a l m e n t e soddisfacente.

RESISTENZA A TRAZIONE kg/ram2

N. D'ORDINE DEI CONTROLLI

Fig. 13 - Att. Nital - FeO nelle scorie 3,51%.

(5)

zione incontrollata di silicio dalla scoria al bagno metallico.

Anche in forno con rivestimento acido può essere ottenuta, ove occorra, la desolforazione del bagno, quando venga aumentata leggermente la quantità di calce prevista per la scoria normale (deossidante) e quando venga aggiunto del coke in polvere in modo da produrre carburo di calcio. La quantità di calce da aggiungere deve essere però limitata e control- lata, onde evitare azione corrosiva sul rivestimento refrattario del forno. Occorre però sottolineare che normalmente la ghisa elettrica non richiede di es-

della ghisa nel procedimento stesso di fusione, con l'aria soffiata. Il Somigli (12), che ha condotto una serie di ricerche, tendenti a stabilire la natura dei gas assorbiti dalla ghisa fusa al cubilotto, ha rile- vato la presenza di notevoli quantità di :

— ossido di carbonio, che si forma per reazione del carbonio con l'ossido di ferro:

FeO + C = Fe + CO

— anidride carbonica, normalmente in minima quantità, poiché, a temperatura elevata, si ha la reazione :

CO

2

+ C = 2CO

sere desolforata, perché il tenore di solfo delle ghise provenienti dalle più importanti fonti di riforni- mento è quasi sempre minimo, tollerabile per quasi tutti gli impieghi.

4. - MINIMO CONTENUTO DI GAS NELLA GHISA.

È noto che la ghisa rifusa con i vari mezzi fu- sori può assorbire grande quantità di gas, la solu- bilità dei quali aumenta con l'aumentare della tem- peratura e della pressione. Anche le ghise in pani originarie dell'alto forno contengono già normal- mente notevoli quantità di gas, assorbiti sia durante la produzione che, eventualmente, durante l'imma- gazzinamento. Si ritiene perciò interessante accen- nare brevemente quale possa essere l'influenza di tali gas, secondo le più recenti ricerche, sulla strut- tura, e, conseguentemente, sulle caratteristiche fi- siche e meccaniche della ghisa. Viene tralasciato di trattare dell'influenza dell'ossigeno e dei relativi os- sidi sulla ghisa, poiché tale argomento è già stato trattato precedentemente.

L'idrogeno ha un sensibile effetto stabilizzante

sui carburi (8) (9). L'azoto, invece, secondo Tim- mons e Crosby (10) ha l'effetto di aumentare note- volmente la quantità di ferrite nella ghisa. Tale pro- prietà dell'azoto è stata rilevata anche dal Ri- ley (11).

Nel cubilotto, i gas possono essere assorbiti, an- che in quantità notevoli, perché portati a contatto

— idrogeno, in notevole quantità, proveniente dal- l'umidità dell'aria soffiata;

— azoto, in percentuale elevata, portato principal- mente dall'aria soffiata;

— metano, del quale è difficile stabilire l'esatta pro- venienza.

La ghisa fusa al forno elettrico, già per il fatto che la fusione e l'affinazione possono effettuarsi sen- za l'intervento dell'aria e di combustibili generatori di gas diversi, è indubbiamente meno soggetta a tali inquinamenti e contiene perciò meno gas di quella fusa al cubilotto.

5. - CARATTERISTICHE MECCANICHE PIÙ ELEVATE.

Già nel nostro studio precedentemente citato (1) si era fatto rilevare che le caratteristiche meccani- che della ghisa elettrica, a parità di composizione, erano superiori a quelle della ghisa di cubilotto.

Ora, dopo ulteriore periodo di lavoro e di messa a punto, soprattutto, del procedimento di deossida- zione, sono stati raggiunti risultati ancora netta- mente migliori.

