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Academic year: 2021

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Piano Nazionale di Ripresa e

Resilienza (PNRR)

Quadro di sintesi delle missioni e dei progetti

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Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è lo strumento con cui il Governo italiano ha indicato gli obiettivi di policy e gli interventi finalizzati a un’azione di rilancio del Paese, finanziati grazie alle risorse messe a disposizione dall’Unione europea. Le misure sono sviluppate intorno a tre assi strategici: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione

sociale. Il PNRR è articolato in 6 Missioni, che si configurano come aree tematiche strutturali di intervento:

1. Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; 2. Rivoluzione verde e transizione ecologica;

3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile; 4. Istruzione e ricerca;

5. Inclusione e coesione; 6. Salute.

Ogni missione si articola in una serie di Componenti, per un totale di 16, funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo. Le componenti raggruppano 48 Linee di intervento che dovranno seguire i progetti di investimento selezionati dal Governo. Alcuni di questi sono già in essere, altri invece dovranno essere implementati.

Il Piano sarà trasmesso al Parlamento: le Commissioni di Camera e Senato inizieranno l’esame del testo in un confronto con il Governo che si concluderà – idealmente entro la prima settimana di febbraio - con l’approvazione di due risoluzioni finali con cui sarà dato il mandato per trasmettere il documento alla Commissione Europea.

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Finanziamento del PNRR

Risorse allocate per missione

Missione (miliardi di euro)Risorse NGEU

Totale risorse destinate* (miliardi di euro)

Digitalizzazione, innovazione,

competitività e cultura 46,18 58,95

Rivoluzione verde e transizione

ecologica 68,90 78,79

Infrastrutture per una mobilità

sostenibile 31,98 33,14

Istruzione e ricerca 28,49 34,04

Inclusione e coesione 27,62 84,95

Salute 19,72 20,73

Totale 222,89 310,60

*il totale delle risorse comprende quelle stanziate con

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Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

Missione 1 - Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura

Missione 2 - Rivoluzione verde e transizione ecologica

Missione 3 - Infrastrutture per una mobilità sostenibile

Missione 4 - Istruzione e ricerca

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Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività e

cultura

La prima missione si pone di fatto l’obiettivo di modernizzare il Paese, attraverso la rivoluzione digitale sia nella PA che nel sistema produttivo nazionale. Sono previsti investimenti c.d. «di sistema», poiché considerati necessari, come nel campo della giustizia, oltre che previsioni di investimenti in settori che hanno da sempre caratterizzato l’Italia: turismo e cultura. Questa missione, la seconda in termini di finanziamento del piano, si struttura in tre settori di intervento:

1. Digitalizzazione e modernizzazione PA: questa componente persegue l’obiettivo di garantire l’effettiva

interoperabilità delle banche dati delle PA attraverso lo sviluppo di un cloud nazionale. Si mira a rafforzare la PA a tutti i livelli di governo, anche intervenendo e completando la riforma della giustizia attraverso la digitalizzazione, il rafforzamento del capitale umano e smaltendo il pregresso;

2. Transizione 4.0: questo punto prevede la digitalizzazione delle imprese nazionali, incluse le filiere agroalimentari

del Mezzogiorno, fibra ottica, 5G e monitoraggio satellitare. Inoltre saranno presenti incentivi fiscali per le imprese che investono in beni strumentali, materiali e immateriali funzionali alla trasformazione digitale. Importanza centrale avrà anche l’utilizzo di strumenti di leva finanziaria, per la crescita dimensionale e internazionalizzane delle imprese.

3. Turismo e Cultura 4.0: si mira a modernizzazione le infrastrutture materiali e immateriali del mondo della

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1.1 – Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA

La digitalizzazione, pur essendo un tema trasversale di diverse missioni, trova nell’intera missione 1 ampio spazio, anche in ragione del fatto che la realizzazione della crescita digitale e modernizzazione PA è il presupposto per l’attuazione dei progetti della Recovery e Resilience Facility (RRF). I principali obiettivi di questa componente sono:Cambiare la PA per favorire innovazione e trasformazione digitale, dotandola di infrastrutture moderne,

interoperabili e sicure. In quest’area si inseriscono gli investimenti in cyber security attraverso la creazione di

Poli Strategici Nazionali (PSN). Un altro macro tema è costituito dagli investimenti in infrastrutture per l’interoperabilità dei dati e degli archivi attualmente basati su supporto analogico;

Accelerare i tempi della giustizia. Saranno utilizzate le best pratice di altri paesi e nazionali (come l’Istituzione

dell’Ufficio per il processo) al fine di ridurre i tempi della giustizia anche attraverso il rafforzamento della sicurezza e l'innovazione dei software e delle infrastrutture digitali negli uffici giudiziari;

Supportare la diffusione di piattaforme, servizi digitali e pagamenti elettronici presso le PA. Saranno centrali

gli investimenti nella c.d Cittadinanza Digitale (SPID e CIE), piattaforme di notifiche digitali avente valore legale, oltre che l’attuazione di un piano nazionale di cashless community per supportare i pagamenti tra privati e verso la PA.

