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LA GESTIONE DELLA SICUREZZA NELLE CAVE A CIELO APERTO

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www.inail.it

2017

LA GESTIONE DELLA SICUREZZA NELLE CAVE A CIELO APERTO

2019

Figura 1 Infortuni accertati positivamente per regione Divisione Ateco Istat - B08 Anni di accadimento 2013-2017

0 50 100 150 200 250

2013 2014 2015 2016 2017

B 0811 - Estrazione di pietre ornamentali e da costruzione, calcare, pietra da gesso, creta e ardesia

B 0812 - Estrazione di ghiaia, sabbia; estrazione di argille caolino

LA GESTIONE DELLA SICUREZZA NELLE CAVE A CIELO APERTO

PREMESSA - Nel nostro Paese l’estrazione di materiali da cave a cielo aperto (ECCA) ha origini stori- che. In questo settore i dati Istat rife- riti al quinquennio 2013-2017 indi- cano una produzione di ghiaia, sab- bia, argilla e caolino pari a 647.092.427 tonnellate. Secondo le stesse fonti riferite al quinquennio, la produzione di pietre ornamentali, da costruzione, calcare, pietra da gesso, creta e ardesia è pari a 188.427.285 tonnellate. Di queste circa 20.500.000 sono di marmo, di cui l’Italia è uno tra i maggiori produttori al mondo. La produzione annua media, relativa a circa 5.000 cave italiane, nelle classi Ateco 2007 B0811 pietre ornamentali e da costruzione, calcare, pietra da gesso, creta e ardesia e Ateco B0812 ghiaia, sabbia, argilla e caolino, è stimata in 37,5 e 129.5 milioni di tonnellate. Si tratta di un settore clas- sicato ad alto rischio infortunistico.

LAVORATORI, IMPRESE E INFORTUNI

Nello stesso quinquennio, il numero di posizioni assicurative territoriali e di lavoratori della divisione Ateco Istat 2007 B 08 e delle relative classi B0811 e B0812 risultano rispettivamente 19.154 e 93.303, 7.457 e 34.916, 8.618 e 39.789. Gli infortuni ac- certati positivamente dall’Inail nella divisione B 08 risultano es- sere 2.246 dei quali 2.122 avvenuti in occasione di lavoro e 124 in itinere. 26 i casi mortali, tutti avvenuti in occasione di lavoro.

In gura 1 è riportata la distribuzione degli infortuni accertati per regione nel quinquennio: la Toscana con 498 casi e la Lom- bardia con 355 registrano le frequenze più elevate.

Figura 1. Infortuni accertati positivamente per regione. Anni di accadimento 2013-2017. Divisione Ateco Istat - B08

Fonte: Archivi Banca dati Statistica Inail; dati aggiornati al 30.04.2018

Nelle due classi l’andamento degli infortuni accertati positiva- mente, riferiti allo stesso periodo (gura 2), risulta decrescente;

fa eccezione la classe B0812 tra il 2015 e il 2016.

Figura 2. Infortuni accertati nelle Classi Ateco Istat B0811 e B0812. Anni di accadimento 2013-2017

Fonte: Archivi Banca dati Statistica Inail; dati aggiornati al 30.04.2018 Il trend infortunistico altalenante relativo ai casi mortali nel quinquennio, induce comunque a mantenere alto il livello d’at- tenzione sulla sicurezza nelle nostre cave.

ATTIVITÀ, ADDETTI E PERICOLI

Le tecniche di ECCA sono variabili col tipo di materiale prodotto.

