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XXXV SESSIONE STRAORDINARIA

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VIII LEGISLATURA

XXXV SESSIONE STRAORDINARIA

RESOCONTO STENOGRAFICO

Martedì 27 marzo 2007 (antimeridiana)

Presidenza del Presidente TIPPOLOTTI MAURO

Vice Presidenti: Mara GILIONI - Enrico MELASECCHE GERMINI

INDICE

Oggetto n. 1

Approvazione processi verbali di precedenti sedute pag. 1

Presidente pag. 1

Oggetto n. 217

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale di previsione 2007 e del bilancio pluriennale 2007/2009 –

legge finanziaria 2007 pag. 2

Oggetto n. 219

Bilancio di previsione annuale per l’esercizio finanziario 2007

e bilancio pluriennale 2007/2009 pag. 2

Presidente pag. 2, 3, 5

9, 14, 19 25, 31, 34 37, 40, 51

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52

Assessore Riommi pag. 2, 40, 52

Brega, Relatore di maggioranza pag. 3

Sebastiani, Relatore di minoranza pag. 5, 51

Dottorini pag. 9

Modena pag. 14

Nevi pag. 19

Spadoni Urbani pag. 25

Lignani Marchesani pag. 31

Rossi pag. 34

Girolamini pag. 37

Oggetto n. 220

Disposizioni collegate alla manovra di bilancio 2007

in materia di entrate e di spese pag. 53

Presidente pag. 53, 55

56, 57

Brega, Relatore di maggioranza pag. 53

Sebastiani, Relatore di minoranza pag. 55

Modena pag. 56

Assessore Riommi pag. 57

Oggetto n. 218

bilancio di previsione del Cons. regionale

per l’esercizio finanziario 2007 pag. 62

Presidente pag. 63

Brega, Relatore pag. 63

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VIII LEGISLATURA

XXXV SESSIONE STRAORDINARIA

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TIPPOLOTTI MAURO

La seduta inizia alle ore 10.40.

PRESIDENTE. Primo appello. Constatata la non presenza del numero legale sospendo la seduta.

La seduta è sospesa alle ore 10.42.

La seduta riprende alle ore 11.05.

PRESIDENTE. Colleghi, prendiamo posto così cominciamo. Constatata la presenza del numero legale, dichiaro aperta la seduta.

OGGETTO N. 1

APPROVAZIONE PROCESSI VERBALI DI PRECEDENTI SEDUTE

PRESIDENTE. Do notizia dell’avvenuto deposito presso la Segreteria del Consiglio del processo verbale relativo alla seduta del 23.03.2007; se non vi sono obiezioni, detto verbale s’intende approvato.

Iniziamo la discussione degli atti relativi alla Finanziaria e del Bilancio regionale. Sapete che, secondo la normativa, vi sono delle disposizioni di tempo per l’approvazione del Bilancio e della Finanziaria… Colleghi, non è possibile così, siamo in avvio di una seduta importantissima per la vita della Regione.

Sapete che per la normativa che regola questa discussione noi abbiamo la necessità di votare a distanza di 24 ore, cominciando dalla legge finanziaria, il bilancio regionale.

Nella legge finanziaria vi sono sia un collegato che un allegato relativo al bilancio del Consiglio regionale che io metterei in ordine di discussione nella seguente maniera: l’atto n. 217 ed il 219, la legge finanziaria ed il bilancio generale, avranno una relazione unica, maggioranza e minoranza, e discussione unificata, per passare poi al collegato alla

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manovra di bilancio e al bilancio del Consiglio regionale, posponendo a distanza di 24 ore l’atto 219 che è il bilancio generale. Quindi legge finanziaria, collegato, bilancio del Consiglio regionale e poi bilancio generale a distanza di 24 ore.

OGGETTO N.217

DISPOSIZIONI PER LA FORMAZIONE DEL BILANCIO ANNUALE DI PREVISIONE 2007 E DEL BILANCIO PLURIENNALE 2007/2009 - LEGGE FINANZIARIA 2007

Relazione della Commissione Consiliare: I Relatore di maggioranza: Consr. Brega Relatore di minoranza: Consr. Sebastiani Tipo Atto: Disegno di legge regionale Iniziativa: G.R. Delib. n. 131 del 30/01/2007 Atti numero: 730 e 730/bis

OGGETTO N.219

BILANCIO DI PREVISIONE ANNUALE PER L ESERCIZIO FINANZIARIO 2007 E BILANCIO PLURIENNALE 2007/2009

Relazione della Commissione Consiliare: I Relatore di maggioranza: Consr. Brega Relatore di minoranza: Consr. Sebastiani Tipo Atto: Disegno di legge regionale Iniziativa: G.R. Delib. n. 133 del 30/01/2007 Atti numero: 731 E 731/bis

PRESIDENTE. Prego, Assessore Riommi.

ASSESSORE RIOMMI. Sulle procedure molto semplicemente in ordine alla discussione, capisco l’unificazione di bilancio e finanziaria. Il collegato, che per le esigenze di ricevimento della normativa della legge finanziaria di quest’anno, in particolare a suo tempo del decreto Bersani e quant’altro, quest’anno è particolarmente corposo, però da un punto di vista tecnico mi sembra che almeno per una disposizione, che è quella

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istitutiva della chiamata sulle società, sia atto propedeutico al bilancio, in termini di votazione, in termini di discussione va benissimo la proposta, ma in termini di votazione l’ordine dovrebbe essere: finanziaria, disposizioni collegate, bilancio e bilancio del...

PRESIDENTE. È quello che stavo dicendo. Colleghi, se seguiamo il numero degli atti, colleghi, avrete visto che era proprio quello che avevo proposto: l’atto n. 217 e n. 219 discussione. È la finanziaria e il bilancio generale, si vota la finanziaria, si sospende il bilancio regionale, si discute e si vota il collegato; si discute e si vota il bilancio del Consiglio; ci si ferma e a distanza di 24 ore si vota il bilancio generale.

Chiarito anche rispetto ai numeri, oggetto n. 217 e n. 219, legge finanziaria e bilancio generale, la relazione di maggioranza è stata affidata al consigliere Brega, della Prima Commissione regionale, prego Consigliere.

BREGA, Relatore di maggioranza. Grazie, Presidente. La legge regionale 13 del 2000, nel disciplinare il procedimento di formazione degli strumenti di bilancio, introduce il principio della formazione integrata dell’insieme dei documenti che costituiscono in senso lato il bilancio della Regione, cioè in sostanza il D.A.P., la legge finanziaria, il bilancio annuale di previsione del bilancio pluriennale, stabilendo quale metodo dell’impostazione di strumenti di bilancio, quello basato sulla programmazione finanziaria.

Il D.A.P. opera un raccordo tra gli strumenti di programmazione e gli strumenti di bilancio o più in generale tra le politiche di programmazione della Regione e le politiche di bilancio.

A tale scopo delinea il quadro delle risorse finanziarie e regionali nel medio periodo che sono necessarie per realizzare le scelte programmatiche attraverso la politica di bilancio.

Sotto questo aspetto il D.A.P. è sottoposto all’esame del Consiglio regionale ed approvato dallo stesso con un atto di indirizzo politico e amministrativo per il processo di formazione del bilancio.

Indica pertanto le tendenze e gli obiettivi macroeconomici relativi allo sviluppo del reddito o all’occasione della Regione, le variazioni da approntare alla legislatura vigente, il limite massimo del ricorso al mercato finanziario, i criteri e le regole per la formazione del bilancio, con riferimento alla politica fiscale, alle variazioni della politica delle entrate ed in materia di spesa. Dispone inoltre un vincolo di finanziamento da destinare alle società di gestione del parco tecnologico dell’Umbria, Art. 3; determina uno stanziamento per far fronte agli oneri contributivi verso gli istituti previdenziali, INAIL, INPS, Art. 4; determina

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altresì il finanziamento delle spese per il funzionamento e l’attività degli enti dipendenti dalla Regione, Art. 5; ed il finanziamento regionale aggiuntivo per il sostegno finanziario all’accesso e all’abitazione in locazione. Inoltre viene integrata la norma finanziaria della legge regionale 37/98 per istituire un capitolo di spesa riguardante investimenti relativi ai servizi ferroviari.