Nella fig. 17, sono stati riportati i risultati di una serie di valori di resistenza a trazione rilevati su provette fuse rispettivamente con ghisa del cubi- lotto e con ghisa del forno elettrico, di pari compo- sizione. Dai valori rispecchiati risulta che la ghisa elettrica è dotata di resistenza a trazione superiore di 4,1 Kg/mm

2

, pari al 16,7 %, rispetto alla ghisa

ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - NUOVA SERIE - A. 7 -N. 11 - NOVEMBRE 1953

Tipo di forno

Cubilotto Forno elettrico Cubilo tto Forno elettrico

Resistenza

a

trazione trazione flessione flessione

media kg/mm.2

24,5 28,6 57,5 66,5

Scarto rispetto alla media massimo kg/mm8

+ 3 + 1 + 13,5 + 5,5

minimo kg/mm2

— 3,4

— 0,9

— 10

— 5

Scarto °/0 rispetto alla media

massimo

+ 12,5 + 3,5 + 23,5 + 8,15

minimo

— 13,9

— 3,12

— 17,4

— 7,4

del cubilotto. Anche per quanto riguarda la resi- stenza a flessione (fig. 18) la ghisa elettrica pre- senta valori medi maggiori di 9 Kg/mm

2

, pari al 15,7 %.

Dalle due figure risulta, inoltre, la regolarità delle caratteristiche meccaniche della ghisa elettri- ca, poiché i limiti minimi e massimi, rispetto alla media, entro i quali oscillano i valori delle resi- stenze, risultano come da tabella in testa di pagina.

6. - MAGGIORE FLUIDITÀ DELLA GHISA LIQUIDA.

Si è già accennato come il tenore in ossidi e in solfo influenzino in senso negativo la fluidità della ghisa. Quale evidente conseguenza della deossida- zione ed eventualmente della desolforazione o, co- munque, del tenore minimo in solfo, ottenibili con l'impiego del forno elettrico, si riscontra nella ghisa un elevato valore di fluidità e di colabilità nei getti.

Nelle numerose prove comparative condotte in con- fronto con ghisa del cubilotto, si è riscontrato che, nell'intervallo di temperatura utile per la colata dei getti, la colabilità della ghisa elettrica corrisj>onde a quella di cubilotto per valori di temperatura in- feriori di circa 50° C.

Vantaggi pratici e funzionali

1. - POSSIBILITÀ DI UTILIZZARE DIRETTAMENTE NELLA CARICA LE TORNITURE DI GHISA E IL MATERIALE DI PEZZATURA VARIA, NON RIGOROSAMENTE SELE- ZIONATO, NEI RIGUARDI DELLA COMPOSIZIONE, FATTA ECCEZIONE PER LE IMPURITÀ NOCIVE.

Per fonderie connesse con officine per la lavo- razione meccanica dei getti, si presenta, molto spes- so, il problema della utilizzazione conveniente di grandi quantità di tornitura di ghisa. Talvolta si tratta di ricuperare materiale pregiato per gli ele- menti contenuti in lega. Con l'impiego del forno elettrico le torniture possono essere introdotte nella carica in percentuali molto elevate, senza alcun in- conveniente per il prodotto finale. Né devono de- stare preoccupazione le impurità eterogenee non metalliche, quali, ad esempio, olio, stracci, terra, e c c , generalmente contenute nella tornitura, perché esse vengono generalmente eliminate nel processo di fusione e di scorificazione.

Altro vantaggio che non può essere trascurato, è quello di potere utilizzare per le cariche pani o rottami in pezzatura di notevoli dimensioni. Tali materiali richiederebbero invece dispendioso lavoro per essere ridotti in frammenti qualora fossero de- stinati al cubilotto.

Data la facilità della messa a punto della com- posizione, col forno elettrico è anche possibile l'u- tilizzazione di materiale (pani e rottami) aventi composizione varia. Ove possano essere esclusi con sicurezza gli elementi nocivi alle caratteristiche ri- chieste, risulta consentito l'impiego di tipi di ca- riche aventi costo nettamente inferiore, nei con- fronti delle cariche analoghe richieste al cubilotto.

2. - GRANDE ELASTICITÀ DI EROGAZIONE PER COLATE CONTINUE, SPECIE IN SISTEMI FUSORI COMBINATI, QUALE, AD ESEMPIO, IL SISTEMA « TRIPLEX » ADOTTATO DALLA FIAT.

