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volume 20, numero 3, 2005

Microbiologia Medica 193

108

RISCHIO RESIDUO DA EPATITE B IN AMBITO TRASFUSIONALE:

STUDIO DI 6 CASI HBV-DNA POSITIVI RILEVATI MEDIANTE SCREENING NAT

Ursitti A., Schiavone M.L., Cappiello G., De Angelis A., Longo R., De Cristofaro M., Miceli M.1, Iudicone P.1,

Visca M., Mannella E.1, Spanò A.

Servizio di Microbiologia, Virologia ed Immunologia - Ospedale “S. Pertini” - Roma,

1Centro Aziendale Produzione Emocomponenti

- A.O. S. Camillo-Forlanini

Premessa.

Le stime recenti del rischio residuo per HBV e i dati di pro-grammi di emovigilanza dimostrano che lo screening dei donatori di sangue mediante dosaggi immunometrici per HBsAg non ha diminuito in maniera significativa l’inciden-za di Epatiti da virus B associate alla trasfusione, poiché la negatività per questo marcatore non sempre assicura assenza di viremia. Tale evenienza può ricondursi alla condizione di infezioni recenti, al crescente aumento di mutanti “escape”, alla presenza di infezioni occulte e/o con viremie basse o transitorie. Riportiamo lo studio di 6 casi di donatori rilevati HBV-DNA positivi nel corso dello screening NAT HBV sulle donazioni di sangue, i quali risultavano non reattivi o bor-derline allo screening di HBsAg.

Metodi.

Lo screening NAT per HBV-DNA è stato eseguito utilizzan-do il test Cobas Ampliscreen HBV (Roche Diagnostics S.p.A.) su pool costituiti da un massimo di 20 campioni. I test sierologici sono stati effettuati con metodica Abbott-MEIA e Roche-ECLIA. La carica virale è stata determinata mediante real-time Cobas TaqMan48 Roche. Il genotipo virale è stato analizzato mediante sequenziamento diretto, previa PCR-Nested, per l’antigene di superficie compren-dente il determinante A.

Risultati.

Su 77350 campioni esaminati nel periodo Dicembre 2004 – Maggio 2005, sono stati rilevati 55 pool positivi per HBV-DNA e nella scomposizione dei pool sono stati individuati i 55 campioni reattivi. Di questi 49 risultavano positivi per HBsAg mentre i rimanenti 6 erano negativi per tale marcato-re. L’analisi del genotipo ha identificato 5 virus di tipo D, sottotipo ayw, e uno di tipo A, sottotipo adw. Lo studio delle sequenze amminoacidiche dei campioni confrontate con le sequenze “consensus” ha evidenziato mutazioni nel tratto 120 → 160 del determinante A, alcune delle quali già descrit-te in letdescrit-teratura. L’analisi quantitativa, effettuata con descrit- tecno-logia PCR Real-Time, ha evidenziato che tutti i donatori sono low carrier.

Discussione.

Lo studio dei 6 casi conferma l’esistenza di infezioni da virus B misconosciute dalla maggior parte dei test sierologici in uso ed evidenzia la presenza di basse cariche virali e mutan-ti del gene S. E’ importante sottolineare che dei 6 donatori, 4 donavano per la prima volta mentre due erano donatori perio-dici. La rivelazione dei 6 donatori HBV-DNA positivi, non chiaramente identificati mediante lo screening sierologico, depone per il valore aggiunto in termini di sicurezza trasfu-sionale dello screening molecolare per HBV.

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