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mi curo te di IL GESTO DI OGNUNO, PER IL PIANETA DI TUTTI

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Academic year: 2022

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Testo completo

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mi curo te di

IL GESTO DI OGNUNO, PER IL PIANETA DI TUTTI

TUTORIAL

Linee guida di approfondimento sulle FORESTE

per i docenti

delle scuole primarie e secondarie di primo grado

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Presentazione metodologica

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Gentile docente,

grazie per aver aderito anche quest’anno a MI CURO DI TE, il Programma Educativo Digitale creato da WWF con il supporto di SOFIDEL, l’azienda cartaria nota per il marchio Regina, a fianco di WWF nel programma Climate Savers per la riduzione volontaria delle emissioni di gas serra.

Il nostro grande obiettivo è aiutare gli insegnanti, gli studenti e, indirettamente, le loro famiglie, a capire meglio il mondo in cui vivono, cogliendo la complessità e l’interconnessione di problemi sociali, economici e ambientali rendendoli in grado di prendere decisioni e comportarsi in modo culturalmente adeguato e localmente significativo, per risolvere i problemi che minacciano il nostro futuro comune.

Il materiale del Programma Educativo Digitale MI CURO DI TE è composto da:

▶ una Lezione Digitale, che mira a problematizzare gli argomenti e fornire approfondimenti sulle connessioni tra il nostro stile di vita e il problema ambientale, con le possibili scelte e soluzioni stimolando l’attenzione degli alunni;

▶ un Tutorial di Approfondimento sul tema “Foreste” per gli insegnanti, che suggerisce al docente come sviluppare in classe l’argomento e fornisce proposte per farlo in modo coinvolgente per i ragazzi;un grande Concorso a Quiz on line, che verifica, attraverso il gioco, cosa si è imparato. In palio, per le 20 classi che avranno ottenuto il punteggio più alto, premi WWF e Regina.

▶ un grande Concorso a Quiz on line, che verifica, giocando, cosa si è imparato. In palio, per le 20 classi che avranno ottenuto il punteggio più alto, premi WWF e Regina.

Il presente Tutorial di Approfondimento sul “Tema Foreste” è la base per rispondere correttamente alle domande a risposta multipla del Concorso a Quiz.

Per MI CURO DI TE, la collaborazione tra WWF e Sofidel, nasce dalla volontà di investire nell’educazione di base per tutti, cioè investire in “capitale umano”, permettendo così alle persone di divenire capaci di trovare proprie e originali soluzioni ai problemi, di essere individui migliori e migliori membri della propria comunità.

Un impegno che richiede il contributo di tutti: dalle istituzioni, quelle scolastiche in primo luogo, al privato sociale e alle realtà produttive. Considerato l’impegno di Sofidel nella sostenibilità come fattore di crescita e innovazione, all’interno di questo tutorial sono state inserite alcune sezioni informative dedicate all’azienda e al suo impegno per la tutela della risorsa forestale.

Sofidel nel realizzare prodotti di qualità (carta per uso igienico e domestico) capaci di soddisfare le esigenze dei suoi clienti guarda all’ambiente e alle comunità in cui opera per garantire benefici duraturi e limitare i propri impatti negativi. Come realtà imprenditoriale del cartario, un settore energivoro, il cui processo produttivo richiede grandi quantità di acqua e materia prima di origine forestale, questo impegno, a livello ambientale, si traduce in rigorose politiche di limitazione delle emissioni climalteranti, salvaguardia dei patrimoni forestali, ottimizzazione dell’utilizzo della risorsa idrica. Una strategia attuata in molti casi su base volontaria, avendo sempre al fianco partner autorevoli e indipendenti per assicurare trasparenza, rendicontabilità e comparabilità dei risultati ottenuti, certificati anche da enti di parte terza.

Siamo convinti, del resto, che lo sviluppo sostenibile sia una sfida perseguibile solo attraverso la creazione di ampie reti di collaborazione fra istituzioni, imprese e organizzazioni non governative unite in un comune lavoro di promozione e sensibilizzazione.

A partire dai giovani, a cui più di tutti appartiene il futuro.

Questo programma educativo, realizzato ancora una volta in collaborazione con il WWF Italia, si propone di fornire informazioni puntuali e precise su un tema centrale anche per l’industria cartaria. L’auspicio è che possa contribuire, grazie anche al prezioso lavoro delle istituzioni scolastiche e dei professori, a far conoscere meglio i termini della sfida in corso e a promuovere un impegno sempre più ampio e partecipato a favore dello sviluppo sostenibile.

LUIGI LAZZARESCHI Amministratore Delegato Gruppo Sofidel

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Indice

...

1. Cos’è la foresta?

2. I biomi forestali a rischio 3. Il vero costo dell’olio di palma 4. L’ecologia della foresta

5. I servizi ecosistemici:

LA FORESTA SERBATOIO DI CO2 LA FORESTA E L’ACQUA

FORESTA E CLIMA

6. Le foreste italiane:

LA RETE NATURA 2000 FORESTALE

OASI WWF FORESTALI E DIRETTIVA HABITAT

7. L’habitat forestale

STUDIARE IL BOSCO

8. Certificazione forestale e della catena di custodia

FSC E ACQUISTI VERDI

9. REDD+Il WWF per le foreste 10. Bibliografia e sitografia

Alcune stime suggeriscono che la superficie forestale globale è diminuita di circa 1,8 miliardi di ettari negli ultimi 5000 anni; si tratta di una perdita pari a quasi il 50 per cento della superficie forestale attuale. L’umanità già migliaia di anni fa ha cominciato a sottrarre terreno alle foreste, con il fuoco, con strumenti primitivi e con il pascolo per facilitare l’attività di caccia e l’agricoltura, quest’ultima oggi è responsabile del 73% della deforestazione.

L’UOMO MODERNO però possiede una incomparabile capacità tecnologica, capace di produrre rapidi cambiamenti di uso del suolo su una scala molto vasta: anche se il tasso di perdita globale di terreno forestale è sceso da una media di 7,3 milioni di ettari l’anno degli anni ‘90 a 3,3 milioni di ettari all’anno nel periodo 2010-2015 (dati FAO, 2015), la deforestazione resta una questione di profonda preoccupazione (ONU, 2015).

Circa 1,6 miliardi di abitanti del pianeta sono dipendenti in vario modo dagli ambienti forestali, in particolare per il combustibile, per l’allevamento, per il cibo e le medicine: 350 milioni di persone vivono dentro o ai margini di foreste da cui traggono largamente di che sostenersi e, di questi, circa 60 milioni sono assolutamente dipendenti dalla foresta; 10 milioni di persone lavorano sulla gestione

Le foreste coprono oggi meno di 4 MILIARDI DI ETTARI DI TERRENO

avendone, tra l’altro, perduti 129 milioni solo nel periodo 1990-2015 (-3,1%) (dati FAO 2015).

100%

50%

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CURIOSITÀ

In Europa SOFIDEL è il secondo produttore di carta destinata all’uso igienico e il sesto a livello mondiale.

Per avere idea della quantità di materia prima, la carta, con la sua origine vegetale, solo nel corso del 2017 Sofidel ha acquistato 913.853 tonnellate di fibra vergine ADMT1 (il peso è misurato sul materiale essiccato con al massimo il 10% di umidità) un quantitativo decisamente significativo e composto esclusivamente da materia prima certificata con schemi di gestione forestale internazionalmente riconosciuti: il Gruppo ha infatti acquistato circa più del 61% di materia prima fibrosa vergine certificata FSC®, il 35%

certificata PEFC™ e il restante 4%

di materia prima classificata Legno Controllato FSC. Il 56% di materia prima è risultata proveniente dall’Europa, il 42% dal Sud America e il restante 2% dal Nord America.