Relativamente agli interventi per lo sviluppo determina l’ammontare delle risorse stanziali per il cofinanziamento dei programmi comunitari. Va ricordato l’intervento significativo, quale cofinanziamento regionale, annualità 2007, per il piano di sviluppo rurale pari a 6.879.800 euro, nonché di 92.000 euro per il cofinanziamento del programma interregionale denominato promozione dei servizi orientati allo sviluppo rurale.

Il bilancio pluriennale, strettamente collegato al documento annuale di programmazione, è caratterizzato dal fatto di non avere una funzione autorizzatoria, pur essendo riferimento formale, in sede di riscontro per la copertura finanziaria delle nuove maggiori spese stabilite da leggi regionali a carico di esercizi futuri.

Il bilancio annuale assume un ruolo centrale, ha la funzione di ricondurre ad unità la portata finanziaria del complesso degli interventi regionali e di autorizzare la gestione delle entrate e delle spese per ogni singolo esercizio finanziario.

Il bilancio preventivo, esercizio finanziario 2007, oggi all’esame, è stato costruito in coerenza con gli indirizzi contenuti nel D.A.P. approvato dal Consiglio regionale nel quadro di riferimento stabilito dalla legge finanziaria regionale nonché dal disegno di legge cosiddetto collegato.

La manovra di bilancio per l’anno 2007/2009 in particolare prevede: invarianza delle aliquote dei tributi propri regionali anche per il 2007, non si prevedono inasprimenti delle aliquote e dei tributi regionali; stima delle entrate costruite in base ai dati storici ed all’andamento delle spese degli ultimi anni; stabilizzazione del livello dell’indebitamento a livello del precedente esercizio; contenimento e razionamento delle spese per il funzionamento dell’ente, ivi comprese quelle relative agli oneri per il personale dipendente; razionalizzazione degli interventi regionali di settore; spesa sanitaria secondo il patto della salute stipulato in data 22 settembre 2006.

Il bilancio presentato è un bilancio che conferma la possibilità di un equilibrio strutturale pure in una situazione di stress finanziario e fermi restando alcuni punti di sostanza di quell’equilibrio che nel D.A.P. sono stati indicati. Quindi è un bilancio che non prevede, pur in questo quadro, nessun tipo di innalzamento della pressione fiscale o tariffaria, nessun

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tipo di manovra sulle entrate. È un bilancio che assume un livello di indebitamento nel rispetto dei limiti e delle normative vigenti quasi costante. Altro intervento è quello relativo alle spese per il servizio del debito, reso possibile a seguito del riconoscimento precedente all’Umbria di doppio rating sulla qualità che ha consentito operazioni finanziare con le conseguenti riduzioni della spesa per gli interessi. Un bilancio che prevede sostanzialmente un equilibrio dei conti sulla sanità alla luce delle determinazioni finali del riparto.

Inoltre è un bilancio che si pone l’obiettivo di ammortizzare riuscendo in gran parte a preservare i livelli della spesa già acquisiti. Quindi si conferma l’altro obiettivo politico di mantenere in equilibrio il sistema senza ricorrere ad un aumento della pressione fiscale, ad un aumento dei ticket, come sono state costrette a fare altre Regioni. Un sistema quindi che mantiene gli obiettivi di qualità, di universalità e di innovazione per il fatto che vanno a compimento gli investimenti per i nuovi ospedali territoriali e con i conseguenti adeguamenti tecnologici.

Sul versante delle spese si registrano gli effetti positivi delle politiche messe in campo negli anni precedenti, valga ad esempio la spesa per il personale e le spese per il funzionamento.

Ciò premesso la Prima Commissione ha espresso a maggioranza parere favorevole.

PRESIDENTE. Grazie, Consigliere. C’è un intervento sull’ordine dei lavori. La relazione di maggioranza è terminata, c’è una richiesta del consigliere Brega sull’ordine dei lavori.

BREGA, Relatore di maggioranza. Volevo capire se procedere alla lettura della relazione collegata alla finanziaria, oppure la trattiamo direttamente dopo.

PRESIDENTE. No, sono atti separati pur con votazione conseguente. La discussione con relative relazioni può essere unificata soltanto tra la finanziaria ed il bilancio generale, con votazione separata degli atti.

Relazione di minoranza affidata al collega Sebastiani, prego Consigliere.

SEBASTIANI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, come sapete le disposizioni per la formazione dei bilanci annuali di previsione 2007 rappresentano uno degli strumenti più importanti di programmazione insieme al D.A.P. già approvato.

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Con il bilancio regoliamo infatti la gestione finanziaria della Regione attraverso l’indicazione delle entrate e delle spese. Non può sfuggire a nessuno che quest’atto richiedeva un esame e un approfondimento ben più accurato da parte di tutti i Consiglieri.

Anche quest’anno abbiamo dovuto fare tutto in fretta e non c’è stata di aiuto neanche la partecipazione organizzata dalla Prima Commissione in quanto, come ricordavo nella discussione del D.A.P., vi hanno partecipato solo due soggetti: i rappresentanti della Confindustria e di Trenitalia. Sono mancati forse contributi importanti che avrebbero permesso di apportare correttivi e migliorie.

Questo allontanamento, ormai grave, dai momenti di verifica e controllo, è un atteggiamento sempre più frequente ed è una ritirata sul fronte della partecipazione reale, che è l’ultimo anello di un circuito autoreferenziale. Anche la gente, per dirla con un insospettabile documento del cardinale Martini di oltre 13 anni fa, si sente sempre meno interpretata, sempre meno rappresentata e si disaffeziona al suo paese.

Questo bilancio, figlio del documento annuale di programmazione, non si discosta da quel pragmatismo politico che lo rende privo di orizzonti vasti, di una vera progettualità, di una visione della nostra Regione e del suo sviluppo che sia coerente con le potenzialità e le peculiarità dell’Umbria. Eppure, dal 2001 l’importo delle entrate regionali è triplicato, l’IRAP rappresenta sempre il tributo regionale più importante dopo la tassa automobilistica e l’addizionale IRPEF, ferme restando le altre entrate varie e quelle a destinazione vincolata. Per le uscite, invece, cambiano le regole in quanto il nuovo patto di stabilità si applica su tutte le spese, salvo la sanità e le concessioni di crediti. Le nuove regole, infatti, stabiliscono che il totale delle spese non può superare nel 2007 il totale delle spese per il 2005, diminuito dell’1,8%. Le Regioni che non rispetteranno tali obblighi saranno costrette ad innalzare le aliquote dei tributi regionali.

Tale meccanismo impone una maggiore responsabilità delle Regioni, perché ogni spesa è svincolata dalle risorse a disposizione, ad eccezione di quelle relative alla sanità. Ci sembra che i contenuti della manovra la rendano sbilanciata anche se alcuni di essi non possono sostanzialmente essere messi in discussione, in modo particolare quelli che prevedono almeno per ora il non aumento delle aliquote dei tributi regionali, il non aumento dell’indebitamento rispetto all’esercizio precedente. Quelli relativi al contenimento e alla razionalizzazione delle spese per il funzionamento degli Enti, alla razionalizzazione degli interventi regionali, delle organizzazione istituzionali della Regione, appaiono invece insufficienti e generici.

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Dagli atti non traspare come in realtà la Regione Umbria potrà migliorare e garantire tutte le attività e i servizi ordinari e come potrà contribuire insieme alle risorse provenienti dallo Stato al raggiungimento di quegli obiettivi strategici indicati nelle schede di lettura alla manovra di bilancio, relativi alle infrastrutture e trasporti, alle imprese artigianali, industriali, commerciali e agricole, al potenziamento dei servizi pubblici, alla realizzazione della filiera integrata turismo, ambiente e cultura, alle nuove politiche sociali per la protezione della salute a tutela delle fasce più deboli: le famiglie, gli anziani i portatori di handicap e gli immigrati, alle politiche attive del lavoro, al sistema integrato dell’istruzione e della formazione.

Sarebbe stato più chiaro ed istituzionalmente corretto che tra tutti questi obiettivi nel D.A.P. si fossero indicate delle priorità effettive perché sia dal testo del D.A.P. che dalle schede di lettura della manovra di bilancio tutti gli obiettivi risultano egualmente raggiungibili e realizzabili.

Pertanto… non diamo un segno di buona educazione di fronte agli studenti…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore.

SEBASTIANI, Relatore di minoranza. Pertanto non passerò ad esaminare le tematiche legate agli obiettivi indicati perché avremo modo di far questo quando il Consiglio regionale passerà all’esame delle iniziative legislative, con le dovute variazione di bilancio.

