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L’isola di QUATTRO

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Academic year: 2021

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Editore: Associazione culturale QUATTRO. Registrato al Tribunale di Milano al n. 397 del 3/6/98. Redazione: viale Umbria 58, Milano tel/fax 02 45477609 e-mail quattro@fastwebnet.it Sito internet: www.quattronet.it Videoimpaginazione: SGE Servizi Grafici Editoriali Stampa: Galeati Industrie Grafiche S.r.l. – via Selice, 187-189 – Imola (Bo). Direttore responsabile: Stefania Aleni. Amministrazione: Antonio Ferrari.

Redazione: Vanda Aleni, Patrizia Avena, Lorenzo Baio, Francesca Barocco, Ugo Basso, Sergio Biagini, Simona Brambilla, Sara Capardoni, Athos Careghi, Giovanni Chiara, Irene De Luca, Laura Misani, William Porzio, Francesco Pustorino, Riccardo Tammaro, Francesco Tosi, Alberto Tufano. Hanno collaborato a questo numero: Luciana Barbarano, Camilla Boca, Simonetta D’amico, Enrico Lotti, Marcia Zegarra Urqui- zo. Aderente al Coordinamento dei giornali di zona di Milano. Abbonamento 2012: 20 euro - cc postale 42773200 intestato a QUATTRO. Tiratura: 16.000 copie.eCOPIA OMAGGIO

Giornale di informazione e cultura della Zona 4 Vittoria Forlanini

® ®

Nei mesi di giugno e lu- glio la temperatura in via Einstein e dintorni era sicuramente di qualche grado più alta che nel resto della zona 4!

Infatti il dibattito sulla realiz- zazione della residenza uni- versitaria del Politecnico nel- l’area della ex scuola media Tito Livio ha avuto toni molto accesi: un folto gruppo di cit- tadini contrari è intervenuto una prima volta alla presenta- zione del progetto nella ri- unione della Commissione ter- ritorio del Consiglio di Zona 4, appositamente convocata il 12 giugno con i rappresentan- ti del Politecnico e col diret- tore del settore Pianificazione e Valorizzazione aree del Co- mune di Milano. A sostegno dei contrari, i consiglieri del- la Lega nord e PDL che a lu- glio poi votavano una loro mo- zione per “revocare la con- cessione dell’area dell’ex scuola Tito Livio bloccando così l’attuale progetto in esse- re”. La mozione però veniva respinta dalla maggioranza del Consiglio.

Nel frattempo, il 29 giugno,

Buon rientro a tutti, an- che a noi che ci siamo presi due mesi di pau- sa, pensando “intanto d’esta- te non succede niente….”. E invece è successo di tutto: dal- la residenza universitaria di via Einstein, all’occupazione di una palazzina del vecchio Macello da parte dell’ex Ma- cao.

Alcuni temi li affrontiamo già in questo numero, altri li ac- cenniamo e li svilupperemo man mano. Ad esempio, su sollecitazione di un lettore, ad ottobre faremo il punto sul progetto della Provincia di Milano di costruire un impo- nente edificio nell’area del- l’ex brefotrofio di viale Pice- no.

Novità anche per Ponte Lam-

bro, dove l’abbattimento del- l’ecomostro ha creato le con- dizioni per importanti cam- biamenti. Ad agosto abbiamo anche letto una news su un parziale finanziamento alla BEIC, andremo a verificare.

Poi dovrebbe andare a solu- zione la faccenda delle “ca- sette di via Barzoni”, e così via.

Tutto questo per dirvi che an- che nei prossimi mesi, ce ne sarà da leggere….

Ma intanto godiamoci questo mese di settembre, perché è straricco di eventi culturali e ricreativi per tutti: feste di quartiere, mostre, musica, cor- si, attività sportive che avran- no luogo tutti nella nostra zo- na, molti promossi o organiz-

zati in collaborazione o con il patrocinio del Consiglio di Zona 4. Un calendario fitto di eventi gratuiti cui abbiamo dedicato alcune nostre pagi- ne (sperando di non averne di- menticati) per permettere a tutti di partecipare e approfit- tare ancora della bella stagio- ne per stare insieme.

Un calendario che testimonia della vitalità della nostra zo- na, dell’impegno delle asso- ciazioni a offrire proposte cul- turali di qualità, pur nelle dif- ficoltà del momento econo- mico che stiamo attraversan- do.

Grazie a tutti quanti si impe- gnano per migliorare la nostra zona e non perdiamoci tutte queste occasioni di incontro!

S.A.

ATHOS

Nelle pagine interne:

Le piscine del Saini

pag. 5 L’ultimo concerto

di don Seno pag. 9 Con la preferen- ziale 92, siamo a metà dell’opera

pag. 3 Alluminio:

una vita infinita…

pag. 6

Cento occasioni di incontro

Il creativo di via Sciesa ha col- pito ancora: approfittiamo del- la sua simpatica creazione per illustrare le nostre news.

CICLABILE CORSO LODI I lavori procedono con qual- che ritardo e con notevoli dis- agi per il traffico del dopo fe- rie.

Dall’assessorato abbiamo sa- puto che: la sosta sarà in parte ripristinata rendendo accessi- bili gli stalli, direttamente dal- la carreggiata; la posa di albe- ri, ipotizzata in fase di studio progettuale, si è rivelata im- praticabile in quanto da 5 sca- vi di assaggio è emersa la pre- senza di elementi strutturali del cavalcavia già a profondi- tà di 30/40 cm dall’attuale pia- no e tale spessore non risulta idoneo per la posa di alberi o arbusti. La previsione della chiusura dei lavori è per la fi- ne di settembre.