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1.2 – Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema

produttivo

Questa componente si basa sulla consapevolezza che rafforzare il Paese significa sostenere la crescita e la resilienza delle PMI, e potenziare la capacità delle filiere, in particolare di quelle tecnologicamente avanzate e del Made in

Italy per sostenere la competitività sui mercati internazionali. Gli obiettivi principali sono:

Stimolare investimenti privati in R&S e tecnologia all’avanguardia. Gli strumenti predisposti saranno procedure

semplificate per i vantaggi fiscali e aliquote significative per le imprese, per investimenti in tal senso;

Favorire lo sviluppo del Made in Italy e sviluppare le filiere produttive: in particolar modo quelle innovative, al

fine di sostenere la competitività internazionale anche attraverso strumenti finanziari innovativi. In tal senso sarà rivolta particolare attenzione a imprese che promuovono nel mondo i prodotti del Made in Italy e nello specifico le PMA. Per questo verrà utilizzato il sistema del fondo dei fondi per stanziare risorse conferendoli a fondi specializzati per strumenti finanziari;

Ammodernare le reti nazionali ad alta velocità e di fibra ottica, e completarle soprattutto nel Mezzogiorno e

nelle aree bianche e grigie. In quest’area le principali linee progetto comprendono: promozione servizi 5G e la safety di questo, piano fibra, ed altri progetti legati all’Agenzia Spaziale Italiana.

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1.3 – Turismo e cultura 4.0

I settori coinvolti in questa componente rappresentano gli asset strategici del Paese e per questo imprescindibili in un piano nazionale. In quest’ambito sono previsti numerosi progetti di valorizzazione di siti storici e culturali delle città italiane anche nelle aree periferiche. Le attività saranno anche importate a rendere i siti culturali italiani più accessibili a fasce più ampie della popolazione e dei turisti. Le principali aree di intervento sono:

1. Patrimonio culturale per la EU Next Generation. In quest’area si prevede di potenziare il Piano Strategico Grandi

Attrattori Turistico-Culturali, che prevede l’investimento a sua volta nella rigenerazione del patrimonio culturale e urbano in alcune delle principali città italiane. Inoltre è previsto un investimento ad hoc per la Città di Roma, in vista del prossimo Giubileo 2025.

2. Siti Minori, Aree Rurali e Periferie. Si prevedono investimenti nei siti di valore storico, artistico e culturale dei

piccoli centri italiani, soprattutto tramite strumenti di partenariato e co-progettazione pubblico-privato;

3. Turismo e Cultura 4.0. Si investirà inoltre su piattaforme e strategie digitali per l'accesso al patrimonio culturale,

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Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

Missione 1 - Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura

Missione 2 - Rivoluzione verde e transizione ecologica

Missione 3 - Infrastrutture per una mobilità sostenibile

Missione 4 - Istruzione e ricerca

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Missione 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica

La Missione affronta in maniera organica le tematiche legate a: ❖ Agricoltura sostenibile;

❖ Economia circolare e transizione energetica; ❖ Mobilità sostenibile;

❖ Efficienza energetica degli edifici; ❖ Risorse idriche e inquinamento.

Include, altresì, tre dei programmi flagship del NGEU indicati dalla Commissione Europea: Power up (rinnovabili e produzione e trasporto di idrogeno verde), Renovate (efficienza energetica degli edifici), Recharge and Refuel (sviluppo della mobilità sostenibile tramite reti di distribuzione di elettricità e idrogeno).

Questa Missione sarà accompagnata da specifiche riforme volte a favorire la transizione energetica, la digitalizzazione e la svolta ecologica; fra queste, spicca la Strategia nazionale in materia di economia circolare.

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2.1 Agricoltura sostenibile ed Economia circolare

Questa componente si articola su due linee d’azione:

❖ Agricoltura sostenibile: si prevedono iniziative per la competitività, la riqualificazione energetica e la capacità logistica del comparto agroalimentare italiano, per interventi pari a €1,8 miliardi da allocare su tre progetti:

o Contratti di filiera, per finanziare investimenti in beni materiali e immateriali volti alla riconversione delle

imprese in ottica sostenibile nei comparti agroalimentare, ittico, forestale e florovivaistico. Le priorità di intervento saranno individuate entro il secondo trimestre del 2021, per partire definitivamente con l’erogazione delle risorse entro il secondo trimestre del 2023;

o Parchi agrisolari, per incentivare l’ammodernamento dei tetti degli immobili a uso produttivo nei settori agricolo,

zootecnico e agroindustriale. Entro il quarto trimestre del 2021 verrà avviata la presentazione delle domande;

o Logistica, per migliorare le capacità di stoccaggio delle materie prime agricole, potenziare le infrastrutture dei

mercati agricoli e sviluppare un sistema logistico integrato per le filiere agroalimentari, di pesca e acquacoltura, forestale e florovivaistica.