Con realismo politico mi preme sottolineare come sia urgente e necessario mettere a fuoco almeno cinque problematiche. Prima: quella che riguarda le imprese, affinché riescano ad essere competitive ed a rinnovarsi per realizzare un progetto di sviluppo integrato e regionale utilizzando al meglio tutti i fondi comunitari e regionali. Seconda:

superare le carenze infrastrutturali per rendere il nostro territorio competitivo sotto ogni profilo. Terza: migliorare la qualità della sanità in Umbria, eliminando sprechi con la riduzione delle stesse aziende territoriali e una diversa organizzazione all’interno di ogni presidio sanitario, tenendo presente le strutture ospedaliere che si stanno realizzando.

Quarta: con un piano triennale che dovrà essere ripresentato prevedendo una maggiore disponibilità finanziaria per le iniziative di supporto agli interventi per il diritto allo studio, in quanto il sostegno finanziario della Regione è rimasto fermo da oltre dieci anni.

L’incidenza del contributo regionale per il diritto allo studio, che nel 1982 era del 15% sulle spese sostenute dai comuni oggi è sceso a meno del 3%. Anche l’intervento sulle borse di

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studio è fatto esclusivamente con fondi statali. E qui io vorrei richiamare l’attenzione della Giunta sul fatto che, sul capitolo che riguarda l’ampliamento dell’offerta della scuola materna che non è ancora obbligatoria, non c’è nessuna risorsa a disposizione. E non c’è nessuna risorsa a disposizione per quanto riguarda anche gli asili nido privati che svolgono una funzione sociale essenziale per tutte le famiglie più disagiate.

Non ultimo, vorrei sottoporre all’attenzione della Giunta anche la scarsità delle risorse per quanto riguarda le politiche giovanili. Ed io ho preparato un emendamento che sono disposto a ritirare, a non presentare, nella misura in cui ci sarà un’iniziativa della Giunta, perché abbiamo approvato una legge nel 2004 per le politiche giovanili, è stata apprezzata, ci sono stati dei progetti in tutti gli ambiti territoriali, però i 100 mila euro messi a disposizione sono stati decisamente pochi.

Io qui ho una determinazione dirigenziale che ridistribuisce i fondi per Comuni. Per dirvene solo una: il Comune di Val Topina ha ricevuto 151 euro, quindi un’elemosina. Presidente è bene che si dicano certe cose. Aspetto con responsabilità una iniziativa della Giunta su questo punto.

Ultimo punto, ma per importanza sicuramente primo, è quello relativo alle politiche sociali, in quanto oggi in Umbria ci sono oltre 60 mila persone al di sotto della soglia di povertà.

Non è pensabile che il fondo nazionale per la non autosufficienza rimanga sulla carta.

Occorre avere coraggio ed attivare un nuovo patto sociale capace di dare risposte e speranza attraverso una politica che sia attenta agli ultimi e garantisca i diritti essenziali a ciascun individuo.

A dimostrazione dell’approssimazione con la quale si è giunti a questo bilancio previsionale devo rilevare che per alcuni enti, quali agenzia per la promozione turistica regionale, agenzia per il diritto allo studio universitario, agenzia regionale umbra per lo sviluppo dell’agricoltura, agenzia regionale per la promozione dell’ambiente, agenzia umbra lavoro, agenzia umbra ricerche, SEDES, centro per le pari opportunità eccetera, sono state indicate le tabelle, ma non sono allegati i bilanci preventivi. A proposito di questi enti, che rappresentano lo strumento per lo svolgimento dei compiti e delle funzioni della Regione in virtù di alcuni regolamenti, la Giunta regionale ha predisposto il disegno di legge 732 del 16 febbraio 2007, concernente disposizioni collegate alla manovra di bilancio 2007 in materia di entrate e di spese. Con tale iniziativa ha inteso giustamente accompagnare la legge finanziaria di bilancio apportando modifiche alla legislazione di settore, adeguando anche la normativa regionale a quella statale per quanto riguarda

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l’indebitamento delle aziende sanitarie, la disciplina dell’erogazione di contributi, ed ha disciplinato la potestà della Giunta nell’approvare i programmi ed il riparto dei contributi per i Consigli di Amministrazione delle società partecipate dalla Regione o da essa controllate o da agenzie ed enti strumentali della Regione, quali quelli sopra indicati. Tra l’altro ha esteso la figura del revisore unico ai Comuni fino a 15 mila abitanti.

Anche questo disegno di legge non appare condivisibile, in quanto lascia troppi margini di discrezionalità alla Giunta che finisce con l’esercitare, anche se indirettamente, ruoli imprenditoriali e manageriali insieme a quelli istituzionali, attraverso società partecipate, totalmente e parzialmente dalla Regione, agenzie regionali, società controllate e partecipazioni in società di diritto privato.

Per tutte le sopra esposte considerazioni, credo di poter annunciare sin da ora il voto contrario della Casa delle Libertà, se almeno gli emendamenti che abbiamo predisposto non saranno accolti. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie, Consigliere. Bene colleghi, iniziamo la discussione generale dell’atto, anzi degli atti, come discussione generale. La parola al consigliere Dottorini.

DOTTORINI. Grazie Presidente, con la discussione odierna il voto che andremo di qui a breve ad espletare termina di fatto la sessione di bilancio, uno dei momenti di programmazione più importanti che la nostra istituzione si trova ad affrontare.

In particolare con la legge finanziaria noi andiamo a delineare il quadro di riferimento finanziario, ed il relativo fabbisogno, per il triennio 2007 – 2009, quantificando il ricorso al mercato finanziario per l’assunzione di mutui a pareggio. Stabiliamo la quantificazione degli importi da allocare nei fondi speciali per il finanziamento dei provvedimenti legislativi in corso, sia per la parte corrente che per quella di investimento, e quantifichiamo le quote da destinare al cofinanziamento dei programmi comunitari.

Non sfugge a nessuno l’importanza che tale strumento riveste anche in relazione al rifinanziamento annuale delle leggi regionali permanenti di spesa e alla rimodulazione finanziaria degli stanziamenti assegnati alle singole poste del bilancio.

Un dato è certo: dai documenti che abbiamo approvato e che andiamo a prendere in esame, possiamo affermare che la nostra Regione può affrontare con serenità le sfide che l’attendono, grazie alla consapevolezza di avere i conti in ordine. Questo non è elemento di poco conto, soprattutto in un quadro economico complesso, in presenza di un

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patto di stabilità da rispettare e di una ripresa economica di cui ancora non riusciamo bene a delineare i contorni.

Quelli che ci vengono sottoposti sono atti che condividiamo, così come abbiamo dato il nostro parere favorevole al documento che ne individuava i presupposti e le premesse di indirizzo. Ci convince l’impianto generale di questa manovra finanziaria, considerata anche l’analisi che conduce ed i punti critici che individua nel sistema Umbria. Molte sviste e dimenticanze hanno trovato la giusta attenzione e riteniamo di poter dire che l’intera manovra esce dal lavoro di integrazione di Commissione e Consiglio rafforzata, più equa, più attenta all’ambiente, più innovativa e capace di cogliere i segni della modernità.

Il fatto che anche quest’anno la nostra società regionale possa contare su un’invarianza del prelievo fiscale è un risultato innegabile che l’Umbria riesce a mantenere anche perché si sono attuate efficaci politiche di contenimento della spesa.

Non tutte le Regione, anche a noi limitrofe, si trovano nelle stesse condizioni e possono vantare gli stessi risultati. Abbiamo un servizio sanitario pubblico che ha saputo reggere ai tagli delle varie finanziarie approvate dal Governo Berlusconi, mantenendo una buona qualità dei servizi, anche se noi crediamo che ci siano spazi per migliorare, non solo nella garanzia dei servizi, ma anche nella loro gestione strategica.

Gli stessi indicatori del Ruics 2005 ci dicono che è possibile migliorare, ma la strada intrapresa è quella giusta, soprattutto se saremo in grado di dare il giusto valore all’innovazione e alla capacità di recepire le istanze della modernità. Ciò che si può constatare ripercorrendo le tappe che hanno portato alla seconda fase del patto per lo sviluppo è che tale considerazione è stata condivisa da tutti i soggetti partecipanti ad un tavolo al quale siedono i rappresentanti delle categorie, dell’industria, delle associazioni, dei sindacati.

