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EMOZIONI, STRESS EDEPRESSIONE: LA PNEI INMEDICINA, PSICHIATRIA EPSICOPATOLOGIA.

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EMOZIONI, STRESS E

DEPRESSIONE: LA PNEI IN MEDICINA, PSICHIATRIA E PSICOPATOLOGIA.

− INDICAZIONI PER LA TERAPIA

PSICOFARMACOLOGICA, LOW DOSE E OVERLAPPING TERAPEUTICO

− PRIMA PARTE

EMOTIONS, STRESS AND DEPRESSION: PNEI IN MEDICINE, PSYCHIATRY AND PSYCHOPATHOLOGY.

− INDICATIONS FOR A PSYCHOPHARMACOLOGICAL, LOW DOSE THERAPY AND THERAPEUTIC OVERLAPPING

− FIRST PART

CLINICAL

INTRODUZIONE

Il dualismo tra anima e corpo ha origini lontane. La netta delimitazione tra di- mensione psicologica e livelli biologici caratterizza − oggi − tutte le scienze dell’uomo, in particolare la Psicologia

Lo studio delle emozioni e dello stress può aiu- tare a superare il dualismo mente-corpo – cau- sa dello sviluppo di indirizzi di ricerca antite- tici e incomunicabili – per affrontare meglio la prevenzione e la cura delle malattie. Proprio la reazione di stress consente di mettere in evidenza il rapporto di “causalità circolare” tra i processi e le funzioni della biologia e il livello della Psiche, in modo da poter superare molti

“falsi problemi” della Psichiatria e della Medi- cina. Gli stimoli emozionali mediati cognitiva- mente attivano una reazione che dal SNC agi- sce sui Tessuti periferici, modificando il Siste- ma Neurovegetativo, i livelli ormonali e il me- tabolismo, in modo da poter adattare le fun- zioni fisiologiche alle esigenze comportamen- tali e viceversa. Il modello dello stress permet- te di conciliare la coesistenza di diversi inter- venti terapeutici che agiscono con modalità e tempi differenti sul medesimo contesto psico- biologico unitario. Gli effetti dello stress cro- nico e degli stili di vita non salutari condizio- nano l’insorgenza dell’infiammazione sistemi- ca di basso grado, che coinvolge tutti i Sistemi vitali dell’organismo, compreso il SNC, con cambiamenti metabolici, endocrini, immunita- ri, neurobiologici e psichici. Questi cambia- menti concorrono a determinare le manifesta- zioni della Sindrome depressiva con insorgen- za di sintomi a livello comportamentale, cogni- tivo, affettivo e del vissuto soggettivo.

Lo stress, l’attivazione emozionale e lo stile di vita mettono in relazione l’infiammazione con la Depressione tramite l’attivazione delle cito- chine proinfiammatorie. Viene illustrata l’azio- ne complessiva dei farmaci antidepressivi mettendo in evidenza sia l’azione sullo stato infiammatorio, sia l’azione sui processi post- recettoriali intracellulari che portano, tra gli altri effetti, ad un aumento del BDNF e NGF.

La Psicoterapia strutturata ha effetti epigene- tici sui circuiti cerebrali, con modificazione di sintesi proteica e produzione di neurotrofine.

Gli studi sugli antidepressivi e il legame stress-infiammazione-Depressione mettono in evidenza la necessità di intervenire per modu- lare la dis-regolazione immunitaria con farma- ci tollerati ed efficaci della Medicina biorego- latoria, anche in overlapping terapeutico, e l’u- tilità dei medicinali low dose come Guna- BDNF. La PNEI consente una visione comples- sa, coerente e dinamica delle interazioni tra i vari Sistemi fisiologici e il livello mentale.

La funzione psichica, rappresentata dalla psi- copatologia e dai meccanismi di difesa, può essere più efficacemente definita sulla Tavola delle 6 Fasi, in modo da poterla integrare nella pratica clinica.

INFIAMMAZIONE, BDNF, TAVOLA DELLE 6 FASI, OVERLAPPING TERAPEUTICO, FARMACI LOW DOSE, MENTE PRIMITIVA, P MENTALE DELLA PNEI, CITOCHINE

SUMMARY:The study of emotions and stress can help to overcome the mind-body dualism – which has caused the development of antithetical and incommunicable research directions – in order to better address the prevention and treatment of diseases. It is precisely the stress reaction that makes it possible to highlight the relationship of

“circular causality” between the processes and

RIASSUNTO

PAROLE CHIAVE

e la Medicina. Nel contempo si è svi- luppata una Psichiatria che se da un lato condivide la componente biologica, dall’altro è sempre più indipendente dalla Medicina, avendo sviluppato mol- ti settori di confine e di intersezione con le più diverse scienze umane.

different therapeutic interventions that act in different ways and at different times on the same unitary psychobiological context. The effects of chronic stress and unhealthy lifestyles condition the onset of low-grade systemic inflammation, which involves all the body's vital systems including the CNS, with metabolic, endocrine, immune, neurobiological and psychological changes. These changes combine to determine the manifestations of the depressive syndrome with the onset of symptoms at different levels: behavioural, cognitive, affective

brain circuits, with modification of protein synthesis and production of neurotrophins. Studies on antidepressants and the stress-inflammation- Depression link highlight the need to intervene to modulate immune dysregulation with tolerated and effective bioregulatory medicines, including in therapeutic overlapping, and the usefulness of low- dose medicines such as Guna-BDNF. PNEI provides a complex, coherent and dynamic view of the interactions between the various physiological systems and the mental level. The psychic function,