La Fiat ha assicurato il rifornimento continuo di ghisa alle linee di colata, mediante un complesso di forni elettrici che (fig. 19), all'atto pratico, si è dimostrato idoneo a soddisfare pienamente le esi- genze della fonderia. Con tale sistema, le cariche, composte solo di pani, rottami e torniture, con esclusione dell'aliquota di acciaio e dei correttivi, vengono fuse in forni da 15-16 tonnellate. In essi, la ghisa viene solamente portata allo stato liquido e sottoposta a un sommario trattamento mediante calce e carbone, con scorificazione che permette di ottenere un primo stadio di deossidazione e l'aspor- tazione di sostanze non metalliche eventualmente contenute nella carica. La ghisa viene quindi trasfe- rita in altri forni analoghi ad arco diretto, da 8 Tonn., muniti di rivestimento acido, mediante sec- chie di uguale capacità. In questi forni, idonei a ricevere soltanto cariche liquide, viene effettuata l'aggiunta dei correttivi; poi, completata la deossi- dazione per opera di elementi adatti, costituenti la scoria affinante, viene effettuato il surriscaldamento del bagno. Mediante canali, che mettono in comu- nicazione diretta i forni di affinazione con quelli di attesa, la ghisa viene trasferita in questi ultimi, cioè nei forni speciali a induzione, a bassa frequen- za. Da tali forni la ghisa viene regolarmente pre- levata per la distribuzione alle linee di colata dei getti. Tale sistema ha le seguenti prerogative:

— offre la possibilità di utilizzare al massimo i for- ni fusori e di affinazione, evitandone le attese passive ;

— garantisce la massima omogeneità di composizio- ne della ghisa;

— permette l'efficace controllo della deossidazione e della composizione del bagno;

— consente opportuna elasticità di erogazione alle linee di colata, per la notevole riserva di ghisa contenuta nei forni di attesa.

ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - NUOVA SERIE - A. 7 -N. 11 - NOVEMBRE 1953

446

N. D'ORDINE DEI CONTROLLI

Fig. 18 - Dati di resistenza a flessione su ghise di pari composizione (CE) fuse al cubilotto e al forno elettrico ad arco.

447

(6)

Fig. 19 - Schema del sistema « triplex » adottato dalle Fonderie Fiat Mirafiori per la fusione, l'affinazione e l'attesa della ghisa.

Vantaggi di ordine economico

Il rainor costo della ghisa elettrica, nel confronto con quella prodotta al cubilotto, è dovuto essen- zialmente al minor costo del materiale utilizzabile nella carica. A prescindere dalla possibilità di tra- sformare rottame o torniture di acciaio di basso co- sto, procedendo alla carburazione e all'aggiunta degli altri elementi richiesti mediante determinate operazioni e norme, sussiste la grande risorsa del- l'assorbimento delle torniture di ghisa disponibili normalmente dalle officine per la lavorazione mec- canica dei getti in misura mediamente corrispon- dente al 15 % in peso dei getti stessi.

Le torniture di ghisa hanno valore commerciale che normalmente non giunge al 25 % del valore della ghisa in pani e perciò l'utilizzazione delle me- desime, anche nella sola quantità corrispondente ai getti prodotti, da parte di una fonderia, induce evi- dentemente riduzione assai sensibile nel costo della carica.

Anche le razionali e favorevoli condizioni di condotta dei forni elettrici costituiscono, come detto, elemento basilare per limitare al minimo il costo della ghisa colata. La conveniente e appro- priata scelta dei materiali refrattari e degli elet- trodi, il buon isolamento termico, la migliore rego- lazione elettrica, e, soprattutto, la rapida succes- sione delle operazioni di fusione e di affinazione della ghisa, con tempi minimi e assenza di inutili soste, consentono, ai forni elettrici, consumo ridotto anche di energia. Tale consumo, in un sistema « tri- plex » quale è quello adottato dallo Stabilimento Fonderie della Fiat - Mirafiori, può essere mante- nuto a circa 0,8 Kwh per chilogrammo di materiale colato, o anche al disotto di tale valore, in relazione al ritmo più o meno intenso di produzione.

Perciò anche il costo di fusione della ghisa, te- nuto conto di tutti gli elementi che lo compongono, risulta per noi inferiore a quello relativo all'im- piego del cubilotto.

Mario Barbero

448

ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - NUOVA SERIE - A. 7 -N. 11 - NOVEMBRE 1953

Sulle sollecitazioni indotte dal vento nelle ossature degli edifici costituite da telai paralleli collegati soltanto da solai

1. - Le recenti tendenze costruttive nell'ambito dei fabbricati di certa mole hanno portato alla ge- nerale adozione del telaio in cemento armato quale struttura di sostentamento. Come è noto, per tale concezione costruttiva l'ossatura spaziale portante la fabbrica risulta costituita quasi sempre dall'in- sieme di più telai piani paralleli opportunamente collegati. Ora è recente consuetudine, quasi gene- ralmente invalsa nel caso di edifici da adibire ad uso di abitazione, quella di affidare il collegamento tra i telai piani di cui si è detto soltanto ai solai.