Ebbene, il giudizio che emerge dai verbali di quel tavolo, con piccoli distinguo, riconosce alla nostra Regione di avere lavorato in una direzione condivisa e coerente. Il fatto che si cerchi di ragionare in termini di sistema, facendo in modo che i diversi settori economici e produttivi della nostra Regione si consolidino e si rafforzino, ci pare meriti il sostegno di chi ha a cuore le sorti del nostro sistema imprenditoriale.

Puntare sulla qualità e sulla capacità innovativa delle nostre imprese, del nostro sistema turistico, della nostra agricoltura e della nostra ricca rete artigianale può essere un modo per mettere più in sintonia le ragioni del nostro tessuto imprenditoriale con la vocazione di una Regione che ha nell’ambiente e nella sua cultura l’autentica ricchezza che può

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consentirci di immaginare un futuro sostenibile, duraturo non imitabile.

Penso alle sinergie che possono nascere e crescere nei singoli territori rafforzando e qualificando ulteriormente i saperi e le specificità; penso alla necessità di mettere in discussione gli stessi canali di rappresentanza che a volte, quando perdono il contatto con chi veramente dimostra capacità innovativa, lungimiranza d’impresa e ritrosia nei confronti di un assistenzialismo deprimente, non riescono a farsi interpreti di ciò che di sano si muove nel nostro tessuto economico: dalla produzione di energia delle fonti rinnovabili, che rappresenta una delle grandi e inedite opportunità offerte dal Por, che è il programma operativo regionale, alla qualificazione e certificazione di prodotti artigianali e tipici; dalla svolta che ci attendiamo rispetto ad un’agricoltura che vive una crisi di indirizzo profonda, agli effetti positivi cui dovrà condurci la legge sul turismo appena approvata.

Il passaggio che si tenta di compiere attraverso questa manovra di bilancio 2007, anche grazie alla programmazione comunitaria, dovrà portarci a superare il metodo dei finanziamenti a pioggia per stimolare invece la crescita di proposte innovative in grado di mettere insieme nel territorio regionale più soggetti, più specificità nell’ottica di quanto già intrapreso con la passata gestione dei bandi integrati nella filiera turismo, ambiente e cultura.

In questa partita, che riguarda innanzitutto la modernizzazione dell’Umbria, non possiamo tuttavia chiedere rigore e innovazione solo agli altri, occorre dare seguito alle riforme annunciate per snellire e alleggerire l’apparato burocratico che si è andato stratificando negli anni e che a volte poco ha a che vedere con l’efficienza, il buon funzionamento della nostra Regione. Non possiamo chiedere agli altri quello che per un motivo o per un altro non siamo capaci di fare con le nostre agenzie, con le nostre società partecipate e controllate.

Detto questo, a noi fa piacere constatare che tra le risorse e gli obiettivi della manovra di bilancio trovino ampio spazio tematiche come quelle riferite alle fonti rinnovabili, che possono rappresentare uno dei volani da valorizzare nelle politiche economiche ed energetiche della nostra regione.

Non ci stancheremo mai di sollecitare l’impegno dell’esecutivo su questo fronte, su cui si giocano le prospettive ambientali ed economiche non solo della nostra Regione. La prospettiva di intervenire, anche attraverso la revisione della legislazione regionale in materia urbanistica, può dare una spinta ulteriore a questo processo che le politiche comunitarie e nazionali individuano come prioritaria e fondamentale.

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Ci fa piacere constatare come riguardo alle infrastrutture l’analisi condotta dal Ruics confermi un dato che i Verdi Civici sostengono da tempo: l’Umbria ha una dotazione infrastrutturale su gomma superire alla media nazionale. Sappiamo che il fatto che nel D.A.P. la trasformazione della E45 in autostrada abbia perduto le caratteristiche dell’urgenza non è dovuto all’assunzione di questa consapevolezza, ma per noi è ugualmente motivo di grande soddisfazione.

Accogliamo come un’indicazione strategica la creazione del fondo per la non autosufficienza, le risorse per l’infanzia, per le politiche attive del lavoro, la copertura della legge sul prestito sociale e l’aumento di dotazione per la fondazione contro l’usura.

Attendiamo che si dia seguito al proposito di innalzare le tariffe per le industrie di imbottigliamento delle acque minerali, dal momento che è più che opportuno che giunga un segnale di equità e di giustizia in un settore che meriterebbe ben altre attenzioni e che vede l’Umbria caricata di grandi responsabilità dal momento che è stata scelta dall’Unesco come sede internazionale per il segretariato incaricato di svolgere studi e ricerche sull’acqua a livello globale.

Siamo anche soddisfatti del fatto che anche questioni affrontate in modo azzardato e senz’altro frettoloso, come quella della gestione integrata dei rifiuti, abbiano trovato, nella decisione di rinviare al piano regionale la trattazione dettagliata dell’argomento, una scelta saggia. La questione rifiuti è una ferita aperta per la nostra Regione e pensare di mettere sullo stesso piano riduzione, differenziazione, gestione tecnologicamente avanzata dei rifiuti con l’incenerimento è quanto di più sbagliato si possa immaginare.

Ci sono da monitorare con molta attenzione le risorse finanziarie che interesseranno il nuovo piano di sviluppo rurale. Purtroppo dobbiamo constatare che alle enunciazioni di principio, condivisibili nel loro impianto, troppo spesso fanno seguito azioni che vanno nella direzione opposta. L’agricoltura tipica di qualità ed il biologico devono essere considerati come principali per il cuore verde d’Italia.

Ci attendiamo che venga dato seguito all’impegno contenuto nel D.A.P., che prevede l’istituzione di iniziative come le bio-domeniche, così come riteniamo occorrano politiche e azioni più attente al rapporto tra pratiche agricole e tutela del patrimonio ambientale e delle risorse naturali del nostro territorio.

Nei mesi appena trascorsi abbiamo approvato delle buone leggi a cui dobbiamo dare corso con convinzione e con risorse finanziarie adeguate, per consentire che producano i benefici attesi. Abbiamo approvato, prima Regione in Italia, una legge sul pluralismo

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informatico e sull’open source, una legge di cui oggi si parla a livello nazionale e che viene addirittura riproposta in altre Regioni e al Parlamento nazionale. Noi crediamo che questa iniziativa, grazie anche ai finanziamenti modesti ma significativi di cui potrà godere, possa rappresentare un’opportunità anche per nuove ed interessanti attività imprenditoriali nel campo della produzione di software che consentiranno, se non bloccati nel loro affermarsi, di creare quel valore aggiunto che può porre la nostra Regione ai vertici di un processo innovativo che abbandona concetti di sviluppo ottocenteschi basati su strade, cemento, asfalto, consumo del territorio. Sì tratta di una ricchezza a cui una Regione piccola come la nostra può e deve aspirare.

Porto un dato: la Regione autonoma del Trentino Alto Adige, in particolare la Provincia di Bolzano, sta investendo nei centri di competenza nel settore dell’open source. I docenti che seguono questi piccoli master riferiscono di aziende che prenotano gli studenti delle scuole medie superiori prima ancora che termino i propri studi, facendo a gara per assumere chi potrà garantirgli la riconversione, la manutenzione del proprio sistema informatico open source. Ma non c’è soltanto il software libero, ci sono leggi come quella sul turismo che potrà costituire una grande opportunità creando le condizioni affinché la gestione dei parchi, delle aree naturali, nell’esperienze di turismo dolce e rispettoso dell’ambiente, possano integrarsi in un’unica offerta turistica articolata e in grado di dare risposte a quel turismo stanziale di relazione che ci piace perché si amalgama con l’ospitalità e la cultura dei nostri territori.

Credo che debba essere motivo di orgoglio per l’Umbria di essere una delle prime Regioni in Italia a poter godere di una normativa di sostegno al commercio equo e solidale, la prima in Italia ad avere dotato la legge di una copertura finanziaria e questa è una scelta di grandissimo significato che dimostra un impegno non formale per la pace, la cultura della non violenza, il dialogo e la cooperazione tra i popoli.

Presidente, colleghi, uno degli obiettivi che questa manovra si prefigge ritengo sia quello di fare in modo che la società civile, le imprese, gli enti locali abbiano nella nostra Regione una sponda certa che sostenga con coraggio tutti gli sforzi di coloro che intendono cambiare, innovare, modernizzare nel rispetto delle tradizioni culturali, ambientali, storiche dei nostri territori.