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Le due tradizioni di ricerca che caratte- rizzano la Psichiatria sono entrambi manchevoli in quanto, secondo alcuni Autori, è stata ignorata la prospettiva evoluzionistica e di tipo longitudinale che consente di integrare la dimensione storica e il concetto di adattamento, le- gando il livello della genetica allo svi- luppo individuale e − questo − al com- portamento (Pancheri, 1999; Canali and Pani, 2003).

− L’antitesi tra il biologico e lo psicolo- gico nel determinismo del comporta- mento normale e patologico è in realtà un problema mal formulato, in quanto pone in termini alternativi la spiegazio- ne/comprensione del comportamento umano, rifiutando la coesistenza di due realtà ugualmente valide.

•Ciò ha favorito la nascita di indirizzi di ricerca antitetici e incomunicabili, con lo sviluppo di un linguaggio men- tale e neuronale che si pongono a diver- si livelli di realtà (Pancheri, 1999).

I modelli interpretativi psicologici com- portano la simbolizzazione ed astrazio- ne più vicine ai processi intrapsichici

come vengono percepiti e comunicati, a cui sottende un universo neuronale e neurobiologico governato da regole di- verse con scarsa corrispondenza di si- gnificato con gli eventi di vita reale e soggettiva.

Anche se si riuscisse ad arrivare ad una completa descrizione in termini di lin- guaggio neuronale e in termini psico- biologici, risulta evidente la necessità di un linguaggio che abbia il vantaggio di una simbolizzazione ed astrazione che consentono una comprensibilità dei vis- suti soggettivi.

Modelli biologici e psicologici si situa- no a due livelli diversi ma necessaria- mente connessi tra di loro.

I modelli della Psiche mantengono il lo- ro significato di comprensibilità e di uti- lità operativa nella clinica in modo da poter definire una P “mentale” della PNEI utile nel campo più vasto della Medicina (Melcarne, 2019).

− Freud si rese conto della necessità di un linguaggio diverso da quello della neurobiologia durante la stesura di un’opera pubblicata postuma (Progetto di una psicologia, 1885); per questo ri-

volse la sua attenzione di ricercatore in un campo inesplorato che partiva dalla realtà dei bisogni del corpo per definire una “Psicologia scientifica” che com- prendesse sia l’idea della mente come funzione differenziata del corpo, sia di un funzionamento mente-corpo conco- mitante e complesso (Gaddini, 1980;

Petrella, 1988).

− La presenza o meno di un’alterazione biologica è strettamente dipendente dal grado di risoluzione degli strumenti im- piegati per rilevarla. Siamo a condivide- re ancora quanto osservato da Freud quando riportava in vari scritti che la Teoria delle nevrosi che stava costruen- do postulava un fondamento organico che all’epoca non riusciva ad identifica- re e a descrivere nei termini della Bio- logia (Campanile and Semi, 1999).

Lo stesso Freud scriveva in proposito che la Biologia era da considerarsi “un campo dal quale ci possiamo attendere le più sorprendenti delucidazioni”

(Freud, 1920).

Il contributo del modello freudiano può essere ripreso e considerato secondo questa prospettiva e può aiutare nella

MECCANISMI DI DIFESA

UMORISMO SUBLIMAZIONE SOPPRESSIONE CONDENSAZIONE ATTIVITÀ ONIRICA ATTI MANCATI ALTRUISMO

RIMOZIONE SPOSTAMENTO INTELLETTUA- LIZZAZIONE FORMAZIONE REATTIVA DISSOCIAZIONE

CONVERSIONE DISSOCIAZIONE ISOLAMENTO RAZIONALIZZA- ZIONE FORMAZIONE REATTIVA REGRESSIONE AMNESIA ANNULLAMENTO SOMATIZZAZIONE

INTROIEZIONE IDEALIZZAZIONE SVALUTAZIONE RIVOLGIMENTO CONTRO IL SÈ SOMATIZZAZIONE MESSA IN ATTO IMPULSIVITÀ ONNIPOTENZA CONTROLLO NEGAZIONE

FANTASIE AUTISTICHE RITIRO APATICO SCISSIONE PROIEZIONE NEGAZIONE IDENTIFICAZIONE PROIETTIVA DEPERSONALIZ- ZIONE ECCITAMENTO MANIACALE

NEGAZIONE PSICOTICA PERCEZIONE DELIRANTE SDOPPIAMENTO DELL’IO FRAMMENTA- ZIONE DISORGANIZZA- ZIONE IDEO-AFFETTIVA

Tavola della funzione psichica. Melcarne, 2019; 2021

TAVOLA DELLE 6 FASI

Rappresentazione della funzione

psichica sulla Tavola delle 6 Fasi:

i meccanismi di difesa.