1Air Dried Metric Tonn

Cos’è la foresta?

1

Anche se le foreste possono risultarci familiari, abbiamo ancora tanto da scoprire sulla loro ecologia e anche solo definirle non è affatto semplice:

scienziati, professionisti forestali, proprietari di boschi, imprese economiche, popolazioni indigene e diverse altre categorie si relazionano con esse in modo differente e a scala diversa, spinti da bisogni, interessi, legami e saperi dissimili. Tra le varie definizioni, una piuttosto semplice descrive la foresta come un elemento dominante del paesaggio terrestre, fisionomicamente caratterizzato dagli alberi che condizionano tutte le altre specie, vegetali e animali, legate a essi. La foresta però non è semplicemente un insieme di alberi: essa rappresenta un complesso ecosistema nel quale tutti gli organismi viventi e l’ambiente fisico danno luogo a un intreccio di relazioni di interdipendenza/interazione che avvengono in molti modi e con tempi diversi. La componente vivente della foresta inoltre, non è statica, ma è mutevole, ed è interessata da un ininterrotto dinamismo, sebbene l’ecosistema, nel suo complesso, si mantenga nel tempo, almeno finchè non variano fondamentali fattori ambientali.

Ai fini del monitoraggio della risorsa a livello planetario, una definizione di foresta è stata individuata dalla FAO (Food and Agriculture Organization) delle Nazioni Unite.

Per questa importante organizzazione un insieme di alberi può essere definito foresta se soddisfa tutti questi requisiti: misura almeno 0,5 ettari (pari a 5000 metri quadrati, ossia un’area poco meno estesa di un campo da calcio, per avere un’idea); gli alberi adulti sono alti almeno 5 metri e con la loro chioma, ombreggiano almeno il 10% del terreno sottostante; il loro uso risulta prevalentemente forestale. Parchi urbani, frutteti e altre colture arboree sono esclusi dalla definizione della FAO, perché si tratta di sistemi creati ex novo dagli esseri umani.

Al di là degli aspetti definitori, per una completa valutazione delle foreste del mondo, risulta infatti di grande importanza esaminare la condizione dell’ecosistema, il grado di sfruttamento umano e il valore dei beni e servizi.

Poiché quindi la stragrande maggioranza delle foreste del Pianeta è il risultato dei metodi e dell’intensità con cui sono state gestite dalle società, si riconoscono cinque grandi categorie di foreste che le classificano secondo il loro grado di naturalità:

1 2

3

4

5

Foreste primarie. Non presentano segni di manomissione legati alle attività umane.

Foreste naturali modificate. Genesi e rinnovazione sono del tutto naturali, ma risultano limitatamente modificate da modeste attività umane.

Foreste semi-naturali. La genesi è naturale, ma la rinnovazione può risultare assistita dall’intervento umano, che ne determina struttura, età e composizione per finalità legate allo sfruttamento.

Piantagioni. Sistemi artificiali, che spesso sostituiscono quelli naturali, composti da specie che naturalmente non originerebbero una foresta con quelle caratteristiche di composizione e struttura.

Altre superfici. Terreni degradati, coperti da altro tipo di vegetazione (erbacea e/o arbustiva), con qualche albero rado, ma non

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Una questione di relazioni e rappresentazioni

Far comprendere ai ragazzi la complessità e ricchezza delle rappresentazioni che l’uomo ha della foresta

Attività 1

OBIETTIVI DIDATTICI

MATERIALI

Cartoncini con immagini e definizioni di persone, professioni, legate alla foresta:

La guardia forestale che controlla che non si danneggi la foresta

Lo scienziato che la studia

Un agricoltore che vive ai limiti della foresta e vuole più terreno agricolo Il bracconiere che vuole cacciare fuori

dalla legge

Lo Yanomami che ci vive Il raccoglitore di funghi Lo scoiattolo

SVOLGIMENTO

Costruisca i cartoncini utilizzando immagini ritagliate dai giornali o stampate dal web. Riporti, sul retro di ciascuno, un breve testo descrittivo. Divida gli alunni in piccoli gruppi, chieda a ogni gruppo di eleggere un rappresentante/portavoce e gli assegni uno dei cartoncini realizzati. Stampi un foglio con le seguenti domande, da lasciare, come traccia, per l’attività.

• È un’attività/una condizione che si fa a tempo pieno?

• Si può fare tutto l’anno?

• Come si relaziona con la foresta (la usa per…, ci fa…)?

• Può creare danni alla foresta?

• Ha bisogno di un’attrezzatura particolare?

Lasci al gruppo 20 minuti per riflettere e confrontarsi sulle risposte. Scaduto il tempo, chieda ai rappresentanti/portavoce di condividere quanto emerso durante l’attività. Quando tutti avranno esposto le considerazioni raggiunte, provi a stimolare una riflessione di classe su quanto il significato della foresta cambi a seconda dell’utilizzo e dei punti di vista.

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I biomi forestali a rischio

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I grandi alberi hanno bisogno di molta acqua: così le foreste prosperano laddove le precipitazioni sono più abbondanti.

Le foreste tropicali, temperate e di conifere sono i 3 principali biomi forestali del mondo.

La maggior parte della perdita mondiale di superficie forestale negli ultimi 25 anni si è concentrata nel dominio climatico tropicale, dove il livello di povertà è molto alto. Al contrario, da diverso tempo sono in corso aumenti di superficie netta forestale nei domini climatici temperato e boreale, dove lo sfruttamento agricolo dei terreni si è piuttosto ridimensionato.

LE FORESTE PLUVIALI TROPICALI

sono quelle legate al clima caldo e umido che caratterizza l’Equatore, dove ci sono pochissimi cambiamenti stagionali e le piante non arrestano mai la loro crescita.

Queste foreste coprono meno del 7% della superficie terrestre, ma contengono almeno il 50% di tutte le specie animali e vegetali del mondo. Le specie arboree sono qui sviluppate verticalmente fino a raggiungere gli 80 metri di altezza: si possono distinguere diversi strati di vegetazione, formati da piante adattate a una diversa quantità di luce. Le foreste pluviali tropicali contengono molte risorse utilizzate dall’uomo: legname, frutta, noci, piante medicinali, gomma e altro. Esse contribuiscono a regolare, a livello globale, il clima e giocano un ruolo fondamentale nei cicli dell’azoto, dell’ossigeno e del carbonio. Sono anche luogo di vita di un gran numero di popoli indigeni e sono sottoposte alla pressione dell’agricoltura e dell’allevamento intensivo, dello sfruttamento minerario e forestale, soprattutto a carico di grandi multinazionali.

La preponderanza di materia prima costituita da cellulosa

vergine e la consapevolezza del ruolo che le foreste ricoprono per la protezione dell’ambiente globale e il mantenimento e l’arricchimento della biodiversità, ha spinto il GRUPPO SOFIDEL ad adottare una precisa politica degli acquisti di materia prima fibrosa, che si articola nei seguenti punti:

1. SOFIDEL condanna le pratiche di taglio illegale, la conversione di foreste naturali in piantagioni e si adopera affinché i propri fornitori siano in grado di mostrare la provenienza del legname utilizzato per la produzione della cellulosa

2. SOFIDEL si impegna a verificare, per quanto possibile, l’esistenza di conflitti sociali nei luoghi di origine del legname, evitando l’acquisto da tali aree, da zone protette o da organismi che siano stati oggetto di modifiche genetiche

3. SOFIDEL crede nei sistemi di gestione sostenibile delle foreste, certificati secondo schemi riconosciuti, credibili e basati sulla verifica di enti terzi indipendenti

4. SOFIDEL incoraggia i propri fornitori a certificare la fonte delle proprie risorse forestali e privilegia i fornitori in grado di esibire certificati di buona gestione forestale.

