Astronomia Egizia
Geb (la terra) e Nut (il cielo) fratelli e sposi erano sempre abbracciati e impedivano alla vita di germogliare, per questa ragione, il dio Atum ordinò al loro padre e suo figlio
Shu (dio dell’aria, dell’atmosfera e del vento) di dividerli, creando lo spazio tra cielo e terra.
Nut, in quella occasione, formò la volta celeste, sostenuta da Shu, che però fu costretto a conservare perennemente quella posizione.
Dettaglio del papiro di
Greenfield (950 a.C. ca) dal libro dei morti di
Nestanebeitisheru (foglio 87, 93 x 47 cm) conservato al British Museum raffigurante Shu che sorregge la figlia Nut aiutato da due divinità Hehu (8 figli che Shu generò per questo scopo).
In basso Greb (la terra).
Nestanebeitisheru era la figlia di un importante sacerdote egiziano.
Il suo libro dei morti donato nel 1910 da Edith Mary Greenfield al Museo britannico è uno dei manoscritti più antichi e completi (96 fogli, in cui è stato “tagliato” il papiro lungo 37 metri) che ci provengono dall’ Antico Egitto.
I libri dei morti (composti dai sacerdoti egizi in un arco di tempo che va dal 1700 al 700 a.C. ca) erano rotoli che dovevano accompagnare e guidare i defunti nel viaggio attraverso il mondo dei morti e aiutarli a raggiungere l’immortalità.
Per questa ragione contenevano istruzioni, formule rituali magiche, rappresentazioni delle divinità e tutto quanto fosse stato richiesto dal proprietario che ne commissionava la stesura.
Non esiste un libro dei morti che sia uguale all’altro.
Precedentemente ai libri dei morti le istruzioni e le frasi propiziatorie erano scritte direttamente sui muri delle piramidi.
I testi delle piramidi erano riservati solo ai faraoni e in casi eccezionali (a partire dalla V dinastia) ad alcune delle loro spose .
I testi delle piramidi non contenevano illustrazioni ma soltanto formule rituali scritte in un linguaggio arcaico e oscuro di difficile comprensione.
Nella piramide di Unis (2350 a.C. ca, che apparteneva alla V dinastia) a Saqqara è stato trovato il più antico testo delle piramidi.
Saqqara (localizzata circa 30 km a sud de Il Cairo) era la
necropoli reale (oltre a i faraoni vi furono sepolti per circa 3000 anni anche nobili, generali, funzionari e animali sacrificati).
Sostituita da Giza prima e dalla Valle dei re poi, rimase un
importante luogo di sepoltura.
La camera sepolcrale di Unis e
una parte del testo delle piramidi
Parte del testo delle piramidi sulla parete sepolcrale del
faraone Teti (2345- 2333 a.C )
VI dinastia a Saqqara
Atum (o Ra o Atum-Ra) dio del Sole ha generato due gemelli : il già citato Shu e Tefnut dea dell'umidità.
Shu e Tefnut hanno generato Nut e Greb e questi ultimi hanno generato Osiride Seth, Iside e Nefti.
Queste 9 divinità costituite da un dio singolo e 4 coppie di fratelli sposi formano quella che è chiamata la grande Enneade (*) egiziana (della cosmologia eliopolitana in quanto oggetto di culto prevalentemente ad
Heliopolis, un luogo oggi alla periferia de il Cairo, ove si celebrava la divinità e
predominanza del Sole).
Tornando al mito di Greb e Nut
(*) dal greco Enneás (che significa i 9 e
che è la traduzione dell’ egizio Ps t ḏ che
significa ancora i 9)
Nell’ antico Egitto esisteva più di un’ ennade e più di una versione di come le divinità si fossero/fossero state generate. A Menfi, ad esempio, si celebrava il culto di Ptah dio creatore e misericordioso (che ha curiose analogie con il Dio cristiano).
Tornando all’ enneade eliopolitana
Shu significa “colui che solleva”, ma anche
“asciutto” o “vuoto”.
Originariamente Nut era la dea del cielo diurno, ma poi rappresentò il cielo in generale.
Si pensava che il dio-sole, Ra, fosse ingoiato da Nut dopo il tramonto, e partorito di nuovo all'alba.
Allo stesso modo, Nut divorava e faceva rinascere le stelle, e per questo motivo era considerata una divinità legata alla
resurrezione.
Come tale si trova spesso raffigurata all'interno dei sarcofaghi.
Statua di Shu con aspetto di mummia . Tomba di Tutankhomen (1341: 1323 a.C ca XVIII dinastia), Museo egizio del Cairo
Il viaggio di Atum-Ra e del suo equipaggio (attraverso) Nut avveniva con due barche: quella del giorno e quella della notte e, secondo alcune mitologie egizie, egli aveva emanato anche una figlia, Maat.
Maat
Divinità astratta, simbolo della verità e della giustizia.
Prendeva parte alla cerimonia del giudizio del defunto.
Dea della regola a cui dovevano attenersi uomini, re e dei. Energia coesiva dell’Universo, sovrintendeva
all’Ordine Cosmico.
Notate l'ankh simbolo che compare nelle mani di molte divinità e che rappresenta il mistero della vita,
l'immortalità e l'universo.
Osiride il dio-re dell’Egitto.
Dopo la morte regna
sull’aldilà dove, oltre che sovrano, è giudice supremo.
È un dio risorto, Re dell’Oltretomba
Iside la dea madre e regina.
Alcuni Testi delle Piramidi mettono in
relazione Iside con Sopdet la dea che per gli Egizi rappresentava la stella Sirio.
Altri testi le attribuiscono il potere di
organizzare il comportamento del sole della luna e delle stelle governando il tempo e le stagioni.
Il mito di Osiride e
Iside è narrato da
Plutarco nei Moralia
Osiride e Iside hanno avuto un figlio Horus, (il dio falco) che regna sull’Egitto dopo la morte del
padre. I faraoni sono considerati suoi discendenti.
Osiride (padre di Horus) è stato ucciso dal fratello Seth
dio della siccità e del cattivo tempo, potenza distruttrice, simbolo del
male. Dio del caos.
Seth era sposato con Nefti protettrice degli uomini nel momento della loro morte. Nefti non amava Seth e
secondo alcune mitologie avrebbe avuto il figlio Anubi da Osiride.
Nefti piange la morte di Osiride (questo era il gesto del dolore per gli Egizi)
Walters Arts Museum Baltimora
Anubi dio sciacallo assiste Horus e
Thot nella
pesatura del cuore
dei defunti.
Thot dio della saggezza, messaggero degli dei.
È il dio della scienza, della scrittura, delle arti magiche e delle fasi lunari.
Rappresentato generalmente con sembianze di ibis e più raramente di babbuino.
Horus (figlio di Osiride e Iside) è spesso incluso nella piccola enneade, che non contiene obblifatoriamente soltanto 9 divinità (*). A volte oltre ad Horus sono inclusi (nella piccola enneade) anche Anubi Thot e Maat
(*) Talvolta Horus e alcune delle altre divinità di “seconda generazione” prendono il posto di divinità della grande enneade in modo che la piccola enneade contenga solo 9 divinità.
Statuetta di Thot Museo del Louvre (dinastia tolemaica 332:30 a.C) h 15 cm.