NUOVE BANCHINE IN XXII MARZO

Da anni in Consiglio di zona si richiedeva al Comune la messa in sicurezza delle fer- mate tramviare in corso XXII

Marzo: sono tutte pericolose perché strette, senza protezio- ne, alcune raggiungibili solo camminando in mezzo alla stra- da. Si incomincia ora col pri- mo intervento di messa in si- curezza in piazza Maria del Suffragio, sperando però che non sia anche l’ultimo. Allar- gamento e innalzamento della banchina, restringimento del marciapiede corrispondente per permettere l’ampiezza neces- saria della carreggiata automo- bilistica. La banchina all’an- golo con Morosini è terminata, adesso sono in corso i lavori di quella in direzione centro.

segue a pag. 2

I consultori a Milano/1

pag. 12

Vista esterna sul retro con annessa discarica

Lavori in corso La residenza universitaria di via Einstein:

il caso più caldo di questa torrida estate

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graduate per sub

Via Lomellina 11 20133 Milano Tel e fax 02 76118484 una delegazione di consiglieri, di residenti, rap-

presentanti del Politecnico e del Comune face- vano un sopralluogo all’interno della ex scuo- la, trovando sia dentro che fuori una situazio- ne veramente disastrosa, che vogliamo testi- moniare con alcune di foto: sporcizia, occu- panti abusivi, materiali tossici in vista, terreno inquinato dalla cisterna (che il Politecnico ha già provveduto a rimuovere).

L’opposizione proseguiva anche “in strada” con volantini sulle macchine e appesi ai pali: “Fir- ma contro la cementificazione ….. contro il pazzesco progetto di costruzione….. no al mo- stro di cemento”.

Partiva però anche una raccolta di firme presso alcuni esercizi della via Tito Livio di residenti non contrari, che ritengono che “la realizza-

zione della residenza sia un fattore positivo per la riqualificazione dell’area abbandonata, sem- pre a rischio di utilizzo illecito, e che vada nel- la direzione di creare servizi utili ai giovani uni- versitari……. offre una serie di servizi aperti alla cittadinanza (giardino, sale lettura) ren- dendo secondo noi la via più sicura perché più frequentata”.

Aggiungiamo che ci sono stati due incontri con tutti gli attori della vicenda presso l’assessora-

to all’Urbanistica per concordare alcune modi- fiche al progetto che dovrà quindi essere ripre- sentato: a parità di volumetria per ospitare i 208 studenti, verranno rimodulate le altezze e ver- rà migliorato l’aspetto esterno.

Come concordato in uno degli incontri in as- sessorato, verranno illustrate in una Commis- sione territorio del Consiglio di zona le nuove proposte; il progetto definitivo verrà quindi pre- sentato in Comune. Contiamo dunque di po- tervi presentare nel numero di ottobre le novi- tà.

CLS

DOMANDE E RISPOSTE

Per completare ed arricchire l’informazione, come documentazione pubblichiamo quasi in- tegralmente le risposte scritte del Politecnico di Milano ai vari punti critici solle- vati durante i va- ri incontri dai re- sidenti e dai con- siglieri e conse- gnate in Consiglio di Zona ed ai rap- presentanti dei re- sidenti contrari.

Gli alberi e la zo- na verde attual- mente presenti saranno intera- mente abbattuti?

Il progetto preve- de, compatibil- mente con la dif- fusione e il livel- lo di inquinante presente nel terre- no, di preservare la maggior parte degli alberi pre- senti (attualmen- te circa 25). Salvo il manifestarsi delle condizioni ostative di cui sopra si prevede di abbattere circa 12 alberi su 25 presenti e di pian- tumarne circa 35 nuovi.

Per quale motivo il Politecnico è ricorso alla DIA per ottenere il titolo a costruire?

Il ricorso alla DIA come procedura per l’otte- nimento del titolo a costruire era facoltà previ- sta dall’art.7 comma 2 della concessione sot- toscritta tra Comune di Milano e Politecnico di

Milano il 7 maggio 2009. La presentazione del- la stessa ha consentito, nei ristretti tempi resi disponibili dal Ministero dell’Istruzione, Uni- versità e Ricerca, di poter far pervenire allo stesso il progetto esecutivo completo degli at- ti autorizzativi necessari a renderlo immedia- tamente cantierabile. Occorre inoltre precisare che il progetto è stato oggetto di approvazione da parte della Commissione edilizia del Co- mune di Milano nel luglio 2009 la quale lo ha definito “compatibile con i caratteri morfolo- gici e tipologici del luogo”.

Il progetto per la realizzazione della resi- denza universitaria rispetta le distanze fis- sate dalla legge?

Il progetto rispetta le disposizioni normative nazionali, regionali e comunali in termini di di- stanze dai confini.

Il progetto prevede la realizzazioni di volumi maggiori rispetto quelli in demolizione: que- sto com’è possibile?

Gli indici urbanistici cui il progetto sottosta, sono individuati dalla concessione sottoscritta tra Comune di Milano e Politecnico di Milano il 7 maggio 2009 e relativi allegati e documen- ti ivi richiamati. In particolar modo è da preci- sare come l’indice massimo di utilizzazione ter- ritoriale fissato per l’area in questione a 1 mq/mq (cfr. “Relazione illustrativa e linee gui- da alla progetta-

zione degli inter- venti”) è stato ab- bondantemente ri- spettato dal pro- getto.

Il progetto può essere realizzato altrove?

No, il progetto de- ve essere realizza- to nell’area ogget- to di concessione da parte del Co- mune di Milano.

Un’eventuale spo- stamento, oltre ne- cessitare la ripro- gettazione dell’in- tero complesso, comprometterebbe l’ottenimento del cofinanziamento

in quanto la location era una delle condizioni oggetto di assegnazione di punteggio ai fini del- la graduatoria definita dal MIUR sulla scorta dei progetti valutati.