Allo scopo di valutare l’impatto delle proprie attività sulla biodiversità, SOFIDEL ha effettuato anche un calcolo volto a determinare la superficie dei siti produttivi che si trovano in prossimità di aree ad alto valore naturalistico.

Da tale analisi è emerso che i siti che si trovano ad una distanza inferiore a 3 Km da aree di tipo SIC e ZPS come definite dalla Dir. 92/43/CEE e dalla Dir.2009/147/ CE, occupano in totale una superficie pari a circa 194 ettari.

Tali siti, nel corso del 2017, non hanno generato impatti significativi sulla biodiversità e gli habitat.

CURIOSITÀ

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I biomi forestali a rischio

2

LE FORESTE TEMPERATE DECIDUE

occupano aree terrestri poste tra i tropici e le regioni polari in entrambi gli emisferi.

Con quattro stagioni distinte e un inverno ben definito, il clima è moderato e la stagione di crescita delle piante dura fino a 6 mesi. Si compongono di un mix di alberi che appartengono a tre gruppi principali:

1

alberi decidui, che perdono le foglie in autunno (come aceri, querce e faggi);

2

alberi di conifere, che hanno i semi che si sviluppano in coni e portano aghi, chiamati anche sempreverdi, perché mantengono il colore verde per tutto l’anno (come pini, abeti e cedri);

“La foresta: viverla per capirla”, 1983, WWF Svizzera

3

sempreverdi a foglia larga (come agrifoglio e leccio) che hanno piatte foglie coriacee che non cadono in inverno.

Come per le foreste pluviali tropicali, le piante delle foreste decidue crescono in strati: alberi ad alto fusto e piccoli alberi e arbusti che coprono il sottobosco. Poiché il sottobosco riceve però più luce di quello di una foresta pluviale, piante come felci, erbe, muschi crescono abbondanti.

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I biomi forestali a rischio

2

LA FORESTA BOREALE

si trova infine alle alte latitudini, solo nell’emisfero settentrionale, dove il clima è molto freddo e il periodo di crescita delle piante molto breve, concentrato nei mesi estivi (presenza quasi costante della luce e grandi quantità di precipitazioni).

La foresta boreale è il più esteso ecosistema terrestre del mondo e copre in parte Alaska, Canada, Scandinavia, Russia, Kazakistan, Mongolia e Giappone.

Allo scopo di valutare l’impatto delle proprie attività sulla biodiversità, SOFIDEL ha effettuato un calcolo volto a determinare la superficie dei siti produttivi che si trovano in prossimità di aree ad alto valore naturalistico. Da tale analisi è emerso che i siti che si trovano ad una distanza inferiore a 3 Km da aree di tipo SIC e ZPS come definite dalla Dir. 92/43/CEE e dalla Dir.

2009/147/ CE, occupano in totale una superficie pari a circa 194 ha.

Tali siti, nel corso del 2015, non hanno generato impatti significativi sulla biodiversità e gli habitat.

Queste foreste costituiscono la fonte più importante al mondo di legno di conifere.

Abete rosso e bianco dominano le foreste del Nord America, Europa settentrionale e Siberia occidentale, mentre i larici sono comuni nelle foreste della Siberia. In queste foreste, la biodiversità è ridotta (ossia ci sono solo poche specie), ma le specie che lì vivono, si trovano solo in questi ecosistemi (il livello di endemismo è infatti alto).

CURIOSITÀ

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Istantanee dalle foreste

• Far emergere i vissuti e le conoscenze degli studenti rispetto al tema

• Far emergere la complessità dell’ambiente trattato e della relazione tra uomo e foreste

Attività 2

OBIETTIVI DIDATTICI

MATERIALI

1 PC portatile collegato a lavagna digitale o proiettore

8 immagini digitali inerenti foreste (pinete, foreste tropicali, foreste mediterranee…) 8 immagini digitali relative alla relazione tra uomo e foreste (popolazioni indigene, rimboschimenti, deforestazione, incendi...) 4 immagini digitali in cui la foresta

condiziona la vegetazione, la fauna e le attività umane (animali caratteristici...) 1 foglio e 1 penna per ciascuno studente 1 colonna sonora collegata alle foreste

(“Pierino e il lupo” di Prokof’ev, “Peer Gynt”

di Grieg o altro)

SVOLGIMENTO

Crei una presentazione con tante videate quante sono le immagini prescelte. Le mescoli in modo che non seguano una sequenza logica.

Avvii una musica di sottofondo, ispirata ai boschi e alle foreste (ad esempio “Pierino e il lupo” di Prokof’ev o “Peer Gynt” di Grieg) per evocare suggestioni ed emozioni e mostri la presentazione agli studenti.

Al termine della proiezione, chieda ai ragazzi di scrivere le prime tre parole che i suoni e le immagini avranno suscitato.

Seguendo l’ordine alfabetico (escamotage necessario per superare l’imbarazzo che potrebbe innescarsi di fronte a una richiesta di esternazione delle proprie emozioni), inviti ogni membro della classe a condividere, con il gruppo, quanto riportato sul foglio.

Senza aggiungere nulla, registri ciò che sarà emerso. Quando tutti avranno condiviso le proprie osservazioni, cerchi di evidenziare, con i ragazzi, i concetti, le connessioni, i raggruppamenti tematici, le contrapposizioni esposti e inneschi una discussione, iniziando così a

“ragionare” sulle foreste.

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Le foreste e l’olio di palma: quali connessioni?

3

Una delle principali problematiche ambientali a scala globale è la scomparsa di vaste superfici di foreste.

La perdita di foreste tra il 2010 e il 2015 (la maggior parte delle quali, è bene sottolineare, erano di tipo naturale) è stata compensata in parte da una combina- zione di espansione naturale, dovuta spesso all’abbandono di terreni agricoli (2,2 milioni di ettari l’anno) e alla creazione di foreste esito di nuove piantumazioni (3,1 milioni di ettari l’anno).

Il fenomeno non è distribuito uniformemente sul Pianeta. Nei Paesi tropicali, tra il 2000 e il 2010, è stata registrata una perdita netta(1) di superficie forestale pari a 7 milioni di ettari l’anno mentre i terreni agricoli hanno registrato un guadagno netto di 6 milioni di ettari l’anno. La più grande perdita netta di foreste e di guadagno netto di terreni agricoli, nel periodo considerato, sono avvenuti nei Paesi dove i redditi sono più bassi. L’agricoltura commerciale su larga scala, a fini di commercio internazionale, è causa di circa il 40% della deforestazione nelle aree tropicali e subtropicali del Pianeta, l’agricoltura locale di sussistenza impatta sulle foreste per il 33%, le infrastrutture per il 10%, l’espansione urbana per il 10% e l’estrazione mineraria per il 7%. Esempi di produzioni agricole intensive destinate al commercio internazionale sono soia, ananas, banane, caffè, zucchero e olio di palma.

