• Non ci sono risultati.

Brani da “Al di là del bene e del male”

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Brani da “Al di là del bene e del male”"

Copied!
1
0
0

Testo completo

(1)

Brani da “Al di là del bene e del male”

 La filosofia martellata.

O uomini, nella pietra è addormentata un'immagine, l'immagine delle immagini! Ahimé!

Essa deve dormire nella più dura, nella più informe delle pietre! E ora il mio martello infuria crudelmente contro la sua prigione. Dalla pietra un polverio di frammenti; che mi importa? lo voglio compiere la mia opera: un'ombra venne infatti a me la più silente e lieve di tutte le cose è venuta una volta da me! La bellezza del superuomo venne a me come un'ombra: che mai possono importarmi ancora gli dèi! ([1886])

Ma:

 La volontà di verità è ricondotta dall’analisi psicologica a una particolare forma di volontà di potenza. Ogni conoscere comporta semplificazioni e falsificazioni utili per la vita.

O Sancta simplicitas! in quale curiosa semplificazione e falsificazione vive l'uomo! ...

Come abbiamo reso tutto intorno a noi chiaro e libero e semplice! Come abbiamo saputo dare a noi stessi un libero salvacondotto per ogni superficialità e al nostro pensiero una divina brama di capricciosi salti e paralogismi! - Come abbiamo saputo, fin da principio, conservarci la nostra ignoranza per godere di una libertà a stento concepibile, di spregiudicatezza, sventatezza, audacia, letizia di vita, per godere della vita! E soltanto su queste basi d'ignoranza, ormai salde e granitiche, ha potuto levarsi fino ad oggi la nostra scienza; la volontà di sapere sul fondamento di una volontà molto più possente, la volontà cioè di non sapere, d'incertezza, di non verità! ([1886] 2 § 24).

Prospettiva simile a Umano, troppo umano: indagine psicologica sulla base di idee e sentimenti.

La psicologia sia nuovamente riconosciuta signora delle scienze, al servizio e alla preparazione della quale è destinata l'esistenza delle altre scienze. La psicologia infatti è ormai di nuovo la via che mena ai problemi fondamentali ([1886] 1 § 23).

 Ma lo scetticismo non concede più alcuna certezza, solo un accumularsi di incertezze.

... di quando in quando ce ne rendiamo conto e ridiamo sul fatto che proprio la scienza migliore ci voglia ancora tener inchiodati nel miglior modo possibile a questo mondo semplificato, artificiale da cima a fondo, inventato e falsificato a dovere e che, volutamente o no, essa ami l'errore, dal momento che lei, la vivente, - ama la vita!

([1886] 2 § 24).

 I dubbi sulla verità cominciano ad aprire un varco per il prospettivismo.

Si voglia dunque confessare a se stessi quanto segue: che non ci sarebbe assolutamente vita, se non sulla base di valutazioni e di illusioni prospettiche; e se si volesse con il virtuoso entusiasmo e la balordaggine di alcuni filosofi togliere completamente di mezzo il

«mondo apparente», ebbene, posto che voi possiate far questo, - anche della vostra

«verità», almeno in questo caso, non resterebbe più nulla! Sì, che cosa ci costringe soprattutto ad ammettere che esista una sostanziale antitesi di «vero» e «falso»? Non basta forse riconoscere diversi gradi di illusorietà, nonché, per così dire, ombre e tonalità complessive, più chiare e più oscure, dell'apparenza, differenti valeurs, per usare il linguaggio dei pittori? Per quale ragione mai il mondo, che in qualche maniera ci concerne, - non potrebbe essere una finzione? ([1886] 2 § 34).

 Non c’è nessun motivo perché l’incremento della vita sia vissuto altruisticamente. Prevale l’impulso ad espandere il proprio essere, ad aumentare la propria energia vitale.

Oh, Voltaire! Oh, umanitarietà, oh, stolidità! Ha pure un qualche peso il «vero», la ricerca del vero, e se l'uomo in ciò si comporta troppo umanamente - «il ne cherche le vrai que pour faire le bien» - scommetto che non troverà nulla ([1886] § 35).

 Riconoscimento dell'impotenza dello spirito, della sua piena soggezione all'inconscio: il pensare è solo un rapportarsi reciproco degli istinti.

Posto che nient'altro sia «dato» come reale, salvo il nostro mondo di bramosie e di passioni, e che non si possa discendere o salire ad alcun'altra «realtà», salvo appunto quella dei nostri istinti - il pensare, infatti, è soltanto un rapportarsi reciproco degli istinti -:… ([1886] § 36).

Riferimenti

Documenti correlati

Un'ultima differenza basilare: il desiderio di "libertà", l'istinto per la felicità e per le finezze del senso di libertà appartengono tanto necessariamente alla morale e

Si narra che Muzio Scevola, mentre Roma era assediata da Porsenna, si infiltrò nel campo nemico e per sbaglio, invece di uccidere il re, tolse la vita al suo segretario..

questo, quando non lo si contrabbanda teorizzandolo come l'estrema liberazione dell'istinto e invocando in malo modo Freud, nonché come l'ultimo traguardo della conoscenza nella

contesto nichilista non vi è alcuna verità, alcuna regola sancita da un’entità superiore, nessuna azione umana viene legittimata. In quest’ottica, l’assenza di legge

heideggeriana della volontà di potenza per metterne in luce la coerente appartenenza dell’ultimo pensiero di Nietzsche al discorso ontologico; il secondo passaggio

Per Gentile il divenire può essere spiegato solo se la dialettica prende le mosse da un essere che non è indeterminato, ma soggetto pensante, perché soltanto il pensiero

segni e righe apparentemente uguali che designa me, proprio me. Mi fa diventare un prodotto di serie, una merce. Da oltre due secoli si parla di uguaglianza come di un

Il dottor Ansaloni si avvicinò, toccò anche lui la gamba e tutto il resto, poi mi sollevò dal cuscino; la ferita al fianco, che doveva essere la più profonda, mi fece stringere