❖ Economia circolare: si prevedono interventi per €4,5 miliardi per la valorizzazione e la chiusura del ciclo dei rifiuti con la produzione di materie prime secondarie, adeguando gli impianti esistenti e realizzandone di nuovi, oltre che potenziando la raccolta differenziata. In particolare, tali interventi saranno focalizzati sulle grandi aree metropolitane del Centro e Sud Italia (specie Roma, Napoli, Bari, Reggio Calabria e Palermo). Si costituirà, inoltre, un Fondo destinato a realizzare gli obiettivi dell’economia circolare con la finalità di ridurre l’utilizzo di materie prime di cui il Paese è carente nei processi industriali, sostituendole progressivamente con materiali prodotti da scarti, residui, rifiuti, in linea con il Piano europeo per l’economia circolare.

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2.2 Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile

Dato il suo ruolo strategico legato alla sostenibilità ambientale, tale componente risulta cruciale per la realizzazione del PNRR.

Si prevendono interventi per:

❖ Produzione e distribuzione di energia da fonti rinnovabili, prevedendo contributi a sostegno dello sviluppo di progetti fotovoltaici galleggianti ed eolici offshore, progetti onshore realizzati su siti di proprietà della PA o a basso consumo di suolo o abbinati a tecnologie di stoccaggio, nonché supporto finanziario tramite appositi finanziamenti. Si introdurranno altresì investimenti a supporto della produzione tecnologica fotovoltaica ed eolica.

❖ Idrogeno liquido, mirando a costituire un polo industriale per la produzione di elettrolizzatori, nonché a finanziare investimenti per lo sviluppo del Ferro Ridotto Diretto (DRI) connesso al progetto di decarbonizzazione dell’ex ILVA a Taranto e alla transizione per la produzione di acciaio verde in Italia. Inoltre, si mira a creare una rete di stazioni di rifornimento di idrogeno con un massimo di 40 distributori di carburante adatti ai camion per una riduzione delle emissioni legate al trasporto, oltre a finanziare attività di ricerca, anche in ottica di idrogeno verde.

❖ Rafforzamento mobilità sostenibile, in particolare per quanto riguarda il rinnovo del parco rotabile degli enti locali e investimenti per soluzioni green di mobilità pubblica. Si prevedono altresì investimenti per lo sviluppo di una rete di stazioni di ricarica veloce, innovando la rete esistente di distribuzione di carburanti (che conta già oltre 22.000 stazioni) e per l’attuazione di un piano nazionale di ciclovie.

Inoltre, verrà riformata la normativa nazionale sul controllo dell’inquinamento dell’aria, e si stanzieranno specifiche risorse per progetti elaborati da ANCI e Utilitalia, da selezionare in base alla coerenza con il PNIEC.

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2.3 Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici

In linea con gli obiettivi di sostenibilità previsti dall’Unione europea, la componente in esame ha l’obiettivo di intercettare una delle principali cause di rilascio di CO2 in atmosfera: i consumi energetici degli edifici, che ad oggi contano per un terzo nel computo dei consumi totali in Italia.

Tra gli obiettivi della componente rientrano inoltre la messa in sicurezza e la digitalizzazione delle strutture pubbliche e private e il rilancio del settore edilizio in chiave di sostenibilità e performance antisismica.

Su queste basi, la componente si articola in due linee progettuali:

❖ efficientamento energetico e messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico, che vada dalle scuole all’edilizia residenziale pubblica, fino alle strutture pubbliche delle aree metropolitane;

❖ Riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare privato tramite l’introduzione di una detrazione fiscale del 110% dei costi sostenuti per gli interventi. Tra gli interventi ammissibili rientrano:

o isolamento termico degli edifici;

o sostituzione degli impianti di climatizzazione;

o riduzione del rischio sismico;

o installazione di impianti fotovoltaici;

o infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici.

La misura si applica alle spese sostenute fino al 30 giugno 2022 (31 dicembre 2022 per gli IACP). Può essere applicata per ulteriori sei mesi nei casi di lavori effettuati da condomìni e IACP nei casi in cui siano stati effettuati almeno il 60% dei lavori prima del termine di scadenza della misura.

