• Non ci sono risultati.

Aspetti sedimentologici e biostratigrafici della sezione neogenica di Piscopio nell'area di M.te Poro, Vibo Valentia (Calabria)

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Aspetti sedimentologici e biostratigrafici della sezione neogenica di Piscopio nell'area di M.te Poro, Vibo Valentia (Calabria)"

Copied!
16
0
0

Testo completo

(1)

ASPETTI SEDIMENTOLOGICI E BIOSTRATIGRAFICI

DELLA SEZIONE NEOGENICA DI PISCOPIO NELL’AREA DI M.TE PORO, VIBO VALENTIA (CALABRIA)

Anna Rao*, Pierparide Gramigna* & Claudio Neri*

* Dipartimento di Scienze della Terra, Università della Calabria, Via P. Bucci, Cubo 15 b, I - 87036 Rende (Cosenza), Italy

RIASSUNTO - In questo lavoro vengono presentati i risultati dello studio biostratigrafico a foraminiferi planc- tonici di una sezione neogenica affiorante a Piscopio, ubicata in prossimità dell’altopiano del Poro (Vibo Valentia).

La successione mostra uno spessore complessivo di 50 metri. I campioni sono stati raccolti ad intervalli di circa 10-15 cm e per ognuno di essi è stata eseguita l’analisi quantitativa dei foraminiferi planctonici rappresentata in curve di frequenza. Le variazioni di abbondanza dei taxa hanno permesso l’individuazione dei bioeventi stratigra- ficamente significativi. La parte inferiore (Intervallo I) della sezione è caratterizzata dalla comune presenza di glo- borotalie carenate riferibili alla Globorotalia miotumida group. In particolare sono stati identificati morfotipi coni- ci, attribuibili a Globorotalia conomiozea s.s., in associazione con esemplari di Globorotalia saheliana. Per quan- to riguarda i Neogloboquadrinidi risulta essere abbondante Neogloboquadrina acostaensis con avvolgimento sini- strorso.

Nella parte intermedia della sezione (Intervallo II) si registrano due eventi biostratigrafici rilevanti: il cambio di avvolgimento di Neogloboquadrina acostaensis da sinistrorso a destrorso, la comparsa di Turborotalita multiloba nei campioni FB13 - FB14 e la sua scomparsa nel campione FB15. Tali dati indicano per gli intervalli I e II della sezione un’età messiniana.

Nel terzo intervallo, dopo la grande lacuna stratigrafica, si registra nei campioni FB18, FB18A, FB8C la pre- senza di Globorotalia inflata insieme a esemplari di Globorotalia crassaformis group, quest’ultima risulta più abbondante nel campione FB8C. Questi bioeventi indicano un’età tardo-pliocenica.

Infine i dati paleoecologici evidenziano e confermano l’instaurarsi di bacini stressati da importanti fluttuazioni di salinità.

PAROLECHIAVE: facies sedimentarie, foraminiferi planctonici, biostratigrafia, Neogene, M.te Poro, Calabria, Italia.

ABSTRACT - The sedimentary succession of the M.te Poro area (Vibo Valentia, Calabria) mainly consists of silicoclastic-carbonate sediments unconformably lying on the Hercynian crystalline basement. The studied section of Piscopio, about 50 m in thickness, is costituted of the following main units. The base is represented by gray fossiliferous sandstones, marked by concentration of pebbles and oyster shell lags; fossils are mainly represented by bivalves, gastropods and echinoids (Clypeaster). This unit marks the first event of the Tortonian transgression (Selli, 1957). The subsequent Tortonian deposits are made of yellowish poorly cemented sandstones, rich in Heterostegina papyracea (Papazzoni & Sirotti, 1999), with a depositional style quite similar to the previous unit.

The fossil assemblage includes again Clypeaster, Echinolampas, Terebratula, and rhodolites. Small bioconstructions with a primary framework constituted of Porites - Tarbellastrea commonly occur. With an abrupt contact the overlying unit is made of blue hemipelagic marls rich in planktonic microfauna, echinoids as Spatangus, interbedded with tripolaceous marlstones and massive limestones of Messinian age.

Finally, after a large sedimentary gap during the late Miocene-early Pliocene, the Neogene succession ends with hybrid arenites characterized by swaley/hummocky depositional structures and clinostratified body assimilable to tidal dunes.

The succession has been studied from biostratigraphic point of view with planktonic foraminifers quantitative counting. The main results are the following: the basal-middle part of the Piscopio section is Messinian in age and referable to the Globorotalia miotumida Zone MMi13 (Iaccarino & Premoli Silva, 2007) for the occurrence of Globorotalia conomiozea, highly conical morphotypes of Globorotalia miotumida group, and specimens of Globorotalia saheliana, Neogloboquadrina acostaensis sx, Neogloboquadrina acostaensis dx. After the large cover interval, the uppermost part of the Piscopio section, samples FB18, FB8C, can be ascribed to the early Pliocene for the presence of the index species as Globorotalia inflata and Globorotalia crassaformis group.

Globigerinoides and Orbulina, forms indicative of relatively warm waters, dominate the lower part of the basal marls (samples FB9, FB10, FB11). In the samples FB12, FB13, FB14 the assemblages are rich in Neogloboquadrinids and Globigerina bulloides indicative of nutrient-rich waters. The simultaneous presence of Neogloboquadrinids, as well as surface-dwellers as Globigerinoides of oligotrophic stratified waters, and Globigerina indicating mixed waters, would suggest a high seasonal salinity contrast (Hemleben et al., 1989). In the samples (FB15, FB16), just below the carbonate bed, (Calcare di Base Formation), the planktonic foraminifera fauna is scarce and small, often absent or indeterminable, indicating severely stressed environment

(2)

INTRODUZIONE

Questo lavoro rappresenta un primo contributo allo studio della successione sedimentaria affiorante nell’a- rea di Monte Poro (Vibo Valentia, Fig. 1). Esso s’inseri- sce nel più generale obiettivo di approfondire i dati bio- stratigrafici regionali (scarsi e frammentari) e rivedere il quadro cronostratigrafico dei depositi neogenici calabre- si. Si deve infatti sottolineare che mentre è relativamen- te abbondante la letteratura scientifica relativa a ricerche a carattere geologico (Selli, 1957; Nicotera, 1959; Neri et al., 2005a, 2005b), quella riguardante la biostratigra- fia è stata oggetto di un interesse secondario. Infatti i precedenti lavori, condotti nell’area di M.te Poro, studia- no aspetti principalmente paleoecologici (Barbera &

Tavernier, 1987, 1990); (Ferretti et al., 2003; Grasso et al., 1996; Papazzoni & Sirotti, 1999).

