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MONITORAGGIO DI METÀ SERVIZIO DEI CORPI CIVILI DI PACE FOCSIV

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MONITORAGGIO DI METÀ SERVIZIO DEI CORPI CIVILI

DI PACE FOCSIV

Monitoraggio della sperimentazione Corpi Civili di Pace FOCSIV 2017-2018 attraverso l’analisi dei

questionari di metà servizio

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MONITORAGGIO DI METÀ SERVIZIO dei Corpi Civili Di Pace FOCSIV

MONITORAGGIO DI METÀ SERVIZIO dei Corpi Civili Di Pace FOCSIV

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a) Commenti alla valutazione dei volontari b) Una riflessione sui progetti sperimentali c) Una riflessione sul profilo

d) Una riflessione sul Codice Etico

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MONITORAGGIO DI METÀ SERVIZIO dei Corpi Civili Di Pace FOCSIV

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La legge n. 147 del 2013 (Legge di stabilità 2014) ha previsto l'istituzione in via sperimentale di un contingente di Corpi Civili Di Pace destinato alla formazione e alla sperimentazione della presenza di 500 giovani volontari da impegnare in azioni di pace non governative nelle aree di conflitto o a rischio di conflitto o nelle aree di emergenza ambientale.

La sperimentazione si realizza secondo la normativa del Servizio Civile Nazionale ed ha visto mettere a bando 19 progetti sperimentali per un totale di 104 posti a bando e 10 enti coinvolti. La sperimentazione si è sviluppata prevalentemente all’estero, ma anche in Italia, in iniziative protese alla risoluzione di conflitti ambientali (su dissesto idrogeologico e Terra dei Fuochi). Alla data del 6 giugno 2017, 96 volontari hanno preso servizio (unica eccezione, un progetto da 4 volontari per il Libano di ASC che ha preso il via a settembre 2017). Di questi, 80 volontari hanno partecipato ala Formazione Generale unitaria, promossa da nove enti della sperimentazione CCP su dieci.

I l q u a d r o d i c o n t e s t o e l ’ i m p e g n o F O C S I V

FOCSIV insieme ai suoi Organismi soci ha una quasi cinquantennale esperienza nella cooperazione internazionale. Tale percorso di promozione del volontariato internazionale si è arricchito, dal 2001, dalla gestione di volontari in Servizio Civile Nazionale, di cui oggi risulta primo Ente per impiego di volontari SC impiegati all’estero. Carattere specifico della proposta FOCSIV di servizio civile risiede nell’esperienza dei Caschi Bianchi (così la FOCSIV definisce i suoi volontari in servizio civile all’estero) che la FOCSIV promuove insieme a Caritas Italiana, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII e Gavci, con i quali ha fondato nel 2001 la “Rete Italiana Caschi Bianchi”. Il servizio civile all’estero per FOCSIV è sempre stato sviluppato nell’ottica di cooperazione internazionale intendendo il ruolo del volontario come risorsa dedicata alla prevenzione del conflitto. Un conflitto non esclusivamente inteso come “armato”, ma soprattutto sociale, culturale, economico, ambientale, etnico o religioso.

COSA SONO I CORPI CIVILI DI PACE

“I Corpi Civili di Pace sono giovani volontari che partiranno per svolgere azioni di pace non governative nelle aree di conflitto e a rischio di conflitto e nelle aree di emergenza ambientale”: così si legge dal sito del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile.

Gli Interventi Civili di Pace si configurano come azione civile, non armata e nonviolenta di operatori professionali e volontari che, come terze parti, sostengono gli attori locali nella prevenzione e trasformazione dei conflitti. L'obiettivo degli interventi è la promozione di una pace positiva, intesa come cessazione della violenza ma anche come affermazione di diritti umani e benessere sociale.

Si impegnano a rispettare i seguenti principi etici: nonviolenza, ownership locale, terzietà nel conflitto, indipendenza, diritti umani, non discriminazione ed equità di genere, responsabilità (accountability), trasparenza e integrità.