Perché il progetto prevede la realizzazione di box auto?

Il progetto non prevede la realizzazione di box auto bensì la sola realizzazione di parcheggi a raso. Si sta verificando con gli uffici del Co- mune di Milano la possibilità di realizzare un numero minore di parcheggi (circa 25) al fine di ampliare l’area verde.

La zona verde/giardino sarà ridotta con il progetto per la realizzazione della residen- za universitaria?

L’impronta a terra del nuovo edificio e l’im- pronta a terra dell’attuale si equivalgono, per- tanto la nuova area verde sarà di dimensioni equivalenti rispetto l’attuale oltre che essere ri- qualificata, dotata di attrezzature esterne (pan- chine, ecc.) e completamente bonificata.

L’area deve essere oggetto di bonifica?

A fronte delle verifiche e indagini condotte il terreno dovrà essere oggetto di bonifica in quan- to contaminato dalla fuoriuscita di gasolio, av- venuta negli anni, dalle cisterne interrate di ali- mentazione della centrale termica a servizio della scuola, quando quest’ultima era in fun- zione.

Inoltre le indagini condotte sull’edificio hanno rilevato la presenza di lane minerali classifica- te come potenzialmente cancerogene che sa- ranno oggetto di bonifica prima dell’avvio del- la fase di demolizione. Le bonifiche suddette saranno a carico del Politecnico.

Il progetto per la realizzazione delle resi- denze è modificabile?

Il progetto, nei suoi tratti salienti, ovvero rela- tivamente agli elementi oggetto di assegnazio- ne di punteggio da parte dello stesso MIUR (quali ad esempio numero di posti alloggio, quantità dei servizi di supporto, caratteristiche energetiche, ecc.) non possono essere modifi- cati pena la diminuzione e/o la perdita del co- finanziamento ministeriale assegnato dallo stes- so MIUR. Possono invece essere oggetto di mo- difica, anche per recepire indirizzi della Zona 4, gli spazi esterni, gli elementi di finitura del- le facciate, il posizionamento dei locali tecni- ci posti al piano terra al di fuori della sagoma del nuovo edificio, oltre all’eventuale utilizzo pubblico di spazi comuni al piano terreno del- l’edificio.

Il progetto prevede la realizzazione di tre di- stinti edifici?

Il progetto prevede la realizzazione di un unico edificio (quindi un unico numero civico) costi- tuito da una piastra di un piano e tre torri di 4,

5 e 9 piani. L’altezza dell’edificio più alto si pone in linea rispetto gli edifici presenti nelle imminenti vicinanze. (La distribuzione delle altezze è oggetto di revisione – N.d.r.) Chi sarà ospitato all’interno delle residen- ze?

All’interno delle residenze saranno ospitati, per il 60% dei posti alloggio disponibili, studenti capaci, meritevoli e privi di mezzi. I restanti posti alloggio saranno destinati a soggetti ac- curatamente selezionati da parte del Politecni- co di Milano.

Una volta realizzato l’edificio per quanto tempo sarà destinato a residenza universi- taria?

Il Politecnico avrà la gestione della residenza universitaria per 30 anni a decorrere dalla sti- pula della convenzione sottoscritta con il Co- mune di Milano. Quest’ultima è rinnovabile.

A quanto ammonta il cofinanziamento del MIUR per la realizzazione dell’intervento?

Il MIUR cofinanzierà circa il 90% del costo complessivo dell’intervento e quasi il 100% del costo di costruzione.

Il Politecnico di Milano finanzierà circa tra € 1.500.000 e € 2.000.000,00 tra costi di proget- tazione e di bonifica oltre eventuali imprevisti in fase di costruzione: parte di quest’ultimo fi- nanziamento è già stato oggetto di spesa.

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La residenza universitaria di via Einstein: il caso più caldo di questa torrida estate

segue da pag. 1

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Proseguono regolarmente i lavori per la corsia preferenziale della linea filoviaria 92, iniziati circa un anno fa. Il sito dedi- cato www.preferenziale92.it presenta il pro- getto e man mano gli aggiornamenti sui lavori, ma proprio per fare il punto sugli interventi in corso e su quelli futuri si è tenuta una assem- blea pubblica il 10 luglio scorso presso la se- de del Consiglio di zona 3, aperta ai residenti delle zone 3 e 4, entrambe interessate alla nuo- va corsia della 92.

Presenti per Metropolitana Milanese il diretto- re generale Stefano Cetti e il Direttore Costru-

zione Infrastrutture e Opere Idrauliche, inge- gner Roberto Stefani; per l’amministrazione comunale c’erano l’assessore Pierfrancesco Maran ed esponenti dei due Consigli di Zona.

Ricordiamo che i lavori consistono nella rea- lizzazione nel parterre centrale dei viali Abruz- zo, Mille, Piceno e Umbria fino a piazza Cap- pelli di una corsia riservata alla linea filovia- ria 92 in sede protetta, con una corsia per sen- so di marcia di 3 metri ciascuna e due banchi- ne di mezzo metro che comporta anche un in- cremento del verde con l’inserimento di 39 nuo- vi esemplari di platani e la creazione di nuove aiuole nella parte restante del parterre centra-

le, l’installazione di una nuova illuminazione pubblica per la corsia preferenziale, il mante- nimento delle due corsie per senso di marcia da 3 metri ciascuna per la viabilità ordinaria, la creazione di posti di sosta lineare e un in- tervento di adeguamento della rete idrica della zona. Il tutto, per un'estensione complessiva di 2,5 kilometri.