La successione sedimentaria è stata analizzata sia dal punto di vista sedimentologico che micropaleontologico.

L’analisi geologico-sedimentaria ha permesso una prima ricostruzione delle geometrie deposizionali, lo studio micropaleontologico quantitativo ha consentito il ricono- scimento dei bioeventi più significativi a foraminiferi planctonici.

I dati stratigrafico-sedimentari integrati con quelli bio- stratigrafici hanno permesso di ottenere un chiaro quadro cronostratigrafico della successione studiata.

INQUADRAMENTO GEOLOGICO- STRATIGRAFICO DELL’AREA DI STUDIO

L’area di studio è ubicata sul versante tirrenico della Calabria centro-meridionale delimitata dall’altopiano del Monte Poro (Vibo Valentia). Esso costituisce una porzione del dominio montuoso delle Serre localizzato

tra Catanzaro a Nord, la valle del Mesima ad Ovest, la piana di Gioia Tauro a Sud e la costa Ionica ad Est.

Dal Miocene superiore (Tortoniano) il complesso cri- stallino-metamorfico subsideva e veniva ricoperto da depositi marini tortoniani (Nicotera, 1959).

I processi tettonici legati al sollevamento della catena sono riferibili a fasi post-alpine: la fase del Miocene superiore e la fase medio-pliocenica. Più recenti fasi compressive sono state attribuite all’attività tettonica pleistocenica (Ghisetti, 1979; Meulenkamp et al., 1986;

Van Dijk & Okkes, 1991).

I depositi Neogenici dell’area di M.te Poro consistono in sedimenti silicoclastici-carbonatici che poggiano in discordanza (Fig. 2, Tav. 1, Fig. 1) su un basamento cri- stallino di età Ercinica, a paleotopografia spesso artico- lata. La base della successione è rappresentata da arena- rie debolmente cementate con intercalazioni conglome- ratiche e lag a gusci di ostree. Questa unità basale marca il primo evento della trasgressione tortoniana (Selli, 1957). L’unità successiva è caratterizzata da arenarie bruno-giallastre, debolmente cementate, ricche in Heterostegina papyracea (Papazzoni & Sirotti, 1999) e mostra uno stile deposizionale simile alla precedente unità. Frequenti sono le eteropie di facies: isolate bioco- struzioni a Porites e Tarbellastrea crescono direttamente sul basamento cristallino (Tav. 2, Fig. 2; Tav. 2, Fig. 3;

Tav. 2, Fig. 5) e s’interdigitano lateralmente alle arena- rie-conglomeratiche marine, venendo ricoperte, in parte, anche dalle arenarie bruno giallastre. Solchi di battente tagliati orizzontalmente nel basamento cristallino (Tav.

2, Fig. 4) risultano tra le evidenze morfologiche della paleofalesia. Segue, con contatto stratigrafico netto, un unità costituita da marne sottilmente stratificate, emipe- lagiche (Tav.1, Fig. 2), ricche in microfauna planctonica passanti, in modo abbastanza graduale e verso l’alto, a marne tripolacee (Tav. 1, Fig. 3) e al cosiddetto “Calcare di Base” (Tav. 1, Fig. 4) che precede i depositi evaporiti- ci della “Crisi di Salinità Messiniana”.

Dopo una importante lacuna stratigrafica della durata Miocene superiore-Pliocene inferiore, la successione neogenica termina con sabbie fossilifere e paraconglo- merati, caratterizzati da strutture deposizionali tipo swa- ley/hummocky (Tav. 2, Fig. 1), e corpi clinostratificati assimilabili a dune tidali (Tav. 2, Fig. 6).

LA SEZIONE DI PISCOPIO Analisi sedimentologico-stratigrafica

La successione, potente circa 50 metri, presenta una copertura di più di 20 metri (Fig. 3). La sezione può essere suddivisa in tre unità litologiche da cui sono stati prelevati 16 campioni: quattro (FB9 - FB12) nell’unità marnoso-argillosa, quattro (FB13 - FB16) nell’unità tri-

RAO et al.

148 Geologica Romana 40 (2007), 147-161

probably related to environment instability.

KEYWORDS: sedimentary facies, planktonic foraminifers, biostratigraphy, Neogene, Monte Poro, Calabria, Italy.

Fig. 1 - Schema geologico con la localizzazione dell’area di studio.

- Geological scheme with the study location area.

(3)

polacea, otto (FB17A - FB18B, FB8C, FB8D) nell’uni- tà “sabbie fossilifere” al tetto del “Calcare di Base”.

L’unità basale, dello spessore di 10 m, è costituita da marne argillose di colore grigio-azzurro (Tav. 1, Fig. 2), sottilmente stratificate e con sottili intercalazioni di livelli lignitiferi; seguono marne ed argille tripolacee, di colore biancastro, fittamente laminate a scala millimetri- ca o subcentimetrica (Tav. 1, Fig. 3).

L’unità successiva, potente pochi metri, è caratterizza- ta da carbonati bianchi, suddivisi in strati pluridecimetri- ci messi in evidenza da livelli e tasche di argille verdi (Tav. 1, Fig. 4): questa unità è attribuibile al cosiddetto

“Calcare di Base”. Il tetto di questa unità risulta notevol- mente incarsito per fenomeni di esposizione subaerea.

Al di sopra del “Calcare di Base”, dopo circa 2 m di copertura, affiorano sabbie argillose scure, all’interno delle quali si rinvengono ciottoli carbonatici centimetri- ci, molto alterati, e lag di clasti neri. Ciò potrebbe rap- presentare il prodotto dello smantellamento di carbonati peritidali deposti nelle fasi iniziali dell’evento trasgressi- vo, successivo alla “Crisi di Salinità Messiniana”.