L’OLIO DI PALMA

è presente in una grande quantità di prodotti, dai cosmetici ai saponi, dalle margarine ai dolciumi confezionati, dai prodotti da forno alle merendine, sebbene la gran parte sia destinata alla produzione di biocombustibili. Il 90% delle palme da cui si ricava l’olio è coltivato in Malesia e Indonesia, isole con le foreste tropicali tra le più ricche di biodiversità del Pianeta, in cui vi è una relazione diretta tra la coltivazione delle palma da olio e la deforestazione. Stime indicano che tra il 1990 e il 2005, il 55-60% dell’espansione della palma da olio in Malesia e Indonesia si sia verificato a scapito delle foreste vergini. Solo in Indonesia, dove è presente la terza più grande foresta tropicale al mondo, per far spazio alla monocoltura della palma da olio sono stati distrutti, in poco più di dieci anni, tra il 2000 e il 2012, 6 milioni di ettari di foresta, un’area che equivale all’incirca all’Irlanda e solo nel 2015 nel Sud Est asiatico sono stati persi 2,7 milioni di ettari di foreste. L’abbattimento delle foreste contribuisce alle emissioni di gas serra, responsabili dei cambiamenti climatici in atto, e alla riduzione delle popolazioni di numerose specie vegetali e animali, alcune delle quali oggi sull’orlo dell’estinzione. Inoltre, la perdita di foresta è destinata a proseguire in entrambi i Paesi, alla luce dell’ulteriore prevista espansione dell’industria dell’olio di palma, se non si invertirà quanto prima questa tendenza.

La produzione dell’olio di palma può, però, ridurre il proprio impatto sull’ambiente: molte importanti aziende hanno assunto l’obiettivo di applicare migliori pratiche di gestione capaci di garantire benefici economici e sociali senza minacciare la biodiversità e le foreste, applicando criteri rigorosi in ogni fase della produzione. Il WWF è impegnato da anni nel promuovere standard e migliori pratiche per rendere più sostenibile la produzione di questa risorsa.

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Impariamo a leggere le etichette!

A CACCIA DI OLIO DI PALMA

• Imparare a leggere le etichette in modo critico e consapevole

• Verificare l’attuazione, in Italia, del Regolamento FIAC

Attività 3

OBIETTIVI DIDATTICI INTRODUZIONE

Imparare a leggere le etichette dei prodotti alimentari (prodotti da forno, dolciumi confezionati, merendine) ci fornisce informazioni che ci aiutano a scegliere in modo consapevole a favore della nostra salute e dell’ambiente. Fino a qualche anno fa l’olio di palma veniva citato nelle etichette all’interno della dicitura “grassi vegetali”. Dalla fine del 2011 però, il Parlamento e il Consiglio europeo hanno adottato il regolamento (UE) n. 1169/2011, relativo alle informazioni che devono essere riportate sulle etichette dei prodotti alimentari (conosciuto anche con la sigla FIAC). Il regolamento è entrato in vigore il 12 dicembre 2011 ed è stato adottato a partire dal 13 dicembre 2014, a eccezione delle disposizioni relative alla dichiarazione nutrizionale, che sono applicabili a partire dal 13 dicembre 2016. Molte aziende, però, hanno anticipato alcune norme come, ad esempio, la sostituzione della parola grassi vegetali con il nome preciso

Faccia portare a scuola confezioni o i soli imballaggi di: margarine, merendine, biscotti, snack dolci e salati.

Chieda agli studenti di analizzare le etichette dei prodotti, rilevando la descrizione degli olii e grassi vegetali presenti.

Ponga le seguenti domande e le riporti alla lavagna:

• Quali e quanti prodotti dichiarano di contenere olio di palma?

• Quali dichiarano di non contenerlo?

• Quali sono gli altri oli dichiarati?

• In quali quantità sono presenti (in percentuale o in ordine di prodotto)?

SVOLGIMENTO

Quaderni per poter scrivere e prendere appunti

Una penna

MATERIALI

MATERIALE UTILE: http://ec.europa.eu/dgs/health_food-safety/information_sources/docs/ca/how_to_read_label_2007_it.pdf

Chieda poi a ciascun studente di rispondere, scrivendo quanto rilevato.

Quando tutti avranno concluso, avvii una riflessione su quanto l’Olio di Palma sia presente sulle nostre tavole.

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I consumatori primari mangiano parti dei produttori primari, ottenendo da essi l’energia, che in parte usano e in parte conservano. I consumatori secondari traggono l’energia immagazzinata nei consumatori primari nutrendosi di essi. I decompositori consumano la restante energia e spezzano le molecole organiche costituenti i resti di tutti i componenti della catena alimentare. Due semplici esempi di catene alimentari potrebbero essere rappresentati dai seguenti elementi:

L’ecologia della foresta

4

L’energia è così catturata e trasformata in energia chimica dal processo di fotosintesi clorofilliana. Solo il continuo flusso di energia dal sole permette il funzionamento ininterrotto dell’ecosistema. Poiché una pianta non può prescindere dall’esporre alla luce le sue foglie, in quelle che vivono costantemente in una situazione di luce scarsa intervengono alcuni adattamenti morfologici, fisiologici e anche comportamentali, p.e. foglie larghe, piatte e orientate orizzontalmente a intercettare quanta più luce possibile. La luce determina anche la dinamica della foresta. Quando un albero crolla una luce più intensa raggiunge temporaneamente il suolo. Di conseguenza s’innesca una competizione tra piante il cui seme germina per crescere verticalmente verso la volta. Alle medie e alte latitudini la luce governa anche le stagioni del bosco: quando le giornate sono corte e la temperatura bassa, la quantità di luce risulta insufficiente e la fotosintesi si interrompe. Le foglie, a eccezione di quelle delle conifere, cambiano colore e cadono. Torneranno a crescere solo la primavera successiva, quando il giorno si sarà allungato ma, appena prima che ciò avvenga, le piante erbacee del sottobosco s’impegneranno a completare rapidamente il loro ciclo riproduttivo, sfruttando il breve periodo di innalzamento

Le piante per crescere utilizzano anche diverse altre sostanze presenti principalmente nel terreno e assorbite dalle radici. La cellula vegetale si procura l’energia necessaria per la vita e la crescita grazie ai prodotti della fotosintesi che, tramite un processo di ossidazione chiamato respirazione, sono ritrasformati in acqua e anidride carbonica utilizzata per costruire nuovo materiale vegetale. Gli alberi appartengono alla categoria dei produttori primari, coprendo un ruolo che è posto all’inizio della catena alimentare.

La fissazione di energia in un ecosistema forestale inizia con l’apporto di essa da parte del sole, intercettata in gran misura dallo strato più denso e alto formato dalla chiome degli alberi.

FOGLIA

DI FAGGIO CERVO LUPO FOGLIA DI SALICE

BRUCO

NATRICE RANA VOLPE

Catene alimentari

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L’ecologia della foresta

4

Una rete alimentare è un insieme di catene alimentari interconnesse.

Energia e materie circolano all’interno di un ecosistema grazie alle reti alimentari.

L’energia trasferita da un componente a un altro non è tutta quella incorporata dal primo, perché buona parte è stata trasformata per muoversi, respirare, mantenere l’attività cardiaca eccetera. Nella piramide alimentare mediamente solo il 10 per cento dell’energia acquisita dal componente che precede è trasferita al componente che succede.

La conservazione della biodiversità forestale è un problema complesso, perché le conoscenze relative alla biologia e all’ecologia delle singole specie e alle interazioni tra di esse e con l’ambiente in cui vivono sono ancora scarse, in particolare rispetto alla continua pressione umana provocata da una molteplicità di interessi economici che agiscono senza una chiara consapevolezza delle conseguenze. Un esempio tipico è la modificazione dei cicli biogeochimici. Gli elementi chimici essenziali per la vita, che si trovano nell’ambiente (terra, acqua, aria e suolo) tendono a circolare nell’ecosistema foresta seguendo percorsi ciclici, dall’ambiente agli organismi e di nuovo all’ambiente stesso, seguendo percorsi più o meno circolari che prendono il nome di cicli biogeochimici. “Bio” è il suffisso che si riferisce agli organismi viventi e “geo” il suffisso che si riferisce alle rocce, al suolo, all’aria e all’acqua.