I lavori procedono per fasi e per lotti: prima, la realizzazione della nuova corsia preferen- ziale (attualmente in corso nel tratto da piazza Ascoli a Piazzale Dateo),.poi la realizzazione della corsia di marcia normale in direzione sud e infine la realizzazione della corsia di marcia normale in direzione nord. Du- rante queste due ultime fasi, il traffico veicolare sarà spostato nella nuova sede della corsia riservata e comunque sa- ranno garantiti gli accessi agli abitanti e agli esercizi commerciali.

Per quanto riguarda la tempistica, que- ste le prossime scadenze (ci riferiamo ai lavori relativi alla zona 4):

novembre 2012 - agosto 2013 realizzazione della corsia preferenzia- le fra corso XXII Marzo e piazza Cap- pelli

gennaio-aprile 2013

realizzazione della corsia di marcia nor- male in direzione sud fra piazzale Da- teo e corso XXII Marzo

maggio-agosto 2013

realizzazione della corsia di marcia nor- male in direzione nord fra piazzale Da- teo e piazza Cappelli

Infine, un aggiornamento sulla nuova collocazione della ex fontana dell’Ac- qua marcia, i cui lavori sembrano fermi da alcuni mesi: abbiamo saputo che ini- zialmente vi era stato un ritardo nello spostamento da viale Piceno a piazza Emilia a causa di una incertezza sulla responsabilità di chi doveva autorizzare, fra la Sovrintendenza Beni Ambientali di piazza Duo- mo e la Regionale (entrambe ritenevano che l’autorizzazione allo spostamento competesse all’altro); successivamente, superato il proble- ma con l’autorizzazione emessa da piazza Duo- mo, i lavori di sistemazione della piazza non sono proseguiti perché si è data priorità ai la- vori della corsia riservata e inoltre il Settore Parchi e Giardini ha chiesto di modificare la sistemazione prevista; nel mese di settembre si deciderà comunque come procedere.

S.A.

Con la preferenziale 92, siamo a metà dell’opera

Passerella ciclopedonale

Dopo il sottopasso Varsavia-Sulmona, è stata aperta anche la passerella ciclopedonale che collega le vie Toffetti/Sulmona e la via Varsa- via scavalcando la linea ferroviaria Milano Ro- goredo–Milano Porta Romana. E’ una struttu-

ra reticolare in metallo lunga 76 metri, larga 6 metri e mezzo di cui 4 per le bici, e alta circa 6,40 metri ed è sorretta da due torri cilindriche in cemento armato a nord e a sud.

Purtroppo un lettore ci ha appena segnalato che la passerella ciclopedonale non è utilizzabile in bicicletta: infatti dopo avere percorso in sa- lita la rampa da via Sulmona, si attraversa l'am- pia e larga passerella e arrivati sul lato di via Varsavia si incontra una ripida rampa di scale oppure un ascensore chiuso con tanto di sara- cinesca, con il risultato di trovarsi impossibi- litati a scendere dalla passerella per raggiun- gere parco Alessandrini. Che si fa?

Piscina Caimi

A luglio, la giunta di Milano ha dato via libera al piano di riqualificazione del centro balneare Caimi. Al termine di un lungo e accidentato percorso, di cui abbiamo parlato ampiamente su questo giornale, è stata approvata la con- venzione con la Fondazione Pier Lombardo per restituire alla città e al quartiere una struttura che potrà essere utilizzata tutto l’anno.

La convenzione, infatti, prevede il risanamen- to e il recupero della piscina in una prospettiva di gestione integrata delle attività complessi- ve: quelle teatrali e quelle sportivo-balneari.

Nel comunicato stampa del Comune di Mila- no, leggiamo la dichiarazione dell’assessora al- lo Sport e Tempo libero Chiara Bisconti: “Re- stituiamo a cittadine e cittadini, dopo anni di inazione, uno dei luoghi più belli e affascinan- ti della città e, con questa convenzione, coniu- ghiamo qualità dell’offerta e accessibilità. Il progetto della nuova Caimi è la miglior sinte- si tra sport, benessere e tempo libero.

Un impianto polifunzionale, aperpto a diverse commistioni. Ci abbiamo creduto fin dall’inizio e voglio ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile il percorso”.

Cavalcavia Corvetto

Il Consiglio di Zona 4 a luglio ha approvato un documento in cui chiede “di disporre la chiusu- ra al traffico del cavalcavia Corvetto, dalle ore 22.00 alle ore 6.00”, analogamente a quanto av- viene sul cavalcavia Monteceneri.

Le motivazioni sono ben presenti a quanti abi- tano nelle case che affacciano sul cavalcavia: il transito dei mezzi, nelle ore serali e notturne, disturba sensibilmente il sonno degli abitanti;

non c’è solo l’inquinamento acustico prodotto dai veicoli in transito, ma forti sono anche le vibrazioni prodotte.

Inoltre la recente apertura del sottopasso Tof-

fetti offre un’alternativa al traffico che si diri- ge in centro e nella parte nord della zona.

A questo proposito il Consiglio di Zona ha chie- sto di migliorare la segnaletica per “indirizza- re” il traffico in entrata verso il sottopasso, an- cora sottoutilizzato, benché molto vantaggio- so dal punto di vista viabilistico.

Le scale lato parco Alessandrini

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Sei salito sul metrò a San- t’Ambrogio, hai vicino tuo fratello. Non parla- te, come sempre. L’ultima volta che ti ha visto eri in co- ma (vedi “Non abbiamo più ore di luce”), quasi due anni fa, tu ovviamente non hai po- tuto vedere lui. In preceden- za vi eravate trovati al funera- le della moglie, morta di una brutta morte, quattro anni a ve- dersela con un tumore di quel- li che nei film e negli sceneg- giati hanno il lieto fine, ma la realtà sa essere diversa. Sono passati cinque anni e non ca- pisci come la stia vivendo, dif- ficile decifrare i suoi silenzi.