Talvolta, esse sono il risultato dell’evoluzione di tecniche tradi- zionali, tramandate nel tempo da una generazione all’altra. In quest’aspetto, che per certi versi costituisce un punto di forza, si inseriscono alcune criticità potenzialmente rilevanti ai ni della sicurezza. Le attività più comuni nei processi di ECCA sono:

− il disgaggio o distacco manuale di massi pericolanti e la messa in sicurezza del fronte di cava;

− il trasporto e l’utilizzo di esplosivi, la preparazione del sito e il brillamento di mine;

− la movimentazione, lo scavo, la selezione, lo stoccaggio, la separazione e la frantumazione di inerti;

− l’esecuzione di fori da taglio, a mano o con perforatrici, sul fronte di cava;

− il taglio di blocchi di pietra al monte e la riquadratura;

− l’utilizzo e la manovra di macchine movimento terra, il carico e lo scarico di materiali da camion;

− l’utilizzo e la manutenzione di macchine tagliatrici, spacca- rocce e similari;

− lo smaltimento di acque e di fanghi residui.

Tali attività possono comportare pericoli per la salute dovuti ad agenti fisici, chimici o biologici e pericoli per la sicurezza dovuti a esplosioni, contatti elettrici, fulminazione, uso di macchine e attrez- zature, lavori in quota, incendi per sovratemperature e archi elettrici.

A questi possono aggiungersi pericoli dovuti a fattori organizzativi.

2019

www.inail.it

Fonte: Archivi Banca dati Statistica Inail; dati aggiornati al 30.04.2018

PREMESSA

Nel nostro Paese l’estrazione di materiali da cave a cielo aper- to (ECCA) ha origini storiche. In questo settore i dati Istat riferiti al quinquennio 2013-2017 indi- cano una produzione di ghiaia, sabbia, argilla e caolino pari a 647.092.427 tonnellate. Secondo le stesse fonti riferi- te al quinquennio, la produzione di pietre ornamen- tali, da costruzione, calcare, pietra da gesso, creta e ardesia è pari a 188.427.285 tonnellate. Di queste cir- ca 20.500.000 sono di marmo, di cui l’Italia è uno tra i maggiori produttori al mondo. La produzione annua media, relativa a circa 5.000 cave italiane, nelle classi Ateco 2007 B0811 pietre ornamentali e da costruzione, calcare, pietra da gesso, creta e ardesia e Ateco B0812 ghiaia, sabbia, argilla e caolino, è stimata in 37,5 e 129.5 milioni di tonnellate. Si tratta di un settore classificato ad alto rischio infortunistico.

LAVORATORI, IMPRESE E INFORTUNI

Nello stesso quinquennio, il numero di posizioni assicu- rative territoriali e di lavoratori della divisione Ateco Istat

2007 B 08 e delle relative classi B0811 e B0812 risultano

rispettivamente 19.154 e 93.303, 7.457 e 34.916, 8.618 e 39.789. Gli infortuni accertati positivamente dall’Inail nella divisione B 08 risultano essere 2.246 dei quali 2.122 avvenuti in occasione di lavoro e 124 in itinere.

26 i casi mortali, tutti avvenuti in occasione di lavoro.

In figura 1 è riportata la distribuzione degli infortuni ac- certati per regione nel quinquennio: la Toscana con 498 casi e la Lombardia con 355 registrano le frequenze più elevate.

Nelle due classi l’andamento degli infortuni accerta- ti positivamente, riferiti allo stesso periodo (figura 2), risulta decrescente; fa eccezione la classe B0812 tra il 2015 e il 2016

Il trend infortunistico altalenante relativo ai casi mortali nel quinquennio, induce comunque a mantenere alto il livello d’attenzione sulla sicurezza nelle nostre cave.

ATTIVITÀ, ADDETTI E PERICOLI

Le tecniche di ECCA sono variabili col tipo di materiale prodotto. Talvolta, esse sono il risultato dell’evoluzione di tecniche tradizionali, tramandate nel tempo da una generazione all’altra. In quest’aspetto, che per certi ver- si costituisce un punto di forza, si inseriscono alcune criticità potenzialmente rilevanti ai fini della sicurezza.