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2.4 Tutela del territorio e della risorsa idrica

La componente in esame punta principalmente a migliorare la resilienza dei sistemi idrici ai cambiamenti climatici, migliorando lo stato di qualità ecologica e chimica dei nostri corpi idrici e cercando di allocare in maniera più efficiente la risorsa idrica in ambito urbano, agricolo e industriale. In questo contesto, prendono spazio anche interventi mirati per la mitigazione dei rischi di dissesti idrogeologici e di alluvioni.

Inoltre, la componente intende risolvere l’annosa questione della dispersione idrica, legata ad una gestione poco efficiente nel tempo di strutture obsolete, che ammontano per il 41% nel nostro Paese, raggiungendo il 51% al Sud.

Tra le linee progettuali presenti, si segnalano le seguenti di particolare rilevanza:

❖ Interventi per prevenire il dissesto idrogeologico, come la forestazione delle aree boschive e urbane;

❖ il potenziamento e la costituzione di infrastrutture idriche primarie per la sicurezza e l’approvvigionamento dell’acqua con particolare riferimento al Sud;

❖ Riduzione delle perdite idriche tramite un monitoraggio più attento delle infrastrutture, degli invasi e delle dighe, che passi anche tramite un processo di digitalizzazione del monitoraggio delle reti (a riguardo sono previsti investimenti per ammodernare 45 reti di distribuzione, con una riduzione delle perdite stimata al 15%);

❖ Investimenti sulla rete fognaria e negli impianti di depurazione; ❖ Costituzione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti marini.

In sintesi, gli interventi di questa componente mirano a favorire la sostenibilità ambientale, la competitività territoriale e l’ammodernamento infrastrutturale idrico del Paese, soprattutto nelle aree del Mezzogiorno, dove si registra un’arretratezza diffusa nella gestione dei servizi essenziali nel settore idrico e della depurazione delle acque, che comportano, sempre più frequentemente, stati emergenziali. Oltre alla componente green, bisogna menzionare anche la forte digitalizzazione degli impianti, in linea con le linee guida per l’utilizzo dei fondi europei.

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Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

Missione 1 - Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura

Missione 2 - Rivoluzione verde e transizione ecologica

Missione 3 - Infrastrutture per una mobilità sostenibile

Missione 4 - Istruzione e ricerca

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Missione 3 – Infrastrutture per una mobilità sostenibile

La terza missione «Infrastrutture per una mobilità sostenibile» si inserisce nell’ambito di uno dei tre assi portanti che guidano l’intero Next Generation EU, vale a dire la transizione ecologica e l’attenzione ai fenomeni ambientali.

Gli obiettivi fondamentali che si intendono raggiungere nel contesto della mobilità e delle infrastrutture sono i seguenti:

1. Sostenibilità infrastrutturale: completare entro il 2026 un pezzo importante del più ampio programma di

transizione verso un sistema infrastrutturale moderno, digitalizzato e sostenibile, rispettando la geografia e la topografia del territorio e arrivando a colmare alcune lacune che hanno penalizzato certe zone del Paese;

2. Sicurezza delle opere pubbliche: introdurre sistemi di monitoraggio digitali per la messa in sicurezza delle

arterie stradali, dei ponti e dei viadotti ammalorati, cercando di elevare le opere infrastrutturali italiane ai nuovi standard di efficienza e sicurezza;

3. Connettività del territorio: intervenire per la creazione di nuove opere di collegamento, investendo nella rete

ferroviaria per connettere con l’alta velocità le zone più isolate del territorio e migliorare i tempi di percorrenza delle linee;

4. Traffico intermodale e logistica: sviluppare sul territorio nazionale un sistema portuale sostenibile per valorizzare

e migliorare i flussi commerciali e turistici, arrivando a competere coi porti del Nord Europa nei traffici oceanici. La presente missione si articola a sua volta in due componenti: alta velocità ferroviaria e manutenzione stradale 4.0 e intermodalità e logistica integrata.

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3.1 Alta velocità ferroviaria e manutenzione stradale 4.0

In linea con l’attenzione allo sviluppo sostenibile richiesto dalle autorità europee, la prima componente della missione inerente la mobilità intende decarbonizzare e ridurre le emissioni inquinanti attraverso l’efficientamento del trasporto ferroviario, tanto dei passeggeri quanto delle merci, soprattutto per le tratte a lunga percorrenza.