Tra voi, del resto, troppa dif- ferenza di età. Non siete cre- sciuti insieme, lui era già alle medie quando sei nato. La pri- ma cosa che hai capito della vita è che ti odiava in modo fe- roce, e avrebbe fatto qualsiasi cosa per liberarsi di te. Era il reuccio, l’hai spodestato. Pur vivendo sotto lo stesso tetto, non ti pare che abbiate mai scambiato qualcosa che non fosse l’ovvio della baruffa quotidiana. Con vostro padre non andava d’accordo, un bel momento se ne è andato via di casa. Lo vedevi ricomparire smagrito e affamato sì e no una volta il mese, quando vo- stro padre non c’era, la mam- ma a cacciargli in tasca i po- chi soldi che poteva, lui a dire non mi servono, figurarsi. S’e- ra messo a fare il bohemien a Firenze, eskimo bisunto e bar- ba e capelli lunghi, in partenza pittore, in capo a poco lava- piatti, l’università a ramengo, ma imperversava il ’68 e lui non voleva averci a che fare, troppi figliolini di papà pieni di soldi a giocare alla rivolu- zione, qualcuno da salvare sì, il resto rantumaglia. Tuo padre lo chiamava “il comunista”,

lui, per ribat- tere e punge- re, dopo aver- ti lasciato cre- scere e studia- to del suo stu- diare silenzio- so, a definirti

“il fascista”, che però in famiglia non è che sembrasse un insulto. Poi è toccato a te dar di cozzo con tuo padre, che ripeteva ho per figli due deficienti. Finché una sera vi siete trovati di fronte, davanti al Palazzo di Giusti- zia. Da diversi giorni si riuni- vano là una trentina di perso- ne intirizzite da un novembre

poco amichevole nei confron- ti delle manifestazioni di piaz- za, non fosse stato per qualche fiaccola e qualche cartello sa- rebbero potute sembrare in at- tesa dell’autobus. Ma quella sera la faccenda aveva preso dimensioni inaspettate, e tu e Magri, che allora eravate pari grado e facevate ordine pub- blico insieme, vi siete trovati

intorno migliaia di manife- stanti. «Comunisti schifosi»

ringhiava Magri bruciandoli con lo sguardo. In realtà erano persone dai quaranta in su, con l’aria da buoni padri e madri di famiglia borghesi, certo con i quarti di luna per traverso al- trimenti non sarebbero stati lì, ma tutt’altro che vogliosi di al- zare barricate e fare a botte.

Magri invece schiumava, e aveva disposto i propri uomini come se da un momento al- l’altro dovesse lanciarli. «Il signor questore vuole sapere quanti sono i manifestanti» ha annunciato con baldanza un giovane vicecommissario del- l’ufficio politico nel sottofon-

do degli scatarramenti della propria radio. Magri neppure s’è guardato intorno. «Cin- quecento» ha sentenziato co- me sputasse. «Ma accidenti a te, saranno almeno diecimila!»

hai esclamato incredulo. Ma- gri t’ha fissato con il suo sguardo subdolo. «Cosa devo rispondere al signor questore?»

ha insistito il giovanotto.

«Cinquecento, e se fanno la mossa di scendere dal marcia- piedi per bloccare il traffico li carico» ha sibilato Magri.

Quello c’è rimasto di sale: mi- ca bello per un questore sen- tirsi comunicare che il respon- sabile dell’ordine pubblico ha in mente una carica a freddo nel mezzo di un plotone di ese- cuzione di telecamere e mac- chine fotografiche. Ha esita- to, poi, di spalle, ha risolto per conto proprio: «Cinquemila, pacifici» ha mormorato. Ma- gri, prima di voltarti le spalle, t’ha riguardato storto. E’ stato allora che fra i manifestanti hai visto lui, “il comunista”, che stava fissando te, “il fascista”.

Erano i tempi di un sogno chiamato Mani pulite, quando ancora la gente sperava che una classe politica corrotta e inefficiente venisse spazzata via e sostituita da gente per- bene, mentre invece già si in- dovinavano le avvisaglie del nuovo corso, la politica anco- ra più corrotta portata avanti da gente molto più inefficien-

te, con l’aggravante della spu- doratezza, della prepotenza, della volgarità, della cafoneria e del ridicolo. Tuo fratello lo aveva capito, tu no. «Quel- l’imbecille di tuo figlio va a manifestare dove sono di ser- vizio, pensa cosa capiterebbe se ci fosse una carica» hai ur- lato per telefono la sera stessa a tuo padre, che neppure è sta- to a pensarci prima di rispon- derti: «Se c’è una carica spac- cagli un manganello in testa, chissà mai dovesse migliora- re» ha suggerito. Adesso siete insieme sulla linea 2 del me- trò, dopo aver fatto visita a vo- stra madre, nella camera mor- tuaria dell’Ospedale San Giu- seppe, silenziosi e pro- vatissimi. Sale una zingara. E’ piuttosto pulita, molto minuta, in testa un berrettuccio, in una mano un bicchiere di bibita per l’elemosi- na e nell’altra il brac- cio di un bimbo di cir- ca tre anni, bello e ben tenuto. Attacca la lita- nia, proprio davanti a voi: «Sono una fami- glia povera, con tre bambini malati…»

Eccetera. Ma il bam- bino gliela tronca, con una manata che butta all’aria il bicchiere. Ai vostri piedi si forma un tappeto ramato di 1 e 2 centesimi. La zingara s’infuria. «Bambino abbandonato, bambino abbandonato» ripete chinandosi per racco- gliere le monete, e chissà cosa significa.