Dopo una copertura di circa 20 metri, seguono areniti

ibride ben cementate a tetto, con strutture deposizionali di alta energia (plane lamination, hummochy e swaley cross stratification) organizzate in set da decimetrici a pluridecimetrici (Tav. 2, Fig. 1); la presenza di una con- siderevole componente planctonica (foraminiferi planc- tonici) (Tav. 1, Fig. 4) nel sedimento in contraddizione con le evidenze di carattere sedimentologico che indi- cherebbero un ambiente compreso tra la shoreface e l’offshore transition. Un corpo caratterizzato da para- conglomerati e arenarie grossolane, con base erosiva e geometria clinoforme (Tav. 2, Fig. 6), assimilabile ad una duna a controllo tidale, chiude la successione strati- grafica appena descritta.

Biostratigrafia a foraminiferi planctonici

Premessa metodologica

In questo lavoro è stato utilizzato lo schema biostrati- grafico proposto da Iaccarino & Premoli Silva (2007) (Fig. 4). Esso deriva dallo schema zonale di Sprovieri et al. (2002) integrato con lo schema zonale di Iaccarino &

Salvatorini (1982), Iaccarino (1985) per il Miocene, e di

Fig. 2 - Schema stratigrafico dei depositi neogenici dell’area di M.te Poro.

- Stratigraphic scheme of Neogene deposits of the M.te Poro area.

(4)

RAO et al.

150 Geologica Romana 40 (2007), 147-161

TAVOLA 1

Fig. 1 - Sovrapposizione in onlap delle arenarie marine a Clypeaster sul basamento a paleotopografia articolata di età ercinica. La linea in tratteggio nero indica la superficie di discontinuità stratigrafica (unconformity). La successione silicoclastica affiorante misura, in potenza, circa 30 m. Fig. 2 - Marne emipelagiche grigio-bluastre ad Orbulina. La linea bianca in tratteggio mostra il contatto con le sovrastanti marne tripolacee seguite dall’u- nità carbonatica (“Calcare di Base”). La potenza complessiva è di metri 10. Fig. 3 - Marne tripolacee a laminazione piano parallela millimetrica/sub- centimetrica. Fig. 4 - “Calcare di Base” organizzato in banchi pluridecimetrici separati da intercalazioni argillo-marnose di colore olivastro.

Fig. 5 - Packstone bioclastico a foraminiferi planctonici, facies caratteristica delle areniti ibride.

PLATE 1

Fig 1 - Onlap of the marine Clypeaster sandstones above the Hercynian basement with articulate paleotopography. The dashed black line shows the stratigraphic discontinuity (unconformity). The siliciclastic succession measures about 30 m in thickness. Fig. 2 - Gray bluish Orbulina hemipelagic marls. The dashed white dashed line shows the contact with the overlying tripolaceous marls which are followed by the carbonatic unit (“Calcare di Base”). The complessive thickness is 10 meter. Fig. 3 - Tripolaceous marls with very fine plane parallel lamination. Fig. 4 - “Calcare di Base”

organized in pluridecimetric banks which are separated by oleaster clay marlstone interlayers. Fig. 5 - Planktonic foraminifer bioclastic packstone, typical facies of hybrid arenites.

(5)

Fig. 3 - Colonna litostratigrafica della sezione Piscopio (VV).

- Litostratigraphic column of the Piscopio section (VV).

(6)

RAO et al.

152 Geologica Romana 40 (2007), 147-161

TAVOLA 2

Fig. 1 - Arenarie ibride ad hummocky/swaley cross lamination organizzate in set dello spessore variabile dai 20 ai 100 cm, riferibili a tempestiti.

L’affioramento misura, in estensione, circa 10 m. Fig. 2 - Corpo biohermale ad alghe rosse e coralli (Porites e Tarbellastrea) cresciuto sul basamen- to cristallino ed eteropico alle sabbie gialle ad Heterostegina papyracea. Le dimensioni del corpo si aggirano sui 3 m in larghezza e 2,50 m in altez- za. Fig. 3 - Porites di forma “mammellonare” preservato in matrice silicoclastica. Fig. 4 - Solco d’erosione o di battente tagliato nella paleofalesia.

Il riempimento conglomeratico, trapezoidale, misura circa 2 m in larghezza e 1 in altezza. Fig. 5 - Colonia a Porites rinvenuta in prossimità del bio- herma. Sono evidenti i calici nella visione longitudinale. Fig. 6 - Visione bidimensionale della duna tidale. La linea in tratteggio indica il lag para- conglomeratico di appoggio del corpo clinostratificato. Lo spessore del corpo è di circa 5 m.

PLATE 2

Fig. 1 - Hybrid sandstones with hummocky/swaley cross laminations organized in sets of variable thickness (20-100 cm), referable to tempestites.

The outcrop measures, in extension, about 10 m. Fig. 2 - Coral algae biohermal body grows on the crystalline basement and heteropic to the Heterostegina yellow sands. The body measures 3 m in width and 2,50 m in height. Fig. 3 - Mammellonarshape of Porites colony preserved in sili- ciclastic matrix. Fig. 4 - Tidal notch, cut in the paleocliff. The conglomerate filling, trapezoidal, measures about 2 m in width and 1 m in height. Fig.

5 - Porites colony lying near of the bioherm. In longitudinal view calices are observable. Fig. 6 - Bidimensional view of a tidal dune. Dashed line shows a paraconglomeratic lag supporting the clinostrafied body. The body thickness is about 5 m.

(7)

Cita (1975) e Sprovieri (1993) per il Plio-Pleistocene. Lo schema adottato, basato sull’analisi quantitativa dei fora- miniferi planctonici (Sprovieri, 1993; Hilgen et al., 2000; Sprovieri et al., 2002; Hilgen et al., 2003;

Iaccarino et al., 2004; Di Stefano et al., in press), ha per- messo di migliorare la risoluzione biostratigrafica delle precedenti zonazioni.

ll conteggio quantitativo (circa 300 specie) è stato effettuato sulla frazione maggiore di 125 µm.

Nell’analisi statistica alcuni taxa sono raggruppati sotto un solo nome. Globigerina bulloides group; com- prende Globigerina parabulloides; Orbulina universa group comprende Orbulina bilobata e Orbulina sutura- lis. Globorotalia miotumida group include anche Globorotalia conomiozea. La percentuale di Globi- gerinoides obliquus include anche Globigerinoides obli- quus extremus.