Al fine di completare il passaggio dal trasporto su gomma al trasporto su ferro, si rende necessario migliorare la connettività del territorio e diminuire i tempi di percorrenza delle tratte. A tal proposito, il Piano prevede la costruzione e il potenziamento di nuovi tratti ferroviari:

• nel Nord del Paese si potenzieranno le tratte Milano-Venezia, Verona-Brennero e Liguria-Alpi; • al Centro si rafforzeranno le tratte Roma-Pescara e Orte-Falconara;

• al Sud si estenderà la linea dell’alta velocità lungo la direttrice Napoli-Bari e si effettueranno interventi di upgrading per la velocizzazione della Salerno-Reggio Calabria, della Salerno-Taranto e della Palermo-Catania-Messina.

L’obiettivo di messa in sicurezza, digitalizzazione e ammodernamento delle strade e delle altre opere infrastrutturali viene posto invece come prerequisito per rilanciare il sistema produttivo del Mezzogiorno, ovviare all’impoverimento socioeconomico e migliorare la coesione territoriale. A tal proposito, gli interventi pensati sono i seguenti:

• introduzione della tecnologia ERTMS, per la gestione del traffico pendolare;

• introduzione di sistemi digitali di monitoraggio per valutare con tempestività lo stato delle infrastrutture stradali, risparmiando sulle future spese di manutenzione.

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3.2 Intermodalità e logistica integrata

Questa seconda componente mira a efficientare l’intero traffico merci intermodale attraverso il potenziamento del sistema marittimo. Il traffico merci intermodale, infatti, in Italia si realizza tipicamente su ferro o gomma e ha come suo punto debole lo scarso collegamento con il traffico marittimo.

Considerando quindi i porti non solo come punti di transito, ma come veri e propri integratori terra-mare, le linee di intervento principali del Piano sono le seguenti:

• realizzazione di progetti per lo sviluppo dei porti di Genova e Trieste quali, rispettivamente, la nuova diga foranea e l’Adriagateway;

• realizzazione dei c.d. Green Ports, ovvero porti più sostenibili dal punto di vista ambientale e più efficienti sotto il profilo energetico;

• valorizzazione dei porti del Sud Italia per dare una spinta alle Zone Economiche Speciali (ZES) e al turismo.

Un altro elemento attenzionato riguarda invece la digitalizzazione dei sistemi logistici del Paese, a cominciare dagli aeroporti, per consentire una movimentazione delle merci più fluida ed evitare inutili intasamenti. Ecco i due principali progetti da promuovere:

• creazione di piattaforme e sistemi di intelligenza artificiale per ottimizzare i carichi e tracciare le singole spedizioni;

• avviamento del Progetto Digital Innovation dei sistemi aeroportuali per la completa digitalizzazione delle operazioni.

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Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

Missione 1 - Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura

Missione 2 - Rivoluzione verde e transizione ecologica

Missione 3 - Infrastrutture per una mobilità sostenibile

Missione 4 - Istruzione e ricerca

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Missione 4 – Istruzione e ricerca

La quarta missione «Istruzione e Ricerca» rientra nell’ambito di una delle tre priorità trasversali fissate da Next

Generation EU, ossia i giovani e le nuove generazioni.

Gli obiettivi che si intendono raggiungere con particolare riferimento al mondo dell’istruzione e della ricerca sono i seguenti:

1. Competenze: ampliare il ventaglio di competenze che i giovani riescono ad acquisire nelle scuole e nelle

università per colmare quel deficit che limita il potenziale di crescita del nostro Paese e la sua capacità di adattamento alle sfide tecnologiche e ambientali;

2. Percorsi scolastici e universitari: migliorare e rendere più appetibili i percorsi scolastici e universitari per

incentivare i giovani e le famiglie a investire nell’istruzione, ad esempio sostenendo l’internazionalizzazione da e verso l’Italia della formazione superiore e della ricerca;

3. Giovani ricercatori: rafforzare i sistemi di ricerca e valorizzare i giovani talenti con finanziamenti a essi dedicati,

sul modello degli ERC grant europei;

4. Mondo della ricerca e mondo dell’impresa: rafforzare le grandi infrastrutture di ricerca al fine di integrarle

meglio con il mondo delle imprese e dare vita a una connessione tra mondo della ricerca e mondo dell’impresa che consenta di sostenere la domanda di competenze avanzate e il loro adeguato impiego nel sistema produttivo. La presente missione si articola a sua volta in due componenti: potenziamento delle competenze e diritto allo studio e dalla ricerca all’impresa.

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4.1 Potenziamento delle competenze e diritto allo studio

Questa prima componente della missione Istruzione e Ricerca parte dall’evidenza di un dato allarmante: i giovani italiani si collocano al di sotto della media OCSE nella maggior parte delle competenze di base. L’obiettivo deve essere dunque quello di ampliare le competenze fornite dalla scuola, ma per farlo è necessario per prima cosa garantire a tutti un facile accesso e permanenza nel mondo scolastico.