Ma il bambino le cava dalla testa il berrettuc- cio. Lei si drizza per il poco della sua altezza, e gli appioppa un man- rovescio da mandarlo disteso sui piedi di quelli che stanno seduti. Poi lo afferra per un braccio, ripetendo

«Bambino abbandonato» si ca- tapulta verso la porta che s’è appena spalancata, lasciando una decina di monete sul pa- vimento. Nessuno ha fatto una piega. Solo tuo fratello ha al- lungato un braccio quando il bambino cadeva, riuscendo pe-

rò soltanto a sfiorarlo. Vi guardate, nel suo sguardo c’è un punto interrogativo. «An- che a toglierglielo, quel bam- bino, in capo a ventiquattro ore sono già andati a riprenderse- lo, loro con i bambini ci cam- pano» gli spieghi. «Metterli in galera no?» domanda lui.

Alzi le spalle. Viviamo in un paese intriso del più ipocrita buonismo, non si va in galera per sciocchezze del genere.

Lui lo sa benissimo, della giu- stizia ha la tua stessa opinio- ne, la giustizia da noi neppure si sa dove stia di casa; ma il suo sguardo di rivoluzionario senza rivoluzione ti sta canzo- nando. Poi i vostri occhi si ab- bassano. E’ appena morta vo- stra madre. Allora è tregua, finché durerà.

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Tante opzioni di divertimento presso le piscine del Saini

Mens sana in corpore sano

Le Olimpiadi di Londra non hanno portato all’I- talia il solito bottino di medaglie, eppure il nuoto ri- mane uno degli sport più ama- ti dai milanesi, nonostante l’as- senza di mare nella nostra cit- tà. La Zona 4 offre molte pos- sibilità per chi vuole imparare a nuotare e per chi, invece, vuole perfezionarne la tecnica.

Oggi vi segnaliamo le risorse disponibili presso le piscine, ben tre, del centro sportivo

SAINI, spesso scelte anche da atleti professionisti per la loro qualità e pulizia. Non a caso l’assessora allo Sport, Chiara Bisconti, il 22 agosto scorso ha palesato entusiasmo per la te- nuta delle strutture e ha di- chiarato che il Saini “ha tutte le carte in regola per diventa- re un centro agonistico di ec- cellenza a livello nazionale e internazionale. E in effetti le caratteristiche dell’impianto so- no storicamente di livello olim- pionico, perché il centro spor- tivo Saini viene costruito nel 1970 proprio come “gemello”

del centro di addestramento fe- derale CONI Acqua Acetosa di Roma, dove si allenano gli at- leti di punta delle varie nazio- nali per gran parte dell’anno.

Siamo andati a parlarne con Stefania Zanrei, responsabile Area Sud per MilanoSport, e Alberto Colombo, coordinato- re di presidio presso il Saini.

Signor Colombo, com’è il bi- lancio di quest’estate presso le piscine Saini?

Ottimo. Abbiamo avuto un in- cremento di oltre il 50% di presenze rispetto all’estate 2011. I tanti milanesi rimasti in città ci hanno scelto per le- nire le conseguenze delle on- date di caldo delle perturba- zioni Caronte e Lucifero.

Avete avuto problemi di or- dine pubblico?

La sicurezza nei nostri im-

pianti è assicurata da due so- cietà specializzate: API (As- sociazione Poliziotti Italiani) e ALMAR, che controllano che tutto fili liscio con discrezione e professionalità. Investiamo circa 5000 euro all‘anno per questo scopo, anche se la no- stra utenza non ci ha mai da- to problemi gravi.

L’assessora Chiara Biscon- ti vi ha fatto i complimen- ti…

Sì, ha elogiato la pulizia del- le nostre piscine e l’efficien- za del personale che lavora al Saini. Ci ha fatto molto pia- cere.

Signora Zanrei, le piscine del Saini attirano anche at- leti professionisti?

Ci coordiniamo con la FIN (Federazione Italiana Nuoto) e le più importanti società sportive, per offrire servizi in linea con i parametri europei;

e questo è molto apprezzato

dai loro atleti. Prima delle Olimpiadi, Filippo Magnini è venuto a fine maggio per fare una settimana di allenamenti qui con i suoi allenatori. E in passato anche Massimiliano Rosolino e Federica Pellegri- ni hanno fatto molte sedute di allenamento nella vasca gran- de.

Che differenza c’è tra le tre vasche del vostro impianto?

Una è lunga 25 metri, una è lunga 50 metri; poi ce n’è un’altra più profon- da e quadrata, per potersi allenare e di- vertire facendo tuffi dal trampolino 3 metri. Nelle nostre piscine si fa nuoto, ma anche pallanuo- to, acqua fitness, tuffi, idrobike e per- sino nuoto sincro- nizzato.

La manutenzione e pulizia sono mol- to curate?

Ci teniamo che va- sche, tubature e cal- daie siano sempre pulite e igienizzate, secondo i rigidi parametri richiesti dalle federazioni in- ternazionali e dalla FIN.

Avete agevolazioni per le ca- tegorie più svantaggiate eco- nomicamente?

Abbiamo aderito al program- ma del Comune di Milano e distribuito due tipi di tessere sociali gratuite. Una, riserva- ta agli Over 65, che permette- va ingressi illimitati nel mese di agosto per aiutarli a difen- dersi dal caldo; un’altra, sem- pre a disposizione dell’utenza socialmente più debole, che permette 50 ingressi omaggio nel periodo agosto-dicembre.

Entrambe le tessere vengono emesse direttamente dagli operatori del Comune, a loro insindacabile giudizio.