Risultati biostratigrafici

La sezione Piscopio può essere suddivisa in tre inter-

valli:

Intervallo I: campioni (FB9 - FB12) marne argillose;

Intervallo II: campioni (FB13 - FB16) argilla marnosa con intercalati livelli tripo- lacei;

Intervallo III: campioni (FB17 - FB18 - FB8C, FB8D) “sabbie fossilifere”.

INTERVALLO I (0-5 metri)

Le marne argillose campionate conten- gono associazioni a foraminiferi planctoni- ci abbondanti e diversificate, in ottimo stato di conservazione. Sono presenti anche foraminiferi bentonici ed ostracodi.

I campioni basali dell’intervallo esami- nato contengono un’associazione fossile a Dentoglobigerina altispira globosa, Globoturborotalita apertura, Globigerina bulloides, Globigerina decoraperta, Globigerina falconensis, Globigerinella siphoniphera, Globoturborotalita nepen- thes, Globigerinoides bulloideus, Globigerinoides obliquus obliquus, Globi- gerinoides obliquus extremus, Globi- gerinoides trilobus, Globigerinoides sac- culifer, Globigerinoides quadrilobatus, Globorotalia miotumida, Globorotalia conomiozea, Globorotalia saheliana, Globorotalia scitula (sx e dx), Neoglobo- quadrina acostaensis (sx e dx), Neoglobo- quadrina humerosa, Turborotalita quin- queloba, Orbulina bilobata, Orbulina suturalis e Orbulina universa.

Le distribuzioni quantitative delle specie più importanti sono illustrate nella Fig. 5a- b e suggeriscono le seguenti osservazioni.

Nei campioni FB9 - FB12 è stata regi- strata la presenza di globorotalie carenate riferibili alla Globorotalia miotumida group, in partico- lare sono stati identificati morfotipi conici, attribuibili a Globorotalia conomiozea s.s. (Tav. 3, Fig. 1), in associa- zione con esemplari di Globorotalia saheliana (Tav. 4, Fig. 2) mentre non è registrata la presenza di Globorotalie menardii form 4 e form 5.

Tra le globorotalie non carenate prevale Globorotalia scitula con avvolgimento destrorso.

Globigerinoides obliquus obliquus e Globigerinoides obliquus extremus risultano presenti dalla base della sezione, la loro presenza è continua anche se si registra una diminuzione nel numero di esemplari nei campioni FB11 - FB12 dell’intervallo I. Per quanto riguarda i neo- globoquadrinidi risulta essere abbondante Neoglobo- quadrina acostaensis (Tav. 3, Fig. 2) con avvolgimento sinistrorso soprattutto nei campioni FB11 - FB12.

Questi dati consentono di riferire l’intervallo I al Messiniano inferiore Zona MMi13a a Globorotalia mio- tumida (Fig. 4) essendo presente quest’ultima specie insieme a Globorotalia conomiozea.

Fig. 4 - Schema bio-cronostratigrafico a foraminiferi planctonici del Mio-Pliocene (Iaccarino & Premoli Silva, 2007).

- Bio-Chronostratigraphic scheme to planktonic foraminifers of the Mio-Pliocene (Iaccarino & Premoli Silva, 2007).

(8)

RAO et al.

154 Geologica Romana 40 (2007), 147-161

Fig.5a-Distribuzionequantitativa(parziale)deiforaminiferiplanctonicipiùsignificativinellasezionediPiscopio. -Quantitativedistributions(partial)oftheplanktonicforaminifersofselectedtaxaofthePiscopiosection.

(9)

Fig.5b-Distribuzionequantitativa(parziale)deiforaminiferiplanctonicipiùsignificativinellasezionediPiscopio. -Quantitativedistributions(partial)oftheplanktonicforaminifersofselectedtaxaofthePiscopiosection.

(10)

RAO et al.

156 Geologica Romana 40 (2007), 147-161

TAVOLA 3

Fig. 1 - Globorotalia conomiozea Kennett. 1a - vista spirale, b - ombelicale, c - laterale. Sezione Piscopio, campione FB9, x 105.

Fig. 2 - Neogloboquadrina acostaensis Blow sx. 2a - vista spirale, b - ombelicale, c - laterale. Sezione Piscopio, campione FB9, x 105.

Fig. 3 - Globorotalia inflata d’Orbigny. 3a - vista spirale, b - ombelicale, c - laterale. Sezione Piscopio, campione FB18, x 90.

Fig. 4 - Globorotalia crassaformis Galloway & Wissler group. 4a - vista spirale, b - ombelicale, c - laterale. Sezione Piscopio, campione FB8C, x 130.

PLATE 3

Fig. 1 - Globorotalia conomiozea Kennett. 1a - spiral, b - umbilical and c - lateral view. Piscopio section, sample FB9, x 105.

Fig. 2 - Neogloboquadrina acostaensis Blow sx. 2a - spiral, b - umbilical and c - lateral view. Piscopio section, sample FB9, x 105.

Fig. 3 - Globorotalia inflata d’Orbigny. 3a - spiral, b - umbilical and c - lateral view. Piscopio section, sample FB18, x 90.

Fig. 4 - Globorotalia crassaformis Galloway & Wissler group. 4a - spiral, b - umbilical and c - lateral view. Piscopio section, sample FB8C, x 130.

(11)

TAVOLA 4

Fig. 1 - Turborotalita quinqueloba (Natland). 1a - vista spirale, b - ombelicale c - laterale. Sezione Piscopio, campione FB13, x 160.

Fig. 2 - Globorotalia saheliana Catalano & Sprovieri. 2a - vista spirale, b - ombelicale. Sezione Piscopio, campione FB10, x 90.

Fig. 3 - Neogloboquadrina acostaensis Blow dx. 3a - vista spirale, b - ombelicale. Sezione, Piscopio campione FB10, x 140.

Fig. 4 - Turborotalita multiloba Romeo. 4a - vista spirale, b - ombelicale. Sezione Piscopio, campione FB13, x 180.

Fig. 5 - Globigerinita cf. uvula Ehrenberg. 5a - vista ombelicale. Sezione Piscopio, campione FB13, x 110.

Fig. 6 - Bulimina echinata d’Orbigny. Sezione Piscopio, campione FB13, x 90.