TAB. 1

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UN FALSO PROBLEMA IN PSICHIATRIA E IN MEDICINA

La dicotomia biologico/psicologico in Psicopatologia e in Psichiatria compor- ta il falso problema della priorità etio- patogenetica alle alterazioni del sub- strato, oppure alle dinamiche della vita psichica.

− Entrambe le posizioni si basano su estrapolazioni di osservazioni cliniche in sé stesse valide ricavate da situazioni limite. Esempi di queste condizioni cli- niche sono rappresentati rispettivamen- te dalle psicosi organiche e dal disturbo di conversione dell’isteria.

I disturbi psicopatologici possono esse- re collocati lungo un continuum etiopa- togenetico a cui contribuiscono in mi- sura differenziale determinanti di natura

“psichica” e “biologica” (Pancheri, 1999).

•Questo può essere considerato nella Medicina bioregolatoria attraverso l’uti- lizzo della Tavola delle 6 Fasi, tenendo conto sia della nosografia sia della psi- copatologia, secondo la reattività del- l’individuo, come abbiamo ampiamen- te illustrato in altri lavori (Melcarne, 2019; 2020).

Ogni Fase della Tavola rappresenta l’e- spressione delle differenti capacità reat- tive dell’organismo.

comprensione del livello mentale della PNEI (Melcarne, 2019) proprio in virtù del fatto che, sin dall’origine, la costru- zione teorica di Freud presuppone una metodologia che, tenendo in debito conto la Psiche come una funzione al- tamente differenziata del corpo, svilup- pa la costruzione di un dispositivo che crea condizioni di osservazione siste- matica in uno specifico clima di ascolto e in tal modo consente lo studio dell’at- tività mentale sia come apparato della Psiche (struttura), sia come rappresenta- zione e vissuto soggettivo (percezione, Io cosciente) reso comunicabile all’in- terno del setting (Petrella, 1988).

− Il setting consente di cogliere la totalità della vita mentale nelle sue differenti ma- nifestazioni comportamentali, psicopa- tologiche, inconsce e soggettive.

Il setting strutturato da Freud produce un sovvertimento epistemologico ed è strumento di ricerca: nella relazione analitica tutti i processi possibili vanno intesi come inscritti nella relazione transfert-controtrasfert in cui l’analista viene a far parte del campo relazionale (Funari, 1988).

Questo tipo di relazione terapeutica di- venta un’esperienza elaborativa con una ricerca di senso che è differente dalla sola possibilità conoscitiva su base descrittiva.

In questo senso la conoscenza di una realtà psichica diventa ineludibile (Pe- trella, 1988; Pancheri, 1999) e altrettan- to ineludibile diventa la conoscenza del paradigma PNEI.

− Il nostro sforzo è quello di costruire gli strumenti clinici per poter considerare tale livello e operare nell’ambito della Medicina e della Psichiatria.

A titolo di esempio sono da citare gli aspetti della P di PNEI inerenti il rappor- to medico-paziente, la compliance e l’aderenza alle terapie, l’effetto placebo e i fattori terapeutici aspecifici in Medi- cina, Psichiatria e Psicoterapia.

H.-H. Reckeweg ci ha insegnato che la malattia è da interpretare come la risul- tante tra una noxa patogena, fattori ambientali e reattività dell’individuo.

Secondo l’entità dell’aggressione e del- l’integrità del Sistema difensivo autolo- go, espressione dell’assetto psico-neu- ro-endocrino-immunologico, l’organi- smo manifesta quadri clinici differenti che si possono collocare sulla Tavola delle 6 Fasi.

Le caratteristiche mentali della PNEI so- no definite seguendo i gradi di reattività espressi da detta Tavola.

Nell’ambito del funzionamento della Psiche possiamo considerare che la reattività dell’organismo sia espressa a livello mentale dai meccanismi di difesa inconsci (Melcarne, 2019).

Pertanto, la malattia può essere interpre- tata come la risultante che scaturisce dall’interazione tra il trauma/stress (no- xa patogena), il contesto relazionale (fattori ambientali) e lo stile difensivo della personalità definito dai meccani- smi di difesa inconsci o dai difetti della funzione dell’Io (reattività dell’indivi- duo)1(TAB. 1).

I meccanismi di difesa, secondo il grado del trauma e dello stress percepito, pos- sono innescare un processo psichico di-

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fensivo che comporta il ripristino delle condizioni di equilibrio tramite l’adat- tamento alla realtà, oppure possono de- terminare condizioni di disagio e pato- logia con vissuti somato-psichico-emo- zionali e alterazioni comportamentali.

Possono essere considerati come parte del Sistema della Grande Difesa di Rec- keweg ad un livello mentale, aventi la funzione di gestire la quantità d’ango- scia nell’Apparato psichico che non de- ve mai arrivare a livelli “tossici” (Mel- carne, 2019) in quanto l’angoscia è per- cepita dalla mente primitiva del bambi- no come minaccia per la sopravvivenza ed è vissuta come catastrofe, mentre successivamente − nel corso dello svi- luppo − l’angoscia nell’Apparato psichi- co rappresenta un segnale di pericolo che attiva i meccanismi di difesa (Gad- dini, 1960; 1982; McWilliams, 1999).