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MONITORAGGIO DI METÀ SERVIZIO dei Corpi Civili Di Pace FOCSIV

Nel 2011-2012, insieme Caritas Italiana e Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, FOCSIV ha partecipato al progetto “Oltre le vendette” realizzatosi nei Balcani che a tutti gli effetti può essere considerato come una prima effettiva sperimentazione di quel modello di impiego di giovani volontari nella prevenzione e ricomposizione dei conflitti che ha portato alla definizione dei Corpi Civili di Pace.

Forte di queste esperienze, FOCSIV ha deciso di partecipare alla sperimentazione Corpi Civili Di Pace identificando in essa una ulteriore significativa occasione di impegno per la pace per i giovani.

In occasione del bando sperimentale dei Corpi di Pace Ha presentato 5 progetti in tre Paesi (Ecuador, Perù e Guinea Bissau) per un totale di 30 volontari, ovvero circa il 30% del totale del contingente avviato al servizio. Si è inoltra sperimentata una co-progettazione con altri enti: con Cesc Project per uno dei progetti in Ecuador (capofila FOCSIV), con di Caritas Italiana per il loro progetto in Kosovo (capofila Caritas Italiana).

Gli Organismi soci che hanno partecipato con FOCSIV alla sperimentazione CCP sono ASPem, Engim, IBO Italia, ProgettoMondo MLAL e RTM.

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MONITORAGGIO DI METÀ SERVIZIO dei Corpi Civili Di Pace FOCSIV

2 . I C O R P I C I V I L I D I P A C E A M E T À S E R V I Z I O

P r e s e n t a z i o n e d e l l ’ a n a l i s i

Accanto ai diversi strumenti di monitoraggio puntuale dell’esperienza e del servizio dei volontari CCP, sviluppati per seguire il servizio dal paese di impiego e dalle sede di appoggio in Italia, alcuni dei quali sviluppati appositamente per la sperimentazione dei Corpi Civili di Pace, FOCSIV ha sviluppato un apposito questionario online che è stato erogato a gennaio 2018, coincidente con la metà del servizio dei volontari.

Il questionario, sviluppato su la medesima piattaforma online sulla quale si erano registrati i dati di inizio servizio di circa 80 dei CCP avviati a giugno 2017 (i volontari che hanno partecipato alla formazione generale organizzata in forma residenziale a Roma dal 5 al 17 giugno 2017), è stato sviluppato a partire dalla esperienza di gestione dei volontari in servizio civile all’estero, ma con importanti modifiche ed integrazioni in base alle specifiche legate al ruolo, alle finalità e alle progettualità dei Corpi Civili di Pace.

Obiettivo trasversale del questionario, oltre a quello di essere utile in termine di definizione dei punti di forza e di miglioramento dell’esperienza, anche quello di contribuire al termine della sperimentazione alla definizione di quel profilo di Corpo Civile di Pace ancore in parte dai confini sfumati. I questionari analizzati da FOCSIV in questo monitoraggio di metà servizio sono relativi ai 261 volontari dei Corpi Civili di Pace in servizio fino al 4 giugno 2018.

1 Dei 30 volontari CCP FOCSIV selezionati, un volontario è stato escluso all’avvio per questioni formali, mentre tre volontari hanno interrotto il servizio prima della metà dell’anno di servizio.

IL QUESTIONARIO ONLINE

Il questionario si sviluppa in tre separate sezioni: dopo la prima sezione introduttiva di sostanziale registrazione dei dati del volontario, la seconda area di indagine si concentra sull’analisi del livello di soddisfazione dei volontari CCP circa l’esperienza nel suo insieme (risultati raggiunti, clima di lavoro, relazioni sviluppate, rapporto con l’OLP).

Successivamente si tenta di approfondire la valutazione da parte del volontario del proprio ruolo e profilo specifico di Corpo Civile di Pace (definizione di conflitto, caratteristiche maturate, competenze tecniche sviluppate, approfondimenti effettuati.) Si sono interrogati i volontari circa la loro interpretazione complessiva dell’esperienza dei CCP, chiedendoli a confronto con l’applicazione concreta di quei valori che fanno direttamente riferimento al Codice etico dei CCP (terzietà nel conflitto, nonviolenza, indipendenza, ownership locale, promozione dei dritti umani, non discriminazione ed equità di genere) e il loro ruolo di “antenne di pace”.