Equilibrio ecologico- “La foresta: viverla per capirla”, 1983, WWF Svizzera

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Tutti nel bosco!

• Valorizzare le fase preliminari e conclusive dell’uscita didattica

• Preparare l’uscita creando curiosità e aspettative

• Recuperare le scoperte fatte e le metodologie apprese evidenziando il loro utilizzo e connessione con la vita di tutti i giorni

Attività 4

OBIETTIVI DIDATTICI

MATERIALI

Per ogni gruppo:

1 mappa

1 smartphone o tablet con collegamento web, 1 macchina fotografica, 1 taccuino,

1 matita,

delle scatole o dei sacchetti per la raccolta di reperti

SVOLGIMENTO

La preparazione dell’uscita viene fatta per far emergere le conoscenze e le fantasie dei ragazzi sull’ambiente che verrà visitato e per preparare all’uscita stessa. Proponga ai ragazzi, divisi in piccoli gruppi, di disegnare o descrivere il contesto e richieda di inserire informazioni relative a come è fatto, chi ci vive, cosa si può vedere di interessante, che colori e suoni avrà. I disegni e/o le descrizioni potranno essere illustrate dai vari gruppi a tutta la classe. Una volta terminata l’esposizione, stimoli la discussione evidenziando similitudini e differenze tra le varie rappresentazioni degli alunni. Le domande emerse verranno verificate sul campo.

Raccolga con la classe informazioni geografiche, topografiche e geomorfologiche del sito. Per la comprensione del bosco durante l’uscita si dovranno ricavare: l’altitudine, l’esposizione e la pendenza del versante, l’accidentalità/morfologia del terreno, le caratteristiche geologiche e altri dati utili (es. presenza di frane o di strade).

Indaghi, poi, con i ragazzi quali saranno le condizioni meteorologiche del posto per decidere come equipaggiarsi. Dedichi attenzione alla scelta dell’abbigliamento più adatto (comodo, mimetico, comunque a strati, ecc.), alle strumentazioni (macchina fotografica, taccuino, matita, scatolette per la raccolta di tracce e reperti ecc.), alla preparazione dello zaino, alla scelta di cibi e bevande; tutti elementi che fanno parte dell’avventura e sono fonte di apprendimento. La preparazione dell’escursione didattica può, per esempio, far prendere coscienza “in diretta” del valore delle risorse nel momento in cui diventano obbligatoriamente limitate: nello zaino può essere portato solo un numero ridotto di oggetti e provviste, la scelta ponderata di cosa sia davvero utile è fondamentale. Consente poi di riflettere e prevenire la produzione di rifiuti, poiché i resti di cibo e gli imballaggi dovranno essere riportati al luogo di partenza per essere smaltiti in modo idoneo; è importante scegliere prodotti che non si trasformino in inutili rifiuti e evitare spontaneamente i prodotti usa e getta (ne è un esempio l’acqua nella borraccia al posto delle bibite in lattina).

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Tutti nel bosco!

Attività 4

IL RITORNO A SCUOLA:

Con i ragazzi organizzi la sistemazione dei materiali (immagini, reperti) e le osservazioni raccolte.

La documentazione dell’uscita può seguire il percorso fatto e l’ordine cronologico dell’escursione, incollando gli elementi osservati (foto, disegni, oggetti naturali) lungo la mappa del percorso, o essere tematizzata suddividendo minerali, vegetali (foglie, semi) ed eventuali tracce che andranno incollati su cartelloni o raccolti in cestini e altri espositori. Un’altra suddivisione può comprendere tutte le componenti osservate del bosco divise negli strati che caratterizzano le foreste, posizionando gli elementi trovati su una grande foto o un disegno di foreste, ad altezze diverse a seconda dello strato cui appartengono (erbaceo, arbustivo e arboreo).

Un’unica uscita produce stimoli su cui si può lavorare a lungo memorizzando quanto appreso e facendolo diventare oggetto di approfondimenti su come si osserva la natura, anche in città.

Il recupero dell’attività ha infatti un altro significato IMPORTANTISSIMO: l’uscita non deve diventare l’evento straordinario, in un luogo ritenuto unico e in cui si trova,

“soltanto lì”, la natura. Deve

piuttosto fornire gli strumenti

e il metodo per osservare la

natura a scuola, nel quartiere, in

città, mantenendo l’approccio

del “naturalista”, attento e

curioso, aperto alla scoperta,

capace di stupore anche nel

proprio quotidiano.

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I servizi ecosistemici forniti dalle foreste

5

LA FORESTA E IL CLIMA

Con la FOTOSINTESI l’albero utilizza elementi naturali quali anidride carbonica (CO2), acqua ed energia solare, per produrre grandi quantità di biomassa (legno, foglie) e il “rifiuto” del processo produttivo in oggetto è l’ossigeno! Nello stesso tempo, gli alberi “respirano” e quindi emettono CO2. Le foreste nella fase di crescita producono più ossigeno rispetto all’emissione di CO2. Anche le foreste composte di alberi adulti, quindi, con accrescimento in volume molto ridotto, hanno un bilancio tra CO2 e ossigeno a favore di quest’ultimo.

Mediamente, nel corso di un anno, un ettaro di foresta assorbe da 5 a 10 tonnellate di CO2, mentre rilascia tra 10 e 20 tonnellate di ossigeno.

La CO2 è un gas definito “serra” perché capace, insieme ad altri gas, di produrre un effetto serra che permette di mantenere l’energia solare e quindi il calore sulla Terra ad un livello tale da permettere lo sviluppo della vita. L’aumento di questo gas, però, prodotto dall’accelerazione dell’uso di combustibili fossili provoca il noto surriscaldamento del Pianeta. Così, quando gli alberi utilizzano la CO2 per la fotosintesi, essa è effettivamente rimossa dall’atmosfera, contribuendo a ridurre la velocità del cambiamento climatico. Gli alberi sono infatti chiamati “serbatoi del carbonio” in quanto convertono il gas CO2 in una forma solida che è il

LA FORESTA E L’ACQUA

Le foreste trattengono la neve in inverno e la rilasciano lentamente nei fiumi e torrenti durante lo scioglimento primaverile. Questo impedisce un rapido deflusso dell’acqua che può causare gravi inondazioni. Nelle altre stagioni, la pioggia colpisce la copertura vegetale, riducendo la sua forza e diminuendo la tendenza a erodere il terreno.

Le foreste sono molto importanti anche per il filtraggio dell’acqua, che cadendo come precipitazioni, può essere assorbita lentamente dal terreno per poi diventare una risorsa immagazzinata in forma di acque sotterranee. Il terreno, l’ombra e i materiali organici accumulati sotto gli alberi contribuiscono a trattenere l’umidità in modo che possa essere assorbita e quindi oltre a ricostituire le acque del sottosuolo, può essere a lungo assorbita dalle piante.

IL CLIMA DELLA FORESTA

Gli alberi raffreddano l’aria intorno a loro attraverso la traspirazione, sfruttando l’energia del sole per far evaporare l’acqua contenuta nelle loro foglie. Inoltre, l’ombra fornita raffredda l’aria circostante e il terreno, che aiuta a raffreddare complessivamente la temperatura della Terra. In altri casi, specialmente nelle foreste boreali e dei climi freddi, le foreste funzionano da isolante termico, bloccando i forti venti e trattenendo calore al loro interno. Ciò permette a numerose piante, mammiferi, uccelli e specie d’insetti di sopravvivere dove altrimenti, senza foreste, le condizioni sarebbero troppo proibitive. Le foreste hanno un impatto positivo anche sulla qualità dell’aria. Alcune specie sono in grado di catturare e filtrare gli inquinanti atmosferici. La foglia cattura anche la polvere prodotta dalle attività industriali prima che sia dilavata dalla pioggia. Ogni albero ha una superficie fogliare di diverse centinaia di metri quadrati, così migliaia di ettari di foglie funzionano come filtri, purificando l’aria che respiriamo.