− Il problema posto in termini di priorità etiopatogenetica tra fattori psicologici e fattori biologici sembra non portare ad una soluzione valida nè a livello teorico nè a livello clinico.

In effetti qualsiasi variabile appartenen- te ai fenomeni psichici induce modifi- cazioni biologiche obiettivabili a livello cerebrale.

Le modificazioni biologiche indotte da eventi psichici non si limitano al piano funzionale (ad esempio variazioni del turnover dei neurotrasmettitori), ma possono investire anche la struttura stes-

sa del cervello (Pancheri, 1999; Canali and Pani, 2003; Kandel, 2007; McEwen et Al., 2016).

L’encefalo possiede una plasticità ana- tomo-funzionale la cui struttura/compo- nente sinaptica e recettoriale può essere modificata da eventi non biologici di varia natura.

Questi ultimi possono incidere sulla fi- ne struttura encefalica se la loro azione è protratta nel tempo e in un modo co- erente, tramite un processo di appren- dimento. È valida altresì anche la situa- zione in cui sono le modificazioni strut- turali o funzionali del substrato encefa- lico a generare modificazioni del com- portamento, nei vissuti emozionali e nelle modalità di elaborazione intrapsi- chica dell’esperienza. Questa condizio- ne appare ovvia in situazioni come le lesioni neurologiche, l’assunzione di sostanze psicotrope, nelle demenze e nell’invecchiamento. Anche l’uso di far- maci come ansiolitici, antidepressivi e antipsicotici comporta la modifica di comportamenti, vissuti intrapsichici e percezione delle emozioni.

− Nella demenza di Alzheimer-Perusini i fenomeni neurobiopatologici nel corso del tempo comportano lo sviluppo di una condizione di neuroinfiammazio- ne; successivamente si evidenzia il dan- no neurodegenerativo (Montenero and Milani, 2019). Si verificano sovverti- menti anatomici e funzionali con deca-

dimento delle funzioni cognitive, emo- zionali e comportamentali.

− Gli eventi biologici e i processi psichi- ci sono collegati tra di loro in un rappor- to di “causalità circolare”, che si evi- denzia nelle maggior parte delle condi- zioni cliniche in cui lo scompenso sta- bile a livello comportamentale ed emo- zionale è sostenuto da una modificazio- ne strutturale che segue una fase di mo- dificazioni biologiche funzionali, indot- te − a loro volta − dal persistere di una condizione cognitivo-emotiva e di stili di vita non salutari (Pancheri, 1999).

La relazione Psiche-cervello è bidirezio- nale e il cervello è il principale destina- tario delle funzioni psichiche che emer- gono dai suoi circuiti.

Il fenomeno psicopatologico attuale è pertanto la risultante di una serie di con- dizioni di causalità circolare, ognuna delle quali nel tempo ha condizionato la successiva tra eventi biologici non le- gati all’attività mentale e processi biolo- gici connessi alle funzioni psicologiche (Taylor, 1993; Canali and Pani, 2003).

L’analisi della sequenza psicobiologica degli eventi è resa più difficile dal fatto che la sequenza stessa si è innestata al momento della nascita (dimensione sto- rica) e dalla considerazione che il cer- vello dell’uomo è il prodotto finale di un processo evolutivo durato milioni di anni e in cui coesistono strutture anato- miche comparse in epoche diverse per ottimizzare le risposte adattative ai fini della sopravvivenza (Milani, 2018 a; b).

Dal punto di vista biologico ed evolu- zionistico le emozioni assumono una valenza funzionale di natura non dissi- mile da quella del resto delle attività or- ganiche, diventando una delle espres- sioni dei processi biologici. Possono considerarsi come il versante psichico di un complesso di meccanismi biolo- gici in grado di confrontare gli stimoli provenienti dall’ambiente esterno e dai Sistemi corporei, in modo da poter or- ganizzare una risposta fisiologica e psi- co-comportamentale finalizzata all’a- dattamento (Canali and Pani, 2003).

− Anche nella Medicina psicosomatica la precedente nozione di psicogenesi è

Giorgio de Chirico

− Termopili, 1971.

Olio su tela.

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sostituita da modelli circolari e interat- tivi con sequenze somato-psico-soma- tiche, piuttosto che semplicemente psi- co-somatiche (Taylor, 1993; Biondi and Pancheri, 1999 a).

•Nel linguaggio della PNEI diremmo che ormoni, neurotrasmettitori e neuro- peptidi devono tradursi in pensieri, emo- zioni e comportamenti, e quindi consi- derare anche la direzione dei processi che dal Sistema Immunitario arrivano al livello della Psiche e del comportamen- to, coinvolgendo il Sistema Neuroendo- crino e il SNC (Raison and Miller, 2005;

Pariante, 2015; Milani, 2017).

− Dagli anni ‘80 del secolo scorso la Medicina psicosomatica si basa su un modello biopsicosociale di malattia;

pertanto con tale termine non si intende più la nozione obsoleta di psicogenesi (Engel, 1980; Lipowski, 1984).

Per la psicosomatica − in passato − il nodo centrale del rapporto mente/corpo era inquadrato soprattutto sotto l’aspetto delle relazioni tra vissuto delle emozio- ni e patologie somatiche eventualmente conseguenti, cercando di mettere in correlazione la specificità di contenuti psichici e dei correlati psicofisiologici rispetto ai quadri morbosi.