Nella terza ed ultima parte si invitavano i volontari ad esprimere i punti di forza e le aree di debolezza dell’esperienza in corso d’opera e, rispetto ad essi, operare un importante azione di sintesi e bilancio personale a metà servizio.

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MONITORAGGIO DI METÀ SERVIZIO dei Corpi Civili Di Pace FOCSIV

1. LE RELAZIONI SVILUPPATE: Ottime relazioni con i colleghi e la comunità locale, contesto familiare, buona accoglienza da parte della comunità, ottima relazione tra CCP.

2. IL PROGETTO: progettualità chiara, articolata su più fronti, coerenza tra progetto scritto e realizzazione in loco, contesto di lavoro e ricco di stimoli, mobilità, autonomia organizzativa, esperienza di campo (gestione delle relazioni sociali), contatto diretto con i beneficiari, possibilità di effettuare lavoro di ricerca.

3. LA CRESCITA IN CAPACITA' E COMPETENZE

Sviluppo  di  competenze  tecniche  professionali:  capacità  di  dialogo  con  le  istituzioni/altre  organizzazioni,  miglioramento  competenze  linguistiche  e  informatiche,  maggiore  sicurezza  nella  gestione di un gruppo, acquisizione di capacità organizzative, miglioramento della capacità di visione  dell'insieme generale del quadro professionale. 

Sviluppo  di  capacità  personali:  miglioramento  capacità  di  gestione  degli  imprevisti,  sviluppo  di  capacità di resilienza e adattamento, capacità di gestione della solitudine, maggiore sicurezza in sé e  nelle proprie capacità, miglioramento nella gestione dei conflitti. 

Sviluppo  di  conoscenze:  comprensione  del  sistema  di  accoglienza  ecuadoriano,  del  tema  dell'agricoltura biologica, delle dinamiche attive di gestione dei conflitti socio‐ambientali, padronanza  dei concetti di genere e relativi alla violenza di genere, comprensione dei meccanismi di una Ong  4. IL PARTENARIATO DI PROGETTO: Pertinenza delle attività delle organizzazioni partner con la mission 

dei  CCP,  supporto  nella  comprensione  delle  logiche  locali  che  sottendono  gli  atteggiamenti  e  decisioni, efficacia del partner nel promuovere una azione unitaria sul territorio circa la promozione  della nonviolenza, collaborazioni locali che permettono un impatto più ampio, clima di lavoro positivo,  partner serio e ben organizzato.

5. RUOLO: Fiducia  data ai CCP in quanto persone motivate e formate dal punto di vista professionale,  affidamento ruoli di responsabilità, possibilità di prendere iniziative per nuove attività, comprensione  delle potenzialità della figura dei Corpi Civile di Pace. 

6. MONITORAGGIO: Monitoraggio efficace e collaborazione da parte del personale della ONG sia in loco  che in Italia.  

7. CONTESTO:  forte  presenza  di  conflitti,  presenza  di  conflitti  ambientali,  conoscenza  di  realtà  periferiche di forte disagio, continua trasformazione del contesto sociale e importanza di operare un'  analisi costante, esperienza di immersione completa nella realtà locale. 

b. Le aree critiche e di miglioramento

Anche in questa sessione si lasciava ai volontari CCP spazio libero per esprimere la loro valutazione delle principali criticità incontrate. Dalle risposte raccolte, le principali criticità si muovono attorno a sei ambiti:

- la poca consapevolezza in loco del ruolo CCP, - i limiti operativi del partner locale, 

- l'efficacia limitata del progetto, -  il monitoraggio in loco,  - il limite di durata,

-  l'inserimento nel contesto logistico e culturale.

Nel grafico si rendono evidenti le valutazioni di tali punti di debolezza. Anche in questo caso, i volontari hanno espresso più punti di forza.

