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Storia e preistoria

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Academic year: 2021

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Storia e preistoria

La storia degli esseri umani che sono vissuti migliaia e migliaia di anni fa è fatta di resti sepolti.

Quegli uomini e quelle donne non conoscevano la scrittura: non hanno potuto lasciarci libri o documenti scritti. Ma nei luoghi dove essi vissero si trovano ancora gli oggetti di cui si servivano per cacciare, o coltivare, o combattere: si trovano tombe e avanzi di abitazioni, arnesi di lavoro e qualche volta statuine o pitture; si trovano scheletri di esseri umani e di animali. Studiando questi resti è possibile ricostruire la preistoria dell'umanità così si chiama la storia delle epoche di cui non ci restano documenti scritti) e conoscere le abitudini e le vicende di quei nostri lontanissimi progenitori.

Gli archeologi, scienziati con la pala

Che cosa fanno gli archeologi?

E, prima di tutto, che cosa vuoi dire il loro nome?

Come molte altre parole, archeologo» deriva dall'antica lingua greca e vuoi dire

«studioso di quel che è antico». Tanto antico che egli deve andare a cercarlo sotto terra, a volte molto in profondità. Questo non è quasi mai facile; ogni archeologo deve essere aiutato dal suo intuitob e anche da un pizzico di fortuna, per portare alla superfìcie resti interessanti.

L'archeologo scava di solito in posti in cui altri prima di lui hanno trovato

qualcosa, oppure dove pensa che debbano trovarsi tracce del passato, perché

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così dicono antichi documenti, o anche leggende popolari. A volte un contadino, arando il terreno, porta casualmente alla luce antichi frammenti, facendo scoprire che lì c'è lavoro per l'archeologo. L'archeologo è dunque uno scienziato un po' particolare. Non lavora in laboratorio, ma all'aperto, talvolta in zone desolate. Non porta un camice bianco ma tute e stivaloni di gomma; non maneggia microscopi, ma pale e zappette. Le sue mani, però, devono essere ferme e precise come quelle di un chirurgo, perché i resti che egli ritrova e poi esamina sono delicati e spesso basta riportarli all'aria perché si polverizzino e vadano perduti.

La ricerca dei nostri antenati

Lo studio dei primi esseri umani è affascinante, perché ci fa risalire alle nostre stesse origini. E uno studio iniziato in tempi recenti e che sembra non debba completarsi mai. Mano a mano che vengono dissotterrati nuovi frammenti

degli scheletri dei nostri antenati più antichi, l'origine della razza umana si sposta sempre più indietro nel tempo, sempre più lontano.

I paleoantropologi (questa lunga parola, anch'essa derivata dal greco, significa

«studiosi degli uomini più antichi») hanno provato a costruire un albero genealogico dell'uomo attuale, cioè un albero i cui vari rami rappresentino tutti i nostri progenitori, più lontani e più recenti. Ma le cose che sappiamo sono poche e slegate: l'albero presenta molti punti interrogativi e molti buchi. Inoltre, poichè le ricerche continuano, ci sono sempre nuove scoperte e vengono trovati nuovi resti, che talvolta modificano un poco quel che credevamo ormai certo.

Oggi si ritiene che l'origine del ramo da cui si è evoluto l'uomo risalga a tre milioni di anni fa. I “cugini” di quell'uomo erano esseri un po' scimmieschi, gli australopitechi, che seguirono un'evoluzione diversa e si estinsero circa un milione e mezzo di anni fa.

Qui sotto: lo scheletro dissotterrato da questi due studenti universitari di archeologia apparteneva a un antico abitante dell'America settentrionale. Con pennellino e raschietto, le ossa vengono accuratamente ripulite; poi verranno portate fuori dalla tomba in cui sono state trovate.

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Le tecniche dell' archeologo

Come fa un archeologo a stabilire se i resti che ha trovato, sepolti nel terreno, sono antichi o recenti? Spesso questi resti sono disposti in strati sovrapposti, proprio come gli strati di una torta. Allora lo strato più profondo è il più antico, e quello più vicino alla superficie è il più recente. Questa tecnica si chiama stratigrafia.. Quando, nel corso del secolo scorso, l'archeologo tedesco Heinrich Schliemann cominciò i suoi scavi nel luogo dove avrebbe trovato i resti di Troia, mescolò insieme oggetti appartenenti a strati diversi. Quella che egli cercava era la Troia dei poemi omerici e l'entusiasmo lo portò a fare un po' di confusione. Dopo la sua morte, gli scavi proseguirono e i resti trovati vennero riordinati. Si scoprì così che su quella collina si erano succedute ben nove città.

La più antica risaliva addirittura all'età della pietra.

DOMANDE

1. Come è stato possibile ricostruire la storia dell'umanità?

2. Cosa significa la parola archeologo?

3. Cosa fa l'archeologo?

4. Chi sono i paleoantropologi?

5. Cosa hanno fatto?

6. A quanto tempo fa risale l'origine del ramo da cui si è evoluto l'uomo?

7. Quanto tempo fa si estinsero gli australopitechi?

8. Come fa un archeologo a stabilire se i resti che ha trovato, sepolti nel terreno, sono antichi o recenti?

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