Al tal fine le linee di intervento principali tratteggiate dal Piano sono le seguenti:

• favorire l’accesso al sistema dell’istruzione anche ai meno abbienti, con un nuovo sistema di borse di studio e un’espansione della no-tax area nelle istituzioni universitarie;

• istituire un «Fondo tempo pieno scuola» per aumentare l’offerta formativa e conciliare i tempi di vita e lavoro delle famiglie;

• aumentare l’offerta di asili nido e servizi per l’infanzia;

• incentivare la mobilità dei docenti sul territorio anche verso le aree socio-economicamente più svantaggiate.

Inoltre, affinché le competenze scolastiche siano utili nel mondo reale, il Piano delinea una serie di progetti per far fronte allo «skill mismatch»:

• avviare il progetto Scuola 4.0 al fine di ammodernare le scuole e soprattutto gli istituti tecnici superiori con nuove dotazioni tecnologiche e laboratori;

• siglare accordi di collaborazione tra università e territorio, nonché cercare di decuplicare nei prossimi 5 anni il numero di studenti iscritti agli ITS, creando maggiore osmosi fra questi e i percorsi universitari.

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4.2 Dalla ricerca all’impresa

La seconda componente mira specificamente a innalzare il potenziale di crescita del sistema economico del Paese investendo in ricerca e sviluppo, un ambito nel quale l’Italia latita rispetto alla maggior parte dei Paesi europei, spendendo molto meno in termini percentuali.

Con l’obiettivo quindi di promuovere ambiziosi progetti di ricerca e valorizzare, nonché aumentare, il numero di ricercatori, il Piano delinea le seguenti iniziative:

• rafforzare la filiera R&S, espandendo i partenariati allargati per lo sviluppo di progetti di ricerca e l’attrazione di un numero più elevato di ricercatori a tempo determinato;

• accrescere la spesa pubblica destinata alle iniziative come gli IPCEI, i Partenariati in ricerca e innovazione e i PRIN – progetti di ricerca su temi di rilevante interesse nazionale.

Un’altra priorità formulata dal Piano è quella di fare in modo che le università e i centri di ricerca siano competitivi e produttivi. Per questo investire sull’innovazione e la tecnologia è un passaggio fondamentale. In tale prospettiva, altre iniziative ricomprese in questa componente sono:

• erogare finanziamenti pubblico-privati finalizzati a creare campioni territoriali di R&S ed ecosistemi dell’innovazione, ossia reti di istituti di ricerca applicata sparsi sul territorio;

• investire in nuovi percorsi di dottorato coerenti con le esigenze di ecosostenibilità, digitalizzazione e innovazione; • costituire nuovi centri di ricerca altamente specializzati e focalizzati sui grandi temi del nostro tempo, quali il

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Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

Missione 1 - Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura

Missione 2 - Rivoluzione verde e transizione ecologica

Missione 3 - Infrastrutture per una mobilità sostenibile

Missione 4 - Istruzione e ricerca

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Missione 5 – Inclusione e coesione

La quinta missione «Inclusione e coesione» ha un ruolo di grande rilievo nel perseguimento degli obiettivi trasversali a tutto il PNRR, dedicando un’attenzione prioritaria alle politiche di sostegno all’occupazione e alle transizioni occupazionali. In questa missione sono quindi previsti investimenti in attività di upskilling, reskilling e life-long learning di lavoratori e imprese, che mirano a far ripartire la crescita della produttività e migliorare la competitività delle PMI e delle microimprese italiane.

Gli obiettivi che si intende raggiungere sono i seguenti:

1. Rafforzare le politiche attive del lavoro e della formazione di occupati e disoccupati;

2. Aumentare l’occupazione giovanile di qualità attraverso il rafforzamento del sistema duale; 3. Sostenere l’imprenditoria femminile come strumento di autonomia economica;

4. Potenziare il servizio civile universale stabilizzando i posti annui;

5. Potenziare la quantità e qualità delle infrastrutture sociali, per minori, anziani non autosufficienti e persone con disabilità;

6. Recuperare e rigenerare edifici e territori urbani, con particolare attenzione a periferie e aree interne del paese; 7. Interventi speciali per la Coesione territoriale mirati alla riduzione dell’impatto della crisi e alla creazione delle

condizioni per uno sviluppo equo e resiliente in ambiti territoriali specifici.

La presente missione si articola in tre linee di azione: Politiche del lavoro; Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore; Interventi speciali per la coesione territoriale.

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5.1 Politiche per il Lavoro

La componente mira ad accompagnare la trasformazione del mercato del lavoro con adeguati strumenti volti a facilitare le transizioni occupazionali, a migliorare l’occupabilità dei lavoratori, a innalzare il livello delle tutele attraverso la formazione.