(14)

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MONITORAGGIO DI METÀ SERVIZIO dei Corpi Civili Di Pace FOCSIV

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a) Commenti alla valutazione dei volontari

Per quanto riguarda una valutazione qualitativa dell’esperienza CCP, i punti di forza evidenziati dai volontari e le aree di miglioramento risultano tra loro strettamente interconnessi e possono essere visualizzati in una scala a due lati. Come dal grafico, da un lato sono sintetizzati gli elementi maggiormente positivi e in parallelo, nell’area sottostante la scala, gli aspetti di maggiore criticità.

Se da un lato le relazioni sviluppate sono valutate come elemento qualitativo dell’esperienza, dall’altra la complessità, e a volte l’isolamento, del contesto logistico e culturale costituiscono elemento di criticità. Il progetto specifico è letto come punto di forza, ma la sua limitatezza di risorse e soprattutto di durata ne limita la capacità di impatto.

Al partenariato locale si è riconosciuto valore strategico all’interno del progetto, ma se ne evidenziano talvolta i limiti operativi. Laddove il ruolo del CCP è stato ben presentato e interiorizzato dalla controparte costituisce una base fondamentale da cui si sviluppano i punti di forza dell’esperienza, ove invece questo non è avvenuto si è dimostrato elemento limitante la capacità di azione e di incidenza dei volontari stessi.

Mentre si sono espressi giudizi favorevoli in relaziona al monitoraggio dell’esperienza da parte dell’organizzazione di invio, anche con lo sviluppo di strumenti e metodologie ad hoc per i CCP, si sono evidenziate talvolta lacune del monitoraggio in loco.

Su alcune di queste specifiche non è possibile incidere, ad esempio sul limite di durata del progetto e sulla variabilità e complessità dei contesti e dei conflitti entro i quali si è chiamati ad agire. E’

invece opportuno tentare di consolidare i punti di forza dell’esperienza, ponendo particolare attenzione alla formazione e all’accompagnamento delle risorse in loco, in modo da favorire una più chiara comprensione del ruolo dei CCP e promuovere maggiore efficacia nel monitoraggio.

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MONITORAGGIO DI METÀ SERVIZIO dei Corpi Civili Di Pace FOCSIV

b) Una riflessione sui progetti sperimentali

Il tipo di conflitto sul quale intendono incidere i progetti Sperimentali dei Corpi Civili di Pace implementati dalla FOCSIV è essenzialmente legato ad aspetti sociali e ambientali. Non si tratta quindi di interventi che vedono protagonisti i volontari in territori limitrofi a conflitti armati, né che vedono la loro presenza all’interno di campi profughi. Anche quei progetti che si concentrano sulla problematica del rifugio e relativa richiesta di asilo di profughi colombiani, riportano solo indirettamente, attraverso le storie di vita dei destinatari stessi, i volontari CCP vicino ad un conflitto che nella percezione comune è principalmente riconducibile a quello armato. La “vicinanza con le vittime” si traduce quindi un lavoro diretto di accompagnamento verso l’integrazione e di capacitazione e empowerment relativamente ai propri diritti violati, più che in un attività di negoziazione tra le parti in conflitto.

Una simile chiave progettuale porta evidentemente a caratterizzare l’esperienza CCP più come

“Difesa della dignità e dei diritti delle persone” e promozione dei diritti umani che come

“Mediazione, gestione e trasformazione del conflitto” e promozione della pace”, come si evince dalle valutazioni intermedie dei volontari. Questo non significa che i progetti sperimentali CCP non siano correttamente tarati sull’identità dei CCP, quanto invece che sia importante dare pari dignità al conflitto sociale ed ambientale all’interno del quadro di azione dei CCP, superando – sia a livello istituzionale, che nelle applicazioni pratiche della formazione generale, che nel monitoraggio – il rischio di una visione selettiva ed incompleta che legge il conflitto solo se armato.

c) Una riflessione sul profilo

Appare evidente dalla lettura dei dati la dimensione di servizio verso i beneficiari che i volontari CCP stano dimostrando. Alla luce di ciò, è corretto affermare che quella dei Corpi Civili di Pace risulta essere soprattutto un’esperienza di vicinanza, assistenza e aiuto al prossimo in situazioni di difficoltà: elementi che si ritiene debbano caratterizzare l’esperienza CCP, al di là della professionalizzazione tecnica del profilo.