Successivamente la psicosomatica ha ri- formulato i suoi elementi epistemologi- ci che prendono in considerazione la natura complessa multifattoriale delle malattie, il ruolo dei vari livelli fattoriali, da quello molecolare a quello psicoso- ciale nei processi etiopatogenetici e le loro interazioni nella dimensione del tempo (Pancheri, 1995; Biondi and Pan- cheri, 1999 a), i difetti nella struttura psichica e non solo i conflitti intrapsi- chici (Taylor, 1993).

− Un forte impulso è stato dato alla comprensione della comunicazione del corpomente dai neuropeptidi presenti sia a livello del SNC sia in periferia nei diversi Sistemi organici, oltre che inte- ressare il Sistema Immunitario. Gli studi sullo stress, sulla Psiconeuroendocrino- logia e la scoperta dei neuropeptidi han-

chici e quindi rafforzando il concetto di causalità circolare e del paradigma PNEI.

LE EMOZIONI IN MEDICINA

− LA REAZIONE DI STRESS E LA PNEI

La definizione e la formulazione del concetto di stress rappresenta la possi- bilità di identificare in campo biologico l’esistenza di una reazione biologica unita a stimoli ambientali.

Per la prima volta veniva stabilita l’esi- stenza di una relazione tra stimoli ester- ni minacciosi e reazione interna dell’or- ganismo, dimostrabile e misurabile.

− Dalla sua prima formulazione ad ope- ra di Hans Selye nel 1936, il concetto di stress ha subito una progressiva evolu- zione, arrivando a sviluppare una Teoria integrata delle modificazioni comporta- mentali, psichiche e biologiche della reazione di stress e chiarendone le ca- ratteristiche adattative.

Eventi e situazioni stressanti sono stati rilevati frequentemente come fattori che precedono la manifestazione di disturbi psichiatrici (Raison et Al., 2006); in campo psicosomatico gli studi di Psico- fisiologia delle emozioni e dei correlati biologici dello stress hanno portato a identificare le funzioni dell'organismo sensibili agli stimoli emozionali e psico- sociali e a chiarire il loro ruolo in Medi- cina.

È stato meglio definito il ruolo dei pro- cessi psichici nello sviluppo delle ma- lattie anche in campo somatico (Biondi and Pancheri, 1999 a; b). L’evoluzione del concetto di stress rappresenta per- tanto un formidabile campo per lo stu- dio della causalità circolare e della se- quenza somato-psico-somatica a livello psicobiologico e clinico e consente di superare molti falsi problemi della Psi- chiatria, e più in generale della Medici- na. Nella sua formulazione più sempli- ce lo stress è definito come “la risposta aspecifica dell’organismo ad una richie-

− Si tratta di una risposta coordinata che coinvolge sia il comportamento sia la biologia dell’organismo per permettere un adattamento ottimale alle richieste e alle variazioni dell’ambiente esterno e interno.

•Il coordinamento della risposta biolo- gico-comportamentale avviene nel Si- stema Limbico dove sono presenti alcu- ni schemi di adattamento geneticamen- te programmati (attacco, fuga, cure pa- rentali, dominanza).

Nell’uomo lo sviluppo della corteccia e dei processi cognitivi ha reso la risposta di stress molto più modulata e mediata rispetto agli altri Mammiferi e si esprime con una serie di modificazioni biologi- che, comportamentali ed emozionali strettamente coordinate (Pancheri, 1999;

Milani, 2018 b). L’innesco di una rispo- sta biologica cerebrale centrale (modifi- cazione di neurotrasmettitori, neuro- peptidi, ecc.) ed espressa in periferia (modificazioni neuroendocrine e neu- rovegetative, metaboliche e immunita- rie), può essere indotta anche da stimoli di origine puramente intrapsichica o da stimoli di natura psicosociale.

I correlati biologici centrali e periferici dell’attivazione emozionale influenza- no l’elaborazione intrapsichica dell’e- sperienza, condizionando le risposte successive (Pancheri, 1995).

In tal modo le dimensioni biologica e psicologica appaiono strettamente con- nesse e reciprocamente influenzantisi.

Il modello dello stress presenta una se- quenza psiconeuroendocrina fonda- mentale: gli stimoli emozionali mediati cognitivamente attivano una reazione che dal SNC giunge ad agire sui Tessuti periferici e sul metabolismo, in modo da poter adattare continuamente le fun- zioni tissutali e metaboliche alle esigen- ze comportamentali, e viceversa.

Il modello dello stress consente di con- ciliare posizioni apparentemente con- trastanti, permettendo la coesistenza di interventi tecnicamente differenti ma che agiscono per vie diverse sul mede-

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pio Immunitario, Neurovegetativo e Neuroendocrino (Biondi, 1999; Raison and Miller, 2005; Pariante, 2015; Du Preez et Al., 2016; Bottaccioli et Al., 2018), che sono implicati nel manteni- mento dell’omeostasi organica e come collegamento tra risposte comporta- mentali, endocrine e autonomiche agli stimoli ambientali e interni.