Le attività più comuni nei processi di ECCA sono:

- il disgaggio o distacco manuale di massi pericolanti e

la messa in sicurezza del fronte di cava;

- il trasporto e l’utilizzo di esplosivi, la preparazione

del sito e il brillamento di mine;

- la movimentazione, lo scavo, la selezione, lo stoccag-

gio, la separazione e la frantumazione di inerti;

- l’esecuzione di fori da taglio, a mano o con perfora-

trici, sul fronte di cava;

- il taglio di blocchi di pietra al monte e la riquadra-

tura;

- l’utilizzo e la manovra di macchine movimento terra,

il carico e lo scarico di materiali da camion;

- l’utilizzo e la manutenzione di macchine tagliatrici,

spacca-rocce e similari;

- lo smaltimento di acque e di fanghi residui.

Tali attività possono comportare pericoli per la salu- te dovuti ad agenti fisici, chimici o biologici e pericoli per la sicurezza dovuti a esplosioni, contatti elettrici, fulminazione, uso di macchine e attrezzature, lavori in quota, incendi per sovratemperature e archi elettrici.

Figura 2 Infortuni accertati nelle Classi Ateco Istat B0811 e B0812 Anni di accadimento 2013-2017

0 50 100 150 200 250

2013 2014 2015 2016 2017

B 0811 - Estrazione di pietre ornamentali e da costruzione, calcare, pietra da gesso, creta e ardesia

B 0812 - Estrazione di ghiaia, sabbia; estrazione di argille caolino

LA GESTIONE DELLA SICUREZZA NELLE CAVE A CIELO APERTO

PREMESSA - Nel nostro Paese l’estrazione di materiali da cave a cielo aperto (ECCA) ha origini stori- che. In questo settore i dati Istat rife- riti al quinquennio 2013-2017 indi- cano una produzione di ghiaia, sab- bia, argilla e caolino pari a 647.092.427 tonnellate. Secondo le stesse fonti riferite al quinquennio, la produzione di pietre ornamentali, da costruzione, calcare, pietra da gesso, creta e ardesia è pari a 188.427.285 tonnellate. Di queste circa 20.500.000 sono di marmo, di cui l’Italia è uno tra i maggiori produttori al mondo. La produzione annua media, relativa a circa 5.000 cave italiane, nelle classi Ateco 2007 B0811 pietre ornamentali e da costruzione, calcare, pietra da gesso, creta e ardesia e Ateco B0812 ghiaia, sabbia, argilla e caolino, è stimata in 37,5 e 129.5 milioni di tonnellate. Si tratta di un settore clas- sicato ad alto rischio infortunistico.

LAVORATORI, IMPRESE E INFORTUNI

Nello stesso quinquennio, il numero di posizioni assicurative territoriali e di lavoratori della divisione Ateco Istat 2007 B 08 e delle relative classi B0811 e B0812 risultano rispettivamente 19.154 e 93.303, 7.457 e 34.916, 8.618 e 39.789. Gli infortuni ac- certati positivamente dall’Inail nella divisione B 08 risultano es- sere 2.246 dei quali 2.122 avvenuti in occasione di lavoro e 124 in itinere. 26 i casi mortali, tutti avvenuti in occasione di lavoro.

In gura 1 è riportata la distribuzione degli infortuni accertati per regione nel quinquennio: la Toscana con 498 casi e la Lom- bardia con 355 registrano le frequenze più elevate.

Figura 1. Infortuni accertati positivamente per regione. Anni di accadimento 2013-2017. Divisione Ateco Istat - B08

Fonte: Archivi Banca dati Statistica Inail; dati aggiornati al 30.04.2018

Nelle due classi l’andamento degli infortuni accertati positiva- mente, riferiti allo stesso periodo (gura 2), risulta decrescente;

fa eccezione la classe B0812 tra il 2015 e il 2016.

Figura 2. Infortuni accertati nelle Classi Ateco Istat B0811 e B0812. Anni di accadimento 2013-2017

Fonte: Archivi Banca dati Statistica Inail; dati aggiornati al 30.04.2018 Il trend infortunistico altalenante relativo ai casi mortali nel quinquennio, induce comunque a mantenere alto il livello d’at- tenzione sulla sicurezza nelle nostre cave.