È nostra convinzione che attraverso gli atti che andremo ad approvare l’Umbria faccia un passo in avanti verso un modello di sviluppo più avanzato ed innovativo. Per noi si tratta di un risultato importante che ci fa immaginare una Regione più ricca e più capace di

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cogliere le sue opportunità di crescita culturale, sociale, economica ed ambientale.

Per questo diamo il nostro consenso agli atti che stiamo affrontando, grazie.

ASSUME LA PRESIDENZA IL VICE PRESIDENTE GILIONI MARA

PRESIDENTE. Grazie consigliere Dottorini. La parola alla consigliera Modena.

MODENA. Grazie, Presidente. Molto brevemente, perché ovviamente il bilancio altro non è se non la concretizzazione di quello che poi abbiamo già discusso con riferimento al D.A.P. e quindi possiamo dire e ribadire in questa sede che secondo noi quanto stabilito e detto nella relazione al bilancio di previsione che si riferisce all’invarianza della pressione fiscale è poi smentito di fatto dalla relazione stessa a pagina 11 quando, se vi andate a vedere le tabelline relative alle entrate per tributi propri, è detto chiaramente che c’è un incremento dell’IRPEF e degli scaglioni per il periodo 2007 – 2009 per effetto della rimodulazione degli scaglioni IRPEF, disposti ovviamente dalla finanziaria del 2007 che ha stabilito il primo scaglione a 15 mila euro contro i 26 mila della precedente finanziaria.

Quindi, tenendo conto che la Regione ovviamente, è a tutti noto, ha la possibilità di incidere con riferimento ad addizionali e scaglioni, secondo noi sostenere che c’è un’invarianza fiscale per il combinato disposto di quanto viene fatto dalla Regione Umbria ed il rapporto alla finanziaria stessa non è vero. E quindi noi riproponiamo con forza, pur sapendo che già questo è un argomento trattato nel D.A.P., e quindi lo ricordiamo e basta, il problema che riguarda l’invarianza fiscale, perché secondo noi tra l’altro il combinato disposto dell’addizionale e dell’IRPEF a livello di finanziaria, la mancata presa di posizione in merito della Regione e gli aumenti che stanno avvenendo in tutti i Comuni, a cominciare da quello di Perugia, determinano poi inevitabilmente una situazione di aggravi seri per i cittadini della Regione dell’Umbria che in alcuni casi, come quello ultimo del Comune di Perugia, ma a Terni è stata la stessa cosa, a Castello la stessa cosa, secondo noi è inaccettabile. E quindi che quest’anno c’è invarianza fiscale il centrosinistra non lo può assolutamente sostenere.

Altra questione di carattere generale: nel collegamento D.A.P. – finanziaria e bilancio si parla e si insiste molto su quello che riguarda la volontà di razionalizzare, nel senso che è detto con un modo specifico, soprattutto con riferimento a quella che è la parte relativa ai contenuti della manovra di bilancio, che ci sarebbe una razionalizzazione degli interventi

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regionali. Questo è stato detto anche in modo più ampio nel D.A.P..

Noi vi invitiamo, se avete la voglia e la pazienza, a farvi un’analisi di tutto quello che riguarda nello specifico le leggi che vengono finanziate, cioè tanto per capire, i provvedimenti che sono indicati nella tabella C), le disposizioni di leggi di spesa permanente, per comprendere come in realtà un primo obiettivo che ci dovremmo proporre noi, in primis il Consiglio regionale, è di razionalizzare questo tipo di provvedimenti andando a vedere poi quali sono le scelte che vengono effettivamente fatte. Vi faccio degli esempi, perché credo che siano abbastanza indicativi a questo riguardo e a questo proposito. C’è una funzione, per esempio la funzione obiettivo 08 per essere precisi, quella relativa all’industria, all’artigianato e al commercio, che a nostro avviso rappresenta un grappolo di provvedimenti dai quali effettivamente dedurre o interpretare una politica da parte della Regione è difficile per il tipo di varietà di norme che poi fra di loro, con finanziamenti vari e di vario genere dovrebbero poi in realtà andare magari a seguire determinati obiettivi che non vengono a nostro avviso né compresi, né razionalizzati. Abbiamo un po’ di tutto insomma, cioè ci abbiamo delle Opb che non vengono finanziate, come quelle per esempio al consorzio Fidi regionale, ce ne abbiamo altre che sono finanziate come per gli investimenti rivolti per l’accesso al credito, cioè c’è una fila di sovrapposizioni in base alla quale un cristiano che si legge questa funzione obiettivo dice: “ma insomma, nel campo dell’industria, dell’artigianato e del commercio come minimo ci sarebbe da fare una razionalizzazione delle norme per andare a finanziare effettivamente quelle due o tre normative che servono effettivamente per lo sviluppo dell’Umbria”.

Io capisco, guardate era noioso il D.A.P., mi rendo conto che il bilancio è qualcosa di oscuro, ma noi tre o quattro cose le vorremmo dire. Perché quando andiamo a parlare fra di noi di alcune cose fondamentali, tipo la razionalizzazione, la scelta degli obiettivi e delle risorse e se volete anche il ruolo del Consiglio, perché di leggi si parla, e ci leggiamo l’elenco di questa funzione obiettivo 08, noi possiamo legittimamente chiederci fuori da quelle che sono le scelte che si fanno, per capirsi programmi comunitari, fuori da questo, che cosa poi alla fine la Regione va a fare con gli strumenti propri che sono – come vi dicevo – di sovrapposizione, di aiuti che superano sì e no qualche volta i 200 mila euro, che non si capisce bene poi in realtà che cosa vanno a supportare o vanno ad aiutare.

Vi faccio altri esempi, sempre perché è utile da questo punto di vista. Se vi andate a vedere poi via via le varie leggi sulle quali il Consiglio ha discusso tanto, io ho visto che

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l’Assessore ha presentato degli emendamenti, ma per esempio le leggi del collega Dottorini non è che siano state delle leggi, tra l’altro anche l’ultima, quella del garante della sicurezza, poi alla fine sono delle leggi che vengono finanziate con qualche buona decina di migliaia di euro, siamo nell’ordine di 50 mila da una parte, 30 mila da una parte, 70 mila dall’altra, leggi che hanno impegnato per giorni il Consiglio regionale e sulle quali noi oggi diamo un appunto politico e le quantifichiamo alla fine. Perché se andiamo a vedere, come vi dicevo, i finanziamenti reali, tenendo conto degli incrementi che ho letto adesso, negli emendamenti che sono stati presentati dalla Giunta regionale, alla fine significa che il Consiglio rischia di starsene delle giornate a discutere di normative che poi non hanno i supporti necessari. Vi faccio un esempio: noi abbiamo discusso per settimane di una normativa che interessava anche noi, che è quella della sussidiarietà orizzontale, sappiamo tutti che era una norma di principio sulla quale però non è stato fatto nessun genere di investimento, né ovviamente possiamo ritrovarla in questa tabella C) per la semplicissima ragione che non era neanche previsto un finanziamento di supporto, di ricerca, insomma “vattela a pesca”, un qualcosa che fissasse a fianco dell’elaborazione di principio un impegno di spesa da parte della Regione.

Ci sono anche delle cose interessanti perché per esempio, se noi prendiamo delle macroquestioni… Io non vedo Rometti, mi dispiace perché gliel’avrei chiesto volentieri.

Sono curiosa di sapere per esempio la previsione che riguarda la Fus che viene ripetuta di anno in anno con un commissariamento eterno e non capisco se lo stanziamento previsto di 335 mila euro è solo per il personale che non si sa bene dove andare a sistemare, questo perché è facile snellire ovviamente in questa Regione, cioè se ne parla ma poi le cose diventano complicate, oppure se ancora noi prevediamo dei finanziamenti per mantenere in piedi questo tipo di struttura.

Oppure - su questo sta lavorando il collega De Sio - parliamo del problema della sicurezza del lavoro, la prevenzione, la questione della legge 11, l’occupazione giovanile, se la memoria non mi inganna credo che abbiano uno stanziamento pari a zero, questo che significa? Io devo trarre una conseguenza politica. Significa o che la Giunta non vuole dare una lira su questi settori, o che ha scelto degli strumenti diversi. Se allora ha scelto degli strumenti diversi è perfettamente inutile che noi teniamo in piedi degli impianti normativi ai quali poi per scelta politica si decide di non dare le gambe.