In particolare, gli obiettivi che si intendono promuovere sono i seguenti:

❖ Sostegno all’occupazione, specie giovanile, attraverso la definizione e l’ampliamento di misure di politica attiva del lavoro a sostegno dell’acquisizione di competenze per l’adattamento ai cambiamenti del mercato del lavoro e per la ricollocazione;

❖ Affrontare il disallineamento fra le competenze dei lavoratori e i relativi fabbisogni delle imprese, tramite intese ai diversi livelli di governo e tra amministrazioni statali e regionali, così da definire e rafforzare il Piano Nazionale delle Nuove Competenze;

❖ Affrontare le esigenze di formazione e lavoro dei giovani tramite l’apprendistato duale;

❖ Promuovere l’autonomia economica e l’autoimprenditorialità delle donne con il sostegno all’imprenditorialità femminile;

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5.2 Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore

La seconda componente mira a predisporre strumenti attraverso i quali il mondo "sociale" interpella ed orienta le politiche sanitarie, urbanistiche, abitative e per i soggetti più vulnerabili.

La finalità è quella di intervenire per evitare l’emergenza che insorge quando non si è riusciti a prevenire i rischi di esclusione.

La componente si articola su tre direttrici:

1. Servizi socio assistenziali, disabilità e marginalità: Iniziative volte alla costruzione di infrastrutture sociali a favore di minori, anziani non autosufficienti e persone con disabilità.

2. Rigenerazione urbana e Housing sociale: interventi promossi dalle Città Metropolitane mirati alla rigenerazione urbana e rifunzionalizzazione del patrimonio edilizio esistente, con particolare attenzione alle periferie;

3. Sport e periferie: Interventi volti alla rigenerazione delle aree periferiche, integrando il recupero urbano con la realizzazione di impianti sportivi.

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5.3 Interventi speciali per la coesione territoriale

La terza componente si focalizza sul rafforzamento di specifici interventi mirati alla riduzione dell’impatto della crisi e alla creazione delle condizioni per uno sviluppo equo e resiliente in ambiti territoriali particolari come le aree interne del Paese, i territori colpiti dai terremoti ed i contesti urbani da rigenerare mediante l’innovazione tecnologica e sociale nelle regioni del Mezzogiorno.

Per raggiungere questo obiettivo sono necessarie politiche pubbliche e collaborazione con le imprese locali, come sottolineato nel Piano Sud 2030, affinché si possano creare le condizioni per l’insediamento di imprese innovative e l’attrazione di nuovi talenti. Viene pertanto considerato cruciale il recupero e la riqualificazione dei beni confiscati alle mafie.

Gli interventi previsti sono:

1. Rafforzamento della Strategia nazionale per le aree interne (SNAI); 2. Ulteriori incentivi per le aree colpite dai terremoti;

3. Misure per l'innovazione e la trasformazione ecologica e digitale nelle regioni del Sud; 4. Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie.

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Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

Missione 1 - Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura

Missione 2 - Rivoluzione verde e transizione ecologica

Missione 3 - Infrastrutture per una mobilità sostenibile

Missione 4 - Istruzione e ricerca

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Missione 6 - Salute

I progetti previsti nell’ambito della missione Salute sono stati definiti con i seguenti obiettivi: ❖ Rafforzare il sistema ospedaliero e la rete di assistenza territoriale;

❖ Garantire tempestività di risposta del sistema sanitario alle emergenze sanitarie, in particolare per le patologie infettive emergenti gravate da alta morbilità e mortalità;

❖ Dare impulso alla sanità digitale e disporre di soluzioni digitali per piani di presa in carico multidisciplinari e multiprofessionali che integrino processi di cura ed assistenza;

❖ Promuovere la ricerca scientifica, incrementando le risorse destinate alla ricerca biomedica e sanitaria; ❖ Realizzare ospedali sicuri, tecnologici, digitali e sostenibili, tramite un ammodernamento delle strutture; ❖ Rafforzare il personale sanitario, anche sotto il profilo formativo.

Gli investimenti per le due componenti della missione Salute (Assistenza di prossimità e telemedicina e Innovazione,

ricerca e digitalizzazione dell'assistenza sanitaria) sono distribuiti su quattro progetti che saranno caratterizzati da

tre linee di azione all’interno di un più ampio progetto di riforma del SSN:

1. Assistenza di prossimità 2. Approccio One-Health

3. Riforma del rapporto tra Salute e Ricerca (rivisitando il regime giuridico degli IRCCS e le politiche del Ministero

della Salute)

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6.1 Assistenza di prossimità e telemedicina

I progetti di riforma previsti in questa componente dovranno avere la finalità di:

• potenziare il SSN, orientandolo verso un modello incentrato sull’assistenza e medicina del territorio; • superare le divergenze regionali nell’erogazione dei LEA;

• migliorare la capacità dei servizi sanitari locali per garantire continuità assistenziale, approcci multiprofessionali e multidisciplinari, percorsi integrati ospedale-domicilio a tutta la popolazione;

• rafforzare la capacità di resistenza del settore sanitario di fronte ai rischi ambientali e climatici in un approccio One Health. Due le linee di intervento:

1. Potenziamento assistenza sanitaria e rete territoriale, in particolare attraverso:

1. integrazione complessiva dei servizi assistenziali socio-sanitari per la promozione della salute e la presa in carico realizzando delle Case di Comunità (una ogni 24.500 abitanti entro il 2026), punti di accoglienza e orientamento ai servizi di assistenza primaria di natura sanitaria, sociosanitaria e sociale per i cittadini;

2. rafforzamento dell’assistenza domiciliare, attraverso la riorganizzazione della gestione dei servizi di cure domiciliari integrate e lo sviluppo e implementazione di un modello digitale di ADI. Esplicitato l’obiettivo di definire indicazioni per l’erogazione di prestazioni in telemedicina entro il 2022 e implementare e mettere a regime un nuovo modello di ADI entro il 2026, con 575 Centrali di coordinamento attivate e 51.750 tra medici e professionisti sanitari;

3. implementazione di Ospedali di comunità, presidi sanitari a degenza breve per prestazioni di bassa complessità che non necessitano di un elevato carico assistenziale. Atteso entro il 2022 il piano d’azione per realizzare/adeguare le strutture a ospedale di comunità per arrivare ad averne uno ogni 80mila abitanti entro il 2026;

2. Salute, ambiente e clima, sanità pubblica ecologica, con un piano di investimenti associato alla riforma strutturale

istitutiva del Sistema Nazionale di Prevenzione Salute-ambiente e clima, e investimenti funzionali allo sviluppo di programmi operativi di attuazione di modelli integrati in specifici siti contaminati di interesse nazionale.

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6.2 Innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza

sanitaria

I progetti di riforma di questa componente mirano a promuovere la ricerca scientifica, rafforzare i sistemi informativi sanitari, valorizzare le risorse umane del SSN, ammodernare il parco tecnologico degli ospedali, realizzare ospedali sicuri, tecnologici, digitali e sostenibili, e promuovere lo strumento della telemedicina.

A questi fini, vengono previsti i seguenti progetti:

➢ Ammodernamento parco tecnologico e digitale ospedaliero: sostituzione del parco delle grandi apparecchiature sanitarie con anzianità maggiore di 5 anni e digitalizzazione dei processi clinico-assistenziali ospedalieri delle strutture sede di DEA; ➢ Sicurezza strutture ospedaliere: il Ministero della Salute ha rilevato 675 interventi in materia antisismica ospedaliera, il cui

periodo di esecuzione previsto è 2021-2026, con un action plan per l’avvio delle procedure da elaborare entro il 2022;

➢ Fascicolo sanitario elettronico: dovranno essere predisposti entro il 2021 i piani regionali per il rafforzamento del FSE ed entro il 2022 il completamento di studi di fattibilità per la realizzazione dei nuovi flussi a livello nazionale e regionale per il potenziamento del Sistema informativo Sanitario nazionale, con particolare riferimento agli strumenti predittivi del fabbisogno di salute della popolazione;

➢ Valorizzazione e potenziamento della ricerca biomedica: entro il 2023 saranno effettuati quattro bandi da 50 milioni ciascuno, metà di questi per il finanziamento di progetti di Proof of Concept per ridurre il gap fra risultati della ricerca e applicazione industriale e sostenere lo sviluppo di nuove tecnologie, e l’altra metà per programmi/progetti di ricerca finalizzata su malattie rare e tumori rari, anche per lo sviluppo di terapie mirate.

➢ Ecosistema innovativo della salute: entro il 2023 verrà redatto un action plan per la realizzazione di una rete di centri per il trasferimento tecnologico con soggetti a livello regionale e territoriale, negli IRCCS, in partnership pubblico/privato, in ambito universitario o di iniziativa privata. Previsto inoltre il rafforzamento della rete nazionale di infrastrutture innovative specializzate - HUB Scienze della Vita avviata dal Ministero della Salute.

➢ Sviluppo delle competenze tecnico-professionali, digitali e manageriali dei professionisti in sanità: verranno aumentate le borse di studio per gli MMG (almeno 900 da erogare per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026), avviato un piano di formazione straordinario di almeno 200mila dipendenti del SSN in materia di infezioni ospedaliere, un percorso di formazione per almeno 5mila operatori di ruoli apicali.

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