ATTIVITÀ, ADDETTI E PERICOLI

Le tecniche di ECCA sono variabili col tipo di materiale prodotto.

Talvolta, esse sono il risultato dell’evoluzione di tecniche tradi- zionali, tramandate nel tempo da una generazione all’altra. In quest’aspetto, che per certi versi costituisce un punto di forza, si inseriscono alcune criticità potenzialmente rilevanti ai ni della sicurezza. Le attività più comuni nei processi di ECCA sono:

− il disgaggio o distacco manuale di massi pericolanti e la messa in sicurezza del fronte di cava;

− il trasporto e l’utilizzo di esplosivi, la preparazione del sito e il brillamento di mine;

− la movimentazione, lo scavo, la selezione, lo stoccaggio, la separazione e la frantumazione di inerti;

− l’esecuzione di fori da taglio, a mano o con perforatrici, sul fronte di cava;

− il taglio di blocchi di pietra al monte e la riquadratura;

− l’utilizzo e la manovra di macchine movimento terra, il carico e lo scarico di materiali da camion;

− l’utilizzo e la manutenzione di macchine tagliatrici, spacca- rocce e similari;

− lo smaltimento di acque e di fanghi residui.

Tali attività possono comportare pericoli per la salute dovuti ad agenti fisici, chimici o biologici e pericoli per la sicurezza dovuti a esplosioni, contatti elettrici, fulminazione, uso di macchine e attrez- zature, lavori in quota, incendi per sovratemperature e archi elettrici.

A questi possono aggiungersi pericoli dovuti a fattori organizzativi.

2019

www.inail.it

Fonte: Archivi Banca dati Statistica Inail; dati aggiornati al 30.04.2018

(2)

Inail - Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici - Direttore: Carlo De Petris Via Roberto Ferruzzi, 38/40 - 00143 Roma

Tel. 06 548 76 400 • Fax 06 548 76 413 • dit@inail.it

ISBN 978-88-7484-157-8 © 2019 Inail. La pubblicazione viene distribuita gratuitamente e ne è quindi vietata la vendita nonchè la riproduzione con qualsiasi mezzo. È consentita solo la citazione con l’indicazione della fonte. Stampato dalla Tipolitografia Inail di Milano • Edizione 2019 Autori: Pireddu A, (DIT), Bucci G, Romualdi G. (CSA) • Responsabile Lab. VI DIT: Bedini A. • Grafica ed Editing: Cogliani DG, Ceruti F.

RIFERIMENTI NORMATIVI

- d.lgs. 25 novembre 1996, n. 624 “Norme di sicurez-

za e salute dei lavoratori nelle industrie estrattive a cielo aperto o sotterranee”;

- d.lgs 9 aprile 2008, n. 81 “Testo coordinato con il

d.lgs. 3 agosto 2009, n. 106. Testo unico”.

Figura 3 Infortuni accertati positivamente per CP2011 Istat - Classe Ateco Istat B0811. Anno 2017

RIFERIMENTI NORMATIVI

 d.lgs. 25 novembre 1996, n. 624 “Norme di sicurezza e sa- lute dei lavoratori nelle industrie estrattive a cielo aperto o sotterranee”.

 d.lgs 9 aprile 2008, n. 81 “Testo coordinato con il d.lgs. 3 agosto 2009, n. 106. Testo unico”.

36%

23%

12%

9%

5%

15%

7.1.1 - Conduttori di impianti, macchinari per estrazione, 1° trattam.

6.1.1 - Brillatori, tagliatori di pietre, coltivatori di saline, prof. assim.

7.4.4 - Conduttori macchine movimento terra, sollevamento, man. mater.