Per tal genere di edifici ed in particolare per quelli presentanti una pianta sviluppata secondo una dire- zione, la disposizione dei telai parallela alla dire- zione stessa e la eliminazione delle travi di collega- mento (trasversali rispetto ai telai) agevola quasi sempre in modo notevole lo studio della distribu- zione degli ambienti togliendo una non lieve sog- gezione alla disposizione delle pareti interne.

Volendo considerare ora il funzionamento spa- ziale di una ossatura rispondente alle accennate ca- ratteristiche, è da ricordare come il comportamento dei telai ad essa appartenenti rispetto a sistemi di forze agenti nel loro piano sia di studio immediato ove si adotti uno dei metodi ormai acquisiti alla comune pratica del calcolo. Quel che qui interessa considerare è il regime di sollecitazione per così dire « trasversale » rispetto a tali telai: trattasi di uno stato di flessione per i solai ed i piedritti e di uno stato di torsione per i traversi, i quali assicu- rano la solidarietà tra i solai ed i piedritti sopran- nominati.

Premesso che tale regime di sollecitazione « tra- sversale » assume particolare interesse quando derivi da forze esterne orizzontali, è opportuno avvertire subito come sia da escludere il caso in cui i telai sostenenti l'edificio formino gruppi disposti secondo diverse giaciture verticali (in genere perpendicolari tra di loro). In tal caso infatti le azioni orizzontali di qualunque direzione possono essere portate ad agire nei piani dei telai appartenenti ai diversi grappi stante il fatto che la rigidezza dei solai nel proprio piano può ammettersi infinita. Resta così da considerare il caso in cui i telai abbiano la me- desima giacitura: caso in cui sotto l'azione di forze orizzontali ad essa perpendicolari il complesso fun- ziona « trasversalmente » in condizioni tutt'affatto singolari che meritano una indagine particolare. È di tale indagine che qui ci si occupa.

Si è parlato particolarmente di azioni esterne

orizzontali. Giova rilevare a tale proposito come il funzionamento « trasversale » dovuto ai carichi ver- ticali — a parte il fatto che verosimilmente detti carichi non investono mai l'intera struttura come av- viene per le forze orizzontali originate dal vento — presenti un interesse di tutt'altro genere. Infatti, mentre rispetto alle forze orizzontali il funziona- mento « trasversale » della struttura secondo lo schema iperstatico che si assume o altro schema molto prossimo è essenziale per la stabilità dell'edi- ficio, altrettanto non può dirsi per i carichi ver- ticali rispetto ai quali la struttura può trovare un modo di funzionare anche notevolmente diverso da quello previsto senza che tale stabilità risulti com- promessa.

Fatte queste precisazioni è da aggiungere come il problema che si intende trattare sia del massimo interesse quando si voglia procedere ad un adeguato dimensionamento dei piedritti, dei traversi e, so- pratutto, dei solai ai quali si demanda la ricordata funzione di « controventi ». È a questi ultimi che il progettista dovrà rivolgere particolare attenzione al fine di studiare caso per caso la possibilità e conve- nienza di affidare loro la nominata funzione ricor- dando che sull'entità delle sollecitazioni hanno in- fluenza diversi fattori tra i quali sono essenziali : l'altezza dell'edificio, l'entità delle forze orizzontali con riferimento all'ubicazione dello stesso, il nu- mero dei telai paralleli di cui il medesimo è costi- tuito. Nel caso che i solai risultassero troppo affa- ticati specialmente in corrispondenza dei piedritti, dove si incastrano le striscie più cimentate a fles- sione, dovrà ovviamente provvedersi alla disposi- zione di travi di collegamento tra i telai per un nu- mero conveniente di piani a partire dal basso.

Prima di chiudere questi cenni introduttivi si avverte che nello studio seguente si fa l'ipotesi che le striscie dei solai perpendicolari ai piani dei telai si inflettano indipendentemente le une dalle altre.

Oltre a rendere il calcolo estremamente agevole, tale ipotesi trova riscontro nell'effettivo comportamento dei solai che, come è noto, nella totalità dei casi sono costituiti da travetti misti in laterizio e calce- struzzo affiancati : ragione questa per la quale non può contarsi sul funzionamento a lastra del loro complesso.