Alberto Tufano Piscine Tuffi e Nuoto presso Centro Sportivo Saini Via Corelli 136

02.7562741 www.milanosport.it

Sono in atto ormai da molti anni i Contratti di quartiere, ovvero quel- la serie ampia di interventi edilizi, sociali, infrastruttura- li che stanno riguardando tre quartieri di edilizia popolare della nostra zona: Ponte Lam- bro, Mazzini (zona Corvet- to/Gabrio Rosa), Molise Cal- vairate.

Molto è già stato fatto, in par- ticolare a Ponte Lambro sono stati completati la maggior parte degli interventi, ma ne- gli altri quartieri molti ritardi ci sono, ad esempio, nei la- vori di ristrutturazione di al- cuni edifici Aler.

Proprio per fare il punto della situazione di ogni Contratto di quartiere si stanno svol- gendo in Consiglio di Zona 4 degli incontri con responsa- bili Aler e responsabili del- l’assessorato al Demanio e ai lavori pubblici, nonché con tutti i soggetti coinvolti.

Ad oggi si sono tenuti gli incontri su Ponte Lambro e su Mazzini.

A Ponte Lambro è partito l’ultimo cantiere per l’in- tervento del co- siddetto Laboratorio di Quar- tiere di Renzo Piano che pre- vede una serie di spazi pub- blici innovativi, che dovreb- be terminare a maggio del 2013.

Per quanto riguarda il quar- tiere Mazzini, il signor Gal- biati dell’area tecnica di Aler ha aggiornato sui lavori: oltre ai lavori già finiti, altri sono in corso, altri sono stati atti- vati, altri ancora sono blocca- ti (ad esempio una impresa che stava lavorando in via dei Cinquecento è fallita con con- seguente fermo dei lavori per più di anno).

Fra gli interventi in program- ma c’è la realizzazione di

molti sottotetti che saranno af- fittati sia a canone sociale che a canone calmierato per fa- vorire il cosiddetto mix so- ciale; anche la residenza uni- versitaria (di cui abbiamo par- lato nel numero di dicembre) e il mercato comunale che successivamente verrà trasfe- rito dalla collocazione attua- le al piano terra della resi- denza, fanno parte dei lavori in corso. Invece non è stata ancora decisa la nuova siste- mazione della piazza Ferrara, per la quale si sentiranno le diverse esigenze espresse (co- munque, non è un lavoro si- curamente imminente!), pri-

ma di fare la scelta definitiva.

I LABORATORI DI QUARTIERE Un’altra notizia positiva, in- fine, è che sono stati rinnova- ti con un nuovo bando i La- boratori di quartiere, uno stru- mento importante per mante-

nere stretti rapporti di colla- borazione, informazione, par- tecipazione con i residenti e gli inquilini direttamente co- involti dal Contratto.

Il Laboratorio di Quartiere Mazzini è stato affidato an- cora alla Martini & Associa- ti: responsabile del progetto è Raffaello Martini mentre il coordinatore del gruppo è di nuovo Salvatore Tummino, che sarà coadiuvato da Clau- dio Gramaglia, esperto socia- le, Nadia Zoller esperto tec- nico e Massimo Zerbeloni operatore sociale.

La loro prima iniziativa, una bella Festa di inaugurazione che si è tenuta il 13 giugno

scorso nel cortile di via Mom- piani 5. E subito è ripresa an- che la pubblicazione del no- tiziario mensile La Finestra sul Mazzini che terrà aggior- nati gli inquilini su tutte le ini- ziative e i lavori previsti dal contratto di Quartiere.

Anche il Laboratorio di Quartiere Ponte Lambro ha ripreso le sue attività, e il Pia- no di Accompagnamento So- ciale è stato assegnato trami- te bando all’Istituto per la Ri- cerca Sociale (irs) che aveva già operato nei sei anni pre- cedenti. L’équipe territoriale è coordinata da Claudio Cal- varesi (Direttore dell’Area Politiche Urbane e Territo- riali dell’IRS) ed è composta da quattro persone di forma- zione differente: Linda Cos- sa – urbanista, Marcello Ba- lestrieri – sociologo, Giulia Alberio – architetto, Saman- tha Belotti – urbanista.

Il Piano di Accompagnamen- to Sociale svolge attività mol- to diverse che fanno riferi- mento a tre campi di azione:

l’accompagnamento ai can- tieri, la progettazione ed im- plementazione di progetti di natura sociale, la comunica- zione ed eventi, attraverso at- tività di partecipazione e co-

involgimento di tutti i soggetti coinvolti ed interessati al pro- cesso di trasformazione in corso.

La prima uscita pubblica del nuovo triennio sarà l’iniziati- va ‘Straponte’ dal 28 al 30 settembre, per promuovere e valorizzare gli spazi pubblici del quartiere, in particolare il parco di via Serrati, attraver- so un evento che abbia il te- ma dello sport come pretesto e quale strumento di coesio- ne sociale e aggregazione. Ul- teriori informazioni sulla fe- sta nella sezione FESTE DI QUARTIERE.

S.A.

I Contratti di quartiere Mazzini e Ponte Lambro

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Come annunciato nell’ultimo numero di QUATTRO, iniziamo ad occuparci del riciclo di quei materiali che fanno par- te del nostro quotidiano.

In questo primo articolo ci occuperemo del- l’alluminio e delle sue molteplici vite, anzi in- finite, perché infinite volte esso può essere ri- ciclato per trasformarsi in altri oggetti, dalle Moka a parti di auto, moto, biciclette e così via.

Per saperne di più, abbiamo parlato con Luca Laguzzi e Gennaro Galdo della CIAL, il con- sorzio che rappresenta tutte le aziende che ope- rano nel settore degli imballaggi in alluminio, il cui compito istituzionale è quello di sviluppa- re la raccolta differenziata dei contenitori in al-

luminio e garantirne l’avvio a riciclo.

Che cosa succede ad una lattina o ad altri contenitori di questo materiale dopo la rac- colta?