7.4.2 - Conduttori di veicoli a motore e a trazione animale

8.4.1 - Personale non qualificato delle miniere e cave

Altre classi

L’addetto di cava nello svolgimento di tali attività utilizza esplo- sivi, perforatrici, martelli pneumatici, macchine tagliatrici a lo e a catena, macchine movimento terra, mezzi per la movimen- tazione dei materiali, frantumatrici, spacca-rocce e altre attrezza- ture. Egli concentra in sé diverse qualifiche professionali.

Un’analisi su circa 160 casi di infortunio avvenuti nel 2017 (- gura 3), evidenzia che nella classe B0811, le qualiche profes- sionali più coinvolte risultano essere i conduttori di impianti e macchinari, i brillatori e i conduttori di macchine. Si tratta di qualiche riconducibili all’addetto di cava.

Figura 3. Infortuni accertati positivamente per CP2011 Istat - Classe Ateco B0811. Anno 2017

Fonte: archivi Banca dati Statistica Inail; dati aggiornati al 30.04.18

TUTELA DELLA SICUREZZA E SALUTE DEI LAVORATORI Le attività di ECCA sono subordinate a permesso di ricerca, con- cessione o autorizzazione di coltivazione, la cui titolarità è dell’imprenditore o titolare di cava.

La sicurezza e salute dei lavoratori del settore è regolamentata da norme generali e speciali. Tra le prime gurano il d.lgs.

624/1996 e il d.lgs. 81/2008, tra le seconde il d.p.r. 128/1959 e tutte le leggi regionali. Il d.lgs. 81/2008 si applica marginal- mente, tenuto conto delle esclusioni in esso contenute. Tali norme attribuiscono la vigilanza in materia di salute e sicurezza alle regioni e alle province autonome di Trento e Bolzano. Per impianti e attrezzature soggetti a veriche periodiche, le regioni hanno facoltà di incaricare gli uffici minerari del Ministero dell’industria, del commercio e dell’artigianato. In tale contesto, l’attuazione delle misure di tutela della sicurezza e salute dei la- voratori è ricondotta alle seguenti gure cardine: il titolare di cava che può coincidere col datore di lavoro e il sorvegliante.

Il datore di lavoro è tenuto a valutare tutti i rischi presenti sul luogo di lavoro e ad assicurare le relative misure generali di tu- tela previste dal d.lgs. 624/1996 e dal d.lgs. 81/2008. Egli prov- vede affinché i luoghi di lavoro siano sicuri, le attrezzature e gli impianti siano progettati, utilizzati e mantenuti in efficienza e in modo sicuro e siano sottoposti alle veriche periodiche.

Prima dell’inizio dei lavori egli predispone o aggiorna annual- mente una relazione sulla stabilità dei fronti, sui rischi di caduta di massi e di franamento. Considerando la natura e lo stato del terreno nonché i macchinari impiegati, egli indica nella stessa re- lazione l’altezza, la pendenza dei fronti di coltivazione e il metodo di coltivazione impiegato. A tal proposito il direttore responsabile

pianifica affinché gradoni e vie di carreggio siano adeguati alla cir- colazione, in assoluta sicurezza, del personale e delle macchine e affinché non sussistano instabilità al piede dei fronti di scavo.

Valutati tutti i rischi, il datore di lavoro predispone il DSS (docu- mento di sicurezza e salute) e lo trasmette all’autorità di vigilanza.

La trasmissione deve avvenire prima dell’inizio delle attività, in caso di aggiornamenti e di modifiche o in caso di incidente. Nel DSS egli indica le misure di tutela dei lavoratori, gli indumenti di protezione del corpo, i sistemi di protezione e i DPI (dispositivi di protezione individuale) per la testa, l’udito, gli occhi e il volto, le vie respiratorie, le mani e le braccia, i piedi, per la tutela contro il rischio di cadute dall’alto. Inoltre riporta le indicazioni sull’attività di formazione e informazione dei lavoratori.