Ancora, sempre le cose su cui ci è caduto l’occhio, noi credo che abbiamo fatto di recente una normativa per l’accademia delle belle arti, se non ho letto male, perché non vorrei che

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fosse la fotocopia fatta male della tabella C), non è prevista una lira di finanziamento, se però è in fondo la pagina, la cosa mi ha colpito. Mi ha colpito per quello che vi dicevo prima, cioè il Consiglio regionale alla fine deve anche prendere atto, cioè è inutile che vado a fare delle leggi alle quali poi decido scientemente, politicamente di non dare le gamme. Allora faccio degli atti amministrativi, faccio un’attività di controllo, faccio altre cose, ma non è che discuto di una normativa che poi in quel caso fu approvata all’unanimità e poi la lascio appiccata senza una precisa e specifica prospettiva.

Un altro esempio, perché ne abbiamo discusso in Prima Commissione: la legge che riguarda il personale delle comunità montane, quando fu fatta la scelta a suo tempo, insieme alle organizzazioni sindacali, di ridurre il personale delle comunità montane attraverso degli incentivi. La legge ovviamente è rimasta, ma la previsione di stanziamento è pari a zero. Allora, anche qui traiamo delle conseguenze politiche. Se noi questa legge non abbiamo intenzione di finanziarla perché ha esaurito quello che era il suo obiettivo, oppure, questo è il mio giudizio, semplicemente non l’ha centrato, la normativa io la elimino, la tolgo, non è che la lascio in questo quadro di carattere generale per contraddire quelle che poi sono le politiche che via, via vengono scelte.

Un’altra questione, secondo noi, sempre a proposito di normative che sono con dei punti interrogativi non indifferenti, mi ricordo che fu fatta con grande enfasi staccandola pure dalla legge sullo spettacolo, la legge sulle bande, mi pare che questa proposta era un cavallo di battaglia di Rifondazione Comunista, ed oggi le bande si ritrovano con un finanziamento pari a zero. Allora anche qua, traiamo delle conseguenze, perché è perfettamente inutile che noi andiamo a fare dei ragionamenti con riferimento a dei quadri magari perché in quel momento ci serve far capire alle bande che il Consiglio regionale ci pensa e poi quando dobbiamo andare a rifinanziarle anno per anno ovviamente questa cosa salta per aria e viene fatta una politica di carattere e di natura sostanzialmente schizofrenica.

Ho fatto questi esempi, ma ne potrei fare anche degli altri. L’ultimo che voglio citare:

anche per questo parliamo di una legge di iniziativa consiliare che fu fatta all’unanimità, quella relativa alla Polizia locale, di iniziava consiliare, fatta sostanzialmente all’unanimità.

E’ un’altra legge che è rimasta appesa con 40 mila euro, più o meno come quelle del collega Dottorini che invece hanno avuto un leggero incremento in più. E quindi a questo punto io credo che anche quando noi andiamo a chiacchierare di professionalità che dobbiamo dare a Vigili Urbani, Polizia locale e quant’altro, poi quando noi l’andiamo a

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quantificare, allora ci potremmo anche dire che forse è meglio non farla oggi, perché voi mi dovete dire con 40 mila euro noi sostanzialmente che cosa andiamo a fare.

Sulla fondazione usura mi riservo perché abbiamo presentato qualche emendamento e pensiamo che su questa debba esserci anche qua un incremento rispetto a quello che era previsto, così come pensiamo che debbano essere date delle chance in più ad un’altra legge importante che è quella sulla sicurezza, anche su questa ha discusso il Consiglio regionale, però il punto vero è che noi ci troviamo di fronte ad una serie di norme che il Consiglio si dà e alle quali poi sono date le gambe solo per motivi politici, momentanei e legati ad un interesse di una forza della coalizione sul momento. La passata legislatura, c’era Rifondazione che ha portato a casa delle leggi, tipo le politiche attive del lavoro o tipo le bande, che oggi pare interessino un po’ di meno e lasciano il passo ad un più attivo Dottorini che riesce, a parte il garante sulla sicurezza, un più attivo Dottorini che recupera qualche migliaio di euro in più rispetto alle altre normative. Allora non mi venite a dire, perché la logica è questa, che questo è un bilancio che seleziona le risorse, perché evidentemente non è un bilancio che va a selezionare quelle che sono le risorse in generale e fa delle scelte che in qualche maniera possono essere complessivamente di qualità.

Altro punto che contestiamo, l’abbiamo detto anche qua in sede di discussione del D.A.P., e ne riparliamo anche adesso, riguarda le spese di funzionamento che secondo noi non calano, perché qui noi abbiamo in realtà una previsione, un riepilogo che non va complessivamente in questa direzione almeno per quanto riguarda il rapporto tra il 2006 ed il 2007. Per cui, leggendo modestamente la pagina 36 della relazione al bilancio di previsione annuale, quello che noi comprendiamo è in realtà che questo grande contenimento delle spese di funzionamento dell’Ente non c’è, ma non crediamo neanche che ci possa essere perché comunque sia ci sono inevitabilmente delle voci che riguardano il funzionamento stesso che andando in salita non possono che determinare ovviamente una salita complessiva della situazione relativa all’aumento delle spese di funzionamento in generale di Giunta, Consiglio e quindi di tutto quello che attiene complessivamente appunto all’autosostentamento della Regione.

Ultima questione, perché poi altre cose ci riserviamo di dirle in sede di presentazione degli emendamenti e in sede di presentazione e anche di discussione dell’atto che riguarda il recepimento delle norme previste in finanziaria: noi ancora oggi abbiamo approvato e stiamo discutendo di un bilancio con i bilanci degli Enti a cominciare per esempio l’Adisu e

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altri, che sono arrivati ieri in Consiglio regionale. Questo è un malcostume complessivo che riguarda un po’ tutti, perché chi ha consegnato il bilancio in tempo credo che siano stati un paio di Ater ed un centro studi giuridici. Però, quando noi andiamo a discutere di diminuzione delle spese di funzionamento e poi vediamo in realtà che queste molto spesso aumentano proprio in Enti che sono, chiamiamoli generalmente Enti, che sono e dovrebbero essere radicalmente quelli un po’ più sotto controllo da parte della Regione, è chiaro che anche questo fa venir meno poi in realtà la credibilità complessiva della Giunta regionale quando ci dice che c’è una diminuzione delle spese di funzionamento. Secondo noi la diminuzione non c’è, non c’è per la Giunta, non c’è per il Consiglio e non c’è per gli Enti, quindi crediamo che su questo debba essere giocata una partita un po’ più trasparente e che coloro che amministrano questi Enti potrebbero anche ricordarsi di darli una quindicina di giorni prima al Consiglio regionale perché non tutti, ma qualcuno può avere il piacere di andarseli a vedere e quindi di comprendere esattamente quello che viene visto e quello che accade anche in questi Enti. A maggior ragione perché, e chiudo, il Consiglio regionale ha fatto una scelta, la conosciamo tutti, di non essere più presente, per cui sono Enti che sono di fatto espressione esclusivamente della Giunta e quindi a maggior ragione io credo che la minoranza abbia il sacrosanto diritto di guardarsi questi bilanci con un minimo di anticipo. Vi ringrazio.

ASSUME LA PRESIDENZA IL PRESIDENTE TIPPOLOTTI MAURO

PRESIDENTE. Grazie, consigliere. La parola al consigliere Nevi. Ne ha facoltà.

NEVI. Grazie, Presidente. Non pensavo di intervenire così presto, comunque lo faccio volentieri perché la discussione sul bilancio, per chi come me viene da un’esperienza politica nell’amministrazione comunale, è tradizionalmente un momento di riflessione su quelli che sono i conti banalmente e brutalmente definiti in moto spicciolo. Ma sono importanti perché in Italia c’è una discussione molto accesa sul tema del federalismo fiscale che altro non è se non una discussione su come progressivamente far sì che lo Stato possa ritirarsi dal sostenere concretamente e direttamente gli Enti pubblici e gli Enti pubblici come si fa a farli camminare con le gambe proprie rispondendo ai propri cittadini elettori.

Questo è un principio che chiaramente Forza Italia condivide, sposa integralmente,

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abbiamo fatto una battaglia nella passata legislatura per modificare anche la Costituzione, per cercare di definire compiti ben precisi, quindi la sussidiarietà verticale, cosa deve fare la Regione, le Province, i Comuni, in rapporto al Governo nazionale, siamo convinti che la modifica del Titolo V della Costituzione fatta nel 2001 sia una modifica che ha lasciato e lascia ancora molti punti interrogativi, ma questo è un altro discorso e varrebbe la pena che il Consiglio regionale dell’Umbria però incominciasse una discussione - questa è una proposta che faccio al Presidente - su questi temi: come facciamo a camminare con le gambe nostre, assicurando ai nostri concittadini un livello di servizi alto, secondo noi più alto di quello che c’è attualmente e dei costi di funzionamento dei servizi stessi più bassi.