“L’alluminio, che a Milano viene raccolto con la plastica e l’acciaio – esordisce Luca Laguz- zi – arriva nelle piattaforme di selezione dove viene separato in appositi impianti, anche con una selezione manuale. A questo punto l’allu- minio viene compattato in balle e portato in una

fonderia per i successivi trattamenti secondo criteri di prossimità ed economicità.”

A questo proposito, in Lombardia ci sono tre piattaforme di selezione che operano per Amsa:

una a Muggiano che fa capo ad Amsa diretta- mente, una vicino a Bergamo e la terza nei pres- si di Corsico; inoltre, l’alluminio raccolto a Mi- lano viene portato in fonderie lombarde.

Che cosa succede alla balla di alluminio in seguito?

“La prima operazione effettuata è una prefu- sione a 500 gradi; – ci spiega Gennaro Galdo – questo trattamento pulisce l’alluminio dalle vernici e da altri scarti. Al termine viene av- viato in un forno fusorio a 800 gradi dove torna allo stato li- quido per essere successiva- mente solidificato in barre, tor- nando così alluminio primario, ovvero con le stesse caratteri- stiche di quello che viene estrat- to dalle miniere di bauxite.

Questo procedimento è alta- mente economico rispetto alla estrazione. In Italia non abbia- mo grandi giacimenti: Salento e Sardegna sono gli unici luo- ghi, ma la produzione è molto limitata. Se facciamo 100 i co- sti energetici per ottenere un chilo di alluminio primario estratto dalla miniera, per lo stesso quantitativo di seconda- rio i costi scendono a 5”.

La raccolta dell’alluminio po- ne l’Italia al primo posto in Eu- ropa, insidiata solo dalla Ger- mania, e seconda al mondo do- po gli Stati Uniti. I dati dello scorso anno sono significativi: a fronte di una immissione sul mercato di oltre 67mila tonnel- late di imballaggi in alluminio, 41mila sono sta- te recuperate e riciclate, il che vuol dire che quasi il 61% di questo materiale è ritornato nel- la produzione. Questi risultati significano mag- giore sensibilità al problema del riciclo da par- te dell’utente e una fattiva collaborazione tra CIAL e gli oltre 5500 comuni italiani dove la raccolta dell’alluminio è attiva. Sono all’incir- ca 45 milioni gli abitanti coinvolti, con un trend

positivo di raccolta in forte crescita negli ultimi cinque anni.

Un dato molto importante evidenzia che rici- clare l’alluminio non è solo un fattore di ri- sparmio economico, ma è anche una tutela per l’ambiente: in Italia nel 2011 si sono rispar- miate immissioni

per 325mila tonnel- late di CO2 e in ter- mini energetici ri- sparmiate oltre 140mila tonnellate equivalenti di petro- lio, il cosiddetto TEP, ovvero la quantità di energia rilasciata dalla com- bustione di una ton- nellata di petrolio grezzo. Ciò signifi- ca che una tonnella- ta di alluminio se- condario genera un ventesimo della CO2 emessa per la produzione di una tonnellata di quello primario.

Venendo alla nostra città, il dato è com- plessivo e tiene con- to anche della rac- colta negli altri set-

te comuni coinvolti in questa operazione: qua- si un milione e mezzo di cittadini ha contribui- to a recuperare e riciclare ben 460 tonnellate nel 2011; se il trend nazionale è in crescita spe- riamo che lo sia anche quello locale.

Quali sono gli imballaggi da mettere nei sac- chi gialli della plastica e metalli?

“A cominciare dalla classica lattina per le be- vande, abbiamo poi le scatolette per alimenti o quelle per il cibo per gli animali. L’elenco è lungo: le vaschette per la conservazione dei ci- bi o per cuocere cibi (le teglie per la pizza un esempio), le bombolette spray, i tubetti dei pro- dotti cosmetici ma anche quelli delle conserve, i fogli di alluminio per la casa. Tappi e chiusu- re delle bottiglie. Quando si parla di contenito- ri di cibo sarebbe bene che fossero liberati da

ogni residuo. Per gli altri non è necessaria al- cuna pulizia preventiva. La prefusione, come detto, provvede ad eliminare ogni traccia”.

Nel nostro incontro, abbiamo poi avuto l’op- portunità e il piacere di vedere un contenitore con minuscoli pezzi di alluminio, ovvero i pri- mi risultati di una nuova iniziativa che coinvolge CIAL e una nota ditta di caffè in capsule.

Eliminato, ma non gettato, il caffè, i contenitori vengono recuperati, triturati e pronti per diven- tare di nuovo ogget- ti in alluminio. Il progetto non si fer- ma qui ma ha anche una valenza sociale non indifferente. Il caffè recuperato è inviato ad una ditta di compost che lo utilizza per la con- cimazione dei cam- pi di riso del Ver- cellese. Una volta raccolto il riso, l’a- zienda delle capsu- le lo acquista e lo devolve al Banco Alimentare. Un esempio di come il riciclare possa migliorare l’ambiente ma anche essere di aiuto alle persone bisognose.

Che conclusioni possiamo trarre? Che l’allu- minio è un materiale completamente riciclabi- le che viene recuperato in percentuali molto al- te, con un impatto ambientale molto contenu- to; lo slogan “Zero discarica, 100% recupero”

coniato da CIAL testimonia l’impegno nel por- tare avanti la politica del riciclo. Impegno che deve venire anche da parte del singolo cittadi- no affinché acquisti una maggiore sensibilità sul problema dei rifiuti in generale, contri- buendo a riciclare correttamente: ciò che non è più utile oggi può ritornare, magari domani in forma diversa, ad esserlo di nuovo.

Sergio Biagini

Alluminio: una vita infinita…

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