ANIDRIDE CARBONICA OSSIGENO

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L’uomo che piantava gli alberi

• Prendere consapevolezza dei servizi che la foresta offre all’uomo

Attività 5

OBIETTIVI DIDATTICI

MATERIALI

Un libro di narrativa “L’uomo che piantava gli alberi” (titolo originale:

L’homme qui plantait des arbres).

La storia di Elzéard Bouffier, in un racconto allegorico di Jean Giono, pubblicato nel 1953.

Il film di animazione tratto dal libro del 1987, di Frédéric Back che vinse numerosi premi, fra cui il Premio Oscar per il miglior cortometraggio d’animazione.

Un film documentario “Il sale della terra” (titolo originale: The Salt of the Earth), film del 2014 diretto da Juliano Ribeiro Salgado e Wim Wenders e un documentario.

SVOLGIMENTO

ll libro, il cortometraggio in animazione e il documentario evidenziano quanto l’assenza della foresta comporti conseguenze sull’ambiente legate alla presenza di acqua, di animali e incida sulla povertà e il livello di benessere dell’uomo. Allo stesso tempo, evidenziano quanto l’uomo possa fare per ricreare la foresta e come grazie a questa, sia possibile far tornare l’acqua, gli animali, anche i più rari e il benessere per la comunità umana. Legga il libro o proietti il cortometraggio (adatti ai più giovani) o il film/documentario (più adatto alle classi della scuola secondaria) commentandoli con i ragazzi attraverso l’utilizzo di queste domande:

• Cosa succede quando la foresta viene tagliata? Cosa accade al suolo, all’acqua di falda, agli animali e all’uomo?

• Cosa viene fatto da Elzéard Bouffier (ne L’uomo che piantava gli alberi) o dalla famiglia Salgado (in Il sale della Terra) per far rinascere la foresta? Con quali tempi la foresta torna?

• Il libro e/o i film fanno capire cosa succede al suolo, all’acqua di falda, agli animali e all’uomo con il ritorno della foresta?

INTRODUZIONE

Le foreste offrono, quindi, molti benefici al genere umano: aria pulita e acqua, regolazione del clima, difesa dalle frane e dalle alluvioni e altro ancora. Tutte ricadono nella definizione di servizi ecosistemici.

Per far visualizzare dai ragazzi uno di questi servizi può usare la scheda di lavoro 8 sul dissesto idrogeologico delle Schede di approfondimento sul tema ACQUA (prima annualità di questo progetto). Con questa scheda però proponiamo di usare l’arte per trattare questo tema.

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Le foreste italiane

6

L’Italia conta numerosi tipi di foresta legati agli ambienti costieri, planiziali, collinari e montani. La presenza di catene montuose, la collocazione della penisola nel Mediterraneo e l’influenza del mare sul suo clima, l’estensione latitudinale, la diversità geologica e i passati eventi climatici, quali le glaciazioni, implicano una cospicua diversità dalla Sicilia alle Alpi. I boschi italiani sono abitati da tante specie tipiche, anche di elevato valore conservazionistico.

Dal 1970 al 2015 la superficie nazionale coperta da foreste è aumentata di 3,5 milioni di ettari. Nel 1985 le foreste occupavano 8.675.000 ettari, passando nel 2015 a ben 10.982.013 ettari (fonte: Inventario Nazionale Forestale). Oltre un terzo del territorio italiano è quindi occupato da foreste e la regione con la maggior percentuale di boschi è la Liguria, che nel 2015 ha avuto quasi i 3/4 del suolo coperti da foreste. Per ogni cittadino italiano si contano circa 210 alberi. La crescita dei boschi è continuata a ritmo costante, ma questo aumento non è dovuto a un calo della cementificazione (cresciuta nello stesso periodo di 1,5 milioni di ettari), bensì all’abbandono di pascoli e del terreno agricolo meno produttivo (circa 5 milioni di ettari).

L’allevamento tradizionale ha subito una notevole contrazione, inoltre l’agricoltura moderna, utilizzando soprattutto i terreni delle zone pianeggianti e collinari, la meccanizzazione e l’uso di prodotti chimici, sta producendo molto più di un tempo, occupando meno suolo. Considerando non solo l’estensione, ma anche la qualità dell’ecosistema, la maggior parte dei boschi italiani si presenta evidentemente co- evoluta e spesso molto modificata dalle società umane, da un punto di vista strutturale e della composizione specifica, essendo stati destinati perlopiù a produrre legna per riscaldare, cucinare e per permettere processi industriali. In Italia, come in altri Paesi mediterranei, una notevole minaccia è l’aumento della frequenza, per mano umana, degli incendi disastrosi, favoriti da situazioni meteorologiche critiche, con prolungata siccità, alte temperature e venti forti.

Altre minacce notevoli sono:

• l’espansione delle aree urbanizzate e delle infrastrutture, con conseguenti fenomeni di frammentazione;

• l’isolamento e l’accresciuta vulnerabilità di alcuni tipi di habitat forestali, soprattutto costieri, ripariali e planiziali;

• l’espansione di alberi appartenenti a specie non originarie del luogo e invasive a scapito di quelle tipiche del territorio.

1 3

LIGURIA=

regione con la maggior percentuale di boschi rispetto alla sua superficie

210

LIGURIA (62,5%) = regione con la maggior percentuale di boschi rispetto alla sua superficie

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Le foreste italiane

6

LA RETE NATURA 2000 FORESTALE

La Direttiva Habitat rappresenta uno dei principali strumenti normativi per la conservazione della biodiversità in Europa. Per raggiungere gli obiettivi della Direttiva, l’Europa si è dotata di una specifica rete di Siti (Rete Natura 2000) con la quale conservare specie animali e vegetali caratteristiche. L’Allegato I alla Direttiva Habitat indica 9 macro categorie di habitat. Quella con il maggior numero di habitat è rappresentata dalle “Foreste”, ne conta ben 40 tipi distribuiti in 5 sottocategorie: foreste dell’Europa temperata, foreste mediterranee caducifoglie, foreste sclerofille mediterranee, foreste di conifere delle montagne temperate, foreste di conifere delle montagne mediterranee e macaronesiche. Le foreste sono la macro categoria di habitat maggiormente presente in Italia, sia numericamente sia per estensione; coprono buona parte del territorio nazionale, fatta eccezione per alcune zone della Pianura Padana e della Puglia.

Le zone con una maggiore abbondanza di habitat forestali (fino a 13) si collocano sulle Alpi Marittime, sulle Alpi Orientali e lungo la dorsale calabrese.

OASI WWF FORESTALI E DIRETTIVA HABITAT

Secondo l’ultimo censimento realizzato nell’ambito della Direttiva Habitat, in Italia si contano 40 habitat forestali, di cui 9 “prioritari” per il loro stato di conservazione. Alcuni sono tipici dell’Appennino, come i “Faggeti con Tasso e Agrifoglio”, i “Faggeti con Abete bianco” e i “Faggeti con Abete dei Nebrodi” e le “Foreste sud-appenniniche ad Abete bianco”.