La PNEI, pertanto, consente una vi- sione complessa, coerente e dinami- ca delle comunicazioni tra i vari Si- stemi fisiologici e il livello mentale, e la funzione psichica può essere rappresentata sulla Tavola delle 6 Fasi in modo da poterla integrare nella pratica clinica e in particolare nella Medicina bioregolatoria (BrSM) e nella Medicina Fisiologica di Rego- lazione (Melcarne, 2019; 2020).

I processi emotivi, nel loro realizzarsi, coinvolgono il corpo in maniera estesa e diffusa. Le reazioni emozionali sono correlate a cambiamenti nella fisiologia gici, psicoterapeutici (classici interventi

terapeutici nel campo della Psichiatria) e con medicinali low dose, in quanto tutti agiscono sul substrato biologico anche se con tempi, modalità e intensità diversi/e (Danieli, 2007; Kandell, 2007;

Milani, 2014; 2017; Turco and Turco, 2015; Melcarne, 2020).

− È molto probabile che tutti questi in- terventi terapeutici si riflettano sia su modificazioni cerebrali a livello di neu- romodulatori, neurotrasmettitori e neu- rotrofine, sia a livello periferico su Siste- mi come quello Immunitario, Neuroen- docrino e Metabolico (Canali and Pani, 2003; Szabo et Al., 2005; Raison et Al.

2006).

Gli eventi psicologici rappresentano l’e- spressione del funzionamento dei Siste- mi biologici; i processi di natura psico- terapeutica e psicopatologica possono portare sia a cambiamenti della micro- struttura del cervello (Pancheri, 1999;

Kandel, 2007; McEwen, 2017) sia a cambiamenti in altri Sistemi, ad esem-

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C.O.

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3

Neuroanatomia funzionale del Cervello PaleoMammaliano (Cervello Limbico) nell’uomo.

1-Amigdala (parzialmente enucleata da 4); 2-Ippocampo e Giro dentato; 3-Fornice; 4-Giro dell’Ippocampo (Lobo temporale profondo); 5-Giro del Cingolo; 6-Talamo (sezionato); 7-Nuclei del Setto (pellucido) accorpati; 8-Ipotalamo;

9-Setto pellucido; 10-Corpo calloso; 11-Tubercolo olfattivo. C.O. = Chiasma ottico.

– Riquadro: Proiezione sulla Corteccia cerebrale esterna dei Nuclei e relais costituenti il Cervello Limbico.

L. Milani, 2018 Sistema Limbico

e strutture coinvolte nell’attivazione emozionale nella reazione di stress.

TAB. 2

del Sistema Nervoso Autonomo, del Si- stema Immunitario, del Sistema Endo- crino e del metabolismo, e quindi in so- stanza dell’organismo in toto.

Pert sostiene che le emozioni si realiz- zano nel corpo piuttosto che soltanto nel cervello (Pert, 2005).

Le emozioni hanno un’origine evo- lutiva e − quindi − possono essere comprese a partire dal loro vantaggio selettivo.

Esse rappresentano un fenomeno della vita dove si dimostra la correlazione tra sfera biologica e dimensione psicolo- gica.

•La mente nelle sue dimensioni affetti- ve e cognitive emerge dall’insieme delle funzioni nervose come una qualità fun- zionale preposta alla regolazione del complesso delle azioni biologiche e comportamentali finalizzate all’adatta- mento e alla sopravvivenza subito dopo la nascita e successivamente nel corso

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dello sviluppo (Gaddini, 1980; Pancheri, 1999; Damasio 2003; Edelman, 2005).

Le emozioni sarebbero un mezzo atto a favorire il soddisfacimento più rapido dei bisogni dell’organismo per far fronte a cambiamenti significativi dell’ambien- te o di parametri biologici interni.

L’organismo mette in atto in maniera in- tegrata una vasta gamma di adattamenti in corrispondenza delle variazioni am- bientali e in generale per la soddisfazio- ne di una motivazione biologica con- nessa alla sopravvivenza.

Questi adattamenti si attuano mediante un’integrazione funzionale tra aggiusta- menti fisiologici ed espressioni compor- tamentali, e si associano nell’uomo al vissuto soggettivo delle emozioni.

La funzione delle emozioni sarebbe quella di consentire una più rapida e precisa valutazione della propria condi- zione interna e dell’ambiente esterno (Canali and Pani, 2003). Il vissuto psico- logico delle emozioni segnala che un determinato evento o un certo stimolo è rilevante e l’emozione rappresenta una sintesi psicobiologica tra esperien- ze interne e sensazioni esterne.

− In particolare, Damasio (2003) sostie- ne che le emozioni si accompagnano a risposte neurochimiche prodotte da un evento (reale o immaginario) con modi- ficazioni del corpo e del cervello e che costituiscono strumenti rapidi che con- sentono al cervello di valutare gli stati interni. Una valutazione emotiva e co- gnitiva dello stimolo che dipende anche dallo stile emotivo dell’individuo.

La valenza emozionale dell’evento per- mette una valutazione rapida tramite un

“marcatore somatico” che consente di riprendere l’esperienza passata, anche in modo inconscio.