Io penso che alla fine la partita sia tutta qua, come cercare di far migliorare le cose, cercando di ridurre il peso della cosiddetta spesa pubblica, che non è una cosa da avversare completamente, perché chiaramente la spesa pubblica è assolutamente necessaria ed importante e su questo si fonda un po’ la nostra Repubblica.

Chiaramente per fare questo dibattito serenamente bisogna partire da alcuni dati, che emergono – ripeto, l’ho già detto in occasione sulla discussione sul D.A.P., non da una visione partigiana di Forza Italia. I dati sono dati, dobbiamo su questi aprire una riflessione e ce ne sono di alcuni che il centrosinistra continua a tenere fuori dal dibattito perché evidentemente non fa piacere a nessuno dire che le cose non sono proprio tutte rose e fiori come invece la propaganda impone di dire ma che sono dati che vanno profondamente, sinceramente e seriamente analizzati. Sono dati che sono usciti anche in questa settimana grazie a Eurostat che ci ha detto che l’Umbria sta regredendo, stiamo perdendo reddito pro capite, questo non è chiaramente dipeso dalla Pubblica Amministrazione, però le famiglie sono più povere. Questo è il dato politico che dobbiamo assolutamente fotografare, le famiglie sono più povere rispetto al 1999, siamo più poveri rispetto alle altre Regioni d’Europa, e questo è anche un ragionamento serio che va affrontato, cioè noi ormai non possiamo più ragionare rispetto a come siamo posizionati solo per l’Italia, e su questo, ripeto, ci sono dati che sono allarmanti, ma dobbiamo vederci anche collocati in una dimensione europea, quindi l’indagine dell’Eurostat è interessante per questo. Purtroppo l’Umbria si sta avvicinando altre Regioni povere – per reddito appunto pro capite - dell’Europa, e questo è un punto dal quale partire per innescare una manovra finanziaria. Ebbene, io capisco che Brega, nel tentativo di difendere ad ogni costo, perché lui fa bene l’avvocato difensore, la Giunta regionale, abbia iniziato il suo intervento dicendo: “questo è il bilancio che non aumenta le tasse”, però adesso bisogna

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che spieghiate ai cittadini come mai per quelli che hanno una fascia di reddito compresa tra 15 mila e 26 mila aumenterà del più 0,2% l’addizionale IRPEF, che come il consigliere Brega sa e come l’Assessore e tutti quanti sanno, sono le peggiori tasse possibili e immaginabili perché sono quelle che non hanno una progressività, che quando si impongono vanno a danno specialmente delle famiglie numerose, di quelle che hanno difficoltà, delle famiglie che sono con i redditi più bassi, e noi andiamo a colpire con questa manovra che porterà nelle casse della Regione, Brega, 9 milioni di euro in più, come c’è scritto nella relazione al bilancio che forse non hai letto e che ti invito a leggere perché qui sta la soluzione. Non è che sono le famiglie più colpite in assoluto, sono quelle che purtroppo hanno un reddito che in questi anni, lo dico agli amici di Rifondazione, ho sentito fare nel D.A.P. un intervento anche condivisibile su questo punto, cioè sulla capacità delle famiglie di avere un reddito adeguato a soddisfare i propri bisogni, è questa fascia che viene penalizzata, è questa la fascia di persone che ci rimetterà in assoluto di più, perché poi non dobbiamo dimenticare che questo è il bilancio che lascia liberi i Comuni di fare quello che vogliono nelle tasche dei cittadini, perché non c’è nessuno strumento di disincentivazione a mettere le tasse locali, quindi i Comuni stanno allo stesso modo facendo la stessa operazione. Morale della favola: ci troviamo di fronte a un bilancio che sarà alla fine pesantissimo, che si inserisce nel già pesante bilancio che ci dicono i dati che appunto citavo prima.

E’ il bilancio, l’ha detto bene la consigliera Modena pochi minuti fa, del mancato abbattimento della spesa pubblica improduttiva, in modo che l’assessore Riommi che su questo è stato giustamente attento, è il bilancio che non riduce la spesa pubblica improduttiva. Mi riferisco alle spese di funzionamento, anche qui basta leggere la relazione che ci è stata opportunamente data dagli uffici per vedere che le spese di funzionamento della Regione aumentano. Aumentano di poco, va bene, ma il punto è che tra il 2006 e il 2007, per quanto riguarda la tabella di pagina 36, c’è un incremento delle spese di funzionamento di 683 mila euro. Questo sta scritto qui… (intervento fuori microfono dell’assessore Riommi) …io leggo quello che sta scritto a pagina 36 della relazione al bilancio che ci è stata data da lei, Assessore.

E andando a leggere le voci all’interno troviamo altre belle novità, per esempio le spese della Giunta aumentano da 822 a 912 mila euro, le comunicazioni istituzionali da 733 mila a 983 mila, 1 milione di euro di comunicazioni istituzionali, 1 milione di euro. Abbiamo le relazioni istituzionali che rimangono invariate, abbiamo per le manutenzioni e gli acquisti

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di beni e servizi una spesa che aumenta da 7 milioni e 2 a 7 milioni e 6, abbiamo le consulenze che aumentano da 334 a 354. Il punto è che queste sono le spese improduttive, queste sono le spese che andrebbero drasticamente tagliate, che altri Enti amministrati anche dal centrosinistra tagliano in modo drastico. Qui purtroppo invece abbiamo una tendenza che è esattamente all’opposto, cioè di un aumento.

Questo è il bilancio che ratifica le scelte, le non scelte secondo noi, che sono state fatte nel D.A.P. sulla cui impostazione abbiamo già detto altre volte, cioè il pubblico si occupa di tutto, disperde i soldi in mille rivoli, purtroppo l’unico dato vero è che aumenta la spesa pubblica e aumentano le tasse. Abbiamo sentito il consigliere Dottorini che finalmente sembra che quest’anno gliela fa ad aumentare i canoni sulle acque minerali e quindi anche qui ci sarà da parte delle imprese un aggravio dei costi, abbiamo visto questo dato della spesa per l’acquisto dei beni e servizi. Non solo, questo riguarda poi la Regione, c’è tutto il comparto sanità che è una cosa a parte, che è un dato che francamente ci mette fuori da tutte le medie. “Il Sole 24 ore” ha pubblicato un’indagine delle Regioni del centro Italia, mentre in Emilia Romagna la spesa per l’acquisto di beni e servizi è diminuita dell’1,7%, in Toscana del 4,2%, nelle Marche è aumentata del 3,7, ma solo in Umbria è aumentata dell’8,9%; il 9% di spesa in più sull’acquisto di beni e servizi, significa che sbagliamo qualcosa o no? La spesa sanitaria a parte, questo è il discorso sulla spesa pubblica, Assessore, 7 milioni e 2 va a 7 milioni e 6, se questa è una diminuzione lei ha ragione, basta che ci mettiamo d’accordo su cosa aumenta e cosa diminuisce, glielo dico, a pagina 36.

Dopo c’è il problema della spesa regionale, perché quello non è risolto anzi, al contrario, purtroppo lì l’abbiamo più volte ribadito, la spesa per gli acquisti di beni e servizi in sanità è una cosa che è completamente fuori controllo, e questa non è una scusante, è una cosa anzi che aggrava ancora di più la situazione. Questo è il bilancio delle riforme mancate, abbiamo parlato di razionalizzazione degli Enti, di accorpamenti per cercare di diminuire le spese, se noi andiamo a vedere la tabellina che ci mettono a pagina 57, vediamo invece è esattamente il contrario, tanto per fare alcuni esempi. L’Adisu passa da 7 milioni e 100 a 8 milioni e 3, con le spese di funzionamento che aumentano da 4 e 7 a 6 milioni di euro, abbiamo l’Agenzia regionale di protezione dell’ambiente, da 11 e 5 a 11 e 7, con un aumento delle spese di funzionamento da 10 e 7 a 11 milioni e 7, e così via discorrendo.