Parte della sfida dell’esperienza sperimentale CCP è stata quella di costruire insieme ai volontari una maggiore chiarezza circa il loro ruolo. Una domanda di definizione della propria “identità”

presente sin dalla selezione (dalla quale è emerso un contingente di volontari dal profilo piuttosto eterogeneo, non tanto dal punta di vista degli studi e dei titoli posseduti, quanto in relazione alle esperienze pregresse in ambito internazionale) e riaffacciatasi in termini più forti in occasione della formazione generale, esigenza pienamente comprensibile trattandosi di una esperienza nuova e con ampi margini ancora da definire. In particolare, in quei casi nei quali su una medesima sede estera si sono ritrovati volontari CCP e Caschi Bianchi in servizio, il confronto sull’interpretazione del ruolo è stato intenso onde riuscire a comprendere le differenze e le similitudini tra i due profili, incrociando aspettative personali, definizioni formali e curriculum vitae. Di aiuto in questa analisi è stata talvolta la differenziazione degli obiettivi personali, del “taglio” dato ai progetti sperimentali, degli strumenti di monitoraggio, ma l’esigenza di una maggior caratterizzazione dell’esperienza resta ed è stata tenuta presente nella nuova fase di progettazione CCP, con l’obiettivo di concorrere positivamente alla determinazione di un profilo sempre più definito.

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MONITORAGGIO DI METÀ SERVIZIO dei Corpi Civili Di Pace FOCSIV

Fortissimo è il valore in termini di crescita personale e professionale dei volontari CCP, come dimostrato dai dati registrati, dai quali si evince la maturazione e lo sviluppo di capacità non sono squisitamente tecniche, ma anche legate a quelle capacità comportamentali (soft skills) particolarmente sollecitate dall’esperienza internazionale di promozione della pace.

Altro elemento che si ritiene importante e da potenziare nella seconda parte dell’anno di servizio è l’ambito della valorizzazione del volontario, da un lato promuovendo un graduale crescente protagonismo dello stesso all’interno del progetto CCP sollecitando e operando in sinergia con i referenti e partenariati locali. Dall’altro, valorizzando le esperienze dirette dei CCP attraverso una comunicazione esterna e interna che faciliti la conoscenza da parte della società civile e dei giovani in particolare della sperimentazione (a questo proposito si è sviluppato un apposito piano di comunicazione, legato al dominio www.corpicivilidipace.org, collegato alla sezione riservata ai CCP del sito www.antennedipace.it (pubblicazione di articoli, testimonianze, video e dossier di approfondimento sull’esperienza dei CCP) e all’uso dei Social Network.

d) Una riflessione sul codice etico

Come già analizzato in precedenza, l’elemento meno sperimentato in questa prima parte dell’anno di servizio per i CCP è stato quel punto del Codice Etico relativo alla Terzietà nel conflitto, nello specifico rispetto alla imparzialità rispetto alle diverse parti coinvolte e “l’equivicinanza rispetto alle parti”. Non trattandosi di progetti dove il ruolo del volontario è principalmente quello di facilitatore nelle mediazioni, ma di contesti in cui risulta facilmente identificabile la “vittima” e il “carnefice”

responsabile della violazione dei diritti umani, è comprensibile da parte del volontario CCP l’identificazione personale nei confronti del primo. Per i progetti CCP FOCSIV risulterebbe quindi opportuna, in futuro, una rilettura del Codice Etico che definisca con maggiore chiarezza il concetto di equivicinanza: una focalizzazione non tanto circa la vicinanza a entrambe le parti in conflitto, ma relativa a tutte le vittime del conflitto, (cit. Operazione Colomba: “condivisione con tutte le vittime sui diversi fronti del conflitto, indipendentemente dall’etnia, la religione, l’appartenenza politica”).

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