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Molise

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Academic year: 2021

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Territorio e ambienti naturali

Il Molise confi na a nord-ovest con l’Abruzzo, a ovest con il Lazio, a sud con la Campania, a est con la Puglia. A nord-est un breve tratto della regione aff accia sul Mar Adriatico.

Il territorio è suddiviso fra montagna (55,3%) e collina (44,7%), mentre le pianure sono praticamente inesistenti.

(areogramma)

Il punto più elevato si raggiunge nel massiccio del Matese, al confi ne con la Campania, con il Monte Miletto (2050 m).

Tra i monti e le strette pianure costiere si estende una fascia collinare di natura argillosa e frequentemente soggetta a frane.

I fi umi più importanti sono il Biferno e il Trigno, che sfociano nell’Adriatico e hanno regime torrentizio, e il Volturno, nella sua parte iniziale. Il piccolo lago di Occhito, al confi ne con la Puglia, è alimentato dal fi ume Fortore ed è di origine artifi ciale come pure il lago di Guardalfi era, formato dal Biferno.

Nel 1997 la Regione Molise ha istituito il Parco dei Tratturi del Molise per la salvaguardia di un patrimonio unico che testimonia le origini pastorali dei molisani; le cosiddette “autostrade del passato” erano, oltre che vie di comunicazione per le greggi tra le montagne e il mare, anche i veri e propri luoghi di incontro in cui si socializzava, si tenevano feste, si pregava nelle chiesette sparse lungo il percorso. La transumanza (la pastorizia trasmigrante) fu una vera e propria civiltà che risale all’epoca protostorica:

in epoca romana era regolata da severe leggi pubbliche e soggetta a prelievi fi scali. I tratturi erano strade particolari,

disposte come i meridiani (tratturi) e i paralleli (tratturelli e bracci), a formare una rete viaria che copriva tutto il territorio. Lungo questi assi viari sorgevano delle “stazioni di servizio” per uomini e animali, con opifi ci, taverne, chiese. Sui tratturi sono nati i centri abitati, tra cui Campobasso, Isernia e Bojano. I tratturi si devono considerare veri e propri musei all’aperto. Dal punto di vista naturalistico e geografi co, i tratturi si sviluppano per oltre 4000 ettari e consistono in lunghe piste erbose tra le montagne, le colline, le valli, fi umi e laghi. Ancora oggi, lungo i tratturi si trovano specie di piante che altrove non esistono più: infatti, in queste piste di erba, non essendo state mai coltivate, nascono fi ori e piante che altrove sono stati sostituiti dalle coltivazioni.

55,3%

44,7%

Montagna Collina

Molise

Popolazione: 321.000 abitanti Superfi cie: 4438 km

2

Province: Campobasso, Isernia Densità: 72,2 abitanti per km

2

(fonti ISTAT 2010)

Il Biferno (in dialetto

locale lu Befi erno) è un

fi ume dell’Italia centro-

meridionale, il principale

interamente incluso nella

regione del Molise e nella

Provincia di Campobasso.

(2)

Economia della regione

L’economia della regione è tuttora poco sviluppata, basata soprattutto sull’agri- coltura, anche se la natura accidentata dei terreni rende diffi cile la coltivazione. I prodotti principali sono cereali, ortaggi, frutta, olivi, viti e tabacco; l’allevamento ovino e caprino, che si pratica nelle zone montuose, è modesto.

L’industria è scarsamente presente se escludiamo la zona di Termoli dove si trovano alcune industrie meccaniche. Operano sul territorio imprese artigianali, soprattutto nei settori alimentare (aziende conserviere, frantoi oleari, caseifi ci per la produzione di formaggi), metalmeccanico, dell’abbigliamento e dei materiali da costruzione. Sono stati scoperti nell’area di Campobasso dei giacimenti di metano.

Il turismo balneare e montano è scarsamente rilevante.

Città, brevi note storiche e curiosità

Il Molise è un territorio abitato sin dalla preistoria e, attorno al V secolo a.C., venne occupato dalla popolazione dei Sanniti che lo difesero strenuamente, cercando di arginare l’espansione romana. Nonostante le dure lotte, Roma nel III secolo a.C.

ebbe la meglio e inglobò la regione tra i suoi domini. Alla caduta dell’Impero seguirono le dominazioni di Longobardi (VI sec.), Franchi e Normanni, sotto i quali la contea assunse l’attuale nome di Molise. Successivamente il territorio venne dapprima unifi cato a una parte della Campania, quindi alla parte settentrionale della Puglia, per raggiungere infi ne una propria autonomia e identità territoriale solo nell’Ottocento. Come l’Abruzzo, cui era stato unito dopo il 1860 (la regione si chiamava Abruzzi-Molise), anche il Molise conobbe un forte movimento migratorio verso i Paesi d’oltreoceano, soprattutto negli anni compresi tra il 1876 e il 1914.

Il Molise è la seconda regione più piccola e meno abitata dopo la Valle d’Aosta, nata nel 1963 in seguito al distaccamento dall’Abruzzo.

Il capoluogo è Campobasso che fi no al 1970 era anche l’unica provincia, affi ancata in seguito da quella di Isernia. Altra cittadina importante è Termoli , sulla costa adriatica.

La densità media è piuttosto bassa anche a causa dell’emigrazione che ha interes- sato tra l’ottocento e il novecento quasi tutta la regione. La popolazione si concen- tra quasi esclusivamente sulla fascia costiera e nei due capoluoghi Campobasso e Isernia.