Egli predispone il piano di gestione dell’emergenza e dell’eva- cuazione, indicando nel DSS i sistemi di comunicazione e infor- mazione necessari. Egli inoltre espone sul luogo di lavoro istru- zioni scritte, opportunamente ubicate e comprensibili a tutti i la- voratori; le stesse contengono le norme a garanzia:

− della sicurezza e della salute dei lavoratori;

− dell’impiego del materiale in condizioni di sicurezza;

− dell’uso delle attrezzature di salvataggio;

− delle azioni da intraprendere in caso di emergenza sul posto di lavoro o nelle sue vicinanze.

Il sorvegliante è una gura designata dal titolare per la sorve- glianza sul luogo di lavoro. Egli vigila sull’osservanza delle norme di sicurezza nonché sull’utilizzo di indumenti protettivi e DPI da parte dei lavoratori, vieta l’accesso alle aree pericolose e compila il piano di attività di cava. Prima dell’esecuzione di atti- vità pericolose, o che interagendo con altre attività possono ori- ginare rischi gravi, rilascia ai lavoratori un incarico scritto conte- nente le indicazioni sui comportamenti da adottare prima, du- rante e dopo i lavori.

FORMAZIONE

Il d.lgs. 624/1996 non specifica i criteri per la formazione dei lavo- ratori. Per essi si rimanda all’art. 37 d.lgs. 81/2008 e agli accordi 2011 e 2016 della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano.

Nel settore, misure minime di tutela quali il mantenimento si- curo delle cave, la progettazione, l’utilizzo e il mantenimento ef-

ciente e sicuro delle attrezzature di lavoro, potrebbero risul- tare più efficaci, se supportate da programmi di formazione sulla sicurezza e salute dei lavoratori maggiormente armoniz- zati con i processi di produzione.

ISBN 978-88-7484-000-0 © 2018 Inail. La pubblicazione viene distribuita gratuitamente e ne è quindi vietata la vendita nonc la riproduzione con qualsiasi mezzo. E consentita solo la citazione con l’indicazione della fonte. Stampato dalla Tipolitografia Inail di Milano Edizione 2018. Autori: Pireddu A, (DIT) , Bucci G, Romualdi G. (CSA) - Responsabile Lab. VI DIT: Bedini A. Grafica ed Editing: Cogliani DG, Ceruti F.

Inail - Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici - Direttore: Carlo De Petris Via Roberto Ferruzzi, 38/40 - 00143 Roma

Tel. 06 54876400 • Fax 06 54876413 • dit@inail.it

Fonte: Archivi Banca dati Statistica Inail; dati aggiornati al 30.04.2018

A questi possono aggiungersi pericoli dovuti a fattori organizzativi.

L’addetto di cava nello svolgimento di tali attività utiliz- za esplosivi, perforatrici, martelli pneumatici, macchine tagliatrici a filo e a catena, macchine movimento terra, mezzi per la movimentazione dei materiali, frantuma- trici, spacca-rocce e altre attrezzature. Egli concentra in sé diverse qualifiche professionali.

Un’analisi su circa 160 casi di infortunio avvenuti nel 2017 (figura 3), evidenzia che nella classe B0811, le qualifiche professionali più coinvolte risultano essere i conduttori di impianti e macchinari, i brillatori e i con- duttori di macchine. Si tratta di qualifiche riconducibili all’addetto di cava.

TUTELA DELLA SICUREZZA E SALUTE DEI LAVORATORI

Le attività di ECCA sono subordinate a permesso di ri- cerca, concessione o autorizzazione di coltivazione, la cui titolarità è dell’imprenditore o titolare di cava.

La sicurezza e salute dei lavoratori del settore è regola- mentata da norme generali e speciali. Tra le prime figu- rano il d.lgs. 624/1996 e il d.lgs. 81/2008, tra le seconde il d.p.r. 128/1959 e tutte le leggi regionali. Il d.lgs. 81/2008 si applica marginalmente, tenuto conto delle esclusioni in esso contenute. Tali norme attribuiscono la vigilanza in materia di salute e sicurezza alle regioni e alle province autonome di Trento e Bolzano. Per impianti e attrezzature soggetti a verifiche periodiche, le regioni hanno facoltà di incaricare gli uffici minerari del Ministero dell’industria, del commercio e dell’artigianato. In tale contesto, l’attuazione delle misure di tutela della sicurezza e salute dei lavoratori è ricondotta alle seguenti figure cardine: il titolare di cava che può coincidere col datore di lavoro e il sorvegliante.

