• Non ci sono risultati.

Il connubio meno diritti in cambio di più formazione ha fallito La favola delle "politiche attive&#34

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Il connubio meno diritti in cambio di più formazione ha fallito La favola delle "politiche attive&#34"

Copied!
2
0
0

Testo completo

(1)

1 / 2

Data Pagina Foglio

22-02-2021 13

MITI Un'economia con domanda strozzata dall'austerità, salari fermi e zero politiche industriali non può assorbire occupazione. Il connubio meno diritti in cambio di più formazione ha fallito

La favola delle "politiche attive"

Il ventennio perduto del lavoro

» Dario Guarascio

Combattere la disoccupazio- ne è il più importante degli obiettivi di politica econo- mica. Nel tempo, gli stru- menti sono mutati. L'intervento dello Stato - grandi imprese pubbli- che, piani di investimento capaci di mobilitare masse di occupati, edifi- cazione dei sistemi di welfare - è sta- ta la cifra della vigorosa crescita nel dopoguerra occidentale fino ai 70.

Anni in cui il pensiero economico ri- conosce pari dignità all'offerta e alla domanda. A quest'ultima, viene at- tribuito il compito chiave di correg- gere quel che il mercato è incapace di fare: garantire la completa utilizza- zione delle risorse. Con gli anni 90, il contesto muta radicalmente, i fatto- ri di offerta divengono preponde- ranti e lo Stato non deve più guidare i mercati e ridurre la disoccupazio- ne. L'idea è semplice. Dotare i lavo- ratori delle competenze utili alle im- prese lasciando queste ultime libere di operare riducendo i vincoli. L'Ita- lia non fa eccezione.

IL MERCATO del lavoro comincia a trasformarsi all'insegna della fles- sibilità. Minori tutele, contratti temporanei e una protezione del la- voratore che si sposta: dal rapporto di lavoro al mercato. In questo mo- do, suggerisce il nuovo paradigma, le imprese dispiegano il potenziale produttivo, le competenze dei lavo- ratori vengono inserite proprio là dove serve. Nessuna necessità di a- gire sui vincoli di domanda attra- verso l'intervento pubblico. In que- sto contesto, assumono un ruolo chiave le politiche attive del lavoro, per il reinserimento dei disoccupati con piani formativi in linea con le e- sigenze delle imprese. Mentre le tu-

tele vengono ridotte e il ricorso al la- voro temporaneo e somministrato facilitato, le risorse pubbliche de- stinate alle politiche attive cresco- no, i Centri per l'impiego vengono riformati e nuove istituzioni costi- tuite, tra le altre Italia Lavoro, oggi confluita nell'Anpal. Venti anni do- po può essere utile domandarsi se gli ingredienti della ricetta abbiano sortito gli effetti sperati. Soprattut- to perché di fronte all'attesa aboli- zione del blocco dei licenziamenti, la strategia per contenere la disoc- cupazione diventa cruciale. Se si guarda ai dati e alle criticità stori- che del mercato italiano - elevata disoccupazione giovanile e femmi- nile, divari territoriali, disoccupati di lunga durata, precarietà - il con- nubio flessibilità-politiche attive va bocciato. Come ben documentato da Antonio di Stasi sul Menabò di Etica ed Economia, le politiche at- tive soffrono dell'eccesso di livelli i- stituzionali e attuativi. Attribuite in larga parte alla competenza regio- nale dalla riforma del Titolo V, sono prive delle coerenza sistemica ne- cessaria per fornire un supporto o- mogeneo. In un simile quadro, l'Anpal non ha capacità di svolgere il ruolo di coordinamento. Nel 2019, l'Ocse ha dedicato all'Italia un rapporto dal titolo inequivoca- bile StrengtheningActive Labor Market Policies in Italy': la farragi- nosità e la conflittualità del sistema, l'inadeguatezza dei Centri per l'im- pego, l'assenza di un sistema infor- mativo centralizzato che renda pos- sibile associare offerta e domanda di lavoro sono messi nero su bianco in modo impietoso.