Pertanto le conoscenze che possiamo memorizzare sono un insieme di emo- zioni e dati utili per la valutazione del

futuro. La valenza emozionale viene re- cuperata, in quanto si riferisce ad uno stato fisico associato all’evento tramite un marcatore somatico, e questo con- sente una valutazione rapida e sintetica del valore dello stimolo.

− Le emozioni, quindi, sono modalità del vissuto, a valenza cognitivo-emoti- va, personali, intime e vitali2.

REAZIONE DI STRESS: RUOLO DELL’ATTIVAZIONE EMOZIONALE E DELLA MEDIAZIONE COGNITIVA

Nel determinare la reazione di stress un ruolo decisivo è svolto dall’attivazione emozionale, attraverso le strutture del Sistema Limbico. L’attivazione del Siste- ma Neurovegetativo e degli Assi neu- roendocrini non è data dalla semplice esposizione agli stressor di per sé, ma dalla reazione emozionale indotta dagli stimoli stessi (Biondi and Pancheri, 1999 b). L’esposizione a stimoli pura- mente fisici e di tipo psicosociale pro- duce una reazione di stress perché in grado di attivare una significativa rea- zione emozionale.

La risposta dello stress estremamente complessa va adattata al tipo e intensità

2Secondo Damasio le emozioni sono risposte automatiche basate su programmi somatici; i sentimenti invece sono una registrazione mentale dell’emozione che richiede la partecipazione della memoria. Su questo si può trovare una concordanza con Gaddini sul primo sviluppo e costituzione della mente primitiva a partire dal corpo, che

dello stimolo (Pancheri, 1995).

Il significato della risposta multior- monale di stress è quello di permet- tere un miglior adattamento metabo- lico dell’organismo in condizioni particolari e favorire la sopravviven- za in condizioni di minaccia.

Il Sistema Limbico è il luogo di coordi- namento e di controllo della reazione di stress, insieme alle cortecce prefrontali.

La corteccia prefrontale e la corteccia cingolata attivano l’Asse HPA e il Siste- ma Simpatico-midollare del surrene, tramite le connessioni con l’amigdala e l’ipotalamo.

L’attivazione emozionale può essere in- terpretata come una reazione compor- tamentale e biologica integrata finaliz- zata all’adattamento dell’individuo alle mutate condizioni interne ed esterne.

Lo stress appare − quindi − nella doppia prospettiva biologica e comportamen- tale; nell’uomo si aggiunge la compo- nente mentale (TAB. 2).

Negli anni ‘70 del secolo scorso si è svi- luppata anche la ricerca sugli aspetti cognitivi e psicologici legati allo stress e sull’importanza della valutazione co-

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una risposta automatica secondo un modello operativo interno inconscio, appreso molto precocemente con lo sviluppo della relazione primaria e che condiziona l’approccio alle relazioni si- gnificative che la persona presenterà nel tempo.

Si sviluppano relazioni secondo gli stili di attaccamento sicuro, ambivalente, disor- ganizzato che hanno ripercussioni sul- l’Asse dello stress (Rocchi et Al., 2015).

L’attaccamento esercita importanti effetti biologici e sulla salute; l’attaccamento in- sicuro, che condiziona difetti di struttura psichica, costituisce un potente fattore di rischio non solo psicopatologico, ma an- che somatico tramite l’Asse dello stress e il Sistema Immunitario (Taylor, 1993).

La vicinanza con la figura di accudi- mento sembra essere collegata ai livelli di NGF (Turco and Turco, 2020).

In altro modo possiamo descrivere la ri- sposta dell’organismo come proposto da Damasio, secondo il quale l’emozio- ne si accompagna a modificazioni del corpo tramite il marcatore somatico che permette una valutazione rapida degli stati interni (vedi sopra). Infine, la risposta può essere descritta tramite i meccanismi di difesa legati alla dinami- ca dell’angoscia nell’Apparato psichico (Gaddini, 1960; Gabbard, 1995; 2015).

− In particolare, a livello della Psiche, l’angoscia e gli affetti segnale attivano nell’Apparato psichico meccanismi di difesa inconsci in modo da escludere dalla coscienza la tensione pulsionale e i conflitti non tollerabili; questa moda- lità sarà differente secondo lo stile di personalità (vedi nota 1, pag. 45).

L’attivazione dell’amigdala in risposta a pericoli “pensati” che si riscontra alla base dei vissuti d’ansia, genera una con- dizione di stress cronico che pone l’or- ganismo in uno stato di iperattivazione con sviluppo dei meccanismi di difesa a livello psichico.

gnitiva degli stimoli quale fattore deter- minante per l’innesco della reazione di stress, in particolare nei confronti di sti- moli di tipo psicosociale.

Prima di indurre la reazione di stress lo stimolo viene elaborato a livello del SNC attraverso processi di tipo cogniti- vo e in tal modo acquisisce una colori- tura emozionale. Noi attribuiamo un valore all’emozione e questa attribuzio- ne di valore condiziona la risposta in termini fisiologici e comportamentali (Damasio, 2003; Etkin et Al., 2015).

L’esposizione a stimoli che rappresenta- no una minaccia per la sopravvivenza produce una reazione di stress tramite l’attivazione emozionale; la valutazione cognitiva è decisiva per stabilire l’entità della reazione di stress (Biondi and Pan- cheri, 1999 b).