Fig. 7 - Bulimina echinata d’Orbigny. Sezione Piscopio, campione FB13, x 130.

PLATE 4

Fig. 1 - Turborotalita quinqueloba (Natland). 1a - spiral, b - umbilical and c - lateral view. Piscopio section, sample FB13, x 160.

Fig. 2 - Globorotalia saheliana Catalano & Sprovieri. 6a - spiral, b - umbilical. Piscopio section, sample FB10, x 90.

Fig. 3 - Neogloboquadrina acostaensis Blow dx. 5a - spiral, b - umbilical. Piscopio, section sample FB10, x 140.

Fig. 4 - Turborotalita multiloba Romeo. 4a - spiral, b - umbilical. Piscopio section, sample FB13, x 180.

Fig. 5 - Globigerinita cf. uvula Ehrenberg. 5a - umbilical. Piscopio section, sample FB13, x 110.

Fig. 6 - Bulimina echinata d’Orbigny. Piscopio section, sample FB13, x 90.

Fig. 7 - Bulimina echinata d’Orbigny. Piscopio section, sample FB13, x 130.

(12)

INTERVALLO II (9-12 metri)

I campioni dell’intervallo II (raccolti nelle marne argillose con intercalati livelli tripolacei sotto il “Calcare di Base”), contengono, ad esclusione del campione FB13, associazioni a foraminiferi piuttosto povere; il campione FB16 risulta sterile. La conservazione dei microfossili è, in media, di qualità accettabile, nonostan- te molti gusci siano ricristallizzati. La distribuzione delle specie identificate nei campioni esaminati è mostrata nella Fig. 5a-b. I campioni basali (FB 13, 14 e 15) del- l’intervallo considerato contengono un associazione fos- sile costituita da:

Dentoglobigerina altispira globosa, Globoturbo- rotalita apertura, Globigerina bulloides, Globigerina decoraperta, Globigerina falconensis, Globigerinella siphoniphera, Globigerinella obesa, Globigerinita gluti- nata, Globigerinoides bulloideus, Globigerionoides obliquus obliquus, Globigerionoides obliquus extremus, Globigerinoides trilobus, Globigerinoides sacculifer, Globigerinoides quadrilobatus,Globorotalia scitula ( sx e dx), Neogloboquadrina acostaensis (sx e dx), Neoglo- boquadrina cf. atlantica, Neogloboquadrina humerosa, Neogloboquadrina dutertrei,Turborotalita multiloba, Turborotalita quinqueloba, Orbulina bilobata, Orbulina suturalis e Orbulina universa, Sphaerodinellopsis spp., Tenuitellinata angustiumbelicata.

In quest’intervallo non si rinvengono specie apparte- nenti al gruppo Globorotalia miotumida; tuttavia nei campioni FB13 - FB14 si registra la presenza di Turborotalita multiloba (Tav. 4, Fig. 4) e di globorotalie non carenate appartenenti al gruppo scituloide. Per quan- to riguarda i neogloboquadrinidi (Neogloboquadrina acostaensis sx, dx; Neogloboquadrina humerosa, Neogloboquadrina cf. atlantica, Neogloboquadrina dutertrei) risultano abbondanti nel campione FB13. In particolare, l’analisi quantitativa ha messo in evidenza la frequenza della specie Neogloboquadrina acostaensis con avvolgimento destrorso (Tav. 4, Fig. 3) e l’assenza di Orbulina universa. Esemplari di Globigerinita cf. uvula sono stati rinvenuti nel campione FB13.

Nel campione FB14 si registra la presenza di Bulimina echinata associata a specie planctoniche di piccole dimensioni. Gli ultimi esemplari di Globigerinoides obli- quus extremus sono stati rinvenuti in questo campione.

Nel secondo intervallo si registrano due dati biostrati- grafici rilevanti.

Il cambio di avvolgimento di Neogloboquadrina aco- staensis da sinistrorso a destrorso (Iaccarino, 1985) che è ritenuto un biovento importante per l’area mediterra- nea in quanto marca la base della biozona MMi13c.

La presenza di Turborotalita multiloba nei campioni FB13 - FB14 e la sua scomparsa (Last Occurence) nel campione FB15. Questa specie, considerata come una forma endemica nel Mediterraneo, compare durante il Messiniano nelle condizioni ambientali stressate che hanno preceduto la “Crisi di Salinità” (Iaccarino &

Premoli Silva, 2007).

Questi dati suggeriscono che i campioni dell’interval- lo II sono riferibili alla Biozona MMi13c a Turborotalita

quinqueloba di età tardo Messiniano (Fig. 4).

INTERVALLO III (18-45 metri)

I campioni FB18, FB18A, FB8C contengono ricche associazioni a foraminiferi planctonici, in ottimo stato di conservazione. Sono presenti anche foraminiferi bento- nici.

L’associazione a foraminiferi planctonici è costituita da: Globoturborotalita apertura, Globigerina bulloides, Globoturborotalia decoraperta, Globigerina falconen- sis, Globigerionoides ruber, Globigerinoides trilobus, Globigerinoides elongatus, Globigerinoides bolli, Globigerinoides quadrilobatus, Globorotalia crassafor- mis group, Globorotalia inflata, Globorotalia scitula (sx e dx), Neogloboquadrina acostaensis (sx e dx), Neogloboquadrina humerosa, Neogloboquadrina duter- trei, Turborotalita quinqueloba, Orbulina bilobata, Orbulina suturalis e Orbulina universa.

I campioni FB17A, FB17B, FB17C, FB18B presenta- no un abbondante residuo inorganico, frammenti di gusci, radioli di echinidi e numerosi frammenti di spico- le di spugna.

La distribuzione quantitativa delle specie riconosciute è mostrata nella Fig. 5 a-b.

I dati più significativi sono illustrati sinteticamente qui di seguito.

Globorotalia inflata (Tav. 3, Fig. 3) è registrata nei campioni FB18, FB18A, FB8C insieme a esemplari di Globorotalia crassaformis group (Tav. 3, Fig. 4).

Quest’ultima risulta più abbondante nel campione FB8C e non si rinvengono specie attribuibili a Globo- rotalia truncatulinoides truncatulinoides.