Le politiche attive hanno dun- que tradito le speranze di chi le im- maginava strumento salvifico. La frammentarietà e i problemi di go- vernance spiegano però solo par-

zialmente il fallimento. Le cause vanno cercate nello stesso paradig- ma di politica economica che le ha elette strumento principe. L'idea di fondo risale alla fine del 700 ed è di un economista francese, Jean Bap- tiste Say. "L'offerta crea da la pro- pria domanda", recita la legge che porta il suo nome. Applicata al mer- cato del lavoro, fornisce una spiega- zione brutale: si è disoccu- pati perché le competenze che si hanno non sono appe- tibili o perché il salario che si pretende è troppo elevato.

Le politiche attive dovreb- bero curare il primo, la fles- sibilità contrattuale il se- condo. La distanza tra la realtà e una simile rappre- sentazione dell'economia è chiara sia per l'uomo della strada sia per gli economisti che non credono allalegge di Say, non moltissimi. In un'e- conomia come quella italia- na - dove la domanda è strangolata dall'austerità fiscale, i salari non crescono e la struttura produttiva è indebolita dall'abbandono di poli- tiche industriali - si è disoccupati perché il lavoro non viene sufficien- temente domandato. Si possono a- vere le più raffinate politiche attive, se ciò non si accompagna a politi- che fiscali espansive, a un incre- mento dei salari e a un vasto piano di investimenti pubblici, l'offerta di lavoro non potrà che rimanere fru- strata. Perché insistere dunque con questa ricetta? Per interessi e ideo- logia. Gli interessi di un sistema po- polato di soggetti, privati ma con forti interconnessioni con la Pa e le parti sociali, attivi nell'erogazione di servizi formativi a favore dei di- soccupati, e l'ideologia del vecchio Say. Si vedrà se la pandemia pro- durrà qualche conversione sulla Via di Damasco.

CRUCIALE CON LA FINE DEL BLOCCO DEI

LICENZIAMENTI CAMBIAMO STRATEGIA

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Lavoro

045688

Quotidiano

(2)

2 / 2

Data Pagina Foglio

22-02-2021 13

11M

L'AUTORE DI QUESTO ARTICOLO DARIO GUARASCIO è ricercatore in politica economica presso il Dipartimento di Economia e Diritto della Sapienza Università di Roma ed è affiliato esterno della Scuola Superiore Sänt'Anna di Pisa.

suoi ambiti di ricerca privilegiati sono quelli dell'economia dell'innovazione, del lavoro e dell'Unione Europea

I;If.nt~I:uJdl~~ ~rolilìlLr:wi~r' IR, l grnhr+ 1111avuru

11111M

..ieuc~~m mai .0k, Wlro Il .I.. . .

41,

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Lavoro

045688

Quotidiano

Riferimenti

Documenti correlati

a) start-up innovative, iscritte nell’apposita sezione speciale del registro delle imprese, che presentano un progetto imprenditoriale caratterizzato da un significativo

Sarà possibile seguire l’evento anche in diretta sulla pagina facebook Associazione Difendiamo il Futuro - Polis Policy. in

Progetti/Azioni finanziabili La finalità del servizio è quella di progettare e attivare interventi volti a svolgere un’attività di orientamento specialistico o di II livello (Scheda

delle Convenzioni e il potenziamento del Sild nonché l’utilizzo delle risorse di cui al Fondo ex art. ● Sostegno alle politiche a favore di competitività, occupazione

Anpal prosegue con il suo impegno nella gestione di politiche rivolte a supportare le imprese di tutto il territorio nazionale che hanno assunto nuovi

Oggetto La misura GG Fase II - linea Formazione Rafforzata finanzia percorsi di formazione e di tirocinio in azienda, per qualificare o riconvertire il

[r]

[r]