Il datore di lavoro è tenuto a valutare tutti i rischi pre- senti sul luogo di lavoro e ad assicurare le relative mi- sure generali di tutela previste dal d.lgs. 624/1996 e dal d.lgs. 81/2008. Egli provvede affinché i luoghi di lavoro siano sicuri, le attrezzature e gli impianti siano proget- tati, utilizzati e mantenuti in efficienza e in modo sicuro e siano sottoposti alle verifiche periodiche.

Prima dell’inizio dei lavori egli predispone o aggiorna annualmente una relazione sulla stabilità dei fronti, sui rischi di caduta di massi e di franamento. Consideran- do la natura e lo stato del terreno nonché i macchinari impiegati, egli indica nella stessa relazione l’altezza, la pendenza dei fronti di coltivazione e il metodo di col-

tivazione impiegato. A tal proposito il direttore respon-

sabile pianifica affinché gradoni e vie di carreggio siano

adeguati alla circolazione, in assoluta sicurezza, del personale e delle macchine e affinché non sussistano instabilità al piede dei fronti di scavo.

Valutati tutti i rischi, il datore di lavoro predispone il DSS (documento di sicurezza e salute) e lo trasmette all’autorità di vigilanza. La trasmissione deve avvenire prima dell’inizio delle attività, in caso di aggiornamenti e di modifiche o in caso di incidente. Nel DSS egli indica le misure di tutela dei lavoratori, gli indumenti di pro- tezione del corpo, i sistemi di protezione e i DPI (dispo- sitivi di protezione individuale) per la testa, l’udito, gli occhi e il volto, le vie respiratorie, le mani e le braccia, i piedi, per la tutela contro il rischio di cadute dall’alto.

Inoltre riporta le indicazioni sull’attività di formazione e informazione dei lavoratori.

Egli predispone il piano di gestione dell’emergenza e dell’evacuazione, indicando nel DSS i sistemi di comu- nicazione e informazione necessari. Egli inoltre espone sul luogo di lavoro istruzioni scritte, opportunamente ubicate e comprensibili a tutti i lavoratori; le stesse contengono le norme a garanzia:

- della sicurezza e della salute dei lavoratori;

- dell’impiego del materiale in condizioni di sicurezza;

- dell’uso delle attrezzature di salvataggio;

- delle azioni da intraprendere in caso di emergenza

sul posto di lavoro o nelle sue vicinanze.

Il sorvegliante è una figura designata dal titolare per la sorveglianza sul luogo di lavoro. Egli vigila sull’osser- vanza delle norme di sicurezza nonché sull’utilizzo di indumenti protettivi e DPI da parte dei lavoratori, vieta l’accesso alle aree pericolose e compila il piano di atti- vità di cava. Prima dell’esecuzione di attività pericolose, o che interagendo con altre attività possono originare rischi gravi, rilascia ai lavoratori un incarico scritto con- tenente le indicazioni sui comportamenti da adottare prima, durante e dopo i lavori.

FORMAZIONE

Il d.lgs. 624/1996 non specifica i criteri per la formazio- ne dei lavoratori. Per essi si rimanda all’art. 37 d.lgs.

81/2008 e agli accordi 2011 e 2016 della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano.

Nel settore, misure minime di tutela quali il manteni-

mento sicuro delle cave, la progettazione, l’utilizzo e il

mantenimento efficiente e sicuro delle attrezzature di

lavoro, potrebbero risultare più efficaci, se supportate

da programmi di formazione sulla sicurezza e salute

dei lavoratori maggiormente armonizzati con i proces-

si di produzione.

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