(1) Cfr. B. DALL'AGLIO, Di una generalizzazione del me- todo di Cross - Giornale del Genio civile - Giugno, Luglio- Agosto 1949.

ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - NUOVA SERIE - A. 7 -N. 11 - NOVEMBRE 1953

BIBLIOGRAFIA

(1) BARBERO M. • FORTINO D., Il forno elettrico nella fon- deria di ghisa (Memoria presentata al 2° Convegno di Fonderia ASSOFOND) - Ottobre 1952).

(2) FREAR C. L., Direct-arc acid lined furnace for gray iron - Trans. A.F.A. 1933.

(3) DI GIULIO A. - WHITE A. E., Factors affecting the struc- ture and properties of gray cast iron - Trans. A.F.A.

1936.

(4) PIWOWARSKY E., Hochwertiges Gusseisen (Grauguss) - Springer Verlag, Berlin, 1951.

(5) MOLDENKE R., Principles of Iron Founding - Mc Craw Hill, New York (1930).

(6) VENNERHOLM G. - BOCART N., Effect of slag-types on heart treatment of malleable iron - Trans. A.F.S., volu- me 57, 1949.

(7) LOSANA L., Lezioni di metallurgia - Lib. tecnica, ed.

V. Giorgio, 1945.

(8) BOYLES A., The structure of cast iron - American So- ciety of metals, 1946.

(9) SCHNEBLE A. W. - CHIPMAN J., Factors involved in su- perheating gray cast iron and their effects on its struc- ture and properties - Transactions American Foundry- men's Association, voi. 52, 1944.

(10) TIMMONS G. A. - CROSBY V. A., Effect of pouring tem- perature on the strength and microstructure of gray cast iron - Transactions American Foundrymen's Associa- tion, vol. 49, Dicembre 1941.

(11) RILEY R. V., Factors affecting the solubility of carbon in iron - Foundry Trade Journal, n. 1829 del 20 Settem- bre 1951, n. 1830 del 27 Settembre 1951.

(12) SOMIGLI G., / gas nella ghisa - L'Industria Meccanica, Gennaio 1941.

449

Si studia lo stato di sollecitazione che investe una ossatura di edificio costituita da telai paralleli collegati soltanto dai solai, quando sulla stessa agiscano forze di direzione perpendicolare alla giacitura dei telai.

Si tratta dapprima il caso della trave perfettamente incastrata agli estremi e solidale coi bordi di due cam- pate adiacenti di solaio a loro volta perfettamente incastrate lungo i bordi opposti, indicando un procedi- mento che rende immediata la determinazione delle sollecitazioni che conseguono ad un momento distri- buito lungo la trave con giacitura perpendicolare al suo asse. Sulla base di detto procedimento si estende l'applicazione del metodo di Cross generalizzato (1) allo studio dell'ossatura sopradescritta nella ipotesi che i telai abbiano ugnai configurazione geometrica e che i piedritti di ciascun telaio siano equidistanti e

di uguali rigidezze.

Riferimenti

Documenti correlati

Scultura in ghisa delle Fonderie borboniche alla Esposizione internazionale di fonderia del 1931 alla Fiera di Milano Specifiche titolo: del catalogatore.

Cilindro e segmenti Montare i segmenti nelle relative sedi; unirne le estremità in corrispondenza dei fermi sul pistone ed imboccare il cilindro, facendolo scorrere, senza

Il rendimento, la durata e la sicurezza dei corpi scaldanti BIASI, così come degli impianti termici in genere, in tutti i loro componenti, dipendono strettamente dalle

Tuttavia, grazie ai continui progressi nella tecnologia produttiva all’interno di Fibrelite, allo sviluppo dei chiusini compositi in varie classi di carico ed all’aumento dei

La prova deve essere eseguita su un pozzetto composto dall’elemento di base più l’elemento porta usino in ghisa completo oppure da una piastra in ferro, detta di

The most important innovation goes back to the 90’s, it set the right course for the future: the STOP/SYSTEM ® , a modular flow stop equipment for different types of pipes in terms

 GHISA GRIGIA PER GETTI ORDINARI: vengono impiegate per la costruzione di parti meccaniche; la designazione prevede la lettera G seguita da un numero che

ACCIAIO AL CARBONIO GHISA MALLEABILE.. CATALOGO PRODOTTI