Orbulina universa e Globigerinoides ruber, Globi- gerinoides elongatus sono frequenti in quest’intervallo;

anche Globorotalia scitula sx e dx sono piuttosto comuni.

La presenza di Globorotalia inflata e di Globorotalia crassaformis group consente di attribuire questo inter- vallo alla Biozona MPL6 Globorotalia inflata Interval Zone del Pliocene superiore. Tale dato biostratigrafico indica la presenza nella successione di un’ampia lacuna stratigrafica che riguarderebbe gran parte del Messiniano ed il Pliocene inferiore-medio.

CONSIDERAZIONI PALEOECOLOGICHE

Nell’ intervallo I l’associazione dei foraminiferi planc- tonici è dominata da Globigerinoides (sebbene includa anche globorotalie e neogloboquadrinidi). La Globo- rotalia scitula è considerata una specie (sub-) polare (Bé, 1977; Itou et al. 2001) ed è soprattutto presente nei sedi- menti di età glaciale del Mar Mediterraneo (Thunell, 1978; Rohling et al., 1997; Capotondi et al., 1999). I neogloboquadrinidi sono presenti soprattutto in acque fredde e stratificate e sono indicatori di un maximum di clorofilla il quale provocherebbe un aumento della pro- duttività primaria ( Fairbanks & Wiebe,1980; Rohling &

Gieskes, 1989; Kuroyanagy & Kawahata, 2004). La simultanea presenza di neogloboquadrinidi e di Globi-

RAO et al.

158 Geologica Romana 40 (2007), 147-161

(13)

gerinoides (surface-dwellers), indicatori di acque oligo- trofiche stratificate, e di Globorotalia (deep dwellers) potrebbero indicare un mixing di acque causato da eleva- to contrasto stagionale (Pujol & Vergnaud-Grazzini, 1995; Kouwenhoven et al., 2003).

Nell’intervallo II l’associazione a foraminiferi planc- tonici è dominata da neogloboquadrinidi e turborotalide mentre si registra una diminuzione in abbondanza per quanto riguarda i Globigerinoides. I neogloboquadrinidi, inclusi da Sierro et al. (2003) nel “cold-eutrophic”

group, aumentano abbondantemente in primavera quan- do le acque eutrofiche seguono il mixing di acque pro- fonde invernali (Hemleben et al., 1989; Pujol &

Vergnaud - Grazzini, 1995). Anche Turborotalia quin- queloba (Tav. 4, Fig. 1) è indicativa di acque fredde eutrofiche (Tolderlund & Bé, 1971; Hemleben et al., 1989) così come Globigerina bulloides che è spesso associata a correnti di upwelling (Pujol & Vergnaud - Grazzini, 1995). La specie Bulimina echinata (campione FB 14, Tav. 4, Fig. 6) è frequente durante il Messiniano nell’area mediterranea ed è comunemente associata ad ambienti ipersalini (Van der Zwaan 1982; Violanti, 1996). La presenza di questi taxa potrebbe suggerire importanti variazioni di salinità, con conseguente ambiente marino stressato.

CONCLUSIONI

Lo studio sedimentologico e biostratigrafico della successione neogenica di Piscopio ha permesso di defi- nire il quadro biostratigrafico e l’architettura deposizio- nale dei depositi di M.te Poro. La documentazione degli eventi stratigrafico-sedimentari suggerisce quanto segue: depositi silicoclastici poggiano in discordanza (onlap) sul basamento ercinico a paleotopografia artico- lata e marcano il primo evento della trasgressione torto- niana.

Biocostruzioni a Porites e Tarbellastrea s’interdigita- no alle arenarie francamente marine (“Arenarie a Clypeaster”) e vengono ricoperte dalle “sabbie gialle ad Heterostegina” con le quali sono in parte eteropiche, datate da Papazzoni & Sirotti, (1999) al Tortoniano superiore. Questo dato permette di attribuire ai corpi biocostruiti, precedentemente riferiti al Messiniano (Grasso et al., 1996), un’età Tortoniana. L’evento suc- cessivo è caratterizzato dall’avvento delle marne ad Orbulina che denotano un approfondimento dell’am- biente deposizionale prima dell’istaurarsi delle condi- zioni evaporitiche. Infine, un’unità silicoclastica (“sab- bie fossilifere”) poggia in discordanza sul “Calcare di Base” e mette in evidenza una lacuna stratigrafica di grande estensione temporale Miocene superiore- Pliocene inferiore-superiore. Le caratteristiche sedi- mentologiche di questa unità che indicano ambienti deposizionali di acqua bassa oscillano tra la shoreface e

l’offshore transition (strutture sedimentarie tipo swa- ley/hummocky).

Nell’ambito della successione studiata, la distribuzio- ne delle microfaune ha permesso di individuare due Zone biostratigrafiche (Fig. 4) e precisamente dal basso verso l’alto: Zona MMi13 (Subzona MMi13a, Subzona MMi13c) e Zona MPL6. La prima è riferita al Messi- niano, la seconda al Pliocene superiore.

In particolare l’intervallo I è riferibile alla Subzona MMi13a Globorotalia miotumida, per la presenza comune di tale specie, il limite superiore di questa bio- zona non è definito poiché è presente un tratto non cam- pionato a causa di copertura detritica. Forse per tale motivo non è stato possibile registrare la LO (Last Occurrence) di Globorotalia miotumida group.

L’ambiente di deposizione era probabilmente non molto profondo ma con ampi scambi con il mare aperto come denota la ricca frazione planctonica.

L’intervallo II è riferibile alla Subzona MMi13c Turborotalita quinqueloba (Fig. 4). La distribuzione dei foraminiferi planctonici è discontinua nei campioni pre- levati sotto il “Calcare di Base”. La microfauna, di picco- le dimensioni e con marcata oligotipia, è dominata preva- lentemente da neogloboquadrinidi. Le condizioni ambientali marine del bacino di deposizione dovevano essere stressate con acque stratificate e, forse, periodiche condizioni riducenti al fondo. Queste considerazioni sono rafforzate dalla presenza di resti vegetali nell’am- biente di sedimentazione. Le microfaune, rinvenute nelle marne argillose, sono del tutto simili a quelle riscontrate nei Bacini di Amantea e Rossano (Rao et al., 2006);

anche qui infatti sono presenti, nei livelli diatomitici, foraminiferi planctonici di piccole dimensioni con mar- cata oligotipia.