Termoli

(3)

Campobasso

Campobasso è il capoluogo della regione. Conserva una parte di origine medievale con valori ambientali e artistici degni di nota, che si estende sulle pendici di un colle dominato dal Castello Monforte , e una parte più moderna ed elegante risalente all’800, che si sviluppa sul piano. Il borgo medievale è attraversato da vicoli e scalinate, su cui sorgono case in pietra con deliziosi cortiletti interni. Le case più antiche sono realizzate anch’esse in pietra locale, adornate con decorazioni, stemmi nobiliari ed elementi allegorici.

La città ottocentesca, denominata centro storico murattiano, presenta le caratteristiche tipiche dello sviluppo urbanistico di quel secolo: progettata secondo l’ideale della città giardino, presenta ampi spazi verdi con varie essenze

arboree (come sequoie, cedri del Libano, Ginkgo biloba, abeti rossi, lecci) e grandi piazze con fontane.

Presso Campobasso esisteva già un insediamento in epoca sannita e romana posto sul tratturo che dall’Abruzzo i pastori percorrevano per portare le greggi transumanti a svernare in Puglia; ma la città, come attestano le tracce documentali, ovvero il codice beneventano detto Chronicon Sancte Sophie, si costituì in epoca longobarda.

La Cattedrale, opera neoclassica di Bernardino Musenga, è stata ricostruita sui resti della vecchia cattedrale crollata durante un violento terremoto nel 1805. La purezza classica è esemplifi cata dall’uso del capitello ionico.

Le chiese di San Giorgio, patrono della città, San Leonardo e San Bartolomeo sono costruzioni romaniche di pregio.

Molto caratteristica è la Sagra dei Misteri, con ricche rievocazioni e processioni (in cui i campobassani si vestono da santi e diavoli) e “macchine” roccocò costruite nel 1700 da Paolo di Zinno.

Campobasso è rinomata per coltelli, spade e forbici lavorati a traforo e a bulino, una pregiata manifattura che si sviluppò in città nel 1300 come artigianato militare di scimitarre da combattimento.

Isernia

Fondata dai Sanniti, nel 90 a.C., divenne la capitale della Lega dei Soci, guidata da Vettio Scatone, che si oppose a Roma nell’ambito della Guerra Sociale, nella quale varie popolazione italiche si allearono contro Roma per ottenere i diritti di cittadinanza. E infatti tutte le città fi no al Po ottennero, dopo dure lotte, la cittadinanza.

Isernia rivendica la paternità di Santo Celestino V, Papa, uno tra i più amati patroni della città insieme a San Nicandro, Santa Daria, Santa Barbara e San Marciano.

La Fontana Fraterna è una bella struttura loggiata del XIII secolo che prende il nome dalla Frataria, la società di Mutuo Soccorso fondata da Papa Celestino V.

Nel Quattrocento, sotto i Monforte, e in particolare durante il governo del Conte Cola, la città di Campobasso raggiunse un notevole sviluppo nei commerci, rinsaldato nella metà del Cinquecento sotto la signoria dei Gonzaga.

Il Castello Monforte è il lascito di Cola alla sua città.

Si tratta di un possente maschio merlato a pianta quadrata, dotato di fossati e ponte levatoio (oggi non più esistente). Il carattere militare della struttura sottolinea l’animo del Cola, vero e proprio capitano di ventura, protagonista nelle lotte fra Angioini e Aragonesi nel Regno di Napoli.

La Fontana Fraterna, nel

centro di Isernia, è simile a

una loggia su colonnine con

capitelli ornati.

(4)

La Cattedrale di San Pietro, neoclassica, fu ricostruita sui resti di una precedente fabbrica distrutta dal violento terremoto del 1805, e custodisce la bella icona bizantineggiante della Madonna di Via Lucis.

Recenti ritrovamenti di insediamenti paleolitici hanno dato traccia di un ominide di Homo erectus, battezzato Homo aeserniensis, risalente a 736.000 anni fa. Sarebbe l’uomo più antico in Europa. Interessanti reperti del sito, insieme a un ricco lapidario romano, sono alloggiati nel Museo Nazionale di Santa Maria delle Monache.

http://web.unife.it/progetti/isernia-la-pineta/

Di notevole interesse archeologico e speleologico è l’imponente acquedotto di Iser- nia, lungo quasi 2 km. Risalente probabilmente all’epoca traiana, è stato scavato nella roccia, nelle viscere della città.

Tratti dell’acquedotto romano sono ancora ben conservati accanto all’abitato di Isernia.

La cucina molisana

Per i frequenti interscambi con i territori limitrofi Molise e Abruzzo hanno una tradizione gastronomica simile. In tema di tradizione culinaria, i legami del Molise con il Regno di Sicilia, di cui fu l’unica regione dell’Italia centrale a far parte integrante, portarono a un più intenso rapporto con la cucina meridionale.

La realtà molisana presenta grandi analogie con quella abruzzese in termini

di ricette e abitudini alimentari, come l’utilizzo di cotenne per preparare sughi

per le paste asciutte. Il ricettario molisano condivide alcuni piatti con le regioni

meridionali, come i cavatieddi, di origine pugliese, le sagne, lasagne del Sud simili

a pappardelle, gli scapece, pesci in carpione di eredità spagnola.

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