− Dobbiamo precisare che questa de- scrizione è per necessità schematica, in quanto le moderne ricerche sul ruolo dell’amigdala dimostrano sempre più l’attivazione di circuiti in cui si intrec- ciano l’elaborazione cognitiva di mi- naccia con il vissuto dell’emozione di paura per organizzare al meglio le ri- sposte difensive.

Gli stimoli non sono mai esclusivamente emotivi o esclusivamente cognitivi e si at- tivano contemporaneamente reti di fun- zioni percettive, di valutazione e di pro- grammazione motoria (LeDoux, 2016).

Questo concorda anche con quanto de- scritto da vari Autori sui meccanismi di difesa che sono processi inconsci a cui corrispondono sia le qualità dell’affetto (livello emotivo) sia la rappresentazione dell’affetto (aspetti più cognitivi).

Talvolta la risposta interna è inconscia e automatica e rispondiamo con una mo- dalità comportamentale e psichica che possiamo descrivere secondo differenti prospettive. Ad esempio, gli stili di at- taccamento di Bowlby condizionano

Nella Tavola delle 6 Fasi tali modalità sono rappresentate dalla reattività del- l’individuo; i diversi meccanismi di di- fesa possono essere compresi lungo un continuum dalla Fase di Reazione/Escre- zione alla Fase di Degenerazione/Dedif- ferenziazione (Melcarne, 2019; 2020).

− In tal modo, sulla Tavola delle 6 Fasi, si può avere una rappresentazione di ti- po biologico della funzione psichica espressa dai meccanismi di difesa in- consci integrata con le funzioni organi- che (vedi TAB. 1).

− In uno studio effettuato su genitori di ragazzi affetti da leucemia lo stress per la malattia del figlio produceva differen- ze a livello endocrino, secondo il tipo e l’efficacia dei meccanismi di difesa messi in atto dai genitori, espressione di una reattività differente legata alla mo- dalità con cui ciascun genitore affronta- va lo stressor (Biondi and Pancheri, 1999 b). In particolare, il diniego con- dizionava bassi livelli della risposta dell’Asse HPA.

A livello della Psiche e dei vissuti sog- gettivi i meccanismi di difesa inconsci indicano pertanto in che modo le emo- zioni vengono percepite, vissute e poi elaborate determinando la comparsa di stati cognitivo-affettivi coscienti, che concorrono nel determinare il compor- tamento e le modalità delle relazioni in- terpersonali.

Il manuale diagnostico e statistico dei Disturbi mentali (DSM IV-TR, 2001) ri- porta insieme alla valutazione multias- siale della condizione patologica anche la scala del funzionamento difensivo, definendo i meccanismi di difesa come reazioni dell’individuo nei confronti dei conflitti emozionali e dei fattori stres- santi interni ed esterni. I meccanismi di difesa, secondo il grado del trauma e dello stress percepito, possono innesca- re un processo psichico che comporta

3L’origine dei meccanismi di difesa risiede nel corpo, derivante dalla non soddisfazione dei bisogni fisiologici del neonato. Infatti, nello sviluppo evolutivo sec. Gaddini, le condizioni di minaccia sono rappresentate dalla realtà biologica interna che esprime bisogni corporei; il neonato “risponde” ad una situazione di minaccia con primitive risposte organiche puramente fisiche; successivamente si sviluppano risposte psicofisiche che connotano l’intervento della mente primitiva che si sta sviluppando (vedi quanto riportato circa il mericismo alla nota 2). In seguito, la mente primitiva attiva meccanismi psichici che si manifesteranno sempre più con caratteristiche mentali in modo che, nel corso dello sviluppo a livello della Psiche, si definisce la dinamica dei meccanismi di difesa inconsci. Durante il processo maturativo infantile uno degli scopi fondamentali del funzionamento psichico è quello di riuscire a neutralizzare le reazioni somatiche alle quali si associano sensazioni e tensioni penose e vissute come minaccia per l’integrità del Sé (Gaddini, 1969; 1980).

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N.d.R.

Le voci bibliografiche

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www.medibio.itLa Medicina Biologica.

La Redazione ringrazia gli editor dei siti web da cui sono state tratte le immagini di:

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https://www.huthwaiteinternational.com/horizons/how -should-we-deal-with-emotions-in-negotiation

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https://www.katarte.it/2015/01/giorgio-de-chirico-il- rinnovato-entusiasmo-nel-gioco-della-neometafisica/

giorgio-de-chirico-termopili/

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https://www.rinnovabili.it/ambiente/popolazione- mondiale-stress-idrico/

un vissuto soggettivo con disagio o pa- tologia con vissuti somato-psichico- emozionali oppure alterazioni compor- tamentali (Melcarne, 2019)3. 쏔

− La Seconda parte dell’articolo sarà pubblicata in La Medicina Biologica 2021/4.

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La Med. Biol., 2021/3; 43-51.

autore Dott. Rocco Melcarne – Specialista in Psichiatria

– Dirigente Psichiatra, Centro per la cura e la ricerca sui Disturbi dell’A- limentazione - ASL Lecce

– Psicoterapeuta – Psicoterapia psi-

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