L’intervallo III è riferibile alla Zona MPL6 Inteval Zone Globorotalia inflata del Pliocene superiore per la presenza di Globorotalia inflata e Globorotalia crassa- formis group in associazione con Globigerinoides ruber, Globigerinoides elongatus, Orbulina universa.

Questi dati indicano la presenza di un’ampia lacuna tra il “Calcare di Base” e le “sabbie fossilifere” (inter- vallo III) che si estenderebbe per gran parte del Messiniano fino al Pliocene inferiore-medio.

RINGRAZIAMENTI - Il Prof. Claudio Neri, recentemente scomparso, è stato il principale autore della presente ricerca. I collaboratori desiderano ricordare le sue eccellenti qualità scientifiche ed umane. Inoltre gli autori rivolgono un ringra- ziamento particolare alla Prof.ssa D. Barra (Università degli Studi di Napoli “Federico II”) per la lettura critica del mano- scritto e per i suggerimenti nella revisione finale dello stesso.

Contributo al progetto MIUR PRIN 2004045107 (L’influs- so di fluttuazioni paleoclimatiche sulle comunità di bioco- struttori, la produttività carbonatica e la dinamica deposizio- nale di piattaforme meso-cenozoiche italiane). Bosellini A., coordinatore.

(14)

Barbera C. & Tavernier A. (1987) - Osservazioni paleoambien- tali su di un banco di ostriche del Tortoniano di Capo Vaticano (Calabria, Italia). Convegno S.I.M. Sorrento 1987.

Barbera C. & Tavernier A. (1990) - Paleoecologia dell succes- sione Miocenica di Vibo Valentia. In: Robba E. (ed.), Atti del IV Simp. di Ecol. e Paleoec. delle Com. Bent., pp. 233- 245, Sorrento, 1988.

Bé A.W.H. (1977) - An ecological, zoogeographic and taxono- mic review of recent planktonic foraminifera. In: Ramsay, A.T.S. (Ed.), Oceanic Micropaleontology, vol. 1, 1-100, Academic Press, London.

Capotondi L., Borsetti A.M. & Morigi C. (1999) - Foraminiferal ecozones: a high-resolution proxy for the Late Quaternary biochronology in the central Medi- terranean Sea. Marine Geology, 153, 253-274.

Cita M.B. (1975) - Studi sul Pliocene e sugli strati di passag- gio dal Miocene al Pliocene. VII. Planktonic foraminiferal biozonation of the Mediterranean Pliocene deep sea record.

A revision: Riv. It. Paleont. Strat., 81, 527-544.

Di Stefano A., Foresi L.M., Lirer F., Iaccarino S., Turco E., Amore F.O., Mazzei R., Morabito S., Salvatorini G. &

Abdul Aziz H., In press. Calcareous plankton high resolu- tion biomagnetostratigraphy for the Langhian of the Medi- terranean area. Riv. Ital. Paleont. Strat.

Fairbanks R.G. & Wiebe P.H. (1980) - Foraminifera and chlo- rophyll maximum: vertical distribution, seasonal succes- sion, and paleoceanographic significance. Science, 209, 1524-1526.

Ferretti M.P., Torre D. & Rook L. (2003) - Stegotetrabelodon (Proboscidea, Elephantidae) from the Late Miocene of Southern Italy. Journ. Vert. Paleont., 23 (3), 659-666.

Ghisetti, F. (1979) - Evoluzione neotettonica dei principali sistemi di faglie della Calabria centrale. Boll. Soc. Geol.

Ital., 98, 387-430.

Grasso M., Pedley M., Di Stefano R. & Cormaci C. (1996) - Upper Miocene reefs in Southern Calabria: new records from the Palmi and Vibo Valentia areas and their paleogeo- graphic and neotectonics importance. Boll. Soc. Geol. It., 115, 29-38.

Hemleben C., Spindler M. & Anderson O.R. (1989) - Modern Planktonic Foraminifera. Springer, New York, pp. 1-363.

Hilgen F.J., Bissoli L., Iaccarino S., Krijgsman W., Meijer R., Negri A. & Villa G. (2000) - Integrated Stratigraphy and astrochronology of the Messinian GSSP at Oued Akrech (Altantic Morocco). Earth Planet. Sci. Lett. 182, 237-251.

Hilgen F.J., Abdul Aziz E., Krijgsman W., Raffi I., Turco E. &

Zachariasse W.J. (2003) - Integrated stratigraphy and astro- nomical tuning of the Serravallian and lower Tortonian at Monte dei Corvi (Middle-Upper Miocene, northern Italy).

Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology, 178, 1-36.

Iaccarino S. (1985) - Mediterranean Miocene and Pliocene planktic foraminifera. In: Bolli, H.M., Saunders, J.B., Perch-Nielsen, K. (Eds.), Plankton Stratigraphy.

Cambridge University Press, Cambridge, 1, 283-314.

Iaccarino S., Lirer F., Bonomo S., Caruso A., Di Stefano A., Di Stefano E., Foresi M.L., Mazzei R., Salvatorini G.,

Sprovieri M., Sprovieri R. & Turco E. (2004) - Astro- chronology of late Middle Miocene Mediterranean sec- tions. In: Ciclostratigraphy: An Essay of Approaches and Case Histories. SEPM, Special Publication, 81, 25-42, University of Colorado.

Iaccarino S. & Premoli Silva I. (2007) - Practical manual of Neogene planktonic Foraminifera. International School on Planktonic Foraminifera, VI Course: Neogene, Perugia (Italy) February 19-23, 2007.

Iaccarino S. & Salvatorini G. (1982) - A framework of plank- tonic foraminiferal biostratigraphy for early Miocene to late Pliocene Mediterranean area. Paleontologia Strati- grafica ed Evoluzione, 2, 115-125.

Itou M., Ono T., Oba T. & Noriki S. (2001) - Isotopic compo- sition and morphology of living Globorotalia scitula: a new proxy of subintermediate ocean carbonate chemistry?

Marine Micropaleontology, 42, 189-210.

