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Prof. Avv. Paolo Vinci

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Academic year: 2022

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TAGETE -ARCHIVES OF LEGAL MEDICINE AND DENTISTRY

TAGETE 1-2011 Year XVII

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AUMENTO DI POLIZZE RC AUTO, MICROSINISTRI ED ANTIFRODE

Prof. Avv. Paolo Vinci

In un recente incontro tra il ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani, il presidente dell’ANIA, Fabio Cerchiai e quello dell’ISVAP, Giancarlo Giannini, si è affrontata la nota problematica italica del costo delle polizze RC auto. Da più parti si denuncia l’inammissibilità di un costo medio italiano pari a 400 euro contro i 200 del resto dell’Europa. Senza parlare poi della circostanza che il Codacons avrebbe documentato un aumento medio del 30% nell’ultimo anno. Non solo. L’aumento delle polizze, dal 1994 ad oggi, sarebbe pari al 180%.

Il governo pare intenzionato ad adottare provvedimenti energici per calmierare i prezzi.

Curo da un paio d’anni su Il Giornale delle Assicurazioni, il mensile assicurativo più letto in Italia, un’interessante rubrica di attualità. In due occasioni (vedi n. luglio- agosto 2010 - pag. 66 e n. ottobre 2010 - pag. 52), ho affrontato il grave ed endemico problema italiano dei “sinistri sospetti” e delle frodi assicurative.

Oggi, il presidente dell’Isvap, finalmente, afferma; "ben venga un'agenzia antifrode”.

Quello delle frodi assicurative è stato sempre un problema, cogente del mondo assicurativo italiano, mai affrontato a dovere dagli operatori, con la volontà precipua di debellarlo. Sebbene, da più parti, si affermava la sussistenza di questa realtà, in concreto poi non si adottavano adeguate contromisure. Oggi, trovandoci nel mezzo di un guado pericolosissimo, con il limite di guardia ben travalicato e constatato che le compagnie assicuratrici convengono sulla necessità di intervenire per ridurre i costi del

Avvocato, Milano.

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253 sistema (premessa indispensabile per la riduzione dei prezzi delle polizze), ci si rende conto, finalmente, che le due realtà – sinistri fraudolenti ed aumento delle polizze – sono strettissimamente collegate.

Mi sono chiesto come si possa intervenire per ridurre il costo delle polizze.

Inevitabilmente, ho sforato nella nota dolens antifrode.

Un primo passo da fare sarebbe promulgare una legge in materia di antifrode o, quantomeno, istituire, con procedura d’urgenza, l’agenzia pubblica antifrode.

Il problema delle truffe agli assicuratori è un fenomeno gravissimo ed intollerabile, come detto, tutto italiano, che raggiunge, nel Meridione, con Campania e Puglia, regioni ai primi due posti, i connotati di un vero e proprio allarme sociale. E non è solo ancorato alla incombenza delle varie mafie italiane, ma è connaturato con la forma mentis di molti operatori del Sud.

E’ una questione di illegalità strisciante, che trova il suo humus nella spaventosa acquiescenza dei cittadini che vivono in un’area geografica imbibita di una ontologica tolleranza della trasgressione nei confronti delle leggi dello Stato.

Una tolleranza che va scardinata, se non si vuole regredire a livelli da “terzo mondo”. E va scardinata con un programma di concertazione mirato, univoco, concertato tra le autorità di governo e di vigilanza. Certamente non può rimanere a livello di enunciazione, come fin qui accaduto. Solo sulla carta o delegato alla buona volontà di qualche magistrato o organo di polizia giudiziaria. Molto spesso privo di mezzi economici, strutture e uomini per condurre a termine compiutamente un’indagine.

Il lavoro da fare per risolvere, alla radice, questa anomalia è tantissimo.

Occorre incidere e colpire, in molte categorie, una catena organizzativa truffaldina che, spesso, coinvolge financo avvocati, medici, carrozzieri, liquidatori, in chiara commistione delinquenziale.

Come ho scritto, questi fenomeni si verificano in determinate aree dove l’economia ristagna, la dignitosa volontà di tirarsi su le maniche e lavorare onestamente latita, i bisogni aumentano e lo Stato, con le sue regole, viene visto come il fumo negli occhi.

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254 Di fronte a uno scenario del genere invoco un forte, pregnante intervento riparatore. Sia governativo, sia potestativo, da parte delle autorità.

Sebbene gravissimo, il problema di come porre argine alle frodi agli assicuratori non è il solo da risolvere nella congerie di elementi che influiscono sul costo finale delle polizze RC Auto.

Urgono ulteriori interventi correttivi. Occorre procedere dalla capacità di adottare le giuste incisive contromisure per eliminare i variegati fenomeni delle speculazioni di cui gli addetti ai lavori hanno perfetta nozione. Speculazioni che si realizzano all’interno delle complesse organizzazioni delle compagnie di assicurazione.

I bilanci delle compagnie, si afferma, si fanno con i sinistri. Anche contro le stesse volontà di chi guida le società, non si riesce nell’intento di porre un freno, tenere sotto controllo certi inutili e gravosi “gonfiamenti” dei costi rivenienti dai contenziosi legali. In particolar modo quelli relativi alle micro-invalidità.

Il sistema assicurativo italiano, infatti, spende troppi tempo e denaro per trattare i sinistri relativi alle invalidità minime. Sono questi i sinistri più cari a chi si avvicina capziosamente al diritto, che ingolfano il sistema e, soprattutto, prestano il fianco a speculazioni di bassa lega.

Con conseguente impatto sociale sulle grandi invalidità.

Non sarebbe assolutamente fuori luogo proporre un drastico intervento governativo per stroncare questa gravissima incongruenza. Magari, ponendo, per legge, una franchigia al 5%.

Ben venga, sotto questo profilo, la prassi delle mediazioni, che non devono assolutamente spaventare le compagnie, né il professionista consapevole e onesto. La materia è stata recentemente annacquata, con l’estromissione dei danni da RC auto (oltre alle tematiche condominiali). Alla luce di quanto ho riferito e degli innegabili rischi speculativi che vedono vittime le compagnie assicuratrici, mi chiedo se per queste non fosse un elemento amico e forse risolutivo la tanto vituperata mediazione?

Né sarebbe utopia parlare di implementazione del risarcimento “ in forma specifica”.

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255 Una modalità di risarcimento che, oltre a riguardare aspetti non indifferenti in chiave di antifrode, permetterebbe una equa riparazione.

In conclusione, affinché tutto questo non rimanga solo una mera intenzione, occorre un intervento diretto e sinergico, da parte delle compagnie.

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