Anche il WWF Italia contribuisce a conservare foreste rare e minacciate attraverso l’istituzione e gestione di Oasi. La foresta mediterranea di Arcosu in Sardegna, il bosco di Rocconi in Toscana, il bosco planiziale di Policoro in Basilicata, quello ripariale di Ripa Bianca nelle Marche o le faggete di Guardiaregia in Molise e le Gole del Sagittario in Abruzzo sono alcuni degli ambienti forestali di grande pregio tutelati nel sistema di aree protette del WWF Italia. Nelle Oasi del WWF è possibile godere della bellezza di questi ambienti, stupirsi della maestosità dei grandi e antichi alberi, comprendere l’intreccio delle relazioni esistenti tra piante e animali, imparare a riconoscere le specie di alberi e arbusti, comprendere e apprezzare le molteplici funzioni – i servizi ecosistemici - degli ecosistemi forestali. La tutela degli ambienti forestali nelle Oasi WWF viene garantita anche grazie ai periodici monitoraggi su flora e vegetazione o sulle comunità animali, con particolar riguardo a quelle con valore di indicatori di qualità ambientale, come gli uccelli o alcuni gruppi di invertebrati. Nelle Oasi WWF è possibile essere guidati alla scoperta delle foreste da personale esperto e partecipare alle iniziative di educazione ambientale.

Per conoscere le Oasi WWF della tua Regione, visita il sito www.wwf.it/oasi

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Le foreste a casa

• Scoprire quanto le foreste ci sono vicine

• Conoscere i prodotti delle foreste

• Valutare la sostenibilità nella loro produzione

Attività 6

OBIETTIVI DIDATTICI

MATERIALI

Un numero sufficiente di piccoli fogli e di penne Un foglio di grande formato

SVOLGIMENTO INTRODUZIONE

Le foreste non sono lontane dalle nostre case e dalle scuole, ricche proprio di prodotti provenienti da esse. In primo luogo il legno, materiale leggero, duttile e resistente. I suoi utilizzi sono innumerevoli, da quello diretto, nella costruzione di edifici, mezzi di trasporto, attrezzi da lavoro e prodotti artigianali, mobili, infissi e arredamento, fino alle lavorazioni industriali fatte con tutti i derivati della lavorazione del legno (carta, tessuti, materiali da costruzione, combustibili solo per citarne alcuni). Dalle foreste arrivano nelle nostre case prodotti farmaceutici e alimentari.

Appenda il foglio grande al muro, in modo che sia visibile a tutti, poi distribuisca i fogli piccoli a ciascun componente della classe.

Chieda a ognuno di guardarsi attorno e di scrivere sul proprio foglio l’elenco dei prodotti provenienti dalle foreste.

Prenda appunti sul foglio appeso, indicando quanto espresso dagli studenti e facendo attenzione a non riportare doppioni.

A lavoro ultimato, solleciti gli studenti a riflettere su quanto la foresta sia parte

della nostra quotidianità.

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L’habitat forestale

7

Le foreste sono come un condominio molto abitato dove succedono tante cose: costituiscono infatti l’ambiente di vita per gran parte degli esseri viventi (piante, animali, funghi e batteri) del nostro Pianeta.

Nelle foreste gli animali trovano cibo, ricovero, rifugio, siti dove riprodursi e allevare la prole. Negli ecosistemi forestali la ricchezza e diversità degli habitat aumenta anche in funzione della diversità delle forme che l’albero può assumere durante il suo ciclo di vita. Di particolare importanza sono gli alberi in deperimento e morti, ancora in piedi o a terra, che sono stati colpiti o alterati dalla malattia, dalla neve, dai fulmini o dal vento. Ogni albero in queste condizioni risulta unico. Per i chirotteri forestali, ad esempio, la funzione di rifugio è connessa alla presenza di alberi adatti ad accoglierli.

Gli alberi idonei sono quelli con cavità o altri interstizi: nidi di picchio abbandonati, gallerie scavate nel legno dalle larve degli insetti xilofagi di taglia maggiore (che si cibano di legno), fessure aperte nei rami o nei fusti da eventi traumatici e successivamente modellate dall’azione degli agenti decompositori (funghi) e dei tessuti cicatriziali della pianta. Parte di questi rifugi sono associati a esemplari arborei vivi, parte a piante in deperimento o addirittura morte.

Se la foresta costituisce un meso-ecosistema, un tronco d’albero deperiente o morto è un micro- ecosistema a tutti gli effetti. Nel bosco sono presenti elementi di varia natura (radure, margini, corsi d’acqua, zone rocciose) che diversificano l’ambiente creando zone favorevoli a specie che altrimenti verrebbero escluse dal bosco. Nelle radure crescono piante bisognose di luce, compresi arbusti portatori di abbondanti fruttificazioni. Qui vivono insetti impollinatori (bombi, api) e molte farfalle che compiono la riproduzione. Anche molti uccelli, compresi rapaci quali astore e sparviero, utilizzano le radure come ambiente di caccia. Anche i margini di contatto tra bosco ed ecosistemi diversi costituiscono un habitat per le cosiddette specie ecotonali, tra cui numerose specie di variopinte farfalle diurne (vanessa occhio di pavone, aurora, silvano). Sorgenti, ruscelli, torrenti, stagni, torbiere arricchiscono di vita i boschi i cui sono presenti. A sua volta la specifica vegetazione di ripa offre precoci risorse alimentari agli uccelli forestali nidificanti e di passo. Massi affioranti, piccole pareti, inghiottitoi e grotte, resti di terrazzamenti costituiscono delle discontinuità che impreziosiscono l’ambiente di piante specializzate come muschi, licheni, epatiche e peculiari comunità di animali.

Ricchezza ecologica- “La foresta: viverla per capirla”, 1983, WWF Svizzera

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Osservare il bosco

• Imparare a osservare il bosco

Attività 7

OBIETTIVI DIDATTICI SVOLGIMENTO

INTRODUZIONE

Così come esistono più definizioni di bosco, possono esistere anche più modi di descriverlo, secondo le necessità dell’osservatore. I caratteri maggiormente indagati sono: le specie (vegetali e animali) che lo popolano; gli aspetti strutturali determinati dall’età, dagli eventi naturali e dagli usi passati e presenti; gli habitat e altro ancora.

Per studiare un bosco, dopo averlo percorso in lungo e in largo così da poter individuare le varie situazioni che lo caratterizzano, ai fini dello studio, si selezionano porzioni tipiche di esso, che diventano le “AREE DI SAGGIO”

dove raccogliere dati che permetteranno una generalizzazione a tutto il bosco delle conoscenze acquisite attraverso le indagini sulle porzioni. La divisione in strati orizzontali (p.e. erbaceo, arbustivo, arboreo) permette di approfondire la conoscenza dei componenti del bosco e di comprendere meglio la complessità dell’ecosistema. Infatti la struttura influenza la quantità di luce che riesce a raggiungere il suolo e le misure della temperatura e dell’umidità, oltre a condizionare la distribuzione verticale della fauna. In generale la presenza di molti strati corrisponde un grado più elevato di biodiversità. Per sviluppare il livello di indagine e conoscenza, imposti l’uscita con i suoi ragazzi dividendoli in 4 gruppi. Individui un’area “saggio” che permetta agli studenti di lavorare in sicurezza e consegni a ogni gruppo le tracce che seguono, per la loro osservazione.

MATERIALI

Taccuini Schede

Strumenti per la fotografia Gli strumenti

più tipici che si possono usare per le misurazioni: la rotella metrica, la bussola, l’altimetro, il GPS

1) Quali specie vegetali (alberi, arbusti) occupano questo territorio boscato?