Kouwenhoven T.J., Hilgen F.J. & van der Zwaan G.J. (2003) - Late Tortonian-early Messinian stepwise disruption of the Mediterranean - Atlantic connections: constraints from benthic foraminiferal and geochemical data. Palaeo- geography, Palaeoclimatology, Palaeoecology, 198, 303- 319.

Kuroyanagi A. & Kawahata H. (2004) - Vertical distribution of living planktonic foraminifera in the seas around Japan.

Marine Micropaleontology, 53, 173-196.

Meulenkamp I.E., Hilgen F. & Voodgte D. (1986) - Late Cenozoic sedimentary tectonic history of Calabrian arc.

Giorn. Geol. sez. 3, 48 (12), 345-359.

Neri C., Gramigna P., Guido A., Perri E. & Rao A. (2005a) - Paleoenvironmental evolution of the Upper Miocene fossil - bearing site of Cessaniti (Central Calabria). Abstract, Giornate di Paleontologia, Urbino, 20-22 Maggio 2005.

Neri C., Gramigna P., Guido A., Perri E., Rao A. & Romano C.

(2005b) - Depositional and diagenetic history of the Upper Miocene (Tortonian) fossil - bearing deposits in the M.te Poro area (Central Calabria). Abstract, Quinto Forum Italiano di Scienze della Terra, Spoleto, 21-23 Settembre 2005.

Nicotera P. (1959) - Rilevamento geologico del versante setten- trionale del M.te Poro (Calabria). Mem. Note Ist. Geol.

Appl., 7, 1-92, Napoli.

Papazzoni C. & Sirotti A. (1999) - Heterostegina papyracea, Sequenza, 1880 from the upper Miocene of Cessaniti (Vibo Valentia, Calabria, southern Italy). Boll. Soc. Paleont. It., 38, 15-21.

Pujol C. & Vergnaud-Grazzini C. (1995) - Distribution patterns of live planktic foraminifers as related to regional hydrog- raphy and productive systems of the Mediterranean Sea.

Marine Micropaleontology, 25, 187-217.

Rao A., Guido A., Mastandrea A., Perri E., Romano C., Russo F. & Di Stefano E. (2006) - Integrated calcareous plankton biostratigraphy of selected Miocene successions in the Northern Calabria (Italy). Boll. Soc. Paleont. It., 45 (1), 115-132.

Rohling E.J. & Gieskes W.W.C. (1989) - Late Quaternary changes in Mediterranean Intermediate Water density and RAO et al.

160 Geologica Romana 40 (2007), 147-161

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

(15)

formation rate. Paleoceanography, 6, 531-545.

Rohling E.J., Jorissen F.J. & De Stigter H.C. (1997) - 200 year interruption of Holocene sapropel formation in the Adriatic Sea. Journal of Micropaleontology, 16, 97-108.

Selli R. (1957) - Sulla trasgressione del Miocene nell’Italia meridionale. Giorn. Geol., Ser. 2, 26, 1-54.

Sierro F.J., Flores J.A., Francés G., Vazquez A., Utrilla R., Zamarreño I., Erlenkeuser H. & Barcena M.A. (2003) - Orbitally controlled oscillations in planktic communities and cyclic changes in western Mediterranean hydrography during the Messinian. Palaeogeography, Palaeo- climatology, Palaeoecology, 190, 289-316.

Sprovieri R. (1993) - Pliocene-early Pleistocene astro- nomically forced planktonic foraminifera abundance fluc- tuations and chronology of Mediterranean calcareous plankton bio-events. Riv. It. Paleont. Strat., 99, 371-414.

Sprovieri R., Bonomo S., Caruso A., Di Stefano A., Di Stefano E., Foresi L.M., Iaccarino S.M., Lirer F., Mazzei R. &

Salvatorini G. (2002) - An integrated calcareous plankton biostratigraphy and biochronology for the Mediterranean Middle Miocene. Riv. It. Paleont. Strat., 108, 337-353, Milano.

Thunell R.C. (1978) - Distribution of recent planktonic forami- nifera insurface sediments of the Mediterranean Sea.

Marine Micropaleontology, 3, 14 -173.

Tolderlund D.S. & Bé A.W.H. (1971) - Seasonal distribution of planktonic foraminifera in the western North Atlantic.

Micropaleontology, 17, 297-329.

Van der Zwaan G.J. (1982) - Paleoecology of late Miocene Mediterranean foraminifera. Utrecht Micropaleontological Bulletin, 25, 201 pp.

Van Dijk J. & Okkes M. (1991) - Neogene tectonostratigra- phics and kinematics of Calabria arc basin: implications for the geodynamics of the central Mediterranean.

Tectonophysics, 196, 23-60.

Violanti D. (1996) - Paleoautecological analysis of Bulimina echinata (Messinian, Mediterranean area). In: Cherchi, A.

(Ed.), Autecology of Selected Fossil Organisms. Special Volume Boll. Soc. Paleont. It., 3, 243-253.

Accettato per la stampa: Ottobre 2007

(16)

Riferimenti

Documenti correlati

Ove possibile, in base alla tipologia del bene pignorato, effettuare le valutazioni di fattibilità, con specifico QUESITO 16.. tagito, quantificandone il valore..

Il tutto sarà realizzato con materiali di alta qualità (questi compresi) ed in conformità alle normative vigenti in materia e s.m.i. Rimangono altresì comprese: opere murarie

4 Nei 30 (trenta) giorni successivi al ricevimento della comunicazione da parte del Concessionario, il Concedente comunicherà a quest’ultimo le determinazioni in

- si specifica che l’attività potrebbe prevedere lo spostamento in aree boschive o montane vicine alla città. In questo caso sarà data preventiva comunicazione ai tutori dei

Il presente avviso ha come oggetto l’individuazione delle famiglie interessate all’assegnazione di contributi (voucher) a parziale/totale copertura del costo di frequenza ai

179/2012, “le funzioni di organizzazione dei servizi pubblici locali a rete di rilevanza economica, compresi quelli appartenenti al settore dei rifiuti urbani, di scelta

2.Il SUAP per i tributi a liquidazione dell'ufficio entro 30 giorni dalle date di scadenza dei versamenti dovuti procederà alla verifica dello stato di irregolarità tributaria

Pur con l’aiuto degli insegnanti, supporti e domande stimolo, l’alunno riconduce in modo episodico e non sempre pertinente il proprio lavoro e il percorso