Ce n’è per tutti, il Cedrav passa da 15..., una piccola cosa però indicativa, passa da 15 mila 494 euro di spese di funzionamento a 25 mila e 5. Questa è la razionalizzazione,

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l’Istituto della storia dell’Umbria contemporanea, da 82 mila a 94. Questo è il punto vero, nel senso che qui, al di là delle chiacchiere che contraddistinguono il dibattito politico, quando andiamo a vedere le cose concrete scopriamo che c’è una realtà che è esattamente all’opposto di quella che si tenta di descrivere perché mi rendo conto che la Presidente Lorenzetti e l’assessore Riommi vogliono dare all’esterno l’immagine di quelli che da quando sono arrivati va tutto bene. Forse va un po’ meglio, questo ve lo riconosco, non c’è dubbio su questo, rispetto al ‘95 la situazione è un po’ migliorata, siamo ancora lontani da quelli che sono gli standard dell’Italia normale... (Intervento fuori microfono dell’assessore Riommi) …l’assessore Riommi è un po’ agitato, lo capisco, capisco che è un momentaccio, lo vediamo in Comune a Perugia, è normale che le frizioni arrivino, non c’è problema.

Noi pensiamo che dobbiamo garantire ai cittadini le cose concrete, alle famiglie un potere d’acquisto maggiore, ai cittadini che ce lo chiedono in modo ormai assolutamente pressante più sicurezza, su questo pure purtroppo vedo l’assessore Stufara, detenuti e roba varia andiamo forte, ma per quanto riguarda il tema della sicurezza andiamo molto male perché abbiamo una processione di Comuni che ci dicono che non possono fare investimenti in sicurezza se la Regione non interviene almeno con un cofinanziamento.

Abbiamo la Legge 12, purtroppo è assolutamente sottofinanziata e siamo in un momento in cui c’è bisogno di queste cose, c’è bisogno di più impegno su questi fronti che sono fronti concreti dove i cittadini hanno un riscontro concreto, abbiamo visto che ci sono problemi a livello nazionale, c’è stata ieri una manifestazione a Milano in questo senso, dobbiamo fare in modo che la Regione intervenga aiutando i Comuni a cercare di fare quello che c’è da fare, mettere più telecamere, più videosorveglianza, cercare di costruire delle postazioni dei vigili nei quartieri, cercare di dare la possibilità di fare percepire al cittadino che c’è un sistema pubblico che si attrezza e che si avvicina a loro e che cerca di rispondere alle loro esigenze perché sennò l’alternativa sono le ronde private, sono il far west, che penso non sia un modello da appoggiare anzi al contrario. Io sarei per fare sì che il sistema pubblico si debba interessare di sicurezza, anche qui insieme al privato si possono fare cose importanti, ne sono state fatte, se ne stanno facendo in alcuni Comuni del nord, però l’importante è che il dibattito in Consiglio regionale non verta sul garante dei detenuti o il discorso dell’equo solidale o queste amenità, che vanno bene per chi deve piantare le bandierine, ma poi l’80% dei cittadini ha sì seriamente, oggettivamente, ogni giorno altri problemi, che sono quelli di portare il figlio all’asilo nido, che sono quelli di

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garantire al figlio di andare in strada e non rischiare di essere accoltellato da uno che passa che magari va in una casa a fare una rapina, il punto è questo.

Questo è un bilancio che secondo noi è completamente da rigettare, per questi motivi, è l’emblema della conservazione umbra, è l’emblema del peso della Pubblica Amministrazione umbra, che è il più alto. Purtroppo anche qui siamo ai vertici nazionali, ma, Assessore, facciamo un dibattito vero, mi dia altri dati io sono pronto, io leggo l’Istat, leggo Il Sole 24 Ore e leggo i giornali, può darsi che sono tutti sbagliati, può darsi che è tutto un complotto, guardi, c’è il Sindaco di Terni che pensa che è tutto un complotto, che lui è al centro di un grande complotto, che il centro multimediale che uno non lo capisce, l’AFM è un grande servizio sociale, che ci sono problemi che al centrodestra sfuggono, non c’è questa sensibilità, può darsi che sia così, a me non sembra e purtroppo neanche ai cittadini appare questa realtà che lei in buona compagnia, con i sindaci, vuole farci credere. Quindi Presidente io concludo perché tanto ho detto tutto quello che mi sentivo di dire. Spero sinceramente che si smetta di accapigliarsi su una diversa analisi della situazione. Io vorrei che ci fosse da parte di tutti uno scambio vero, politico, questo nel senso alto e nobile della parola sulle cose concrete, dopo ci dividiamo, c’è un’impostazione diversa, noi abbiamo una visione dello Stato, della Pubblica Amministrazione che è completamente diversa da quella di Rifondazione Comunista, dei Verdi e compagnia cantando. Questo è un altro discorso, ma il punto vero è confrontarsi su dati che ci descrivono una situazione il più possibile obiettiva, probabilmente questi che ho detto sono dati parziali, e io sono pronto. Falsi no, guardi Assessore, ho tanti difetti ma prima di dire le cose cerco di documentarmi, tutto quello che ho detto è documentato e documentabile, è scritto nella relazione al bilancio per quanto riguarda le spese di funzionamento, so che questo per lei è un nervo scoperto, sull’addizionale regionale dell’IRPEF voi potete continuare a dire che non è così, ma i cittadini se ne accorgeranno e purtroppo ci sarà un aggravio notevole, quindi io cercherei di evitare che in quest’aula ci sia un muro contro muro sterile, di andare ad approfondire le questioni e cercare di costruire sopra delle politiche che servano a migliorare la condizione degli umbri perché i dati incontrovertibili ci indicano che ci sono dei problemi, l’ha detto – ripeto – anche una grandissima parte del centrosinistra, abbiamo assistito nei giorni scorsi a interventi che non sono di gente di Forza Italia. Bragarente non è di Forza Italia, forse i motivi saranno altri per cui lui dice quelle cose, però attenzione, perché non vorrei che ci si arroccasse a descrivere una situazione idilliaca quando usciamo da questo palazzo e tutti quanti ci

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confrontiamo con le persone che ci dicono che hanno problemi seri e concreti. Io non sono tra quelli come voi che dicevate che per colpa del Governo Berlusconi non si arriva alla quarta settimana, che ci stanno problemi di sostentamento, che spegneremo i lampioni delle città, appartiene a voi questo modo di fare, non a noi. Io dico però che qui c’è un problema da affrontare, da risolvere, una riforma vera, seria, del sistema di welfare.

Approfitto che c’è l’Assessore regionale, noi non possiamo continuare con un’impostazione assistenzialista che punta tutto sull’erogazione dei servizi pubblici.

Dobbiamo necessariamente andare direttamente alle famiglie e lasciare alle famiglie la libertà di decidere dove curarsi meglio attraverso un ruolo del pubblico molto più importante sul lato del controllo della qualità dei servizi erogati e lì bisogna essere inflessibili, perché è assolutamente indispensabile cercare di far crescere, di far nascere un privato sociale che possa aiutarci a rispondere alle enormi esigenze che ci sono e che il sistema pubblico non riuscirà mai, dico mai, a soddisfare, perché ha altissimi costi e una qualità dei servizi che non è sempre altissima. Abbiamo fatto l’esempio, a titolo veramente di esempio, degli asili nido. Non è più possibile che ci sia un costo medio degli asili nido per il pubblico che si aggira intorno ai 1000 – 1100 euro al mese a bambino, significa che noi buttiamo via 500 euro al mese che potrebbero andare nelle tasche di persone che non si possono permettere di mandare un figlio all’asilo privato; significa maggiore equità sociale, maggiore giustizia sociale; significa costruire un sistema che si fonda sulla centralità della famiglia, che si fonda sulla attenzione a chi ha veramente bisogno. Grazie, Presidente.

ASSUME LA PRESIDENZA IL VICE PRESIDENTE GILIONI MARA

PRESIDENTE. Consigliere Urbani.

SPADONI URBANI. Grazie, Presidente. Mi scusi, ma sono piena di questi fogli di carta dell’Assessore, come ha fatto il Governo del resto, che all’ultimo momento ha presentato il maxiemendamento sulla finanziaria che nessuno ha letto e poi, ascoltando Viva l’Italia sappiamo quanti della sinistra sono rimasti mortificati - per non dire quella parola che qui non si può dire - perché tutti gli emendamenti presentati dalla stessa maggioranza vennero stralciati. Qui non succede perché siete più obbedienti, siete tutti molto più obbedienti e malgrado le dichiarazioni intorno ai massimi sistemi sulla importanza delle

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