2) Quali sono i fattori che permettono la presenza e la crescita di queste piante? È importante ricordare che ogni organismo occupa uno spazio (nell’atmosfera con il fusto e la chioma e nel suolo con le radici), per assicurarsi luce, acqua e nutrienti, per avere successo nella competizione con le altre specie e per riprodursi.

3) Quanto l’attività dell’uomo ha influito sulle specie e sui fattori? Si possono cercare segni di taglio e piantagione, pascolamento di animali domestici, opere di drenaggio, raccolta di lettiera, ecc.

4) La divisione della foresta in strati orizzontali (es. erbaceo, arbustivo, arboreo) aiuterà in modo particolare i ragazzi del quarto gruppo che potranno, con maggiore facilità, cercare animali e tracce degli stessi proprio osservando separatamente i vari livelli della foresta.

I dati andranno raccolti in modo ordinato in apposite schede mentre gli appunti verranno trascritti su taccuini. Anche le fotografie risultano molto utili a corredare le descrizioni.

(23)

Come proteggere le foreste?

L’esempio della certificazione forestale e della catena di custodia

8

La certificazione forestale è uno strumento volontario che favorisce la gestione forestale responsabile per assicurare che i bisogni sociali, economici, ambientali, culturali e spirituali delle generazioni presenti e future siano soddisfatti.

I gestori forestali che intendono dimostrare che le proprie attività forestali producono impatti sociali positivi e sono gestite secondo modalità appropriate dal punto di vista ambientale ed economicamente convenienti, possono attivarsi per il conseguimento della CERTIFICAZIONE DELLA GESTIONE FORESTALE. Oltre a ciò, i proprietari forestali e le imprese della filiera foresta-legno devono anche conseguire la CERTIFICAZIONE DELLA CATENA DI CUSTODIA- CoC.

La CoC rappresenta il percorso seguito da:

• materie prime, prodotti semilavorati, prodotti finiti che provengono direttamente dalla foresta;

• materiali di raccolta, di riciclo o di prodotti che li contengono che provengono dal sito di raccolta .

La CoC quindi considera il percorso dalla foresta o dal sito di raccolta, fino al consumatore, includendo ciascuna fase di lavorazione, trasformazione, manifattura, stoccaggio e trasporto nella quale il passaggio alla fase successiva della catena di fornitura comporti un cambiamento della proprietà dei materiali o dei prodotti (FSC, 2007).

Le etichette degli schemi di certificazione forestale assicurano al pubblico che i prodotti in legno acquistati provengano da foreste sottoposte a processi di verifica e di controllo per il rispetto di

I PRINCIPALI SCHEMI DI CERTIFICAZIONE FORESTALE che operano sulla scena internazionale sono il Forest Stewardship Council (FSC) e il Programme for the Endorsement of Forest Certification (PEFC) schemes. Tanto FSC quanto PEFC sono organizzazioni non governative, indipendenti e senza scopo di lucro. Entrambi promuovono la gestione forestale responsabile per mezzo di strumenti di certificazione volontaria di parte terza e forniscono meccanismi di garanzia per coloro che acquistano prodotti in legno o carta. FSC é stato costituito nel 1993 come un’organizzazione sostenuta da differenti portatori d’interesse (tra cui il WWF), finalizzata alla promozione della gestione forestale in tutto il mondo. PEFC è stato creato qualche anno più tardi, nel 1999. Originariamente limitato al solo contesto europeo, il sistema é divenuto internazionale nel 2003.

Sebbene i due schemi condividano, in senso ampio, le medesime finalità, mantengono significative e determinanti differenze con riferimento ai meccanismi interni di funzionamento e governo, alla natura degli attori coinvolti, alle procedure di definizione degli standard, ai contenuti e requisiti degli standard stessi, e ancora alle modalità di certificazione e accreditamento. Il WWF ritiene che il Forest Stewardship Council (FSC) risulti essere il migliore sistema di certificazione per garantire una gestione ecologicamente responsabile, socialmente utile ed economicamente sostenibile delle foreste. Il WWF raccomanda pertanto il sistema FSC ai consumatori e ai gestori delle foreste, ai responsabili politici e alle imprese.

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FSC e acquisti verdi

Attività 8

• Educare al consumo di prodotti certificati

OBIETTIVI DIDATTICI

MATERIALI

Rotoli di carta di vario formato per uso domestico (asciugoni, asciugamani, carta igienica)

Fazzoletti e tovaglioli

Prodotti tipografici di carta (libri, poster)

Fogli di carta per stampanti, quaderni scolastici, diari

Sacchetti, buste, shopper

Imballaggi e contenitori in cartone per alimenti Attrezzi per hobby e lavoro, utensili e giocattoli Cornici per quadri, fotografie e specchi

Pannelli di vario tipo

SVOLGIMENTO

Divida i ragazzi in 4 gruppi e distribuisca a ciascuno i prodotti sopra elencati. Assegni il compito di individuare la presenza di loghi, in particolare quello di FSC. Guidi nell’interpretazione degli stessi, portando i ragazzi a soffermarsi su concetti di sostenibilità (es.

com’è la carta? 100%, riciclata o mista; il prodotto è certificato FSC? Perché? Ecc…).

Il MARCHIO FSC certifica la Gestione Responsabile delle foreste da cui provengono le materie usate per produrre sia beni di consumo sia loro parti o componenti. Questa certificazione quindi costituisce una garanzia per il consumatore attento agli impatti ambientali, sociali ed economici della sua spesa. Ogni consumatore dovrebbe essere consapevole del fatto che, attraverso l’acquisto ragionato di beni certificati FSC, interviene sul mercato, producendo una discriminazione positiva nei confronti di prodotti della qualità desiderata, ma anche rispettosi dei diritti umani delle popolazioni locali, di chi ci ha lavorato e dell’ecosistema da cui è stato estratto il necessario per realizzarli. Scegliendo prodotti garantiti dall’Organizzazione FSC, i consumatori contribuiscono attivamente ad una migliore gestione delle foreste in tutto il mondo, stimolando la certificazione di nuove aree forestali e di nuove aziende.

INTRODUZIONE

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REDD+ per le foreste

9

Un concetto nato agli inizi del 2000 per la conservazione delle foreste tropicali è quello

di REDD (Riduzione delle Emissioni da Deforestazione e Degradazione) evolutosi poi in REDD+.

REDD+ è parte di un programma di sviluppo più ampio, centrato sul ruolo delle foreste tropicali nella mitigazione dei cambiamenti climatici e nell’adattamento a essi. Il termine è stato coniato nel quadro dei negoziati sul cambiamento climatico della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC). REDD+ è stato sviluppato come principale strumento di politica per le foreste tropicali e punta a fornire sostanziali finanziamenti per la loro gestione sostenibile. REDD + si concentra sulla capacità delle foreste, soprattutto ai tropici, di catturare e immagazzinare carbonio. Infatti le foreste catturano e immagazzinano più carbonio di quanto la maggior parte degli altri ecosistemi terrestri fanno e giocano un ruolo importante nel mitigare i cambiamenti climatici. Quando le foreste vengono abbattute o degradate, il carbonio immagazzinato viene rilasciato in atmosfera nella forma di anidride carbonica (CO2) e altri gas serra. Fornendo incentivi finanziari per aiutare i Paesi tropicali a ridurre volontariamente la deforestazione nazionale, conservare e gestire in modo sostenibile le loro proprietà forestali e aumentare la copertura forestale attraverso la riforestazione e imboschimento, REDD+ dovrebbe contribuire, contemporaneamente, a mitigare i cambiamenti climatici, conservare la biodiversità, proteggere i servizi ecosistemici, aumentare il reddito di proprietari di foreste e manager e contribuire a risolvere questioni che attengono alla governance nel settore forestale.

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